[Allegati RCS] La Grande Dinastia dei Paperi (Barks)

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Aspettando il quinto invio, che dovrebbe arrivare domani o al più tardi lunedì o martedì (dato che alcuni a oggi hanno già ricevuto il sesto, di pacco), recensisco un altro blocco di volumi, questa volta non di dieci volumi ma di 11, secondo un sistema rimodernato rispetto al mio progetto originario in seguito all'allungamento del piano dell'opera e alla pubblicazione sul blog di Boschi delle annate corrispondenti al numero del volume. Cosicchè ora recensirò i volumi dall'11 al 21, poi prossimamente quelli dal 22 al 32 (che completano le storie pre-pensionamento), poi i volumi dal 33 al 43 (i volumi prima del 1950) e infine quelli dal 44 al 48, che chiudono il tutto. In questo modo ci sarà ordine e chiarezza. Anche adesso, come nei prossimi "commentoni", non sarò analitico su ogni singolo volume ma commenterò solo le storie più significative e gli apparati critici.

    La Grande Dinastia dei Paperi – Volumi dall'11 al 21 (1955/56-1960)

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    Questi volumi comprendono la seconda metà degli anni '50 del Novecento, completando il decennio che si può defnire d'oro per la produzione di Barks. Infatti molte storie racchiuse in questi libri sono importanti e stupende al pari di quelle che compaiono nei primi 10 volumi di questa "nostra Carl Barks Library".
    ZP e i terremotari è famosissima, e splendida. E' in trame come questa che si vede quanto Barks sia dotato di fantasia e quanto ami dare spiegazioni divertenti e mitiche dei fenomeni più naturali, in questo caso i terremoti. Memorabile.
    Su uno stampo, invece, di avventura più pura ecco che ne è sicuramente un esempio brillante ZP e la corona perduta di Gengis Khan, dove il Maestro mette in 19 tavole ben due spunti interessanti, e su cui si sarebbero potute costruire du avventure separate, ma che anche in virtù della favorevole vicinanaza geografica Barks incamera in una sola. Infatti la corona del titolo, per quanto spunto interessantissimo, ben si sposa e si fa addirittura sovrastare (anche nei lettori, e non solo nei giornalisti di Paperopoli) da Gu, l'abominevole uomo delle nevi, dalla faccia buffa e simpatica.
    Le avventure di ampio respiro barksiane sono belle anche quando protagonista assoluto è Paperino, come nel caso di P e il segreto di Hondorica , in cui Donald insieme ai nipotini e contro il solito Gastone deve portare a termine una missione per conto dello Zione. Panorami stupendi per un'avventura divertente ed emozionante.
    Importante ai fini della vita di Paperone è poi la storia P e il torneo monetario, dove l'arcimiliardario deve vedersela con chi attenta al suo primato di più ricco del mondo. Fa la sua prima apparizione infatti Cuordipietra Famedoro, il primo che si proclama il papero più ricco del globo al posto di Paperone (dovremo aspettare gli anni '60 per vedere Rockerduck). L'avventura si avvale dello sfondo del cuore dell'Africa, dove ha sede il deposito di Cuordipietra, del tutto simile a quello dello Zione. Ai nostri tempi sembra quasi scontata come idea, ma allora era stato geniale l'idea di una sorta di doppio malvagio di Scrooge, in tutti i suoi vizi simile a lui ma privo di etica e senza scrupoli. Tornerà nella storia ZP e il campionato dei quattrini, che possiederà nella terza tavola un elemento di continuity dato che si fa riferimento all'avventura africana dei due ricconi al momento del rinnovo della sfida da parte di Famedoro.
    Stupenda poi P e il tesoro della regina , dove si scopre dell'esistenza di due antenati di Paperone e Paperino, dove c'è della satira all'ipnotismo e dove Paperone non è esente da trucchetti per cercare di non far avere il tesoro al nipote.
    Non avevo mai letto ZP e il tesoro sottozero e devo dire che era una grave mancanza. Una storia bellissima, che mi ha favorevolmente colpito per i colpi di satira all'URRS lanciati in modo furbo e ammiccante, per l'idea del Bombastium e per la presenza del tenero pinguino. Un'epica avventura tra i ghiacci, dove è poi lodevole il fatto che Scrooge spenda un capitale per un oggetto che solo dopo l'acquisto scopre non avere ancora un impiego utile. Tornando a Donald e alle sue avventure a largo respiro, un posto d'onore su tutte le storie con Paperino protagonista lo merita P e la valle proibita, in cui il papero con Qui Quo e Qua trova una sorta di mondo perduto popolato da dinsasuri, il tutto partito da una ricerca di vespe rasoio, unici animali che possono salvare i raccolti paperopolesi e mondiali di cetrioli eliminando i terribili cocomerini. Barks inserisce un bieco truffatore (dal volto tipico di suino) e gli indiani Stickaree. Memorabile e dai tempi comici e avventurosi perfetti.
    Avventura pseudo-ecologica per i paperi in P nella terra degli indiani pigmei, dove lo ZIone cerca di staccare dalla sua vita frenetica per andare in un posto incontaminato. Peccato che la sua mente finanziaria continua a macinare lo stesso, e questo muove gli indiani pigmei che popolano la regione dei grandi laghi. Questo è un esempio di come Barks usi spesso piccoli popoli per sottolineare la presenza di minoranze etniche e di come i loro diritti possano essere costantemente a rischio. Si ritorna invece alla grande avventura mossa dal desiderio di trovare antichi e leggendari tesori in ZP e le miniere di Re Saolomone, dove il vecchio papero e suoi nipoti trovano il tesoro ma vengono minacciati da predoni che si dimostrano comunque più arrendevoli del previsto. Finale che rimane quasi aperto, e che pone l'accento sulla gag del super-biglietto piuttosto che sulla ricchezza acquisita. ZP e la gara sul fiume, per quanto sia stata realizzata per un albo dedicato a Disneyland, ci rivela una scena importante relativa al apssato del giovano Paperone e sul padre di Archimede, Cacciavite Pitagorico. Scena ripresa nel secondo capitolo della Saga di Don Rosa.
    ZP e la città dai tetti d'oro propone un interessante scontro tra Scrooge e Donald, in veste di venditori. Spassosa, vede spuntarla lo Zione e ci rivela un'latra civiltà mitica incastonata nei giorni nostri.
    ZP e il pozzo dei dollari l'avevo su un vecchio Paperino Mese e l'avevo sempre apprezzata, è stupenda, la tirchieria di Paperone è portata al limite fino a ritorcerglisi contro. Presenta Nonno Bassotto e il vecchio Forte Paperopoli. Solo che la tecnica che i Bassotti usano per provare a rapinare il Deposito è molto somigliante a quella della "Disfida dei dollari", così come l'esito e in parte lo sviluppo, anche se in questa nuova c'è qulche tocco di genialata diverso.
    ZP e il re del fiume d'oro mi è sembrata un po' troppo melensa sul finale, valida comunque per gli approcci iniziali di Paperone verso questa leggenda (tipici paperoniani) e per i trucchi di Paperino e nipotini per ingannare lo zio.
    Molto carina ZP e il pirata Spazzola, con dei Bassotti muniti di effetti speciali, Paperino che si improvvisa detective e un fantasma che come spessissimo accade nelle storie barksiane si rivela essere un falso. Originale e divertente. A tal proposito, così è anche con P e il vascello fantasma, che trova una spiegazione razionale all'Olandese Volante, leggenda alla quale Barks (come anche Scarpa in modi e circostanze diverse) si è ispirato, approfittandone per mandare per mare i paperi in una splendida avventura. Molto più giocata sulla gag ZP e il favoloso magnate, che introduce Cornolungo Erbalta, uno dei tanti miliardari che sembrano più ricchi dello Zione ma che non lo sono e non lo saranno mai. Qui il bello della gag è che [spoiler]la ricchezza di Erbalta è partita da un prestito dello Zione stesso[/spoiler]. ZP e la luna a 24 carati invece non mi ha convinto particolarmente, forse è decisamente troppo assurda, soprattutto nel finale (accetto invece di buon grado le divertenti gag sulle sculture di asteroidi che i nipotini realizzano).
    ZP e l'oro di Pizarro è molto divertente, mascherata da storia lunga di Paperone si rivela essere, per la trama composta da gag e che non porta Scrooge a guadagnare il tesoro, oltre che per molte battute, una specie di ten page lunga. Molto esaltante nel suo incalzare. ZP e la macchina scassatutto è uno scontro titanico tra due macchine gigantesche (Bassotti vs Paperone) che alla fine se la danno di santa ragione. Spettacolare il climax narrativo che porta a questa conclusione e bellissime gag (la macchina dei Bassotti che sforna modellini di Paperone :P ) Ingiustamente poco celebrata al pari - anche se con trame differenti - dell'oro di Pizarro.
    Zp e l'isola nel cielo rischia, per il suo intento, di risulatre buonista. Rischio largamente evitato dal genio di Barks, che costruisce con intelligenza una storia che emoziona, non appare stiracchiata e diverte (lollosa la gag dell'ultima tavola).
    ZP magnate del petrolio non mi ha convinto quanto mi aspettavo...piccoli popoli Barks li ha già usati in altre storie, e sempre col medesimo intento. E Paperone sembra troppo arrendevole, anche se alla fine si capisce che è per salvaguardare il suo ruolo di grande operatore. Ma nn mi sembra tanto sensato lo sminuire i nipotini sottolineando che loro non sono degni di partecipare attivamente, quando in passato nelle stesse storie di Barks hanno dato prova di grandi capacità. Capisco che li sminuisca sempre Donald, lì ci sta, ma lo Zione...boh. Invece grandissima storia è ZP e il grano d'oro, una classica storia in cui Paperone cerca di ingannare i Bassotti sullo spostamento dei sui soldi. Qui spicca il travestimento da donna di Paperone.
    Menzione speciale a ZP e il Canto di Natale che, anche se letta fuori stagione, è davvero godibilissima. Non storia a fumetti ma racconto a testi illustrati, in questa avventura natalizia i disegni di Barks spiccano e sono vivi e bellissimi, valorizzati non poco dai colori di McGary. Un po' sbrigativa nei passaggi dei 3 fantasmi dei Natali Passati, Presente e Futuri, è comunque godibile appieno. 20 anni prima del mediometraggio Mickey's Christmas Carol.

