[DisneyToon/Fairies #5] Trilli e la Nave Pirata

Prequel, sequel, midquel e spin-off: simbolo di un'epoca a basso costo fortunatamente conclusa. Eppure anche in questo mare un tesoro risplende, fatto di avventure paperose e di radure incantate. A cui aggiungere l'ottima, recente animazione stilizzata pronta a traghettarci verso un futuro luminoso...
  • In uscita oggi in dvd e blu-ray.

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    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Non posso fare a meno di notare differenze fra questo poster e la cover del dvd. Come dire, nel poster non sembra che stiano tutti per starnutire. :omg:
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Trilli e la Nave Pirata

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    1. Fatine Contro Aerei

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    Trilli e la Nave Pirata è il quinto lungometraggio appartenente al brand delle Disney Fairies. Questa serie aveva avuto inizio nel 2008, dopo la riorganizzazione dei DisneyToon Studios. Fino a quel momento tale reparto si era occupato di realizzare seguiti a basso costo dei più famosi classici d'animazione dei Walt Disney Animation Studios. L'arrivo di John Lasseter e della nuova dirigenza aveva messo un freno a tale pratica, giudicandola infamante per l'eredità creativa della company e dannosa sul lungo termine. I DisneyToon Studios non potevano tuttavia essere chiusi né si poteva abbandonare il mercato dei direct to video, e così si preferì invece dirottare il suo percorso, facendo lavorare lo studio su lungometraggi originali, ma appartenenti ad alcuni specifici franchise. Per i primi cinque anni i DisneyToon Studios lavorarono unicamente sulle Disney Fairies, producendo quattro lungometraggi e un mediometraggio che portassero avanti l'epopea della fatina di Peter Pan. Il ciclo fu soggetto a frequenti ripensamenti e cambi in corsa: film dopo film arrivavano dalla dirigenza direttive piuttosto contraddittorie. A volte bisognava puntare di più sul personaggio di Trilli, altre volte era invece necessario lasciarla da parte per dare spazio alle sue comprimarie. Anche il numero complessivo di lungometraggi cambiò più volte: prima furono quattro, poi cinque, poi un numero indefinito, infine si pensò addirittura di chiudere la serie prima del tempo. Nemmeno la destinazione di questi prodotti fu subito chiara: alcuni film uscirono infatti anche nelle sale cinematografiche, ma soltanto in alcuni paesi e in giorni specifici. Il mercato home video si stava velocemente trasformando e una realtà come i DisneyToon Studios, nata e cresciuta in sua funzione era quindi costretta a brancolare nel buio, in attesa di capire in che direzione evolvere. Il ciclo non venne tuttavia granché danneggiato da questi continui cambi di direzione, se si esclude il quarto film della serie, Trilli e il Segreto delle Ali, che era andato incontro ad alcune fastidiose contraddizioni nel tratteggiare una mitologia coerente con i predecessori.

    In questa situazione si inserì di prepotenza Planes (2013), il primo tentativo dei DisneyToon Studios di aggiungere alle sue proposte un lungometraggio ispirato al franchise di Cars. Le avventure dell'aereo agricolo Dusty Crophopper (che vennero immediatamente dotate di un seguito in uscita l'anno successivo) ricevettero un trattamento differente e senza dubbio migliore. Per Planes e il suo sequel si optò infatti per un'uscita cinematografica universale e in pompa magna, senza alcuna differenza da un qualsiasi altro prodotto di punta. Lo stesso John Lasseter nelle interviste aveva affermato che il mercato direct to video era ormai morente e che adesso era arrivato il momento di portare nelle sale anche le produzioni DisneyToon Studios. Se fosse davvero questa la soluzione ai problemi, o solo l'ennesimo tentativo di prendere tempo prima dell'inevitabile fine di questa realtà produttiva, si vedrà in futuro. Fatto sta che il puntare su Planes significò dare minor peso al brand delle fatine, il cui quinto film sarebbe stato quindi rimandato all'anno successivo. Trilli e la Nave Pirata venne dunque spostato nel luglio 2014, e mandato nelle sale americane per un periodo limitato. In molti altri paesi, tra cui l'Italia, sarebbe invece uscito unicamente in home video, lasciando campo libero all'uscita cinematografica di Planes 2. Sebbene in questo si intraveda un leggero conflitto d'interessi tra i due brand dei DisneyToon Studios, è indicativo che in entrambi questi film lo studio abbia sentito il bisogno di mettere in evidenza la sua firma, per fare chiarezza sull'annosa confusione che da sempre attanaglia la sua produzione. In Trilli e la Nave Pirata e in Planes 2, infatti, dopo il tradizionale e generico marchio Disney col castello, è presente per la prima volta il logo specifico dello studio, che in questo tipo di produzioni veniva aggiunto solamente al termine dei titoli di coda. Nel suo piccolo si tratta di uno step molto importante, pari a quello che nel 2007 avevano fatto i WDAS, dandosi finalmente un nuovo nome e un logo, che potesse aiutare la gente a fare la doverosa distinzione.

