Lettera di Bruno Concina alla Disney

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Segnalo che da http://www.garagermetico.it è possibile scaricare la puntata dedicata all'argomento, con interventi di Bruno Concina, Carlo Chendi e Gianfranco Goria del Silf (Sindacato Italiano Lavoratori del Fumetto).

    La puntata sarà poi trasmessa (in veneto e provincia) domenica 3 febbraio in FM sulle frequenze di Radio Sherwood alle 15.
  • Dopo aver ascoltato con attenzione l’intervista di Concina mi sono sorte spontanee alcune domande. Fermo restando che io non sono né sarò mai un “maestro” né un “nome storico” della Disney, che non verrò ricordato per aver inventato “l’unica vera novità nel panorama mondiale del fumetto” (a proposito, qualcuno dovrà avvertire Frank Miller o Terry Moore o la vedova di Will Eisner che il vero punto di svolta del fumetto mondiale sono le storie a bivi). Sono, insomma, un perfetto nessuno e tale resterò. Ma proprio perché mi trovo a fare lo stesso mestiere di tali e tanti maestri, mi permetto di fare delle domande, sperando di ottenere una risposta.
    La prima domanda è la seguente: quali sono, con esattezza, gli obblighi di un editore nei confronti di un collaboratore esterno? Io finora ho creduto (sicuramente sbagliando) che diritti e doveri debbano essere trascritti su un contratto che le parti liberamente firmano. Ma forse mi sbaglio. Forse un editore ha altri obblighi che noi non conosciamo. Non so, faccio qualche esempio: un vitalizio, la pensione, l’obbligo al mantenimento della progenie. Se così fosse, fatelo sapere a tutti noi, perché ne saremmo molto felici. Sul contratto che ho firmato non c’è niente di tutto questo. Ma forse ho letto male.
    Altra domanda: come mai Concina si è ricordato solo adesso della famosa riunione in cui venivano promessi i diritti d’autore? Come mai se n’è stato zitto e buono per tutto questo tempo? Se n’era dimenticato? Sarebbe interessante saperlo, dato che potrebbe trattarsi di una grave forma di amnesia che colpisce gli sceneggiatori. Non vorrei che capitasse anche a me di ricordarmi solo tra vent’anni che qualcuno l’altro ieri mi ha promesso di darmi un milione di dollari. Sarebbe seccante.
    D’accordo, adesso esco dal registro ironico e dico qui, pubblicamente (dato che un altro personaggio nella stessa intervista chiede agli autori Disney di venire allo scoperto) quello che penso. Penso che la lealtà che Concina chiede lui per primo non sa che cosa sia. Penso che rendere pubbliche lettere private sia un atto di scorrettezza estrema. E, per di più, far finta di cadere dalle nuvole chiedendosi come mai le stesse lettere siano finite su Internet è un atto di ipocrisia e di offesa delle intelligenze altrui.
    Penso che ci sono operai che lavorano per trent’anni in fabbrica e gente che per trent’anni coltiva la terra. Penso che il lavoro dello sceneggiatore di fumetti sia un lavoro meraviglioso e complesso, ma certamente assai meno faticoso della fabbrica o del campo.
    Poi penso che sia sterile e forse anche po’ stupido continuare a guardare il proprio tornaconto senza mai, dico mai, mettersi in discussione, senza mai avanzare l’ipotesi che forse (dico FORSE) i tempi sono cambiati e continuano a cambiare, che i gusti del pubblico - specie di quello giovane e giovanissimo - cambiano ogni tre mesi e che continuare a proporre le stesse storie, gli stessi schemi narrativi di venti o trent’anni fa non funziona più.
    E, infine, penso che la dovremmo tutti smettere di suonarci la grancassa e pensare che siamo dei geni e tutto ciò che il mondo dovrebbe fare è inchinarci davanti alla maestà delle nostre menti. Insomma, sono stanco di ascoltare che sono tutti degli stronzi tranne noi stessi. Sono stanco di gente che reclama diritti e atti di correttezza solo quando gli conviene. Sono stanco di tutto questo. Mi chiamo Fausto Vitaliano.
    Fausto
  • Sono perfettamente d'accordo con Vitaliano. Ho letto un paio di giorni fa le lettere di Concina, e la prima e maggiore sensazione che ne ho ricavato è stata di enorme fastidio per il tono vittimistico in cui sono state scritte. In particolare, nell'elenco dei conseguimenti della sua carriera (che per carità, nessuno gli nega, ma non per questo tutto gli deve essere dovuto, come invece Concina pare pensare), e nel melodramma riguardo le sue drammatiche condizioni economiche. Ora, tutti quanti, lui per primo, si indignano perchè nessuno gli ha risposto. Ma pensandoci, se dovessi rispondere io ad una lettera del genere, sarei talmente imbarazzato da non saper proprio cosa dire.

