[Imagemovers] A Christmas Carol

Una sezione in cui si può parlare di tutti quei film usciti con marchio Disney ma coprodotti con altri studios come la Imagemovers di Zemeckis. E non dimentichiamo la rediviva stop motion firmata Tim Burton e Henry Selick!
  • DeborohWalker ha scritto:Bè, il mio giudizio su quei film è evidentemente diverso dal tuo, e non mi limito alla motion capture...
    E mi sono espresso in modo più moderato di quanto tu abbia fatto con la Pixar ultimamente :P
    riparliamone in un eventuale thread di Monster House...
    pazza_inter ha scritto:ho letto che hanno tradotto HUMBUG come SCEMPIAGGINI... che delusione ;_; ... almeno alla Disney dovevano mantenere il BUBBOLE di zio paperonesca memoria :(

    COMINCIAMO BENE :grrr:
    beh, in questo caso ho preferito lo "scempiaggini", che almeno è una parola con un significato più comprensibile che non "bubbole" [il significato sono dovuto andarlo a cercare sul sito della treccani: "bubbola, da connettersi probabilmente con bubbolo "sonaglio sferico d'ottone con una fessura e una pallottolina dentro", inteso come "simbolo di sonora vuotezza e inconsistenza""]
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Humbug significa "fandonie" quindi non vedo cosa ci sia di male nel tradurlo con "scempiaggini"...
    E' un film rivolto a un pubblico più adulto e con un linguaggio più ricercato, non ti sembra che "bubbole" sarebbe stato un tantinello fuori luogo?
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  • DeborohWalker ha scritto:Humbug significa "fandonie" quindi non vedo cosa ci sia di male nel tradurlo con "scempiaggini"...
    E' un film rivolto a un pubblico più adulto e con un linguaggio più ricercato, non ti sembra che "bubbole" sarebbe stato un tantinello fuori luogo?
    ma per assonanza all'originale "humbug", bubbole è molto più simile :(

    e poi ci sono affezionato a questa traduzione... :( il canto di natale di topolino :adore:
  • Nessuno ti vieta di rivederti per la ventesima volta il canto di natale di topolino, piuttosto che vederti un film diverso...
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  • DeborohWalker ha scritto:Comunque questo film potrebbe essere interessante per il discorso sui remake di opere già buone che si fa nel topic di Biancaneve, alla fine Il Canto di Natale esste già in mille salse ma a quanto pare vale ancora la pena ri-raccontarlo
    DeborohWalker ha scritto:Nessuno ti vieta di rivederti per la ventesima volta il canto di natale di topolino, piuttosto che vederti un film diverso...
    Ecco, il punto nella questione remake è questo.

    Una cosa è fare il remake di Canto di Natale topolinoso. Un'altra è fare un nuovo film ispirato al romanzo.

    Una cosa è fare il remake di Biancaneve Disney. Una cosa è fare un nuovo film ispirato alla fiaba.
    Lorenzo Breda
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  • Comunque l'ho visto anche io, complice un biglietto omaggio.
    Non male, ma troppo esibizionista per i miei gusti. Bellissimi i voli in 3D sopra la città, ma tutti (a parte quello con lo Spirito del Natale presente, al limite) completamente gratuiti a livello narrativo.
    Per la produzione di film d'animazione, comunque, la MoCap rimane inappropriata, non c'è niente da fare.
    Con meno virtuosismi e attori reali (o animazione più stilizzata) avrebbe avuto maggior valore.
  • Visto anch'io, finalmente.
    Con dietro di me una bimbetta 4-5enne che dopo aver ripetuto inizialmente un paio di volte "mi fa pauraaa" (quando ancora Scrooge è nel suo studio, quindi neanche era apparso Marley) non ha più proferito parola, non so se è svenuta/morta/maturata improvvisamente fino ad accettare ogni tipo di elemento spaventoso nella sua vita. Di sicuro non è uscita, dato che ogni tanto sentivo la madre che la rassicurava dicendole "è tutto finto, non succede davvero...".
    Mi piace immaginarmela a sedere all'aria con la testa nascosta nella poltoncina del cinema e le mani premute sulle orecchie.