    Per quanto riguarda le ten pages, rimangono all'altezza di quelle splendide e spassose della prima metà degli anni '50. Dai tempi comici perfetti, mi hanno strappato ben più di una risata, come non sanno fare le storie di questa lunghezza che compaiono oggigiorno su "Topolino". Cito le più divertenti e riuscite secondo me: La congiura dei sozzi, Le giubbe rosse, Le prove olimpiche, Paperino Via col vento, Il bicisommergibile, Paperino al campeggio, Paperino fumografo, Gli astuti contrabbandieri (spettacolo, sembra un corto animato), Lo spirito cavalleresco, Gli strani pensionanti, Il mago della pioggia, L'albergo di Fonte Ribalda, La gara dell'asino, Il codice di Paperopoli, La data terribile, Vita da lattaio, La collina echeggiante, Il docile coyote, La gara dei Raspasabbia, Paperino Mastro vetraio, Qui Quo Qua bambinaie a tempo perso, Paperino fabbro del villaggio.

    Da notare come in questi cinque anni sia cresciuta la popolarità del personaggio di Archimede Pitagorico: nasce Edi come assistente dell'inventore, diventando protagonista di gag visive sullo sfondo delle vignette, veramente divertenti. Archimede viene sviluppato nelle sue caratteristiche caratteriali e comportamentali quali la timidezza e l'ingenuità proprio nelle storielle da 4 pagine di Walt Disney'c Comics and Stories e negli albi a lui intitolati, tanta era la sua popolarità alla soglia degli anni '60. Non cito nessuna storia perchè tutte piccole gemme, fulminanti e divertenti.

    Inoltre Barks inizia a disegnare storie non scritte da lui. Questo soprattutto nella serie incentrata sulla fattoria di Nonna Papera (che sono passabili) e in quele del Diario di Paperina, che invece mi sono piaciute assai. Barks se la cava bene anche disegnando su soggetto altrui, e anche queste trame non sue (solitamente di Vick Lockman) sono più che buone, convincenti.

    Infine, gli articoli. Per quanto riguarda le introduzioni di Becattini ad ogni storia, è sicuramente una cosa utilissima così che anche le storie che non aprono o chiudono ogni volume abbiano una loro contestualizzazione; buonissimo anche il fatto che così vengono chiariti i vari giochi di parole originari (quindi in inglese) che da noi in Itali spesso vengono storpiati o ignorati, specie sui nomi dei comprimari...peccato solo che come unico neo proprio a questa cosa, spesso venga spoilerata parte della storia che si sta per leggere, magari rovinando un effetto sorpresa a gag. Ma in fondo poco male.
    Per gli articoli lunghi curati da Boschi, niente da dire: come al solito ineccepibili, ben fatti e curati, con informazioni utili e interessanti. Per quanto riguarda le special guest , degni di nota sono gli articoli scritti da un altro esperto di fumetti come Cuccolini, che parla del Barks satirico/filosofico, Max Bunker che racconta il suo amore per Barks, il momento in cui l'ha conosciuto (rivelando, cosa che non sapevo, che Stan Lee era molto amico di Barks! :P ) e di come l'opera del Maesro lo abbia influenzato. Poi molto bello l'articolo di Stefano Priarone sul secondo scontro tra Scrooge e Cuordipietra (Priarone altro esperto di fumetti, che io conosco per gli interventi du Rat-Man e sulle opere di Leo Ortolani in genere) e senz'altro interessantissima l'intervista a Barks realizzata da Carlo Chendi, con tanto di presentazione e conclusione di Chendi stesso, che mi ha dato alcune informazioni in più sul grandissimo Barks.

    Insomma, col vento in poppa continua questa Grande Dinastia, che oltre alle storie stupende dell'autore ci propone sempre gradite sorprese a livello di interventi e tiene alta la qualità degli articoli e della critica, che impreziosisce un'opera molto ben fatta.
    Ultima modifica di Bramo il giovedì 03 settembre 2009, 21:00, modificato 1 volta in totale.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Un buon nono volume.
    In Zio Paperone e una Vittoria a Suon di Dollari mi è sembrata un po' forzata la felicità finale di Paperone, che coi suoi soldi è riuscito a "comprare" l'opinione pubblica: già più di una volta lo abbiamo visto in versione sentimentale, spendere i suoi soldi per far felice i suoi cari, ma gioire dopo aver speso un sacco di denaro in cambio del consenso della società... mah.
    Zio Paperone e il Piccione Viaggiatore e Zio Paperone e la Tigre Stanca sono storie veramente piacevoli, nella loro assurdità.
    Paperino e il Fantasma con il Singhiozzo invece, mi è sembrata un po' surreale, nella connotazione negativa del termine: il personaggio del fantasma che non invecchia più perchè è rimasto intrappolato in una stanza isolata, mi è sembrata al di là di qualunque sospensione d'incredulità possibile.
    Zio Paperone e il Ratto del Ratto invece l'ho trovata una delle avventure di Barks dal ritmo più frizzante e intenso, nella prima parte accadono veramente un sacco di cose in poche pagine (fantastico Paperino che viene fiocinato in aria, mentre Paperone lo rimprovera di trovare sempre nuove scuse per battere la fiacca); la seconda metà invece assume toni più "epici" con l'invasione dei lemmings. La migliore storia dell'albo.[/quote]


    Il volume 10... mah. Per la prima volta, chiuso l'albo, ho provato la sensazione che nessuna storia del volume mi avesse soddisfatto pienamente.

    La musica fortunatamente cambia con l'undicesimo volume, dove ci sono un bel po' di storie memorabili.
    Zio Paperone e i Terremotari mi ha riportato alla mente Ducktales, di cui a dire la verità mi ricordo solo la comparsata dei Terremotari nella sigla e non l'intero episodio dedicato a loro. Trasposizione animata a parte, la storia è davvero ricca, con spunti intriganti e sviluppi originali, dai quali non si sa come la vicenda possa proseguire.
    Simpatici (e temibili, al contempo) i Terremotari, anche se non mi fa impazzire il loro aspetto "da Barbapapà".
    Paperino e la Congiura dei Sozzi, Paperino e il Terribile “3P” e Paperino e le Giubbe Rosse rientrano nella categoria di storie in cui Paperino compie la stessa azione più volte, accumulando insuccessi fino alla conclusione, a volte positiva, a volte no. Nonostante sia uno schema già visto, Barks continua a realizzare ottime storie senza troppe pretese dal punto di vista della trama, ma che strappano più di un sorriso e dimostrano spesso la tenacia dei protagonisti.
    Meritevoli anche Paperino e i Proponimenti Segreti e Paperino e il Taxighiaccio.
    L'accoppiata Paperino e il Segreto di Hondorica e Paperino Via col Vento mostrano due sfide tra Paperino e Gastone, entrambe all'apparenza a favore del cugino fortunata, ma poi la conclusione si rivela sorridere a Paperino. Bizzarro che questa struttura si riproponga in due storie realizzate così vicine, e non è neanche la prima volta che questo avviene; sembra quasi che l'Uomo dei Paperi a volte decida di realizzare più variazioni sul tema della medesima vicenda...
    Non mi hanno fatto impazzire l'avventura sulla corona di Gengis Khan e le due storie di Archimede, con personaggi infilati all'ultimo momento per aggirare la bizzarra legge postale: passi per Tip e Tap, ma quel Velocino che guida una simil-313 e si veste come Paperino è veramente ridicolo...


