[C.O.R.E.] Uno Zoo in Fuga

Una sezione in cui si può parlare di tutti quei film usciti con marchio Disney ma coprodotti con altri studios come la Imagemovers di Zemeckis. E non dimentichiamo la rediviva stop motion firmata Tim Burton e Henry Selick!
  • Detesto farti crollare questo mito ma ho avuto sentore che questo film NON sarà un classico Disney. Non saprei spiegarmi il perchè, sinceramente. L'unico motivo possibile potrebbe essere che non è totalmente Disney, ma prodotto da uno studio esterno. Però in tal caso avrebbero dovuto dirlo, come lo dissero per Valiant (che in America è distribuito dalla Disney mentre da noi no). Nel caso fosse Disney invece la scelta di non includerlo tra i film ufficiali non me la spiego neanche io :S
    Fattostà che il 46esimo classico Disney parrebbe essere Meet The Robinsons, in uscita da noi a Natale...

    Per quanto riguarda il plagio, bè pare che sia l'inverso. La Disney si è fatta fregare il progetto quando era ancora in fase di realizzazione, come successe con A Bug's Life/Zeta la Formica e Dinosauri/Alla Ricerca della Valle Incantata.

    EDIT: Ho scoperto l'arcano! Il film non è Disney, ma neanche non disney. E' stato prodotto con la collaborazione dello Studio CORE. Solo che a differenza di Valiant che era Vanguard ed è stato solo distribuito dalla Disney, in questo caso il progetto è stato proprio "commissionato" dalla Disney, che ha provveduto personalmente a inviare allo studio CORE alcuni animatori che hanno lavorato a Dinosauri.
    Diciamo che se dovessimo fare una scala gerarchica di "purezza Disneyana" avremmo su un piano superiore i classici prodotti dalla Feature, come Meet The Robinsons, poi i film coprodotti con altre case, è il caso di The Wild, i Pixar e la Silly Simphony Merbabies. Infine esistono prodotti che la Disney ha solo distribuito, e neanche ovunque come Valiant e Miyazaki.

    Qui la mia fonte
  • Sei sempre cinque passi avanti a me... ;)
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Come direbbe Romano Scarpa: "Tut Tut" :gh:
  • Meno di un anno fa usciva nei cinema Madagascar, film Dreamworks, con un idea di partenza e un soggetto praticamente identico a quello di questo film. Non è la prima volta che ci troviamo davanti a queste "somiglianze Dreamworks/Disney, basta volgere un occhio al passato a film come Z la Formica/A Bug's Life, Ice Age/Dinosauri, Shark Tale/Finding Nemo. Purtroppo sembra che a rimetterci sia sempre la Disney che arriva sempre seconda per via dei suoi lunghi tempi di lavorazione, ma lo stile dei due film è decisamente differente.
    Madagascar cercava di ricostruire in 3D lo stile cartoonesco esagerato come poteva essere quello di Tex Avery. Qui in "Uno zoo in fuga" si adotta uno stile molto più realistico: Steve Williams d'altronde è uno dei pioneri degli effetti digitali al computer, avendo in passato creato il T-1000 di Terminator 2 e il T-Rex di Jurassic Park, qui al suo esordio da regista.
    Il realismo continua a non entusiasmarmi e infatti la parte che ho apprezzato maggiormente del film è la sequenza iniziale, nella quale il leone Samson racconta le sue gesta al figlio, e il tutto è rappresentato con uno stile più "deforme" e cartoonesco.
    La storia è piuttosto debole, il film è più una serie di inquadrature dei diversi protagonisti che a turno dicono una battuta divertente per accattivarsi le risate del pubblico. Forse lo spessore della trama è un po' più alto di Magadascar, ma il disequilibrio tra storia e umorismo rende il tutto meno apprezzabile. Almeno Madagascar era dichiaratamente un film Only-LOL.
    Ci sono un sacco di somiglianze con altre opere Disney, come il Re Leone o Alla Ricerca di Nemo.