    Comunque il film mi è piaciuto abbastanza, gli darei un giudizio poco più che sufficiente, una via di mezzo tra le opinioni che dilagavano prima della visione e quelle che ho letto prima della mia, un po' più lusinghiere.
    Partiamo da cosa mi è piaciuto.
    Innanzitutto l'atmosfera gotica ha il suo fascino, soprattutto perchè restituisce i toni originali di una storia che ormai abbiamo visto un bel po' di volte in salse più leggere (Disney, Muppet, il film con Bill Murray, ma anche un sacco di telefilm/cartoni animati/variazioni sul tema).
    Il vero motore del film credo sia Scrooge: non tanto per quello che fa durante tutta la magica notte (un'interpretazione onesta, direi) ma mi ha piacevolmente sorpreso il finale, con una trasformazione del protagonista davvero ben fatta, non troppo smielata ma credibile e che strappa un sorriso. In molte delle precedenti rappresentazioni mi era sempre sembrata una trasformazione o "troppo esagerata" o "superficiale"; qui, nonostante Scrooge faccia le stesse cose, non è stato così, evidentemente è merito della recitazione.

    Cosa non mi è piaciuto.
    Innanzitutto, la deriva action che il film ha in certi momenti, abbastanza gratuita. Ci sono scene abbastanza inutili (come lo schiavetto di Scrooge che scivola lungo la strada ghiacciata, ma ci sono molti altri casi simili) ma il tutto sfocia nel fantasma dei Natali futuri, quello che sarebbe anche il più gotico, che viene ridotto a una sorta di "Tesoro, mi hanno ristretto Scrooge" con il protagonista che scivola tra le stalattiti di ghiaccio, corre nelle grondaie e viene preso a scopettate in testa come se fosse un topo. Decisamente troppo da "film in 3D nei parchi giochi" per i miei gusti.
    Per il resto ho trovato tutta la storia e la messa in scena abbastanza "fredda", nel senso che molte scene risultano abbastanza vuote e anche nelle visioni che ha Scrooge è difficile emozionarsi davvero per le vicende del suo passato o degli altri personaggi. Inoltre ho trovato l'inizio moooolto lento, a mio giudizio passa troppo tempo prima che Scrooge torni a casa sua, per non parlare della logorrea e lentezza di Marley; ok, molto d'atmosfera, ma io non ne potevo più.
    Durante la visione ho trovato diverse incongruenze: ora non le ricordo tutte, ma la più evidente è quella in cui Marley racconta che uno spirito arriverà all'una di notte, quello dopo arriverà alle due della notte successiva e quello dopo alle tre della notte successiva. Cosa impossibile, altrimenti tutta la storia finirebbe il 27 dicembre; infatti tutto va per il verso giusto e i tre fantasmi arrivano nella stessa notte.

    Capitolo motion capture.
    E' ancora immatura, ma sta andando nella direzione giusta. Tra l'altro in ogni film che esce trovo sviluppi consistenti, penso che tra una 10 di anni avrà raggiunto un livello accettabile che potrebbe non far storcere il naso. Ma ancora non è così.
    In particolare credo che funzionerà per i live action che si vorranno fare in 3D: ho visto Viaggio al Centro della Terra con gli occhialini e gli esseri umani non funzionavano granchè, mentre funzionavano tutte le creature e i paesaggi fatti al computer.
    La motion capture potrebbe essere la soluzione per offrire contemporaneamente attori live-action (o quasi, all'apparenza) con la profondità del 3D.
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  • qui, nonostante Scrooge faccia le stesse cose, non è stato così, evidentemente è merito della recitazione.
    anche dell'attinenza all'originale letterario, che è un capolavoro proprio perché racconta di questo cambiamento assolutamente improbabile in maniera molto poco retorica e davvero emozionante.

    Personalmente discordo su tutto quello che hai trovato negativo, nel senso non che ci sono passato sopra (come nel caso della motion capture, su cui invece siamo d'accordo) ma che non li considero difetti. La lunghezza di certi passaggi poi era inevitabile.