    Soddisfacente anche il volume 12.
    Paperino e il Torneo Monetario è la degna presentazione di un personaggio così carismatico da meritarsi l'importanza che acquisirà in futuro; un perfetto equilibrio di sfida "epica" e umorismo surreale, con un'improbabile srotolamento di spago che decreterà l'identità del papero più ricco del mondo. Piacevole la morale barksiana enunciata da Paperino.
    Zio Paperone e i Guai del Progresso affronta un problema che potrebbe effettivamente presentarsi, ma con una risoluzione che cozzerebbe con la possibilità di fare storie future col deposito, ma come immaginabile il deposito cingolato non verrà neanche lontanamente preso in considerazione.
    Paperino e il Problema Forestale credo sia la storia di barks più inutile che abbia mai letto. Passiamo oltre.
    Le tavole autoconclusive Zio Paperone - Grazie a una vecchia pepita e Zio Paperone e il busto di gesso, nella loro semplicità mostrano il talento di Paperone per gli affari in modo perfetto, talento che verrà poi deriso in Zio Paperone e la Marmotta Petrolifera.
    Paperino e il Dominatore è una storia simile a molte altre, ma presenta gag molto buone, in primis lo spassoso pesce messo nel nido da Paperino.
    Paperino in “Evviva la squola!” vede il papero nei panni del "cattivo" di una storia alla Free Willy, anche se inconsapevole; interessante la lezione morale data da Barks a tutti i giovani che si lamentano del dover andare a scuola.
    La vera chicca dell'albo però è la comparsa di Edi, personaggio sfruttato in modo geniale come side-story sullo sfondo.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Quest'ottima iniziativa oggi, col quarantottesimo volume, è giunta al termine, e prendendo in considerazione l'opera nel suo complesso ne esaminerò pro e contro (mi riferisco all'iniziativa, se parlassi di Barks finirei col fare solo lodi sperticate :P).

    PRO:
    -la decisione di partire con gli anni'50: per quanto avrei preferito trovarle in edicola in ordine di produzione, mi sono reso conto che è stata la cosa migliore cominciare col meglio del meglio della produzione barksiana (anche per invogliare l'acquisto), con storie che hanno già raggiunto lo status quo paperopolese che viene rispettato ancora oggi
    -le edizioni delle storie: quando possibile si è andata a pescare l'edizione più recente curata e fedele della storia, ci sono traduzioni "infedeli", ma in pochissimi casi e non riguardano le storie più importanti
    -l'apparato critico: il trafiletto di Becattini con tutte le particolarità per ogni storia l'ho gradito molto, così come ho gradito gli articoli di critici e appassionati che aprivano ogni volume
    -inediti e quadri a olio: mi fa piacere che sia stato ristampato il più possibile, qualcuno sostiene che ci sia qualche lacuna, ma io credo che ormai abbiamo in nostro possesso tutta la produzione disneyana fungibile di Barks (animazione a parte, ma era impossibile stampare dei corti o episodi di Duck Tales su volume :P)
    -l'ordine delle storie del volume: molti si sono lamentati del fatto che non si è rispettato l'ordine cronologico di produzione, ma secondo me è stato di miglior impatto aprire e chiudere ogni volume con una storia di ampio respiro, con in mezzo le brevi (come facevano su Topolino fino all'anno scorso), iniziare con una breve (che magari può essere non eccelsa) non è il massimo
    -la presenza della versione Jippesiana della produzione post-pensionamento: benchè mi avrebbe fatto piacere avere entrambe le versioni di ogni storia (a costo di raggiungere un numero spropositato di volumi) capisco che si sia fatta una scelta, e si è scelto Jippes che ha cercato di fare di ogni storia una versione Director's Cut, il più fedele possibile alle intenzioni di Barks, e ottimo l'inserimento della verisione di Carpi del lago di Guarda, peccato per l'assenza della versione di Fecchi del soggetto di Barks per il corto di Paperone alle prese con il topo nel deposito.
    Magari un po' discutibile la presenza del Casco d'oro di Scarpa, ma è stata fatta probabilmente per par condicio, visto che la maggior parte delle storie non direttamente barksiane era sotto il marchio danese e olandese.

    CONTRO:
    -copertine e grafica esterna: le copertine sono prese a casaccio e i colori sono troppo sgargianti, avrei preferito un esterno più sobrio ed elegante
    -la numerazione: io avrei messo solo gli anni di pubblicazione (anche perchè è l'ordine con cui avevo intenzione di metterli sullo scaffale fin dall'inizio :P), per permettere agli appassionati di mettere la collezione in ordine di produzione per rispettare l'evoluzione artistica del maestro dell'Oregon
    -le censure: non sempre sono state così invadenti, ma è stato un peccato non avere la versione originale di "Paperino e il feticcio" (anche se questa assenza è giustificata da motivi logistici e di tempo).

    In conclusione è stata un ottima iniziativa, e come tutti noi, spero che sia da esempio per raccolte di questo genere dedicate a certi autori che hanno reso grande il fumetto Disney, in primis il Maestro dell'Utah.
  • La Grande Dinastia dei Paperi – Volumi dal 22 al 32 (1960/61-1968)

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    Mentre in edicola è da poco finita questa cronologica, a me è giunto la scorsa settimana il settimo invio. In concomitanza con ciò, posso riprendere il mio progetto di recensione con il terzo “commentone”, che come si capisce dal titolo prende in considerazione i volumi con le storie dell’Uomo dei Paperi fino alla data del suo pensionamento. Con altri due grandi scaglioni (le storie prima del 1950 e quelle post-pensionamento) si completerà il quadro generale che, pur per sommi capi, sto tentando di tracciare.
    Tornando a noi, gli anni ’60 sono quindi i protagonisti. Siamo appena usciti dai fasti delle magnifiche storie del precedente decennio, alla fine del quale avevo notato personalmente alcune sceneggiature un po’ traballanti (penso a l’isola nel cielo, che sto comunque in parte rivalutando, o a ZP magnate del petrolio). Be’, se questo fatto mi avesse fatto temere un periodo di stanca, il problema è stato del tutto evitato: questi 8 anni non sono certo una delusione nella qualità delle storie, né per quanto riguarda le trame né per i disegni, che cavalcano l’onda del perfezionamento che già avevano subito dalla seconda metà degli anni 50 in poi, maturando ancora un po’ ma assestandosi per lo più sulla già ottima e matura linea posseduta sul finire del decennio.
    Altri anni parchi di storie più che buone, quindi!

