da Mario Zausa » sabato 23 gennaio 2021, 17:04
Quando ero ancora un bambino, e la maggior parte degli utenti di questo forum non erano ancora nati, leggendo le storie pubblicate su Topolino settimanale e su quella meravigliosa pubblicazione mensile che era l'Almanacco Topolino, notavo già allora che c'erano alcune storie di Zio Paperone (e nipoti) che mi "trasportavano" più di altre. Erano avventure complesse, che di volta in volta si svolgevano in luoghi esotici, o nel mondo della Magia o, ancora, persino nello Spazio o sul fondo degli oceani... A quei tempi non sapevo ancora quello che, poco tempo dopo, avrei scoperto leggendo Vita e Dollari di Paperon de' Paperoni, volumetto degli Oscar Mondadori, con una magnifica prefazione di Dino Buzzati, acquistato nella stazione centrale di Milano nel 1969, che posseggo ancora dopo mezzo secolo; ossia che il Papero Più Ricco del Mondo era stato creato da un fumettista di nome Carl Barks. Che lo Zione doveva essere una "meteora", ovvero un personaggio da utilizzare una tantum e poi dimenticare... e che invece divenne una delle colonne portanti del fumetto disneyano tanto da meritarsi una pubblicazione tutta sua, storie bellissime scritte e disegnate dai migliori fumettisti italiani che lavoravano alla Mondadori e poi alla Disney Italiana, tanto da diventare un archetipo, un modo di dire. "Paperone" divenne sinonimo di uomo smodatamente ricco, di multimiliardario, di boss della finanza.
Poi, un giorno degli anni '90, viene pubblicato il n° 70 della mitica collana Zio Paperone, che fino all'uscita precedente aveva compreso solo le storie originali di Barks, e da questo numero inizia la Saga. Fu qui che venni a conoscenza del talento di un fumettista italoamericano di nome Don Keno Rosa.
Fu un colpo di fulmine.
E' doveroso fare una piccola premessa: Don Rosa cominciò a disegnare le avventure di Paperone per divertimento, per pura passione. Da qui il fatto che, per disegnare una sola storia, ci impiegasse il tempo in cui un altro autore (compreso Barks) ne componeva tre. Per sua stessa ammissione, Don Rosa non guadagnava molto dal suo "lavoro/non lavoro" di fumettista paperoniano. I suoi disegni erano densi di particolari, pieni di quelli che lui stesso definirà "fastidiosi dettagli degni di nota", tanto che a volte per due o tre vignette si scorge una "storia nella storia" che coinvolge a margine uno dei personaggi di contorno. Ma qui sta il punto. personalmente trovo il modo di lavorare di Don Rosa semplicemente irresistibile!
Quanto trovo fantastico che il Don abbia ricostruito, in modo plausibile, filologicamente corretto, la storia di Scrooge Mc Duck tenendo conto di tutti (o quasi) i riferimenti che si possono trovare nelle storie di Barks. Che, come ho detto prima, ha realizzato le avventure più coinvolgenti di cui il vecchio cilindro è stato protagonista.
Don Rosa è un perfezionista. Ha portato a termine la stesura dell'Albero Genealogico della famiglia dei Paperi, che Barks aveva solo abbozzato per suo uso esclusivo, e se è vero che alcune figure (come Paperoga) non compaiono mai nelle storie create da lui, nell'albero genealogico donrosiano compare non solo il papero più "naïf" della famiglia, reso noto da molte altre storie a fumetti di vari autori (chi non ricorda i suoi scontri "all'ultimo artiglio" con il gatto di Paperino, Malachia?) ma anche il suo semisconosciuto fratello Abner, detto Chiarafonte!
Don Rosa, tuttavia, non si limita a inserire nelle sue storie i personaggi creati da Barks: dà vita alla famiglia soczzese dei Whiskerwiles che Barks aveva solo nominato, costruisce un personaggio esilarante come Arpine Lusène, il Cavaliere Nero dall'accento frònscése, introduce nelle storie che narrano le imprese "giovanili" di Paperone personaggi storici, "ritraendoli" in modo da armonizzarli con gli altri protagonisti: Theodore Roosevelt, lo zar Nicola II°, J.J.Astor, i fratelli James, Jack London, Elias Lönnrot, lo scrittore finnico che raggruppò i racconti orali del Kalevala in forma scritta... e altri ancora.
Nel mondo di Don Rosa Topolino non esiste... ma c'è! Compare in diverse storie, in modi "nascosti", che quasi non si vede, tanto che nella raccolta "Opera Omnia" di Don Rosa viene indicato, prima di ciascuna storia, dove trovarlo.
Ma sopratutto, Topolino non esisteva nel Mondo Papero di Barks. E Don Rosa ha ricreato, a modo suo, il mondo di Barks. Che non comprende Topolino, Pippo o Pluto.
Esistono vecchie (e meno vecchie) storie bellissime dove Paperopoli e Topolinia interagiscono: ma sono quasi sempre opera di autori italiani, e raramente questa commistione si trova nelle storie di autori americani: dopo la creazione della Duckburg di Barks, con tutta la "corte" di personaggi che graviteranno poi nell'universo di Paperino e Paperone (Archimede, Gastone, Amelia, Cuordipietra Famedoro, Rockerduck, i Bassotti, Nonna Papera...) gli abitanti delle due città disneyane vivono separati, pur aleggiando sempre l'impressione che si conoscano, che si frequentino di tanto in tanto, ma... fuori dai fumetti!
Considerando il ritmo di lavoro di Keno, e partendo dal presupposto che egli abbia voluto proseguire, direi quasi completare, l'opera dello Zio Carl, è perfettamente normale che l'autore italo-kentukyano non abbia considerato il capostipite della Grande Tribù disneyana, quel "topo da cui è iniziato tutto", semplicemente perché il piatto era già fin troppo ricco di personaggi e spunti (provenienti da Barks) e condito (di personaggi e situazioni create da lui di sana pianta, per conferire maggiore realismo al tutto).
Volendo trarre una personalissima conclusione, posso dire che mi rattristò moltissimo leggere, sulla raccolta che raggruppava l'Opera Omnia di Rosa, che ad un certo punto l'autore aveva smesso di disegnare. Nel corso degli anni (dei decenni, anzi) ho letto storie bellissime di molti autori, italiani, americani e di altre provenienze, con Paperone protagonista. Alcune mi sono piaciute più di altre. Ma nessuna più di quelle di Don Keno Rosa.
L'autore che creava storie a fumetti per passione.