Casty

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Speriamo che prima o poi si decida a pubblicare la sua trilogia con Atomino Bip Bip...credo che sarà un capolavoro! :)
  • Devo veramente dare ragione a Grrodon... Però (c'è un però) in alcune storie sembra che cada in alcuni schemi fissi, come in "Topolino e gli effetti della disastrometa", dove la situazione catastrofica della Terra che smette di girare si risolve grazie al fortunato atterraggio (non che sia colpa sua: spesso è una situazione costretta dalla logica della storia, o per non allungare una storia che diverrebbe troppo lunga).
    Nonostante questo, Casty è e rimarrà un grande!!!

    PS Ggrodon non mi bannare... amici come prima? :beer:
    Ultima modifica di gil grissom il mercoledì 02 luglio 2008, 19:02, modificato 1 volta in totale.
    "2 cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... Ma della prima non sono sicuro..." A.Einstein
  • Ggrodon?
  • Grrodon ha scritto:Ggrodon?
    Perdonalo, non parla l'evroniano! :adore:
  • Temo la tua ira..... PERDONO!!!!!!! :adore: :adore:
    X la fretta mi sbaglio a digitare....
    "2 cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... Ma della prima non sono sicuro..." A.Einstein
  • La prossima storia dovrebbe essere "Topolino e le miniere di fantametallo", con Eurasia Tost,. Sarà disegnata da Casty?
  • 40. Topolino e il Grande Pippunga

    Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 38
    Topolino # 2753, Settembre 2008

    Dopo mesi e mesi di latitanza dal suo capolavoro Il Mondo Che Verrà, ecco quindi ritornare l’ottimo Castellan, ancora una volta come autore completo, di una storia che pare faccia parte delle giacenze dello scorso anno. La lunghissima assenza e l’acquolina in bocca lasciata dalla sua saga con la Spia Poeta hanno però aumentato a dismisura le aspettative, impedendo a questa storia di essere gustata appieno. Sarà a causa dello spunto di base che non è affatto originale, visto che tira in ballo una sorta di Pippo gigantesco che parodizza King Kong, con tanto di produttore cinematografico senza scrupoli alle calcagna. Ma al di là di questi cliché Casty ha modo di mettersi in mostra comunque, con un utilizzo simpaticissimo dei personaggi, Gambadilegno in primis, una quantità di ottime gag e un colpo di scena finale tutt’altro che telefonato. La lunga assenza però è anche servita a far saltare subito all’occhio una caratteristica del Casty autore completo che altrimenti poteva esser data per scontata: il modo personalissimo di comporre il disegno nella vignetta. Le sequenze con Pippunga che batte la testa nella serra, o che usa le auto come pattini, alcune battute di Gambadilegno visualizzate inducono ad una riflessione. Come già si disse in passato, Casty è un narratore e lo è sia nella sceneggiatura che nel disegno: quando poi le due cose si fondono e fa l’autore completo ecco creare quel non so che che rende la storia unica, autoriale, un qualcosa a sé. La rende, a differenza di altre mille storie Disney prodotte in massa con accoppiamenti artistici randomici, un vero e proprio Fumetto.
  • 41. Topolino e la Jellamolecola

    Immagine Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Enrico Faccini
    Tavole: 34
    Topolino #2757, Settembre 2008

