Casty

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • E come annunciato da Paper Yoda sul topic delle news...

    Casty's Quandomai Island it's coming...

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    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • bellobellobellobellobello!!!

    Non vedo l'ora di poter finalmente leggere questa storia. :sbav:

    E anche quella con Paperone, naturalmente.

    Uhm... nel nome del transatlantico compare "Oceanic", eh... :P
  • Eh, però, la copertina. Qui finisce che m'incuriosisco anche io...
  • Tyrrel ha scritto:Uhm... nel nome del transatlantico compare "Oceanic", eh... :P
    per un transatlantico è meno originale che per una compagnia aerea, però :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Abbnondanza di Casty nell'ultimo periodo, ciò è bene... a poche settimane dall'Isola di Quandomai e a due numeri dall'adattamento del corto animato, l'autore torna la settimana prossima su "Topolino" con una nuova storia... indiscrezioni paperseranti parlavano di 3 tempi, ma la cosa è da verificare. Di certo la storia è etichettata nella prima tavola come "Capitolo 1", sembra sia a sfondo ambientalista e presente il ritorno di Eta Beta!

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  • Bè ragazzi, informo chi non tenesse costantemente d'occhio la produzione disneyana che mercoledì 19 verrà pubblicata su Topolino la prima storia di Casty in assoluto con Zio Paperone. E' un po' un evento anche questo, in un periodo di eventi, quindi dateci un'occhiata.

    La storia si chiama "Zio Paperone e il moltiplicatore di Simplicius" e avrà i disegni di Ferraris; la particolarità è che la coppia aveva esordito nello stesso modo ai tempi della prima storia di Casty coi topi.
  • Ma perchè Grrodon ancora non recensisce le ultime storie uscite di Casty? Naturalmente non voglio portargli fretta, è solo un po' di meraviglia dato che ormai ci sono storie uscite anche un bel po' di tempo fa :ops:
    Se puoi sognarlo, puoi farlo :)
  • Eh, i corti...
    Ma prima della fine della vita mia e di Casty mi rimetto in pari, promesso.
  • LPSO ha scritto:
    Adesso sono curiosissimo di vedere il risultato!
    Letto proprio oggi. E devo dire che sono soddisfattissimo. Il modello ciminiano è ben presente, però l'originalità dell'autore riesce a trasparire, grazie anche a un ritmo incalzante ed ad alcune trovate bislacche (come l'equivoco sulla non omonima di Paperone col professore, personaggio che con la sua stramberia è un buon veicolo per l'umorismo dell'autore). Un difetto che si potrebbe trovare è l'esiguità del cast, Paperino e Nipotini sono assenti, e nell'incipit al Deposito manca il ciminiano Battista, difetto che è compensato dalla caratterizzazione di Paperone che E' PERFETTA.
    Oltre ad essere fedele al palese Cimino, il Paperone castiano è profondamente barksiano: da avido speculatore fa la figura dell'inguenuotto, per poi finire a spalare, incerto (cosa quasi inedita nelle attuale storie del Topo) del suo destino!
    Un Paperone a tutto tondo, non invincibile e per questo simpaticissimo. Ottimo, contando poi anche il fatto che è la prima volta che utilizza il personaggio (in una storia "ufficiale", visto che sappiamo che quando era un bambino disegnava storie con Paperone da far leggere agli amici :P).
    Spero che questo esperimento non rimani un unicum, e vorrei tanto vedere una storia di Casty che veda protagonista il terzo e ultimo pilastro del Fumetto Disney: un certo irascibile e pigro papero vestito da marinaio...
  • Dalla pagina Facebook di Casty:
    Annunciata in USA la ristampa in volume unico (sia brossurato che cartonato) del "Mondo che verrà", per il prossimo ottobre. Sarebbe bello vedere un equivalente da libreria anche da noi!
    :oO: :sbav:

    Immagino che la storia abbia riscosso un buon successo per spingere alla creazione di questo speciale (così come accaduto con Ultraheroes)! Casty sta contribuendo nel miracolo di risvegliare dal torpore i lettori americani... è sempre più un mito! :adore:

    Per chi fosse interessato... ;)
  • Già, è affiancato da pubblicazioni di alto Genio, vedo...
  • 47. Topolino e l'Isola di Quandomai

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 70 (41 + 29)
    Topolino #2832-2833, Marzo 2010

    Che Casty tornasse a confezionarci una lunga storia a puntate dopo Il Mondo Che Verrà lo si era aspettato a lungo, per tutto il 2009, anno in cui la qualità del Topo settimanale era tremendamente scesa a suon di saghe scarse. Eppure si sapeva che Casty aveva visto Lost, gli era piaciuto e aveva promesso una storia a puntate leggermente ispirata alle sue tematiche, che sarebbe dovuta uscire in estate. L'Isola di Quandomai divenne così una sorta di tormentone: continuamente rinviata, all'interno di un'annata piuttosto avara di storie castyane, aveva frustrato non poco gli appassionati che la attendevano anche grazie alle locandine e ai trailerini amatoriali che il buon Castellan invece si divertiva a fare per ricordarci che la sua produzione era ancora viva, malgrado tutto. E poi ecco il 2010, l'anno della svolta: messi da parte Wizards of Mickey, Q-Galaxy e altre pessime storie, il settimanale ha ripreso a dare spazio agli autori bravi e alle storie meritevoli e così anche la frequenza d'uscita delle storie di Casty è finalmente aumentata.
    Il primo episodio dell'Isola di Quandomai detta benissimo il tono della storia: Casty fa ancora una volta l'autore completo restituendoci il suo stile carezzevole e raffinato, che permette di dare al tutto un aspetto giocoso pur non risparmiando sulla complessità dell'intreccio. E' un contrasto collaudatissimo che non fa che accentuare il senso di cura che il buon Castellan infonde nelle sue sceneggiature, senza però farci dimenticare che sempre di una storia Disney si tratta. L'attenzione alla sceneggiatura è evidente sin dall'inizio: Quandomai infatti pur volendo essere un affettuoso omaggio a Lost non lo ricalca pedissequamente, ma inventa una storia radicalmente diversa mescolando influenze derivate da Jurassic Park e dalla miyazakiana Nausicaa. Di Lost ci sono alcuni spunti basilari come il naufragio iniziale di un gruppo eterogeneo di persone (la nave da crociera si chiama Tristan Oceanic), il fatto che il tutto si svolga all'interno di un isola misteriosa, l'S.O.S. di Pippo che ricorda l'omonimo episodio con Rose e Bernard, l'apparizione/sparizione della vallata e la presenza delle stazioni di ricerca abbandonate che ricordano il Progetto Dharma. Inoltre la struttura della storia con il primo episodio foriero di domande e il secondo con le risposte sembra voler accentuare il collegamento tra le due opere. Di Jurassic Park oltre agli ovvi dinosauri invece troviamo tutta la filippica sullo sfruttamento di quest'ecosistema per accontentare il pubblico pagante, e nel secondo episodio le gabbie ambrate. Insomma un remix di elementi non originali che danno luogo a un cocktail perfetto in cui la sapienza narrativa di Casty e la simpatia dei personaggi Disney trovano nuovamente la perfetta fusione. Il cast è veramente ampio e ben gestito visto che affianca a Topolino la spalla Pippo e persino Pluto, troppo spesso dimenticato nei fumetti. C'è poi un ottimo uso di Gambadilegno e Trudy, che come nell'ultima fase della produzione scarpiana si muovono in coppia, e persino un gruppetto di nuovi personaggi con tanto di sottotrama triangolare per il povero Topolino.
    Il secondo episodio fa arrivare le agognate risposte, introducendo il concetto di tunnel temporale. L'idea che si apra una finestra che dà su un futuro distopico caratterizza tutta questa seconda puntata, più corta della prima, e adibita all'azione e alle spiegazioni. Il futuro distopico ritratto da Casty è inoltre non poco debitore di certe atmosfere desertiche e piene di insetti mostruosi che si possono ritrovare nella Nausicaa di Miyazaki, altra sua grande passione. Inoltre le colorazioni tendenti al giallo di questa seconda parte (ma anche le tinte lievi e "solari" della prima) ci ricordano quanto nelle storie di Casty il colore, come nelle ultime storie di Bottaro, non sia un semplice optional ma parte integrante della narrazione e della resa artistica. C'è persino un lievissimo velo di pessimismo dal momento che il futuro dell'umanità non viene cambiato e la missione resta quella di chiudere i tunnel il prima possibile per evitare di essere invasi dai suoi abitanti. Al di là di questo va notato quanto niente sembri messo a caso, e come alla fine della narrazione tutto ma proprio tutto (si pensi al maggiordomo Maxim, o al Salvateci o Sparateci di Pippo, ma anche alla tregua con Gambadilegno, per una volta credibile) trovi una risoluzione anche umoristica. Insomma ancora una volta Casty insegna cosa significhi fare una saga, come trattare i personaggi e soprattutto come dare alla storia contenuti tali da rendere legittima e persino utile la suddivisione in più puntate.
  • 48. Topolino e i Mostri in Giardino

