Casty

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • 1. Topolino e i Mostri Idrofili

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    Testi: Casty
    Disegni: Andrea Ferraris
    Tavole: 20
    Topolino #2488, Agosto 2003

    Mancava poco al 2500, un numero a dire il vero piuttosto fiappo, pur nel suo essere celebrativo, e sicuramente un numero segnale dei tempi che correvano. Ma anche un numero di svolta, visto che di lì a poco si sarebbe iniziato a sentire un mutamento nel settimanale, da tempo ormai lasciato in balia di una politica criminale tesa alla storia di basso respiro e allo svilimento di personaggi ormai intrappolati nella continua interpretazione di varianti degli stessi stereotipi. Tra storie in cui Lusky e Battista si alleavano ai danni dei loro rispettivi principali e altre in cui Paperino e Gastone si scambiavano la fortuna sembrava non esserci più spazio per avventure normali in cui i personaggi facessero ciò per cui veramente erano stati creati. Per non parlare della moda dei brand che imponeva ad ogni genere di storia di essere taggata a seconda del personaggio protagonista, quasi sempre un comprimario salito alla ribalta per ruoli per cui non era affatto tagliato. Le tag Amelia, Paperino Paperotto, I Bassotti stavano ormai fagocitando le assai più legittime Zio Paperone o Indiana Pipps. E non è che quando toccasse ai mattatori ci fossè granchè da stare allegri, visto che anche loro erano bloccati nei soliti clichè di scambi di ruoli o "differenti per un giorno". Insomma nel crollo di ogni certezza dettato dalla noia può far capire come mai destò una certa attenzione una storiellina di venti tavole, in cui Topolino si "limitava" a risolvere il caso di una pianta impazzita che prosciugava ogni singola goccia d'acqua di Topolinia. Un giallo che non era niente di che, sia chiaro, e neanche illustrato con troppa cura da Ferraris, ma che almeno per una volta utilizzava i personaggi in maniera corretta, cercando di darsi uno svolgimento standard. Eppure pur in un contesto tanto risicato si notavano già alcune caratteristiche che Casty ci avrebbe fatto apprezzare più avanti, come la cura dei dialoghi, certi scambi di battute tra Topolino e Pippo, superflui ai fini della trama ma utilissimi a dimostrare di aver qualcosa di narrare, e ovviamente una certa tenerezza di fondo che sarebbe emersa poi in maniera predominante nelle storie a tema fiabesco.
  • e neanche illustrato con troppa cura da Ferraris, ma che almeno per una volta utilizzava i personaggi in maniera corretta
    Non mi sembra poi così poco accurato... più che altro si nota un'eccessiva enfasi in certe espressioni, che entrano in disarmonia con quanto accade.
    Grrodon ha scritto:e ovviamente una certa tenerezza di fondo che sarebbe emersa poi in maniera predominante nelle storie a tema fiabesco.
    Da ricordare tuttavia (soprattutto a quei detrattori che vedono in Casty uno sdolcinato buonismo) che nonostante la componente giocosa sia predominante, anche in questa prima prova si può avvertire tra le righe un tema più serioso (quando Pippo fa notare che[spoiler], essendo il corpo umano composto prevalentemente da acqua, Petronilla potrebbe volerli "essiccare"[/spoiler]).

    In sostanza, una storia discreta e leggera, valida e godibile che fa presagire un volersi scrollare di dosso quel torpore che si era impadronito della stragrande maggioranza degli sceneggiatori.
    Interessante la citazione a Missione Improbabile (di Casty/Bonfatti da Cattivik#118), come se Casty volesse ricordare le proprie origini in ambito fumettistico prima di avventurarsi nel sodalizio con la Disney e il suo universo.
  • Oh, Grrodon, integra nel tuo post Avremmo un paio di domande, Casty... di Christoph Restel e Florian Albert. Capita a fagiolo.

    EDIT: Oh, nella stessa intervista Casty dichiara di essere nato a Gorizia e non a Gradisca, dove invece vive.
    Ah, disponibile un'immagine de LaGazza.
  • 2. Topolino e la Bizzarrie di Neoville

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 32
    Topolino #2503, Novembre 2003