    ZP e la fonte delle giovinezza si conferma infatti sul trend delle storie avventurose e alla ricerca di miti e leggende… addirittura Paperone trova la mitica acqua che rende immortali, con tanto di prove viventi. Bello e originale il modo di raccontare la storia, con Paperone e i nipotini che la raccontano a una Nonna Papera in visita al Deposito.
    ZP e il riduttore atomico è invece una storia avventurosa sullo stampo di “soldi dello Zione in pericolo”: qui il Deposito è stato rimpicciolito, ed è minacciato dalle formiche… Una trama del tutto fantastica/fantascientifica è invece quella di ZP e il Valhalla cosmico, dove Barks conferma la sua voglia di spogliare miti e superstizioni della loro aura mitica e di spiegarli rendendoli ovvi…qui sono gli dei dell’antica Grecia a venire “abbassati”, in una storia simpatica.
    Gli anni 60 sono importanti anche per l’esordio di un nuovo personaggio ad opera di Barks: sulle pagine di Uncle Scrooge ecco quindi comparire Magica De Spell (la nostra Amelia) nella classica ZP e la fattucchiera, e come esordio non c’è male, una storia movimentata dove si capisce che in origine la strega che ammalia non era interessata proprio alla Numero 1, ma a una qualsiasi moneta di Paperone, e che serve a capire quanto inesatte in alcuni particolari (come il modo in cui Amelia dovrebbe fondere la moneta di Paperone) possano essere le moltissime storie successive, specie italiane. Amelia ha modo di tornare subito in una ten page di Walt Disney Comics and Stories, ZP e il giorno di S. Valentino.
    Ma Amelia non è la sola new entry nel mondo Papero ad opera di Carl Barks: ecco infatti in ZP e la superbenzina comparire (per la prima e unica volta se si considera la mano del Maestro) John D. Rockerduck, magnate della finanza, giovane rampollo che in questa storia si batte con Scrooge per dimostrare chi dei due produce la benzina più potente. Una storia molto divertente per le disavventure di Paperino, e importante perché fornisce agli autori italiani quello che diventerà il maggior rivale in affari di Paperone, soppiantando il precedente Cuordipietra.
    Una storia molto bella è poi ZP e la barca d’oro, con una sfida a tre tra Paperone, Paperino e Gastone.
    Ancora il mito viene scandagliato da Barks in ZP e la caverna di Alì Babà, dove una delle fiabe delle Mille e una Notte diviene lo scenario per quest’avventura e la possibilità per Paperone per accrescere il proprio patrimonio. Mentre tanto i Bassotti quanto Amelia hanno di che penare per capire come rompere il supervetro con cui Paperone ha rivestito il suo Deposito in ZP e la cassaforte di cristallo.
    Amelia torna di prepotenza come antagonista massima, però, in altre tre storie, tra le migliori con la fattucchiera, a mio parere, e cioè ZP novello Ulisse, dove si scopre che Amelia è una discendente della maga Circe e dove la maga si appropria proprio dei trucchi dell’antenata – e ancora c’è la strizzata d’occhio ai miti, in questo caso omerici – e ZP e l’inespugnabile Deposito, dove l’azione abbonda e le proprietà magiche anche di cambiamento della fattucchiera non mancano di certo. Infine cito Amelia maga del cangiante, dove se già il siero che fa cambiare volto è una trovata fantastica, la popolazione dei senza-faccia è fenomenale!
    Due storie bellissime sono la famosissima ZP snob di società, dove appare il Rubino Striato che sarà poi ripreso da Don Rosa, e ZP e gli Indiani Paperuti, che mi fa sempre divertire molto nel leggerla e dove si apprende della passione di Paperone per il tè alla noce moscata.
    ZP e la corona dei Maya è un’altra caccia al tesoro dello Zione, che non mi ha però convinto tantissimo, al contrario della scanzonatissima P reporter degli abissi che già avevo gustato sul Topolino dei 50 anni di Donald, ed infatti è un Paperino al massimo quello che agisce. ZP e il denaro colloso è una storia simpatica e particolare.
    Molto divertente è ZP spendaccione per ipnosi, e carine anche ZP e il tappeto volante e ZP – “L’Arcipelago dei Piumati”, che rivedono in pista Amelia, guardacaso in situazioni da mito e fiaba come un altro riferimento a Le Mille e una notte e una filastrocca classica.
    Una storia che rappresenta ironicamente la fortuna di Gastone è P e l’elefante picchiettato, molto gustosa, poco significativa ZP e la lattuga mimetica che sa troppo di già visto, spettacolare ZP e la moda della parrucca (ma forse soprattutto perché ci sono affezionato, la conosco da bambino) mentre mi sembra abbastanza sgangherata, ma non per questo meno affascinante, ZP postino dello spazio, bizzarra e divertente.
    Un tentativo di furto coraggioso e movimentato da parte dei Bassotti (altro che quelli odierni…) è il motore di ZP e la meraviglia scientifica, che riecheggia l’avventura della macchina scassatutto, dove i Bassotti rubano tre giganteschi robot per distruggere il Deposito. Molto immaginifica e quindi riuscita ZP e la corsa all’oro, che vede la storia delle corse all’oro ripetersi con un “Nuovo Mondo”, lo spazio. Non mancano riflessioni sull’animo umano.
    Sulla splendida ZP e i misteri della Cattedrale non c’è molto da dire, è uno dei capolavori del Maestro per me, claustrofobica al punto giusto e goticissima. ZP Lawrence d’Arabia non mi ha detto granchè, in realtà, avendola sentita nominare pensavo di più, mentre lodo ZP e la palude del non ritorno, che ha momenti divertenti in puro stile Barks non rinunciando all’avventura e al mistero…belle le scene dove Paperino non ricorda chi sia Paperone e viceversa.
    E se per quanto riguarda le storie che ricordano il passato da cercatore d’oro di Scrooge La Stella del Polo rimane la migliore e ZP a caccia di fantasmi la conoscevo già da Tesori 3 e l’avevo gradita assai soprattutto per il finale [spoiler]con McViper[/spoiler] ma anche per tutta l’atmosfera di desolazione, Don Rosa da molti anni mi ha messo la pulce nell’orecchio per scoprire la bellezza di ZP a Nord dello Yukon…ed è davvero stupenda, mi domanda sempre perché non l’abbiano inserita in Tesori 4 ma tant’è, finalmente l’ho letta. Uno Zio Paperone umanissimo e dolcissimo, quanto il cane Barko.
    Un gradito ritorno nella sua terza e ultima storia (ad opera di Barks) è quello di Cuordipetra Famedoro in ZP tutto per la concessione, anche se l’antagonista non compare poi molto. Anomala ma divertente è ZP e la regina dei dingo, con la colorazione della palandrana che si fa rossa e un mistero dove i caratteri di Paperone e dei 4 nipoti sono perfettamente tratteggiati, vien da dire che in quella situazione avrebbero agito e in nessun altro modo. Divertente il personaggio di Tweedy come cantante di successo. ZP e il castello del duca pazzo è un’altra storia strana, dove Paperone perde la memoria, diventa fluorescente…tutto per salvare e nascondere il suo denaro ai Bassotti. Bella, queste ultime storie sono veramente molto godibili e nel contempo poco conosciute. Lo stesso vale infatti per ZP e il bilione in fumo con i micropaperi (dove la palandrana torna rossa), per ZP e lo Zoccolo di Fuoco – avventura casalinga ma comunque molto emozionante grazie ai Bassotti e alla scoperta che non sempre i cavalli sono in carne e ossa – e per ZP e il tesoro di Marco Polo, dove Barks raffigura scene di guerriglia e rivoluzione realistiche.
    ZP monarca del bestiame è simpatica ma niente di che, mentre il pezzo forte dell’ultimo volume che recensisco è Re Paperone Primo. Molto bella l’idea di mettere sia la versione storica disegnata da Strobl sia quella che un anno fa Daan Jippes ha ridisegnato con il suo tratto più vicino a quello del Maestro. Io non sono uno dei detrattori dell’idea di Jippes di rifare tutte le storie scritte da Barks ma disegnate da altri, lo stile di disegno di questo erede di Barks mi è sempre piaciuto, quindi non sono contrario. Sulla legittimità dell’operazione ne parlerò magari nell’ultimo blocco di recensione, quando tutte le storie dei volumi saranno disegnate da Jippes. Per ora mi limito a dire che avere entrambe le versioni (di cui la seconda inedita in Italia) è molto utile e interessante, e si vede come per molti aspetti la versione del 2007 abbia un tratto più dinamico e nello stesso tempo fedele a quello del Maestro rispetto alla versione di Strobl, comunque onesta e meritoria di comparire (nonostante il modo squadrato di disegnare di Strobl non mi sia mai molto piaciuto).
    Per quanto riguarda la trama…molto molto ben costruita, una delle migliori di questo blocco.
    Molto belle poi ZP nella reggia delle sirene, ZP e la gemma-anatema e P e la minaccia del Loup Garou, storie avventurose e divertenti (l’ultima coi bei disegni di Jippes) che anche se sono le ultime di Barks non mancano di essere belle e avventurose quanto quelle del passato.

    Non calano anche le ten pages divertenti e meritorie, oltre alle storie del Diario di Paperina (non sempre bellissime) e a quelle di Archimede. Eccone alcune tra le mie favorite:
    Le prove aerostatiche, La caccia al tacchino, Il problema da nulla, P Turista romantico, L’asta del picnic, L’opale catalessico, P Accalappiacani scientifico, La strega a reazione, Il rinoceronte dagli occhi rosa, P demolitore, La pepita mimetizzata, P presidente a tutti i costi, Il turismo veloce, Il capitan Malocchio, P tedoforo, P luminare dell’intervento, e una menzione speciale devono avere P e P – Il marinaio antico ma non troppo e P estetista travolgente, dove Paperina sfoggia delle parrucche colorate molto “trasgressive” e inusuali, probabilmente perché Barks sapeva che sarebbe di lì a poco andato in pensione.

    Gli articoli di Boschi e Becattini sono sempre il fiore all’occhiello della collana, qui cito gli esterni: Silvia Ziche, spiritosa come sempre, Giulio Carnazzi, Stefano Priarone, Gianni Brunoro, Lidia Cannatella (per l’intervista già apparsa a suo tempo su ZP e sul volume Carl Barks l’Uomo dei Paperi), Tito Faraci, Giulio Cesare Cucciolini.