    Il Re Leone viene citato un paio di volte (ad esempio in città si vede un teatro con la locandina del musical) ma ci sono anche diverse sequenze molto simili al Re Leone, e non si capisce quanto tutto ciò sia citazione o quanto sia solo banalità; il raporto leonino tra padre e figlio è praticamente lo stesso, e anche diverse situazioni nelle quale i due si trovano riprendono scene già viste nel Re Leone.
    Di Alla Ricerca di Nemo, il film riprende la struttura nel quale ci viene mostrata sia la missione di salvataggio che il comportamento del leoncino che attende di essere salvato, anche se questa parte non raggiunge l'importanza che aveva nel film PIXAR. Inoltre c'è un reprise del tormentone "Bello!" presente in Nemo, che credo essere colpa degli adattatori italiani.
    Il doppiaggio è ben fatto, soprattutto il leone Samson, in originale doppiato da Keifer Southerland e da noi interpretato da un ottimo Ricky Tognazzi, e anche lo scoiattolo è stato doppiato molto bene, rendendo giustizia all'originale voce di James Belushi.
    Peccato per la voce della giraffa affidata alla Litizzetto, che come in tutti gli altri doppiaggi che ha già fatto, si ostina a fare eccessivamente la Litizzetto, non abbassandosi al servizio del personaggio che deve doppiare, ma continuando sempre a fare il personaggio di sè stessa.
    Tra gli altri fattori meno apprezzati del film cito l'inquietante sequenza del tarta-curling. E soprattutto, come sarebbe stata strana questa scena se 2 mesi fa il curling non fosse diventato uno sport celebre in Italia?
    Invece ho apprezzato decisamente il logo Disney iniziale con il castello sorvolato dall'arco, che per la prima volta viene privato di quel ruolo di "ufficialità" che ha sempre avuto, utilizzandolo per una gag caruccia.
    Inoltre devo ammettere che dopo molto tempo, ho apprezzato in un film come questo un gruppo di personaggi il cui ruolo è esclusivamente comico (come erano gli alci di Koda, la tartaruga di Nemo, ecc.): in questo film compaiono due coccodrilli calabresi nelle fogne che mi hanno strappato diverse risate.
    Tutto sommato un film gradevole, una via di mezzo tra i film Dreamworks only-LOL e le storie classiche Disney leggermente disequilibrate, appesantito da un realismo fuori luogo per film d'animazione come questi.
  • Chi non si è ancora recato al cinema lo faccia e dimentichi la disavventura intitolata "Madagascar" . Siamo nuovamente nello zoo di New York e quando si chiudono i cancelli il mondo degli animali si rivela più colorito che mai; tutti si divertono tranne il piccolo Ryan, un leoncino che, non riuscendo ancora a ruggire, si sente un perdente in confronto a suo padre, Samson, che non solo è il capo dello zoo (come al solito) ma narra anche delle storie dove lui sconfiggeva tutti gli gnu della savana, con i suoi potenti ruggiti. Ryan di nascosto, si intrufola nelle casse nelle quali gli animali vengono trasportati per essere reintrodotti in natura; all'ultimo momento cambia idea, ma è troppo tardi. Suo padre, accompagnato da uno scoiattolo amante dell'avventura, una giraffa single e felice di esserlo, un koala che non sopporta le sdolcinerie ed un'anaconda un pò fuori di testa, cercherà in tutti i modi di salvare suo figlio. Da soli arrivano in Africa e dovranno fare i conti con una banda di gnu, capeggiata da uno squilibrato che vuole cambiare le leggi della natura (nonchè pessimo coreografo). Alla fine il leoncino troverà la forza per diventare adulto e capirà quanto è stato fortunato ad avere un padre come il suo. Molte scene ricordano alcune indimenticabili de "il re leone", come il padre che cade da una rupe per colpa degli gnu (anche se il "cattivo" questa volta non è il soito carnivoro). Il mio personaggio preferito è lo scoiattolo, perchè non demorde mai. Si, la scena dei coccodrilli è tra le mie preferite. Perchè nella locandina non c'è l'anaconda? Il koala sembra la mia ex professoressa d'inglese (non so quanto ciò possa importarvi ma per me è stato troppo spassoso).