    Incontro tra due grandi del fumetto Disney. Ritorna Casty a breve distanza dal Pippunga, stavolta non come autore completo ma con i disegni di Faccini. Ed è un felice connubio, che mette in luce quanto i loro due stili, la loro estetica, la loro stessa visione del mondo Disney sia simile. Non ci aveva mai fatto caso nessuno, proprio perché Faccini si mimetizzava occupandosi più spesso dei paperi, in maniera bislacca e innovativa, mentre Casty, giocando a portare avanti la vecchia scuola era sempre sembrato un classicista. E invece le basi dei due autori sono le stesse, dall’amore per la stramberia all’ispirazione scarpiano/gottfredsoniana, base grafica di entrambi. Fino a giungere ad un elemento comune che poteva sembrare ancor meno evidente, ma che qui emerge prepotentemente: il modo di comporre la vignetta, di organizzarsi lo spazio e di dare ai disegni quel feeling narrativo di cui si era parlato in occasione del Pippunga. In soldoni, la storia sembra quasi disegnata da Casty, fatta eccezione per quelle dentature un po’ troppo vistose, probabilmente un tentativo fallito di accrescere ulteriormente la mimesi con il Gottfredson anni 50.
    Non di sola mimesi però vive la storia, che racconta una trama allegra, e interessante. Memorabile la presenza del C.A.S.P.I.T.E.R.I.N.A., dato che è anche l’esclamazione prediletta di Topolino nell’animazione. Non rientra certo tra i gialli Castyani più imprevedibili (il colpevole viene suggerito subito), ma è più che altro un’avventura assurda, fantasiosa e spensierata, che fa un grande uso dell’humor paradossale, con alcuni tocchi di stile. Del resto chi si immaginava che so Topolino venissero tirate in ballo le leggi di Murphy?
  • La Meraviglia l'ha già postata Pacuvio nel topic delle news, ma per completezza la metto anche qui.
  • 42. Topolino e il Signore dei Pupazzi

    Immagine Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 35
    Topolino #2779, Febbraio 2009

    Soggetta ormai da tre anni a un'estrema diluizione, rispetto ai fasti delle annate 2004 e 2005, la produzione di Casty diventa difficilmente giudicabile ora come ora. Il Signore dei Pupazzi, pur non essendo fra le storie migliori dell'autore, rientra però nella sua altissima media qualitativa. Sembrano finiti i tempi in cui al ritmo di una storia ogni due settimane Andrea Castellan teneva alta la qualità e l'interesse verso il settimanale, alternando capolavori a belle storie. Ed è quindi facile rimanere delusi da queste rare apparizioni, specie dopo le lunghe attese che a volte durano anche un trimestre.
    Ma a conti fatti, Casty si riconferma un grande autore anche nei peggiori frangenti, riuscendo a inserire chicche, trovatine e elementi interessanti in ogni sua storia, adottando la filosofia di lavoro dei suoi ispiratori, da sempre molto generosi quando si trattava di divertire il lettore. La storia non è solo una trama, ma tutto ciò che ci sta intorno, il modo che hanno i protagonisti di reagire agli eventi, le stramberie che sembrano messe lì tanto per ridere ma che in realtà hanno la funzione di farsi ricordare. Tutto, nell'approccio di Casty, contribuisce ad evitare quella sorta di stato catatonico che può prendere il lettore all'ennesima storia su un ennesimo cliché. I nomi stessi dei personaggi della storia, quelli che in altri casi sarebbero destinati a svanire nell'oblio dopo una letta veloce, rimangono qui impressi quel tanto che basta per risvegliare l'attenzione di chi legge: Baloq, Vitruvian, l'Andromimo, Pestalfior sono nomi simpatici, allegri e soprattutto originali, ennesimo esempio di quanto possa essere vivace lo stile narrativo dell'autore.
    La storia in questione vede Topolino e Pippo intrufolarsi quasi di prepotenza in un giallo che vede confrontarsi due ex-soci di un azienda produttrice di giocattoli, con differenti punti di vista e filosofie produttive. E pur andando a parare su elementi già visti (l'organizzazione criminale, l'esercito di robot), la storia riesce a mantenere la sua verve giocosa e puramente castyana fino all'ultima vignetta, permeata di ottimismo puramente Disneyano. Tornano dopo tantissimo tempo i disegni di De Vita, che era dai tempi delle prime storie da autore completo di Casty che non collaborava con lui. E pur conservando la sua impronta stilistica, è notevole come De Vita rispetti sacralmente lo schema compositivo mutuato dallo storyboard di Casty. Un modo di organizzare lo spazio nella vignetta molto sapiente, che in virtù della sua "compostezza" riesce sempre ad essere rilassante e a focalizzare sul giusto elemento l'interesse del lettore, evitando certi guazzabugli estremamente chiassosi e tondeggianti che ormai sembrano essere diventati il marchio di fabbrica di buona parte della produzione Disney odierna.
  • Anche se nota grazie ad altri lidi, è doverosa la segnalazione anche qui, nel thread di quella geniale mente che si noma Casty:

    http://www.papersera.net/papersera/IntervistaCasty2.php

    :adore:
  • L'ho letta e, che dire... Casty è già nell'olimpo dei miei autori Disney preferiti, ma dopo aver letto quest'intervista (dalla quale traspare l'amore e la competenza per i pesonaggi disneyani)... lo è ancora di più! :adore:
    Ho trovato poi molto bella e azzeccata la definizione di "disegn-attori" per Gotffredson, Barks e Scarpa.
  • 43. Topolino e le Borbottiglie di Avaloa

    Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 35
    Topolino # 2798, Luglio 2009

    Dopo mesi di silenzio torna ad essere pubblicata una storia di Casty, che si presenta elegantemente disegnata da lui, e con una splash page che sembra omaggiare lo stile di Rodolfo Cimino. Sembra infatti dedicata al grande autore questa storia, a partire dal nome del bis bis di Pippo, Romino Cidolfo, che fa avviare la trama. Senza dubbio uno dei migliori parti del Castellan, che ultimamente si era visto di rado sulle pagine del settimanale ma che complice la stagione estiva e l'uscita tradizionale del gadget con conseguente superesposizione del settimanale permette una maggior densità di belle storie. La storia è infatti strepitosa, con una trama poetica e fantasiosa che vede Topolino e Pippo giungere in una terra in cui gli abitanti comunicano tramite musica, che viene immagazzinata all'interno delle "borbottiglie" del titolo. I due, caratterizzati al meglio, se la devono vedere con un usurpatore, e nel far questo Casty dimostrerà una volta di più come sia possibile integrare armoniosamente la tecnologia all'interno del mondo Disney, senza risultare ridondanti. La tecnologia è grande protagonista anche dell'inizio della storia, in cui si ha modo di avvertire l'affettuosa assenza di Minni tramite il navigatore satellitare personalizzato con la sua voce. Tra 200 metri, gira a sinistra...e pensami un po'! è un perfetto esempio di gag "buona" alla Casty che fa capire quanto calore ci sia nei suoi personaggi e nel suo modo di raccontare, figlio di una poetica genuina e fiabesca. Ma poi pagina dopo pagina è tutto un florilegio di trovatine, finezze, gag bonarie come ad esempio Pippo che racconta le imprese dello zio attraverso tre balloon illustrati e poi per spararla grossa li combina insieme con le mani, per non parlare dell'entusiasmo dello stesso Pippo nel partire all'avventura. Graficamente parlando poi siamo dalle parti del capolavoro, e se non bastano le espressioni di Topolino e Pippo a rendersene conto si prenda il varano, grosso, minaccioso eppure disneyano, o lo schema compositivo di una qualsiasi vignetta, sempre ordinato chiaro e nel contempo dinamico e ricco di appeal. La cura profusa nella realizzazione si estende anche al finale agrodolce, che rimanda un po' alla poetica reginelliana nel sancire la divisione tra il nostro mondo e quello di Avaloa, costretto a scandire il proprio tempo in ottave. Insomma tanta fantasia, un trattamento egregio per i personaggi, una buona dosa di allegria e positività accompagnate da una resa grafica accattivante fanno di questa storia il prototipo della storia Disney perfetta, che al termine della lettura avrà divertito il lettore, scaldandogli anche un po' il cuore.
  • 44. Topolino e il Fantasma di Cleopatra

    Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Silvio Camboni
    Tavole: 30
    Topolino # 2801, Luglio 2009

