Casty

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • 13. Topolino e l'Occhio di Topoltec

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    Testi: Casty
    Disegni: Vitale Mangiatordi
    Tavole: 16
    Topolino #2567, Febbraio 2005

    All'inizio del 2005 Casty spiazza tutti i suoi fan sfornando una coppia di brevi. Ebbene sì, le brevi, quelle storie che stanno in mezzo all'albo, e non chiedono altro che d'intrattenere i bambini con gag banali, incentrate spesso e volentieri sulla vita privata di comprimari di poco conto e sulla messa in burletta dei cattivi. Insomma, un ruolo umile, decenni prima ricoperto dalle storielle estere, di poche pagine, ma che ultimamente - prima dell'arrivo di Casty e altri validi sceneggiatori - stava addirittura fagocitando lo spazio e il respiro dato alle lunghe. Chiaro che vedere uno dei fautori di questo rinnovamento passare al "nemico" non deve aver fatto granchè piacere a chi a suo tempo ne seguiva fiducioso il lavoro sulle pagine del Topo. Va però detto che questa parentesi umile dura appunto due storie sole, per poi chiudersi definitivamente lasciando spazio a ben altri progetti castyani. A dire il vero però l'Occhio di Topoltec, non è che per genere e tematiche si avvicini granchè al cicciume e paperogume: è piuttosto un giallo come gli altri, potenzialmente sviluppabile come una lunga, compresso però in sedici tavole. La storia è abbastanza classica, e vede Topolino indagare su un misterioso furto compiuto da Macchia Nera, restituendo forse involontariamente le atmosfere del mitico gioco da tavolo Topomistery uscito più di un decennio fa, in cui in seguito alla lettura di uno stralcio di storia, bisognava poi risolversi il caso da soli facendo il puzzle e cercando al suo interno gli indizi. Insomma, al di là della scelta alla base, non c'è niente di cui scandalizzarsi visto che la storiella presenta pure un Macchia Nera piuttosto in forma, impegnato con inganni e camuffamenti di ogni tipo, benchè ancora distante anni luce dalla vera ripresa del personaggio che Casty effettuerà nella seconda metà dell'anno. E una nota di merito va ai disegni di Vitale Mangiatordi, molto espressivi e adulti nelle posture: un eleganza che si esplicita completamente nelle espressioni di un Macchia più in forma che mai, tralaltro alla guida della stessa automobile che - beata filologia - ci era stata appioppata come gadget mesi prima nell'ambito dell'operazione di rilancio del personaggio.
  • 14. Topolino e il Bacio Spaziale

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    Testi: Casty
    Disegni: Gigi Piras
    Tavole: 10
    Topolino #2569, Febbraio 2005

    Ed ecco la seconda e ultima storia della parentesi breve di Casty, che breve stavolta lo è davvero. Perchè, benchè L'Occhio di Topoltec mantenesse, a dispetto delle sole sedici tavole, una trama poliziesca affine al resto della sua produzione, stavolta il registro e le dinamiche sono esattamente da storia breve. La storia infatti non è altro che un bislacco inseguimento lungo dieci pagine tra Topolino e un alieno ansioso di recapitargli un premio. Qua e là qualche tocco castyano c'è, specialmente nelle gag del traduttore universale sfasato, ma per il resto non è difficile capire perchè all'epoca dell'uscita coloro che seguivano attentamente l'opera dell'autore si fossero sentiti a dir poco traditi. E non perchè scrivere una storia breve fosse in sè chissà quale crimine, in fondo l'avevano fatto fior fior di artisti, ma vedere un autore che finora era sempre stato una sicurezza, "macchiare" anche solo minimamente l'omogeneità di una carriera irreprensibile, votata al recupero della storia lunga, non dev'essere stato bello. Col senno di poi però possiamo vedere come questa bilogia sia stata una sorta di esperimento per cimentarsi in un settore a lui estraneo, salvo poi tornare alle consuete avventure, alle trovate fantasiose e ai celebri recuperi con cui fortunatamente Casty avrà modo di "riabilitarsi" agli occhi dei suoi fan più integralisti.
  • L'unica caduta di stile imputabile a Casty, in questa storia discreta interpretata da un Piras nemmeno troppo ispirato.
    Per molto tempo ho ritenuto Il Bacio Spaziale una gravissima macchia nel lindo curriculum castyano, ora, dopo che molti capolavori si sono aggiunti alla lista delle sue storie tendo a non considerarla nemmeno; insomma, per quanto poco esaltante, non intacca minimamente l'infinita stima che ho di questo autore.
  • 15. Topolino e l'Eremita degli Abissi