  • E' uscito finalmente in dvd questo film, che a suo tempo non avevo visto al cinema. Dico subito che la cover è odiosa, e i contenuti extra sono scarsi, e includono le scene eliminate, un video musicale e un paio di dietro le quinte del doppiaggio. Il tutto si vede in un quarto d'ora. Ma passiamo al film:

    Era in lavorazione da anni. Da troppi anni a quanto pare visto che la Dreamworks bel bella ha avuto il tempo di produrne a tempo record un clone. E fosse stata la prima volta, anzi in questi anni non è uscito da quegli studi di animazione un solo film che per tematiche o ambientazione non abbia il suo corrispettivo Disney o Pixar. Come sia iniziata questa corsa allo scoppiazzamento non è dato saperlo, come non è dato sapere se nel 100% dei casi la colpa sia della Dreamworks (anche se è quasi sicuramente così). L'unica cosa certa è che mai come in questo caso la somiglianza si era rivelata così dannosa per l'originale tanto da farlo sembrare già visto e quasi inferiore. Ma dico appunto sembrare perchè non c'è alcun dubbio che Uno Zoo in Fuga sia un prodotto, per quanto non eccezionale, assai più curato di quel trionfo di superficialità che era Madagascar. Il prodotto Dreamworks, con la sua trama esile e del tutto votata all'umorismo facile era infatti un inno al cinema d'animazione disimpegnato degli ultimi tempi, ma aveva dalla sua una grafica frizzante e carica d'appeal che stilizzava i perosnaggi rendendoli senza alcun dubbio più gradevoli a vedersi dei pupazzoni fotorealistici della Disney. O Per meglio dire della C.O.R.E. Feature Animation (Toronto), visto che il film è stato prodotto in uno studio esterno alla Disney Feature Animation. Intendiamoci, sempre di un Disney si tratta, The Wild è stato infatti progettato, scritto e sceneggiato dalla Disney per poi venir sbolognato ai C.O.R.E. Studios per la realizzazione delle animazioni, addirittura tra i soggettisti è presente Kevin Lima, già regista di In Viaggio con Pippo e Tarzan. Niente a che vedere quindi con prodotti quali Valiant della Vanguard o i film dello Studio Ghibli, che la Disney distribuisce soltanto e non in tutti i paesi. E non si tratta neanche di una pratica del tutto nuova, visto che già in passato la Disney era ricorsa ad animatori esterni per portare a termini progetti di cui non poteva occuparsi in prima persona a causa del troppo lavoro (la Silly Simphony Merbabies (1938) e il mediometraggio Winnie the Pooh and a Day for Eeyore (1983) ne sono un esempio). Il perchè di questo passaggio di consegne non è del tutto chiaro, anche se si può facilmente immaginare che il trauma causato da Eisner col passaggio al 3d e la conversione di tutti i vecchi progetti abbia causato non pochi disagi agli studios, incapaci di lavorare a Chicken Little e Meet the Robinsons contemporaneamente a The Wild. L'ipotesi più accreditata però è che la Disney stesse cercando un partner che potesse rimpiazzare la Pixar, in procinto di andarsene dopo la fine del precedente contratto e i dissapori che nel frattempo alcuni membri del consiglio d'amministrazione, Eisner in testa, stavano alimentando. Tutti problemi attualmente risolti, con la fusione Disney/Pixar e il ritorno del 2d, rimane però questo strascico eisneriano fatto di film geneticamente modificati, snaturati nei contenuti e maldestramente pasticciati che vedono in Chicken Little l'ideale esponente.