    Ecco di nuovo Casty a distanza di sole tre settimane dall'ultima storia. Segno che si vuole riservare ai mesi estivi il meglio della produzione Topoliniana. Però stavolta è un Casty minore, che racconta una storia un bel po' sottotono, rispetto alla sua sfavillante media. Di sicuro non è una storia priva di motivi d'interesse, come il fatto che veda Topolino accompagnato da Indiana Pipps e Pluto. E' la prima volta che Indiana viene utilizzato da Casty, molto più incline a creare personaggi femminili nuovi per questo tipo di ruoli. Ma anche lo stesso variare dei comprimari che affiancano Topolino è uno dei pregi dell'autore che qui si cimenta con un personaggio per lui nuovo, ricordandosi tralaltro anche del fin troppo fumettisticamente sottoutilizzato Pluto. La trama non è niente di che e vede l'inedito terzetto sventare una truffa a base di finte apparizioni fantasmatiche, una cosa alla Scooby Doo che poi si scoprirà essere architettata dal solito Gambadilegno. Ma anche in una storia minore Casty riesce comunque a infilare le sue solite finezze, che sono la sua inconfondibile firma: ad esempio il fatto che Gamba non sia l'unico colpevole, o lo stratagemma a base di cellulare che Topolino usa per risolvere la situazione, il tormentone con Indiana innamorato...di Cleopatra e il finale poetico e un po' inquietante con la finestra temporale tra i due personaggi. I disegni di Camboni nella loro compostezza quasi francese si sposano bene con la chiarezza dei layout di Casty e il prodotto che ne deriva è come al solito molto raffinato. Insomma, nella sua umiltà questa piccola storia rappresenta l'ennesimo esempio di come si possa mantenere buona la qualità media del topo senza eccessivi sforzi.
  • Segnalo a tutti la nascita di questo minisito (con trailer!) dedicato alla prossima storia di Casty, Topolino e l'isola di Quandomai! :-)

    http://thequandomaisite.altervista.org/
  • Bello il sito di Casty! Ma rimarrà solo dedicato a Quandomai, oppure verrà aggiornato in occasione di storie di ampio respiro?
  • 45. Topolino e l'Incubo Orbitale

    Immagine Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 36
    Topolino # 2810, Ottobre 2009

    Dopo qualche mese di latitanza ritorna Casty con una storia scritta e disegnata da lui, che si merita persino la copertina. E si torna a respirare l'aria di buono dell'inconfondibile suo stile: Casty è capace di carezzare i suoi personaggi nel tratteggiarne sia l'aspetto grafico (e il Casty disegnatore migliora sempre più!) che i caratteri, dipingendoli in modo positivo, non stucchevole ma sempre divertito. L'intera sequenza iniziale a casa di Topolino potrebbe essere l'ideale manifesto stilistico castyano: tutti i personaggi riuniti davanti alla televisione che ridono, scherzano e si prendono bonariamente in giro. C'è realismo, c'è voglia di prendere sul serio questi personaggi, di considerarli persone e non semplici macchiette sterotipate. Raramente tra Topolino e Pippo c'è un'amicizia così realistica, raramente si può dire che Topolino e Minni sembrino davvero fidanzati, eppure Casty concependo tridimensionalmente le sue storie, ragionando con semplice bonarietà, riesce a dare questo effetto da tempo dimenticato. E questo è il punto di partenza fondamentale: poi c'è anche la storia, come sempre ben curata, ricca di momenti di azione, di colpi di scena e anche di gag: stavolta Casty porta Topolino su una stazione spaziale insieme a un manipolo di vip, con lo scopo di testare il luogo in quanto futuro centro di vacanza. Ovviamente la cosa sfuggirà di mano, a causa dell'intromissione di un Macchia Nera in borghese, con ambizioni dittatoriali. Ecco, nel caso dei cattivi vale il discorso inverso: mentre i buoni vengono ritratti con un sentito realismo, con i cattivi Casty gioca. Non li sminuisce, non li mette in burletta ma si diverte a renderli veramente cattivi, nei limiti delle possibilità date dal registro adottato dalla storia. Qui siamo dalle parti del burlesco sicché Macchia Nera toglie di mezzo tecnici e operai spedendoli ai tropici (geniale) e si vendica contro Topolino puntando il raggio contro la sua casa. Cosa che si scoprirà in maniera piuttosto sadica solo nell'ultima tavola...o almeno così era prima che la storia venisse modificata per esigenze redazionali e il finale venisse commutato in una più banale festicciola di bentornato per Topolino.
    Ovviamente non sarebbe una storia di Casty se gli spunti si esaurissero qui, e infatti ecco che ognuno dei vip coinvolti mostra una sua caratterizzazione assai umoristica (divertente il cambio repentino di atteggiamento della giornalista) ed ecco che una marea di vignette trasudano gag inaspettate (celiberrimo!). Insomma, l'ennesima storia di Casty che si rivela un manuale per fare buon fumetto Disney.
  • 46. Topolinia 20802