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 23
    Topolino #2837, Aprile 2010

    Un artista si vede anche dalle piccole cose. Passare da un capolavoro ad ampio respiro come L'Isola di Quandomai ad una storiellina breve, ispirata al cortometraggio Mickey's Garden senza minimamente rimetterci in qualità non è cosa da tutti. L'iniziativa Topolino Che Risate è stata inaugurata da Ambrosio con Topolino e la Foca che nel tentativo di cavalcare l'onda del rilancio dei corti su Toon Disney ha dato il via ad una serie di piacevoli quanto liberi adattamenti. Oltre a Mickey and the Seal e Mickey's Garden anche Lonesome Ghosts e Early to Bed si vedranno dedicare da artisti del calibro di Sciarrone e Faccini un adattamento. Casty e Faccini però sono fra quelli che si prenderanno più licenze, arrivando ad utilizzare solo i vaghi spunti dei rispettivi corti: Casty in particolare con questa breve storia riprende il concetto di Topolino rimpicciolito e in balia degli insetti che poco prima cercava di intossicare, condendolo con gag molto divertenti e ben concepite che si adattano benissimo all'atmosfera surreale e un po' birichina dei suoi fumetti e dei cortometraggi. In particolare un'aggiunta assai felice è Pippo che qui viene reso il motore della storia, vederlo dimenticarsi le cose o reagire con una certa disattenzione al problema di Topolino è a dir poco esilarante. Indimenticabili poi gli strambi modi con cui il microscopico Topolino (accompagnato da Pluto, che ancora una volta Casty ci ripropone) cerca di mettersi in contatto con Pippo prima mandando sms involontariamente demenziali - perfetto esempio di come utilizzare la tecnologia in maniera non intrusiva - poi utilizzando le formiche per scrivere e infine nascondendosi da lui per fargli uno scherzo. Insomma ancora una volta Casty ha dimostrato la sua versatilità, senza mai scendere a patti col suo stile ma anzi inserendosi a pieno titolo finalmente nella serie di iniziative che il settimanale promuove e che un tempo non lo riguardavano più di tanto.
  • 49. Topolino e il Mondo di Tutor

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    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 61 (25 + 16 + 20)

