La Crisi Pixariana

Lo studio fondato da John Lasseter che ha inventato la CGI, traendo arte dai poligoni e rivoluzionando lo scenario moderno. E da quando è entrata a far parte della famiglia Disney i benefici influssi si sono diffusi ovunque, portando la Disney verso una rinascita!
  • Eh non sempre le cose possono andare al meglio per un'azienda! Però chissà, magari è un momento necessario per poi riprendersi alla grande, sono molto fiduciosa per inside out, spero solo che tutti sti problemi di produzione per the good dinosaur si risolvano presto.
  • Anche io penso che si riprenderà, e questa sorta di "crisi" della Pixar finirà, sulle brevi distanze.

    Ma sulle lunghe, no.

    La Pixar sta attraversando una crisi invisibile molto più profonda, che è la crisi d'identità. La crisi di uno studio che ha detto quello che doveva dire, ha avuto un preciso ruolo nel grande schema delle cose e l'ha concluso. La Disney Company riassorbendo in sé il fenomeno Pixar l'ha in un certo senso "smembrato", ne ha assorbito le innovazioni tecniche e tematiche a beneficio dei WDAS, che oggi padroneggiano a 360° ciò che un tempo era di proprietà Pixar, ha dirottato parte del team principale (Lasseter, Stanton, Bird) in altri progetti, e ha ripensato la produzione stessa di Emeryville incentrandola sui franchise. Un film come Brave dimostra che l'identità Pixar stava tutta esclusivamente nelle sue origini: una cellula formata da un ristretto numero di persone, derivate da Disney ma con voglia di fare le cose a modo loro. Una volta che questo nucleo ha detto il suo, o viene coinvolto altrove, e chi rimane si trova a dover estremizzare i tratti caricaturali degli essere umani per riaffermare la propria identità, appropriandosi delle briciole lasciate dalla rivoluzione WDAS, significa che l'identità e la genialità stanno in realtà già traballando. Produttivamente siamo arrivati al punto in cui la Pixar non serve più a nulla, o perlomeno non serve come entità autonoma, se non a disperdere le energie, a confondere le idee al pubblico e a creare una concorrenza interna. E' una ridondanza che la company attualmente produca film d'animazione distribuendoli attraverso due etichette che si sforzano di apparire distinte, quando non c'è più una reale ragione per farlo.
  • Non so se sono pienamente d'accordo, la Pixar ha avuto un ruolo e questo ruolo può anche essersi esaurito, ma non per questo cessa la sua ragione di esistere. Il ruolo che ha avuto è stato non solo scopo del suo percorso, ma anche conseguenza di tante circostanze; mutando la situazione potrebbe trovare una nuova dimensione come studio e questo secondo me non è da escludere.
    Vero è che una fusione concreta dei due studi sarebbe anche qualcosa di veramente interessante. Non so, non so proprio... staremo a vedere.
  • Prendiamo la Nintendo. Ha iniziato con le carte da gioco, è passata attraverso elettrodomestici, giocattoli e alla fine i videogiochi. Di sicuro ha continuato ad esistere, mutando ruoli e trovandosi spazi sempre differenti per metterli in pratica.

    Pure la Pixar è sempre in tempo per inventarsi un nuovo perché. Ma c'è un problema. La Pixar non è una società indipendente in cerca della sua strada, la Pixar attualmente è una delle due principali branche animate della Disney. L'altra sono i WDAS, che hanno affinato la CGI portandola allo stato dell'arte, migliorando la figura umana e dimostrando di sapersela cavare sia nel loro genere di riferimento, le fiabe, sia in quello che era da sempre stato appannaggio della Pixar.

    Quindi per il futuro la Pixar cosa può fare? Può conformarsi ai pionierismi WDAS e quindi costituire una ridondanza produttiva, oppure divergere totalmente, cercando di portare il cinema d'animazione in una differente direzione, il che però la metterebbe in opposizione e rivalità con i WDAS. Entrambe le alternative non sono il massimo perché portano alla perdita d'identità o al conflitto di interessi.

    Se la Pixar non fosse Disney chiaramente questo problema non si porrebbe. Qualunque fosse la sua scelta avrebbe senso: copiare i WDAS o dissociarsene sarebbe la stessa cosa e rientrerebbe in un contesto di sana rivalità. Ma le cose non stanno così.

    Infine c'è anche una questione di genio. Ai WDAS al momento circolano alcuni elementi che rappresentano l'eccellenza assoluta, tra animatori, sceneggiatori, registi. Sta diventando un ambiente sempre più fertile, c'è irrequietezza nell'aria, voglia di fare, di superare il limite. Che guarda caso è lo stesso clima che si respirava nella Disney dei primi anni 90 e nella Pixar delle origini. E genio chiama genio, e il tutto si riflette nei film.