    L'incongruenza delle tre notti non è un'incongruenza, poiché è anche nel libro (e è anche nel Canto di Natale in bianco e nero che si vede all'inizio dell'episodio 1x10 di FlashForward!). Mi pare che venga spiegato nel finale quando Scrooge dice "gli spiriti sono riusciti a fare tutto in una notte!" o una cosa del genere.
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    :solly:
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    La motion capture è una tecnica d'animazione fallimentare. Questo in quanto non può valere come tecnica d'animazione, per i motivi che sono già stati fatti notare dall'uscita di Polar Express: il realismo maniacale oltre ad essere totalmente inutile in quanto scimmiottatura del live action, ci appare paradossalmente freddo, bamboloso e cadaverico. E' anche vero che la motion capture non è il demonio, se usata come effetto speciale: è il caso delle deformazioni estreme applicate ad attori umani come Gollum, agli uomini di Avatar, a Pinco Panco e Panco Pinco e alla Regina di Cuori di Tim Burton, tutti film in cui la componente live action non viene certo eliminata, nel caso di attori perfettamente umani e non mostruosi. Lì si ottiene un effetto bello e si dà un senso alla tecnica, proprio perchè la si vede come ausilio e non come rimpiazzo del live action. Sennò si può parlare del senso di immersione che può dare la terza dimensione in questo genere di film, ma in tali casi si parla di semplice elaborazione CGI degli sfondi e non serve certo che poi a prendervi parte siano i personaggi in motion capture. Insomma quello che Robert Zemeckis non sembra aver capito è che la motion capture è una maschera, uno strato di computer grafica che serve a modellare le fattezze di questo o quell'attore, e che proprio per questo è assolutamente inutile se non dannosa quando si tratta di rappresentare una persona normale. Non si capisce perché l'intero meccanismo cinematografico continui a supportare quella che è una specie di eresia e di via "sbagliata" di concepire l'animazione, né perché proprio nella Disney di Lasseter che nei credits di Ratatouille riportava un disclaimer che irrideva la motion capture, sia avvenuto questo accordo che la lega all'Imagemovers di Zemeckis. La verità è che Lasseter, la Pixar, i WDAS sono assolutamente estranei al fatto, né paiono approvarlo più di tanto, dal momento che sarà avvenuto a ben altri livelli amministrativi...
    Ad ogni modo pur con molte preoccupazioni per il futuro (pare che l'accordo continuerà e avremo sempre più film in Mocap by Zemeckis, tra cui il sequel di Chi Ha Incastrato Roger Rabbit!) e qualche noia per il presente, che vede questo film contendersi il titolo di film Disney di Natale con quell'altro vero Evento che è La Principessa e il Ranocchio, con tristi conseguenze al botteghino per quest'ultimo, questo non è certo un film da prendere sottogamba o da snobbare. I motivi per cui considerarne inopportuna l'uscita ci sono tutti, è vero, ma a conti fatti l'opera che ne esce ha un certo pregio. Raccontare per l'ennesima volta a Natale la storia di Dickens, dopo che cinema e televisione ne hanno sempre attinto a piene mani, non è un sintomo di grande originalità, ma l'escamotage questa volta è quello di farne un adattamento fedele. Ecco quindi i pregi migliori, e cioè i dialoghi aulici che sprizzano carisma, e le atmosfere londinesi particolarmente ben riuscite, un vero inno al Natale. In tutto questo direi che il 3D è forse uno dei migliori alleati della pellicola, visto che tra la famosa e stracitata neve che cade fra le braccia e le varie carrellatone in giro per le strade innevate, sembra veramente di essere avvolti nella storia. E poi c'è lo stracitato elemento horror, molto ben riuscito e anche questo assai valorizzato dalla proiezione tridimensionale: tra spettri tormentati, visioni spaventose, miseria e ignoranza, direi che è un bel modo di parlare di redenzione. In tutto questo buona anche la recitazione di Jim Carrey, che mascherato da vecchio Scrooge sembra dare una parvenza di senso alla mocap...parvenza che viene assolutamente sputtanata dall'orrore che suscita Bob Hoskins nei panni gommosi di Fezzywig, e da più o meno tutta la cricca umanoide col piccolo Tim in testa. Da segnalarsi anche una Fionnula Flanagan, che i più ricorderanno come la Eloise Hawking di Lost, nei panni di una donna delle pulizie alquanto imbruttita. Poi c'è la colonna sonora che remixa motivetti natalizi con classe, e infatti è di Alan Silvestri che ci mette un sacco di epicità, è poi presente la canzone dei titoli di coda cantata da Bocelli God Bless Us Everyone.
