Casty

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • 24. Topolino e i Colpi dell'Uomo Qualunque

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 33
    Topolino #2601, Ottobre 2005

    Ovvero "Il Ritorno dell'Uomo Ingannatempo", come recita il sottotitolo e lo strillo che il buon Casty si premura di inserire nella seconda copertina disegnata da lui. Copertina che per la prima volta fa affiorare uno stile spiccatamente gottfredsoniano con le famose bocche disegnate di lato. La storia dovrebbe quindi essere una sorta di sequel de L'Uomo Ingannatempo, anche se i riferimenti al precedente tentativo di Macchia Nera di servirsi del tempo a suo piacimento non sono che citati di sfuggita. Questa volta il metodo è un altro e consiste non nel semplice congelamento di una situazione bensì nel "salvare" un preciso momento come se si trattasse di un videogioco e agire di di conseguenza, conoscendo a menadito ogni possibile variabile. Insomma, Casty stavolta attinge pienamente al mondo videoludico, senza cadere nelle solite banalità che invece sembrano serpeggiare in mille storie di altri autori sullo stesso tema, bensì mettendo in scena un problema autentico e reale che nessuno sembrava aver mai pensato di inserire in una storia Disney. E il problema in questione l'hanno vissuto tutti quelli che giocando con un qualsiasi emulatore sul proprio pc si sono trovati liberi di poter salvare e ricaricare in qualsiasi momento (per merito dei famosi "salvataggi tarocchi") finendo per abusarne e magari inguaiandosi pure. Ed è la stessa cosa che succede a Macchia, visto che Topolino per prenderlo in contropiede lo spinge a salvare in un momento solo apparentemente favorevole, per poi metterlo in difficoltà ogniqualvolta lui decida di "ricaricare" la partita. Sono frustrazioni che qualsiasi videogiocatore leggerino ha provato, e che quidi valorizzano non di poco la storia.
    Ma non è l'unico motivo per adorarla. Ben disegnata da Cavazzano, che difficilmente si era mai visto in questo genere di storie di Casty, spesso e volentieri illustrate da De Vita, la storia ci mostra ancora una volta un Macchia Nera elegantissimo e gelido, spesso in giacca e cravatta e dai modi impeccabili. Un Macchia che non si arrende, e che una volta in galera, già si attiva per l'evasione, lasciando quindi in mano al lettore il primo di una serie di cliffhanger che legheranno tra loro le storie dell'autore e sveleranno in parte il motivo per cui ogni volta che una storia finisce con la cattura di un criminale, in quella dopo è già a piede libero.
  • 25. Topolino e il Duplicatrone

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    Testi: Casty
    Disegni: Roberto Vian
    Tavole: 34
    Topolino #2608, Novembre 2005

    Ancora Macchia Nera. Il Duplicatrone rientra a pieno titolo nel periodo macchiaiolo di Casty, anche se non è certo una delle sue storie più ricordate. Solitamente si tende a considerare capolavori Il Caso Sottilissimo, le due storie sul tempo e Il Dominatore delle Nuvole. Su questa si glissa, un po' ingiustamente, visto che presenta gli stessi elementi delle altre, pur combinati con un pizzico di verve in meno, forse. L'idea di partenza, come spesso accade non è nulla di nuovo. Abbiamo visto un sacco di volte nelle storie di Topolino gente che blocca il tempo, che gioca con la fantascienza e quindi anche moltiplicazioni di persone. Quel che rende Casty unico sono gli effetti originali che questo comporta: anzichè insistere sul clichè del sono io quello vero! no, io!! lui passa direttamente a problemi quali la suddivisione dello stipendio in tre, l'ingombro causato dalle troppe copie di una stessa persona e così via, traendone fuori un buon numero di gag simpaticissime. Ed è ingegnoso pure il doppio colpo di scena con cui si conclude questa storia, che per la seconda volta termina con un cliffhanger. Macchia Nera infatti non viene affatto beccato, ma riesce in modo ingegnoso a cavarsela e fuggire anche stavolta. Non è certo un collegamento diretto a nessuna delle prossime storie, in cui vedremo Macchia Nera sempre scappare utilizzando qualche trucco fantascientifico, che però non verrà utilizzato nella storia successiva. Però questa inafferrabilità oltre a nobilitare il perosnaggio rende sicuramente più credibile il fatto che Topolino lo incontri sempre sulla sua strada. I disegni di Vian, qua alla seconda collaborazione con Casty, rendono tutto più realistico e preparano il terreno alle due storie puramente gialle che questa coppia di autori sfornerà in seguito.
  • Da ricordare che questa storia è in realtà la seconda stesura di Topolino e il Moltiplicatrone, ambiziosa avventura in cui Topolino avrebbe dovuto interagire con le proprie copie, ognuna delle quali avrebbe riflesso un lato della sua personalità (duro, sbarazzino e perfettino). Probabilmente è stata giudicata fin troppo particolare dalla redazione, visto che Casty ha riscritto la trama privandoci non solo di un interessantissimo spunto, ma anche di una cover bella assai, questa:

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  • 26. Topolino e le Macchine Ribelli

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 40
    Topolino #2613, Dicembre 2005

    E per festeggiare il Natale, e la chiusura del suo anno più prolifico, ecco che Casty ci fa un regalo non indifferente: il suo debutto come autore completo. Messe per un attimo da parte le atmosfere noir di Macchia Nera, ecco immergerci in un contesto puramente fiabesco, che ben si adatta allo stile retrò e tenero che Casty dimostra di avere. L'influenza scarpiana è evidente, e questo si riflette soprattutto nelle espressioni di Topolino e nella composizione della vignetta (notevole la vignetta del titolo, in perfetto stile anni 50). Introdotta da una tavola di prologo che emana calore, in cui in piena atmosfera natalizia Topolino racconta una fiaba ai suoi nipotini, la storia si svolge poi in quel di Pippsburgh, cittadina abitata esclusivamente da membri della razza Pippide, che si comportano in maniera ovviamente strampalata tirando in ballo tormentoni su tormentoni (il sindaco che dichiara qualsiasi cosa, il poliziotto che vuole sbattere tutti in gattabuia). L'intera storia sembra in realtà un omaggio al Disney old school, e questo si nota oltre che dalla moltitudine di Pippidi, anche dall'aspetto delle macchine umanizzate. Diversamente da Cars dove gli occhi altro non erano che il parabrezza, qui sono i fanali, e la cosa non fa che ricordare la macchina umanizzata di Topolino in Mickey's Rival. Il responsabile di tanto scompiglio, poi, altro non è che una macchina iperevoluta di nome Erbie...
    Se si dovesse trovare un difetto a questa storia sarebbe sicuramente nei dialoghi. Le macchine in rivolta infatti si esprimono come bambini, vogliono giocare e non fanno una gran distinzione tra bene e male. Ovviamente gli scopi dell'autore sono questi: le macchine sono infatti poco più che infanti e il registro della storia dipende direttamente dalla sua natura di racconto della buona notte per Tip e Tap. Eppure alla lunga questo registro finisce per penalizzare un po' una storia altrimenti impeccabile. Ma al di là di questi particolari Le Macchine Ribelli si rivela un inizio scoppiettante per un Casty nelle inedite vesti di disegnatore, vesti che non porterà sempre ma solo nelle occasioni più surreali.
  • Grrodon ha scritto:E per festeggiare il Natale, e la chiusura del suo anno più prolifico, ecco che Casty ci fa un regalo non indifferente: il suo debutto come autore completo.
    E dire che ci avrebbe anche voluto regalare una copertina, rimasta però inedita a favore di una copertina prettamente natalizia. Peccato.

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  • 27. Topolino e il Caso Sottilissimo

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    Testi: Casty
    Disegni: Lorenzo Pastrovicchio
    Tavole: 26
    Topolino #2619, Febbraio 2006

    Non si poteva iniziare meglio il 2006. Una storia così geniale, ben scritta e ben disegnata da entrare immediatamente nel meglio dell'autore. E pensare che è pure una delle più brevi, con le sue semplici 26 tavole. Dopo la parentesi fiabesca de Le Macchine Ribelli si ritorna al rilancio di Macchia Nera, con una storia in cui tenta addirittura di giocare con le dimensioni. Le trovate comiche e visionarie che ne derivano non si contano, e in quello una buona parte la fa pure Pastrovicchio. Pare che il buon Lorenzo abbia infatti seguito alla lettera lo storyboard castyano, dando liberissimo sfogo alla sua vena Gottfredsoniana che da una mano di tempo sembrava star emergendo dalle sue storie di Topi. Una pacchia per entrambi, questo connubio, un matrimonio stilistico evidente già dalla vignetta del titolo che è a doppia striscia, esattamente come nella storia delle macchine. La trama poi si sviluppa a partire da un racconto che un pacioso Topolino fa a Gancetto (qui alla sua quarta e ultima apparizione nele storie dell'autore), incorniciando quindi i fatti in un contesto piuttosto surreale. Anche se stavolta la fiaba non ha certo toni zuccherosi, ma prettamente noir. Una girandola di trovate visionarie, come si diceva sopra, la migliore delle quali è la scoperta del rifugio segreto di Macchia, inserito nella fessura tra due muri. Fessura che ospiterà la terribile sequenza in cui Topolino, in angosciosa attesa di riacquisire la sua forma tridimensionale, rischierà di morire stritolato. Pericoli autentici, quindi e trovate fantasiose che sembrano essere uscite dal gameplay della serie Paper Mario, dove la regola è giocare con la prospettiva, appiattendosi come un foglio di carta per esplorare miriadi di pertugi tra un'illusione ottica e l'altra. Dulcis in fundo una piccola particolarità: nella prima vignetta tra i ritagli di giornale che Bruto esamina fa capolino un Doppioscherzo fermato da Topolino, che strizza l'occhio a quel briciolo di continuity non invasiva, che l'ennesima affascinante evasione di Macchia nel finale sembra volerci confermare.
  • 28. Topolino e il Tenebroso Canzonatore