    Non si sa se la scelta di realizzare un The Wild fotorealistico sia stata spontanea o un'estrema contromisura per differenziarsi da Madagascar, fattostà che è questo il principale difetto del film. Più passa il tempo più il 3d mostra i suoi limiti: il suo relativo realismo adatto per film come Cars o Monsters & Co., si rivela una falla quando si tratta di realizzare soggetti più familiari, come esseri umani o animali domestici. La sensazione di plasticoso, di finto, di cadaverico tipica di film come Polar Express è stata aggirata da Pixar con le deliziose caricature de Gli Incredibili. Il fotorealismo va bene quindi per i filmati dei videogiochi, ma esteticamente parlando è un grosso handicap per un film d'animazione, un handicap che lo mette sullo stesso piano dei film live-action facendogli fare magre figure. Quando poi il film in questione non vuole neanche prendersi troppo sul serio ecco che il fotorealismo diventa un suicidio. E' il caso di Uno Zoo in Fuga, penalizzato proprio dallo stridìo che dà vedere accostati soggetti realistici e dialoghi al limite del demenziale. E ci rimette la recitazione, la mimica, l'immediatezza e l'espressività tipica di ogni prodotto Disney che si rispetti.
    Al di là di questi forti handicap non si può non rimanere piacevolmente sorpresi dall'incipit di Uno Zoo in Fuga che presenta una splendida sequenza in cui il protagonista, il leone Samson racconta al figlioletto Ryan le sue prodezze di gioventù nella savana. Lo stile usato per quella sequenza è ottimo, assai stilizzato e colorato in modo particolarissimo tanto da sembrare un caro vecchio film in 2d (e alcuni particolari che ornano il logo Walt Disney Pictures nell'originalissima introduzione sono indiscutibilmente disegnati). E fa una certa rabbia assistere alla fine di tale sequenza e venir di colpo scaraventati in un universo 3d in cui gli animali sembrano dei giganteschi peluche e gli esseri umani vengono mostrati sempre e solo di spalle. Ma tutto sommato lo sconcerto passa subito perchè il film dalle prime battute rivela una certa anima che mancava in Madagascar. Come in Chicken Little è il rapporto padre e figlio a costituire la spina dorsale del film, trattato in modo forse un po' ingenuo ma che non potrà non ricordare le due fonti d'ispirazione primarie ovvero Alla Ricerca di Nemo e Il Re Leone. Dal primo, The Wild preleva il pretesto per innescare l'azione ovvero la missione di soccorso di un padre che tra mille sensi di colpa cerca di salvare il figlio, messosi nei guai dopo un litigio, dal Re Leone, The Wild preleva...ehm..tutto. Oltre ad avere i leoni come protagonisti e la savana come setting della maggior parte del film è impossibile non notare la miriade di citazioni/scoppiazzamenti di cui il film è cosparso: dal manifesto del musical teatrale ostentato in più di una scena newyorkese alle continue inquadrature di personaggi aggrappati a rupi con gli artigli, alle cariche di gnu, fino ad arrivare ai due migliori amici di Ryan, un cangurino e un ippopotamo che sembrano la brutta copia di Timon & Pumbaa e che ripropongono il già di per sé odioso tormentone delle tartarughe di Nemo.