    In questo florilegio di atmosfera e di registro alto fanno però parecchio a pugni le parentesi umoristiche, che complice la tecnica devastante che toglie spontaneità, sembrano assai fuori luogo: imbarazzanti le scene umoristiche con Jacob Marley, le mossettine dello Spirito dei Natali Passati, i balletti allegri dei vari personaggi, tanto che le gigionerie di Carrey che invece si temevano non poco passano in secondo piano, quando non scompaiono del tutto (anche se lo Scrooge microscopico con la vocetta era evitabile). Ma si tratta di piccole macchie che non rovinano un insieme che è alquanto intrattenente. Insomma, pur con tutti i pregiudizi che si possono avere nei confronti della "follia di Zemeckis" (che è la gemella malvagia di quella di Walt) il suggerimento è di dare una possibilità a questo film ADESSO, senza rimandarlo a visioni televisive o in dvd, dal momento che per allora l'atmosfera natalizia e il 3D non saranno probabilmente replicabili. Insomma, la giostra natalizia va goduta finchè si è in tempo.
  • Grrodon ha scritto: né perché proprio nella Disney di Lasseter che nei credits di Ratatouille riportava un disclaimer che irrideva la motion capture,
    Che c'era scritto?
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  • "Our Quality Assurance
    Guarantee: 100% Genuine Animation! No motion capture
    or any other performance shortcuts were used in the
    production of this film."
  • Tyrrel ha scritto:
    Elikrotupos ha scritto:C'è poi la fatidica scena finale del "Dio ci benedica". Qui il finale è completamente diverso dalla versione animata: lì il film si concludeva tutto a casa di Bob Cratchit, qui invece la frase del piccolo Timmy viene relegata a un prologhetto di pochi secondi prima dei titoli di coda. Senza contare la pessima scelta (imho) di affidare un monologhino conclusivo a Cratchit (Gary Oldman) che guarda in camera e fa la lezioncina morale. Insopportabile. Inoltre, in italiano, la traduzione è stata "E che Dio ci benedica... ognuno di noi!" invece del "...tutti quanti!" animato, che io preferisco.
    Sul finale da Cratchit, anch'io adoro il finale del Canto di Natale di Topolino e infatti speravo che dopo la cena dal nipote Scrooge si recasse poi da Bob e famiglia per il gran finale. Bisogna però capire come sia il finale nel racconto (che purtroppo non ho letto) e nel caso Zemeckis adatti correttamente non gliene si può fare una colpa; può darsi anche che, visto che molte il richiamano è palese, per quest'ultima così bella si sia scelto di non riproporla per lasciarla come esclusiva del canto topolinesco, quasi come fosse un marchio di fabbrica.
    Sul "Dio ci benedica", anch'io preferisco il "...tutti quanti!", ma essendo una questione soggettiva imho non lo si può considerare come elemento negativo; certo, mi piacerebbe capire perché quando Scrooge visita casa Cratchit con lo Spirito del Natale Presente viene usato il "...tutti quanti!" e poi per la scena finale si sia adottato "...ognuno di noi!". -_-
    Possiedo il libro di Dickens in versione originale e posso dire che Tiny Tim dice in emtrambe le occasioni "God bless us, every one". Quindi dire "ognuno di noi" sarebbe leggermente più aderente ad una traduzione letterale. In una traduzione del libro in italiano (quella pubblicata dalle Edizioni Paoline, non ce l'ho sottomano così non posso scrivere il nome del traduttore), le parole finali del bambino sono rese come "Dio ci benedica tutti quanti, dal primo all'ultimo!"
  • Questo è stato il primo film che ho visto in 3d. Che dire, è stata proprio una bella esperienza, molto coinvolgente anche se durante il primo quarto d'ora del film sono stata più presa dagli effetti speciali che dalla storia in sè per sè.
    Il film non è male, mi sono piaciute le atmosfere londinesi e la caratterizzazione di alcuni dei personaggi.
    Il fantasma dei Natali Passati mi ha un pò deluso mentre ho adorato quello dei Natali Presenti (da sempre il mio preferito), molto suggestivo il modo in cui trasporta Scrooge attraverso Londra. Mi hanno colpito anche Miseria e Ignoranza, veramente spettrali, non me lo sarei aspettato.
    Anche a me hanno lasciato un pò perplesse le scene in cui Scrooge è rimpicciolito, le ho trovate le più noiose del film.
    Comunque nel complesso non ci si può lamentare, anche se io continuo a preferirgli il Canto di Natale di Topolino (che ormai so a memoria) con Zio Paperone, le bubbole e tutto il resto :gnegne:
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
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    Sembra che Zemeckis non voglia proprio abbandonare la sua nuova amante, la motion-capture (Moca), preferendola al suo primo amore, il live-action che gli ha sempre dato ben più alti riconoscimenti. Ma ciò che è importante è che la sua personalissima crociata porta avanti un grande lavoro di ricerca e sperimentazione, non solo in termini strettamente tecnici, quanto piuttosto stilistici che delineano sempre meglio la region d'essere di questa tanto bistratta tecnologia.

