[Disney] PKNE Fase 1: La Run di Artibani e Sisti

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...

  • Lorenzo: Per Fear Tear... non che abbia voglia di far discussioni, ma...
    Se nel Raggio Nero c'è la lacrimuccia nel finale coi nipotini, è perché la tensione è calata di botto e la storia è finita. Invece, nel momento in cui arrivano Everett e Uno, Pk è pieno di adrenalina (cazzo!!!) e sono tutti concentratissimi sul da farsi. E come quando tu sei concentratissimo a fare una cosa (magari in ritardo con una consegna o a studiare per un esame) e viene anche la persona a cui vuoi più bene al mondo a parlarti di facezie e non capisce che sei incasinato!!!
    ...poi ognuno la pensi come vuole... a me però sembra una reazione normalissima, vista in centinaia di film action. Scusa ma quando uno mi scrive che "è stata scritta male, punto" mi sento in obbligo di rispondere ;)

  • Continuo a non essere d'accordo, ma ringrazio comunque Pastrovicchio per l'immediata ed articolata risposta :adore:
  • Grazie a Lorenzo Pastrovicchio per le risposte e per la passione con cui ha disegnato Il Marchio di Moldrock.
    Non vediamo l'ora di leggere la prossima storia!
  • L'ORIZZONTE DEGLI EVENTI! EPISODIO 1!

    ...cominciamo con le cose belle, dai.

    -scrivendo il titolo della storia su Google si scopre che l'Orizzonte degli Eventi è per davvero il nome con cui si definisce la linea di confine di un buco nero. Aggiungiamo poi la breve citazione alla teoria della relatività generale di Einstein (e al fatto che una cosa del genere si può imparare anche attraverso forme di intrattenimentoche siano fumetti, film o musical...) e qui mi viene da fare i complimenti. ERA ORA che le piccole nozioncine (rigorosamente VERE, e non sbagliate come capitato altre volte) tornassero a fare capolino all'interno delle storie di Topolino. Non come quelle altre storie che si spacciano per istruttive ma poi sono infarcite di nomi paperizzati al posto di quelli veri.

    -le pause per tirare il fiato prima di aggiungere qualcosa al discorso iniziando con ...ma o ...e sono calate drasticamente rispetto al Marchio di Moldrock.

    -il cliffhanger è un cliffhanger come si deve, per la Madonna. Sono queste le cose che aumentano la voglia di leggere la prossima puntata.


    E adesso veniamo ai soliti problemi.

    -non volete fare una testata a parte? Va bene, benissimo. Ma almeno lo spazio per infilare su Topolino qualche storia di PKNE un po' più corta, ce lo potete trovare? Che ne so, qualcosa del tipo PKTUBE, ma riguardo scene di vita quotidiana dei personaggi della storyline del presente?
    No, lo dico perchè porca vacca non è possibile che, nonostante questa ultima storia sia lunga ben cinque episodi, si vada a razzo già dalle prime pagine. I personaggi non hanno tempo di rilassarsi, presentarsi, sviluppare il rapporto che hanno gli uni con gli altri, che subito la trama si presenta a casa loro obbligandoli a muovere le chiappe e partire e lasciare le chiacchiere a scene avvenute a telecamere spente. Tutto ciò che si ha di vagamente umano è un "sono felice di rivederti e sono lieto di incontrare anche il famigerato Razziatore", per il resto tutti recitano la loro parte roboticamente invece che VIVERE quello che stanno passando. D'altronde perchè i lettori dovrebbero conoscere i personaggi e affezionarsi a loro, quando possono godersi pagine e pagine di SPIEGONI?

    -lo so, non ci sono solo spiegoni. Ma non venitemi a dire che le scene all'inizio con Paperino siano piacevoli, perchè non lo sono. Porca giumenta, non è possibile che Paperino faccia il serio e a tratti l'incazzato con Uno durante scene di ordinaria routine (la vignetta finale di pagina 18 mi ha fatto salire un fastidio che...), mentre fa il simpatico con il mostro-mutante-simbiote di turno. DOVREBBE ESSERE IL CONTRARIO!

    -capisco il restyling voluto della figura di Everett (anche se in qualche vignetta sembra raggiungere altezze esagerate) ma qual è la spiegazione per quella cosa che dovrebbe rappresentare da statua di Cornelius Coot?
  • Ammetto che alcuni degli appunti riportati da FearTear siano passati per la testa anche a me.