    Dopo un inizio piuttosto interessante il film inizia già a perdere i colpi con la sequenza dello zoo in notturna, che dovrebbe servire a presentare i personaggi e l'ambientazione a suon di gag ma finisce per risultare confusionario. Le battute si accavallano tra di loro, i personaggi passano velocissimamente senza che lo spettatore riesca a rendersene bene conto e il senso di caos infastidisce non poco. Insomma, se volevano riproporre il feeling da "mondo che si risveglia" direi che non ci sono riusciti e fino alla fine della scena del tartacurling ritmi e tempi comici decenti non sono che un'utopia. Inizia poi la fase avventurosa con il viaggio attraverso New York alla ricerca di Ryan e poi per mare, e i personaggi hanno finalmente modo di farsi notare e apprezzare. A una Littizzetto troppo invasiva nel ruolo della giraffa Bridget si contrappongono le caratterizzazioni assai più riuscite dello scoiattolo Benny, innamorato di lei e migliore amico di Samson, e la spiccata personalità del Koala Nigel. Assolutamente irrilevante quando non irritante è il serpente Larry, qui unicamente nel ruolo dello scemo da usare come attrezzo. Questa altalena qualitativa contagia anche i personaggi incontrati occasionalmente durante il viaggio e se i piccioni lasciano non poco a desiderare, di ben altro tenore è la scena coi coccodrilli, riusciti oserei dire ottimamente. Ma è quando si arriva in Africa che il film finalmente ingrana grazie alla buonissima idea della setta di gnu intenzionata a scalare la catena alimentare a costo di andare contro natura. Il rovesciamento di ruolo rispetto ai leoni, le imboscate delle truppe di gnu, le verità sul passato di Samson che vengono finalmente a galla, contribuiscono a costruireper The Wild ciò che Madagascar non aveva: un finale. Mentre il serraglio Dreamworks una volta giunto alla meta si ritrovava senza molto da fare, trascinando stancamente il film per un'altra mezz'ora, qui di cose ne avvengono eccome e sebbene anche qui ci siano trovate umoristiche fuori luogo (lo scoiattolo isterico alla toilette), il morale dello spettatore si solleva alquanto anche grazie ai camaleonti agenti segreti e agli espressivissimi gnu, a cui la CGI dona non poco. Non poteva mancare ovviamente il solito finale coreografico, ormai tratto distintivo di questa generazione di film animati, come anche le gag cosparse lungo i titoli di coda. Gag che in questo caso falliscono nel tentativo di bissare la gradevolezza di Nemo, dal momento che si vede troppo che altro non sono che animazioni scartate o addirittura riciclate dallo stesso film.
    Pur non iscrivendosi nella gloriosa tradizione dei musical Disneyani, Uno Zoo in Fuga ha al suo interno alcune canzoni, che si sentono per alcuni minuti, e vengono lasciate quasi sempre in inglese. Le prime canzoni a sentirsi sono Clocks e Lovin' You, semplici sottofondi meramente funzionali alla scena del risveglio notturno dello zoo e infatti i personaggi ci parlano sopra creando il famoso caos di inizio film. La prima canzone a sentirsi per intero è invece Good Enough che esprime il complesso d'inferiorità di Ryan nei confronti del padre. Big Time Boppin' accompagna gli animali per le strade di New York, mentre Real Nice Day è l'unica canzone intradiegetica, inno degli gnu e come tale tradotta in italiano e recuparata per il gran finale. Ci sono poi Bolly Boom Boom Bogie e Der Fluschen Flaschen ascoltabili per pochi secondi e la canzone dei titoli di coda, Real Wild Child. Niente di impressionante, se si escludono la canzone di Ryan molto carina e quella degli gnu, assai orecchiabile.
    Ecco in definitiva quello che è The Wild, il prodotto di una Disney che snatura sé stessa, ma che in definitiva, scava scava, è capace di offrire ancora qualcosa di più della concorrenza. Non tutti però hanno la pazienza di scavare o di far caso alle piccole finezze, men che meno la fascia di pubblico a cui questo tipo di prodotti, ahimè, si rivolgono, a cui è indubbiamente più adatto un Madagascar.
    Per il resto, rimane il fatto che questo prodotto molto probabilmente resterà un unicum nella produzione Disneyana, che con il ritorno di Pixar e la nuova politica gestionale di Lasseter e soci spazzerà via ben presto lo strascico di Eisner. Strascico che però ci dovremo sorbire ancora per qualche tempo, e sinceramente se tutti i prodotti saranno come Uno Zoo in Fuga non dovrebbe essere neanche troppo pesante da sopportare.
  • The Wild un classico Disney? Guardate un po' UltimateDisney...

