[Disney] Zio Paperone

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • ZP 214
    Un po’ stentato, ma se non altro sufficiente. Per quanto lenta e difficoltosa non si può non apprezzare questa ripresa di una testata che era giunta a toccare vette di precarietà preoccupanti: adesso, per quanto non completamente stabilizzata, si respira una certa volontà di riconversione esplicitata con vigore nel numero precedente e ribadita con sobrietà anche in questo albo, come dimostra la pubblicazione di due tavole domenicali, Topolino e Paperino – Assi in Gara (Osborne/Gottfredson) e Topolino e Paperino e il Mal di Denti (Osborne/Gottfredson) corredati anche da un brevissimo ma esaustivo trafiletto che fa intuire come l’ottantennale di Mickey Mouse sia solo un pretesto per introdurre un po’ di sano Gottfredson poco alla volta.
    Certo non mancano alcune cadute di stile alquanto fastidiose, come la pubblicazione di Zio Paperone e la Tigre Stanca (Barks), bella storia che ha il pregio di riproporre l’Uomo dei Paperi in qualcosa di più sostanzioso di qualche autoconclusiva o di qualche remake (tendenza interrotta solo con lo storyboard di Madam XX nel precedente albo) ma decisamente inutile in quanto recentemente pubblicata dalla lodevole Grande Dinastia dei Paperi.
    Il piatto forte rimane comunque Zio Paperone e la gara da $ 100 $ (Scarpa), storia alquanto misconosciuta nell’ampio panorama della produzione scarpiana ma non per questo meno gradevole o coinvolgente. Emblema di un periodo di transizione per il Maestro che, come nota brillantemente Boschi nell’articolo introduttivo, lo porterà a prediligere trame comiche ed immediate -tendenza che si tradurrà nel dinamico Gancio e nello spumeggiante Sgrizzo- questa storia coniuga perfettamente lo stile più veloce all’avventura di ampio respiro, con risultati ammirevoli. La trama di base, semplice e lineare, viene finemente cesellata da un accattivante intreccio in cui Scarpa non si lascia sfuggire il più piccolo particolare, spiegando ogni dettaglio con il rigore di un Don Rosa ma con una sintesi, un’immediatezza e un’efficacia a quest’ultimo decisamente sconosciute.
    Come se non bastasse, l’autore non si limita al comporre un intreccio ben calibrato ma a questo intreccia un numero considerevole di gag, che spaziano dalle più immediate e schiette (Paperino nudo) a quelle più fini e satiriche, come le continue ed esilaranti frecciatine all’arte moderna, guarda caso legate ad un personaggio come Filo Sganga, in costante ricerca dell’arricchimento facile e del vivere alla giornata.
    Infine, la caratterizzazione dei personaggi. E’ in particolare quella di Paperino a colpire: il suo infantilismo, volutamente eccessivo e disturbante, non si dimostra volto solo alla semplice gag fine a sé stessa ma utile ai fini della storia in generale, andando a costruire una parabola interna che ricalca la popolare storiella dell’ “Al lupo! Al lupo!”
    Ed anche i nipotini vantano una caratterizzazione molto azzeccata, anche se più implicita e nascosta: loro sono l’altro lato della medaglia (una delle facce è ovviamente Donald), la cui maturità ed avvedutezza -che risalta ancora di più il comportamento puerile dello zio- non è insita nella loro natura (cosa che li renderebbe antipatici e saccenti), ma è una reazione all’atteggiamento del tutore. In un fine gioco di ruoli che ha quasi dello psicologico, s’intuisce come i paperini non siano seccati tanto dall’atteggiamento in sé, quanto dal vedere Paperino appropriarsi dello “status” di bambino che invece apparterrebbe di diritto -o meglio, per natura- a loro.
    Davvero un toccasana questa storia dalla comicità dirompente eppure sobria, grande lezione di stile da parte dell’immenso Scarpa.