    Next, le origini con gli anni 40 di Barks.
    Ultima modifica di Bramo il giovedì 03 settembre 2009, 21:05, modificato 1 volta in totale.
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  • Ho ricevuto oggi gli ultimi due volumi. A parte gli apprezzamenti e le minime perplessità, sostanzialmente le stesse espresse sopra da LPSO (in realtà, un'altra cosa che mi ha dato un po' di noia è stata l'assenza di Le Giovani Marmotte improvvisate salvatrici di Jippes), devo sottolineare una cosa. E cioè che nel volume 47 ci sono almeno due storie veramente belle, come non ne leggevo da tanto (troppo) in ambito Disney. Sto parlando di Un decino dopo l'altro e Le mele d'oro. Belle, perché fedeli ma non servili nei confronti dello spirito barksiano; e belle perché lasciano tranquillamente vivere i personaggi nel mondo contemporaneo senza che questo sembri forzato. Al di là di questo, sono anche scritte con un'ottima scelta di ritmo. Non è la prima volta che leggo storie di Geoffrey Blum (ricordo World Wide Witch e Prova di forza sulla Collina Ammazzamotori), ma sicuramente queste due sono tra le sue migliori.
  • La Grande Dinastia dei Paperi – Volumi dal 33 al 43 (1942/43-1949)

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    Dopo una lunga pausa dovuta all’aspettare l’arrivo dei pacchi prima e a ad una lettura intervallata da altre cose poi, posso compiere la mia analisi degli anni ’40 delle storie di Carl Barks. Decennio che se nella sua prima metà comprende storie che non conoscevo e molto arcaiche, nella seconda presenta avventure molto più note e che già si avvicinano alle modalità narrative che l’autore adopererà negli anni ’50 con l’aggiunta sempre crescente di Zio Paperone.

    Un Barks che veniva fresco fresco dall’animazione non poteva che esordire nel mondo del fumetto con una storia realizzata a quattro mani con il suo amico e collega animatore Jack Hannah: Paperino e l’oro del pirata è una lunga storia che ha il sapore e il ritmo di uno dei cortometraggi di Donald di quei gloriosi anni, in cui il nostro pennuto insieme ai nipotini è alla ricerca di un tesoro in compagnia di Bacicin Parodi, un pappagallo lupo di mare che gli rivela l’esistenza stessa del tesoro. Tesoro sulle cui tracce è però anche Gambadilegno, e a cui questi non vuole rinunciare. Abbondano vignette mute, che presentano gag tipiche dei corti. I disegni hanno un certo non so che che attrae, e che dà atmosfera all’avventura. Ancora ai corti del papero si rifanno brevi storie come Paperino e i corvi, Paperino e il gorilla, Paperino e lo squalo e Paperino aviatore. Questi mancano del sapore avventuroso della prima storia, che si riprende nella strana Pluto salva la nave.
    Una storia che inizia invece a mostrare un Paperino calato nell’avventura più misteriosa e pericolosa, stavolta tutta di Barks, è Paperino e l’anello della mummia, dove Paperino alla fine non ne esce neppure male! Da notare i disegni molto sperimentali di queste prime storie, con lo stesso Paperino dal collo molto lungo e grosso e dal viso molto ampio grazie anche agli occhi. Altra bella storia lunga anche se casalinga è Paperino e la scimmia, nella quale c’è la componente dello spionaggio oltre che l’amore dei nipotini per gli animali.
    Iniziano a esserci storie che io considero capolavori: è il 1945 quando esordisce Paperino e l’oro gelato: storia in cui Paperino si incarica di portare la penicillina in un piccolo paesino isolato, ma dovrà vedersela con dei ladri di miniere. Scene memorabili come Paperino che gira accecato dalla neve per le distese imbiancate dell’Alaska restano nella memoria, oltre all’eroismo del protagonista.
    E come dimenticare Paperino e il mistero della palude? In essa l’autore inizia a inserire nelle sue storie piccoli e strani popoli sconosciuti che i Paperi in qualche modo disturbano, gli Gnasuti. Un’epica avventura, che parte proprio per il desiderio dei Paperi stessi di cercare avventura ed esplorazione di spazi nuovi, peccato che i protagonisti non se ne ricorderanno mai 
    Paperino e il terrore di Golasecca è un’altra straordinaria avventura di grande respiro, dove i Nostri entrati in possesso di un battello se la vedono con un mostro fluviale, un grosso serpente marino. Qui però Barks mostra quello che avrà modo di confermare in storie future, cioè il suo parere su mostri e affini, che qui come altrove [spoiler]altro non sarà che un trucco umano.[/spoiler]
    Lo stile di disegno di Barks si è ormai già assestato: lo straniante (per noi contemporanei) Paperino è ormai già praticamente uguale a quello attuale, con un viso più proporzionato. E’ ora che si presenta Topolino e il mistero del cappellino rosso, l’unica storia dell’autore con Mickey Mouse protagonista. Qui lo stile di disegno ritorno abbastanza arcaico, con un Topolino in braghette rosse dalle fattezze non eccelse, così come Minni; si salva Pippo, a mio parere quello riuscito meglio. La sceneggiatura non è granchè, ma non è di Barks. Un esperimento interessante, insomma, avevo già letto la storia in passato ma nemmeno questa rilettura me l’ha fatta apprezzare più di tanto.
    Paperino in Vulcanovia mi ha fatto molto ridere. Perché riesce a essere un’avventura lunga (30 tavole) ma nel contempo lo spunto di partenza, lo svolgimento e il personaggio di Pablo Manana, oltre che per il fatto che in Vulcanovia tutti siano incredibili pigroni.
    Paperino e le tigri reali vede invece Paperino che rischia davvero molto per colpa di un trucco di cui è vittima. Storia che ti cattura e che è importante per il ruolo maturo che iniziano ad avere i nipotini, che cavano d’impaccio lo zio.
    Il dicembre del 1947 è ovviamente una data molto importante per la storia della famiglia dei Paperi: nella storia Paperino e il Natale sul Monte Orso esordisce lo zio Paperon de’ Paperoni. Ricco, avaro e solitario, dalla sua villa odia il Natale e per accertarsi del coraggio di suo nipote Paperino lo invita a passare le Feste nella sua baita in montagna, travestendosi poi da orso. Per una serie di equivoci, anche se codardo Paperino farà la figura del coraggioso. Un’avventura importante, come dicevo, una trama forse non memorabile ma di certo divertente e che ci mostra un Paperone davvero temibile.
    Con Paperino e il fantasma della grotta si ritorna alle avventura classiche di Paperino più nipotini in mezzo a pericoli: qui i 4 se la vedono con un fantasma che da secoli rapisce i bambini di un paesino di pescatori. I nostri risolveranno il mistero alla Scooby Doo, e proprio in quello stile sta la chiave di soluzione del mistero.
    Un’altra avventura del genere è Paperino sceriffo di Val Mitraglia, dove un irresistibile Paperino amante dei film western di serie B si mette alla caccia dei banditi che rapiscono bestiame in modo incomprensibile dai ranch della cittadina di Val Mitraglia. Ovviamente l’aiuto dei nipotini sarà determinante per la scoperta del bandito, ma anche Donald saprà ritagliarsi la sua fetta di meritata gloria.
    La storia che segna la seconda apparizione dello Zione è Paperino e il segreto del vecchio castello, dove i 5 paperi si recano all’antico maniero dei de’ Paperoni per trovare un tesoro di famiglia, quello dell’antenato Duce Quaquarone. Ancora fantasmi e tesori, per una storia che per l’opera futura di Don Rosa sarà molto importante mostrando il castello de’ Paperoni e praticamente tutti gli antenati di Paperone. Bello il fatto che parte dell’avventura si svolge nel cimitero dei de’ Paperoni, luogo non certo comune nei fumetti Disney.
    Da segnalare poi la storia Paperino e la bomba atomica, molto divertente e a sfondo bellico/spionistico, presentata nel volume # 40 sia nella versione di Dan Jippes sia nella versione “recuperata” con gli originali di Barks.
    Paperino nell’Africa più nera mi ricorda tanto Topolino e il Pippotarzan, forse per le atmosfere africane, forse per l’ultima tavola ambientata su una nave che ritorna alla civiltà… e chissà che Scarpa non si sia ispirato per le suggestioni della storia, che narra di una caccia alla più rara tra le farfalle rare da parte di Paperino e nipoti contro un bieco professore che fa di tutto per ostacolarli. Storia bellissima.
    Un altro capolavoro leggendario è Paperino e il mistero degli Incas: solo per l’idea delle uova quadre, solo per l’idea del popolo squadrato che parla con accento del Texas, solo per il professor Sentimento Cuorcontento sarebbe da annoverare tra i più bei fumetti di sempre; ma c’è di più, ci sono gli splendidi paesaggi delle Ande tratteggiati da Barks, c’è tanta ironia, ci sono gli indios che truccano sassi come uova quadrate, ci sono le regole del “vietato tondeggiamento”… Applausi.
    Applausi anche per Paperino e il feticcio. Rientra in scena Paperone, anche se con una parte meno attiva rispetto al Segreto del vecchio castello: qui è solo, pur indirettamente, la causa scatenante dell’avventura. Un Gongoro (specie di zombi) ha dato un feticcio a Paperino, che si è punto; il feticcio dovrebbe contenere un siero che fa rimpicciolire, secondo Paperone al quale questa condanna era inviata dallo stregone Matumbo per punirlo di aver distrutto il suo villaggio. E’ la prima volta che Barks mostra Scrooge come un affarista senza scrupoli, e non ripeterà più questa visione preferendo quella del ricco che si è fatto da sé onestamente; Don Rosa nella sua Saga riproporrà quest’episodio etichettandolo come l’unica azione disonesta della vita di Paperone, infatti. Comunque la storia poi muove verso l’Africa, dove Paperino rischia comunque di venire rimpicciolito grazie alla cattiveria di Matumbo, ma i nipotini (insieme a Gongoro, protagonista di varie gag fin dall’inizio della storia) lo salvano.
    Paperino e la scavatrice è una delle storiche storie stranote di Barks: da ricordare il duello delle due scavatrici e le gaffe di Paperino vestito da Babbo Natale.
    Il ritorno alla grande avventura di Paperino si ha con Paperino e il tesoro dei Vichinghi, dove a causa di un scherzo tirato al cugino Gastone (che ha esordito in Paperino lingua lunga, e che qui è per la prima volta comprimario di una storia lunga) sia lui che il cugino arrivano su un gigantesco iceberg che si scoprirà contenere un’antica nave vichinga piena d’oro. Bella bella bella.