    E con la seconda storia si inizia già a fare sul serio. Il disegnatore di turno è De Vita, che da tempo si è ritirato a Topolinia, specializzandosi sulla metà forse meno utilizzata della banda Disney. L'arrivo di un autore giovane e volenteroso intenzionato a rilanciare la mascotte della banda Disney per De Vita è una manna dal cielo e fra i due inizia così una fruttuosissima collaborazione che li porterà a lavorare fianco a fianco per ben otto storie. Già da Le Bizzarrie di Neoville inizia a intravedersi la vena umoristica piuttosto bizzarra di Casty, che si esplicita nelle divertenti (e un po' inquietanti) gag ambientate a Neoville, nuovo quartiere periferico di Topolinia dove tutto ha iniziato a scorrere al contrario. L'indagine vede ancora una volta Topolino fare coppia con Pippo e recarsi là, per scoprire che la causa altro non è che...la fluffa, primo di una lunga serie di termini fantasiosi che Casty avrà modo di inserire nelle sue storie. Altre particolarità tipiche del metodo Castyano sono il motore che dà il via alla trama, che da qui in avanti inizia a non essere più soltanto la solita telefonata di Basettoni, bensì la voglia di aiutare amici e conoscenti che con la polizia non hanno alcuna relazione. Topolino viaggia, prende decisioni e indaga più per amicizia e curiosità che per altro, dimostrando di non essere congelato più nel ruolo di amichetto saputello della polizia, ma di essere un uomo comune a cui capitano fatti straordinari, come nella tradizione scarpiana. Il finale della storia, poi, non consiste nel ripristino dello status quo, o meglio un ripristino c'è, ma non è quello che ci si aspetterebbe. Topolino, Pippo e l'ingengere edile responsabile della costruzione di Neoville lasciano che le cose vadano come devono andare, senza opporsi all'elemento disturbante, facendo così' trasparire anche grazie alla vignetta idilliaca che fa da chiusa alla storia, un messaggio ecologista. E poi ovviamente c'è la lunghezza della storia, che sale qui sopra la trentina di tavole riconfermando finalmente lo standard delle lunghe, che da troppo tempo si stava abbassando a causa dello straripante numero di storielle brevi che durante la prima metà della gestione Muci avevano invaso le pagine del settimanale.
  • Grrodon ha scritto:inizia a intravedersi la vena umoristica piuttosto bizzarra di Casty, che si esplicita nelle divertenti (e un po' inquietanti) gag
    Fantastica la gag del "ribucciamento" della banana!
    Anche se ancora vago in queste gag si coglie un po' di quel sapore walshiano che si svilupperà in seguito. L'intera atmosfera, in generale, rimanda all'inquietudine che aleggiava sulle storie della coppia Gottfredson/Walsh.
    facendo così' trasparire anche grazie alla vignetta idilliaca che fa da chiusa alla storia, un messaggio ecologista.
    Un aspetto veramente importante, visto che mentre I Mostri Idrofili era una storiella fine a sè stessa, qui emerge la volontà di Casty di voler comunicare con il lettore senza limitarsi a portare a casa la pagnotta. Il messaggio ecologista anticipa quella doppia chiave di lettura riscontrabile in tutta la produzione castyiana e che spesso è rivolta a un pubblico più giovane, senza risultare tuttavia indigesta, forzata o retorica ai lettori maturi.
  • 3. Topolino e la Macchina dell'Oblio

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 32
    Topolino #2506, Dicembre 2003

    Tre numeri dopo Le Bizzarrie di Neoville ecco di nuovo Casty, per la terza volta al lavoro su Topolino, confezionare un nuovo mistero. Di certo La Macchina dell'Oblio è la storia che finora si avvicina di più ai canoni polizieschi Disneyani, presentando un misfatto iniziale, l'andirivieni al commissariato, un'indagine ben articolata e uno scontro con uno dei classici antagonisti di Topolino. Il personaggio in questione è il bistrattato Macchia Nera, che di lì a poco sarebbe stato protagonista grazie a Casty, Savini, Cavazzano e altri intelligenti autori di un revival, teso a restituircelo nella sua forma più genuina. Il Macchia Nera dal costume massiccio e dall'animo dandy però è ancora ben lungi da venire, e in questa prova generale di recupero del personaggio, illustrata da De Vita, Macchia non esita a mostrare ancora alcuni difetti dati da decenni di cattivo utilizzo. Nel finale infatti riesce a farsi ridicolizzare non poco da Topolino e soci, cosa impensabile per il Macchia temibile e sfuggente che avrebbe di lì a poco debuttato nelle storie di Casty. E anche graficamente non ci siamo, dal momento che De Vita continua a presentarci la sua versione incappucciata come un fantasmino nero con la bocca, simile più a Cattivik che all'imponente ed enigmatico spettro tratteggiato da Gottfredson e Scarpa. Rimangono però gli intenti, che preludono alla rinascita del personaggio, non certo interessato a rapinare banche e gioiellerie bensì a seminare panico in città per guadagnarci denaro e una lustratina all'ego. Topolino deve infatti vedersela con la sua terribile macchina dell'oblio, capace di rimuovere selettivamente la memoria delle sue vittime, privandole delle proprie abilità. Se l'idea in sè non è molto originale la confezione è veramente di alto livello, mostrando la solita attenzione di Casty per il particolare, per la caratterizzazione delle comparse, che neanche a farlo apposta nel finale assurgono inaspettatamente a comprimari (è il caso del vagabondo Vanni) e sicuramente per ciò che da tempo latitava nel fumetto disneyano: un po' di sano e genuino umorismo.
  • 4. Topolino e la Spedizione Perduta