    Forse ricordo male io, ma non mi sembra che tra Pk e Uno ci fosse tutto questo scambio di sarcasmo e acidità varie. Sembra quasi di rileggere gli scambi aspri con la controparte 'azzurra' di Uno (per alcuni, Sergio).
    Inoltre, e qui non si può davvero fare diversamente sulle pagine di "Topolino", anch'io noto molta velocità nello svolgersi degli eventi, lasciando la componente più 'umana' da parte pur di dedicarsi agli avvenimenti meramente action o alle spiegazioni. Di sicuro, avere più pagine a disposizione potrebbe giovare (e già ora non è che siano poche, intendiamoci!).

    Per il resto, siamo alla prima parte di cinque. Aspettiamo il seguito.
  • Ah, c'entra poco con PKNE, ma voglio dire che purtroppo non sono un geometra come crede Paper Memas (che per l'occasione mi ha ribattezzato FiatTiat87 e Fiorenzo Tibacchio nella sua parodia del Botta e Risposta), ma solo un precario operatore d'ufficio T_T
  • La prima parte de "L'orizzonte degli eventi" comincia con parti positive e parti negative.
    Le positività riguardano principalmente la scrittura della storia scorrevole e brillante( non si ha più la sensazione di ingranaggio difettoso che avevo avuto nel Marchio di Moldrock, nè la sensazione di fretta), il ritorno di un rapporto familiare di Pk con Uno, la ripresa della sottotrama delle figlie di Ducklair per dare una degna fine a pk2 e il colpo di scena finale.
    Le negatività in parte prendono vita dalle cose positive: in primo luogo il rapporto Uno/Pk a mio avviso sì familiare ma troppo freddo e distaccato sopratutto se pensiamo allo struggente addio del primo numero di pk2. Il Razziatore, per quanto sia sempre piacevole vederlo agire col vecchio mantello, risulta tirato in ballo troppo forzatamente così come lo spiegone lampo di Everett che quì funge troppo da semplice PNG quest giver.
    Nel complesso posso ritenermi soddisfatto di questa prima parte e ho grande curiosità per vedere come proseguirà la storia.
  • "Ricominciamo!". Terminava così Il Marchio di Moldrock. E' bello rivedere Paperino e Uno battibeccare come una volta. Ma lo spazio per la nostalgia è poco, per fortuna. Il tempo di far tornare il Razziatore da una gita nell'Antico Egitto e l'avventura inizia con un viaggio verso Corona, insieme a Pk, Uno ed Everett Ducklair. Lo scienziato spiega che le sue figlie, Korinna e Juniper mirano a ciò che si nasconde oltre l'orizzonte degli eventi, che segna il limite di un buco nero, oltre il quale anche la luce non può più fuggire.

    Nel frattempo un pericolo inaspettato minaccia Paperopoli e la Terra: [spoiler]Solomon Hicks, il Custode Omega, si è alleato con Korinna e ha messo fuori combattimento Lyla Lay, che si è accorta che lui è un droide[/spoiler].

    Il colpo di scena alla fine è davvero grande, ma sarà vero? E' possibile che Uno ed Everett abbiano pensato anche a questa eventualità, memori dei tempi in cui c'era Due, [spoiler]oppure si tratta di un doppio doppio gioco da parte di Hicks[/spoiler]. Aspettiamo gli altri episodi. Il primo è iniziato alla grande, testimoniato da disegni superlativi di Pastrovicchio, come la doppia pagina iniziale con Korinna sul ponte della sua astronave e dal mostro con cui Paperinik e il Razziatore sono costretti a scontrarsi di notte a Paperopoli.
  • L'ORIZZONTE DEGLI EVENTI! QUARTO EPISODIO!

    Doveva essere "il finale della storia che Artibani non ha mai potuto scrivere sedici anni fa".

    Ma poi il nemico comune da sconfiggere sarà [spoiler]Moldrock[/spoiler].

    Vabbe'.

    Immagine
  • Bisognerebbe poter essere come il Razziatore per riuscire a commentare sempre in tempo.