    Iniziano poi a nascere le “ten pages”, dove in futuro l’Uomo dei Paperi creerà perle di umorismo. Già qui comunque crea storie più che buone come Il cattivo perdente, Il grande trappolatore, I buoni vicini (in cui nascerà il vicino Jones con le fattezze che conosciamo), L’uomo di ferro, Chimico pazzo, I tre sporchi piccoli paperi, Paperino equilibrista, Paperino motorizzato, Paperino fotoreporter, Il terribile 3P, Paperino cowboy, Il ladro fantasma, Paperino e il radar, Paperino e gli investigatori, Paperino e l’incendiario, I buoni propositi, Il pappagallo, Forzuto senza saperlo, (la splendida) Qui Quo Qua esattori, I tre grilli magici, Il gatto infernale, Paperino prestigiatore, Paperino re del valzer, Paperino lingua lunga, Paperino nella luna, Paperino milionario al verde, (la stralunata) Paperino e gli incubi, Paperino nel paese dei giocattoli, (la perla) Paperino e l’eco magica, Paperino e l’isola misteriosa, Paperino e le lettere galanti.
    Praticamente tutte le trame di queste brevi storie ruotano attorno a litigi, sfide, dispetti tra Paperino e Qui Quo Qua, cosa che se da un lato in futuro non sarà sempre così, dall’altro sarà uno dei temi prediletti anche quando i ragazzini avranno raggiunto la maturità comportamentale. Da notare poi che molti degli spunti di questi titoli verranno ripresi nel decennio successivo da Barks stesso per costruire, con qualche variante, nuove brevi avventure papere.

    Infine, segnalo due note tecniche sui volumi.
    Innanzitutto elenco gli interventi delle guest star nella stesura degli articoli: Giulio Cesare Cuccolini, Stefano Priarone (due critici di fumetto), Tito Faraci, Giorgio Cavazzano, Ivo Milazzo, Alfredo Castelli. Inutile dire che l’intervento di Faraci e Cavazzano, fatto per introdurre Paperino e il Natale sul Monte Orso, è molto interessante, specie perché si richiama anche al “sequel” fatto poco più di un anno fa di questa storia. Ma sono preziosi anche l’intervento di Ivo Milazzo, che parla dei suoi trascorsi in Disney prima di creare Ken Parker, e soprattutto di Castelli, che ho scoperto solo leggendo il suo articolo essere stato uno studioso di fumetto e creatore di fanzine specifiche sul fumetto, in particolare avendo approfondito l’operato di Barks quando in Italia era ancora uno sconosciuto. Bella la vignetta di una sua storia di Martin Mystere che richiama Il mistero degli incas.

    Oltre a ciò, mi preme sottolineare come la sezione Portfolio, già in precedenza ben fatta e utile, per questi anni ’40 diventa ancora più ampia e stuzzicante, contenete vere chicche: storyboard di cartoni animati realizzati o meno (Morgan’s ghost come Donald’s Penguin, Fire chief, Truant Officer Donald, Old McDonald Duck), la retrospettiva su Paperino soldato nei cartoni animati, il resoconto dei rapporti tra Barks e Floyd Gottfredson, una storia dell’Orso Candido, le sculture, le mucche, la retrospettiva sulla storia della bomba atomica e i bozzetti sui cattivi da far west, un racconto con immagini tratto da una storia, una lunga serie di disegni-omaggio a Barks (alcuni molto divertenti), e infine tante, tantissime pagine contenenti molti dei mitici dipinti ad olio che Carl Barks ha realizzato dopo il pensionamento.

    Insomma, gli anni ’40 si sono confermati come una fucina sperimentale in cui l’Uomo dei Paperi ha iniziato a prendere confidenza con i personaggi in penne e piume, se ne è impossessato, li ha modellati in modi nuovi, ha creato un mondo, ha creato nuovi protagonisti come Paperone e Gastone e ha iniziato a capire come far funzionare avventure lunghe con un personaggio come Paperino. Il tutto prepara il terreno per quello che verrà negli anni ’50, con lo sviluppo di Scrooge.
    I volumi si confermano di qualità per gli articoli dotti e per la sezione portfolio che ha subito un ampliamento di spazio e qualità.

    Next, gli anni post-pensionamento.
    Ultima modifica di Bramo il giovedì 03 settembre 2009, 21:10, modificato 1 volta in totale.
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  • La Grande Dinastia dei Paperi – Volumi dal 44 al 47 (1969-2008)