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 36
    Topolino #2507, Dicembre 2003

    Una storia di Casty dopo l'altra. Dopo neanche un numero dalla precedente Macchina dell'Oblio ecco di nuovo affacciarsi sul settimanale Casty, stavolta in coppia con Giorgio Cavazzano. Il sodalizio con Cavazzano sarà d'ora in poi improntato più sulle avventure in posti esotici che sui gialli veri e propri, lasciando De Vita a specializzarsi sulle storie di stampo urbano. L'inaugurazione del filone avventuroso si ha con l'introduzione di un nuovo personaggio fisso, il primo di tre che Casty si divertirà a inserire nella propria continuity Topolinese. Il personaggio in questione, Eurasia Tost, è una topina (o almeno è quello che sembrerebbe, benchè le manchino le caratteristiche orecchie da topa) con la passione per l'avventura, degna nipote dell'archeologo Geordie Tost, che della storia sarà il vero motore. Topolino e Pippo dovranno infatti recarsi in Africa, per scoprire che ne è stato di un gruppo di valenti esploratori, partiti per portare all'acciaccato Geordie una "sorpresa" e poi spariti decenni orsono. Lo zio di Eurasia non si unirà al gruppo, limitandosi a ricomparire soltanto nel finale, lasciando però alla nipote il compito di accompagnare Topolino e Pippo durante l'avventura. Eurasia, personaggio a metà strada tra Indiana Pipps e Lara Croft, non ci viene presentata da subito con l'aspetto definitivo con cui la conosceremo in seguito, bensì come una goffa "topa" di biblioteca, leggermente trasandata. Ma la cosa durerà poco, visto che proprio per prepararsi alla spedizione, Eurasia opterà per un deciso cambio di look, lasciando piacevolmente sbalorditi Topolino e Pippo. La storia, tra una gag e un colpo di scena scorre via ottimamente, confermando la voglia di Casty di raccontare e comunicare qualcosa tramite le sue storie. I colpi di scena, anche se a volte un po' telefonati, sono un preciso indice di questa ricercatezza, come anche le gag, spesso fini a sè stesse e non necessariamente legate a sviluppi della trama, che danno ritmo e completano la portata. Ma questa è una cosa che si può rintracciare più o meno in tutta la produzione di Casty, i punti notevoli della storia sono ben altri: innanzitutto il personaggio stesso di Eurasia, che come ha affermato l'autore è stata creata giovane e briosa per contrapporre un po' di sano e incosciente entusiasmo alla decennale esperienza dei due protagonisti, che bene o male hanno ormai visto ogni angolo del pianeta. In secondo luogo è presente l'uso del voi, che può apparire bislacco se utilizzato tra personaggi tanto giovani (o meglio "giovanili"), ma che diventerà una costante in questo tipo di storie, forse proprio per mantenere le distanze da un personaggio che altrimenti rischierebbe di sostituire Minnie. E infine è interessante notare la ricorrente presenza di un animaletto spalla, qui un merlo, che sarà una sorta di marchio di fabbrica delle storie con Eurasia.
  • 5. Topolino e l'Enigmatico Enigmistico

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    Testi: Casty
    Disegni: Marco Mazzarello
    Tavole: 32
    Topolino 2511, Gennaio 2004