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    Testi: Casty
    Disegni: Vitale Mangiatordi
    Tavole: 34
    Topolino #2622, Febbraio 2006

    La seconda storia del 2006 di Casty è un gialletto senza troppe pretese, che sicuramente non rimane scolpito nella memoria del lettore quanto certi precedenti lavori, ma senza dubbio ha un suo perchè, come del resto praticamente tutte le storie dell'autore. Per l'occasione Casty sforna la sua terza copertina a tema, raffigurante un Topolino in piena lettura, sovrastato da un bizzarro spiritello, che curiosamente nella storia apparirà parecchio diverso. La caratterizzazione grafica del Canzonatore operata da Mangiatordi tende più che altro all'horror, mentre quelle della copertina castyana ricorda più il Ser Soldano di bottariana memoria. La storia come dicevo è un gialletto su questa misteriosa apparizione che tormenta le nottate di un giallista, mettendolo in difficoltà creativa. Ma la cosa veramente notevole è l'elemento risolutivo, che attinge alle moderne tecnologie dimostrando come di spunti per creare storie diverse, se ci si sa guardare intorno, se ne possano trovare eccome. Questo è stato il guaio finora del mondo Disney, rifarsi a clichè continui risalenti all'inizio del secolo, usando il moderno più per travestirsi che per innovarsi. Casty ragiona in maniera differente e lo dimostra oltre che in questa storia, dove appunto l'elemento moderno offre lo spunto per costruire un giallo non banale, anche nei precedenti e successivi lavori, dove al centro dell'azione troveremo (e abbiamo già trovato) salvataggi videoludici, copincollaggi e altre finezze poco utilizzate dai colleghi.
    Mangiatordi stavolta, pur essendo bravo non stupisce. Molto meglio i suoi virtuosismi nell'Occhio di Topoltec, mentre qui, pur facendo trasparire la sua bravura, si limita a espressioni e posture più canoniche, inserendo però di straforo, in una vignetta ambientata negli studi televisivi, un cameo del redivivo Pipwolf.
  • 29. Topolino e la Città Taciturna

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 34
    Topolino #2640, Luglio 2006

    Finalmente un Casty completo. Nel vero senso della parola. Tutti a suo tempo si esaltarono alla vista di una storia di Casty scritta, disegnata e adirittura copertinata da lui. Si iniziò a sentire qualcosa di nuovo nel settimanale, e benchè non fosse certo la prima copertina in tempi recenti dedicata ad una storia interna, di sicuro era una bella novità percepire tutta questa unitarietà. Chi andava a comprare Topolino in edicola lo faceva per acquisitare "l'ultima di Casty" e questo fu una gran bella cosa.
    Venendo poi a questa seconda prova come autore completo, di sicuro alcuni progressi in campo grafico sono già evidentissimi. Lo stile del Casty disegnatore esplicita ancor più questo suo background classicista e sin dalla prima tavola è riconoscibilissima l'impronta stilistica old school assai bonaria del primissimo Scarpa. Stile che non consiste in una pedissequa imitazione, ma che qua e là mostra reminescenze assai gottfredsoniane (Milius sembra uscito dalla matita di Floyd) e persino bottariane. Il massimo poi lo si ha nella sceneggiatura che segue un Topolino vacanziero in Europa fin dentro il paese di Farbaldoria, ora trasformato in Taciturnia da un re despota, e intollerante ai rumori. Tra suggestioni grafiche, gag balzane e un'atmosfera a metà strada tra il divertito e l'allucinato la storia sviscera in modo egregio lo spunto del silenzio forzato, mostrandoci gli abitanti costretti ad esprimersi con cartelli e cogliendo l'occasione per giocare sui loro errori di comprensione dovuti a malaugurati scambi di cartelli. Errori che saranno alla base della gustosissima scenetta con Topolino che al cospetto del re anzichè ammansirlo lo fa infuriare. Insomma, l'aria che si respira ricorda per certi versi Topolino Buffone del Re di Walsh e Gottfredson, con tanto di rivolte e rivoluzioni pacifiche comandate da un Topolino più liberale che mai. La storia inoltre ha modo di sancire definitivamente lo stile del Casty autore completo, che nella storia delle Macchine Ribelli era stato un po' falsato dall'atmosfera fiabesca, sicuramente maggiormente caricata che qui. Ad ogni modo va detto che Casty da qui in poi si riserverà di disegnarsi da solo le storie che considererà maggiormente appropriate al suo stile, riservando invece quelle di registro differente (gialli, avventure e via dicendo) alle abili mani di Cavazzano o Vian.

