[Disney] Zio Paperone

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Certe volte proprio non ti capisco ::S:
    A presto,
    Michele
  • Quackmore ha scritto:Certe volte proprio non ti capisco ::S:
    bahaxtrugzl.
  • Dicono che il nuovo numero, quello con Don Rosa sia fatto malissimo, con addirittura una storia pubblicata a due vignette per pagina e senza redazionali o posta. Che sia il canto del cigno?
  • Grrodon ha scritto:Dicono che il nuovo numero, quello con Don Rosa sia fatto malissimo, con addirittura una storia pubblicata a due vignette per pagina e senza redazionali o posta. Che sia il canto del cigno?
    Credo proprio che lo lascierò con il #205.
    Per me, prendere Zio Paperone è sempre stato un problema, dato che nella mia edicola non arriva. A questo punto...
  • Grrodon ha scritto:con addirittura una storia pubblicata a due vignette per pagina
    ovviamente ci sono 2 strisce per pagina.
    Ultima modifica di Pacuvio il sabato 16 dicembre 2006, 00:29, modificato 3 volte in totale.
    Immagine
  • ovviamente si scrive strisce

    :P
  • Crossposto (con variazioni) dal Papersera:

    Dunque, la storia di Don Rosa non è accompagnata da alcun articolo, nè a precederla nè a seguirla, e la cosa mi ha un po' (diciamo pure decisamente) infastidito. In compenso c'è un articolo che accompagna le strisce, 4 pagine ma quasi tutte occupate da foto e disegni, e c'è un articolo decisamente interessante su Walt Disney nella ricorrenza dei quarant'anni dalla sua morte (io nato il 14.12.1966, lui morto il 15.12.1966; neanche ventiquattr'ore insieme su questa terra...), e ciò fa guadagnare punti al numero.
    Non credo che ZP chiuda con questo numero, ma pubblicare quelle strisce in quella maniera è stato un autogol clamoroso. O c'è stato qualche problema tecnico che ha impedito, ad esempio, di pubblicare qualche altra cosa prevista per questo numero, ed hanno dovuto fare di necessità virtù, o non so cosa pensare. Oltretutto, vista questa situazione, stampando le strisce quattro per pagina anzichè due, ci sarebbe stato abbondante posto sia per la posta che per le anticipazioni del prossimo numero (ed inoltre, come suggeritomi da una persona incontrata casualmente poco fa, si sarebbe potuto stampare le strisce in verticale anzichè in orizzontale).
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
  • ma alla fine 'sta storia è bella o no?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ma sono domande da farsi?
  • Per me, a pubblicare le strisce in verticale anziché in orizzontale si rischia di renderle molto piccole (come accadeva con "Topomystery"). Per le strisce ci vorrebbe un bel fascicolo piú largo che alto, di una pubblicazione apposita.
  • Infatti eventualmente se ne sarebbero dovute stampare sempre due per pagina; già con il formato ZP avrebbero avuto una resa migliore rispetto alla bruttura che è uscita fuori stampandole in questa maniera.
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
  • Alle ha scritto:io nato il 14.12.1966
    Ma allora auguri! :beer: (anche se in ritardo ;) )
  • Ah, auguri anche da parte mia, compratore di fumetti esteri.
  • Pochi articoli, niente posta, niente anticipazioni, due strisce per pagina… ma l’albo è davvero buono, di gran lunga superiore agli ultimi due numeri. La copertina di Rota è bruttina ed affrettata e non riesco a digerire ancora il cambiamento stilistico del giornale, ma l’articolo di Boschi è davvero accurato ed interessante, pieno di curiosità (come ad esempio la genesi dei nomi originali dei nipotini). E poi ci sono le storie.