    Sembrava impossibile fare meglio dell'Isola di Quandomai, soprattutto a distanza così ravvicinata. E invece con non poco sconcerto da parte degli appassionati dopo pochissimi numeri ecco tornare Casty in forma smagliante prima con la breve Topolino e i Mostri in Giardino e poi con la stupenda Topolino e il Mondo di Tutor suddivisa in ben tre episodi, tutti pubblicati nello stesso numero di Topolino (con tanto di copertina castyana), trasformato così in un albo assolutamente atipico (anche perché le due storie rimaste sono a loro volta gli ultimi due tempi di una storia a puntate di Vitaliano iniziata nel numero scorso, per un totale di sole due storie nello stesso numero!). Ed ecco così che completamente alla sprovvista una storia mai annunciata né attesa da nessuno balza ai vertici della produzione Castyana posizionandosi insieme al Mondo che Verrà, al Dominatore delle Nuvole e alla sopracitata Isola. Casty sfodera il gottfredsonianissimo Eta Beta delle grandi occasioni facendolo così incontrare per la prima volta con la zia Topolinda di scarpiana memoria, ormai stabilizzatasi come personaggio fisso. La storia mostra una sapiente costruzione, ricca di solpi di scena, momenti umoristici e persino qualche lacrimuccia, merce rara di questi tempi in questo tipo di fumetto. E oltre al classicismo c'è pure spazio per la sperimentazione e l'utilizzo di tecniche narrative atipiche: l'unico capitolo narrato in tempo reale è infatti il centrale mentre quello iniziale e il finale vengono narrati in differita per mezzo di flashback che servono a straneare e alimentare la suspance. Il primo episodio esaurisce il fattore indagine svelando quanto di strano sta succedendo nel pianeta: specie per specie, gli animali stanno votando e progressivamente si teletrasportano via in un altro mondo, illusi dalla promessa di essere trattati meglio. Un'idea originale e pazzerellona che non manca di mostrare il suo lato più triste e angosciante, specie nella scena della sparizione di Pluto, che pur essendo contrario all'esodo viene costretto a seguire la maggioranza. Le idee e gli spunti si sprecano, e nessuno andrà perduto, a cominciare dal contadinotto fanatico della fantascienza che li insegue per tutta la prima parte per mostrar loro le prove, per arrivare alla mosca Ramòn che per modi e parlata ricorda tantissimo la pulce Ted di Bone. Degna di menzione è anche l'idea pazza nel più puro stile Walshiano delle mentine che permettono di parlare con gli animali, modo sicuramente più originale e buffo di superare l'ostacolo del linguaggio senza ricorrere ai solitissimi traduttori universali.
    Il secondo episodio, più breve, è quello d'azione per eccellenza, dove i due per cercare di riprendersi gli animali si infiltrano nel mondo di Tutor e si ritrovano in un ambientazione distopica e desolata, mentre è nel terzo che viene risolto ogni nodo, e per giunta in differita grazie al trucchetto di lasciare Eta Beta di fronte al dilemma morale per fare il cliffangher, salvo poi riprendere da un po' di tempo dopo dando modo ai due di spiegare all'U.N.O. (azzeccatissima parodia dell'O.N.U.) l'accaduto come era stato fatto all'inizio. Molto bello poi il finale in cui viene fatta curiosamente luce sulla natura del mondo di Tutor che si scopre trattarsi [spoiler]nuovamente del futuro[/spoiler]. Questa visione un po' pessimista avvicina parecchio la storia a Quandomai (e non è l'unico punto di unione visto che si scorge una nave chiamata Tristan Oceanic II) anche se lancia un bellissimo messaggio sul finale, quando è il narratore a riprendere il filo delle vicende dicendo che [spoiler]non è possibile sapere se il futuro appena visto è stato sventato o no, ed esortando il lettore a fare del suo meglio per non farlo accadere[/spoiler]. Un messaggio ecologista veramente azzeccato e intelligente: si capisce perché la storia sia stata improvvisamente pubblicata tutta in una volta nello stesso albo, ancora una volta a impatto zero per festeggiare l'Earth Day. In definitiva l'ennesimo capolavoro: si ride, si piange, si ha paura e ci si emoziona. Il tutto con gran fantasia, cosa che oramai pareva impossibile in ambito Disneyano. Grazie Casty.
  • 50. Zio Paperone e il Moltiplicatore di Simplicius

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    Testi: Casty
    Disegni: Andrea Ferraris
    Tavole: 30
    Topolino #2843, Maggio 2010