    Vedere anche Lo Speciale di Comicus
  • 30. Topolino e il Rapinatore Mansuefante

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    Testi: Casty
    Disegni: Gigi Piras
    Tavole: 20
    Topolino #2643, Luglio 2006

    Sembra che l'accoppiata Casty/Piras sia foriera di storie che non restano nella memoria. Se prima era stato il Bacio Spaziale, seconda di due brevi firmate dall'autore, adesso tocca a una storia di una ventina di pagine, di certo non una breve, non una storia da collocare in mezzo all'albo. Però sicuramente una storia di respiro assai minore dei recenti kolossal ai quali l'autore ci ha abituati. A dire il vero non è neanche il caso di recriminare troppo sulla lunghezza, visto che è la stessa di Topolino e i Mostri Idrofili, la sua storia d'esordio. Insomma, una momentanea involuzione, un ritorno al Casty delle origini (anzi dell'origine, visto che già dalla seconda il respiro era aumentato). Questo gialletto, che più bislacco non si può, vede Topolino e Pippo aiutare Manetta a indagare su uno strano caso di rapina persuasiva, che si scoprirà essere l'ennesima macchinazione di Pietro e Trudy. Niente di nuovo sotto il sole se non fosse per uno elemento strambissimo che trattandosi di una storia di Casty non può certo mancare: il termine "mansuefante". Volutamente sbagliato e inventato di sana pianta (in luogo del più corretto ma altrettanto poco usato "mansuefacente") questa parola oltre a stare nel titolo diventa, in bocca a Pippo, una sorta di tormentone che porterà alla risoluzione del caso. Insomma, storiellina di passaggio utile a tirare il fiato prima di immergersi nel capolavorone successivo: Topolino e il Dominatore delle Nuvole.
  • Nuova intervista a Casty, con tanto di immagini e particolari sbavosi sul Mondo Che Verrà.
  • 31. Topolino e il Dominatore delle Nuvole

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 54 (32 + 22)
    Topolino #2646-2647, Agosto 2006

    Quello che viene considerato un po' da tutti il Capolavoro di Casty è forse la storia più ricca di elementi pregevoli mai prodotta dall'autore. Non è certo la sua prima storia in due parti, ma è la prima volta in assoluto che queste due parti vengono suddivise in due differenti numeri, un presagio di ciò che sarà da lì a un anno Topolino, un concentrato di saghe e storie a puntate, ma purtroppo non sempre di buona qualità. La storia in questione è invece straordinaria nel suo presentarci il Macchia Nera definitivo, che dopo questa scorribanda infatti non apparirà più nella produzione Castyana. Questo congedo momentaneo dal personaggio di Macchia avviene presentandocelo dandy come al solito, molto raffinato, ma anche stanco, stressato per via degli effetti collaterali dell'ultima sua trovata. Certo è che questo malessere interiore non fa che migliorarne la figura, che ci appare ancor più interessante e romantica di prima. Le due parti della storia si differenziano tra loro anche per il genere, mentre la prima è più propriamente gialla, nella seconda lo scenario muta, ci si sposta nel deserto del Calisota (prima volta che questo termine Barks-Donrosiano ricorre nella produzione di Casty) e la storia assume un taglio decisamente avventuroso. Come al solito azione e humor si fondono con buon gusto e intelligenza e i tocchi di stile con cui Casty riempie questo suo capolavoro (a cui viene dedicata anche una bella copertina!) sono innumerevoli: si ricordano volentierissimo la visita a casa di un Macchia agli arresti domiciliari, i ricatti celesti in puro stile Dimensione Delta, la battuta dei vili passanti "vedi? quei signori non hanno pagato le tasse", i numerosi colpi di scena come l'inserimento a sorpresa di Tre Dentini (mitico il fatto che lo vediamo con tre dentini sia da bimbo che da vecchio) e Merlo Dispettoso che ricompare quando ormai non se lo aspetta più nessuno, risolvendo la situazione con un tocco di leggerezza castyana. E che dire del Macchia invecchiato - orrore estetico! - che salva Topolino solo per non avere debiti e gli punta un apparente pistola che si scoprirà essere poi un ombrellino per fuggire? Insomma, una storia bellissima e straripante di idee in cui anche il buon Cavazzano fa la sua parte, come sempre quando si tratta di storie di questo calibro, che sembra essersi divertito un mondo a disegnare. Cavazzano omaggia la qualità dell'opera tratteggiando un Macchia meraviglioso, che nella sua versione nuvola fa capolino tra i nembi soffiando e sbuffando come un fantasma dalla corporatura massiccia, chiaro omaggio alla corporatura che aveva nelle strisce di Gottfredson. C'è infine un probabile omaggio grafico alla miyazakiana Città Incantata, nella scena in cui Topolino e Pippo giungono nel paese deserto e vengono attorniati da fantasmini neri veramente inquietanti.
    Insomma un bellissimo congedo per un bellissimo personaggio che si spera di veder ripreso in seguito. La produzione di Casty si dedicherà adesso ad esplorare altri scenari, come ad esempio quello più puramente giallo delle storie disegnate da Vian o quello fantascientifico che sempre più spesso vedremo ricorrere nella sua produzione.
  • 32. Topolino e l'Ingannevole Gemello

