[Disney] Zio Paperone

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Bel thread. D'ora in poi sarà usato praticamente SOLO per criticare Don Rosa.
  • #198

    La ragione d'esistere di questa testata, da una mano di tempo mi sembra sempre più labile. Barks è finito, Don Rosa da solo non regge una pubblicazione dedicata, la pubblicazione minore di Rota e Scarpa non soddisfa, gli autori danesi sembrano più impegnati a ricalcare pedissequamente il tratto Barksiano piuttosto che seguirne le innovazioni e infine gli autori americani contemporanei a Barks hanno realizzato storie che per quanto rare non hanno motivo di apparire in una testata di prestigio come Zio Paperone, e che preferirei vedere relegate in un più adatto Grandi Classici. E infatti questo numero ecco uno Scarpa su testi del Disney Studio Program, un Rota Egmont che più banale non si può, un Branca e una storia di Fallberg e Hubbard con personaggi tratti dall'animazione, che ha l'unico pregio di giustificare un interessante articolo di Beccatini. Ma per fortuna c'è Pedrocchi:

    Paperino fra i Pellirosse (Pedrocchi/Pinochi): Finalmente Zio Paperone ha deciso di pubblicare questo autore, poco conosciuto per quanto importantissimo, che sul finire degli anni 30 capì le potenzialità del personaggio di Paperino lanciandolo in Italia in una serie di lunghe storie ad ampio respiro, legate con continuity, che ripescavano elementi classici mischiandoli con nuove tematiche e personaggi. Pedrocchi è quindi il grande precursore, attivo un decennio prima che il Topolino tascabile arrivasse nelle edicole e che la scola Disney Italiana cominciasse definitivamente a formarsi. Un'anomalia quindi nel panorama fumettistico Disney, che da questo mese fa il suo ingresso su Zio Paperone, con una storia che presenta un Paperino assai Taliaferriano fare coppia con il Meo Porcello de La Gallinella Saggia e confrontarsi con uno dei primissimi personaggi creati in Italia: Bartolomeo Circonlocuzioni, detto Il Gatto. Non che l'apparire di Pedrocchi, la cui opera non è certo vasta, risolleverà di molto le sorti del giornale, tantopiù che si è deciso di partire da una sua storia intermedia, con tanti saluti alla conitnuity e alla pubblicazione cronologica. Mah...
  • Io però non sono d'accordo. Non parlo del 198, parlo di ZP in generale che secondo me è ancora una gran testata. Il meglio, coi Maestri Disney e i Grandi Classici... se posso essere sincero trovo che l'ipercriticismo che si sente ultimamente (sul Papersera, ma anche altrove) sia parecchio esagerato.

    Come dici Barks è finito, e io aggiungo per fortuna che non si è ricominciato da capo. Basta Barks nelle solite salse... o si fa una bella ristampa cronologica, di lusso, in bianco e nero, o evitiamo di riproporlo ancora così a breve. Va bene sui Grandi Classici (dove ha senso, per motivi storici, nel formato rimontato del Topo) e basta.

    Va benissimo Don Rosa, naturalmente, anche se ovviamente è una persona sola e quindi se già fa due storie all'anno ci va bene. Incomprensibili sia quelli che lo vogliono sempre (fisicamente impossibile) sia quelli che non lo vogliono mai (che in teoria allora avrebbero dovuto smettere di acquistare ZP con il numero 69).