    Ed ecco che dopo cinquanta storie ambientate a Topolinia Casty decide di sfondare la barriera e andare ad esplorare l'altra metà della banda Disney, esattamente come fece Romano Scarpa, unico grande ad essersi misurato costantemente sia coi Paperi che coi Topi. L'approccio che adotta è lo stesso di sempre, inventivo, pazzerellone anche se ovviamente stavolta la fonte d'ispirazione non è più quella che va da Gottfredson/Walsh a Scarpa bensì quella più deliziosamente Ciminiana dei viaggi Paperoniani, mutuata a sua volta dall'operato di Barks. Cimino era entrato tra le fonti d'ispirazione di Casty, va ricordato, già dai tempi delle Borbottiglie di Avaloa. Insomma, che si tratti di Paperi o Topi, Casty sa a chi guardare per collocarsi nella tradizione giusta. La storia che ne esce è caruccia, e vede Paperone imbarcarsi con uno strambo professore e senza l'accompagnamento dei nipoti per una classica caccia al tesoro. Certo, esattamente come fu coi Topi, Casty sceglie di andarci cauto e per la prima storia sceglie di non essere ancora autore completo, facendosi coadiuvare da Ferraris esattamente come fu con i Mostri Idrofili. Rituale scaramantico o meno, fortunatamente Ferraris è oggi molto più bravo di prima, avendo dovuto per un certo periodo piegare il suo stile caotico ed abbozzato alle rigide esigenze filobarksiane della Egmont, con cui ha lavorato. Molti personaggi, tra cui lo stesso Simplicius e gli abitanti del villaggo risentono ancora molto del vecchio Ferraris, mentre Paperone viene ritratto quasi sempre molto bene ricordando a volte Branca, a volte Vicar e a volte lo stesso Barks. Ovviamente qualche difettuccio, per essere una sorta di reboot dell'opera castyana, c'è: ad esempio il finale è troppo brusco e il personaggio del professore è troppo macchiettistico e poco indagato, specie alla luce del finale. Insomma siamo distanti dal capolavoro, e per arrivarci bisognerà che Casty inizi un percorso affine a quello avuto con Topolino, ma non è escluso che questo in futuro avvenga e si ottenga così un autore Disney ancor più completo.
  • 51. Eta Beta e il Buz Pappapianeti

    Testi: Casty
    Disegni: Casty
    Tavole: 30
    Topolino #2845, Giugno 2010

    Forse la storia di Casty più estetica, meglio ritmata e più divertente di sempre, il Buz Pappapianeti rimette in scena l'ottimo Eta Beta e lo fa così bene che è a lui che la storia viene intitolata. Tra gag, idee brillanti, trovate ingegnose e disegni al top, la storia è una festa per gli occhi e per l'anima e viene da chiedersi come sia possibile che il buon Casty non abbia ancora esaurito la sua vena. Già l'idea alla base di tutto, la luna che si rivela finta perché quella vera è stata portata via da una nave aliena per darla in pasto ad un coloratissimo vermone spaziale è bellissima, vedere poi le gag con cui il tutto viene condito, e come la vicenda venga risolta è assolutamente sublime. I personaggi sono tutti al top, quelli classici e quelli nuovi: Casty non resiste alla tentazione di inserire l'ennesima ragazzetta energica e sbarazzina, ma stavolta la rende monocola nonché oggetto del desiderio dello stesso Eta Beta che come nelle storie di Walsh/Gottfredson tendeva a innamorarsi sempre delle ragazze più strane. E non è l'unica Walshata, ovviamente il personaggio di Eta Beta viene reso strambo e nel contempo tranquillo, gioviale come ai vecchi tempi e il perfetto esempio di questo sta nella vignetta della sedicesima tavola in cui tutto soddisfatto ammette con candore di aver costruito un'automobile che va a ritmo di musica di Elvis Presley. Già, l'automobile musicale è soltanto una delle innumerevoli e geniali trovatine di cui la storia è costellata: Casty ci ha da sempre abituato ai tocchi di stile, ai particolari che normalmente in una storia vengono scartati in quanto inutili ma che invece qui ornano e arricchiscono non poco l'esperienza, ma qui è tutto un tocco di stile, una gag intelligente. Si va dal tormentone della tute invisibili che non funzionano, al "più grande pernacchio della storia dell'umanità", fino alle reazioni dei capi della Terra, terrorizzati dallo scudo spaziale che cade giù e infine trasformati di colpo in ecologisti perfetti non appena la vera natura del Buz emerge. E come dimenticare l'Eta con il cuore spezzato fresco di delusione amorosa che si riprende subito dopo non appena vede le sue fan? E l'ultima tavola in cui nella notte Topolino chiede a Eta di andare a controllare se la luna calante è davvero calante? Ecco, in quel "Sì, ptranquillo! c'è ptutta!" è racchiusa tutta la poetica Castyana.
  • 52. Topolinia 20802 - Seconda Serie