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    Testi: Casty
    Disegni: Roberto Vian
    Tavole: 35
    Topolino #2650, Settembre 2006

    La copertina qui riprodotta, che non si riferisce al numero in questione, bensì a quello venuto sei settimane dopo, contenente la faraciana Topolino sulla Scena del Crimine, potrebbe esser stata invece disegnata da Casty per promuovere una delle due storie puramente gialle disegnate da Vian con cui si chiudeva quell'annata mediamente prolifica che era stata il 2006. L'Ingannevole Gemello segna il ritorno di Casty al tema libero, dopo un periodo interamente dedicato al personaggio di Macchia Nera. Ed è una storia che sorprende dalla prima all'ultima tavola. Mai come questa volta Casty aveva imbastito una trama di tale complessità, capace di spiazzare di continuo il lettore con ben tre risoluzioni concentriche. Per ben due volte Topolino crede di risolvere il caso prima di giungere all'effettiva verità, ed entrambe le volte tiene conto dell'arzigogolata mente avversaria, giungendo ad ipotesi mai banali. Complessa, intricata, intelligente e maledettamente interessante, la storia in questione si distingue anche per l'importantissimo ruolo di Pippo, che grazie ad un'indagine parallela, la prima condotta a solo, riesce a dare a Topolino la dritta fondamentale per svelare l'imbroglio, non rinunciando però alla sua caratterizzazione spensierata.
    E infine una nota la merita la caratterizzazione particolarissima del gemello scapestrato Benny, che si presenta a Topolino e Pippo con fare invadente, irritandoli non poco. Il look che Vian ha scelto di conferirgli, la parlata che Casty gli ha messo in bocca (ricca di accrescitivi in -one, come tuffone, tatuaggione) e ovviamente la stilizzazione puramente Disneyana dei modi esuberanti e un po' volgarotti di certi spiritosoni realmente esistenti ha del raffinato. Benny riesce a infastidire i due protagonisti in tanti modi diversi, mettendoli a disagio e facendoli sentire spaesati, facendo battute indelicate e inopportune, offrendo loro un corrispettivo disneyano degli alcolici (gli ESPLOSIVI) e spronandoli al gioco d'azzardo. Insomma una raffigurazione caricaturale ed edulcorata, ma incredibilmente azzeccata di un'umanità reale, e sicuramente uno dei più felici tentativi di mostrare in chiave Disneyana il mondo al di là della pagina. E tutto questo in sole tre tavole. Tanto di cappello, per il buon Casty.
  • 33. Topolino e Pippo Cittadini del Nulla

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    Testi: Casty
    Disegni: Marco Gervasio
    Tavole: 38
    Topolino #2658, Novembre 2006

    Bizzarra e inquietante, è in questo ultimo gruppo di storie del 2006 la storia in cui lo spirito Castyano traspare di più. Questo anche grazie ai disegni di Gervasio che riprendono pari pari lo stile delle sceneggiature/storyboard di Casty, riproducendone pedissequamente le pose dei personaggi, e organizzandosi lo spazio allo stesso modo. Gervasio, su colori di Casty, realizza persino la copertina, che parrebbe esser stata specchiata, vista la F rovesciata sulla medaglietta del cagnolino invisibile. Quanto alla vicenda, raramente un tale livello di assurdità era stato raggiunto nella produzione castyana, un'assurdità che sfocia nel disturbante in un paio di scene, veramente azzeccate. La prima è la risata del pupazzo clown, unico suono in una città svuotata dei suoi abitanti, l'altra il momento di grande commozione in cui un Topolino e un Pippo più amici che mai si addormentano in una panchina del parco, temendo poi di non ritrovarsi al risveglio (timore che poi sembrerà avverarsi). Il resto è follia pura, con scene all'apice del nonsense, un climax di insensatezze tale che sfocia poi in una specie di citazione a The Truman Show, e a cui viene data una spiegazione ugualmente assurda anche se tecnicamente interessante. L'espediente del copincolla malriuscito infatti non ha molto senso ma è divertentissimo e originale, e dimostra quanto Casty pur amando uno stile retrò non rinunci alle delizie della tecnologia, tirando spesso e volentieri in ballo elementi provenienti dalla nostra realtà degli ultimi anni (informatica, videogiochi). Unico neo riscontrabile in questo gioiello di assurdità è la tavola finale, un po' troppo sbrigativa nel suo voler essere simpaticamente teatrale.
  • 34. Topolino e il Fantomatico Fox