    2. Arrivano i Pirati!

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    La trama di The Pirate Fairy ruota intorno alla figura di Zarina, un nuovo personaggio che ci viene presentato come una fatina anticonformista e desiderosa di spingersi oltre le regole imposte dalla società della Radura Incantata. Sebbene sia una fatina addetta alla polvere magica, ha una vera passione per la chimica e l'alchimia, abilità che impiega per fare esperimenti sulla polvere magica. Attraverso di lei dunque la scoperta dell'affascinante microcosmo di Disney Fairies continua e andiamo ancor più in profondità, scoprendo che oltre alla tradizionale polvere dorata e quella blu introdotta nel secondo lungometraggio, è possibile ottenere con alcuni accorgimenti anche altri tipi di polvere dai colori e dalle proprietà differenti. L'illusione di un mondo compatto che si era leggermente spezzata dopo il cambio di rotta del lungometraggio precedente, viene quindi parzialmente ricreata e si ha l'impressione che la realtà narrativa di Trilli torni ad avere una mitologia interessante.
    Le tendenze autonome di Zarina, come da manuale di sceneggiatura, causeranno un disastro che all'inizio del film la allontanerà dalla sua gente. Ritroveremo la fatina esiliata, in una veste piuttosto insolita, solo dopo un'ellissi narrativa di un anno, cosa rara in un tipo di produzioni solitamente caratterizzate da tempi narrativi meno dilatati.

    Con questo quinto film il mondo di Trilli inizia ad essere esplorato sul serio, ricordando al pubblico che stiamo pur sempre assistendo ad una diramazione del classico Disney del 1953. Ecco quindi Zarina entrare in affari con una ciurma di pirati, arrivati grazie a lei all'Isola Che Non C'è e ormeggiati vicino alla nota Roccia del Teschio. Tra di loro troviamo una versione leggermente più giovane del celebre Capitan Uncino, qui chiamato James e doppiato dal Loki di Marvelliana memoria, Tom Hiddleston. E' chiaramente lui il vero mattatore, con il suo assecondare Zarina, [spoiler]desiderando in realtà approfittarsi di lei per trasformare la nave in un galeone volante[/spoiler], e compiere quindi i primi passi che lo trasformeranno nel personaggio che conosciamo. Questo "sapore di origini" fa sicuramente bene al film, e rende quindi interessante la seconda parte dell'avventura, nettamente più action, in cui le fatine dovranno recuperare e redimere Zarina, facendo tutto... a poteri scambiati.

    A dire il vero, il pregresso di Uncino poteva essere raccontato meglio: la sua ciurma di pirati non è la stessa che ritroveremo in seguito, e Spugna appare unicamente in una scena dopo i credits, facendo intendere che il galeone visto fino a quel momento non era il Jolly Roger, e che dalle parti dell'Isola circolavano quindi ben due navi piratesche con equipaggi differenti. Alla luce di questo l'assunzione da parte di James del ruolo di Capitano che vediamo avvenire durante il film perde sicuramente di valore. Poco felice anche l'inserimento di una versione giovanissima del coccodrillo, che inizia già ad insidiare Hook (ingoiando una sveglia!), sebbene nel Classico originale venisse detto tutt'altro, e cioé che la persecuzione era iniziata dopo il taglio della mano da parte di Peter Pan. Si tratta tuttavia di particolari che non pregiudicano l'opera: The Pirate Fairy non è sicuramente un film originale, né l'umorismo dei DisneyToon Studios ha fatto grossi passi da gigante rispetto al passato, eppure nell'insieme funziona. La storia è simpatica, i personaggi ben delineati e i ritmi narrativi sono azzeccati. Per un direct to video DisneyToon Studios il risultato a eccellente.