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    Testi: Giorgio Salati, Alberto Savini, Fausto Vitaliano, Tito Faraci
    Disegni: Marco Ghiglione, Giuseppe Dalla Santa, Casty, Lorenzo Pastrovicchio
    Tavole: 119 (30 + 30 + 30 + 29)
    Topolino nn #2854 - 2855 - 2856 - 2857, Agosto 2010

    Delle tante saghe che negli ultimi anni hanno preso d'assedio il settimanale e che molto spesso si sono rivelate pretenziose e deludenti, una nel 2009 si era distinta andandosi a collocare svariati gradini sopra le altre, anche grazie al coinvolgimento di buonissimi nomi, capaci di utilizzare i personaggi Disney con un certo stile. Topolina 20802 non brillava certo per lo spunto iniziale, visto che riecheggiava non di poco quello alla base del glorioso e compianto MMMM, con Topolino perso nella grande città. Il problema di fondo stava nel fatto che Topolino si trasferisse all'interno della propria città in una zona che non aveva mai visto prima, così grande e vasta da essere considerata una città nella città, cosa molto poco credibile. Alla fine però la storia in quattro parti ne era uscita piuttosto bene perché con un garbo e una delicatezza estranei a molti altri progetti un po' truzzi quali Wizards of Mickey e Q-Galaxy aveva saputo riproporre il Topolino un po' impacciato ma simpatico dei primi anni '40, quando nelle strisce di Gottfredson e De Maris si cimentava in vari lavori come l'agente pubblicitario o il fattorino d'albergo. Insomma dei tanti progettoni flop degli anni passati questo era stato il più apprezzato ed è quindi stata accolta con una certa benevolenza questa seconda serie, che tra le altre cose vedeva aggiungersi al precedente team di autori l'ottimo Tito Faraci, padre di MMMM e quindi chiusura ideale del cerchio. Con il primo episodio tornano i disegni di Ghiglione, sorta di patrono grafico del progetto: di lui si è detto più volte che è più bravo come illustratore/progettista che come disegnatore dinamico e infatti nel primo episodio della vecchia serie molte espressioni erano parse piuttosto fuori luogo. Qui sembra che si sia calato maggiormente nel ruolo, e il primo episodio, anche grazie alla sceneggiatura del delicato Salati riesce a introdurre molto bene le quattro sottotrame che Topolino dovrà affrontare. Ci sarà infatti lo sfratto dovuto ad una vecchia ruggine con la sua padrona di casa, un'intervista impossibile da realizzare, un dilemma morale per il giornale e infine un tormentone assai divertente con Pippo che cerca Topolino per tutto il quartiere senza mai riuscire a incontrarlo.
    Il secondo episodio è scritto dal buon Savini, che come Salati sa muovere molto bene i personaggi ed è disegnato da quel Giuseppe Dalla Santa che di recente si era piuttosto offuscato ma che qui sembra recuperare un briciolo di quell'antica grinta con la quale aveva illustrato le Fantaleggende e La Storia Infinita. Mentre Pippo resta sullo sfondo deliziandoci con i suoi camei viene reso palese il dilemma del giornale, che sta per ricevere finanziamenti da un uomo che si scoprirà essere un poco di buono, e si inizia a sbrogliare la matassa dell'intervista impossibile con Topolino che come avveniva nella scorsa serie riesce a trovare nella sua vecchia vita indizi che lo instradano verso il suo uomo. Viene inoltre svelato il motivo dello sfratto spiegando che la padrona di casa di Topolino è un ex-compagna di scuola innamorata di lui sin dall'infanzia quando venne scartata in favore di Minni. Le origini di Topolino solitamente le preferisco quando me le illustrano rurali e in stile anni 30, quindi non ho apprezzato granché il flashback, ma del resto è anche vero che Topolino e Minni si conoscono sin da ragazzini e la cosa è nota dagli stessi fumetti quindi come ennesima rinarrazione del tra i due può benissimo starci (anche se contraddice Anderville, dello stesso Faraci). Basterebbe che gli autori dessero una versione ufficiale e definitiva della cosa perché le versioni stanno iniziando a diventare un po' troppe.