    Onestamente se sono un regista o un animatore coi controfiocchi, che ha la possibilità di scegliere tra il lavorare in un studio ripiegato in sé stesso e divorato dai sequel, oppure uno che dà spazio a tecniche differenti, sperimentali, vecchie e nuove, che sta lentamente risolvendo il problema della figura umana e in cui è possibile lavorare sia sulle fiabe che sui videogiochi, passando per supereroi, Winnie Pooh e Topolino, cosa scelgo?

    E allora ecco il motivo per cui esce un film come Brave oppure in Toy Story of Terror si ripropone uno schema narrativo di Toy Story 2. Sono ancora bravi, ma con le ultime fughe di cervelli qualcosa di guizzante è venuto a mancare. Il genio.

    Potrà dispiacere ma avviene anche in natura quando nella pancia della mamma un gemello si mangia l'altro.
  • A me sinceramente questa crisi Pixar ricorda tanto la crisi dei Disney Animation Studios avvenuta dal film Dinosauri. La Pixar ha voluto esplorare orizzonti che non le appartengono, The Brave, la critica e il pubblico ( a me è piaciuto, lo trovo un film godibile ma non "Pixar" appunto ) hanno bocciato il prodotto. Bene e adesso stanno annaspando nei sequel, prequel etc. ( in passato c'è stato di peggio, vedasi i vari direct to video Gobbo 2, schifo 3 e pannolino sporco 4 ), quindi se dovrà tornare a brillare state sicuri che la Fenice risorgerà dalle sue ceneri quando ritroverà la sua identità smarrita e quando sarà il momento giusto. Adesso è il turno della sorella maggiore e forse questa cosa mi "sollazza" alquanto.
  • Molto interessanti le riflessioni di Valerio. A mio dire un altro dei principali motivi di questa "crisi" (usiamo sempre le virgolette), che ricorda tanto il passato dei WDAS, è che ormai la Disney è una macchina enorme, come mai prima d'ora, ha potere su metà delle creazioni pop del XX secolo.
    Sforna ormai film a catena di montaggio, tra un Pixar e un Iron man 10 non penso vedano differenze. Si è persa un po' la passione e "l'evento" nel fare le cose, i WDAS però, forti forse della loro storia, di essere un simbolo, o della loro rinascita recente, in tutto ciò vengono per fortuna un po' messi da parte.

    Altra osservazione:
    Quindi per il futuro la Pixar cosa può fare? Può conformarsi ai pionierismi WDAS e quindi costituire una ridondanza produttiva, oppure divergere totalmente, cercando di portare il cinema d'animazione in una differente direzione, il che però la metterebbe in opposizione e rivalità con i WDAS.
    La Pixar ha un altro stile rispetto ai WDAS, non si accavallano se ognuno lo mantiene. Cose come Ratatouille, Wall-e, quelle possono essere il suo futuro, magari rese ancora più sperimentali e meno commerciali.
    Timido postatore e finto nerd.

    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • Eh ma definiamo lo "stile Pixar". Io ho decodificato questo:

    1) Commedie brillanti, non necessariamente musical, incentrate sui "sottomondi"

    2) Fotorealismo negli scenari e negli effetti speciali

    3) caricaturalità dei personaggi


    Il primo è un elemento che la Pixar ha ereditato e sviluppato ma che cmq ha tratto dalla storia dei WDAS. I corti tipo Silly Symphony, Special Cartoon e i classici episodici degli anni 40 crearono le dinamiche che abbiamo poi visto mettere in pratica da Lasseter durante gli anni al CalArts e poi in Pixar. Quindi è una cosa che li definisce fino a un certo punto. Potremmo dire che lo svilupparli in lungometraggi era una loro prerogativa, ma un film come Ralph ha dimostrato il contrario, lasciando la Pixar priva della sua unicità. Se ciò che tu sai fare meglio è già parte dell'offerta di qualcun'altro, ci perdi parecchio in identità.

    Per quanto riguarda il punto 2: Il fotorealismo degli sfondi è veramente ciò che forse è parte della loro identità. Loro sono nati progettando software per effetti speciali, la ricerca di realismo era parte del loro lavoro sin dal principio. Ma una volta fatto The Blue Umbrella cosa ti rimane? Oltre cosa c'è? L'imitazione del vero? Sicuri che sia una frontiera percorribile? E soprattutto non contrasta troppo con il punto 3?