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 45 (24 + 21)
    Topolino #2577, Aprile 2005

    E per chi dopo L'Occhio di Topoltec e Il Bacio Spaziale stesse iniziando a dubitare degli intenti di Casty, ecco giungere questa storia che invece si riallaccia perfettamente a ciò a cui l'autore ci ha abituato finora. Nel contesto in cui è uscita, L'eremita degli Abissi è una sorta di sequel produttivo di tre storie Castyane e questo per tre ragioni: innanzitutto è la seconda storia di Casty a guadagnarsi la copertina, dopo Il Dono di Xamoc. E che copertina, visto che ai disegni permane il grandissimo Cavazzano, che sa valorizzare come si deve ciò su cui mette lo zampino. Inoltre, dopo L'Isola Nefausta, è la seconda storia di Casty in due tempi, pubblicati rispettivamente in apertura e chiusura d'albo. E in terzo luogo, segna la seconda e finora ultima apparizione del secondo personaggio creato da Casty: la simpatica volpina Estrella Marina, biologa di professione e corrispettivo acquatico (e più discreto) di Eurasia Tost, apparsa per la prima volta nel Segreto della Balena Nera.
    Insomma il progettone di Casty riparte a gonfie vele, innovando e schiaffando sotto il naso del potenziale compratore dell'albo un personaggio inedito che mai e poi mai si sarebbe pensato autorizzato ad apparire in una cover. E invece dopo Eurasia, Estrella non si esime dal manifestarsi come terzo componente di un inedito trio, sfoggiando tra le altre cose un look rinnovato. Abbandonati gli occhialoni in favore delle più estetiche lenti a contatto (o almeno lo si ipotizza visto che gli occhiali scompaiono senza che nessuno lo faccia notare), e ingaggiati Topolino e Pippo a bordo di un gigantesco veicolo a forma di crostaceo che sembra uscito da una storia di Cimino, Estrella inizia a indagare sulle apparizioni di una misteriosa piovra affondatrice, in un'avventura che la porterà a conoscere nientemeno che Pietro Gambadilegno. Anche qui, come nell'Occhio di Xamoc avviene quindi l'incontro tardivo tra il nuovo personaggio e il vecchio antagonista, e pure qui Gamba si manifesta in forma smagliante, mascalzonesco sì, ma con una certa simpatia di fondo che lo rende impossibile da detestare. Due note a margine arricchiscono questa già di per sè ottima storia: innanzitutto il fatto che all'inizio ci venga mostrato un Pietro che pesca con bombe di profondità, elemento poco politically correct che a suo tempo sorprese positivamente un po' tutti, in secondo luogo il fatto che Casty ripeschi il mitico Topolino in braghette rosse in perfetto stile anni 30. Ma ovviamente c'è un motivo: trattandosi di una storia marittima, il calzoncino rosso si rivela ricoprire l'indovinato ruolo di...costume da bagno ufficiale di Mickey Mouse!
  • 16. Topolino e le Regolissime del Guazzabù

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 35
    Topolino #2580, Maggio 2005