    In generale questi tre episodi, due, tre e quattro, sono stati ottimi, e la storia si è rivelata la migliore di PKNE.
    Impressionante come Artibani riesca a inserire azione, spiegazioni, colpi di scena, in modo armonico, senza mai annoiare e senza mai rallentare lo svolgimento dei fatti.
    La storia è scritta così bene, che non risente della spezzatura in cinque parti, come poteva essere per alcune delle precedenti.
    Ottimo l'uso di Solomon Hicks e bella la caratterizzione dei legami familiari tra Everett e le due figlie. Moldrock notevole!
    Pastrovicchio disegna in modo perfetto e regala delle doppie tavole maestose, che resti minuti a guardare tanto sono belle, senza dimenticare i colori di Monteduro.

    Aspettiamo il finale, che noi vecchi pker attendiamo da sedici anni. Qualcuno ha pensato - Adesso arriva Xadhoom! - ?
  • PKNE! L'ORIZZONTE DEGLI EVENTI! CONSIDERAZIONI FINALI A CALDO!

    (Spoiler: non mi è piaciuto)

    Allora ho appena finito di leggere e ci sono una marea di cose che vorrei dire, ma visto che quando le espongo sotto forma di elenco nessuno mi prende sul serio a 'sto giro faccio una cosa diversa: un commento ai personaggi presi singolarmente, per vedere come si sono comportati e che contributo hanno dato alla storia.

    Korinna: la migliore a mani basse.
    Rimane coerente con sé stessa fino alla fine, non si converte al bene come fa qualcun altro, va avanti fino alla fine sulla sua strada anche a costo di venire risucchiata in un buco nero... Insomma un bel personaggio, oserei dire l'unico che a vederlo mi fa dimenticare che ci sia dietro la mano di Artibani.

    Everett: promosso ma con riserve.
    Sì, bravo anche lui, non mi ha dato fastidio, gli errori che fa (ad esempio liberare Moldrock e incasinare tutto inutilmente) sono parte del suo personaggio e mi tocca stacce... Però boh, lui e Uno sembrano comunque rendere tutto come un viaggio di lavoro e non come un'avventura rischiosa: sanno sempre dove bisogna andare, si infiltrano dappertutto con facilità (Everett arriva direttamente alla stanza della consigliera dai capelli a punta senza incontrare manco un cane), insomma si ha sempre l'impressione che loro due da soli fossero più che sufficienti per arrivare dove devono arrivare.

    Uno: occasione sprecata.
    Ne Il Marchio di Moldrock non ha avuto nessuna utilità se non quella di far commuovere i lettori che si accontentano di poco (sì, l'ho detto, sparatemi pure). La sua utilità si palesa soltanto nell'ultimo capitolo di questa storia... e allora, perché non farlo riapparire direttamente qui? Le cose potevano anche andare in questo modo: nella storia precedente Everett torna DA SOLO per rimettere Moldrock a cuccia, poi chiede aiuto a PK per accompagnarlo su Corona; PK e Everett si avvicendano, vengono separati ma rimangono in contatto mentale per qualche istante) si ritrovano, scoprono il tradimento del Custode, sono alle strette... ed Everett per contrastarlo si vede costretto a riattivare Uno, oppure e Uno che piano piano riemerge dall'interno del Custode, insomma Uno riappare qui e sorprende tutti compreso PK, che ritrova l'amico perduto in un mare di lacrime (okay, facciamo UNA lacrima). Poi la storia finisce come è finita, e il vero e unico finale con PK e Uno ritrovati è quello di loro due che si parlano nella ricostruita Ducklair Tower. E non quella minchiata di vignetta finale vista nel Marchio ("Ricominciamo" cosa? "E tu, PK, sei pronto?" ma pronto per che? PK, dove stai correndo???)

    Il Custode: buona idea, realizzata così così.
    Non si capisce se abbia sempre agito con l'interesse di aiutare le sorelle Ducklair o sia stato riprogrammato solo qualche giorno prima dell'inizio de L'Orizzonte. La scoperta del tradimento passa e va velocemente, poteva anche non riapparire proprio come Solomon in mutande e tornare direttamente come faccione dentro il prisma, e il suo scontro con Uno, per quanto figo, finisce in una maniera poco chiara. Viene detto che Uno lo libera dal controllo delle sorelle, ma visto il suo immediato addolcimento si ha invece l'impressione che sia stato riprogrammato da zero, un po' come la maialina alla fine di Chicken Little. Comunque ribadisco, lo scontro con Uno e la fine che fa con Korinna sono state due belle scene.