    Piacevoli poi Paperino e Paperoga in “Schiuma negli Occhi” (Kinney/Hubbard) e Le Giovani Marmotte e una Balena da Salvare (Barks/Jippes), per quanto i remake di Jippes siano qualcosa di inconcepibilmente inutile.
    Insipida poi Duck Tales – Indietro nel Tempo… Per un Decino! (Don Rosa/Quartieri), ma che andava pubblicata per completezza, inutile Zio Paperone a Coyote City (Jonker/Gulien).
    Da segnalare infine la pin-up di Don Rosa, troppo affollata ed ispirata a Quest for Kalevala e la quarta di copertina ispirata a La Notte del Saraceno in cui Rota coglie l’occasione di inserire di soppiatto il proprio nome (come aveva già fatto nel precedente disegno dedicato al Deposito Oceanico).
  • ZP 215
    Numero dedicato al compleanno di Paperino. Non può essere meno evidente che in realtà il tutto è un pretesto per pubblicare un altro po’ di Gottfredson e soprattutto Paolino Paperino e il Mistero di Marte (Pedrocchi), che nel 1937 inaugurò Donald come qualcosa di più che semplice macchietta da gag elevandolo a protagonista di più corpose avventure. Un’innovazione internazionale, seconda solo al favolistico Donald and Donna, dell’inglese Ward, visto che all’epoca Paperino era solo in procinto di diventare il protagonista delle pur ottime strisce di Al Taliaferro: Barks avrebbe iniziato a lavorare sul personaggio, reinventandolo, solo nel 1942. Ovviamente questo implica che il Paperino protagonista di questa storia è ancora pieno di ingenuità, è il personaggio che per quanto simpatico nella sua frizzante esuberanza è alquanto piatto e stereotipato. Va detto anche che in certi punti Pedrocchi riesce a mitigare questa acerbità, coniugando il personaggio che tutti si aspettavano di vedere a situazioni un attimino più complesse per quanto sgangherate. La trama, per la quale Pedrocchi attinge al repertorio fantascientifico da lui sempre amato, è infatti zeppa di ingenuità, astrusità ed arcaismi. Anche i disegni sono ricchi di ingenuità, assai evidenti nella trasferta nello spazio e poi su Marte dove gli stilemi Disney anni ’30 vengono mescolati con quelli del fumetto fantascientifico dei medesimi anni, da Saturno contro la Terra, con i testi dello stesso Pedrocchi, allo statunitense Flash Gordon.
    La storia si fa comunque apprezzare, ovviamente dopo averla adeguatamente contestualizzata: è un’avventura pura e semplice, con molti elementi rurali ed una trama poco valorizzata dalla sceneggiatura ma non poi così male. E’ vecchiume, sì, ma invecchiato assai meglio di altro vecchiume illustre come Il Cobra Bianco o Il Satellite Artificiale, che strappa sempre un sorriso e che aumenta il fascino per una storia di un’epoca così distante eppure così vicina, in quanto fondamento essenziale dell’attuale approccio al Fumetto e alla narrativa.

    Il resto dell’albo ci offre un’ampiamente trascurabile La Chioccia Saggia fa da Sé (???/Eisenberg), sorta di remake di The Wise Little Hen, una simpatica per quanto sconclusionata storia del duo Kinney/Hubbard, Paperoga e la Guida Intemerata, e una robetta dello Studio Disney, l’insipida Zio Paperone e la Grande Bicchierata (Studio Disney/Scarpa), cui è dedicata la poco significativa copertina.
    Di ben altro interesse Topolino e il Mistero dei Cappotti (Osborne/Gottfredson): semplice ma gradevole storiella di tavole settimanali che vede Topolino affiancarsi al primo Paperino (deliziosamente burlone, come dimostrano le prime due tavole), di cui ci viene presentato lo zio Amos (Non è proprio mio zio, ma io vivo assieme a lui). La storia si conclude in un susseguirsi alquanto gustoso di gag (l’incompetenza dell’Ispettore Grillem, versione ante litteram di Manetta, su tutte) dando vita ad un piccolo gioiellino ingiustamente poco celebrato.
    Ad accompagnare questa bella breve, una simpatica autoconclusiva che vanta uno dei titoli più brutti e lunghi della storia, Paolino Paperino trova che i dolci di Clarabella siano indigesti (Osborne/Al Taliaferro).
    Carine le tavole di raccordo di Van Horn, titolate Paperino e la Ronfata del Compleanno, nonostante l’insolita colorazione (l’originale?).