    Candidato perfetto è senz'altro l'amatissimo racconto di Dickens "A Christmas Carol" che riporta il regista di "Ritorno al Futuro" a spaziare tra passato, presente e futuro.
    Grandi alleati di questo nuovo esperimento sono il 3D stereoscopico, spettacolare ma soprattutto sapientemente usato, e un Jim Carrey all'apice del suo virtuosismo che lo porta a dare voce (e corpo seppur digitalizzato) a Scrooge e ai tre fantasmi. Zemeckis è riuscito a dare nuova freschezza a una delle storie più sfruttate ed adattate di tutti i tempi, paradossalmente proprio fornendone una versione quanto più fedele possibile nelle ambientazioni e persino nei dialoghi.
    Ecco quindi valorizzati gli elementi gotici, quasi horror, del racconto (è o non è una ghost story?), l'atmosfera cupa di una Londra vittoriana ammirata, citando il fantasma dei Natali presenti, da una insolita "prospettiva celeste" resa ancora più mozzafiato dal 3D.

    Registicamente il film dimostra come il 3D, in mani sapienti, risulta uno strumento espressivo in grado di dare profondità ad ogni momento nel senso esteso del termine.
    Di ogni scena Scrooge è sempre spettatore, osservandone alcune in prima persona (l'incontro con la sorella) altre attraverso trovate registiche degne di lode (la casa che si solleva e dal cui pavimento trasparente emerge la visione aumentando sempre più i livelli di profondità). Scelta intelligente è quella di aver voluto costruire un film all'avanguardia ma al tempo stesso old-fashioned complice una ottima fotografia a lume di candela.

    Nonostante i progressi la Moca dimostra, forse qui in maniera ancor più palese, il suo tallone di Achille, ovvero la sua ostinazione al realismo, che diventa iper-realismo, in un contesto che realistico non è, trattandosi di animazione. Il fenomeno dell'uncanny valley è sempre in agguato e l'occhio umano sempre più attento a riconoscere ciò che umano non è, ed a farne le spese è proprio la sospenzione dell'incredulità (suspension of disbelief). La soluzione sta nell'andare contro-corrente ed esagerare un pò, nei gesti, nelle movenze, nelle espressioni, proprio come a teatro. Zemeckis sembra aver imparato la lezione (forse solo a metà) abbandonando il tentativo di scimmiotare un film in live action, virando sempre più verso il cartoon. Infatti la grande vittoria del film sta proprio nel binomio Moca-Carrey, che ha partorito a uno Scrooge grottesco, fisicamente innaturale, al limite del caricaturale ma perfettamente convincente al contrario dei suoi comprimari ancora eccessivamente legati in movenze ed espressioni. Ed è in virtù di questa sua innaturalità si percepiscono come credibili le sue acrobazie francamente impossibili per un signore della sua età. Tutto questo grazie a un ottimo character design (Scrooge è estremamente magro, ha il mento troppo appuntito e il nasone molto pronunciato) e alla recitazione istrionica di Carrey che ben si presta al mezzo, al contrario di quella di Colin Firth (il nipote di Scrooge), al confronto minimalista, controllata cosa che accentua l'effetto "statua di cera" del suo personaggio.
    Tuttavia Zemeckis deve ancora trovare il giusto modo di dosare il naturalismo e il suo opposto, come dimostra la scena della festa da Feezewing, volutamente irreale, dove i personaggi perdono il loro peso per librarsi in una scatenata danza che stride con il successivo incontro di Scrooge con la sua amata, molto intimo, autentico, in cui il tempo sembra essersi fermato e dilatato complice un ralenti che non comprende i due innamorati. Altro esempio è la strana fisionomia di alcuni comprimari inutilmente o forse involontariamente grottesca (il piccolo Timmy).

    Bella l'idea che tutti e tre gli spiriti siano interpretati dallo stesso attore e ne condividano i tratti (cosa che solo il Moca avrebbe reso possibile). Del resto ognuno di loro è una proiezione amplificata dei ricordi del protagonista, delle sue emozioni e delle sue paure.
    Carrey gigioneggia, perfettamente a suo agio, non solo nei panni di Scrooge (le cui gag non fanno altro che rendere il personaggio più amabile) ma anche in quelli dei tre spiriti: un Natale passato esibizionista e guizzante molto divertente, un Natale presente ingombrante e a volte un tantino irritante che lascia gradualmente il posto al Natale Futuro, un Natale di Morte per Scrooge. Infatti il terzo fantasma non è altri che il "tristo mietitore" introdotto dalla morte stessa dello spirito del Natale presente. E questo rende ancora più interessante la scena dell'inseguimento dello Scroogino (il nostro, novello Alice, è ridotto alle dimensioni di un topo e fugge tra le strade di Londra inseguito da un nera carrozza) che non è solo un modo per fare sfoggio del mirabolante 3D o per allentare la tensione. E' anche grazie alla sua nuova prospettiva che Scrooge porta a compimento la sua redenzione proprio mentre la Morte lo perseguita con il suo indice inquisitorio, lo insegue e, una volta raggiunto, lo scaraventa letteralmente nella tomba.