    ...e adesso viene il bello :bat:

    Juniper: NON PERVENUTA
    Parla, parla, fa la voce grossa col papà, gli professa tutto il suo odio... e poi si affloscia, di punto in bianco, senza una ragione precisa smette di essere aggressiva e passa sullo sfondo senza più avere voce in capitolo. Letteralmente, eh. In tutto il quinto episodio Juniper dice UNA. SOLA. BATTUTA. Controllate, prego. E quello che dovrebbe dire avviene invece a telecamere spente: la sua reazione alla sorella risucchiata nel buco nero non ci viene mostrata, mentre il fatto che senta ancora la presenza di Korinna ci viene spiegata da Everett. SHOW DON'T TELL!

    Il Razziatore: ma ce n'era bisogno?
    Ditemi, a cosa è servito? Il suo inserimento nella trama è servito solo ad agevolare le cose a PK coi suoi sganassoni e la sua abilità di teletrasporto, ma come personaggio non ha dato proprio nulla. Inoltre la scena del'ipnosi di Korinna e del cameo di Trip è ridicola, un'aggiunta di zucchero e sentimenti buttata là a caso che mi ha lasciato con un senso di imbarazzo profondo.

    Lyla: ma ce n'era bisogno?
    Visto che alla fine la sua memoria viene cancellata e Solomon non è più reperibile per un secondo faccia a faccia, a 'sto punto Lyla poteva anche non apparire e non sarebbe cambiato nulla. Anche lei buttata nel minestrone senza un vero perché, se non quello di arrivare al numero di pagine necessario. Oltretutto, ma è ancora amica di PK? Se proprio la sua indagine dovrà portare a qualcosa, perché non è andata invece a cercare Paperino (che TUTTI sanno essere il suo autista) e parlare prima con lui?
    Le splash page con l'inutile Moldrock sono più importanti di un breve dialogo tra amici? Nella serie originali c'era sempre spazio per questo, e le pagine erano molte di meno. Qui la scusa qual è?

    Moldrock: come mandare a p*****e la caratterizzazione di un personaggio già inutile di suo.
    Okay, alla fine non è stato il nemico finale, e grazie al cielo, però poteva anche non starci proprio a 'sto giro. La sua trama era separata da quella delle sorelle e così doveva restare. Invece no, tiriamolo fuori dal cilindro perché ci serve il suo Raggio Nero (vedete qualcosa in comune col Razziatore? anche in questo caso servono i suoi poteri, ma non lui in quanto personaggio), e retconniamolo di brutto che tanto solo FearTear se ne accorge! L'Orda, questa squadra di guerrieroni a cui Moldrock era legato e aveva promesso libertà in quanto dotato di un suo codice morale? Ma sì, lasciamoli tutti a marcire nella Pentadimensione! Chi vuoi che se ne ricordi! E tutti gli altri poveri sfigati ancora intrappolati nella testa di Moldrock? Ma lasciamoli lì, in fondo PK non è mai stato un eroe che mette l'incolumità degli innocenti al primo posto (sarcasmo)! :muori:

    Paperinik: utile come un portaborse.
    Un personaggio che porta in giro l'arma(tura) in grado di risolvere le cose e obbedisce ciecamente a quello che gli si dice senza avere mai voce in capitolo o fare la differenza non è un eroe. è solo un burattino nelle mani di altri, un povero sfigato travolto dagli eventi al cui posto poteva esserci chiunque altro. Ed è questo che è stato Paperinik ne L'Orizzonte Degli Eventi e in tutte le altre storie della New Era (tranne in Cronaca di un Ritorno, almeno lì ha preso l'iniziativa). Un bambolotto inutile, che come il Razziatore e Moldrock è stato solo un portatore di cose utili per mandare avanti la trama piuttosto che un personaggio-parte integrante della trama stessa. E LOL alla battuta del Custode "da te ho imparato più di quanto sia riuscito a insegnarti!"... Ma dove?!? COSA?!? Che a farti rinsavire è stata la riprogrammazione di Uno! PK non ha mai fatto nulla di suo per fargli cambiare idea! Se PK è sopravvissuto finora è solo grazie ai salvataggi in extremis del Razziatore e alle armi fornite dal Custode stesso!
    Dov'è finito il Paperinik che faceva la differenza con le sue decisioni prima che con gli aggeggi? Quel Pikappa che ha fatto rinsavire la Flagstarr e Uno in Terremoto? Quel PK che ha salvato l'intera esistenza con una cravatta in Carpe Diem, cogliendo l'attimo quando nemmeno il Razziatore ci sarebbe riuscito?