    Punto 3. Le caricature estreme e cartoonose Pixar sono carucce e in effetti sono parte della loro identità. Ma nascono per mascherare le limitazioni alla figura umana che i WDAS stanno invece provando a risolvere da Rapunzel in poi, con il metodo Glen Keane e i pencil test. Per cui possono anche essere gradevoli, ma stilisticamente la frontiera è altrove, è ai WDAS, dove l'esperienza di chi ha lavorato per anni col 2D viene mediata attraverso gli animatori CGI per rendere l'animazione umana più raffinata. Lo stile geometrico di Brave serve a riaffermare la propria identità, ma è una vittoria di pirro, dato che l'identità stessa è tale perché soggetta alle limitazioni di un tempo. E poi è perfettamente riproducibile altrove, vedi un Piovono Polpette dove questa idea stilistica è portata ancora più all'estremo.

    Nessuno di questi tre punti mi sembra abbastanza per garantire alla Pixar una sua distinguibilità, una sua unicità. In qualunque modo la si voglia girare, emerge fuori la stessa realtà: la Pixar è sempre stata uno spinoff dei WDAS, che ne ha affinato alcuni tratti. Ma nel momento in cui questi tratti vengono reinglobati dalla matrice originale, qual è la ragione di vita dello spinoff?

    Temo che l'anno dello scambio di ruoli tra WDAS e Pixar abbia letteralmente ucciso quest'ultima.
  • Sarò sbrigativo, ma che la Pixar difficilmente abbia un futuro sul lungo termine mi pare un'affermazione quantomai fondata. La Pixar è nata per sperimentare in un campo in cui ormai sono all'avanguardia i WDAS. O si reinventa in tutt'altro modo, o è destinata ad essere qualcosa di subordinato allo studio principale.
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  • Per come la pixar è nata il discorso di crisi irreversibile fila perfettamente, ma in un momento di cambiamenti come questo, io voglio sperare che possa esistere una ridistribuzione dei ruoli tale da permettere alla pixar di continuare ad esistere.
    La sperimentazione è stata finora nel campo tecnologico, più precisamente quello del fotorealismo, ma per l'animazione esistono ancora tante vie che possono essere esplorate, almeno spero! E WDAS e Pixar sono i due studi che possono sondare nuovi terreni.
  • Il punto è che una redistribuzione dei ruoli si poteva avere ai tempi dell'acquisizione: WDAS in 2D e Pixar in CGI.
    Non hanno voluto che così fosse e abbiamo avuto i WDAS all'opera in entrambi i fronti.

    Allora forse avrebbe potuto essere: WDAS fiabe e musical e Pixar solite commedie coi sottomondi. Sarebbe stato un po' miope e retrogrado da parte di entrambe, ma sarebbe stato sensato. Così non è stato e anzi abbiamo avuto lo switch dei ruoli, e la Pixar si è fatta male mentre i WDAS hanno dimostrato di sapersela cavare egregiamente anche nel ruolo della Pixar. E in futuro adesso hanno fissati film di ogni tipologia, dalle fiabe come Giants e Moana alle cose moderne tipo BH6, passando per stramberie quali Zootopia.

    I giochi mi sembrano fatti.

    Certo, Daria parla di cambiare ancora le carte in tavola, e infatti è l'unica strada. Ma a questo punto la strada più naturale è quella che vede la Pixar soffiare il ruolo ai...Toon Studios.
    E' un concetto che ho già espresso nella recensione di Planes, ma mi sono accorto che ormai i Toon sono una realtà dispersiva e antieconomica, utile solo a rinverdire e a lanciare franchise studiati a tavolino. La company ha bisogno di franchise, e attualmente la Pixar dispone di una collection di sottomondi da esplorare, che vanno dai giocattoli, ai mostri, passando per pesci e macchinine. E dato che i mille sequel e cortometraggi spinoff hanno ormai tolto l'aura di sacralità a queste produzioni, non sarebbe neanche così insensato focalizzarsi per benino sull'esplorazione di mondi. Ovviamente sul breve termine è impensabile per via dell'orgoglio Pixar, ma se si continua così ci arriveremo.
  • Comunque, si guardino anche i rispettivi siti. Il sito della Pixar è un sito che cerca di venderti prodotti. Il sito dei WDAS è un sito di gente fiera della propria avanguardia tecnologica, con tanto di articoli scientifici.
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  • E' davvero strano: abbiamo 3 studi concentrati ormai sulla CGI, quando la gente a gran furore chiede che si faccia più 2D (cosa che riesce bene a tutti e 3 gli studi, oltretutto).

    Altra cosa curiosa, non a livello di tecnica ma a livello di trama: la Pixar si è imposta universalmente con Toy Story e ha avuto il suo canto del cigno con Toy Story 3, accartocciandosi poi su sè stessa.
    Forse con Toy Story 3 hanno chiuso molte più parentesi di quante pensassero?
  • brigo ha scritto:E' davvero strano: abbiamo 3 studi concentrati ormai sulla CGI, quando la gente a gran furore chiede che si faccia più 2D (cosa che riesce bene a tutti e 3 gli studi, oltretutto).
    Eh, un attimo. La gente chiederà anche più 2D, ma a conti fatti non si è dimostrata davvero così supportiva nei confronti del 2D quando c'è stato. Credo che sia più una posa nostalgica che un vero supporto, purtroppo.