    Zio Paperone – La Prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca (Don Rosa): la storia attesissima da donrosiani e non. Per tempi, atmosfere, ritmo e dialoghi non eccelle certo tra le storie di Don, ma rimane comunque un otima storia confezionata con dovizia. L’inizio, soprattutto la prima tavola, è un po’ legnoso (e non troppo originale, sopratutti per i donrosiani “veterani”), ma poi si procede speditamente; peccato per la divisone in episodi che frammenta il ritmo e frena bruscamente la storia. La trama è, come al solito, ben orchestrata e Don non manca di inserire la sua rivisitazione in chiave comica di alcune personalità realmente esistite. A tal proposito devo fare una nota di disappunto per l’apparizione di Wyatt Earp, il cui personaggio non collima, né caratterialmente, né fisicamente, con quello incontrato da Scrooge nell’ottavo capitolo della Saga, L’Argonauta del Fosso dell’Agonia Bianca. Davvero strano per un nerd… ehm… un filologo del calibro di Rosa. Ma questo non intacca la bellezza della storia, che con le sue battute dissacratorie dagli ameni doppi sensi entrerà di sicuro nelle storie-tabù della Disney. Tuttavia bisogna ammettere che l’universo di Don, e questa storia ne è la conferma, si discosta leggermente dal Dinsey tradizionale e, anche se rischio di attirarmi gli schiaffoni virtuali di qualcuno, oserei dire che l’autore del Kentucky abbia modellato a suo piacere l’universo di partenza, creandone uno suo, personale ed autonomo da non confondere con l’originale. E’ per questo che in alcuni tratti la storia non sembra essere Dinsey e magari i tradizionalisti più ferrei rimarranno scioccati da questa avventura. Ma chissenefrega dei tradizionalisti, dico io, questa storia è uno splendido esempio do come si possa uscire dagli stilemi tradizionali senza dover necessariamente snaturare i personaggi. Non ho gradito molto, invece, l’esaltazione delle abilità di Paperone; Don ne aveva già fatto un uso comico e più sapiente in passato, ma qui si eccede con un cercatore che sfiora quasi l’onnipotenza assuefacendo il lettore alle scene surreali, a tal punto che l’inseguimento finale, di per sé fantastico, finisce per stancare. E poi, oddio, in Cuori dello Yukon Don aveva creato uno splendido gioco di contrasto/complicità tra Paperone e Doretta, un gioco implicito, più intrigante e ambiguo, mentre qui è tutto toppo esplicitato e il rapporto di odio/amore tra i due è troppo asettico e scisso in finto odio/vero amore, quando nella storia sopra citata formava un sentimento unico, più inafferrabile ma decisamente più affascinante. Questo rapporto si ritrova un po’ nella scena del “combattimento” finale tra i Paperone e la Stella del Polo (bellissima l’ultima striscia di p. 36!) che dopo cade un po’ troppo nell’esplicito (ma cosa fanno dopo, per tutta la giornata?!? Abbiamo capito da dove arriva Paperetta Yè Yè…). Fortunatamente gli inchiostri non sono troppo pesanti come pronosticato, e il disegno ne trae beneficio. Brutti invece i flashback da altre storie, ora di Don, ora di Barks, che creano un odioso miscuglio Barks-Don-ibrido Barks/Don. Insomma, Rosa avrebbe potuto sistemare le cose un po’ meglio, ma la storia con il suo spirito, le sue gag, le sue scene d’azione risulta veramente una delle più belle degli ultimi tempi.
    Paperino Chiromante (Pedrocchi/Pinochi): c’era una volta un genio. Un genio di nome Federico Pedrocchi, che sapeva imbastire una trama che sarebbe stata incredibilmente attuale dopo 66 anni; una trama calata in un contesto a metà tra la realtà rurale di Gottfredson e quella borghese delle stips di Al Taliaferro, dinamica, satirica, irriverente, spiritosa. Quel genio era in grado di caratterizzare splendidamente un misconosciuto Paolino Paperino, rendendolo sì iracondo e pasticcione ma anche astuto, burlone e risoluto. Per non parlare poi di un magnifico Pippo, un po’ sciocco “alla Disney Italia” ma non troppo, caratterizzato sempre e comunque dalla sua logica sconclusionata ma impeccabile. O di un Gambadilegno credulone, o di un Eli Squick disincantato, che risulta paradossalmente “cattivo” pur essendo nel giusto. Beh, non si può far altro che elogiarlo un genio così e ringraziare caldamente la redazione di Zio Paperone per averci regalato la possibilità di gustare la sua maestria sotto le feste. I disegni sono ovviamente ingenui, ma intrisi di un fascino morboso “vecchio stile”.