    Dov'è finito quell'Artibani che ci metteva davvero il cuore e l'anima nello scrivere belle storie, invece di ricorrere alle americanate facilone?

    ...basta, ho finito, alla prossima.
  • Il quinto capitolo non perde mordente e offre una degna conclusione e un nuovo inizio a vicende narrate più di sedici fa.

    Emozionante lo scontro digitale tra Uno e il Custode; ottimi sia Moldrock, che si propone in veste di padre nobile di Corona per farlo grande di nuovo, (ma chi si crede di essere? :P ), sia Korinna, coerente fino alla fine nel voler mostrare al padre quanto sia più grande e di lui. Il finale lascia presagire interessanti sviluppi spaziali.

    L'Orizzonte degli Eventi è la migliore storie del ciclo di PKNE ed è la storia di un fallimento, quello di Everett Ducklair che, nonostante tutti i suoi sforzi, non riesce a salvare le proprie figlie da sé stesse. Aveva tentato nelle vicende di PK2, senza riuscirvi, tornando a una situazione di partenza. Ha tentato ancora di ricostruire un rapporto con loro e di nuovo la sorte gli è stata avversa: la moglie Serifa è dispersa e le figlie lo hanno ritenuto responsabile; Korinna si è consegnata alle forze della materia oscura, perduta nell'altro universo; Juniper è l'unica che potrebbe recuperare, ma non dimentichiamo che la ragazza si è già rivelata una manipolatrice. Everett è il vero protagonista di questa storia, ecco perché Pk ha un ruolo più defilato, ma non inutile.

    Al termine della sesta storia si può fare un punto su PKNE. Sembra che il Razziatore sia diventato un vero e proprio compagno di avventure per Pikappa, anche se la storia non coinvolge i viaggi nel tempo. In effetti, la sola vera avventura temporale del nuovo ciclo è stata Gli Argini del Tempo. Da ciò deriva un ridimensionamento del ruolo di Lyla Lay, che in quest'ultimo frangente è stata messa fuori uso dal Custode; la vediamo brevemente al termine di quest'ultima storia. Sono tornati, in qualche modo, i nemici di sempre, gli Evroniani; è tornata Xadhoom, la cui vicenda potrebbe portare a suggestive avventure cosmiche. E' stato recuperato il concetto di multiverso, un'idea che hanno già sviluppato Marvel e DC, ma esisteva anche in PKNA: Urk e Neopard provenivano da altre dimensioni, e chissà che non li rivedremo. Certo, ci si chiede, soprattutto con Neopard, come abbiano fatto a superare il limite della materia oscura (PRDQP).

    A me manca sempre una bella avventura paperopolese, coi i piedi per terra, in cui vorrei vedere Camera 9/Stefan Vladuck. Penso che PKNE abbia le potenzialità per una storia più ordinaria, e speriamo che si uniscano altri autori, con altre nuove idee. Per me è stato un crescendo, la scommessa del ritorno di Pikappa è stata vinta.
  • Ciao, ho recuperato per caso stamattina l'Orizzonte degli eventi.

    Sono molto deluso. Non sembra che ad Artibani stia molto a cuore il personaggio di Paperinik. Tanto ha fatto e tanto ha detto per riportare in vita PK e alla fine era solo una scusa per riprendere in mano la side story di corona andata a puttane con PK2 e concluderla come voleva lui.

    Va bene, ci può anche stare. Però hai fatto un lavoro orrendo Artibani. L'orizzonte degli eventi è una storia sciatta.

    Sono d'accordo con l'analisi dei personaggi fatta dal geometra e non intendo aggiungere altro.

    L'unica storia dignitosa di tutto il pacchetto è stata la prima, potere e potenza.
    Le altre tre storie di artibani sono da un punto di vista narrativo assolutamente irrilevanti, se non problematiche, tranne per i fanatici dei confanetti collezione, che senza dubbio ringrazieranno per il finale aperto.
    Magari il prossimo autore che riprenderà in mano sergio, korinna e moldrok alle prese con gli evroniani ultimate saprà fare di meglio. Ci vuole poco a lavorare bene quando non si è accecati da un desiderio di vendetta professionale, perché questo è quello che mi sembra abbia mosso la penna di Artibani.

