Stavo guardando distrattamente il reparto fumetti dell'edicola, in attesa del pranzo, quando mi cade l'occhio su una cosa enorme, rosa shocking e sbrilluccicosa delle Witch.
Dopo venti secondi buoni realizzo che è il manga, che giustamente è uscito dato che oggi è l'11. Con tutte le cose che ho per la testa di 'sti tempi, avevo completamente rimosso l'uscita di questo manga, e sì che era quello che attendevo di più, della collana!
L'ho immediatamente comprato e letto mentre pranzavo, ed eccovi quindi, prontamente, il commento!
Haruko Iida - Witch # 1
Sono sette anni ormai che mia sorella minore compra Witch e io glielo scrocco per leggerlo e soddisfare la mia sete di maho-shojo che la reiterata mancanza della ristampa di Sailor Moon non contribuisce a spegnere. Adesso sono un pò indietro con le letture, perchè leggo dai quattro ai sei numeri per volta quando torno a casa, ma non mi ha ancora stancato dopo sette anni, forse proprio perchè adesso le letture sono più diluite.
Dopo sette anni di avventure, mentre continua a svolgersi sulle pagine del mensile principale, la storia di Will e compagne riparte "in bianco e nero", ed è una bella e piacevole esperienza per me rivedere le origini delle vicende, mentre piacevoli ricordi delle mie giornate da "quartino" al liceo mi si riaffacciano alla mente mentre leggo.
L'autrice è una quasi-esordiente, e dubito che rimarrà famosa per questo, ma a livello grafico è molto dotata. Certo, non è uno stile molto personale (è un efficace miscuglio di quello di Moyoko Anno e di quello delle Clamp), ma è funzionale alla storia e molto gradevole.
Le scene di battaglia, abbastanza esigue in questo volume (così come nel volume italiano, del resto!), e un pochetto confuse, ma l'autrice dà il meglio di sè nelle dettagliatissime e spettacolari trasformazioni, nelle scene di massa (i costumi della festa di Halloween sono stupendi, e c'è pure Jack Skeletron!
) e nelle scene "mistiche" come l'acquisizione e la scoperta dei poteri delle ragazze, i nudi di Will e il confronto Will/Will trasformata.
Senza dimenticare poi i simpaticissimi siparietti deformed, assolutamente essenziali per uno shojo manga che si rispetti!
La storia fila via liscia liscia e si fa seguire senza annoiare i lettori del Witch italiano, anzi aggiunge un paio di siparietti e di modifiche alla trama originale che non guastano affatto (ad esempio, per dire, Luba qui è un maschio!).
E' veramente un piacere rivedere i personaggi che abbiamo imparato ad amare in questi anni ridisegnati da un'artista giapponese, quindi ci si esalta e ci si diverte anche solo a guardare quelli che fanno soltanto una comparsata, come il prof. Collins, Matt, Uriah & Co., Susan, la preside, i genitori di Irma e Cornelia, Vathek (esilarante nel suo travestimento da uomo dei traslochi!).
Dispiace davvero che i lettori nipponici, e di conseguenza anche noi che leggiamo in italiano quest'opera, non possano godersi il proseguimento della storia con tutte le aggiunte e le svolte che noi ben conosciamo, il passaggio di Elyon da traditrice tormentata a vittima e a regina, la conversione di Vathek, l'introduzione di Caleb, i vari tira e molla amorosi tra le ragazze e i loro fidanzati, i nuovi nemici, i nuovi poteri and so on.
Ma, tutto sommato, se riuscirà a concludere degnamente la saga corrente (ne dubito, ma sperar non costa nulla!), questo esperimento non sarà fallito.
Un piccolo appunto: abbastanza scadente perchè troppo scura la riproduzione delle pagine iniziali, che da colorate sono diventate in scala di grigi come prevedibile.
Alla fine del fumetto, un piccolo redazionale che parla dei maho-shojo. Un redazionale che, certo, era dovuto, ma che non convince appieno.
Per certi versi è ben fatto (vedi quando ti cita persino il nome di Moyoko Anno o di Akemi Takada, famosissima e bravissima character designer di storiche serie degli anni 80 come Creamy, Orange Road/E' quasi magia, Johnny, Lamù o Maison Ikkoku/Cara dolce Kyoko), ma per altri assolutamente impreciso e superficiale: cita Creamy, ok, ma avrebbe dovuto parlare anche di Magica Emi, Evelyn, Sandy dai mille colori, Fancy Lala e del resto delle maghette realizzate dallo studio Pierrot. Inoltre, dedica due righe striminzite e imprecise (non si dice "le Sailor Moon") all'importantissimo Sailor Moon, senza neppure indicarne il nome dell'autrice. Poi, da Sailor Moon, ignorando completamente i suoi emuli come Wedding Peach o Tokyo Mew Mew e altre serie che a lui molto devono come Cardcaptor Sakura e Magic Knight Rayearth, passa direttamente al recentissimo Sugar Sugar Rune, di cui parla ben più di Sailor Moon ma che, a mio parere, non ha molta importanza nella storia dei maho-shojo.