    Poco azzeccata la pin-up di Don Rosa, che non coglie lo spirito di Paperino Re del Circo, bella invece la quarta di copertina di Rota, che tuttavia non rievoca immediatamente Paperino Pendolare cui si ispira.
  • Boschi l'ha accennato nel penultimo (a oggi) post del suo blog, e nei commenti del suddetto post si è scatenato il rumoreggiare al riguardo di questa notizia... http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.c ... l#comments
    ...Sul Papersera, se ne sta discutendo fin da ieri proprio in conseguenza alle parole di Boschi e Stefano Priarone... http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/Y ... 7748557/60
    ... Ormai è ufficiale una notizia che era ormai nell'aria da tempo...
    La testata "Zio Paperone", dopo vent'anni di carriera, chiude col prossimo numero, che uscirà ad agosto 2008.
    Era chiaramente nell'aria da un po', ma si pensava si arrivasse almeno fino alla fine del 2008 col numero di dicembre... be', la lunga agonia di questo periodico, ormia sempre più spettro svilito di quello che un tempo fu e rappresentò, è finita...si annuncia una nuova rivista per collezionisti che vada ad affiancare I Maestri Disney, vedremo quale sarà e cosa conterrà e come si poroporrà per forma e contenuti...
    per ora, aspettiamo quest'ultimo numero sperando sia almeno un buon numero, che chiuda degnamente una testata importante per il fumetto Disney in Italia.
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  • Zio Paperone 216 - Agosto 2008: l'ultimo numero

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    E alla fine, la triste ora è scoccata.
    Perchè si può star tanto a dire e discutere che Zio Paperone ormai era alla frutta, non aveva più niente da pubblicare, la sua esistenza non era giustificata e via dicendo. Tutte cose vere, il più delle volte. Ma di certo la fine di questa testata non può lasciare comunque indifferente l'appassionato di fumetti Disney, e anche di fumetto in generale. Perchè ultimamente hanno chiuso tante testate Disney, ma nessuna era nemmeno lontanamente importante quanto ZP.
    Perlomeno non hanno chiuso solo con una nota di addio a inizio albo come PK, Imperdibili o altro - che pure c'è anche qua - ma hanno dedicato tutto il numero al commiato.
    Vediamo nel dettaglio.

