Intervista di Chierchini Disney-apocalittica

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Citarsi addosso è sempre una pratica fastidiosa, oltre che poco igienica. Tuttavia, lo scorso 17 marzo scrivevo su questo forum quanto segue:
    Se io conoscessi e sapessi interpretare i gusti del pubblico, forse non scriverei più. Un giornale non va appresso ai gusti del pubblico, ma li crea e li anticipa.
    Mi risulta tuttavia un po' pesante da digerire il concetto di "educazione del lettore". Lo trovo vagamente maoista. Ma credo di aver capito che cosa intenda Deboroh e sono tendenzialmente d'accordo con lui. Per il resto, vi rinnovo l'invito a non confondere la tattica con la strategia. Inoltre, quando giudichiamo un dipinto, sarà utile non appiccicare il naso alla tela fissando l'attenzione su uno o più particolari, ma fare qualche passo indietro, così da poter godere della visione d'insieme
    Fausto
  • De Mauro ha scritto:Strategia
    [...] 2a CO estens., tecnica di individuazione dei principali obiettivi da raggiungere in un determinato settore, pubblico o privato; il mezzo, il modo opportuno e necessario per raggiungere tali obiettivi: s. elettorale, politica, pubblicitaria [...]

    Tattica
    [...] 2 CO estens., insieme di azioni, scelte, comportamenti finalizzati al raggiungimento di un determinato scopo: t. pubblicitaria, t. elettorale [...]
    OK, appurato che non mi sbagliavo sui termini, ribadisco che la tattica è imho sbagliata.

    Riflettendo su quello che dici, Fausto, anche tirando in ballo la strategia, mi rendo però conto che in effetti la tattica è perfetta per la strategia che voi prendete in considerazione. È effettivamente la strategia che è profondamente sbagliata. E di conseguenza anche la tattica. La vostra strategia è quella di avere picchi di vendite ogni tanto, indipendentemente dal perché. Bene, è ovvio, siete un'azienda. Siete però un'azienda particolare, un'azienda che (che lo vogliate o no) si occupa di arte. E il pubblico ragionante si aspetta anche che la qualità non venga tralasciata in nome dei picchi di vendita.

    Considerando che siete bravi, anche senza scomodare Tito Faraci & Giorgio Cavazzano (considera che è il tuo DD, penultimo episodio, che mi ha invogliato a leggere il resto) non vedo perché dobbiate, posta la vostra strategia, raggiungerla a colpi di papertottate con ogni tanto qualche ottima cosa. Variate leggermente la strategia, se proprio non potete fare a meno di andare avanti a picchi di vendite, e realizzate (tattica) questi picchi a colpi di ottime cose con qualche eventuale papertottata.

    Poi, ripeto, il mio desiderio tattico è veder sparire o quasi le serie, che sono una tristezza a livello concettuale (non sempre, come già detto, a livello contenutistico), e le quiquoquate che rendono oltremodo banali Qui, Quo e Qua. Le seconde sono un buon riempitivo, ma mi mettono tristezza. Ma questa è un'altra storia, già sarebbe molto veder sparire le papertottate (ovvero in generale le storie con medesimo livello e scopo).