    Mi sembra, insomma, una serie di pretese, a parte la questione dei diritti d'autore, che se effettivamente è come lui dice (non ho dati su cui basare un giudizio), è una truffa bella e buona, che non stanno molto nè in cielo nè in terra: quello che lui sembra rivendicare è un trattamento di favore motivato solo dalla sua levatura di autore in questi passati trent'anni. Voglio dire, nessuno gli nega il riconoscimento di quanto di buono abbia fatto, per carità. Ma questo, io credo, non cambia la natura del suo ruolo, come ha già ampiamente e ben più competentemente detto Vitaliano qui sopra. Se ti scelgono per due sole storie, beh...convivici. Rifiutale, se pensi che ciò non ti renda giustizia. Ma uscirsene con una, e scusate il termine, lagnanza vittimistica travestita da crociata mi sembra, nel migliore dei casi, un'uscita di dubbio gusto.

    E sono anche d'accordissimo con Fausto riguardo la scorrettezza dell'aver reso pubblico ciò che pubblico non era, e questo a prescindere da ogni considerazione sul contenuto e sull'oggetto del contendere. La sacralità della corrispondenza privata fra due persone non può, in nessunissimo caso, venir meno.
    "Those people who think they know everything are a great annoyance to those of us who do." -Isaac Asimov
  • Analizzando un po' la questione:

    - La Disney ha intenzione di pubblicare roba rimasta in attesa
    - Concina si offende perché gli vengono commissionate "in base al lavoro svolto" due sole storie

    Concina, soprattutto dall'intervista, mi sembra non gradire il fatto che si abbia intenzione di pubblicare cose rimaste, e non ne capisco il perché.

    Ma al di là delle modalità della protesta, l'oggetto imho è comunque valido. Si è sentito offeso dall'offerta di due sole storie, e mi sembra lecito.

    la cosa che mi continua a stupire è però il silenzio della Disnay, che avrebbe più di un modo per ribattere. Boh. Probabilmente temono in qualche modo la casa statunitense...
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Pacuvio ha scritto:Segnalo che da http://www.garagermetico.it è possibile scaricare la puntata dedicata all'argomento, con interventi di Bruno Concina, Carlo Chendi e Gianfranco Goria del Silf (Sindacato Italiano Lavoratori del Fumetto).
    Uhm, appena ho un po' di tempo vedo di cosa si tratta, e poi casomai commento.
    Segnalo, un pelino off topic ma neanche tanto, che questa discussione e il Sollazzo sono stati citati in quest'articolo di ComicUS.
  • Venezia, 28 gennaio 2008