    E fu un trionfo. Prima di questa storia Casty piaceva ai lettori più attenti, sì, ma non aveva ancora convinto appieno la vecchia guardia che continuava ad essere piuttosto scettica nei confronti dell'autore. Ma dopo aver visto Le Regolissime del Guazzabù anche i più testardi dovettero ammettere di trovarsi davanti all'autore rivelazione di questi ultimi anni. Quando si tratta poi di elencare i must di Casty, spesso e volentieri la si cita, accostandola ad altri lavori non da poco come Il Dominatore delle Nuvole e finendo purtroppo per adombrarne molte altre. Ma cos'ha di tanto speciale questa storiella, che vede tralaltro la quarta apparizione di Vito Doppioscherzo? Meirta davvero tanta attenzione, anche alla luce di quanto verrà prodotto dopo?
    Ebbene sì. Perchè in questa storia Casty riesce a compiere il definitivo salto che lo avvicinerà ai grandi del passato, svelando nel suo background stilistico non solo l'epopea di Scarpa ma quella del Topolino a strisce firmato Gottfredson e Walsh. E sono proprio i ritmi comici di Walsh che Casty fa suoi, con gag sincopate spezzate a gruppi di quattro vignette che donano alla storia quell'atmosfera surreale tipica delle strisce anni 50. Omaggi e citazioni a nastro, quindi, che però non sembrano mai essere fini a sè stesse o ridondanti ma che servono per dare il giusto sapore a una storia che di per sè ha tanto, tantissimo da dire. Perchè appunto rimette in scena un Topolino spensierato e un po' incosciente, pronto a farsi contagiare dalla nuova mania che dilaga per Topolinia: il gioco di ruolo Guazzabù. E a muovere i fili della mania in questione troviamo proprio Doppioscherzo, i cui scopi si fanno sempre più surreali e nel contempo sinistri. Ideatore del gioco, Doppioscherzo si avvale degli Occhialissimi per distorcere la realtà dei suoi giocatori, influenzandone i comportamenti, e rendendoli sempre più succubi, al punto di far perdere loro il contatto con la realtà. Contatto che, sia pure per poco, viene meno pure per Topolino che dopo una nottata passata a giocare come un monello per le vie di Topolinia si rende conto di come stanno veramente le cose. La gente sta iniziando a dare via soldi senza rendersene conto pur di aggiudicarsi premi e punti bonus, e pure le cose più esaltanti, come il drago-ruspa che Mickey credeva di avere sconfitto quella notte, si rivelano col senno di poi (e senza gli Occhialissimi a taroccarne l'aspetto) essere oggetti comuni. Insomma Casty usa Topolino, un personaggio creato ottant'anni fa, per dire la sua su un fenomeno che più attuale non si può, e che spesso e volentieri è anche un problema. E la cosa migliore è che lo fa utilizzando uno stile classico, creando il giusto compromesso tra antico e moderno che lo scherma dal giovanilismo a tutti i costi presente invece spesso e volentieri in storie di autori come Ambrosio. Una storia originale, moderna, classica e riuscita in ogni suo minimo aspetto che si fa ricordare anche per alcune bellissime vignette disegnate da De Vita, che nel riscoprire la vera essenza del personaggio di Topolino dev'essersi divertito parecchio.

    vedere anche lo Speciale di Comicus
  • Quoto ogni singola parola di elogio su quel capolavoro de Le Regolissime del Guazzabù. La storia che ha consacrato Casty viene anche ritenuta dai più la migliore dell'autore; personalmente non credo sia possibile istituire paragoni tra questo ottimo prodotto e i futuri gioielli come L'Ingannevole Gemello: si tratta di storie troppo diverse, scritti in momenti diversi ed è impossibile stabilirne una gerarchia qualitativa. Uno dei pregi di Casty è appunto quello di sfornare di volta in volta bellissime storie che tuttavia non sminuiscono il fascino di quelle passate (fatta eccezione per quella produzione castyana frequentemente "trascurata", come Il Mistero Pop o La Settimana Scomparsa, ad esempio).
    Grrodon ha scritto:vedere anche lo Speciale di Comicus
    Non solo l'Essential Reading che citi, ma anche l'intervista, dalla quale riporto questa tavola censurata de Le Regolissime:

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    Una ...censurina redazionale: nel Guazzabù, Topolino veniva salvato da Manetta e Basettoni perchè creduto una "donzella in pericolo"! Ops, troppo osè...
  • 17. Topolino e il Mistero dei Tergicristalli