    E vanno benissimo anche tutti gli altri, a partire dallo Scarpa dello Studio (dove vogliamo metterlo se no? Sulle (im)perdibili?) e dal Rota recente, che è comunque ottimo. Ok, ovviamente non TUTTI gli altri, a Vicar dovrebbero proibire di toccare una matita ormai, ma non si può esser perfetti.
  • Io però non sono d'accordo. Non parlo del 198, parlo di ZP in generale che secondo me è ancora una gran testata. Il meglio, coi Maestri Disney e i Grandi Classici... se posso essere sincero trovo che l'ipercriticismo che si sente ultimamente (sul Papersera, ma anche altrove) sia parecchio esagerato.
    Guarda, io sono uno di quei maledetti ipercritici. E sebbene consideri anch'io Zio Paperone, come impostazione e idea di fondo, una gran testata, non riesco a sentirmi soddisfatto della piega che ha preso. Tantevvero che ho smesso di comprarlo, lo prendo solo quando c'è uno Scarpa/Scarpa, un Don Rosa o, adesso, un Pedrocchi. Non vedo perchè dovrei leggere storielle di poco conto che per me non hanno alcun significato. Vabbè sono rare, ma se quando le leggo sbadiglio e non mi lasciano niente non vedo perchè spenderci un qantitativo non indifferente di soldi. Quando prendo i Grandi Classici sono molto meglio disposto ad affrontare la lettura delle storielle di Strobl o di Super Pippo dal momento che li vedo come piccoli intermezzi tra una grande storia e l'altra. Ma di fatto una testata come Zio Paperone ora come ora si regge esclusivamente sulle storie-evento che ogni tanto pubblica, mentre il resto è, per me che sono un lettore medio, irrimediabilmente fuffa.
    E vanno benissimo anche tutti gli altri, a partire dallo Scarpa dello Studio (dove vogliamo metterlo se no? Sulle (im)perdibili?) e dal Rota recente, che è comunque ottimo. Ok, ovviamente non TUTTI gli altri, a Vicar dovrebbero proibire di toccare una matita ormai, ma non si può esser perfetti.
    Perchè questo accanimento verso Vicar? Io penso che Vicar, Branca e tutti gli altri egmontiani siano ottimi creatori di brevi. Quando li leggo mi diverto abbastanza, ma sono brevi e come tali non lo reggono da solo un giornale. Zio Paperone è giunto alla fine, secondo me, è partito come ristampa cronologica di Barks e come tale è finita. Poi c'è stata le serie bianca che secondo me è stata ottima per i primi anni, proponendo Barks, Don Rosa e altre storie su cui operare confronti. Si è ripresa poi con la pubblicazione di Scarpa ma adesso ha davvero finito la benzina e la struttura mista che adesso la caratterizza mi sa di motivo disperato per prendere tempo in attesa di un qualcosa che imprima la svolta. L'unica cosa che avrebbe senso fare per proseguirla sarebbe abolire la limitazione ai paperi (che senso ha ora come ora?) e passare alla ristampa di Gottfredson. Ma siccome sembra impossibile direi - e lo dico da tanto - che l'ideale sarebbe chiuderla e far rifluire le sue componenti dentro due testate che in questo modod ne verrebbero nobilitate. Un Grandi Classici con articoli di Boschi e Beccatini sarebbe ad esempio il mio sogno, e un Mega 3000 tramutato nel miglior contenitore possibile di storie Disney non italiane potrebbe trarre notevole beneficio dalla pubblicazione di Don Rosa. Bisognerebbe però avere coraggio.
  • Grrodon ha scritto:un Mega 3000 tramutato nel miglior contenitore possibile di storie Disney non italiane potrebbe trarre notevole beneficio dalla pubblicazione di Don Rosa. Bisognerebbe però avere coraggio.
    Infatti... ci vorrebbe coraggio a relegare Don Rosa su Mega 3000!!! :cazz:
    Ma dico, mi vuoi far morire con queste dichiarazioni? :,(
    Se proprio ZP dovesse chiudere... auspicherei un "Maestri Disney" annuale per Don, che raccogliesse le sue inedite :sbav:
    A presto,
    Michele
  • Vabbè, ficcatemelo un po' dove volete Don Rosa, ma io intendevo rifondare del tutto pure il Mega 3000, con interessanti retrospettive e rubriche "geografiche" che farebbero luce su tutti gli autori del globo, dal brasile, alla gran bretagna, passando per la danimarca.
    Perchè ora come ora non è che Don Rosa sia pubblicato in compagnia di storie così edificanti.
    Indomma, io diversificherei le testate seguendo una regola ben precisa. I Grandi Classici (magari fondendolo coi Classici) sarebbe la testata di ristampe per eccellenza, mentre il Mega diverrebbe una specie di Topolino straniero, con dentro tutta la roba nuova prodotta all'estero.
  • Sì, sono d'accordo. Ma tanto non seguo più la Disney :ciao:
    (Fatto sta che Don Rosa in formato piccolo, dettagliato com'é, verrebbe mortificato).
    A presto,
    Michele
  • ma infatti rifondare un giornale significa cambiarne anche il formato.
  • Be`, non per nulla Mega 3000 e` l'ultimo successore dell'Almanacco Topolino (> Mega Almanacco > Mega 2000), basterebbe riproporre il vecchio formato.
    Io sarei abbastanza favorevole, purche` si tratti di una rifondazione vera e propria, con tanto di cambio del nome. Zio Paperone, che comunque compro ogni mese, ormai ha un prezzo del tutto sproporzionato al contenuto.
    Oannes, the Fish-Man!
    The one who taught mankind wisdom.
  • Mi trovo d'accordo con Grrodon e Oannes. Meno ristampe ma di qualità, organizzate bene. Un Mega3000 come quello che dice Grrodon, cioè un Topolino di storie straniere sarebbe molto, molto interessante.
  • #201