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    Testi: Casty
    Disegni: Roberto Vian
    Tavole: 30
    Topolino #2659, Novembre 2006

    Ed è con la gemella dell' Ingannevole Gemello che si chiude il 2006, un annata poco prolifica per Casty rispetto a quanto visto nei due anni passati, ma anche l'ultimo anno di ingente produzione se si considera che da qui in poi la sua presenza sul Topo si farà sempre più rada. L'accostamento con l'altra sua storia del periodo disegnata da Vian è inevitabile per via della natura prettamente gialla del racconto (vi è un furto, durante una festa, a casa di ricconi, e un colpevole designato ma non provato), e per la struttura a "falsi esiti", affidati stavolta a un detective alquanto inetto, lo sterotipato ispettore Brulé della polizia internazionale. Topolino ci fa bella figura giungendo a risolvere il caso per la terza volta dopo che le indagini altrui avevano portato al colpevole giusto nel modo sbagliato e al colpevole sbagliato nel modo sbagliatissimo, risolvendo così un intrigo, il cui inghippo alla base si rivela essere abbastanza semplice nel suo essere posto in modo cervellotico.
    A sorpresa un ruolo se lo ritaglierà pure l'apparentemente inutile Minni che avrà modo di riscattarsi durante le indagini, uscendo dal solito sterotipo dell'oca rompiscatole, rivalutazione di un personaggio che sembra essere tanto caro a Casty.
    Pochi ricordano Il Fantomatico Fox tra le storie migliori dell'autore, preferendogli spesso e volentieri quelle più old fashioned da autore completo che in seguito confezionerà più frequentemente, la storia in questione rimane però una sorta di emblema del modo semplicemente "giusto" di fare storie gialle all'interno di Topolino.
  • 35. Topolino e Pippo nella Valle del Picchio Gigante

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    Testi: Casty
    Disegni: Paolo Mottura
    Tavole: 36
    Topolino #2670, Gennaio 2007

    Inizia così il 2007, l'anno in cui Casty raggiunge il minimo storico con solo tre storie pubblicate su Topolino, due delle quali però da autore completo. E a ben pensarci, vedendo anche la produzione del 2008, si può affermare che Il Picchio Gigante sia anche l'ultima volta in cui vediamo una storia di Casty disegnata da qualcuno che non sia lui. Questo qualcuno è un inedito Paolo Mottura alla sua prima collaborazione col Castellan. Collaborazione che fa cascare la mascella visto che Mottura per l'occasione si scatena letteralmente, proponendo paesaggi incredibili, valorizzati da una colorazione altrettanto incredibile. Si può dire che il punto forte della storia siano proprio questi paesaggi, visto anche che Mottura ha uno stile non propriamente dolce per quanto riguarda i visi dei personaggi, soggetti spesso e volentieri a deformazioni di ogni tipo.
    Quanto alla storia, bé non è esattamente un giallo come le due storie disegnate da Vian, bensì un'avventura. Segue però il trend inaugurato da poco del colpo di scena a getto continuo: Casty ancora una volta gioca a fregare il lettore capovolgendo in continuazione il punto di vista, rinunciando al morbido manicheismo del fumetto Disney e presentando un "colpevole" ambiguo quanto basta ma fondamentalmente non cattivo, in cui luci e ombre vengono appena accennate per un ritratto umano alquanto credibile. La scelta di strutturare la storia partendo in medias res per poi tornare indietro, poi, per una volta non è solo un artificio stilistico ma viene narrativamente motivata dando una spiegazione dei flashback finalmente credibile.
    Insomma una gemma nella produzione Castyana, purtroppo poco celebrata ma in grado di appagare tanto l'occhio quanto lo spirito.
  • 36. Topolino e la Bionda Minaccia

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 35
    Topolino #2686, Maggio 2007