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    Testi: Casty
    Disegni: Marco Mazzarello
    Tavole: 32
    Topolino #2586, Giugno 2005

    Lasciate per un attimo da parte storie in due tempi, o con personaggi propri, ecco giungere inaspettato un nuovo filone di gialli, senza stavolta un tema o un personaggio ben preciso a far da conduttore. Questa pausa dalle varie continuity vede una serie di storie più o meno riuscite o apprezzate, ma senza dubbio varie e graziate quasi sempre dalla matita di Massimo De Vita. Per Il Mistero dei Tergicristall però non è così, i disegni sono di Mazzarello e questo potrebbe aver contribuito a farla passare inosservata agli occhi del pubblico, calamitati maggiormente sui soliti mostri sacri. Ma Mazzarello fa un buon lavoro dando il giusto tono leggero a una storia che della leggerezza fa la sua caratteristica. Altro infatti non è che un indagine che Topolino compie (per conto di sè stesso, non della polizia!) per scoprire chi è che la notte gli alza i tergicristalli dell'auto, venendo a scoprire che è tutto opera di una setta di invasati ufologi, di cui anche Pippo fa parte. E tra verità e menzogna si ritroverà davanti il solito Gambadilegno, pronto a truffare tutto e tutti, ma con simpatia, come ormai nella recente tradizione Castyana. Nessun segno particolare stavolta: storia buona con consueto il tocco di bizzarria dell'autore, ma che vede come spalla di Topolino il classico Pippo. Cosa che non è sempre così scontata nel mondo di Casty, in cui ad affiancare Topolino troviamo spesso e volentieri Eurasia, Estrella, Bruto, Minni o Pluto. Insomma, opera minore certo, ma che introduce una nuova fase più vicina al Casty vecchia maniera, e che servirà da stacco per traghettare l'autore verso il suo progetto più ambizioso: il recupero di Macchia Nera.
  • 18. Topolino e lo Sguardo del Basilisco

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 34
    Topolino #2588, Luglio 2005

    Di sicuro non si può dire che Casty segua sempre lo stesso schema: variano i generi delle storie, variano i personaggi coinvolti, le spalle, e varia anche il modo in cui l'azione si innesca. Stavolta ci troviamo in un atmosfera puramente gialla, con un detective (Topolino), un mistero, una villa in cui avvengono alcuni misfatti, e un cast di ereditieri creati ad hoc, tutti - guarda caso - potenziali colpevoli. Topolino ingaggiato così per caso, finisce per indagare sulla pietrificazione di alcune persone, avvenuta ad opera del basilisco, essere mitologico all'opera nel cortile della villa nella quale si svolgerà l'intera azione. Una storia gustosa e divertente, che non ha altre pretese se non quella di omaggiare lo stile della detective story letteraria. E la cosa è evidente già dal vignettone iniziale dove Topolino e gli altri personaggi convolti nel fattaccio svettano dai loro tondini che ne riporta nome cognome e espressione del volto, che segue appunto il rispettivo carattere di ognuno. Un'ulteriore nota che impreziosce questa storia è l'utilizzo in apertura della Zia Topolinda creata da Scarpa (e resa poco riconoscibile da De Vita), che congeda il nipote dopo una vacanza trascorsa lì.
  • 19. Topolino e gli Spaventogrammi

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    Testi: Casty e Massimo De Vita
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 31
    Topolino #2590, Luglio 2005