    Bè e intanto il giornale ha superato il traguardo del numero 200, uscendo in edicola con un numero tutt'altro che esaltante. Ma sembra che col nuovo centinaio si voglia ripartire alla grande, perchè il numero 201 è un numero "prezioso". E' infatti su questo numero che appaiono Zio Paperone Re della Limonata e Topolino e la Marmitta Fotonica, le due storie più importanti del giornale. A contornare il tutto il solito contorno di storielle danesi e americane vintage, che troppo spesso fanno invece la parte del leone. Da segnalare alcune cose interessantissime nella posta: la prima è una lettera sull'effettiva collocazione temporale di alcune storie di Don Rosa. E il bello è che le redazione risponde pure con un calcolo minuzioso, basato su altre storie di Rosa e ponendo pure tra gli assunti basilari il fatto che Paperone sia morto nel 67. Con questo che cosa voglio dire? Niente, però sono cose che fanno pensare. La seconda cosa notevole della posta è che un lettore ha il buon senso di chiedere in allegato alla rivista un dvd con Paperone e il Denaro, il mediometraggio del 1967. Ora, il fatto che la redazione neghi la possibilità mi delude non poco, e sebbene i motivi possono essere più di uno, tra cui anche solo il far commissionare un dvd alla Buena Vista Italia, mi dispiace che la proposta venga stroncata così senza addurre grandi spiegazioni e proponendo in riparazione la trasposizione fumettata ad opera di Strobl. Mah, uno degli elementi di rilancio della testata poteva essere questo, e invece...mah.
    Ah un'ulteriore nota negativa sta nella copertina, che il bravo Rota deve aver evidentemente disegnato con la mano sbagliata, visto l'effetto sproporzionato e l'inchiostratura dannosa per l'insieme. Che a lungo andare abbia perso entusiasmo?

    Zio Paperone, il Re della Limonata (Barks): Dopo Scorri Piano, Sabbia del Tempo, Paperino e il Canto di Natale e Paperino e i Ragazzi, finalmente pubblicano l'ultimo dei libri illustrati da Barks. A differenza dei precedenti però, qui il libro non è stato pubblicato così com'è, ma le illustrazioni sono state arricchite da schizzi originali e curiosità sparse per le pagine. Bè che dire, una storiella semplice semplice con una certa dose di umorismo Disney, che non nasconde la sua natura di libro per bambini. Di classe però.

    Paperino e la Psicologia (Murry): Non si conosce l'autore dei testi, fattostà che questa storia dimostra che Murry, preso a piccole dosi, e soprattutto preso nel suo periodo migliore (che cmq secondo me resta quello di Ezechiele e Fratel Coniglietto) può essere veramente ottimo.

    Paperino e il Cavallo da Fiuto (Murry): Idem come sopra, anche se meno bella. E' bene però che questo tipo di produzione rimanga un piacevole condimento e che le storie di punta dei vari numeri siano ben altre.

    Paperino Cesellatore di Lanci (Kinney/Hubbard): Un ulteriore riprova per chi afferma che Zio Paperone e i Grandi Classici dovrebbero fondersi per proporre un servizio completo. Da tempo infatti i Grandi Classici hanno avviato la pubblicazione dell'opera omnia delle brevi del duo Kinney/Hubbard, proponendone però la deboluccia e poco filologica versione apparsa su Topolino. Zio Paperone fa lo stesso, però restaurandole e pubblicandone solo alcune e senza alcun criterio. Bisognerebbe ottimizzare. La storia cmq rientra perfettamente nei canoni della serie, con punte di genialità e uno stile personalissimo che può piacere e non piacere.