    C'è una mega storia...di enigmi recita lo strillo in copertina di Topolino #2511, primo accenno di risonanza che le storie di Casty avranno all'interno del settimanale, via via che passa il tempo, arrivando ad aggiudicarsi addirittura delle cover dedicate, come succedeva ai vecchi tempi in cui Topolino pubblicizzava il suo contenuto.
    Ad ogni modo, la prima storia di Casty del 2004 è per certi versi un po' a sé, visto che nell'intera sua produzione si faticherà a trovarne di simili. L'Enigmatico Enigmistico infatti non fa parte del filone dei recuperi di comprimari e antagonisti del passato, non introduce alcun nuovo personaggio, non rientra nella serie avventurosa by Cavazzano, nè in quella più investigativa tratteggiata da De Vita. La storia in questione è infatti disegnata da Mazzarello, spesso considerato un autore minore, ma sicuramente uno dei migliori interpreti grafici del Topolino sbarazzino idealizzato da Casty. Il suo tratto dinamico aiuta a dare ad un Topolino più minuscolo che mai la caratterizzazione giovane da ragazzino che aveva nei suoi primi fumetti anni 30. La trama stavolta è molto semplice: Topolino e Pippo partecipano ad una lunga caccia al tesoro, indetta dal direttore di una rivista enigmistica, portandosi dietro nel viaggio nientemeno che Gambadilegno. Primissima volta, dunque, che Casty utilizza il nemico di Topolino per eccellenza, un personaggio ormai macchiettistico, capace di dare il meglio di sé solo nelle storie in cui si rifllette su questo suo stesso decadimento. Ma il Pietro di Casty non è certo un personaggio tanto da sminuire, e riesce a collocarsi a metà strada tra il simpatico pacioccone e il burbero criminale, che gioca a fare il bravo bambino per poi far scattare la bastardata improvvisa. Monellerie a parte, il personaggio, qui coadiuvato da una Trudy che stranamente vedremo sempre molto di rado nelle storie di Casty, ne esce abbastanza bene, anche se non raggiunge le vette che avrà nella storia successiva che lo vedrà mattatore. Anche in questa avventura possiamo trovare il gusto di Casty per l'enigma, la trovata balzana e surreale, nonchè quello per il falso finale che a suon di depistaggi spinge il lettore da una all'altra verità, mostrando Pietro come non unico responsabile della malefatta di turno ma coinvolgendo anche altri personaggi grazie a quegli stessi cambi di prospettiva che Casty utilizzerà alla perfezione anni dopo nell'Ingannevole Gemello. Certo, l'immenso potenziale artistico di Casty rimane qui ancora molto in nuce, ma d'altronde questa storia è considerata un interludio, un leggero divertissement pronto a traghettarci verso la successiva e bellissima storia in due tempi.
  • Grrodon ha scritto: ma d'altronde questa storia è considerata un interludio, un leggero divertissement pronto a traghettarci verso la successiva e bellissima storia in due tempi.
    Già, nonostante sia difficile parlare di Casty "minore" (esclusi Il Bacio Spaziale e Il Rapinatore Mansuefante) si avverte un certo sapore interlocutorio. Ovviamente questo non significa che la storia sia tirata via, anzi è assai godibile anche se difficilmente viene citata quando si parla del Castellan (il sottoscritto, ad esempio, ricordava solo la trama a grandi linee).
  • 6. Topolino e l'Isola Nefausta

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 50 (24 + 26)
    Topolino #2519, Marzo 2004

    E arriva così anche la prima storia in due tempi. In un periodo in cui questo genere di iniziative è ancora cosa rara e riservata a occasioni particolari e spesso indegne, ecco che finalmente Casty divide in due una sua avventura, restituendoci il sapore di una storia ad ampio respiro. Certo, le due parti non verranno pubblicate in due numeri conseguenziali ma all'interno dello stesso in prima e ultima posizione, ma del resto tranne che nel caso del Dominatore delle Nuvole sarà questa la prassi seguita per le successive storie in due tempi. Illustrata da Cavazzano come più o meno tutte le storie esotiche di Casty, anche questa prevede un viaggio, che stavolta Topolino compie con l'intenzione di ritrovare Petrus Nefaustus, un prozio di Gambadilegno, geniale inventore da tempo disperso in mare. Ad accompagnarlo ovviamente Gamgadilegno, in forma più smagliante che mai, simpatico e giocherellone quanto canagliesco e voltafaccia. E nel riuscire in una caratterizzazione così riuscita un bell'aiuto lo fanno proprio i disegni del Cavazza, da tempo abituato a lavorare coi vari Faraci e Mezzavilla, che di Pietro sono stati i principali psicanalisti. E poi c'è Gancetto a far da spalla a Topolino, personaggio creato da Scarpa come rampollo di Gancio e poi rimasto nelle sue storie a lungo ad assistere Topolino. Il suo fare ragazzinesco si sposa a meraviglia con quello di Mickey laddove i modi esuberanti e trafficoni del suo astuto patrigno avrebbero forse fatto a botte. Ebbene: dopo secoli di inutilizzo da parte di autori estranei all'universo scarpiano, il personaggio ci viene qui riproposto al meglio, senza cambiare di una virgola la sua briosa caratterizzazione. E non è che il primo di una lunga serie di indizi che porteranno in seguito a inquadrare Casty come continuatore di quell'opera interrotta da Scarpa, Floyd e Walsh: numerosi comprimari, spalle, comparse e nemici verranno infatti riproposti da Casty ripescandoli dalla Tradizione. Ma a prescindere dalle sterili filologie la storia com'è? Molto valida, sicuramente. Ricca di trovate briose che non passano certo inosservate, come l'iniziale incontro col ladruncolo frettoloso e il successivo irrompere di un Pietro dotato di mitra in casa di Topolino. Per non parlare poi dei contrasti lungo il viaggio tra Gatto e Topo, delle invenzioni moderne ma anacronistiche di Petrus Nefaustus, e dello stesso personaggio dell'inventore, ingenuo bonaccione pronto a farsi traviare come niente da un Gambadilegno in vena di quadrupligiochi. Giusto il finale poteva essere incrementato un po' di più, ma nel complesso un esordio nelle due tempi davvero notevole.
  • Ottima. Un'avventura splendidamente costruita, un pasto completo che soddisfa e appaga. Alcune trovate sono geniali, come le gag legate a Pietro e le varie sulla Polivalente. Il tutto è illustrato da un Cavazzano più vispo che mai, dinamico nelle appassionanti scene d'azione (specialmente l'inseguimento nel secondo tempo), assai dettagliato senza tuttavia appesantire il suo tratto (il suo Topolino sopraffatto dal sonno è a dir poco stupendo).
  • PORTAMANTELLO ha scritto:Alcune trovate sono geniali, come le gag legate a Pietro e le varie sulla Polivalente.
    A me hanno strappato un sorriso anche alcune gag apparentemente semplici, come il Pietro che esclama: ehi! (guardando il lettore), dopo la comparsa della didascalia "Riusciranno a cavarsela?", ma anche quando gli indigeni si riprendono i loro doni, perchè sanno che tanto andrebbero sprecati... :D ...una trovata tipicamente ciminiana. Cavazzano fa come al solito il fenomeno, sbizzarrendosi soprattutto con i vari characters, Gambadilegno (il primo piano di Pietro a pag.11 è splendido) e Bruto (personaggio non facile da interpretare fedelmente, a causa della conformazione variabile del becco) in primis.