    Copertina. Da tempo Marco Rota non fa più le copertine di un tempo, a mio parere. Forse stavolta era meglio fare le cose in grande e eliminare la tradizione della copertina dedicata a una storia contenuta e farne una da commiato, una di addio con un bel Paperone insieme ad altri Paperi. Una stile n. 213. Ma vabbè. Ho visto comunque di peggio. Il soggetto è tratto dalla prima storia del numero, vede Paperino legato ad una sedia con Paperina che lo obbliga a mangiare e Paperetta Yè Yè che sbircia dietro alla cortina di fumo.
    Editoriale. Gli editoriali di addio alla chisura di una testata hanno sempre saputo di posticcio. Questo no. Sarà per le parole che ripercorrono velocemente la storia del mensile, sarà per la spiegazione pura e semplice del perchè si chiude, sarà per le foto di Boschi, Becattini, Cannatella (non la immaginavo per niente così), Rota e Ceresa in fondo, come se fossero di famiglia con lettore, ma di certo mi ha quasi commosso.
    Zio Paperone, 20 anni (e mezzo) dopo [articolo]. Boschi apre il numero con un articolo che ripercorre in una facciata la storia di Zio Paperone (bellissimo rivedere la copertina del numero 70), e poi fa una spiegazione d'insieme per tutte le storie presenti nel numero, spiegando che sono state scelte come ideale "consuntivo" di quello che ZP ha sempre offerto come tipologie di storie e autori.
    Paperetta Yè Yè e il ricettario abbuffatorio. Simpatica storia di Scarpa da autore completo (chine di Cavazzano), nata per "Topolino" e ristampata prima di oggi solo una volta. Vedere Paperetta protagonista di una storia non è così usuale, il bello è che si amalgama bene col resto del cast paperopolese, con un'irresistibile Paperone in formissima e un duo Brigitta/Filo Sganga molto divertente. Insomma, non un capolavoro, ma gradevole e simpatica. (LOL a pagina 35, quando Brigitta pensa che Filo sia scoppiato, e splendida faccia di Paperone nellultima vignetta a pag. 37)
    Paperino in: un giorno della vita di un papero. Una delle storie di Barks dopo il suo pensionamento ridisegnate da Jippes. Che dire? La trama è totalmente fuori di testa, assurda quasi, con un Paperino caratterizzato in maniera strnianante quasi, con la sua smodata passione per la sua macchina da corsa. Senza contare che per ben due volte gareggia su strade di città con quella macchina!!! Be', eppure anche così lo riconosco come il nostro solito Paperino. Adoro quel papero, ha mille sfaccettature il suo carattere, possono variare sempre e resta sempre lui!
    La storia risulta gradevole proprio perchè assurdamente divertente. Per i disengi...che dire? A me il tratto di Jippes piace, e tanto, quindi ho gradito questa versione (specie se confrontata con la tavola della preceente versione, pubblicata nell'articolo di Boschi).
    Le ultime pin-up [articolo]. Boschi chiude il capitolo "Pin-up di Don Rosa" con cinque facciate di articolo in cui prima pensa a chiarire i riferimenti di quelle pubblicate nei numeri da 197 a 215, e poi pubblica (in dimensioni ridotte e con piccola nota che le contestualuizza) quelle che mancavano dalla pubblicazione in Italia. Inedite, dice, ma a me sembra di averle viste on web. Forse si intende inedite in Italia su carta. Chissà perchè la prima, ripubblicata in piccolo, è "allo specchio"? Di certo è quello che è stato scelto per citare Don Rosa nell'ultimo numero della testata che lo ha presentato in Italia.
    Paperino e le mele d'oro. Storia recente recente, su soggetto di Barks (che fu poi scartato ai tempi), che viene presa e contruita da Geoffrey Blum e disegnata dall'ovvio Jippes, è un'altra storia molto molto gradevole, e divertente. Anche qui c'è traccia di follia, meno che nel Giorno da Papero, e la trama non è scontata. Un normale siparietto tra Donald e Daisy viene ravvivato dalla leggenda di Atalanta, dalla pantomima organizzata dal sindaco e dalle donne di Paperopoli e da Amelia, che interviene a sorpresa per dare il giusto pepe (e le giuste complicazioni) al povero Paperino. Una breve di tutto rispetto, mi è piaciuta, si è fatta leggere bene.
    Paperino, Paperoga e il gatto da riporto . Non poteva mancare una storia di Kinney/Hubbard con Paperoga e Malachia, in quest'ultimo numero. Divertente come al solito, ho anche scoperto da dove un utente del Papersera ha preso la sua firma (nello scambio di battute della prima pagina tra Paperino e Paperoga).
    Zio Paperone dalla A alla Z [articolo]. Il contributo di Beccatini al giornale si concentra in questa "enciclopedia" dello scibile paperoniano. Niente di particlare, in effetti, se non un paio di curiosità o cose poco note perchè prese magari da una singola storia probabilmente apparsa su ZP in passato.
    Zio Paperone e gli striduloni. Kinney e Hubbard ancora, per una storia un po' inverosimile e affrettata per il tema che propone, comunque scontatello. Dimenticabile, finale floscio. Non mi sembra nemmeno di Kinney e Hubbard, sicuri che il sommario non abbia sbagliato ad assegnare la storia? Nemmeno i disengi sembrano quelli di Hubbard...boh!
    Disegno. Un bel disegno a tutta pagina realizzato da Cesar Ferioli apposta per i lettori di ZP e per l'ultimo numero di questa testata: raffigura infatti un Paperone stanco, seduto su una pila di ZP. Probabilmente arrivatoci grazie e Bacattini, come sempre con queste opere autografate di autori esteri.
    Retrocopertina. Altro bel dipinto a olio di Rota, stavolta dedicato all' Arrosto della salvezza, secondo episodio con Mc Paperin.

    Che dire? A parte l'ultima storia e l'articolo dalla A alla Z, un numero di tutto rispetto, la fine di un'era. Bella è stata l'idea di non limitarsi all'editoriale di inizio numero per dare l'addio ma ricordarlo in tutti gli articoli. E bello che le storie e i contenuti cmprendano Barks, Jippes, Don Rosa, Scarpa, Kinney/Hubbard, cioè un menù classico di quello che ha proposto ZP nel corso degli anni. Inoltre le pin-up Donrosiane non solo hanno citato Don Rosa ma anche un sacco di storie sue e di Barks che hanno popolato le pagine di questa testata davvero storica.
    Io non ero un assiduo lettore di ZP, ho iniziato ad appassionarmici tardi, e possiedo un po' di numeri tra le ristampe dei primi, qualche Raccolta ZP e negli ultimi anni alcuni numeri che trovavo in edicola (all'inizio nessuna mia edicola lo riceveva). Ma ciononostante sono molto affezionato alla rivista e ai curatori, che hanno dato vita poi ai Maestri Disney e a tanti volumi one shot con storie preziose e commentate a puntino. Grazie quindi a Lidia Cannatella, Luca Boschi e Alberto Becattini, fulcro del team di Zio Paperone e di altre testate dalla stessa atmosfera.
    In attesa di una futura nuova testata per collezionisti, come scritto nell'editoriale, godiamoci la cronologica di Barks col Corriere.