    Sul fatto che il 2D riesca bene a tutti e tre gli studi ho i miei dubbi. La Pixar non ne ha mai davvero fatto di 2D. Chicche come "Your Friend, the Rat" o i vari credits artistici dei lunghi erano sempre in animazione limitata, stilizzata, particolare. I Toon non hanno studi dove produrre 2D come non ne hanno realmente neanche per la CGI (si appoggiano ai Prana indiani). La full animation come si deve per adesso è totalmente in mano ai WDAS.


    Sul discorso accartocciamento: ricordo che i primi film Pixar venivano spesso elencati assieme quando si parlava di idee venute fuori durante una storica cena al ristorante, o se non provenivano da quella fonte lì erano comunque idee partorite da gente che faceva parte del team originario del CalArts (Lasseter, Stanton, Docter, a cui aggiungere Bird e pochissimi altri). Già a partire da Brave abbiamo avuto il primo Pixar concepito "esternamente", fortemente voluto dalla Chapman e portato a termine da Mark Andrew. E i risultati non sono stati ottimali. Viene quasi da pensare che la Pixar come la conosciamo sia il frutto di un'energia giovanilistica "autoriale" limitata ad un ristretto circolo e come tale non molto riproducibile, una volta che il team in questione si è disperso.
  • Ma dai, dov'è la gente che chiede il 2D? Conta il botteghino, eh, mica i forum.
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  • Infatti. La gente non chiede né l'una né l'altra cosa, perché per prima fatica a distinguere. Accettano passivamente.

    La CGI si è imposta sul mercato in un primo momento per via dei contenuti alternativi di Pixar o Dreamworks, e in un secondo momento perché si sono accorti che era più semplice, comoda ed economica del 2D.
  • Valerio ha scritto:
    brigo ha scritto:Già a partire da Brave abbiamo avuto il primo Pixar concepito "esternamente", fortemente voluto dalla Chapman e portato a termine da Mark Andrew. E i risultati non sono stati ottimali. Viene quasi da pensare che la Pixar come la conosciamo sia il frutto di un'energia giovanilistica "autoriale" limitata ad un ristretto circolo e come tale non molto riproducibile, una volta che il team in questione si è disperso.
    Se non ricordo male Gli incredibili fu il primo Pixar concepito esternamente. Bird propose l'idea, piacque e si fece... quindi questo tipo di apertura c'è sempre stata.


    Beh ovviamente usiamo sempre "crisi" tra virgolette, ma io credo che manco di quello si tratti... anzi, tutto quello che sta accadendo è proprio per evitarne una, memori di quanto accaduto in Disney in passato. Quindi ecco che si ricentralizza tutto nei quartier generali e si rimandano film che non sono pronti come dovrebbero.
    I sequel, mettiamocelo in testa, sono una realtà a cui (quasi) nessun film di successo si sottrarrà. La "nuova" Disney non è ancora pronta ma non appena avrà un tot numero di successi comincerà anch'essa a sfornarne. Che poi Frozen gioca in tutto e per tutto come un sequel di Tangled...
    La Pixar invece non è affatto nuova ai sequel "ufficiali" (anzi ne ha già fatti molti più della Disney) e per ora ne ha solo uno in cantiere annunciato oltre al rumoreggiato Cars 3.

    Il "calo" creativo (mi sembra più giusto usare questo termine e sempre virgolettato) era ovvio, scontato e direi quasi naturale... se lo aspettavano tutti, anzi, ha anche tardato a venire.ovviamente non si può mai essere sempre al top; tutto ciò che sale, prima o poi scende. E questo secondo me è dovuto moltissimo all'"indebolimento" del Brain Trust, con Lasseter diviso su tre fronti, e gli altri dispersi qua e là tra i vari live-action. Ed evidentemente non c'è ancora un'altra squadra degna di prendere le redini in mano. Cosa che invece sta nascendo in Disney! Inutile a dire... corsi e ricorsi storici!

    Per quanto riguarda la crisi di identità non sono d'accordo; mi piacciono le categorie ma non sono d'accordo nel voler categorizzare ogni cosa, figuriamoci poi arrivare a distinzioni quali (semplifico eh) la Disney fa fiabe e Pixar il resto. Brave è stata una incursione in territorio Disney così come Ralph lo è stato in territorio pixariano, ma entrambi mantengono assolutamente la loro identità e sono fedeli a quella delle rispettive case madri. Ognuno deve avere la libertà di spaziare in ogni campo, nulla è appannaggio dell'uno o dell'altro. E' il come tutto viene realizzato che davvero distingue i due prodotti.