    Le due storie di sisti sono puro fan service e credo che la redazione gli abbia fatto dei grandi torti a fargli scrivere quelle robe, ché sisti è sempre stato un grande autore.

    Non so se sia un bene o un male che il botta e risposta sia finito come è finito, ma sicuramente è un segnale indicativo dell'atteggiamento degli autori.

    E lasciate in pace gli evroniani, finalmente. Erano una bellissima invenzione.
  • Non ero sicuro che Un nuovo eroe fosse da considerare come PKNE così ho aperto un nuovo thread: http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtop ... =32&t=7257
  • Nell'ultimo Topolino han pubblicato una storia di Sisti e Pastrovicchio per celebrare i 25 anni di PK. Penso potremmo commentarla qui, anche perché di fatto è parte integrante del PKNE.

    Poteva essere una classica storia celebrativa fine a se stessa, magari con qualche strizzatina d'occhio e colpetto di gomito per i fan (*inserire gag di Leo Ortolani sullo Star Wars di JJ Abrams*). Anche perché in sole 30 pagine non è che ci si può inventare chissà cosa. E invece no.

    E invece no perché Alessandro Sisti è un vecchio volpone e un professionista. E approfitta dell'occasione per darci ben più di quanto ci aspettassimo: un vero tassello della saga di PK, autoconclusivo ma perfettamente collegato al resto della macrotrama, un ponte tra il passato e il futuro, in più di un senso, narrativo e metanarrativo. Perché questa storia non solo collega il XXI e il XXIII secolo della finzione, non solo collega ulteriormente PKNA al PKNE, ma è anche, allo stesso tempo, l'epilogo del PKNE e il prologo a quello che verrà dopo (dopo il PKNE ma anche dopo la pentalogia di Gagnor, a cui peraltro Sisti darà un ulteriore contributo tra qualche giorno).

    Perché sì, questa storia è una perfetta chiosa al ciclo del PKNE, anche solo per dargli una conclusione meno lugubre del finale di Droidi. Un finale di stagione, se fosse una serie tv. Che allo stesso tempo pone le basi per quello che verrà dopo, che al momento non ha ancora un nome...la "seconda stagione" del PKNE, forse?

    Come era prevedibile, in questa storia ci sono citazioni, ammiccamenti: ma nulla di superfluo, tutto funzionale alla trama. Anche questo è indice di bravura. Sisti cita non per fare il secchione, ma perché semplicemente questa storia è inserita all'interno di un tutto più grande, non è staccata dal resto. Praticamente ogni riferimento agli eventi di "Potere e Potenza", "Cronaca di un Ritorno" e "L'Orizzonte degli Eventi" ha un senso e risulta più che naturale, non appiccicato a forza. E Sisti non si limita a questo, ma posiziona sapientemente le sue pedine, seminando spunti, anche in maniera subliminale. Basti fare un esempio: la citazione del classico tormentone delle rubriche della posta di PK, "Poche ragazze da quelle parti". In mano ad autori meno capaci, quella strizzata d'occhio suonerebbe come una nota stonata, mero fanservice o comunque una forzatura: Sisti invece lo usa come mero pretesto, come espediente per far ricordare a Uno che una delle "poche ragazze" che conoscono il segreto dei nostri eroi al momento non si trova sulla Terra. Un chiaro riferimento a Xadhoom, che insieme all'importante mcguffin su cui gira intorno questa puntata, proveniente direttamente da CDUR, fa presupporre un ritorno in grande stile della nostra xerbiana preferita: è una storia che Sisti vuole raccontarci da un po', e chissà che questo non sia un modo per suggerircelo, per farci capire che sì, la storia tanto attesa sta arrivando. E forse non solo quella: oltre alla storia di Xadhoom e del fato degli xerbiani ce ne sono molte altre, sulla Terra, nello spazio, nel futuro (qualcuno ha detto Eldos Eidolon?). E premono per essere raccontate. Sisti lo sa, e lo sappiamo anche noi.

    La vera sorpresa comunque è il modo in cui Sisti riesce a far entrare tutto alla perfezione in sole 30 pagine: si è parlato molto di formati più o meno penalizzanti, e non è una discussione senza senso, per carità. Certi formati e numeri di pagine risicati possono essere castranti, non c'è dubbio. Ma per un professionista, non sono un problema e questa storia lo dimostra: è breve ma densa, densissima, e senza sembrare neanche troppo ansiogena e claustrofobica, anzi.