    Ainoi, bisogna ricordare che già da questa storia (ma forse anche da prima, chi lo sa?) cominciarono a verificarsi le prime avvisaglie di quelle malnate restrizioni redazionali volute dal politically correct, che man mano svilirono anche l'operato di Casty, e che provocarono l'omissione forzata del tentato suicidio (nulla di particolarmente sconcertante alla fine, se espresso bene) di Petrus:

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    Peccato che, per colpa di queste censure evitabili, nella versione definitiva Petrus dica di volersi disfare dei suoi progetti, accingendosi a buttare in acqua lo stesso masso ritratto qui sopra (era una sua invenzione anche quella?)... :omg:
  • 7. Topolino e il Segreto della Balena Nera

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    Testi: Casty
    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavle: 36
    Topolino #2523, Aprile 2004

    Ancora Cavazzano, ancora avventura. Un'avventura a tema marittimo, che mette in scena per la prima volta Estrella Marina, il secondo personaggio creato da Casty. Estrella è una lupetta/volpina, appassionata di biologia marittima, le cui fattezze minute si sposano bene con quelle di Topolino, contrapponendosi invece alla alta Eurasia, che visivamente ben si sposa con Pippo. Certo, Estrella non ha mai avuto il successo di Eurasia, limitandosi a comparire solo in un'altra storia, dopo questo esordio. Ed è un po' un peccato, visto che di avventure marine Topolino ne vive abbastanza spesso, anche grazie ad altri autori, e sarebbe grazioso se ad accompagnarlo fosse qualcuno le cui fattezze variassero la monotonia dei cani antropomorfi, da sempre predominanti nello scenario Disneyano. Riguardo invece alla caratterizzazione del personaggio, sebbene Estrella sia una figura più discreta e meno energica della sua "sorella maggiore", è pervasa dal suo stesso giovanile entusiasmo, che secondo Casty è un toccasana per svecchiare il personaggio di Topolino, da molti purtroppo considerato barboso.
    E lo svecchiamento riesce eccome, specie in questo genere di storie, in cui Cavazzano fa di tutto per regalarci bellissimi paesaggi arricchiti da affascinanti branchi di cetacei. Un bel vedere, quindi, che fa da contorno a un bel leggere, visto che anche stavolta la storia dimostra di essere ricca di quei tocchi di stile che a Casty piace inserire qua e là. L'incontro tra il duo e Estrella, porta il terzetto a imbarcarsi clandestinamente in una nave di balenieri redenti, che sembra saperla molto lunga sulla Balena Nera, sorta di biologica fusione tra le caratteristiche di tutti i principali cetacei. Tra vecchi segreti del mare e nuove verità che vengono a galla c'è spazio nel finale pure per un paio di trovate piuttosto surreali, che gettano una luce inquietante e affascinante al tempo stesso sulle effettive capacità di balene, delfini e capodogli. Ma è qui che entrerà in gioco la discrezione di Casty, che strizzando l'occhio al lettore impedirà agli stessi personaggi di capire troppo della questione, limitandoli ad una comprensione degli eventi puramente emozionale.
  • 8. Topolino e il Magnifico Doppioscherzo