    Zio Paperone - I Banditi del Tempo (Kane-Goodall/Branca): Non sapevo che Zio Paperone fosse un imbecille. Ebbene, questa storia me l'ha insegnato. Non sapevo neanche che i Bassotti potessero raggiungere livelli di scempiaggine così alti. Bene ora lo so. E so anche che questa storia potrebbe ergersi a paradigma della meschina e ottusa politica editoriale Egmont, volta ad annegare autori bravissimi in un mare di futile e pedissequea imitazione di illustri modelli. A questi signori una boccata di scuola Disney italiana farebbe solo che bene, e aiuterebbe a far sì che casi come quello di Branca, che avrebbe potuto dare tantissimo al mondo Disney, per non parlare di Scarpa, non si ripetano mai più. Quanta amarezza.

    Topolino e la Marmitta Fotonica (Boschi/Scarpa): E facciamo un bell'applauso a Luca Boschi, la cui passione per il fumetto è inestinguibile e l'ha portato a creare dei dialoghi postumi - compito non facile - per una storia disegnata da Scarpa per l'America ma di cui si erano persi i testi. E il tocco sopraffino di Boschi si sente già dalla prima tavola dove nella cassetta delle lettere di Pippo appare scritto il suo nome completo italiano: Pippo de' Pippis. Un operazione ammirevole che ci ha restituito una storiella modesta, non certo lo Scarpa migliore ma senza dubbio una testimonianza, un affettuoso tributo per il Maestro. Una cosa però non ho sopporato, che ci si debba giustificare per l'inserimento di una storia di Topi su Zio Paperone. La limitazione ai Paperi ora come ora è assolutamente fuori luogo, ed è sempre stata soltanto una conseguenza del non volerli trattare da parte di Barks e di Rosa. E' tempo di cambiare mentalità e guardare al futuro, se si vuole salvare una testata tanto gloriosa. Un futuro stabile però, che non debba legare l'appetibilità dei singoli numeri ad operazioni extra o ad eventi occasionali. E' tempo di cambiare formula, e chissà che il traguardo dei 200 non aiuti in tal senso, come quello dei 2500 ha aiutato Topolino.
  • Grrodon ha scritto:#201
    Topolino e la Marmitta Fotonica (Boschi/Scarpa): E facciamo un bell'applauso a Luca Boschi, la cui passione per il fumetto è inestinguibile e l'ha portato a creare dei dialoghi postumi - compito non facile - per una storia disegnata da Scarpa per l'America ma di cui si erano persi i testi. E il tocco sopraffino di Boschi si sente già dalla prima tavola dove nella cassetta delle lettere di Pippo appare scritto il suo nome completo italiano: Pippo de' Pippis. Un operazione ammirevole che ci ha restituito una storiella modesta, non certo lo Scarpa migliore ma senza dubbio una testimonianza, un affettuoso tributo per il Maestro.
    Crossposto dal Papersera:

    Sono finalmente riuscito a leggere Topolino e la marmitta fotonica, mentre avevo letto qualche giorno fa Mickey Mouse and the Photonic Muffler; e mi dispiace doverlo scrivere, ma la versione americana ha meno incongruenze di quella italiana.

    1) Pippo dice subito a Topolino che la marmitta funziona ad energia solare; particolare al momento di poco conto, ma fondamentale a fine storia
    2) Mentre sta provando l'auto, Pippo urla a Topolino che la stessa salta perchè deve farlo, in quanto è una delle caratteristiche principali della marmitta farle saltare gli ostacoli
    3) Gambadilegno ha intenzione di sfruttare il lavoro del professor Brandon per costruire dei carri armati, non delle auto da corsa, da vendere al miglior offerente
    4) La scena della fuga di Gambadilegno si svolge di notte; e funzionando la marmitta ad energia solare, con il buio questa non può ricaricarsi, ed ecco quindi perchè l'auto smette improvvisamente di saltare