    Ah, riguardo il pisquano col microfono, tanto per chiarire, intendevo semplicemente che non mi pare Internet il problema. Insomma, gli autori non si lamentano solo su Internet e il mio parere riguardo Topolino non è certo dovuto a ciò che ogni tanto qualcuno dia in escandescenze. Ovvio però che ogni volta che compare qualcosa del genere se ne torni a discutere. In maniera peraltro poco produttiva, considerando che a distanza di mesi i termini sono circa gli stessi (anche se, dopo aver visto Novecento e DD, qualche speranza personalmente la ho).
    Lorenzo Breda
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  • Lorenzo, il tuo ragionamento è chiaro e assai rispettabile.
    Ti prego, però, di non scambiarmi né per la Disney né per Topolino. Io sono uno dei tanti autori del Topo (uno dei pochi che continua a frequentare i forum, forse è solo questa la differenza). Non puoi attribuire a me scelta di tattiche e strategie né chiedermi soluzioni. Io scrivo storie, al mio meglio, sperando che piacciano ai lettori. Tutto qui. E se non ti piacciono le serie o le storie di QQQ, io purtroppo non posso farci niente.
    Ti voglio però dire una cosa alla quale tengo. Secondo te, l'insoddisfazione dei lettori è assai diffusa e tracima anche al di fuori dei forum. Io non so se è così, so però che ciascuno ha sempre una propria percezione della realtà. Un paio di settimane fa ero a Torino alla Fiera del Libro e l'accoglienza che hanno avuto i laboratori creativi ai quali ho partecipato, poi la premiazione ad alcuni lettori e infine la conferenza di Tito e Giorgio su Novecento mi farebbero pensare al contrario. Ossia, che intorno a Topolino continua a esserci un affetto che lo rende un'istituzione oserei dire trans-generazionale. Ma anche questa non è la verità, ma solo la mia percezione.
    Fausto
  • Fausto ha scritto:l'accoglienza che hanno avuto i laboratori creativi ai quali ho partecipato, poi la premiazione ad alcuni lettori e infine la conferenza di Tito e Giorgio su Novecento mi farebbero pensare al contrario.
    Non per essere pedante, ma gli eventi che citi riguardano te, Faraci e Cavazzano, tre autori che anche noi "nerd brontoloni" generalmente elogiamo. :P Mi permetto di ipotizzare che un laboratorio tuo e una conferenza di Faraci+Cavazzano possa avere un apprezzamento maggiore di una qualunque conferenza di presentazione della rivista Topolino, o comunque un apprezzamento da parte di una fascia di pubblico più ampia ed eterogenea.

    E comunque è ovvio che l'affetto per la Disney c'è, è inutile che lo vieni a dire qui sul Sollazzo, altrimenti noi saremmo su un forum meno "Disneyofilo" ^^ Il rispetto è per la Disney e quello che rappresenta, per i suoi personaggi, per la Disney che è stata e anche per la Disney che è. Forse non proprio tutta la Disney che è, ma nessuno più di noi spera un giorno di poter apprezzare la maggior parte dei prodotti della Disney che è e sarà.
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  • DeborohWalker ha scritto:Non per essere pedante, ma gli eventi che citi riguardano te, Faraci e Cavazzano, tre autori che anche noi "nerd brontoloni" generalmente elogiamo.