    3. I Rozzi Bucanieri

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    Come noto i DisneyToon Studios hanno cessato di occuparsi dell'effettiva animazione dei propri film dopo la chiusura dell'unità di Sydney. Da allora queste produzioni sono state tutte convertite in CGI e affidate alle mani degli animatori indiani dei Prana Animation Studios. Il risultato è sempre stato ammirevole per quanto riguarda i fondali e gli effetti speciali. Pixie Hollow era una festa per gli occhi già dai tempi del primissimo lungometraggio della serie, e lo stesso vale per gli incredibili panorami naturalistici visti nella serie di Planes. Per l'animazione dei personaggi invece il discorso è purtroppo differente. Per far recitare un disegno, o un modello poligonale in maniera che sembri davvero vivo e con una personalità non servono semplici artigiani ma artisti. Lo staff dei Prana Animation Studios ha mostrato quindi sin dall'inizio qualche difficoltà in questo campo: il lavoro fatto da Glen Keane ai WDAS per risolvere le magagne anatomiche della figura umana è distante anni luce dalla resa plasticosa che hanno invece le fatine della Radura Incantata. Trilli e le sue amiche sono carine ma assai meno espressive di Rapunzel, Elsa, Anna o di Honey Lemon, e questo soprattutto a causa delle dimensioni dei loro occhi, fin troppo piccoli. Keane aveva mostrato come nella CGI fosse necessario "barare" per attenuare l'impressione di trovarsi di fronte a pupazzi di plastica, ma chiaramente questi accorgimenti sarebbero diventati prassi solo molto tempo dopo la progettazione dei personaggi della Radura Incantata. La somiglianza di Trilli e delle sue amiche con delle tenere bamboline non è un gran problema, ma lo diventa quando si ha a che fare con i personaggi maschili della Radura, che vengono fortemente penalizzati da questo stesso design.

    A uscirne male sono però soprattutto i pirati. Si tratta di figure chiaramente più imponenti delle fatine, personaggi in cui gli animatori hanno cercato di infondere una certa carica umoristica. Ma per far veramente ridere è necessario avere il controllo di ogni aspetto della recitazione, perché basta un solo particolare fuori posto e l'effetto può non essere quello sperato. L'inesperienza nella gestione delle figure umane in CGI emerge prepotentemente nelle scene in cui vediamo Hook e la sua ciurma muoversi sullo schermo: poco espressivi, ineleganti e sgraziati, e dispiace che ad esserne colpito sia anche l'altrimenti carismaticissimo Uncino. Tra di loro è presente pure un pirata obeso, che tradisce una certa incapacità del comparto tecnico nel conferire "peso visivo" alle masse. L'effetto in movimento è quello di un enorme palla di gomma priva di alcuna credibilità anatomica, simile al Peppe Gallo di Chicken Little, uscito un decennio prima. Questi problemi erano presenti anche nella CGI dei primissimi lungometraggi targati WDAS e Pixar, tuttavia all'epoca l'ostacolo veniva aggirato ricorrendo alla caricatura estrema, a cui non è stato possibile ricorrere qui, per non correre il rischio di distaccarsi dallo stile della serie. Tale pecca non influisce più di tanto nella resa complessiva del film, che nel suo arco ha ben altre frecce, tuttavia dispiace vedere come la stessa company che ha trasformato la computer grafica in un'arte, associ il suo nome a produzioni tanto arretrate.

    4. Il Galeone Danzante

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    A differenza della serie di Planes, i film delle Disney Fairies mantengono un impostazione semi-musical, mettendo le loro canzoni al servizio di alcune sequenze musicali visivamente gradevoli. A comporre le strumentali troviamo qui ancora una volta Joel McNeely, che aveva lavorato anche ai precedenti film della serie. La partitura di questo quinto film si mantiene in linea con il delizioso e trasognato stile celtico che avevamo già visto in precedenza, dando così al film una certa unitarietà. Sono presenti anche tre canzoni che danno vita ad altrettanti numeri musicali:

    Who I Am. Scritta da Natasha Bedingfield appositamente per il film, ne costituisce l'ouverture. Anche gli altri film della serie si aprivano con una sequenza musicale fuoricampo che mostrava le fatine intente alle loro attività, ma qui ci si concentra invece su Zarina. La canzone interpreta infatti i suoi pensieri e presenta il personaggio al pubblico. Musicalmente siamo un gradino sotto rispetto a quanto ascoltato nei primi film della serie, ma la sequenza è comunque molto gradevole, e avrà un reprise in chiusura.