    Cari amici, scusate se vi rispondo solo adesso. Mi hanno segnalato le vostre osservazioni e se mi permettete vorrei dedicarvi qualche parola.
    “Chi sa non parla e chi parla non sa”. Ma anche qui c'è qualche rara eccezione.
    Vedo che anche l'Azienda si è mossa, per bocca di uno dei suoi più fedeli servitori (usato in senso buono, credetemi). Un signore fin troppo modesto che io stimo e ammiro, evidentemente più di quanto faccia lui nei miei confronti. Ma, pazienza, non si può piacere a tutti.
    Voi parlate, parlate, parlate. Ma in effetti siete privi di informazioni di prima mano. Io ho testimoni (una quindicina), fatti, date, contratti, mandati di pagamento e anche quella “Copertina d'argento” a cui faccio cenno e che mi sono sentito sorpreso e onorato di ricevere. Quando mi hanno chiamato sul palco per consegnarmela ero in tale stato confusionale che ho abbracciato l'allora Direttore Gaudenzio Capelli fino a stritolarlo. Hanno dovuto togliermelo a forza dalle braccia...ed è sopravvissuto, per fortuna.
    Potrei confutare i vostri punti uno per uno ma...poi voi tentereste di controconfutarli, io mi metterei a confutare le vostre confutazioni e non finirebbe più. Direi che non ne vale la pena. Abbiamo tutti cose più importanti da fare. Io, per esempio, da buon single (abbandonato da una moglie che non mi sopportava più, poveretta) dovrei sbucciare dei cetrioli per cena. Voi avrete di sicuro delle cose più impegnative...a ciascuno secondo i suoi meriti.
    Sono felice che abbiate scritto le vostre osservazioni. Io cerco sempre da imparare da chiunque. Che poi siano inesatte come le vostre, non fa altro che acuire il mio senso critico.
    Insomma, vi ringrazio e spero che continuerete a dilettarvi di questa faccenda che per me, almeno per ora, è chiusa.
    Senza alcuna ironia: vi mando i più cari saluti e ringrazio il Cielo che in Italia possiamo ancora esprimerci liberamente. Speriamo che duri.
    Bruno Concina
  • Vitaliano parla per sé stesso e non è latore né dell'azienda né di nessun altro. Prima di fare certe affermazioni, prova a informarti sulla storia di ciascuno. E prima di definire pubblicamente "servitore" un tuo collega - che ha 46 anni ed è padre di due figli e lavora da quando ne aveva diciotto e qualche cosa di buono ha combinato nella sua vita professionale - e poi far finta di dirlo in "senso buono" (come se ci fosse un senso buono a dare del servo a qualcuno) dovresti pensarci parecchie volte. Evidentemente, l'educazione non fa parte dei tuoi tanti talenti. Ma sarò felice, qualora capitasse l'occasione, di dirti quello che penso di te in privato.
    Fausto
  • Lavoro da 14 anni, ho due figli, 65 anni e puoi dirmi quello che desideri anche in pubblico. Parola d'onore che non ti querelo per nessun motivo. In quanto alla mia educazione...eh, beh, non tutti possono avere la tua. Scusa, mi permetto di dirti che non frequento questo sito, quindi potrai anche dire che mangio i bambini, tanto non avrò il piacere di leggerti più. Mi dispiace, credimi. Di solito rido poco, ma sei riuscito a farmi diventare di buon umore (che poi non capisco che male ci sia a fare i servitori: è un lavoro onestissimo e la signora che mi viene a stirare la biancheria una persona molto per bene). Purtroppo mi firmo con scarsa stima (non nelle tue qualità professionali ma in quelle umane) Bruno
  • LBreda ha scritto:la cosa che mi continua a stupire è però il silenzio della Disnay, che avrebbe più di un modo per ribattere. Boh. Probabilmente temono in qualche modo la casa statunitense...
    eh addirittura... più che altro credo che non abbiano alcun interesse a rispondere, né tantomeno pubblicamente. O meglio, lo farebbero pubblicamente se accogliessero le richieste/obiezioni di Concina. E visto che di pubblico non s'è visto niente, immagino che non le abbiano accolte e il loro rapporto si sarà risolto. Però noi gli elementi per fare dei ragionamenti non li abbiamo mai, quindi sono solo nostre ipotesi... ipotesi che facciamo legittimamente, quando la questione è resa pubblica.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Io avrei poche domande per il signor Bruno Concina, qualora, gentilmente, mi rispondesse.

    Perché ha voluto rendere pubbliche queste sue lettere?
    Non le bastava la sicurezza di farle giungere ai destinatari?