    Trovare il nome di Massimo De Vita alla sceneggiatura di una storia con soggetto di Casty, all'epoca fece rimanere molti di stucco. Dopo questa solo un'altra storia uscì del duo, e considerando l'abitudine di De Vita di ritoccare le sceneggiature che fu causa della rottura con Pezzin, molti ipotizzarono uno scontro anche con Casty, il quale avrebbe disconosciuto per metà la sua storia e interrotto il rapporto di collaborazione. Niente di più falso, come ha di recente affermato Casty in un'intervista: il rapporto tra i due è buonissimo, e il motivo per cui troviamo De Vita alla sceneggiatura è puramente di carattere tecnico: nel suo anno più prolifico è logico pensare che a Casty sia mancato il tempo di occuparsi in toto di questa storia. Il risultato è piacevolmente ibrido, temi e caratteristiche surreali di Casty si sposano ottimamente con la stilizzazione sceneggiatoria di Massimo De Vita, dando vita a una storia che dal vignettone d'apertura sembrerebbe essere molto inquietante. Vedere lo spettro di Minni non dovrebbe però allarmare, altro non è che il distillato delle sue paure che un professore le ha estratto. La storia vede appunto Topolino scoprire, stavolta da solo, che c'è del marcio dietro e intervenire, non senza regalarci alcune gag piuttosto inedite per il personaggio, come quando lo vediamo uscire con Pippo come ripiego dopo che Minni ha i suoi impegni, o nel finale piuttosto Paperinesco ma che sfata l'immagine del Topolino troppo vincente.
  • 20. Topolino e il Colosso di Rodi

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 45 (23 + 22)
    Topolino #2593, Agosto 2005

    Si giunge così alla terza storia in due tempi, alla terza apparizione di Eurasia Tost e alla terza copertina dedicata a Casty. Sono grandi cifre per un autore al lavoro da poco più di un annetto sul Topo, e il clamore suscitato da questa storia, apparsa nei caldi mesi estivi è spropositato. Non perchè la storia sia capolavoro in sè, è buona, ma sicuramente dell'autore c'è di meglio, quanto piuttosto per il fatto che dopo le piacevoli sorprese date dal Guazzabù, si sta iniziando ad attendere l'opera dell'autore. La storia viene inoltre preceduta da una dichiarazione della redazione di voler alzare la qualità media del Topo estivo, visto che in quel periodo dell'anno le vendite salgono dovute alle letture da spiaggia, o ai gadget ed è meglio approfittare di questa visibilità extra per dare il meglio. Il Colosso di Rodi quindi, pubblicato proprio nell'albo in cui il serial zichiano Paperina di Rivondosa giungeva all'undicesimo episodio, inizia già da subito a far parlare di sè sia per il titolo altisonante, che per l'immagine piuttosto epica che Cavazzano propone in cover. Molti, spesso non avvezzi a leggere il Topo, si ritrovano così con una storia di Casty tra le mani, quando magari i motivi dell'acquisto del Topo erano stati ben altri. Ed è da qui in poi che nascono anche i detrattori, che a furia di sentir parlare questo Casty si aspettano un registro e dei toni che invece non sono quelli che l'autore propone. Intendiamoci, l'epica c'è, ma lo stile Castyano a base di comprimarie sbarazzine e cattivi buffi lascia interdetti molti. La storia in sè presenta una "semplice" avventura di Topolino, Pippo e Eurasia, in terra greca, per indagare sul Colosso del titolo, che qui è stato immaginato come un automa controllato da alcuni giganteschi bottoni colorati differenti per scopo ed effetti. E si profila pure un'organizzazione nemica di Eurasia, la società delle Lepri Viola, che sembrerà voler tornare in seguito. Come in tutte le storie con Eurasia anche qui c'è un animaletto, benchè raggiunga i nostri solo verso la fine, dopo esser stato "dalla parte dei cattivi". Insomma una storia evento, presa un po' troppo ingiustamente come massimo esempio delle capacità di Casty e che si conclude con quello che è il primo vero cliffhanger della continuity Castyana. Come nel Dono di Xamoc infatti la soluzione di un mistero ne porta con sè molti altri, e nello specifico qui conduce direttamente ad Atlantide, che sarà il tema della prossima storia di Casty con la Tost, la cui pubblicazione per il momento non è ancora mai avvenuta.

    vedere anche lo Speciale di Comicus
  • 21. Topolino e la Settimana Scomparsa

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    Testi: Casty
    Disegni: Marco Mazzarello
    Tavole: 36
    Topolino #2595, Agosto 2005