    Qui ti sbagli. I laboratori non erano "miei", e non lo dico per fare il finto modesto. A parte il fatto che questo genere di incontri vengono tenuti da molti colleghi (Alberto Savini, Teresa Radice, Alessandro Ferrari, Silvia Gianatti e altri ancora, oltre ai disegnatori) non è certo il nome di questo o di quell'altro che muove decine di ragazzi, gruppi, scolaresche e insegnanti ad assistere a delle "lezioni" (per modo di dire) su come funziona un fumetto Disney.
    Ma potremmo stare a parlare da qui fino alla finale dell'Europeo di calcio e nessuno si smuoverebbe dalle proprie posizioni. E bada bene che parlo di posizioni e non di opinioni.
    Molti dei forumisti continuano a criticare, ogni tanto arriva un'intervista a questo o a quell'altro che rinfocolano la polemica e poi eccoci qui a dire peste e corna. Va bene così, è la dialettica, non c'è niente di male. A me piace discutere con voi ma non ho velleità alcuna a far cambiare posizione o opinione alle persone. Nei limiti del possibile, vi posso offrire un punto di vista "dall'interno" e sperare che possa servire.
    Molti continuano a dire che Topolino è peggiorato, io ritengo che il Topolino degli ultimi 10-15 anni sia di gran lunga superiore al Topolino degli anni 60, 70 e 80. No contest, come si dice. Ma ciascuno ha la propria idea.
    Molti tra i forumisti e gli sparasentenze a distanza dicono che la Disney è sull'orlo del tracollo economico e creativo e io ribatto (pur non sapendo un accidente delle questioni economiche) che la Disney negli ultimi anni ha tirato fuori (tra le altre cose) PK e Witch che, magari ce lo dimentichiamo, è stato l'evento fumettistico più rilevante a livello mondiale degli ultimi tempi. Mi piacerebbe sapere se in Italia c'è stato un editore di fumetti capace di spostare il limite creativo come ha fatto Disney Italia negli ultimi anni. Io vedo solo ripetizioni di cliché visti e stravisti, solo che nessuno si permette di criticare altri editori, nonostante da vent'anni propongano sempre gli stessi personaggi, sempre gli stessi schemi narrativi, sempre le solite idee. No, a loro niente critiche. La Disney, però… Ah, ragazzi, la Disney oggi è proprio bollita. Ai tempi d'oro (leggasi: ai loro tempi), Topolino era tutta un'altra cosa.
    Certo, ci sono stati anche fiaschi. Ma anche il Milan quest'anno non è andato in Champions, e l'ultimo Cd di Vasco non è questo capolavoro. Ma Vasco rimane Vasco e il Milan resta il Milan (e io sono pure juventino…). Mentre i nani restano nani.
    Ogni pretesto è buono, e da qui che nasce un po' la mia vis polemica. Perfino questioni come diritti, vendite, controversie legali - che non dovrebbero riguardarvi, nel senso che né voi né (in questo caso) io ne conosciamo i contorni - servono per spalare un po' di guano. Comunque, contenti voi contenti tutti. Io sono contento di lavorare per il Topo, credo fermamente che scrivere Disney sia incomparabilmente più difficile che scrivere un'avventura di un detective dell'occulto (con tutto il dovuto rispetto) e continuerò a incazzarmi quando qualcuno racconterà bugie per prorio personale tornaconto. Fin tanto che ne avrò voglia, starò sul forum a dirvi anche la mia. Quando mi stancherò, mi scollegherò.
    Fausto
  • Molti tra i forumisti e gli sparasentenze a distanza dicono che la Disney è sull'orlo del tracollo economico e creativo e io ribatto (pur non sapendo un accidente delle questioni economiche) che la Disney negli ultimi anni ha tirato fuori (tra le altre cose) PK e Witch
    Sì, la Disney Italia ha avuto un periodo interessantissimo tra la fine degli anni novanta e uno-due anni fa. Ma PK è finito, Witch è l'ombra di com'era ("Witch è moda", per dirla con parole d'altri) e anche le ristampe sono state interrotte, Kylion è stato interrotto, Speed Loop non è mai partito... Sì, lo so che ad altri editori è andata peggio, che bei fumetti come Lys, Wondercity e Monster Allergy sono spariti. Mi piacerebbe capire quanto dipende da una crisi economica, quanto da una crisi di idee, quanto da una crisi di rapporti interni e quanto dalla concorrenza dei manga.
  • Fausto ha scritto:Ti prego, però, di non scambiarmi né per la Disney né per Topolino.
    Non lo faccio, scusami eventuali carenze di chiarezza. Anche se, a dirla tutta, con le orecchie non staresti male.
    Fausto ha scritto:E se non ti piacciono le serie o le storie di QQQ, io purtroppo non posso farci niente.
    Ma non potrebbe farci niente nessuno, non mi piacciono a prescindere ^__^
    Fausto ha scritto:Ti voglio però dire una cosa alla quale tengo. Secondo te, l'insoddisfazione dei lettori è assai diffusa e tracima anche al di fuori dei forum.
    Non è esatto. Qui si dice spesso che era meglio prima. Io, dall'idea che mi sono fatto, dico che le storie fiappe ci sono sempre state, e sono sempre state mescolate a ottime storie. Il punto è che adesso le storie fiappe sono appositamente create per un certo scopo, e questo rende insoddisfatti molti. Ciò non significa che oggi è peggio di ieri e la gente on è quindi soddisfatta. Significa semplicemente che è palese che fate storie fiappe apposta, basta che vendano. E questo lo notano molti.

    Tu sei autore di molte delle storie migliori negli ultimi tempi, non ti si può accogliere altro che calorosamente. Di Faraci e Cavazzano è inutile parlare, sono fuori scala. Tanto più alla presentazione di Novecento.
    Fausto ha scritto:Ossia, che intorno a Topolino continua a esserci un affetto che lo rende un'istituzione oserei dire trans-generazionale. Ma anche questa non è la verità, ma solo la mia percezione.
    Questo è indubbiamente vero, altrimenti il Topo non avrebbe più motivo di esistere. Questo non significa però che certe strategie (con le tattiche annesse) non piacciono.
    Lorenzo Breda
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  • txam ha scritto:Mi piacerebbe capire quanto dipende da una crisi economica, quanto da una crisi di idee, quanto da una crisi di rapporti interni e quanto dalla concorrenza dei manga.