    Grazie.
    Questa notte non andare via
    cadono le stelle giù, cadono le stelle
    e va bene resterò un po’ qui
    ti racconterò della neve blu
    che cade sulle case in estate
    ma ogni mille anni è solo in un posto
    e non si sa quale, non si sa dove
    è sempre diversa, è una magia dell’universo
    e quando cade i sogni sono veri
    se i sogni, se i sogni, i sogni sono veri

    (Neve Blu, Francesco Tricarico)
  • Tu invece sei riuscito a farmi incazzare. E te lo dico molto schiettamente, dato che non sono un ipocrita come invece tu ti sei dimostrato essere. E di che pasta sei fatto l'hanno capito in tanti, credimi. Finché ti ha fatto comodo, te ne sei stato zitto e buono, a incassare e rendere grazie. Appena le cose si sono fatte grame (e si sono fatte grame PER TUTTI, non solo per te, caro Concina, e si sono fatte grame non perché ce l'hanno con te, ma perché il fumetto è in crisi nera) te ne sei venuto fuori con le tue crociate del piffero, dicendo che hai lavorato solo per la Disney (ah, no, sì, però ho fatto anche un libro per DeAgostini…) e che sei povero in canna (ah, sì, ecco, però c'è una signora che mi viene a stirare le camicie…). Le battaglie, se le volevi veramente fare, avevi la possibilità di farle e di farle per tutti, non solo per te stesso. La definizione di servitore si addice di più a uno come te. Io ho preso posizione, ho detto come la pensavo anche rischiando di prendermi insulti da mezzo mondo fumettistico, cosa che è puntualmente è successa. Pazienza. Faccio il free lance da vent'anni, ormai. E' una condizione che dà vantaggi e svantaggi, come tutte le posizioni lavorative. Di buono c'è che organizzi il tuo lavoro come meglio credi - ti dicono: in fondo, lavori quando vuoi… Già, peccato che "lavori quando vuoi" scopri che significa che lavori sempre. Non hai coperture assicurative o previdenziali ma nemmeno un capo sopra le corna e colleghi stronzi. Epperò stai sempre da solo. E così via. Insomma, fare il libero professionista e fare il dipendente non sono la stessa cosa. Ho firmato contratti meravigliosi ma anche altri piuttosto svantaggiosi. Come tutti. E' quello che ci succede, in attesa del contratto che cambierà le cose. Ma a ciascuno il suo. Non si può essere liberi e al contempo avere qualcuno che ti garantisce la pensione. Sarebbe bello, ma forse non sarebbe nemmeno giusto.
    Ultima modifica di Fausto il martedì 29 gennaio 2008, 05:34, modificato 2 volte in totale.
    Fausto
  • E già che ci siamo, mi accodo a Bender: cos'ha a che vedere la sua Copertina d'Argento (merito che, insisto, nessuno vuole negarle) con il riconoscimento dei diritti d'autore, o con l'assegnazione di tot storie per tot mesi? Spero non intendesse dire che coloro che, mortali, non avessero raggiunto le sue (indiscusse) mete artistiche non sono egualmente degni di veder riconosciuti i diritti sui loro lavori passati, nè che abbiano per qualche motivo meno diritti a lavorare nel presente e nel futuro.