    Edit:
    Zio Paperone e gli striduloni. Kinney e Hubbard ancora, per una storia un po' inverosimile e affrettata per il tema che propone, comunque scontatello. Dimenticabile, finale floscio. Non mi sembra nemmeno di Kinney e Hubbard, sicuri che il sommario non abbia sbagliato ad assegnare la storia? Nemmeno i disengi sembrano quelli di Hubbard...boh!
    E infatti -_- ...sul suo blog Luca Boschi (http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.c ... ce-ne.html) pubblica il sommario corretto del numero, e ne salta fuori che la storia in questione è da assegnare a:
    Testo di Paul Halas / Sceneggiatura di Donne Avenell / Disegni di Daniel Branca.
    Ultima modifica di Bramo il giovedì 21 agosto 2008, 22:59, modificato 1 volta in totale.
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  • Ho ben poco da dire, ormai.

    Forse per la prima volta una rivista importante della Disney ha preferito chiudere anzitempo, evitando così il prolungarsi di un'agonia sempre più evidente (fosse stata un'altra testata ci avrebbero provato ancora, proponendo altri numeri scialbi), la cui "morte" ha ricevuto persino il placet dei lettori, e motivandone la scelta (carenza di materiale interessante da pubblicare), che in questo caso non è dettata solamente dalle scarse vendite, come da copione. Il numero dell'uscita di scena, con tanto di articolo di commiato, ha dimostrato il dialogo fra redazione e lettori che ha quasi sempre distinto questa rivista nel corso degli anni. E' triste, ma almeno l'epopea di "ZP testata per collezionisti", per quel che poteva dare, si è chiusa bene. Speriamo in bene nel suo successore...

    Due annotazioni per la storia in apertura:

    1) bizzarra la presenza di Orazio e Clarabella a Paperopoli "Sud"... si fosse trattato solo di quest'ultima, l'avrei potuto capire, visto che spesso fa capolino nelle storie di Paperina, ma qui i due vivono pure nella stessa abitazione!

    2) Paperetta a pag. 17 si toglie il bolerino per sventolarlo a PdP, ma... un momento! Nella stessa vignetta lo ha ancora indosso (o forse ne aveva uno sopra l'altro? :P )!
  • ZP 216
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    Zio Paperone No More! Il fatidico momento è arrivato per quanto si sia rimandato più e più volte cercando di rattoppare le numerose falle con soluzioni decisamente discutibili. Si è deciso di troncare l’interminabile coma di una testata da tempo morta cerebralmente, nonostante i recenti miglioramenti e gli accenni ad una presunta conversione.
    Eppure dispiace, va detto. Sembrerà strano ma anche chi da più tempo invocava la morte della testata, ritenendola l’unica soluzione plausibile insieme alla tanto discussa e tanto difficoltosa ed improbabile riconversione, non può fare a meno di sentirsi dispiaciuto non solo per la testata in sé (i motivi sono strarisaputi sia dal punto di vista storico che da quello personale, che accomuna tutto il fandom degli appassionati) ma anche per le persone che ci sono dietro e che vediamo sorridenti (beh, Becattini non proprio…) nelle foto nell’estremo saluto della redazione. Quelle persone che si sono sbattute all’inverosimile per noialtri, regalandoci qualcosa di immenso come il ZP che fu e l’attuale cronologica di Barks; quelle persone che anche nel deprimente affossamento degli ultimi anni si sono sforzate di far emergere qualcosa di buono. Come la già citata cronologica e la timida ma significativa introduzione di Gottfredson negli ultimi tempi, quasi a ricordarci che una pianta non muore senza dare frutto (cit.). Noi ci speriamo.

    Sobrio, l’ultimo numero. Senza forzature del caso, tranne che nella claustrofobica e frettolosa rassegna delle due ultime pin-up di Rosa (anch’egli, con il suo ritiro, complice della chiusura). Modesta Paperetta Yè-Yè e il Ricettario Abbuffatorio (Scarpa), che ha il pregio di gestire con efficacia un cast di personaggi variegato; necessaria la pubblicazione del remake barksiano Paperino – Un Giorno nella Vita di un Papero (Barks/Jippes), assai meno Paperino e le Mele d’Oro (Blum/Jippes), con un Jippes poco piacevole. Chiudono una bella storia del duo Kinney/Hubbard e una danese superflua quanto la minienciclopedia di Becattini, che ci ha regalato articoli decisamente migliori.

    Zio Paperone chiude così la sua corsa senza farsi rimpiangere troppo, lasciando comunque un vuoto nel panorama logistico delle testate di una Disney che tra alti e bassi si affanna cercando di riaffermare uno status stabile e ben definito.
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