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 36
    Topolino #2535, Giugno 2004

    Arriva così il terzo e ultimo personaggio creato da Casty, e forse il più celebre. E arriva annunciato da un occhiello in copertina che strilla Edizione straordinaria: nuovo arrivo a Topolinia!, come a indicare che neanche la politica copertinistica di Topolino assolutamente gaggosa, può rimanere indifferente all'introduzione di un nuovo personaggio che si aggiunge al cast fisso, preparandosi ad apparire in tre storie quasi conseguenziali. E in effetti è proprio difficile rimanere indifferenti al personaggio di Vito Doppioscherzo: alcuni inizialmente lo odiano, ritenendo i toni delle sue storie troppo surreali, altri invece lo adorano rintracciando nei suoi lineamenti quelli del Giocattoliano di Siegeliana memoria, e nel suo ruolo a Topolinia quello del rivale di Topolino che gente come Mr. Slicker, Mortimer e Bubbo si alternarono a interpetare nell'epopea di Gottfredson. E pur assomigliando più a un cane lupo che a un topo dal "naso all'ingiù" non si fatica a immaginare Vito, con lo stesso doppiaggio e le stesse movenze del ben più famoso Mortimer. Ma il personaggio ha dietro di sè una storia ben diversa: non è il Gastone di turno, pronto a umiliare il protagonista con schermaglie di poco conto, ma una vera mente perversa, senza il minimo scrupolo e inquietantemente infantile. La continua risata "Sguoz Sguoz", la sua vena delirante e il suo modo di fare disturbante fanno di Doppioscherzo un bambino nel corpo di adulto, uno di quelli vivaci e violenti, viziati e insistenti. La spiegazione di questo comportamento è presto detta: Vito è rimasto così in seguito a un trauma che ha seguito la sua espulsione dalla scuola elementare. Dispettoso e malvagio fin da bambino era stato cacciato via in seguito ad una zuffa avvenuta proprio con Topolino, del quale ora che è adulto ha tutta l'intenzione di vendicarsi. Doppioscherzo rispunta così a sorpresa nella vita di Topolino, spacciandosi per "acchiappacriminali con humor", e gettando palate di fango in modo fintamente involontario su di lui. Ovviamente fa tutto parte di un piano criminale, e Topolino non tarderà a incastrarlo, non prima però di essersi attirato con gag ed equivoci per ben 36 tavole, le antipatie di tutta Topolinia. Casty ci mostra così un Topolino in difficoltà, dandogli continuamente addosso e non risparmiandosi di utilizzare lo stesso stereotipo del Topolino perfettino e presuntuoso che dal suo esordio in Disney stava cercando di demolire. Ed è con il ricorrere della frase "Via! e lascia stare il Povero Topolino!", pronunciata in età infantile dalla maestra e in età adulta da Basettoni, che viene reso manifesto questo suo voler giocare col mito del "primo della classe", del "cocco della maestra".
    Insomma, da mago del paradosso, Casty ci fa venire addirittura il dubbio che per tutti questi anni non fossimo rimasti obnubilati noi stessi, al pari della folla Topolinese.
  • 9. Topolino e il Mistero Pop

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    Testi: Casty
    Disegni: Massimo De Vita
    Tavole: 34
    Topolino #2543, Agosto 2004