    In conclusione, nonostante l'insistenza alla illustrazione (meravigliosi i piccoli quadri di vita londinese che il regista ci offre), Zemeckis non perde mai il senso della storia e, soprattutto, dei personaggi che, per quanto finti possano apparire (eccezion fatta per Scrooge, il vero gioello del film), riescono sempre a comunicare emozioni vere, e a cogliere l'essenza del racconto originale, esigendo più di una lacrima dallo spettatore. Tutto questo non può che riaffermare quanto detto da Lasseter e soci allo scorso festival di Venezia dove, proprio in risposta ad una mia domanda su "A Christams Carol", hanno dimostrato il loro più sincero disinteresse per la tecnica, ribadendo che il cuore del film è costituito dalla storia e dai personaggi, di cui il film sfrutta appieno le potenzialità. A conferma di ciò, posso dire che anche la visione del film in 2D, pur perdendo molto, risulta estremamente convincente e coinvolgente (anzi mi è parso che il rendering fosse addirittura migliore), segno che il film nasconde, dietro una tecnologia d'avanguardia, un maestria di altri tempi.

    PS: Nonostante abbia amato molto l'elemento horror, non consiglierei la visione di questo film ai bambini di età inferiore ai 6-7 anni. Sopra tale soglia non ci dovrebbero essere problemi, i bambini amano essere spaventati e il primo Disney (vedi la danza degli scheletri o una notte sul Monte Calvo da Fantasia) lo conferma. Tuttavia devo dire che diversi pargoletti di 4, 5, 6, anni durante la proiezione hanno gradito molto il film. Altri hanno abbandonato la sala accompagnati dai genitori.
  • L'ho finalmente visto, un paio di sere fa nel suo passaggio in chiaro su Rai Due.
    Dai, bello. Quello che mi ha colpito molto è la perfetta aderenza al romanzo di Dickens, che ho riletto (come ormai ogni Natale) durante questa settimana. Gran parte dei dialoghi è ripresa letteralmente dal libro, oltre che ovviamente lo svolgimento della vicenda. Tra tutti gli innumerevoli adattamenti che ho visto di questo immortale storia, sicuramente il film di Zemeckis è quello più fedele all'opera originale.
    L'atmosfera che la pellicola restituisce, poi, aiuta senza dubbio ad immergersi nello spirito natalizio e nei valori di cui la storia e i personaggi si fanno portatori. La Londra innevata dell'Ottocento è piena di fascino, e di questo si deve mio malgrado rendere merito alla mocap che ha ricreato ottimamente l'ambientazione. Quella, e il personaggio di Ebenezer Scrooge.
    Restando al discorso mocap, il resto è una pena. E il resto sono, manco a dirlo, i personaggi. Penso che quella che risulta messo peggio sia Bob Cratchit, veramente inguardabile, mi spiace per Gary Oldman. Poco migliore risulta Colin Firth nel ruolo del nipote Fred, senza contare Tiny Tim. Ma questo giusto per citare i protagonisti, in generale tutti i personaggi umani che vediamo risultano fredde statue, volti umanoidi ingabbiati sotto una maschera grottesca che ne lega i movimenti e che restituisce un'estetica decisamente discutibile.

    Per quanto riguarda le interpretazioni, direi che dal punto di vista recitativo si attestano tutte su un buon livello. Giganteggia Jim Carrey in un ruolo non facile per niente, quello dell'avaro Scrooge, che però sa gestire in modo brillante e adeguato anche sotto gli strati di mocap - che però, nel suo caso, ben si confanno al personaggio dal momento che lo trasformano in un dinoccolato e magrissimo vecchio acido e intrattabile.