    Immagine Immagine
    Immagine Immagine

    Testi: Fausto Vitaliano, Alberto Savini, Giorgio Salati
    Disegni: Marco Ghiglione, Giuseppe Dalla Santa, Casty, Lorenzo Pastrovicchio
    Tavole: 149 (38+35 +36+40)
    Topolino nn #2811- 2812 - 2813 - 2814, Ottobre/Novembre 2009

    Con Topolinia 20802 lo staff di Topolino sperimenta un rinnovamento radicale per il personaggio, cambiandone in parte lo status quo. Topolino adesso si trasferisce in centro città, in un quartiere di cui non ha dimestichezza: l'obiettivo è renderlo più umano, più simpatico agli occhi di un mondo che ormai l'ha bollato come perfettino. Inoltre, come lo stesso Vitaliano afferma, il fatto che il cap di questo quartiere sia palindromo significa che Topolino può tornare alla vecchia realtà ogni volta che vuole, senza che questo invalidi le storie di altri autori che non si uniformeranno alla grande novità. Si comincia con una storia in quattro episodi che descrive l'arrivo di Topolino in questa nuova realtà, desideroso di prendere il patentino giornalistico per regolarizzarsi un po', dopo una vita passata a vivere avventure in modo del tutto casuale. I nomi coinvolti fanno ben sperare: c'è Vitaliano ad orchestrare il tutto, che si immagina infonderà quel pizzico di cattiveria tutta sua, ma che verrà poi mediata dall'abilità di altri sceneggiatori più tranquilli come il Savini, vecchia gloria, e il promettente Salati che più di una volta ha dimostrato di avere a cuore la credibilità dei personaggi. Tra i disegnatori pure c'è una commistione di stili, infatti ad aprire le danze c'è Ghiglione, seguito poi dallo stile retrò di Dalla Santa, da quello innovativo di Pastrovicchio e dal grandissimo Casty, qui per la seconda volta alle prese con una sceneggiatura non sua. Diciamo subito che le premesse non convincono subito: non semberebbe esserci la necessità di trasportare Topolino in una nuova realtà per restituirgli credibilità, specie visto che molti bravi autori hanno dimostrato di poter fare ottime storie con lo status quo di cui disponevano, inoltre l'esperimento di trasportare Topolino in una realtà diversa, più grande, era già stato compiuto con quel capolavoro malconcluso di MM by Faraci e Artibani, e quindi questo a prima vista appare più come un doppione. Inoltre non fila molto come cosa, il fatto che Topolino non sia mai stato veramente in centro città se non pochissime volte, che non sappia prendere la metropolitana, che debba per forza trasferirsi: insomma andrebbe bene se questa non fosse Topolinia, ma siccome lo è risulta piuttosto arduo credere che il grande avventuriero Topolino si senta alla scoperta di un nuovo mondo...nella sua stessa città. Messo da parte però lo scetticismo iniziale dovuto ad una premessa un po' stramba, e prendendola per quel che di fatto è, e cioè un mero espediente narrativo, il risultato non è malvagio.
    Il primo episodio, disegnato da Giglione, può far storcere il naso qua e là per certi particolari grafici un po' tirati via: non va dimenticato però che Ghiglione è prima di tutto un illustratore da copertina e che il suo scarso dinamismo in una storia a fumetti l'aveva già dimostrato in Urk. Prese da sole però molte vignette risultano piacevoli e dinamiche, anche se si riscontra un problema generale di inchiostrazione. Per il resto il primo capitolo è semplicemente introduttivo: i personaggi vengono presentati bene anche se la mancanza di avvenimenti di un certo valore fa ancora pesare la premessa poco credibile.