    Spero non sia questo il suo punto, anche se, temo, è l'impressione che ho ricavato dalle sue parole. Mi smentisca e mi corregga senza remore, ovviamente.
    "Those people who think they know everything are a great annoyance to those of us who do." -Isaac Asimov
  • Mi dispiace dirlo così, magari un po' troppo seccamente, ma Concina ha fondamentalmente torto.
    Non solo le modalità della protesta sono state così scorrette da sconfinare in maniera abbastanza deprimente nella meschinità, ma anche i contenuti non sono validi da nessun punto di vista. Nemmeno dal punto di vista "morale" le rivendicazioni di Concina non possono essere ritenute legittime: come ho letto da qualche parte nel web (Comicus?) Concina non doveva dare alla Disney la propria vita, doveva dare solo il proprio lavoro.
    Che poi la Disney avrebbe potuto trattare con un occhio di riguardo un autore valente che negli anni si è dimostrato un collaboratore costante e valente è un altro discorso: avrebbe potuto trattarlo meglio, certo, ma ciò non toglie che Concina non possa accampare nessun diritto nè rivendicare alcunchè, specialmente sulla base di affermazioni o promesse non scritte, persino se con dei testimoni.
    Certo, ciò che più lascia disorientati nell'intera vicenda è il silenzio della Disney, che potrebbe minimamente dare segni di vita quando viene fuori che ovviamente è una ditta come tante altre e non un idilliaco angolo di paradiso fatto di zucchero filato in cui gli impiegati saltellano strimpellando la cetra mentre sbattono le ali da cherubino.
    Bruno Concina ha scritto:Io, per esempio, da buon single (abbandonato da una moglie che non mi sopportava più, poveretta) dovrei sbucciare dei cetrioli per cena. Voi avrete di sicuro delle cose più impegnative...a ciascuno secondo i suoi meriti.
    Uhm, ecco. Ora non vorrei offendere nessuno, ma pregherei Concina di smettere di insultare l'intelligenza di noialtri buttando giù facendo finta di nulla frasi come questa, in cui si cerca di ostentare una certa aria da povero diavolo, che sembra quasi fatta apposta per smuovere a pietà.
    Bruno Concina ha scritto:e anche quella “Copertina d'argento” a cui faccio cenno e che mi sono sentito sorpreso e onorato di ricevere.
    Fausto ha scritto:che ha 46 anni ed è padre di due figli e lavora da quando ne aveva diciotto e qualche cosa di buono ha combinato nella sua vita professionale
    Bruno Concina ha scritto:Lavoro da 14 anni, ho due figli, 65 anni e puoi dirmi quello che desideri anche in pubblico.
    Signori, però, anche qui, fatemi un piacere. Non duellate a suon di curriculum. Di certo non potrete così zittirvi l'un l'altro o pensare che questo qualifichi automaticamente voi o le vostre opinioni: siete su un forum -dove l'ultima cosa che succederà sarà il dubitare delle vostre capacità professionali- e vi siete messi in discussione in una discussione pubblica, se non pensare che debba essere tale trasferitela altrove. Perchè finchè questo rimane un luogo di discussione (magari anche dai toni accesi, ma pur sempre discussione logica e civile) siamo tutti più che lieti di confrontarci l'un con l'altro, ma se deve diventare l'arena in cui esibire la medaglia più splendente o la coppa più lucida il dicorso, ovviamente, cambia.
  • Io ho 23 anni, un peluche di Stitch, e a scuola ho vinto il primo premio nella gara di disegni dopo la gita allo zoo di Pistoia.

    Mi merito qualcosa?
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • DeborohWalker ha scritto:Io ho 23 anni, un peluche di Stitch, e a scuola ho vinto il primo premio nella gara di disegni dopo la gita allo zoo di Pistoia.

    Mi merito qualcosa?
    Lo stesso trattamento che ha avuto Renzo Montagnani quando interpretò il marchese Pier Maria delle Vedove...
    Questa notte non andare via
    cadono le stelle giù, cadono le stelle
    e va bene resterò un po’ qui
    ti racconterò della neve blu
    che cade sulle case in estate
    ma ogni mille anni è solo in un posto
    e non si sa quale, non si sa dove
    è sempre diversa, è una magia dell’universo
    e quando cade i sogni sono veri
    se i sogni, se i sogni, i sogni sono veri

    (Neve Blu, Francesco Tricarico)
  • Non avevo intenzione di esibire il curriculum. Non sono proprio il tipo. Ma ripeto (per l'ultima volta) che sentirsi dare del "servitore" è qualcosa che, credetemi, fa ribollire il sangue.
    Buona notte.
    Fausto
  • Ci ho pensato un po' prima di intervenire. Sarà un errore, ma la mia devo dirla.

    Innanzitutto, ho sentito una fitta al cuore nel leggere il battibecco tra due grandi professionisti, uno più maturo dell'altro.
    Io, fondamentalmente, condivido la posizione di Michele Medda. Se gli sceneggiatori avessero ottenuto i loro diritti sulle ristampe, probabilmente a quest'ora non staremmo infiammando il web con questa polemica.