    Insomma, condivido chi trova come pregi al film l'atmosfera aulica e di pregio che si è voluta dare al prodotto, perchè sicuramente la vicinanza molto stretta al romanzo e il registro alto che non risparmia parti "forti" e quasi "horror" sono punti a favore insieme alla recitazione di Carrey e agli ambienti.
    Ma, soprattutto oggi nel 2011, alla luce di Le Avventure di Tintin di Steven Spielberg, non posso non notare che la mocap di Zemeckis sugli esseri umani lascia alquanto a desiderare, rovinando non poco l'estetica generale del film che pure, ripeto, ha momenti apprezzabili negli ambienti e in Scrooge.
    Sicuramente un buon modo per far vivere ulteriormente una delle storie più belle mai raccontate.
    Il migliore Canto di Natale? Mmm, non saprei... continuo a considerare Mickey's Christmas Carol e la versione dei Muppet migliori, per quanto la prima sia sicuramente meno aderente all'opera che Charles Dickens. Però trovo che per molte cose di attesti decisamente vicino allo spirito del libro.
    Quel che è certo è che Paperon de' Paperoni, Michael Caine e Jim Carrey sono tutti e tre degli Ebenezer Scrooge perfetti.
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    Qualche settimana fa mi sono comprato il Blu-ray Disc di A Christmas Carol, con la scusa di rivedermelo in alta definizione in occasione delle Feste appena passate.
    Così ho fatto, ma solo ieri ho concluso la visione dei contenuti speciali, invero nemmeno troppi, presenti nel disco.

    Due parole (aggiornate) sul film. Rispetto al mio parere di quattro anni fa, visibile nel post qui sopra, sono uscito meno critico nei confronti della performance capture. Resta sicuramente una tecnica d'animazione grottesca in quanto assurdo ibrido, quando usata per un intero film e non come effetto speciale, ma ho trovato il risultato finale raggiunto da questa pellicola piuttosto soddisfacente. Come già notavo alla prima visione, l'esempio più lampante è dato da Jim Carrey, che risulta esteticamente affascinante nella sua bruttezza, chiaramente voluta. Sugli altri personaggi risulto un po' più critico, anche se nel complesso meno di quanto non fui anni fa: trovo che la tecnica risulti condannabile, per assurdo, quando viene usata per fare quello che meglio le si adatterebbe: esagerare. La motion-capture ha come possibilità principale quella di permettere ad un attore di essere allungato, ristretto e in generale di fargli superare qualunque limite fisico. Ecco, quando questo accade qualcosa stona, come quando la signora Fezzywig volteggia tanto da volare letteralmente.
    In ogni caso, non va molto meglio nemmeno nelle scene tranquille: quando i personaggi sono fermi e composti appaiono ancora piuttosto freddi e poco realistici, come delle "maschere" ben poco vive. È il caso del nipote Fred nello studio dello zio.
    Rivedendo sempre nelle scorse settimane anche Polar Express risulta chiaro il passo in avanti nella tecnica, ma questi difetti congeniti nella mo-cap non sono stati eliminati, perlomeno non del tutto e non sufficientemente.
    Ma a parte queste pecca, esteticamente trovo che il film funzioni. La libertà di movimento della macchina da presa in un ambiente digitale consente al regista di compiere riprese effettivamente spettacolari, che anche senza l'ausilio del 3D (ma forse aiutato dall'alta definizione) trasmette belle sensazioni allo spettatore, che ha l'impressione di vedere qualcosa di effettivamente epico. Le ambientazioni, gli sfondi e tutto quanto non è "personaggio" risulta in questo modo assolutamente gradevole e affascinante.
    Per quanto riguarda l'adattamento della storia, nulla da dire: ad oggi sono convinto si tratti della miglior trasposizione filmica del racconto di Charles Dickens, almeno tra quelle viste: chiaramente Mickey's Christmas Carol resterà sempre al primo posto nel mio cuore, e la versione dei Muppet è dotata di un mix assolutamente vincente tra ironia e commozione, ma se provo a concentrarmi obbiettivamente sulla questione dell'adattamento di avvenimenti e spirito del libro originario, non posso evitare di dare il primato a quetta versione, tra le tre.