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    Dopo aver fatto un salto indietro nel tempo per osservare gli anni ’40, cioè i primi passi di Barks come autore dei fumetti di Paperino e compagni, La Grande Dinastia dei Paperi si riallaccia direttamente al volume # 32, dove si era arrivati alle ultimissime storie disegnate da Barks poco prima e poco dopo il suo pensionamento. Era il 1968.
    Ora è proprio dal 1969 che si riprende, allorché la casa editrice per cui aveva lavorato per così tanti anni chiede all’Uomo dei Paperi di scrivere ancora dei soggetti con gli amati Paperi.
    Barks risponderà “Presente!” e ne verrà fuori una serie di storielle che se da un lato non toccano i fasti delle storie anni ’50, dall’altro sono comunque godibili e divertenti. Mi riferisco a storie come Paperino agente per un giorno e Paperino in: un giorno della vita di un papero. In entrambe i protagonisti sono due, Paperino e il divertimento. Se nella prima il Nostro in qualità di sostituto dei poliziotti di riserva dovrà tenere a bada una Paperopoli decisamente preda di ogni minaccia immaginabile (da criminali motociclisti agli alieni), nella seconda Paperino mostra la parte di sé più dedita a passioni strane che rincorre senza sosta: qui si tratta di una macchina da corsa che lui stesso costruisce e ripara.
    Comunque, la maggior parte di queste storie post-pensionamento si concentreranno sulle Giovani Marmotte, creando storie che prendono a cuore l’ambiente, la lotta contro l’inquinamento, l’evitare la caccia da animali in via d’estinzione, il preservare la natura ecc.
    Barks fornirà solo la sceneggiatura di tutte queste storie pubblicate a partire dal ‘69, che saranno disegnate tra il 1969 e il 1974 soprattutto da Tony Strobl, Kay Wright e John Carey. Questi, oltre a non avere il talento grafico di Barks, non riuscivano a dare quell’impronta che poteva ricondurre la storia ad una creazione dell'Autore. Parlando personalmente, lo stile di disegno di Strobl non mi ha mai fatto impazzire, (pur non disprezzando del tutto le sue storie) e nemmeno quello degli altri due disegnatori. Inoltre, a volta le sceneggiature incappavano in alcuni tagli o allungamenti o modifiche varie per mano della redazione per vari motivi, restituendoci un lavoro non del tutto fedele alla fantasia del Maestro dell’Oregon.
    Ma negli ultimi anni uno degli epigoni barksiani che più ha fatto parlare di sé, Daan Jippes, ha deciso di riprendere in mano gli storyboard che il Maestro mandava come sceneggiatura dettagliata e dai primi anni ’90 fino a oggi si è messo a ridisegnare tutte le storie post-pensionamento con uno stile che molto ricorda quello più classico e amato dell’Uomo dei Paperi. Un’opera di mimesi, certo, ma che dal mio punto di vista ha anche delle particolarità nel tratto che fanno riconoscere una mano diversa. Questi “rifacimenti” hanno spesso creato dispute e critiche da chi pensava che fosse quasi una mancanza di rispetto verso i disegnatori originali rifare il loro lavoro; io non credo, nessuno toglie niente ai disegni di Strobl e compagnia, ma di certo mi sento un agguerrito fan dei rifacimenti di Jippes (che già adoravo anche nelle sue storie “normali”) ed è stato un bel godimento per gli occhi vedere che La Grande Dinastia ha optato per la seconda versione ad opera di Jippes delle storie post-pensionamento. [Nota: la prima versione di Paperino agente per un giorno è disegnata da Tony Strobl, quella di Paperino in: un giorno della vita di un papero è di Kay Wright; La Grande Dinastia per entrambe ha pubblicato il rifacimento di Jippes]
    Unica eccezione è stata per Le Giovani Marmotte improvvisare salvatrici, di cui è pubblicata senza un vero motivo la versione originale di Strobl: di certo lo stacco netto qualitativo si nota, non facendone uscire bene il buon Tony, ma forse era proprio questo l’intento di pubblicare almeno una storia in versione standard, fare un confronto tra i due stili diversi nelle storie delle GM. Ma allora sarebbe stata buona cosa pubblicare anche la versione di Jippes. Ecco il primo appunto negativo sulle scelte optate per questa parte finale dell’opera omnia di Barks.
    Comunque, fermo restando che tutte le storie delle GM ridisegnate da Daan Jippes sono meravigliose dal punto di vista dei disegni, segnalo quelle che più mi sono piaciute per trama: Le Giovani Marmotte e la Foresta Nera in pericolo, Le Giovani Marmotte e il Colossosaurus Paperopolensis, Brutta giornata per la squadra “A”, Le GM e la battaglia in bottiglia, La casa da tè del drago scodinzolante, Le Giovani Marmotte e il nuovo zoo, All’arca! All’arca, Il mastino delle colline mugolanti, Le GM e il traditore nascosto, Zio Paperone e il disastro paperopolese, Capitani oltraggiosi.
    Da segnalare un altro paio di cose su queste storie: oltre ai temi ambientalistici, un altro tema è la presenza di Zio Paperone nei panni di gretto magnate che non si fa scrupoli nel mettere in pericolo la natura per aumentare i proprio guadagni. Questo rende antipatico il personaggio di Paperone, e soprattutto stride con lo Scrooge che Barks stesso ci ha mostrato nei decenni precedenti. Questa cosa, notata in passato dal sottoscritto, l’ha scritta in un articolo introduttivo pure Becattini, insieme al ricorrere a divertentissimi titoli-anagrammi per i Gran Mogol di turno.
    Inoltre una di queste storie, oltre al rifacimento di Jippes, ha avuto una splendida e alternativa versione ad opera di Giovan Battista Carpi, uno dei più grandi Maestri italiani. Realizzata in tandem con Luca Boschi per il volume degli anni ’90 “Walt Disney presenta Qui Quo Qua”, la storia prende il titolo Sta’ in guardia dal Lago di Guarda (tentativo di tradurre il gioco di parole del titolo originale Be leery of Lake Eerie con uno analogo italiano) che diventerà Le Giovani Marmotte e l’infido Lago Fosco nella versione d Jippes. Qui ho preferito la versione di Carpi.

    Altra storia particolare e italiana contenuta in questi volumi è Zio Paperone e il casco d’oro. Questa è un’avventura scritta e disegnata dall’altro grande Maestro italiano, Romano Scarpa, partendo da un breve spunto datogli da Barks in persona dopo una chiacchierata tra i due su Brigitta McBridge, personaggio creato da Scarpa e che l’Uomo dei Paperi mostrava di apprezzare. A questa chiacchierata seguirà uno schizzo che vede Brigitta ammaliare Paperone con un’essenza d’oro. Partendo da questo piccolo spunto Scarpa concepisce un’avventura di largo respiro che usa in fondo solo come pretesto di partenza dell’azione il profumo all’oro (procacciato da dei Bassotti piuttosto inutili alla vicenda) e che poi prende una strada avventurosa tutta sua. Per questo motivo alcuni hanno sollevato dubbi sulla legittimità della presenza di questa storia qui, ma l’intento di completismo della collana spinge a mettere anche gli apporti più minuscoli dell’Autore. Per conto mio, sono contento di aver ammirato questa bellissima scarpiana in questo contesto.

    Si arriva poi ad un pugno di storie dalla genesi più complicata e dai disegni più vari: Paperino in: Andiamoci piano con il deltaplano, per esempio, che è una piacevole avventura, che si avvale dei disegni del cileno Vicar.
    Ma poi, soprattutto, seguono tre storie che io amo definire come la “Trilogia conclusiva” dell'opera di Carl Barks.
    Zio Paperone – “Scorrete piano, sabbie del tempo!” disegnata ancora da Vicar (e la sua versione in testo con disegni a lato di Barks Scendi piano, sabbia del tempo) è una breve storie che però racchiude un forte credo su Paperone, esternato proprio dal suo creatore: Paperone non morirà mai! Con questa storia è come se Barks consegnasse agli altri autori Disney e ai lettori la Vecchia Tuba rassicurandoli dell’immortalità del personaggio, giacché di personaggio di fumetti si tratta. Non conta fare le pulci alle date, quindi, perché Paperone resterà sempre con questo aspetto grazie all’amore per il suo lavoro e al contatto con le monete del suo Deposito.
    Zio Paperone – Una cavalcata nella storia è anche lei molto significativa: qui non si consegnano messaggi come con la storie precedente, ma Barks ripropone il leit motiv della caccia al tesoro, che ha contraddistinto tante tra le più memorabili storie della sua produzione, mandando i “soliti” 5 paperi alla ricerca di uno dei tesori più ricchi e favolosi della storia. E’ come se volesse essere un compendio di tutte le cacce al tesoro barksiane. Ai disegni William Van Horn, un disegnatore che con il suo stile mi ha sempre catturato e coinvolto, molto particolare pur essendo influenzato da Barks.
    Paperino – Da qualche parte, in mezzo al nulla, infine, nasce da un soggetto del Maestro, poi messo sottoforma di sceneggiatura da John Lustig e disegnato da Pat Block. E’ considerata l’ultima storia di Barks in senso assoluto, pubblicata pochi mesi dopo la morte dell’Uomo dei Paperi nel 2000 in anteprima mondiale qui in Italia, su "Tesori 3", che lessi ai tempi dell’uscita. Le prove della supervisione costante di Barks sono nei suoi commenti ai bozzetti della storia in fase di lavorazione, oltre che degli elementi riconducibili a vecchie storie di Barks (i cani da slitta che ricordano il cane Barko ecc). Una storia che mi seppe commuovere in quell’inverno del 2000 come oggi, 9 anni dopo.

    La sezione si chiude con alcune storie postume, per cui Barks aveva sviluppato il soggetto e/o l’idea e che solo nel nuovo millennio vengono pubblicate, grazie al lavoro di validi artisti. Sono:
    Zio Paperone e il riscatto del roditore (sceneggiatura e disegni di Daan Jippes), che racconta la sfida di Paperone contro un topo superintelligente. Molto divertente e d’azione, accompagnata dai soliti ottimi disegni di Jippes che dà a Paperino espressioni meravigliose.
    Ma la mia seconda critica alle scelte delle storie sta qui: perché non mettere oltre a questa anche Zio Paperone – Prova di forza sulla Collina Ammazzamotori, (Blum, Fecchi) che non possiedo e si ispira allo stesso soggetto? Bah…
    Zio Paperone – Un decino dopo l’altro (Geoffrey Bulm, Carlos Mota) è proprio una bella storia: la volontà di Barks, suggerendo a Don Rosa di creare una storia del genere, era sottolineare come la Numero Uno non fosse un portafortuna ma solo il simbolo del lavoro e del risparmio che hanno creato la fortuna di Paperone. Lo spunto è raccolto da Blum, che narra una storia divertente sulla non-fortuna dei Bassotti in possesso della preziosa moneta rubata al Vecchio Cilindro. Ma è anche bello vedere come Paperone riesca a guadagnare con le proprie forze i soldi che ha perso e Paperino che sembra quello Fotoreporter di una vecchia barksiana (guarda caso, dove la Numero Uno era invece identificata come portafortuna). Magnifici anche i disegni di questo Mota, che per me è uno sconosciuto, ma che si dimostra molto abile.
    Paperino e le mele d’oro (Geoffrey Blum, Daan Jippes) recuperano una storia di Barks rifiutata dall’editore per la violenza eccessiva di Paperina. Alla gara per la vera reginetta della Festa delle Mele si aggiunge a complicare la situazione Amelia, più in forma che mai.
    Archimede Pitagorico – Il pifferaio magico di Paperopoli (sceneggiatura e disegni di Daan Jippes), infine, recupera la storia che già aveva ripreso Don Rosa anni prima (pubblicata un po’ di numeri fa in un Portfolio) dandole uno svolgimento e una conclusione diversi, ma ugualmente divertenti e validi. Se all’inizio mi chiedevo che senso avesse rifare questa, già creata dal Don, ora penso che Jippes volesse creare uniformità di tratto a tutte le storie post-pensionamento di Barks.