    Ci sono ovviamente altre discordanze, soprattutto da un punto di vista linguistico, ed un paio di balloons presenti nell'edizione USA ed assenti in quella italiana, o viceversa; ma quanto indicato sopra fa veramente la differenza tra le due versioni della storia. E ciò mi risulta veramente strano, visto che è stato Gerstein a lavorare su quanto già fatto da Boschi, e non il contrario.
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
  • E' stato scritto sulle news ma meglio riportarlo qua. La testata in questione diventa bimestrale. Ho sfogliato in edicola il numero in questione ed è una merda. Complimenti, siamo proprio alla frutta. E anzichè cambiare il piatto lo diradano mantenendolo invariato. La Disney fa cagare. Sigh.
  • Io di Zio Paperone ho testé perso il n. 203. Ed ora questo imprevisto -unito a ciò che leggo in questa discussione, e alle mie personali impressioni sui numeri scorsi- mi sta facendo seriamente riflettere...
  • ZP 204
    L’eredità fantastiliardaria di Zio Paperone
    (Gulbransson): bha. Questa dovrebbe essere la storia del numero? Ri-bah. I disegni mi sembrano una vaga ombra del Barks “di mezzo” mentre la trama è un’assurdità intricata che inoltre ignora il fatto che secondo Barks gli eredi di Paperone sono i nipotini. Sono il primo a proclamare la libertà di ogni autore e a condannare la continuty di stampo donrosiano (sebbene ne sia appassionato), ma almeno si potrebbero evitare questi scempi…
    Paperino – Una storia di ordinaria follia (Phil/Ferioli): questa mi è piaciuta. Incredibilmente pazza e sul limite del politicamente scorretto, mi ha fatto ridere e rimanere affascinato dai disegni di Ferioli (soprattutto quando spinge via Miss Zenzitiva).
    Infine, la pin-up di Rosa: troppo incasinata, affatica la vista più del solito. Insomma, sembra che la redazione di ZP si sia impegnata per far male questo numero, in modo da giustificare la bimestralità della testata…:P:P:P
  • Bè cmq i nipotini eredi è un'idiozia, che Barks aveva usato come gag in una breve (peraltro ottima) ma che non andrebbe assolutissimamente considerata. L'erede numero uno è Paperino, punto.
    Solo Don Rosa si ostina.
  • Preferirei una storia di Don con i nipotini ereditieri che questa.
  • ZP 205
    Scrugulus in Re vere mirabili [Zio Paperone in Un caso davvero imprevedibile] (Salvagini/Cavazzano): e questa sarebbe la storia del numero? Bha. Concordo con New_Amz: la storia può vantare i disegni superlativi del Cavazzano anni 80, ma ha una trama abbastanza insulsa… insomma, è stata pubblicata solo per la versione latina (ora mi devo sorbire il latino anche nei fumetti? :P) ma lascia insoddisfatta una volta terminata la lettura, visto che non porta da nessuna parte.
    Amelia Fattucchiera alla moda (Davie/Fletcher/Eringer): non c’era proprio una storia migliore per presentare Fletcher? Mi sembra proprio un assurdo riempitivo del Topolino attuale. Una nonna che suggerisce alla nipote di essere più alla moda e di usare tecniche all’avanguardia? Massimo nosense condito con disegni fin troppo ingenui.
    Paperino e la Maledizione di Ughawalla (Connell/Strobol/Liggera): carina, la storia migliore del numero, che forse sarebbe stata più digeribile con la presenza di una vera storia “guida”. La trama è ben congeniata e neanche troppo scontata, mentre i disegni di Strobol che di solito non prediligo, mi risultano particolarmente graditi.

    Questo è il primo numero del nuovo corso bimestrale. Beh, per la serie “iniziamo male”… non solo la pessima qualità delle storie, ma anche il cambiamento stilistico del giornale (che in copertina rimane però uguale): sommario, credits, sfondi (orribili) dei redazionali e altre innovazioni (nell’articolo di Becattini su Fletcher la dicitura “Le storie migliori” è rimpiazzata dall’orrorifico “Le storie-chiave”).
    Insomma, meglio far finta che questo ZP non sia mai uscito; attendo invece con impazienza (sigh, tra due mesi!) il prossimo con Don Rosa e Pedrocchi...
  • Grrodon ha scritto:Bè cmq i nipotini eredi è un'idiozia, che Barks aveva usato come gag in una breve (peraltro ottima) ma che non andrebbe assolutissimamente considerata. L'erede numero uno è Paperino, punto.
    Solo Don Rosa si ostina.
    Valerio, con questa affermazione perdi molta della mia stima :cazz:
    Non vedo perché non dovrebbe aver senso la cosa. QQQ sono più assennati di Paperino, io stesso nei panni di Paperone farei testamento in loro favore. Sono minorenni? Certo, se morisse prima, comunque Paperino gestirebbe il patrimonio, essendone il tutore. Se Paperone morisse con loro maggiorenni, tutto a posto, QQQ amministrerebbero bene il tutto (e manterrebbero lo zio).
    A presto,
    Michele
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