    Infine, i personaggi: finalmente si respira una boccata d'aria, dopo mesi di nasi storti. Non solo ogni personaggio ha la sua "voce" ed è perfettamente riconoscibile, ma ha soprattutto una naturalezza, una spontaneità, che mancava da mesi. Sono personaggi credibili. E il lettore si sente a casa, ma non perché "è tornata la tradizione": poteva anche trattarsi di personaggi totalmente nuovi, ma è il fatto che siano così "veri" a far sentire chi legge a proprio agio.

    Traspare proprio da tutto l'albo: lo sceneggiatore della storia è il primo a crederci davvero. Sisti ci crede davvero, in PK, forse più di molti lettori e fan. Si vede, si sente, si percepisce: è un "crederci" quasi contagioso, al punto da invogliare il lettore, da fargli tornare la fede, la meraviglia, la capacità di credere nella storia, nel personaggio, nell'universo narrativo, nell'affresco. Da ricordargli che PK è vivo come non mai. Ed ha ancora tanto da dire. E che questi sono solo i suoi PRIMI 25 anni.
    Ultima modifica di Sommo Zotnam il venerdì 12 marzo 2021, 01:36, modificato 1 volta in totale.
  • Tu inizi la storia e la prima cosa che pensi è che il linguaggio è genuino. Pk è arguzia, intelligenza ed è un errore intenderlo come una cosa sborona e fighetta a tutti i costi. Questo errore percettivo ha funestato la fama di un fumetto stupendo per molti anni.

    Poi prosegui, noti affollamento perché la roba è tanta, e c'è qualcosa da dire, qualcosa che era rimasto nella penna in passato, qualcosa che promette un futuro.

    E infine arrivi all'ultima pagina e ti rimane in faccia un ghigno. Il ghigno del lettore che ha letto e ci ha creduto, un ghigno di chi ha provato interesse e affetto. Il ghigno di chi sa, di chi ha percepito complicità con gli autori. Che era, guarda caso, una delle basi si cui poggiava il fumetto sin dal 1996.

    (A margine: mi è piaciuto il "crossover" fra autori di PKNE con la coppia "inedita" Sisti e Pastro, ma ho apprezzato anche la volontà di mescolare trame e tematiche dando una sorta di provvisorio epilogo al ciclo. Perché, sì, più che una storia speciale, la considererei l'ottava PKNE, con buona pace della differente foliazione)
  • Salve a tutti!

    Felice di essermi aggiunto a questa community per parlare anche di PK
    Volevo dire anche io due parole sulla nuova storia "Una notte leggendaria", uscita su Topolino n. 3407 e a firma Sisti&Pastro. Ovviamente, nessuno spoiler reale, ma laddove dovessi farlo lo indicherò a lettere cubitali.
    La nuova storia mi è piaciuta parecchio. Era da tempo che non si respirava un'aria pikappica così fresca e gradevole. Una celebrazione in toni molto sobri ma con ampi riferimenti a tutta la Saga (dai primordi a PKNE).
    Una storia che si apprezza soprattutto per due cose:
    1) la semplicità con cui viene scritta, viene portata avanti, senza mai alzare i toni, lineare;
    2) l'amore che trasuda da quelle vignette, anche per quanto riguarda i disegni.
    Mi unisco anche ai commenti qui sopra: leggerla, tutta d'un fiato, e rimanere deluso solo perché non ne hai ancora, perché ne vorresti di più, perché pensi che ancora molto si debba scrivere, ma sentirti comunque felice per aver avuto una piccola soddisfazione dopo anni, per esser stato reso partecipe di questo ritorno pacato, ma bello e gradito.
    Per molti versi, si è trattato di una storia che ti faceva sentire come se fosse la prima volta, come se ti facesse ritornare indietro nel tempo, a quei giorni di marzo 1996, quando in edicola trovavi qualcosa che sembrava Paperinik, ma non era davvero Paperinik...
    E' da apprezzare quanto autore e disegnatore ci abbiano messo per rendere una cosa così consolidata come se fosse nata nuovamente (e non solo ri-nata).
    Una storia che potrei considerare senza ombra di dubbio migliore di quelli propinateci da un annetto a questa parte (e ci voleva poco).
    Sarebbe bello, se queste celebrazioni tanto attese non si esaurissero solo con una storia celebrativa. Sarebbe bello, e molti sono di quest'avviso, che le celebrazioni possano continuare, magari regalandoci di nuovo quelle atmosfere che ci fecero entrare in edicola 25 anni fa, che ci hanno riportato alla Ducklair Tower 5 anni fa e che ora ci riportano alla torre per ritrovare l'atmosfera dei giorni belli.
    Speriamo che ci siano davvero almeno altri 25 anni di PK.