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    Per quanto riguarda i contenuti speciali del Blu-ray Disc, non si può dire che ci si sia sprecati.
    A parte il calendario interattivo dell'Avvento, che è una buffata di poco conto, e un breve filmato di un minuto e mezzo in cui seguiamo un giorno di riprese di Sammi, la bambina che interpreta la sorellina di Scrooge, rimangono tre contributi di un certo peso.
    Le scene eliminate, sempre interessanti da osservare: in questo caso non tanto per le scene in sé (anche se quella dove Scrooge mangia nella locanda l'ho apprezzata perché è un passaggio su cui glissano tutti gli adattamenti, ma presente nel romanzo di Dickens e che ho sempre trovato esplicativa della solitudine del personaggio) ma perché, essendo parzialmente animate, mostrano il processo a metà del suo sviluppo, insieme alle riprese degli attori imbracati con le tute e i puntini che servono per costruirci poi sopra la "maschera digitale".
    Cogliere Dickens è invece un breve documentarietto di un quarto d'ora, nel quale l'attrice che interpreta (tra gli altri personaggi) la signora Fezzywig introduce con brio e qualche battuta gli spettatori al lavoro che lei e i colleghi hanno intrapreso per il film: si iniziano quindi a intravedere le tecniche e le modalità con cui gli attori si sono dovuti approcciare a questa nuova veste del loro lavoro, evidenziando le particolarità di questa tecnica dal lato di chi la deve "vestire" e riflettendo brevemente sul testo di partenza.
    Per quanto, quindi, si inizi già qui a spiegare i principi della performance capture agli spettatori, è solo seguendo Dietro il Canto che si può avere un'idea più precisa di questa tecnica d'animazione: si tratta del commento audio al film, dove a parlare è Robert Zemeckis in persona, tutto orgoglioso di spiegare come questa tecnica avrebbe rivoluzionato il cinema. Si tratta di un commento audio difficilmente valutabile: da un lato approfondisce in modo piuttosto chiaro come funziona la mo-cap, dall'altro però risulta in più punti decisamente ripetitivo, arrivando a ribadire lo stesso concetto per almeno 5-6 volte nel corso dell'ora e mezza di commento.
    Valore aggiunto, rispetto ad altri commenti audio, è la presenza di una finestrella in basso a destra dello schermo dove si vedono gli attori ripresi dal vero mentre recitano le stesse scene animate del film finito che stanno scorrendo sullo schermo a tutta dimensione. Il riquadro risulta un po' troppo piccolo, e avrebbe sicuramente aiutato averlo più grande, ma rimane comunque interessante il confronto parallelo e in tempo reale tra la performance dell'attore e la versione finale, con chili di CGI costruita sopra. E in fondo è proprio questo il punto su cui Zemeckis batte e ribatte il chiodo: non c'è nulla di inventato in animazione, tutto quello che vedete animato viene ripreso fedelmente dai movimenti dell'attore, il personaggio animato che vedete sullo schermo è *esattamente* l'attore che si muove, equiparando quindi il processo di animazione digitale ad un costume e a trucco di scena. Il che è vero, ma non capisco perché il regista ci tenesse così tanto a farlo notare: è un'arma a doppio taglio, nel senso che da un lato sembra cercare di affermare una maggiore dignità del prodotto finale rispetto ad un "normale" film d'animazione, dall'altro presta il fianco a chi sostiene che proprio per questo motivo la mo-cap risulta una ridondanza non essendo né carne né pesce.
    Per quanto a volte ripetitivo, ritengo che in questo commento audio si celino tutte le convinzioni estreme di Zemeckis su questa tecnica, e per questo risulti storiograficamente interessante. A maggior ragione col senno di poi, quando ormai sappiamo che la ImageMovers ha chiuso i battenti dopo l'insuccesso del successivo Milo su Marte e dopo che il regista è tornato a occuparsi di film in live-action.

    In sostanza trovo che sia un Blu-ray Disc che val la pena di essere posseduto: innanzitutto perché esalta la qualità visiva del film, e in secondo luogo perché pur con pochi contenuti speciali riesce comunque ad andare piuttosto a fondo di questa tecnica d'animazione tanto controversa.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Film su cui ho sentimenti contrastanti, da un lato la tecnica animata continuo a detestarla... ero riuscito ad apprezzarla solo per Tintin che però deformava a livello tale i volti da dare loro un aspetto più cartoonesco... però qui le magagne del Motion capture saltan fuori tutte, specie nei primi piani che risultano grotteschi e orrendi a vedersi... non ti sembra mai di vedere qualcosa di vivo, ma un manichino semovente, che urla finto da tutti i pori... Diciamocelo fosse stato un film animato in stile Pixar o stile DIsney degl'ultimi lavori, probabilmente si starebbe a parlare di un autentico capolavoro.

    Per il resto come narrazione e caratterizzazione dei personaggi si è fatto un buon lavoro... anche se alcuni elementi horror presi dal libro certe volte sono esasperati all'inverosimile, quando invece il bello del Canto di Natale è che un opera sospesa fra momenti oscuri, gioiosi, macabri e drammatici. Carrey bene o male funziona, un po' troppo caricato il suo Scrooge, ci sono momenti in cui sembra quasi una parodia del personaggio, ma alla fine funziona abbastanza bene (ripeto fosse stato un film completamente animato in stile cartone, molti elementi li avrei accettati). Le scene ad alto impatto sono parecchie e sebbene non sia un opera perfetta, è certamente qualcosa che chi ama il libro originale non dovrebbe perdersi per nessuna ragione...
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