    La parte degli articoli è molto gustosa in questi ultimi volumi: pur senza ospiti d’eccezione a scrivere, Boschi-Becattini-Brunoro-Priarone-Cuccolini sanno realizzare articoli e Portfolio interessanti e ricchi.
    Da segnalare tra gli articoli l’introduzione alle storie post-pensionamento, le particolarità nelle storie delle GM (i titoli dei Gran Mogol, l’impegno ambientale, la grettezza di Paperone che senza mezzi termini è giudicata “stonata”), la presentazione della versione di Carpi di Lake Eerie, analisi dei gruppi scoutistici, descrizione della genesi della storia di Scarpa, la riflessione sulla mancanza di mappe nelle storie del Maestro e l’analisi delle ultimissime storie.
    Per quanto riguarda i Portfolio, tutti sempre molto ricchi, segnalo: gli storyboard, i dipinti, le vignette satiriche pre-Disney, i tre omaggi di tre grandi artisti ammiratori di Barks – Walt Simonson, Leo Ortolani e Rick Veitch - , gag per i primi film d’animazione di Walt Disney, un carteggio tra Barks e Carlo Chendi.

    Insomma, questi ultimi volumi hanno dalla loro il fatto di poter godere di un vasto apparato critico che può approfondire l’analisi delle storie del Maestro e che tramite il Portfolio presenta molte immagini di dipinti e di storyboard, tutte interessanti.
    Se a questo si aggiunge l’ottima qualità dei disegni di Jippes e la presenza tra queste “seconde versioni” delle storie delle GM di inediti in Italia e in alcuni casi di vere e proprie anteprime mondiali, ecco che anche questa parte de La Grande Dinastia dei Paperi rappresenta un’opera tutto sommato di qualità (a parte l’assenza delle due storie di cui sopra).

    --> In chiusura, pongo un dubbio a cui spero qualcuno possa rispondermi: sul volume "Barks’ Friends" la storia Bassotti contro Deposito di Don Rosa recita nella prima tavola “Creata da Carl Barks”. Se così è davvero, perché non è stata inserita nella Grande Dinastia (come Il Casco d’oro di Scarpa)?

    Next, il volume guida e considerazioni generali sull’opera.
    Ultima modifica di Bramo il giovedì 03 settembre 2009, 21:17, modificato 1 volta in totale.
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  • La Grande Dinastia dei Paperi – Volume * [48] (Cronologia dell’opera omnia di Carl Barks)

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    Il quarantottesimo volume della Grande Dinastia dei Paperi è un volume che fa da compendio a tutti i 47 che lo precedono.
    Non contiene storie a fumetti, bensì (come alcune enciclopedie che venivano allegate a riviste da edicola) è un volume che serve a fare da guida all’opera in sé, contendendo l’indice di tutte le storie in ordine cronologico con numero progressivo e con indicazione del numero della Grande Dinastia in cui è presente (sono inserite in coda anche le storie non disneyane), l’indice delle copertine trattato allo stesso modo, l’indice dei model sheet, l’indice dei quadri e delle illustrazioni e infine pure l’elenco dei cortometraggi a cui Barks ha collaborato e gli episodi della serie televisiva DuckTales ispirati a storie del Maestro nella trama.
    Ognuna di queste sezioni-cronologie è preceduta da una facciata (o un po’ di più o un po’ di meno) in cui Boschi introduce l’argomento e il modo in cui le opere sono elencate nelle pagine seguenti.
    Ma quella che è forse la vera chicca del volume sono le strip: vengono pubblicate infatti a inizio volume strisce dal 25 marzo 1938 all'11 settembre 1939 che ad oggi sono ufficialmente e sicuramente attribuibili a Carl Barks, che le aveva vendute al reparto fumetti della Disney che poi le consegnava ai quotidiani. Una rarità, che impreziosisce il volume e tutta la collana e che ci dà modo di vedere i primi passi di Barks come gag man per Donald Duck.
    Insomma, una vera e propria dichiarazione d’intenti che, se già era stata fatta all’inizio della collana, è ora messa nero su bianco, e cioè la volontà di rendere questa iniziativa come l’opera omnia di Carl Barks più completa al mondo, raccogliendo l’eredità della Carl Barks Library americana e la vecchia cronologia italiana di Franco Fossati e migliorandole, integrandole con nuove storie che sono comunque riconducibili a Barks.

    Certo, le sbavature ci sono qua e là nei 47 volumi, ma la mole di lavoro e di impegno che è stata profusa in questo progetto soprattutto da Lidia Cannatella, Luca Boschi e Alberto Becattini è sicuramente abnorme ed encomiabile. Ci hanno reso un servizio che fino a pochi anni fa era forse impensabile, una cronologia ragionata e commentata dell’intero corpus barksiano in ambito Disney. Ci sono state presentate chicche inedite, vasti e ricchi articoli e gallerie di immagini, articoli scritti da ospiti illustri del mondo del fumetto a tutto tondo, riuscendo a migliorare decisamente l’opera di diffusione dell’opera del Maestro dell’Oregon rispetto a quanto la rivista Zio Paperone potè fare nel suo modo non cronologico.
    Pure il costo è stato relativamente (alla portata dell’iniziativa) contenuto, decidendo di allegare l’opera ad un quotidiano. Quotidiano nazionale come il Corriere della Sera che ha saputo dare risalto alla collana, che mi risulta essere stata ben venduta.
    Ripeto, il lavoro non è stato esente da difettucci: copertine non sempre all’altezza, la pagina introduttiva alle storie con ingrandimento di una vignetta (a cui io mi sono pian piano abituato), alcune storie la cui edizione recuperata non era eccellente, la cronologia non stretta all’interno del singolo volume, i numeri sulla costola dei volumi (che rendono difficile il riordino dei volumi usando il criterio della data, che comunque è presente), la mancanza di almeno un paio di storie che avevano pieno diritto a entrare nella cronologica… Ma sono veramente pignolerie, cose di poco conto se si guarda all’insieme di quello che è venuto fuori: quella che davvero è la cronologica più completa al mondo, più chiara e meglio concepita. Ordinata, facilmente fruibile, distribuita in modo assolutamente popolare a un prezzo tutto sommato popolare… tutti elementi da non trascurare, un’opera mastodontica che è riuscita, a mio parere, a dare una collana unitaria e completa a tutti gli appassionati di fumetto Disney, sia a chi possedeva solo alcune storie, sia a chi le possedeva tutte ma disordinatamente su Zio Paperone e sia a chi non ne aveva quasi nessuna.
    Cosa importantissima, poi: questa collana ha saputo contestualizzare le storie di Barks, ha saputo introdurle da dotti articoli e spiegarle, ma soprattutto ha saputo donarci una lunga serie di storie poetiche, avventurose, emozionanti, immortali; storie condotte con una tale maestria che, se lette una di seguito all’altra in un contenitore a loro così congeniale riescono a essere ancora più apprezzate e la poetica barksiana prorompe con tutta la sua magnificenza. Ecco quindi un altro merito, far risaltare la poetica che si ritrova nella quasi totalità di storie dell’Uomo dei Paperi e che raramente si ritrova in altri fumettisti Disney.

    In definitiva, direi che l’aspirazione che a gennaio del 2008 i curatori dell’opera avevano e che hanno riconfermato di avere in questo volume-guida conclusivo (che celebra all’ennesima potenza l’ordine con cui l’intera opera è stata concepita – volume fatto davvero bene e che aiuta non poco l’orientamento del fruitore dell’opera) è stata pienamente raggiunta, sfornando un progetto finalmente completo e che non ha precedenti.
    Si spera solo che abbia dei seguiti.

    Io, dopo circa un anno che ho iniziato queste analisi a gruppi di volumi, passo e chiudo con questo post “celebrativo” dell’opera nella sua interezza.
    Sono contento, dal canto mio, di aver avuto la costanza non tanto di finire la lettura dei volumi (quella era solo pura gioia, e anzi sarà strano ora non avere più la certezza di avere un nuovo volume della Grande Dinastia da leggere tra un fumetto nuovo e un altro, tra un dvd e un libro…), ma di fare i commenti-summa ogni volta, fino ad arrivare a chiudere il ciclo con questo; dal canto vostro, spero invece che queste mega-sbrodolate da recensore folle siano potute essere almeno per qualcuno un buon passatempo di lettura da forum.
    Grazie per l’attenzione. :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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