    Possiamo aspettarci di più dopo questi due capolavori? No, e infatti l’albo prosegue con uno scialbo riempitivo, Nonna Papera e i Corvi di Natale (?/Bradubury), di cui avrei fatto volentieri a meno, e con la tanto criticata storia a due strisce per pagina, Zio Paperone e il Problema dei regali (LØkling/Midthun) breve storiella natalizia, non malaccio; discreta, direi, con quale felice gag (lol per i nipotini smaliziati: “…comportamento generalmente buono.” Punto.). Disegni invece fondamentalmente buoni ma imperdonabilmente affrettati.
  • Io sono soddisfatto della storia. E' come doveva essere, e ci ho trovato qualcosa di più di quello che mi aspettassi: impiccagioni, doppi sensi, allusioni inseriti con la maestria di cui Don è il padrone assoluto. I disegni sono buoni, se escludiamo i flashback come dice Portamantello. Io avrei evitato le prime tre pagine, una fatica inutile: chi legge questa storia, sa già quali sono i presupposti!

    E bellissima la storia di Pedrocchi. Ho amato la sua caratterizzazione di Pippo.
    A presto,
    Michele
  • PORTAMANTELLO ha scritto: Zio Paperone – La Prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca (Don Rosa): [cut titanico] Questo rapporto si ritrova un po’ nella scena del “combattimento” finale tra i Paperone e la Stella del Polo (bellissima l’ultima striscia di p. 36!) che dopo cade un po’ troppo nell’esplicito (ma cosa fanno dopo, per tutta la giornata?!? Abbiamo capito da dove arriva Paperetta Yè Yè…) [altro cut titanico]
    MA ROFTL!! :P :P :P
    Ma d'altronde l'ho sempre detto, io!
    (guarda qui!)
    "... In fondo basta poco per fare felice qualcuno...come la simpatica Nocciola, che crede di volare su una scopa!" - Luciano Bottaro
  • Zio Paperone #206

    Sono passati mesi e mesi da quando è uscito IL numero di Zio Paperone, un numero importante per tante ragioni, contenutistiche soprattutto. Certo, non ci si può lamentare riguardo ai contenuti di un numero che propone una storia di Don Rosa, una di Pedrocchi e l'esperimento della storia a strisce norvegese. Rimane sempre il fatto che per questi due mesi è andata così, ma quanto si potrà andare avanti affidandosi a sporadiche botte di culo? Zio Paperone ha una formula disordinata e pasticciata con un prezzo che spesso e volentieri non giustifica il contenuto. Probabilmente la bimestralità li ha avvantaggiati, rimane sempre il fatto che mettere insieme un numero di pagine sufficienti a creare un bel numero non è e non sarà sempre possibile. Con la bimestralità hanno solo diluito il problema, non l'hanno mica risolto. Oltretutto per un numero dai contenuti giusti molte altre cose sono sbagliate. Per prima cosa la distribuzione: Zio Paperone è diventato introvabile. Almeno per quel che riguarda la mia esperienza personale, ho faticato parecchio a trovarlo, e la cosa non capitava da...quando lo compravo regolarmente.
    Poi veniamo alle rubriche: niente pagina della posta, niente preview del prossimo numero. Ma cosa ancor più grave, niente articolo introduttivo per La Prigioniera. E questo è blutto, perchè per quanto la storia possa essere discussa o discutibile, rimane importantissima e merita come minimo un due parole in cui Boschi o Beccatini spieghino dove e come si colloca, che cos'è, perchè c'è etc etc. Poi c'è l'orrore della storia a strisce pubblicata con due strisce ORIZZONTALI per pagina, con ovvio spreco di spazio, che fanno pensare a un disguido in fase di stampa. E la supervisione? O forse volevano riempire pagine che altrimenti sarebbero rimaste bianche? Mah e bah. Passiamo poi all'articolo che introduce Pedrocchi, che salta di palo in frasca senza attinenza alcuna con la storia in questione. Che senso ha parlare dell'anniversario di Walt per poi cambiare discorso? Mi puzza di forzaturona. Un ultimo appunto riguarda la pin-up disegnata da Don Rosa che dovrebbe riguardare il re del fiume d'oro...com'è che il folletto è completamente fuori da una qualsiasi prosepttiva tridimensionale? Pare appiccicato ad un vetro.