    The Frigate That Flies. Il gioiello del film è questa trascinante canzoncina piratesca scritta da Gaby Alter e Itamar Moses, che la ciurma di Hook intona mentre descrive al pubblico i suoi propositi di razzia. E' anche uno dei pochissimi esempi di sequenza puramente musical all'interno della serie. L'intera scena funziona molto bene, anche se è qui che purtroppo troviamo le peggiori pecche nell'animazione dei pirati. Pur con qualche goffaggine di troppo, il pezzo rimane comunque impresso e si sente come la resa pensata in fase di storyboard dovesse essere ben altra.

    Weightless. Il secondo brano scritto da Natasha Bedingfield non è stato composto per il film, ma è preesistente. Accompagna la sequenza in cui la nave di Hook viene presa in consegna dal gruppo di Trilli e viene ricondotta a Pixie Hollow. Chiaramente non è stata doppiata, e il motivo della sua presenza è dovuto al fatto che in fase di bozza era stata inserita provvisoriamente, e poi mantenuta dopo aver riscosso un certo apprezzamento da parte del team produttivo.

    5. Il Finale Dietro l'Angolo?

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    Ancora più che Planes 2, questo The Pirate Fairy è l'ennesima riprova che in questa nuova forma i DisneyToon Studios stanno lavorando al meglio delle loro possibilità. Possibilità che però non sono gran cosa e a cui l'uscita in home video rimedia dando al film una collocazione adeguata, capace di calibrare l'aspettativa del pubblico, evitando figuracce. I frequenti cambiamenti e le correzioni di rotta affrontate di recente, unite al successo assai modesto di Planes 2 stanno probabilmente facendo riflettere la company su quale possa essere il ruolo dei DisneyToon Studios nello scenario attuale, con il mercato home video ormai agli sgoccioli e quello cinematografico ormai saturo di proposte, e in cui a spuntarla è ormai il prodotto più forte. Non è un mistero che l'azienda non sia mai stata eccessivamente soddisfatta dai ricavi dei film delle Disney Fairies e che abbia più volte minacciato di staccare la spina. Ma d'altra parte staccare la spina a questa serie significherebbe dover trovare un altro filone da sfruttare, oppure affidarsi unicamente alla serie di Planes, di certo non abbastanza per tenere in piedi uno studio.

    Di recente si è rumoreggiato che il successivo film di Trilli, in uscita nel 2015 sarà l'ultimo della serie. The Legend of Never Beast potrebbe quindi sobbarcarsi l'onere di fornire un finale all'epopea di Trilli e in tal caso si spera che sappia esserne degno. Questo mondo non ha certamente storyline in sospeso di cui occuparsi che possano rendere difficoltoso dare una conclusione soddisfacente, e d'altra parte c'è tutto un sottobosco narrativo tra romanzi e fumetti che dovrebbe invece raccontare il periodo della vita di Trilli successivo alla permanenza con Peter Pan. Quel che al momento serve alla serie è una chiusa che possa costituire un valido anello di congiunzione e narrare quindi il primo incontro tra la biondina e il ragazzo che non voleva crescere.

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  • Ancora devo vederlo, ma chiedo così a bruciapelo: hanno davvero lasciato JAMES Uncino invece del Giacomo Uncino che si sentiva nel classico originale?
  • Sì, e posso anche capire perché. I pirati hanno differenti provenienze e modi di fare. E lui ha un atteggiamento piuttosto inglese, per cui un nome italiano sarebbe stato solo depistante.
  • visto oggi: molto gradevole, forse il migliore della serie finora e distante anni luce dal pessimo film precedente (che aveva una base altamente pompa ma che poi viene sviluppata male...).

    Ottimo il futuro Uncino, macchinatore e cinico come sempre (ed io che pensavo fosse un mozzo sognatore!) e ottima anche la new entry Zarina (molto figa in verità!).
    Pessimo il resto dell'equipaggio senza una goccia di carattere e la CGI sugli umani che sembravano di plastica e anche il coccodrillino non mi ha convinto.

    Carina l'intenzione di retconnizzare il tutto col classico (che dolce il baby coccodrillo!), vediamo come proseguono, ma il franchise mi piaciucchia come diversivo (anche se finora hanno alternato ad un film buono uno moscetto però...).

    IMHO alla casa madre, tutta assorta nel fare sempre film epiconi, forse mancano quelle storie minime di puro intrattenimento con gli animali buffi come furono ai tempi Robin Hood o, in tempi più recenti, Hercules, Le Follie e Mucche per esempio...
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