    Piuttosto sarei più concorde con la distinzione fatte un po' di tempo fa da Lasseter o Catmul... non è esaustiva ma credo abbiano le idee piuttosto chiare.

    http://www.badtaste.it/articoli/john-la ... ella-pixar
    John Lasseter a ruota libera sulla Disney e sulla Pixar!
    Inserito da Andrea Bedeschi
    9 agosto 2013 - 13:30
    Fonte: EW

    10
    Articolo a cura di Irene Rosignoli di Impero Disney



    Continua la collaborazione fra Impero Disney e Badtaste. Dopo il pezzo dedicato a The Lone Ranger si prosegue con il resconto della corposa intervista rilasciata da John Lasseter a Entertainment Weekly.

    Continuate a tenere d'occhio le nostre pagine durante il D23 Expo, la fiera targata Disney che s'inaugura oggi ad Anaheim.

    ***

    Sta per partire il D23 Expo, la convention del fanclub ufficiale Disney, durante la quale saranno presentati i progetti della major per i prossimi due anni e ne saranno, al contempo, annunciati di nuovi. Nel mentre John Lasseter, Chief Creative Officer dei reparti animazione (Walt Disney Animation, Pixar Animation e DisneyToon Studios), ha rilasciato un’interessante intervista a Entertainment Weekly. Tra un’anticipazione e l’altra, Lasseter si è soffermato sulle diverse personalità dei tre studi e sul futuro dell’animazione tradizionale. Abbiamo tradotto per voi i passaggi più interessanti!



    Puoi spiegarci la logica che sta dietro all’avere tre diversi studi per l’animazione – Pixar, Walt Disney Animation Studios e Disney Toon Studios? Cosa li rende entità separate e quali sono le differenti responsabilità che si portano dietro?

    Una buona parte è l’eredità. I Pixar Animation Studios erano una compagnia indipendente fondata da Steve Jobs, Ed Catmull, me stesso e il resto del team, abbiamo inventato l’animazione computerizzata e siamo stati i primi al mondo a farlo. Sette anni fa, la Disney ci ha comprato, e una delle ragioni per cui l’ha fatto è che volevano proteggere e mantenere questa cultura e continuare a fare ciò che stavamo facendo. Ecco perché va avanti ancora oggi e noi continuiamo ad amare il nostro lavoro. I Walt Disney Animation Studios sono quelli che ha fondato Walt Disney stesso nel 1923, non hanno mai chiuso e non hanno mai smesso di fare animazione, e anche lo spirito e il cuore della compagnia sono gli stessi.

    E poi c’è il mercato dei direct-to-video, che è ciò che facevano i DisneyToon Studios prima. Se ne occupano ancora?

    I DisneyToon Studios furono fondati qualche anno fa con lo scopo di produrre film direct-to-video, ma da quando il mercato dell’home video è in declino abbiamo deciso di evolvere lo studio verso il cinema. Abbiamo pensato di creare varie serie ambientate in mondi già esistenti: i film di Trilli, e adesso Planes, che è ispirato al mondo di Cars. […]

    Se fossero i tuoi tre figli, quali sarebbero le differenze nelle loro personalità?

    Gira quasi tutto intorno all’eredità. Ad esempio la Pixar è ancora uno studio di pionieri e di “ribelli”. E’ un posto bellissimo in cui si cerca sempre di fare nuove cose, ecco qual è la sua personalità. E anche se abbiamo avuto un grandissimo successo negli anni, e il nome “Pixar” significa così tanto nel resto del mondo, abbiamo ancora quello spirito un po’ ribelle.

    E i Walt Disney Animation Studios sono i più tradizionali?

    Chi lavora lì lo fa perché c’è lo spirito Disney, quello che aveva creato Walt Disney. Amano esserne parte e fare film guidati da quell'indole. Ad esempio, Rapunzel: non hai nemmeno bisogno di metterci il nome dello studio sopra, nessuno si chiede “chi ha fatto questo film?”, sai che è Disney perché ha quel tipo di storytelling, quel design, quelle bellissime immagini, bella musica e belle canzoni e quegli elementi che sono tipicamente Disney. Ma ovviamente non tutto sarà in quel modo, abbiamo avuto anche Ralph Spaccatutto e ne siamo molto orgogliosi.

    E i DisneyToon Studios invece realizzeranno serie di sequel?

    E’ come quando vedi una bellissima serie tv con dei personaggi talmente incredibili che vuoi vederli di più, con nuove storie su di loro.

    Qual è il futuro del 2D, l’animazione tradizionale, alla Disney?