    P.S.: PARTE DA SPOILER ALERT






    Forse ho letto la storia con un piccolo bias. Prima di leggerla, mi ero imbattuto nell'intervista rilasciata dall'autore a Sky Tg24 relativa alla celebrazione del 25° anniversario del vecchio mantello tarlato con l'extransformer. Sappiamo tutti ormai che il soggetto del 1996 di Sisti e Sisto fu un'intuizione brillante e geniale, capace di darci qualcosa di completamente diverso e nuovo rispetto al panorama delle pubblicazioni Disney fino ad allora concepito. E sappiamo tutti che quell'intuizione era frutto di un'esperimento riuscito ma per il quale i creatori (anche più di una volta) avevano palesato dubbi potesse continuare.
    Chiaro, no? Bene.
    Ecco. Nel finale della storia attuale sul Topo, quanto riferito da Styvesant sembra quasi rimandare a quei giorni: aver registrato le imprese di PK nel XXI secolo, averle portate nel XXIII e averle consegnate al suo pubblico. Le frasi che proferisce "Non immaginavo tanto interesse per un eroe del passato ... Magari prima o poi potrei ricavarne una serie pivù" sembrano quasi essere un'allegoria dello stesso Sisti nel periodo di creazione di PKNA. Se ci si pensa, nemmeno lui aveva pensato a qualcosa di seriale, sembrava che ciò che avesse creato dovesse essere un esperimento e un unicum nel panorama disneyano. E quello che ne venne fuori è stato tramandato fino a noi in forma di serie, la serie di un eroe. Appunto, a me è sembrato che Sisti abbia scritto quello che era il suo ritratto da giovane, quello che allegoricamente viene rappresentato come Ducklas Styvesant (e anche la barba sotto il mento imho gioca in questo senso...)!

    Altro piccolo spoiler: in una vignetta appare una nave volante vicino al DT con le insegne di Belgravia (poi si scoprirà essere un'ologramma). Nella prima vignetta sembra essere una raffigurazione della Yamato del manga omonimo, mentre nella vignetta successiva la proiezione sugli schermi di Uno sembra raffigurare qualcosa che somiglia di più ad una delle portaerei dello S.H.I.E.L.D. in The Winter Soldier. Fatto sta che ho apprezzato ancora una volta i rimandi di Pastro al mondo mecha, già fatto con il robottone di Fuoco Incrociato (che ricordava un po' Gaiking, Danguard o addirittura Zambot) e con la configurazione aerea dell'armatura del Guardiano a mo' di Match Patrol in Il Marchio di Moldrock.
    Archiatra giuridico dell'Ufficio Sinistri
  • C'era un modo migliore per festeggiare i 25 anni del vecchi mantello tarlato? Credo di no.
    Alessandro Sisti tira fuori dal cilindro una storia pazzesca. In sole 30 pagine condensa citazioni meravigliose, azione, rivelazioni e rispetto per la continuity.
    Il lavoro è realmente magistrale, non solo l'autore riesce a celebrare ogni singolo filone narrativo della saga di PK, ma addirittura arricchisce la lore del personaggio con interessanti spunti.
    Come fa recitare i personaggi Sisti nessuno ci riesce. Il modo di parlare di ognuno è perfettamente calzante con il carattere del personaggio: finalmente UNO è di nuovo l'intelligenza artificiale un pò saputella e saccente ma al tempo stesso vero amico del nostro eroe.
    Ho percepito l'amore dell'autore nello scrivere del personaggio, amore che traspare da ogni vignetta, da ogni balloon, da ogni citazione, da ogni rimando. Applausi.
    Suò fronte grafico la solita prova maiuscola di Lorenzo Pastrovicchio con uno stile pulito, dettagliato e dinamico.
    Molto bello il lavoro sui colori, una spanna sopra a quelli della run su Topolino Fuoriserie.
    In definitiva questa storia celebrativa è nella mia top personale della New Era, grazie Sisti per avermi fatto emozionare come se leggessi per la prima volta il mitico PKNA 0 nel 1996.
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