    Il secondo episodio è invece realizzato da Savini, abile a dare credibilità ai personaggi, e Dalla Santa, che pur non brillando come ai tempi delle Fantaleggende, ci restituisce una performance carezzevole. Ci si addentra nella storia, si inizia a conoscere meglio i personaggi, i vari direttori del giornale e ci scappa pure una citazione a Giuseppe Tubi, per veri intenditori. Buona l'idea di utilizzare Minni e quindi il vecchio mondo per instradare correttamente Topolino in questa nuova avventura e i dubbi iniziano ad essere messi da parte data la resa molto simpatica di questo progetto.
    Immagine
    Il nostro bravo Casty giunge nel terzo episodio e dà un'ottima prova di sé, adattando il suo stile delicato alla situazione. Situazione che precipita visto che in questo episodio, dopo il climax in cui lui si è definitivamente adattato al nuovo scenario, arriva la crisi, e serve quindi uno stile come quello Castyano per far provare al lettore una certa empatia con Topolino che triste e deluso non può che ispirare tenerezza. L'episodio è curioso anche solo per la presenza di Brenda, personaggio femminile come i tanti che Casty affianca a Topolino e che neanche a farlo apposta salta fuori proprio nell'episodio a lui affidato. Ma ci sono anche altre chicche, come il brufolo che spunta fuori a Topolino e la scena in cui chiede il permesso al capo, che ricorda non poco quella sorta di surreale incomunicabilità che nelle storie di Gottfredson c'era tra Topolino e i suoi vari capufficio che di volta in volta lo spiazzavano trattandolo male e bene a seconda dei momenti.
    Infine abbiamo la riscossa di Topolino, e viene il turno di Pastrovicchio, quello stesso Pastrovicchio spesso e volentieri inflazionato con saghe tipo Wizards of Mickey, quello stesso Pastrovicchio che è una commistione di retrò e modernità, di Gottfredson e di manga, di bravura e approssimazione...almeno a giudicare dalla seconda vignetta di pagina 37 con un Gambadilegno assai sproporzionato. Per quanto riguarda il finale della storia non è affatto male, con Topolino che riesce a farsi valere dopo un momento di sconforto proprio grazie ad abilità e conoscenze che aveva nella vecchia vita. Viene infatti tirato in ballo il vecchio Gambadilegno, che ormai non fa paura più a nessuno, ma non è l'unico tocco nostalgico: riappare Tubi, che aveva fatto un cameo nel secondo episodio, e che qui ha una gag tutta sua in cui mostra di conoscere e ricordarsi di Topolino. Cosa dopo tutto questo tempo stia facendo è poco chiaro, e va bene così, perchè alla fine della sua avventura il personaggio si redimeva e quindi è bene vederlo fare il maneggione, ma senza sbilanciarsi più di tanto.
    Insomma pur non partendo da premesse esaltanti (cambio di status quo forzato, grande città già vista, giornalismo inflazionato, poca credibilità etc) Topolinia 20802 si dimostra una piacevole ventata di aria fresca, un impegno della redazione a dare al settimanale una lettura diversa, interessante, senza arruffianamenti gratuiti in stile Doubleduck, Ultraheroes o Wizards of Mickey, ma con un po' di sostanza genuina. A quanto pare la seconda saga vedrà la partecipazione di Tito Faraci, che per il ciclo è una sorta di parente indiretto. E il cerchio si chiude.
  • Signori, è successo!

    Casty si apre ai paperi, e in quest'intervista dice di aver appena terminato una sceneggiatura con... Paperone (una storia alla Barks, per intenderci)!

    Afferma inoltre che per lui è stata un'esperienza molto divertente e spera di realizzare altre storie con i paperi nel futuro, anche se il suo preferito rimane e rimarrà ovviamente Mickey Mouse.

    Dal canto mio, è una notizia fantastica, lo desideravo da secoli ed è successo. Non vedo l'ora!

    PS: mi sembrava opportuno segnalarlo sul topic dell'autore più che sulle News. :)
  • Torna a “Fumetto Disney”