    Ne facciamo ancora…principalmente cortometraggi. Non abbiamo lungometraggi nel cassetto dell’animazione tradizionale al momento, ma stiamo decisamente mantenendo viva questa tecnica presso lo studio. L’animazione a mano si sta mescolando in modo molto interessante alle nuove tecnologie. C’è molta animazione tradizionale dietro i film in CGI ai Walt Disney Animation Studios. Hanno uno stile completamente diverso. Anche se è CGI, alla fine il modo in cui si percepisce e lo spirito che trasmette è quello del 2D. E poi stiamo lavorando su corti come Paperman, che ha vinto l’Oscar, e ha una tecnica veramente innovativa che combina animazione tradizionale e CGI.

    Ma molti veterani dell’animazione tradizionale sono stati licenziati e altri, come Glen Keane e Andreas Deja, se ne sono andati. Non c’è pericolo che diventi un’arte dimenticata?

    No, non credo
  • Scissorhands ha scritto: Se non ricordo male Gli incredibili fu il primo Pixar concepito esternamente. Bird propose l'idea, piacque e si fece... quindi questo tipo di apertura c'è sempre stata.
    Non ricordo, ma non ci metterei la mano sul fuoco sul suo essere stato concepito esternamente, di certo Bird ha raggiunto il braintrust in un secondo momento, ma si è perfettamente integrato ad esso. Anche per una questione di medesimo background: anche se Bird i primi vagiti pixariani se li è persi, faceva pur sempre parte della generazione Lasseter al CalArts. Aggiuntosi dopo o meno, Bird assieme a Stanton, Docter e Lasseter è il quarto nume tutelare della Lampada. E' gente tipo Mark Andrews che mi sa che non c'entra un fico.
    Beh ovviamente usiamo sempre "crisi" tra virgolette, ma io credo che manco di quello si tratti... anzi, tutto quello che sta accadendo è proprio per evitarne una, memori di quanto accaduto in Disney in passato. Quindi ecco che si ricentralizza tutto nei quartier generali e si rimandano film che non sono pronti come dovrebbero.
    Dipende sempre come si intende il termine crisi. La crisi Disney si compose di fasi differenti, ci fu la seconda metà degli anni 90 in cui persero credibilità e fiducia nel pubblico, l'epoca dei flop sperimentali e poi la crisi completa e totale, stilistica, economica, la perdita d'identità. Ma il primo step è sempre quello: il momento in cui qualcosa si incrina, la gente inizia a sfiduciarsi e sparlare e si cessa di essere una garanzia. E alla Pixar questo è progressivamente accaduto: è iniziato in modo light e ozioso sparlando di film buoni, è proseguito con il disinteresse generale per i Cars Toon e infine Cars 2 e Brave scavarono la fossa. La Pixar si è macchiata, e con roba tipo Cars 3 e Finding Dory all'orizzonte, a cui aggiungiamo Planes, il trend è chiaro. Non si tratta di floppare costantemente, quanto di non essere più l'imperdibile evento da seguire a colpo sicuro che si era un tempo. Ed è accaduto.

    I sequel, mettiamocelo in testa, sono una realtà a cui (quasi) nessun film di successo si sottrarrà.


    Mettiamoci anche in testa che mettercelo in testa non fa altro che falsare il punto di vista. Più lo si accetta, più questa diventerà una regola. E mettiamoci anche in testa che è una mentalità sbagliata di base. Non c'è niente di male in un sequel una tantum, ma ragionare come se fosse dovuto non è altro che il punto di partenza per poi degenerare. Sì, anche se li si fa bene. E sono convinto che prima o poi il mercato dei sequel/prequel/reboot avrà un rigurgito e la gente ne avrà il rigetto, preferendo orientarsi su roba nuova.
    La "nuova" Disney non è ancora pronta ma non appena avrà un tot numero di successi comincerà anch'essa a sfornarne.
    La nuova Disney ha anche una ritrovata fiducia in ciò che è stata storicamente. E sa che in un mercato dove la Pixar ormai produce un sequel ogni due film, a portare avanti la creatività e l'arte della compagnia rimangono loro. Lo stesso Ralph 2 (che continuo a considerare doveroso) è un qualcosa di cui si parla, ma che è stato totalmente subordinato a progetti di ogni tipo. Penso che lo avremo, ma non tanto presto. La Disney sta facendo un discorso totalmente differente dalla Pixar senza contare che...
    Che poi Frozen gioca in tutto e per tutto come un sequel di Tangled...
    Quanto Cenerentola lo era di Biancaneve e La Bella e la Bestia lo era della Sirenetta. Diciamo la verità, i WDAS sono gli unici che possono veramente evitare di scendere a compromessi, perché il loro stesso marchio e identità costituiscono un franchise ben più forte, glorioso, nobile e duraturo di qualsiasi altra filiale.
    Il "calo" creativo (mi sembra più giusto usare questo termine e sempre virgolettato) era ovvio, scontato e direi quasi naturale... se lo aspettavano tutti, anzi, ha anche tardato a venire.ovviamente non si può mai essere sempre al top; tutto ciò che sale, prima o poi scende. E questo secondo me è dovuto moltissimo all'"indebolimento" del Brain Trust, con Lasseter diviso su tre fronti, e gli altri dispersi qua e là tra i vari live-action. Ed evidentemente non c'è ancora un'altra squadra degna di prendere le redini in mano. Cosa che invece sta nascendo in Disney! Inutile a dire... corsi e ricorsi storici!
    Eh ma cosa è la Pixar se non il suo braintrust? Uno studio si rinnova e si perpetua quando i fondatori lasciano ai successori un'impronta precisa. Quindi un'identità. E attualmente alla Pixar non ne hanno una che regga, che li distingua e che sia a prova di futuro e di WDAS.
    Per quanto riguarda la crisi di identità non sono d'accordo; mi piacciono le categorie ma non sono d'accordo nel voler categorizzare ogni cosa, figuriamoci poi arrivare a distinzioni quali (semplifico eh) la Disney fa fiabe e Pixar il resto.