    Disney's official list of Animated Classics used to be a way to distinguish the company's Feature Animation productions from theatrically-released works made by DisneyToon Studios and/or the Television Animation Department as well as Disney-distributed cartoons created by other studios. Since 2002, the canon has been downplayed in the United States with the domestic website even plainly stating that "we are no longer numbering our animated features due to the changing face of animation." But, the list has continued, and information sent to U.S. retailers in the past few years coincides with what we have listed on this site. In the United Kingdom, the animated classics are specifically given a "Walt Disney Classics" brand and other European countries have spines which keep count as to a film's place. Some balked when Chicken Little, Feature Animation's first all-CGI-animated film, assumed #45. Now, there is new controversy among Disney's fanbase, with the UK's DVD release of The Wild clearly labeling the film "Disney's 46th animated classic." That would probably make sense if Disney actually animated the film, but in fact, Toronto-based C.O.R.E. Feature Animation did. Is it only a matter of time before Pixar's hits and Vanguard's Valiant make the cut? We shall see. And you shall see our review of this recently-released DVD in the days ahead. For now, you can weigh in with your thoughts in our active The Wild discussion thread.
  • Cosa dire di questo film se non... non guardatelo mai!!! (cit.)
    Ok forse sto esagerando ma di certo non posso nascondere che mi ha davvero deluso nonostante già non mi aspettassi niente di particolare prima di vederlo.
    Vi spiego il perchè.
    Ci sono vari aspetti che non mi convincono affatto:
    La realizzazione grafica è anonima. I personaggi, in nome del fotorealismo, non sono stati assolutamente caratterizzati graficamente. Una scelta infelice, che paradossalmente li rende poco credibili e più simili a grossi peluche che ad animali veri.
    Si salvano forse solo gli gnu, realizzati abbastanza bene.
    La trama è banale e oltretutto ricorda paurosamente, a causa dei numerosi aspetti in comune, Il Re Leone. Il rapporto tra padre e figlio, il leoncino che non riesce a ruggire, l'ippopotamo e il cangurino alter-ego di timon e pumba, la carica degli gnu, la grotta dove si ritrovano (che ricorda molto la location dove si ritrovavano le iene) e la loro attitudine a cantare fino ad arrivare a momenti in cui le scopiazzature sfiorano il ridicolo come quando il cattivo di turno cerca di uccidere il leone-padre facendolo cadere giù per una rupe infuocata con un colpo di zampa... davvero troppi "particolari" tratti dallo stesso film per parlare solo di citazioni.
    Poi c'è la "Sindrome di Shrek", ovvero la tendenza di imitare lo stile dei film Dreamworks cercando di far ridere a tutti i costi. Come in Cicken Little le battute spesso sono fuori luogo, anche se Cicken Little in confronto a questo sembra un capolavoro. Si perchè qui le battute si accavallano l'una sull'altra, senza rispettare alcun tempo comico e sopratutto non fanno ridere. Anzi alla lunga rendono il film noioso e pesante tanto che non si vede l'ora di arrivare alla fine. Come non citare poi quel personaggio che si vede solo per pochi minuti, a cui è stato addirittura dedicato uno speciale nel dvd, che saltella per la giungla scoreggiando??
    Un altro personaggio veramente inutile è il serpente che oltre all'infelice realizzazione grafica (è l'unico che è leggermente caricaturale ma con risultati pessimi), quelle poche volte che interviene, non fa assolutamente ridere.
    In ultimo c'è il doppiaggio. Non che i doppiatori scelti non siano bravi nel loro compito ma semplicemente il loro tono di voce non si addice per niente ai personaggi del film. A cominciare dalla Litizzetto che doppia la giraffa. Nella versione americana la giraffa ha una voce femminile e sensuale mentre in quella nostrana la voce è stridula e fastidiosa. Poi c'è il leone-padre doppiato con la voce troppo roca di Ricky Tognazzi. E infine c'è la scena dei coccodrilli nelle fogne che sono stati doppiati in dialetto calabrese senza un reale motivo, visto che nella versione americana non hanno nessuna inflessione particolare, solo perchè "a noi italiani i dialetti nei film fanno ridere" (ma a chi poi?? forse agli spettatori di Natale in Crociera o di Olè??)
