Eccomi.
Partiamo dall'appunto di Grrodon: il fatto che Casty in almeno due occasioni (la seconda domanda e quella sull'attenzione verso l'ambiente) parli di scrivere "per bambini" non presuppone certo che intenda solo per bambini. La filosofia Disney che giustamente citi tu non è "tradita" dalle parole di Casty, semplicemente l'autore sa che le sue storie devono essere fruibili sia dal bimbino che dall'adulto casuale che dall'appassionato di lungo corto. E io penso che sia lo spirito giusto, probabilmente quello che seguivano anche Barks e Scarpa. Il trucco per un autore di "Topolino", secondo me, è trovare la giusta chiave di lettura per poter scrivere storie davvero universali, che possano dare dei quid diversi alle varie fasce d'età che si avvicineranno alla storia in questione. Casty riesce a farlo come pochi altri negli ultimi anni (Radice, Faraci, Gagnor, Vitaliano, Ziche...), riuscendo a tornare a quella grande avventura intrisa di sense of wonder che da sempre sa appassionare tanto il ragazzino quanto il lettore più maturo, e che è la sfera d'azione ideale di Mickey Mouse.
Non a caso a fianco dei bambini, all'inizio Casty cita anche i genitori
Per quanto riguarda le preziose osservazioni di Franz...ho riletto l'intervista, e mi spiace se ti è sembrata fosse parziale. A me sembrava, e sembra tutt'ora, di aver fatto domande il più obiettive possibili. Dichiaro l'intento mio e del Filippelli mentre studiavamo le domande e il tono da dare all'intervista: dal momento che in vari siti ci sono già state interviste a Casty, al contrario magari che ad altri autori disneyani, per differenziarla dalle altre abbiamo deciso di darle un taglio colloquiale, rendendola il più possibile simile a una chiacchierata tra appassionati di fumetto. Far quindi parlare Casty dei fumetti Disney e non solo che più ama, degli autori che apprezza, dei vari personaggi Disney e di come li vede lui, con un tono colloquiale e amichevole, senza essere troppo formali. Ovviamente però dato che il pubblico de Lo Spazio Bianco è un pubblico di lettori di fumetti di tutti i tipi, dovevo anche inserire nelle domande dei parametri e preamboli che contestualizzassero l'autore e quello che lo contraddistingue.
Ma per far ciò non credo di aver fatto prevalere la mia passione: se per far capire a chiunque cosa ha fatto Casty dico che ha scritto storie che rilanciano il personaggio di Topolino, non mento affatto. Che poi a te quel tipo di rilancio non piaccia è un altro discorso
Se dico che il suo Gambadilegno o il suo Pippo sono peculiari per vari motivi, anche qui non difetto di obiettività, perchè scrive questi personaggi in un certo modo tutto suo (come altri autori in modo tutto loro).
Se dico che Il Mondo che Verrà è un kolossal, intendo per il respiro dell'avventura, i temi e la trama... boh, non trovo domande in cui il mio giudizio pesa sull'intervista. L'intervista parla del lavoro di Casty, non è una sia "celebrazione" in senso stretto: l'intento era quello di capire la genesi delle sue storie più peculiari, e le intenzioni che animavano gli spunti del Castellan. L'appunto che fai tu si può fare a qualunque intervista, altrimenti.
Per il resto... ringrazio tutti voi che state partecipando a questa discussione derivata dall'intervista a Casty... è stato un lavoro in cui io e il mio collega ci siamo molto impegnati perchè riuscisse bene e come introduzione a una storia molto speciale per Casty,
Tide appunto. Il fatto che generi tutte queste riflessioni, discorsi, apprezzamenti e osservazioni per me è solo fonte di gioia e orgoglio