    Chi vide in anteprima sul numero precedente la copertina realizzata da Casty per questa sua seconda storia del 2007 oltre a tirare un sospiro di sollievo visto il bombardamento di Wizards of Mickey del periodo, si chiese come mai Topolino e Pippo scappassero da Sonic. In realtà Sonic non era bensì Uma, una cronauta che sarebbe stata destinata ad affiancarsi a Eurasia ed Estrella nella lunga galleria di collaboratrici femminili che Casty ha inventato per arricchire le sue storie. Il tema stavolta sono i viaggi nel tempo, con tanto di paradosso che più paradosso non si può, visto che viene messo in scena il classico viaggio nel passato per cambiare il futuro che si scoprirà poi esserne proprio la causa. Qui però il paradosso fa un ulteriore passo avanti e arriva, nel corso dello stesso viaggio a provocare e annullare nel giro di poche pagine l'apocalittico futuro visto nelle prime pagine. Cosa poco sensata, a rigor di logica, visto che i protagonisti una volta resisi conto del danno provocato avrebbero dovuto impedirlo con un secondo viaggio e non nel corso dello stesso! Ma si sa, quando si parla di viaggi nel tempo la svista, la contraddizione e l'insensatezza (il paradosso, per l'appunto) sono sempre in agguato, quindi sempre meglio attivare la sospensione d'incredulità per apprezzarli al meglio.
    Certo è che questa terza storia del Casty autore completo, sembra confermare la regola secondo cui l'autore sceglie di disegnarsi da solo le storie più adatte al suo stile, quelle quindi che contengono elementi più bizzarri e surreali, che possano sposarsi bene con il suo tratto a metà strada tra Scarpa e il Gottfredson dei folli tempi di Bill Walsh. Ed è una cosa di cui ci si accorge subito dalla seconda tavola quando si incontra il nome Pippo-Pippo e il verbo zattare. Si prosegue poi in allegria con una carrettata di pippidi, parenti di Pippo che costituiscono il club dei cervelloni, impegnati ad inventare una bibita, che aiuterà a creare confusione su chi sia la bionda del titolo. Insomma, un ulteriore brillante prova per il Casty disegnatore che d'ora in poi disegnerà ogni sua storia, migliorando ulteriormente il suo tratto in occasione del recupero di un altro grandissimo personaggio dell'epopea a strisce: Eta Beta.
  • 37. Topolino e la Neve Spazzastoria

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 37
    Topolino #2705, Ottobre 2007

    E Casty scopre ulteriormente la sue carte. Il progetto di restaurazione gottfredsoniana, camuffato per anni da semplice simpatizzazione scarpiana, viene fuori grazie al recupero in questa sua quarta storia da autore completo, del caro vecchio Eta Beta. Il personaggio più frainteso della storia del fumetto Disney torna qui agli antichi splendori, sfoderando il suo campionario di espressioni facciali e pose tipiche delle storie a strisce di Walsh e Floyd. Con al suo fianco Flip e con il suo perenne atteggiamento flemmatico e sicuro, Eta torna a far da spalla a Topolino in una storia che onora la tradizione a strisce sia nella grafica che nello stile narrativo e non si risparmia di far comparire di straforo un'altra celebre comparsa di quell'antica epopea: Patrizia Pig.
    Tutto questo per porre finalmente a confronto Topolino con Doppioscherzo, in quello che par di capire sarà il loro quinto e ultimo scontro. E' la prima volta che Casty ha occasione di disegnare il suo disturbante personaggio e per l'occasione ne aggiorna l'aspetto: Doppioscherzo adesso ha la faccia rosa e il vestito nero. Il resto non cambia, dice sempre Sguoz Sguoz e progetta piani al limite dell'assurdo: stavolta grazie a una neve che sbianchetta la coscienza delle persone prova a insegnare loro una Storia diversa che lo vede come l'ultimo di una stirpe di valorosi. Tutto molto surreale, anche solo il fatto che in una sola notte gli abitanti del borgo montano, scelto da Vito per sperimentare la sua invenzione, si siano già istruiti sulla storia dell'umanità voluta da lui e che esistano già scuole attrezzate per l'occasione. Improbabile anche la soluzione che Casty inventa: il recupero dei cari vecchi libri, che insegnano la vera Storia a persone che però dovranno fare i conti con un'intera vita ormai dimenticata. Sarebbero elementi che altrove avrebbero fatto accusare l'autore di faciloneria, ma Casty dissimula la cosa con perizia e conoscenza del mezzo: laddove si accorge di starla sparando grossa riesce sempre a spostare l'attenzione con una trovata umoristica, un'espressione o una posa così stramba e divertente da ricordare al lettore il particolare registro narrativo scelto per questo suo filone da autore completo. Il risultato quindi è gradevolissimo, anche se purtroppo l'ultimo esponente di questa sua produzione regolare. Dal 2008 in poi vedremo Casty con meno frequenza e impegnato in progetti un po' atipici, come Il Tocco di Fuoco sua prima storia non sceneggiata da lui o Il Mondo Che Verrà, la sua primissima Saga in quattro parti.
  • 38. Topolino e il Tocco di Fuoco