    Zio Paperone - La Prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca (Rosa): Lo aspettavamo da troppo tempo e finalmente è giunto. Il capitolo 8 bis della saga che si va finalmente a interporre tra l'ottavo L'Argonauta del Fosso dell'Agonia Bianca e l'otto tris, Cuori nello Yukon. Ad esser proprio precisini si potrebbe inserire in questa cronologia su Doretta anche il lungo flashback presente nella Stella del Polo di Barks (tra l'8 e l'8 bis) e quello de L'Ultima Slitta per Dawson (tra l'8 tris e il 9). Ma filologismi sterili a parte, possiamo finalmente dire che con questa storia ogni lacuna è stata colmata, e dopo cinquant'anni in cui la storia tra Doretta e Paperone era stata sempre aggirata, abbiamo finalmente il tassello definitivo. E ora non c'è più altro da dire.
    Anzi no, c'è da dire che il tassello è così definitivo da passare alla storia anche come la storia a fumetti Disney più spinta di sempre, visto che in più di un'occasione Don Rosa si lascia andare ad allusioni, sottintendimenti e battute equivoche. E se da un lato la cosa può esaltare il nostro lato più nerd, dall'altro è il segnale di come le cose vadano male laggiù in Egmont, casa editrice in cui un solo autore può fare quello che vuole, mentre gli altri vivono all'ombra di schiaccianti ereditità stilistiche, nonchè di regole astruse come "non si può utilizzare Pico de Paperis in nessuna storia", "non si può disegnare una storia col singhiozzo" o "non si può dire la parola GESSETTO".
    Ma giusto o sbagliato, ormai questa storia è stata fatta e così come le altre si va ad aggiungere al vangelo degli appassionati. Per prima cosa mi sento di dire che appena aperto l'albo ho avuto una gradita sorpresa che mi ha ripagato del disgusto dell'aver dovuto cercare Zio Paperone per una settimana in ogni angolo di Padova. La gradita sorpresa son le chine. Dopo anni e anni che le storie di Don vanno peggiorando sotto l'aspetto grafico, appesantite da inchiostrature in perfetto stile superchicche, qui ci ritroviamo finalmente di fronte alla linea leggera della Saga, piacevole e non opprimente. Una scelta mirata o un casuale rinsavimento? Fattostà che questo ha contribuito ad aumentare il mio gradimento verso LaPrigioniera. Certo, il tratto di Don Rosa è invecchiato maluccio e lì proprio non c'è niente da fare, però con le chine leggere è tutta un'altra cosa. Ma cos'è un mio post su Don Rosa senza le consuete e necessarie critiche? Stavolta metto alla gogna l'inizio della storia. A parte che gradirei che Don si decidesse sul presentarci questi extra come flashback o ambientati direttamente al passato, ad ogni modo rimango dell'idea che alle prese con la Saga, Don sia nel suo elemento, si senta a suo agio e i risultati si vedono. Oltretutto dovendo per forza raccontare il passato di Paperone, Don si libera dell'esigenza di dover infilare la continuity in ogni balloon e la mette direttamente in primo piano, senza soffocamenti, snaturamenti o forzature eccessive. Il contrasto tra il Don ansioso e citazionoso e il narratore serafico e disteso si ha tutto nell'inizio, che partendo nel presente, è zeppo di citazioni, riferimenti, dialoghi poco spontanei tra Paperino e nipotini. Ma è un piccolo prezzo da pagare, che permette di avere il simpatico finale, e visto che è solo una cornice non me ne preoccuperei troppo. C'è da preoccuparsi un po' di più per le guest star che ormai Don inserisce appena può. Una ogni tanto può starci ma così è troppo, sembra di star guardando i Simpson, ci mancano solo i doppiaggi celebri. E oltretutto la sottotrama di Wyatt Earp e soci è ben poco interessante e noiosa, sembra ficcata lì tanto per dare alla storia un corpo, da adornare con le scaramucce tra i due piccioncini. Scaramucce adorabili, beninteso. Molto bello invece il finale che dopo il climax vede la famosa scena del congedo narrataci di Barks, piegata ad esigenze narrative che anzichè schiacciarla, una volta tanto, la valorizzano. In ultimis voglio spezzare una lancia in favore del Paperone supereroe che molti additano come eccessivo. A me piace, ci sta tutto e diverte pure. Non è certo questo che cambierei nelle storie di Don Rosa.
    Concludo con una nota di demerito per la redazione che con un numero come questo si è permessa di trattare la storia come una schifezzuola senza dotarla di una bella introduzione.