    Infatti non l'ho detto. Ho detto però che la vera categorizzazione storica è: Disney fa tutto, e Pixar fa una parte di questo tutto, una parte perfettamente riproducibile dalla Disney. Io il problema lo vedo.
    Brave è stata una incursione in territorio Disney così come Ralph lo è stato in territorio pixariano, ma entrambi mantengono assolutamente la loro identità e sono fedeli a quella delle rispettive case madri. Ognuno deve avere la libertà di spaziare in ogni campo, nulla è appannaggio dell'uno o dell'altro. E' il come tutto viene realizzato che davvero distingue i due prodotti.
    E infatti è il "come" ad aver fregato la Pixar. Ralph è venuto fuori bene e Brave no. Perché? Perché per fare Ralph hanno preso la formula pixariana e l'hanno abbellita e arricchita in ogni modo, infondendole i tipici tocchi estetici WDAS, mentre per fare Brave hanno preso il modello Disney e l'hanno spogliato da tutto questo, impoverendolo eccessivamente, senza neanche preoccuparsi di compensare con un'esposizione brillante dei contenuti. I primi hanno proceduto per addizione, i secondi per sottrazione. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    Piuttosto sarei più concorde con la distinzione fatte un po' di tempo fa da Lasseter
    All'epoca ci siamo esaltati per quella distinzione, perché era la prima volta che qualcuno dei piani alti si sbottonava e rispondeva al pubblico in merito alla tripartizione, ai ruoli degli studi. Ha fatto un po' di cultura per il popolino, e di questo non possiamo che essergliene grati, specie in un mondo che confonde tutto con tutto.

    Ma ad una seconda occhiata? Direi che ha parlato tanto e detto poco, cercando di non compromettere nulla. E quel che è peggio non ha davvero fornito una descrizione concreta delle direzioni dei rispettivi studi.

    Se fossero i tuoi tre figli, quali sarebbero le differenze nelle loro personalità?

    Gira quasi tutto intorno all’eredità. Ad esempio la Pixar è ancora uno studio di pionieri e di “ribelli”. E’ un posto bellissimo in cui si cerca sempre di fare nuove cose, ecco qual è la sua personalità. E anche se abbiamo avuto un grandissimo successo negli anni, e il nome “Pixar” significa così tanto nel resto del mondo, abbiamo ancora quello spirito un po’ ribelle.
    Qui dice sciocchezze, ad esempio. Se l'intento è quello di distinguere le tre identità, la Pixar attualmente concetti quali il "pionierismo" e il fare "sempre cose nuove" se li sogna, quello è il campo dei WDAS. "Ribelli" già meglio, ma rimane un termine antipatico che non vuol dire assolutamente nulla. Ribelli in che modo? In che senso? Noi lo potremo anche sapere ma a conti fatti da quell'intervista non lo si capisce. E anche fosse rivolta a chi già se ne intende...ha ancora senso considerarsi ribelli al giorno d'oggi? Ci si ribella a cosa? Al mercato? Ai sequel? Direi di no :P
    E i Walt Disney Animation Studios sono i più tradizionali?