    Probabilmente. Perché il cuore del problema, secondo me, è un altro: la mancanza di comunicazione. Il direttore e il redattore hanno già abbastanza oneri per poter anche pensare di farsi vivi con gli autori.
    Scarseggeranno le risorse economiche, ma a quanto pare (e correggetemi se sbaglio) nella redazione di Via Sandri manca una figura di riferimento che si dedichi esclusivamente a fare da tramite tra autori, redattori, direttori e quant'altro. Una persona che passi il suo tempo al telefono, con una fitta rubrica sotto mano; qualcuno che garantisca un aggiornamento reciproco - e, aggiungo, che si degni di liquidare senza mezzi termini gli aspiranti sceneggiatori: lo dico per esperienza personale, ma questo è un altro paio di maniche. :OFFT:
    Capisco che c'è surplus di materiale di magazzino e, di conseguenza, surplus di autori; però ho sentito di grandi artisti che non ricevono (o non hanno ricevuto) notizie dalla redazione per mesi e mesi. E' una questione umana, che prescinde dai termini di un contratto.
    Se si migliorasse questo aspetto, ne guadagnerebbe tutta l'azienda.
    A presto,
    Michele
  • Sinceramente non riesco a dire la mia sulla questione, non vorrei dire scempiaggini, ma quoto in pieno Quackmore.
    Quackmore ha scritto:Perché il cuore del problema, secondo me, è un altro: la mancanza di comunicazione. Il direttore e il redattore hanno già abbastanza oneri per poter anche pensare di farsi vivi con gli autori.
    La presunta "sordità" dei direttori viene tirata in ballo anche Carlo Chendi, nell'interessante intervista radiofonica con Radio Kairos, riportata in parte da AfNews:

    Carlo Chendi: [...] Ora, finché c'era Capelli, era possibile parlare con lui in qualsiasi momento, dava ascolto a tutti. Con l'altro direttore, lavorando ancora dentro, una volta lo incontri in corrodoio... ti devo chiedere una cosa... una sciocchezza... dice: prendi appuntamento con la segretaria... per dire, non so... s'è creata non so una gerarchia, poi probabilmente visto che le cose vanno male, tutti i redattori e il direttore, cioè tutti lì dentro non si fanno trovare, cioè lei telefona non c'è nessuno, o sono a casa ammalati con l'influenza, sono fuori stanza o sono fuori sede, sono... poi lo dice anche Còncina, c'è un muro di gomma, nessuno risponde più. Radio Kairos: Sì, infatti anche noi avevamo provato a chiedere se c'era qualcuno della Disney che voleva intervenire in questa puntata, e, appunto, non abbiamo avuto risposte...
  • Sulla mancanza di comunicazione concordo con Quackmore.

    Tuttavia questo è un problema tipico delle aziende quando non sono rosee. Nessuno si fa mai trovare.
    Resta il fatto che conservo vari dubbi sul rendere pubbliche molte cose anche a terzi non interessati (noi lettori dovremmo solo leggere i fumetti, in teoria).

    Resta il fatto che, ammettendo pure che la Disney metta una figura di questo tipo in redazione, molti punti chiesti da Concina rimarrebbero non concretizzabili.
    Se una ditta va male o meno bene di prima produrrà di meno.
    I lavoratori devono trovare altre soluzioni, non c'è altro da fare.
    Mi sembra come se la ratio del problema, leggendo le lettere di Concina fosse non "La Disney è cattiva" ma "Ho bisogno di soldi, gli chiedo alla Disney che è cattiva perché mi fa lavorare di meno".

    Tutto il resto forse è integrativo, non basilare.
    Ecco perché sono forse più vicino come pensiero a Vitiliano.
    Picchiatemi pure.
    Questa notte non andare via
    cadono le stelle giù, cadono le stelle
    e va bene resterò un po’ qui
    ti racconterò della neve blu
    che cade sulle case in estate
    ma ogni mille anni è solo in un posto
    e non si sa quale, non si sa dove
    è sempre diversa, è una magia dell’universo
    e quando cade i sogni sono veri
    se i sogni, se i sogni, i sogni sono veri

    (Neve Blu, Francesco Tricarico)
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