    Topolino e il Mistero Pop intervalla il ciclo di tre storie conseguenziali incentrate su Doppioscherzo, scritte di seguito per lanciare il personaggio, costituendo una piccola parentesi, nonchè una delle migliori storie scritte da Casty. Non è una delle più celebrate, nè viene granchè ricordata quando si tratta di stilare una lista di must dell'autore. A lei si preferiscono Il Colosso di Rodi o Il Guazzabù, ma è nel Mistero Pop che si può rintracciare l'esempio più fulgido di equilibrio tra le caratteristiche Castyane. La storia è infatti un giallo, che fa della bislaccheria un pretesto per indagare sulle assurdità e i paradossi (veri) del mondo della musica commerciale, come nella miglior tradizione Walshana (che qui non viene ancora citata direttamente con quella mimesi stilistica che ci sarà in seguito). Sembra quasi che in questa storiella Casty abbia fatto suo come mai prima d'ora lo spirito Disneyano degli anni d'oro che alternava a gialli e avventure quello humor dissacrante che metteva in burletta la società moderna, tipico appunto di storie a strisce come Pippo a Hollywood o dei cortometraggi How to di Pippo. Ma non è Pippo ad accompagnare Topolino, in questa storia, bensì Gancetto, che per la seconda volta da L'Isola Nefausta, appare nelle storie del Castellan. Il personaggio, che nella storia precedente ci veniva presentato già come abitante in casa di Topolino, viene qui fatto entrare in scena direttamente da Gancio, ormai uccel di bosco sulle pagine di Topolino. Gancio appare per giusto due vignette, ma Casty ha modo di dirci qualcosa di lui mostrandocelo alla guida di un camion che porta casse di "mascara per struzzi", uno dei suoi astrusi e non meglio precisati affari.
    Una volta riunito il duo si catapulta, in seguito a una telefonata, alla Ritmo Records per indagare su uno strano caso di canzoni scoppiazzate. E l'occasione per ridere un po' ci viene continuamente offerta da Casty quando Topolino e Bruto vengono presi in ostaggio da un(a?) costumista vagamente gay (non so neanche come possa essere passato un personaggio simile), agghindati nei modi più trendy possibile e in seguito messi davanti al megacomputerone responsabile della scrittura di tutte le canzoni più recenti di questo o quel cantante famoso. Una frecciatona non male che prosegue poi mettendo in burletta ogni singolo aspetto di un mondo che Casty sembra non gradire particolarmente, dai sistemi di sicurezza ai capricci degli artisti, dalle rivalità con altre case discografiche fino a giungere alla resa dei conti, allo smascheramento del vero responsabile dello scandalo scoppiazzature e alla morale finale che sembra invitare chi legge a rivolgersi alle cose di un tempo, che avevano decisamente un altro sapore. Una storia che mette i puntini sulle i dicendo la sua e cercando di trasmettere un forte messaggio, senza mai cadere nel didascalico, fatta una dovuta eccezione per la chiusa che, celebrando un ideale ricongiungimento tra antico e moderno, ci ricorda che le canzoni vengono uguali, se non sono scritte con amore!
  • La trovo semplicemente stupenda e forse eccessivamente oscurata da altri capolavori castyani. Si respira una spensieratezza di fondo davvero incredibile, senza tuttavia che la trama o il suo messaggio ne siano sminuiti; geniale a mio parere il giallo che sta all'ossatura della storia e l'uso del personaggio di Bruto, che con i suoi modi restituisce credibilità e vitalità a Topolino, come del resto avevano già fatto Eurasia Tost ed Estrella Marina.
    Grrodon ha scritto:Una storia che mette i puntini sulle i dicendo la sua e cercando di trasmettere un forte messaggio, senza mai cadere nel didascalico, fatta una dovuta eccezione per la chiusa che, celebrando un ideale ricongiungimento tra antico e moderno, ci ricorda che le canzoni vengono uguali, se non sono scritte con amore!
    Sì, forse è retorico, ma giusto leggermente, nulla di così disturbante o svilente nell'arco dell'intera storia. Anzi, direi che ci può anche stare in una storia dai toni così scanzonati.
  • 10. Topolino e gli Scherzodollari

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    Testi: Casty
    Disegni: Silvio Camboni
    Tavole: 32
    Topolino #2555, Novembre 2004