    Il terzo episodio vede l'ineditissima collaborazione tra due autori che per stile e intenti finora erano agli antipodi e cioé il bonario Casty, che firma anche la copertina, e il perfido Vitaliano. E bisogna dire che lo stile dei due si amalgama fino a trovare una via di mezzo bonariamente perfida che ben si adatta al tono della serie. La prima tavola con Topolino che parla con sé stesso perché sta ammattendo è davvero ottima, e per tutto l'episodio Casty tiene altissima la qualità dei disegni. La sceneggiatura pure è molto ben fatta e vede concludersi l'arco narrativo dello scrittore inavvicinabile, che Topolino intervista e scopre essere buonissimo. La scena è simpatica anche se le rivelazioni del campanello rotto e del tasto della macchina da scrivere non sono esattamente il massimo, e si potevano prevedere, sorvolando sul fatto che non spiegano come la leggenda si sia ingigantita a tal punto.
    E infine il quarto episodio è quello sceneggiato da Faraci e dal solito stilisticamente instabile Pastrovicchio, e porta a conclusione il resto delle sottotrame con Minni che trasformata inspiegabilmente in una sorta di corrispettivo topesco di Fergie va a risolvere in prima persona il problema di sfratto di Topolino: si poteva decisamente risolvere anche questa faccenda con un espediente meno abusato del peluche. Mentre invece è apprezzabile che l'intervista impossibile frutti a Topolino un posto tra i pezzi grossi e porti a sciogliere la trama del dilemma morale. Anche qui non è certo il re dei colpi di scena che in realtà Fremont avesse orchestrato tutto per testare l'onestà del giornale, ma è sicuramente azzeccato e fa trasparire un bel messaggio per i lettori. Peccato infine che al termine di tutto, quando Topolino e Pippo si ritrovano non ci venga svelato il motivo della sua ricerca, lasciando la cosa come se fosse un McGuffin quando sarebbe stato molto più bello se fosse stata una gag collegata a quanto visto. In definitiva anche se le risoluzioni delle varie trame erano al di sotto delle aspettative, la serie resta sempre apprezzabile e una buona lettura che porta il settimanale ad un livello al quale dovrebbe sempre ambire. Un paio di cose da sistemare potrebbero essere il personaggio di Trigger che con la sua esagerata avidità sta iniziando a rompere la sospensione d'incredulità finendo per apparire assai poco credibile, e soprattutto ci vorrebbe un po' più di coordinazione tra disegnatori visto che non è possibile che ognuno disegni Trigger in modo diverso con o senza barba, e non è neanche possibile che di punto in bianco il vicino di casa di Topolino da nero sia diventato bianco e che la versione giovane di Penelope cambi acconciatura così spesso. Per non parlare di Fremont che nel cartello all'inizio della storia ha un aspetto e nel finale è diventato radicalmente un altro personaggio. Al di là di queste imperfezioni posso dire di aspettare con piacere la terza serie.
  • Ben 3 storie di Casty vengono ristampate in un nuovo Vattelapesca! In "Le mitiche avventure di Topolino" (vedi Inducks) vengono riproposte Topolino e la spedizione perduta, Topolino e il segreto della balena nera e Topolino e l'eremita degli abissi. :)
    Ultima modifica di Bramo il martedì 02 novembre 2010, 17:38, modificato 4 volte in totale.
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  • Ottima notizia, così potrò leggermi quelle tre storie.
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