    Immagine

    Testi: Carlo Panaro
    Disegni: Casty
    Tavole: 32
    Topolino #2720, Gennaio 2008

    Panaro, il tanto a lungo biasimato Panaro. Colui che un tempo aveva scritto per Romano Scarpa un pugno di sceneggiature perfettamente rientranti nel suo stile, l'autore de L'Artista Vagabondo o La Formula della Ricchezza, che si chiudeva con quel pensiero di Paperone così umoristico e nel contempo poetico da fare invidia a Barks. L'autore che da anni e anni ormai si era dato alle brevi "umoristiche", pare su richiesta della redazione, perdendo così ogni briciolo di interesse per un lettore sopra i due anni di età. L'autore che negli ultimi tempi sembrava volersi riscattare agli occhi di certi nerdacci cattivi cattivi che l'avevano soprannominato per via della sua vacua prolificità "Carlo un tanto alla dozzina Panaro", dapprima iscrivendosi sul forum del Papersera, rispondendo in modo impeccabilmente gentile alle critiche, poi realizzando una storia-omaggio a Don Rosa, scialbotta in sé ma importante per il messaggio "continuativo" all'interno.
    Bé qui Panaro ha un ritorno di fiamma per ciò che faceva un tempo, presentandoci nuovamente una lunga, interessante e ben articolata, e con protagonisti un Topolino e Pippo vacanzieri, invischiati come al solito in un mistero, che vedrà protagonisti un gruppetto di volti nuovi creati ad hoc per disseminare il sospetto negli occhi del lettore. Insomma, i presupposti standard per una storia standard, che è già molto visto che da tempo nella sua produzione di storie tanto articolate non se ne vedevano. Se a questo aggiungiamo il sapore Scarpiano di sottofondo che ritorna a deliziare il lettore, non sembra sbagliata la scelta della redazione di affidarne il comparto grafico a Casty.
    Casty, il tanto a lungo incensato Casty. L'abbiamo conosciuto come uno sceneggiatore particolarmente dotato, con un occhio di riguardo dapprima per le belle avventure, poi per lo stile Scarpiano e infine per quello Walsh/Gottfredsoniano, abbiamo poi avuto modo di apprezzarne le doti di "progettista", quando si è iniziato a vedere un filo conduttore unico che abbracciava l'intera sua produzione, rendendola un corpus omogeneo e di altissima qualità. E infine lo abbiamo apprezzato come copertinista e come disegnatore delle sue stesse storie, quando ci ha dimostrato di poter essere un autore completo e un ottimo artista della matita. Bé qui Casty compie un ulteriore passo nella metamorfosi da sceneggiatore a disegnatore, giungendo a disegnare una storia altrui, con sommo scorno dei fan che al sentirne la notizia già temevano di aver perso l'autore più interessante che da un decennio offriva il Topo. E invece no, perchè in questo caso la mano assolutamente Scarpiana di Casty sposa lo stile analogo di Panaro, creando un connubio stilistico molto gradevole e retrò che non potrà fare a meno di sorprendere chi ormai non ci sperava più. Intendiamoci: non è che sia un bene che le già esigue storie di Casty si diradino ancora di più in favore di questa attività di disegnatore per altri, e sarebbe meglio per via del rapporto qualità/quantità che Casty tornasse a disegnare solo le proprie, e neanche tutte, per poter avere una sua presenza fissa all'interno del Topo, come accadeva un paio d'anni fa. Ma tant'è, il matrimonio c'è stato e ha permesso la creazione di una storia davvero simpatica, nonchè il ritorno, in sordina ma pur sempre ritorno, del Panaro di una volta.
    L'effetto complessivo, si diceva è quello di una fusione stilistica tra due artisti sulla stessa lunghezza d'onda, che amano alla follia gli stessi autori, e gli stessi personaggi: notevole a questo proposito il modo "buono" e un po' ingenuo con cui Panaro tratta i suoi attori, rispettandone le caratteristiche e senza snaturarli in modo fighetto anche quando sono alle prese con soggetti obbrobriosi tipo Il Mostro di Halloween. Insomma, Panaro pur non elaborando trame apprezzabili da anni e anni dimostra di sapere ancora come far muovere i personaggi, senza scadere nella farsa, e l'effetto finale è quella di leggere una storia bonaria, ricca di personaggi bonaccioni e "caldi" (Gerry ad esempio è bellissimo graficamente parlando), certamente priva di alcune uscite surrealmente folli tipiche delle ultime sceneggiature castyane, ma che fa concludere la lettura con il sorriso sulle labbra.
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