    Anche questo un tentativo di strappare una risata non riuscito e che in questo caso non si può di certo imputare agli studi C.O.R.E. Riguardando il film interamente in inglese sono sicuro che lo apprezzerei di più ma penso che comunque il mio parere resterebbe negativo.
    Insomma un film figlio di una Disney in crisi di identità che, forse in nome del Dio Denaro, cerca di snaturare se stessa pur di inseguire gli avversari e conformarsi a loro, ma senza nemmeno riuscirci.
    Per fortuna pare che ormai questi tempi stiano per finire.
    "L'umanità deve porre fine allo spoiler, o lo spoiler porrà fine all'umanità."

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  • Preferisco di gran lunga Madagascar.
    Se proprio volete vederlo mettete i sottotitoli in italiano e guardatelo in inglese.
    Vi risparmierete il pessimo doppiaggio, cosa che io purtroppo non ho fatto.
    Una rarità etnica in technicolor

    Immagine
  • Visto per la prima volta in TV la sera di Natale.
    Un film per me complesso da valutare. La prima parte mi ha assai deluso, dopo la galvanizzazione delle prime immagini con l'originalissimo Castello-logo e tutta la rappresentazione delle avventure di Samson. Il torneo di tarta-curling, la vita nello zoo, come venivano caratterizzati i protagonisti, l'assurda e poco digeribile sequenza degli animali a New York... era tutto troppo insipido e tremendamente dreamworksiano.
    Insomma, ero abbastanza perplesso (per non dire altro), anche per via di una comicità che non mi faceva ridere e grazie a un doppiaggio effettivamente non esaltante (Littizetto in primis, quoto Deboroh).
    La seconda parte però si riscatta, e non poco. Se l'idea che il koala diventi una sorta di dio degli gnu è abbastanza scontata e sa di già visto, il fatto che sia tutto per copa del pupazzetto "ti voglio bene, fammi le coccole" - che si conferma un tormentone quello sì trattato con ironia - rende la cosa più simpatica. L'idea stessa che gli gnu vogliano scalare la catena alimentare è degna di nota e interessante da trattare.
    Molto più classicamente e genuinamente disneyano è invece il percorso di crescita e maturazione che Ryan compie nel film, e più precisamente quando nel cuore dell'Africa scopre la verità sul passato di suo padre e finisce così per imparare a ruggire, oltre che a non sentirsi più inferiore a Samson.

    Per quanto riguarda l'animazione... bah, pensavo peggio, ma di certo questi animali-pupazzoni non sono di mio gradimento, proprio per l'eccessivo scimmiottamento di realismo che si vogliono portare dietro.

    Insomma, un film riuscito a metà, o forse anche meno, che ha un "cuore" presente in fondo fin dall'inizio, ma che in realtà fa di tutto per nasconderlo sotto facile ironia non divertente, animaletti sciocchi e animazione ultra-moderna. Non un film che rivedrei.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • In una discussione nata sul Disney Forum a proposito di un sondaggio sugli altri film animati cinematografici Disney (ovvero quelli in questa sezione del forum), un utente ha scritto:

    "Mi spiego: esistono due lungometraggi animati che non sono stati prodotti dalla Disney, ma solamente distribuiti. Si tratta di Uno Zoo in Fuga e Valiant (quest'ultimo distribuito da Disney negli Usa e da Medusa in Italia), realizzati dalla C.O.R.E. Feature Animation. Secondo me nel sondaggio ci devono essere entrambi oppure nessuno dei due."

    Devo dire che questa cosa l'avevo sentita dire anch'io, anche se c'era una spiegazione per cui uno era considerato Disney e l'altro no ma al momento non me la ricordo. Chi mi rinfresca la memoria? :)
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Allora, mi risulta che Valiant non sia della CORE ma della Vanguard. E che mentre The Wild sia un film nato in Disney e poi sbolognato ad un altro studio, ma cmq di proprietà Disney, nel caso di Valiant si trattasse solo di un accordo di distribuzione e solo per alcuni paesi, tra cui gli USA, e da qui l'equivoco.
  • Ok, grazie per la risposta ;)
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
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