    E dopo la parentesi con Eurasia riecco il filone dei gialli atematici proseguire e concludersi con questa stupenda storia, per lasciare poi spazio al grande periodo dedicato a Macchia Nera. La Settimana Scomparsa è un gioiello, esicuramente una delle storie più riuscite dell'autore. In essa si fondono mistero, humor, quotidianità e un pizzico di sana demenza che rendono la storia un calderone ribollente di idee. Il titolo depista leggermente, perchè sembrerebbe mettere il lettore davanti a un cronopasticcio, uno dei tanti di cui presto si renderà responsabile proprio Macchia Nera. E invece la storia tratta d'altro, di un periodo in cui la memoria di Topolino viene "sospesa" e lui viene spedito in un paesello dell'Europa a fare la spia. Tutto questo con le implicazioni e le complicazioni correlate lo scopriamo in seguito: per tutta la prima parte della storia non vediamo altro che le allucinate ripercussioni che certi suoi, per noi sconosciuti, comportamenti stanno avendo nella realtà che lo circonda. Il motivo principale del "cosa diavolo devo aver combinato per aver prodotto questo!" segue passo passo il lettore identificandolo con un Topolino più stranito e sbigottito che mai, ed è solo dopo essere giunti a capo del mistero che la storia si sposta su ben altri binari, presentando una faida gastronomica tra stati che si contendono il primato della salsa perfetta. Insomma Capolavoro che trasuda genialità da ogni pagina (e come potrebbe essere diverso in una storia che si conclude [spoiler]con l'invenzione della salsa rosa[/spoiler]?), che inventa un tormentone (Birbenzumpf!) ormai già in uso tra gli appassionati Castyani, e che ci mette in ultima vignetta una situazione alquanto singolare per una storia Disney, con Topolino che si ritrova davanti il più imprevedibile e meno politically correct effetto collaterale del suo essersene andato a zonzo smemorato per una settimana.
  • Una delle più belle ma anche, purtroppo, una delle più sottovalutate.
    Da segnalare l'ambientazione che ricorda gli staterelli mitteleuropei ideati da Gottfredson prima e da Scarpa poi e che sarà meglio sviluppata ne La Città Taciturna.
  • Grrodon ha scritto: ...che ci mette in ultima vignetta una situazione alquanto singolare per una storia Disney, con Topolino che si ritrova davanti il più imprevedibile e meno politically correct effetto collaterale del suo essersene andato a zonzo smemorato per una settimana.
    Ovvero? Ovvero?
    Spoilerate!
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • [spoiler]Entra all'improvviso in casa di Topolino una donna in abito nuziale che gli chiede perchè sia scappato proprio mentre stava per sposarla... e ovviamente anche Minni è presente! :D[/spoiler]
  • Orpo!
    Ma solitamente le storie Disneyane non finiscono con un ritorno allo status quo che permette di leggere la storia successiva come se niente fosse?
    Oppure questo cliffhanger verrà ripreso come i collegamenti che sono nelle storie con Eurasia?
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  • No lol, va preso come gag da ridere. Poi magari si presuppone che dopo l'ultima vignetta Topolino avrà avuto modo di liquidarla in qualche modo, ovviamente.
  • No, ma ho capito come va affrontata la scena, però certe gag finali "surreali" (ovvero senza che i lettori si chiedano da dove salti fuori e quali saranno le conseguenze) non mi sembra appartenere allo stile disneyano, lo vedo più vicino a fumetti come Dr.Slump & Arale o Lamù.
    L'universo Disneyano non ha una continuity così "serrata", ma lo vedo come dotato di uno status quo simile alle sit-com: nessuno si aspetta che un episodio di Happy Days si concluda con una donna che entra da Al's vestita da sposa e che dice a Fonzie che stavano per sposarsi, e poi nell'episodio dopo non se ne fa cenna, tenendola come gag finale.
    Lo stesso ad esempio nei Simpson, e infatti un paio di episodi si concludono con eventi simili, e mi hanno fatto un effetto straniante, come ad esempio quello in cui Homer perde un pollice.
    Cioè, non c'è una continuity, ma non ci possono essere neanche eventi che stravolgono lo status quo.
    E comunque a sconvolgermi non è come Topolino si libererà di lei sotto gli occhi di Minni, ma piuttosto come si è procurato un'aspirante sposa.
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  • DeborohWalker ha scritto:Lo stesso ad esempio nei Simpson, e infatti un paio di episodi si concludono con eventi simili, e mi hanno fatto un effetto straniante, come ad esempio quello in cui Homer perde un pollice.
    Cioè, non c'è una continuity, ma non ci possono essere neanche eventi che stravolgono lo status quo.
    Lol, alla fine dell'episodio che hanno ritrasmesso proprio ieri (che strano, non stanno replicando per la milionesima volta la terza/quarta serie -_- ), quello in cui Bart e Lisa scendono e salgono rispettivamente in 3a e 4a classe, Homer & co., si fanno le beffe dello "status quo", che come al solito rimette a posto le cose in dieci secondi... :D

