In giro si è parlato di un "Metopolis" dallo svolgimento troppo..." banale". Ecco il mio commento:
La storia odora di capolavoro e memorabilità lontano da un chilometro. Riuscire a trasformare in storia Disney un film espressionista tedesco, muto, politico e di 90 anni d'età (arrivato a noi, a tutt'oggi, nemmeno nella sua versione integrale) non riesco nemmeno a concepirla come idea; figurarsi quando ne ho sentito parlare per la prima volta: la curiosità prese subito piede, alternandosi con un po' di sano scetticismo. Ma ai testi c'era Artibani, alle matite si sapeva da subito ci fosse Mottura... e i concept furono brevemente resi disponibili, in modo da far rimettere la sveglia a qualsiasi scimmia che avesse letto la notizia.
Poi, più la data trapelata si avvicinava, più veniva posticipata, creando malumore e decuplicando l'attesa. Attesa finalmente finita, la storia è stata pubblicata: e CE L'ABBIAMO!
Difficile poter apprezzare totalmente questa storia senza aver visto almeno una volta il film, ma una cosa si capisce subito: siamo al cospetto di una storia disneyana politica, altro che banale! E fare politica in Disney è come fare del nuoto in una palude: 'accomodati pure, ma non è detto che ne uscirai vivo'. La storia potrà apparire banale nel suo svolgimento, ma qui si parla di diritti dell'uomo, della macchina che sta lentamente rubando il posto alla persona, ci sono riferimenti al , ci sono i sindacati, c'è la rivolta popolare... e tutto questo rende una storia Disney
banale?
Dal canto suo, Mottura assorbe come non mai l'opera di riferimento, fotogramma per fotogramma, e non contento si fionda su altre opere inerenti, dal video di Radio Ga-ga dei Queen, fino a- ci scommetto- altre pellicole espressioniste tedesche. Sarò pazzo, ma nelle ombre sghembe e nelle locations oblique non si può non ripensare a "Il gabinetto del Dr. Caligari".
La colorazione, poi, ha il difficilissimo compito di valorizzare e non affondare le superlative chine di Mottura. A proposito, di chi sono stavolta i colori? Lavoro ottimo, non c'è che dire, ma la curiosità di poter avere fra le mani, un giorno, la versione in b/n così come l'ha disegnata e inchiostrata Mottura stesso, è altissima.
Questo non solo è fumetto Disney ai massimi livelli, questo è fumetto altissimo e
punto.
Mi piacerebbe sapere da
Artibani qual è stato il processo che lo ha portato a scegliere, tra letteratura, fumetti, musica e cinema, proprio "Metropolis" (un film espressionista tedesco, muto, politico e di 90 anni d'età, arrivato a noi nemmeno nella sua versione integrale) come opera da omaggiare su "Topolino". Si tratta di scelta totalmente personale, o in parte anche redazionale? E, nella prima ipotesi, la redazione ha colto subito il potenziale di tale operazione o ha storto un po' la bocca? Inoltre, la scelta dei personaggi e dei relativi ruoli è stata difficile o è avvenuta spontaneamente?
A
Mottura vorrei chiedere come si è approcciato alla documentazione: è bastato vedere (e magari rivedere, e rivedere, e rivedere...) il film, o ci sono altre opere da cui ha tratto ispirazione (non solo cnematografiche)? E qual è stata la difficoltà maggiore che ha trovato nel disegnare e inchiostrare la storia? E' filato tutto liscio come l'olio, o qualche veduta/espressione dei personaggi/costruzione della scena lo ha messo un po' in difficoltà (si prega di non barare

)?
Ad
entrambi: solo amando ciò che si fa, si possono raggiungere risultati eccezionali come in "Metopolis". Quanto amate l'opera originale "Metropolis"? E di chi è stata l'idea di realizzare la fantastica splash page dipinta, a pagina 67?