    Non credo che nessuno abbia la risposta esatta. Non credo neppure che la risposta sia una e che le risposte siano uguali per tutti. Quelle che hai citato sono tutte cause autentiche. Mettiamoci una certa pigrizia da parte dei lettori contemporanei, più attratti da altri media (videogiochi e TV, anzitutto).
    Io credo ci sia anche un'altra ragione al momento di ristagno fumettistico, dovuto al fatto che ci troviamo (sempre secondo me) in un momento, per così dire, di "passaggio narrativo" tra epoche diverse. La maniera di raccontare sta cambiando a tutti i livelli - letteratura, cinema e anche fumetto. Il racconto si è fatto più rapido e concentrato. Basta guardare le serie TV, che, in minor tempo rispetto a un film, sono in grado di sviluppare diverse storylines, mantenendo una compattezza narrativa che allo spettatore di oggi piace. Me compreso.
    Il fumetto ha una propria specificità che difficlmente verrà meno. Voglio dire, sono convinto che, in un modo o nell'altro, i fumetti continueranno a essere fatti e letti, perché il codice narrativo del fumetto è unico e peculiare. E insostituibile.
    Tuttavia, è fuori di dubbio che anche il fumetto sta cambiando e che dovrà cambiare. Come? Mantenendo i suoi tratti specifici ma operando sempre di più dei crossover tra media diversi, sia sul versante grafico sia (soprattutto) sul versante linguistico e narrativo.
    Scusate l'immodesta auto-citazione, ma è quello che io e Claudio Sciarrone avevamo tentato di fare con Speed Loop.
    Fausto
  • Tuttavia, è fuori di dubbio che anche il fumetto sta cambiando e che dovrà cambiare. Come? Mantenendo i suoi tratti specifici ma operando sempre di più dei crossover tra media diversi, sia sul versante grafico sia (soprattutto) sul versante linguistico e narrativo.
    Scusate l'immodesta auto-citazione, ma è quello che io e Claudio Sciarrone avevamo tentato di fare con Speed Loop.
    Questo punto sembra interessante, ma non credo di averlo capito appieno. Puoi approfondirlo, per piacere?
  • txam ha scritto:Questo punto sembra interessante, ma non credo di averlo capito appieno. Puoi approfondirlo, per piacere?

    Così, in poche righe? Ci provo.

    Anzitutto, c'è il passaggio graduale del fumetto dal serial alla serie. Le mini-serie o, comunque, le serie con un numero già preimpostato di uscite compaiono sempre più frequentemente nel mondo del fumetto (Brad Barron, Volto Nascosto, Ucciderò Ancora Billy The Kid). Sono tutte "traduzioni" fumettistiche delle serie TV.

    I temi. Certo, ci sono ancora supereroi (e sempre ci saranno), il fantasy e il fumetto umoristico. Ma il fumetto può avvicinare qualsiasi argomento. Qui gli esempi sarebbero veramente tanti. Pensiamo solo ai "reality-comics" editi dalla Becco Giallo.

    Il linguaggio. Il fumetto vive anzitutto sull'immagine, ovviamente. Ma guardate com'è simile il dialogo di alcuni fumetti moderni (soprattutto quelli umoristici) a quello delle sit-com. Le gag sono molto spesso verbali anziché visive.

    Grafica. Fumetto e videogioco. Ormai il crossover direi che è a due direzioni. Un medium dà all'altro.

    Ecco, dette così sembrano banalità da sala d'aspetto del dentista (e forse lo sono…). Il forum non consente di approfondire più di tanto. Se qualcuno è interessato ad aggiungere qualcosa, mi farà piacere.
    Fausto
  • Caro Fausto

    E' una delle prime volte che partecipo a un forum o a una discussione, e il motivo è che voglio farti i complimenti per la tua magnifica storia disegnata da Intini (di cui ora non mi ricordo il titolo) di Paperino che si trova a che fare con un pittore (impostore) e del suo incredibile dipinto del somaro: da sbellicarsi dal ridere.
    Se può valere il consiglio di un qualsiasi lettore, dovresti dedicarti sempre a queste storie, anche se immagino voi autori non siate sempre liberi di scegliere cosa e come scrivere.
    Auguri per centinaia di storie come questa.
  • Ti ringrazio molto, rapher.
    Quella storia (Zio Paperone e il Somaro Conteso) la ricordo anch'io come una delle meglio riuscite dal punto di vista umoristico. Ma il merito va equamente diviso tra me e Stefano Intini, che ha dato un kick assolutamente decisivo all'insieme.
    Fausto
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