    Comunque si rischia di andare OT, eh...
  • 22. Topolino e l'Uomo Ingannatempo

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 37
    Topolino #2597, Settembre 2005

    E inizia un nuovo Casty. Con il recupero di Macchia Nera, del vero Macchia Nera, Casty si dedica a quello che è il personaggio forse con più potenziale del setting Topolinese. Creato da Floyd Gottfredson e poco dopo ripreso da Guido Martina e Romano Scarpa ne Il Doppio Mistero di Macchia Nera (storia che qui viene addirittura citata da Topolino stesso), il personaggio si era gradualmente deteriorato prendendo due strade diverse: nei comic book americani, rigorosamente dotato di mantello, si era appiattito al punto di sembrare un fantasmino dispettoso, mentre per la scuola italiana, spesso e volentieri a volto scoperto, si era dedicato a furti decisamente poco in linea con la sua mente vulcanica
    Il potenziale di Macchia Nera sembra esser stato invece capito da Savini, che lo mette in scena in alcune sue recenti storie come Black-Out a Topolinia, dove finalmente il personaggio torna ad essere una minaccia, o Macchia Nera e il Buon Vicinato, dove viene caratterizzato in maniera impeccabile, come un artista del male tormentato dal continuo confronto con una realtà molto mediocre. E' questo il Macchia che Casty decide di riprendere, dopo i due esperimenti della Macchina dell'Oblio e L'Occhio di Topoltec, un dandy raffinatissimo, geniale, capace di tutto. Non un buffone, ma un personaggio decisamente adulto che non si sputtana facilmente come invece farebbe un Gambadilegno. Macchia è roba da prendere sul serio, e forse uno dei pochi punti cardine dell'universo Disney che non andrebbero assolutamente toccati, se si vuole dare un briciolo di credibilità al tutto. Ed è questo che sembra dirci Casty, quando Topolino se lo trova di nuovo faccia a faccia, splendidamente tratteggiato da De Vita, alla sua ultima collaborazione con Casty: è elegante, strafottente e tranquillissimo, indossa un gilet e legge il giornale completamente spoltronato in quella che dovrebbe in realtà essere la sua cella, ma che con un diabolico piano è riuscito a trasformare in una reggia, insospettabile base per la sua attività di furtivo maneggione del tempo. Già, perchè è sulla fantascienza che sempre più si andrà a parare, visto che a quanto pare il Macchia di Casty, pur fregando prototipi e riadattandoli ai suoi scopi dimostra spesso e volentieri di intendersi di alta tecnologia.
    Una storia decisamente ammirevole, che ha il pregio di mostrarci Macchia in entrambe le versioni, un combattimento finale movimentatissimo come non se ne vedevano da Topolino dai tempi di Scarpa, e soprattutto tanto tanto umorismo (Basettoni che studia da vigile urbano di nascosto a Topolino). Insomma non solo un gioiello, ma il manifesto programmatico del Casty che vedremo nelle prossime storie e che inizia a darci un deciso indizio già dalla copertina, la quarta dedicata all'autore e la prima non inerente a una storia di Cavazzano con Eurasia o Estrella. Già perchè i disegni (e pure i colori!) della cover altro non sono che...dello stesso Casty, che ci dà così una preview delle sue già ottime capacità disegnatorie preparandosi a sbarcare molto presto in veste di autore completo.
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