    Tramite un sistema di nanomacchine Doppioscherzo inventa i soldi mobili, che una volta rubati tornano al proprietario, riducendo così del 100% i furti. La popolarità che gli deriva dall'invenzione è tale da rimettere Topolino in una posizione di svantaggio, facendo reiniziare il mobbing cittadino nei suoi confronti e facendolo bollare come invidioso. La seconda apparizione di Vito Doppioscherzo ce lo ripresenta quindi a piede libero, ma comunque memore di quanto fatto in precedenza. A dire il vero il tutto viene un po' sminuito dal riferimento che viene fatto alla storia d'esordio in cui Vito giocò un brutto tiro ai Topolinesi, e francamente anche questa nuova trovata degli scherzodollari, pur visionaria e in perfetto stile castyano, appare poco perfezionata e un po' troppo fantasiosa per essere credibile. Certo i toni narrativi da sempre in questo genere di storie sono tali da giustificare tutto con i soliti "è solo fantasia", eppure abituati come siamo (e saremo) da parte di Casty a spiegazioni minuziose, nel complesso vediamo qualcosa che non quadra. Non si capisce bene il meccanismo con cui il denaro assuma le sue fantasiose configurazioni, come possa riconoscere il proprietario anche dopo essere stato speso, e pure lo stratagemma del fischietto non convince. Del resto, a una trovata un po' poco credibile si contrappongono un sacco di altri particolari che invece rendono notevolissima la storia in questione come ad esempio l'umoristica chiusa ...non era invidioso! o il riuscito l'inizio, con la simpaticissima immagine di Topolino che si improvvisa "generale" di una truppa di cagnolini randagi, per proporli come ronda canina e dare quindi dare una sua soluzione al problema degli scippi. E non è poco questo, perchè sposta il personaggio di Topolino dal solito suolo riparatore a uno più preventivo, senza togliergli spensieratezza, ma mostrandocelo altruista e sensibile. Ed è impossibile non essere felici di rivedere insieme a lui e in un ruolo principale Pluto, personaggio da sempre utilizzato massicciamente per gag slapstick nel campo dell'animazione e relegato a comparsa occasionale nei fumetti. La voglia che ha Casty di variare le spalle di Topolino non presentando sempre e solo Pippo, ma ricordando che esistono una miriade di altri personaggi nuovi e vecchi a cui affiancarlo è a dir poco ammirevole e rende maggiormente appetibile lo scenario Topolinese, che col passare degli anni si è arricchito ben poco, a differenza di quello paperopolese. La storia, disegnata da Camboni qui alla sua unica collaborazione col Castellan, rappresenta la seconda di cinque apparizioni che Doppioscherzo farà, ma sarà già nella prossima che il personaggio si prenderà un periodo di riposo, diluendo nel tempo le restanti due apparizioni.
  • 11. Topolino e la Dilagante Scherzelletta

    Immagine

    Testi: Casty
    Disegni: Marco Mazzarello
    Tavole: 34 (33 + 1 di promo)
    Topolino #2558, Dicembre 2004

    Ancora Doppioscherzo, anche se per l'ultima volta prima di sparire per lungo tempo. Solo che stavolta non è più il solito falso benefattore che getta scredito su Topolino: il meccanismo ha funzionato per un paio di storie e adesso non sarebbe più credibile. Il suo ruolo muta quindi in criminale che agisce nell'ombra, e che preferibilmente solo alla fine della storia si rivela il fautore dei misfatti. Il modus operandi non muta affatto invece, e come da personaggio, stavolta si sposta sul campo della barzelletta, qui trasformata in un arma pericolosa capace di mandare al tappeto con le risate l'avversario. Prima di risalire a Vito, Topolino avrà modo di indagare, usando stavolta come spalla la cara vecchia Minni, dal senso dell'umorismo assai carente e quindi immune al potere nefasto della scherzelletta. E questa è la primissima volta dopo tanto, tantissimo tempo che il personaggio esce dal guscio stereotipato che la limitava a far tappezzeria, rimbrottando Topolino per i troppi impegni e invitandolo a ricevimenti da contesse snob. Qui Minni partecipa all'azione aiutando il fidanzato e creando finalmente una tenera coppia di protagonisti. E a proposito di tenerezza, i disegni sono di Mazzarello, che come al solito si fa riconoscere per i suoi Topolini ragazzineschi, che ben si sposano con l'idea che Casty ha del perosnaggio. Non si sa poi se sia imputabile a Mazzarello o agli storyboard dello stesso Casty, la presenza nella storia di una multitudine di Kirby ridipinti di verde. Le "sfere scherzoidali" sono infatti identiche al celebre personaggio Nintendo, sia nell'aspetto che nelle posture e nel comportamento.
    Un'altra particolarità della storia riguarda l'ultima tavola in cui Topolino, Minni, Basettoni e Manetta si rivolgono direttamente al lettore proponendogli di inventare il testo della scherzelletta, di cui nel corso della storia è possibile leggere solo l'incipit (per salvaguardare il lettore dal suo potere nefasto). Il concorso, primo e unico collegato ad una storia di Casty, avrebbe portato i vincitori a vincere nell'ordine un PC, un televisore, una radio e una sveglia con le orecchie da Topolino.
  • Grrodon ha scritto: Solo che stavolta non è più il solito falso benefattore che getta scredito su Topolino: il meccanismo ha funzionato per un paio di storie e adesso non sarebbe più credibile.
    Apprezzabilissima la scelta di non far cadere Doppioscherzo nello stereotipo che alla lunga sarebbe potuto cadere nel baratro della banalità trascinando con sè anche Topolino; fortunatamente a Casty non interessa solo portare a casa la pagnotta, ma aggiungere qualcosa di suo nell'Universo Disneyano comunicando con il lettore. Potrà sembrare banale, ma in un periodo in cui Topolino sguazza nella ripetività e nella retoricità, è davvero importare segnalare il contributo castyano all'interno dell'albo.
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