    Paperino Chiromante (Pedrocchi/Pinochi): Mi linciate se vi dico che non mi è affatto piaciuta? Avevo preferito di gran lunga la storia precedente. Certo, ho apprezzato la volontà di usare un largo cast, mantenere una continuity. Un po' meno quella di sconfessarla nella stessa storia (Paperino che dà del voi a Meo Porcello, che nella storia precedente aveva mostrato di conoscere? Ma dove siamo, nei Looney Toones?). Mi è sembrato un guazzabuglio di situazioni poco credibili e poco divertenti, e pure un po' snaturanti per i caratteri dei personaggi che poche volte mi erano sembrati così boccaloni e poco intelligenti. Mah, spero di leggere di meglio.

    Nonna Papera e i Corvi di Natale (Bradbury): Storiella ordinaria anni 50, di quel genere che se le becco all'interno di una vasta antologia non storco il naso, mentre inserita in questo contesto sì.

    Zio Paperone e il Problema dei Regali (Lokling/Midthun): Ma sapete che mi è piaciuta? E parecchio anche. Per essere un tentativo di storia a strisce moderna non è affatto male, l'ho trovata garbata e gradevole, con gag carine e disegni ottimi. Certo, ci sono un paio di svarioni alla base (Paperone che POSSIEDE la fabbrica di Babbo Natale, i paperi che per l'ENNESIMA volta conoscono Babbo Natale) ma nel complesso ha un suo perchè. Bravi!

    E adesso mi metto in attesa del lontanissimo giorno in cui acquisterò un altro numero di Zio Paperone. See You!
  • Grrodon ha scritto:Paperino Chiromante (Pedrocchi/Pinochi): Mi linciate se vi dico che non mi è affatto piaciuta?
    Non ti lincio, però non capisco.
    A me ha divertito tantissimo. Complice anche il fatto che le caratterizzazioni sono si ancora grezze, ma le trovo ancora azzeccate, soprattutto se le metto nel contesto da cui provengono.
    Zio Paperone e il Problema dei Regali (Lokling/Midthun): Ma sapete che mi è piaciuta? E parecchio anche.
    A me più che altro per il riferimento agli inizi di Paperone come lustrascarpe :asd:
    E adesso mi metto in attesa del lontanissimo giorno in cui acquisterò un altro numero di Zio Paperone. See You!
    Idem... -_-
    A presto,
    Michele
  • Quackmore ha scritto: Non ti lincio, però non capisco.
    A me ha divertito tantissimo. Complice anche il fatto che le caratterizzazioni sono si ancora grezze, ma le trovo ancora azzeccate, soprattutto se le metto nel contesto da cui provengono.
    Ecco appunto, contestualizzare. Quel che intendo è che se per farmi piacere una cosa la devo contestualizzare allora non ne sto veramente fruendo, ma la sto studiando. Il che mi può stare anche bene, eh, però allora è il caso di fare un discorso differente. Constestualizzare è sacrosanto, ma quando una cosa vecchia ti piace senza il bisogno di fermarsi a pensare all'età che ha allora è ancora più sacrosanto. Tutto questo è per dire che tutti i vecchiumi di cui mi cibo (Scarpa, Biancaneve, le Silly Simphony, Gottfredson) mi piacciono veramente, non li trovo quasi mai datati, ne avverto tuttora la loro freschezza. Vorrà dire o no qualcosa?
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