    Chi lavora lì lo fa perché c’è lo spirito Disney, quello che aveva creato Walt Disney. Amano esserne parte e fare film guidati da quell'indole. Ad esempio, Rapunzel: non hai nemmeno bisogno di metterci il nome dello studio sopra, nessuno si chiede “chi ha fatto questo film?”, sai che è Disney perché ha quel tipo di storytelling, quel design, quelle bellissime immagini, bella musica e belle canzoni e quegli elementi che sono tipicamente Disney. Ma ovviamente non tutto sarà in quel modo, abbiamo avuto anche Ralph Spaccatutto e ne siamo molto orgogliosi.
    Qui già meglio. Parla di canzoni, di storytelling specifico e di "bellissime immagini". Però come prima cosa tira in ballo lo spirito Disney, come base di tutto...senza dire in cosa diavolo consista. Dire che un Rapunzel lo capisci subito che è Disney (dato che c'è la principessa che canta) è parecchio semplicistico, specie se poi dici che "non tutto sarà in quel modo" e citi Ralph. Come spiegarla l'esistenza di Ralph? Eh non si può perché toccava tirare in ballo la componente pionieristica e ribelle dello spirito Disney, che ha appena attribuito alla Pixar.
    E i DisneyToon Studios invece realizzeranno serie di sequel?

    E’ come quando vedi una bellissima serie tv con dei personaggi talmente incredibili che vuoi vederli di più, con nuove storie su di loro.
    Eh sì, bravo, raccontatela.

    In definitiva, ovviamente per quanto buona nelle intenzioni e efficace per un certo pubblico, ad una lettura più attenta anche questa intervista è un po' un pastrocchio. Ma non biasimo troppo Lasseter, che ovviamente ha dei doveri e deve far parlare l'azienda attraverso di sé. E soprattutto si trova dinnanzi a due studi gemelli e in conflitto d'interessi, il secondo dei quali nato dopo la sua personale esperienza di rosicamento verso il primo. Mica semplice.

    Ma questo dimostra che attualmente gli studi in conflitto lo sono eccome, e i WDAS stanno erodendo il terreno Pixariano con eleganza e disinvoltura.
  • LBreda ha scritto:Sarò sbrigativo, ma che la Pixar difficilmente abbia un futuro sul lungo termine mi pare un'affermazione quantomai fondata. La Pixar è nata per sperimentare in un campo in cui ormai sono all'avanguardia i WDAS. O si reinventa in tutt'altro modo, o è destinata ad essere qualcosa di subordinato allo studio principale.
    Discorso giusto, ma anche per reinventarsi ci vorrebbero i geni, o quantomeno un nocchiere, e tutti questi adesso latitano. Reinventarsi in una situazione del genere potrebbe essere pure fatale, senza una guida ferma e il guizzo artistico; forse rischierebbero meno se ritornassero a produrre workstation e software professionali. Secondo me, in una situazione del genere meglio stare in stand by in attesa delle condizioni giuste e continuare a "vivacchiare", piuttosto che tentare pericolose deviazioni.
    Valerio ha scritto:Il punto è che una redistribuzione dei ruoli si poteva avere ai tempi dell'acquisizione: WDAS in 2D e Pixar in CGI.
    Non hanno voluto che così fosse e abbiamo avuto i WDAS all'opera in entrambi i fronti.

    Allora forse avrebbe potuto essere: WDAS fiabe e musical e Pixar solite commedie coi sottomondi. Sarebbe stato un po' miope e retrogrado da parte di entrambe, ma sarebbe stato sensato. Così non è stato e anzi abbiamo avuto lo switch dei ruoli, e la Pixar si è fatta male mentre i WDAS hanno dimostrato di sapersela cavare egregiamente anche nel ruolo della Pixar. E in futuro adesso hanno fissati film di ogni tipologia, dalle fiabe come Giants e Moana alle cose moderne tipo BH6, passando per stramberie quali Zootopia.
    Ricordiamoci pure di una cosa: che la Pixar finisse sotto l'ala protettrice della Disney prima del 2006 non era una cosa così scontata, anzi le relazioni tra i due studios ad un certo punto parvero prossime alla rottura definitiva, con la Disney pronta a tutto pur di fare un Toy Story 3, e la Pixar che volgeva lo sguardo in tutt'altre direzioni. Che c'entra ricordare tutto questo? C'entra perché non è da escludere che la Disney un suo piano b in caso di rottura con la Pixar ce l'avesse eccome, e io credo che fin dall'epoca abbiano iniziato a lavorare in modo da diventare pixariani prima, e nell'eccellere in questo poi.
    Valerio ha scritto: E infatti è il "come" ad aver fregato la Pixar. Ralph è venuto fuori bene e Brave no. Perché? Perché per fare Ralph hanno preso la formula pixariana e l'hanno abbellita e arricchita in ogni modo, infondendole i tipici tocchi estetici WDAS, mentre per fare Brave hanno preso il modello Disney e l'hanno spogliato da tutto questo, impoverendolo eccessivamente, senza neanche preoccuparsi di compensare con un'esposizione brillante dei contenuti. I primi hanno proceduto per addizione, i secondi per sottrazione. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    Io continuo a pensare che Brave sia stata una grande occasione gettata all'ortiche: quella di partire da un buon soggetto e una buona storia per imbastirci sopra una bella saga fantasy, e quello si che sarebbe potuto essere un bel punto di svolta.
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