Intervista di Chierchini Disney-apocalittica

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • E quindi anche Chierchini non collabora più con la Disney. Tristezza.
    Comunque non lo si definisca un "Concina 2", lo stile è completamente diverso. E ne è la prova questa frase:

    "Il mio dolore è grande. È come vedere un figlio che ami affidato a delle balie inesperte, che rischiano di soffocarlo."

    con la quale, se non lo si fosse capito dalle altre risposte, fa capire quanto ci tenga al fumetto Disney.
    Per il resto, se è vero quel che dice, la causa degli autori storici tagliati fuori sarebbe da attribuire anche ad una sorta di "strapotere" degli artisti che provengono dall'Accademia. Accademia che, ironia della sorte, contribuì a fondare proprio il grande G.B. Carpi.
  • Più che altro a me pare che lavorino sempre quelli che si adeguano al mainstream delle varie saghe. Infatti sono sempre quelli i nomi che si leggono nella parte "alta" del giornale, mentre in quella bassa rimangono solo le giacenze che portano la firma dei vari Russo, Concina, Panaro. E' come se ci fosse l'area vip e l'area ospizio...
  • Chierchini ha scritto:Posso dire senza tema di smentita che, nell'anno 1953, quando io e i miei colleghi Bottaro e Carpi iniziammo la nostra collaborazione, TOPOLINO tirava 70.000 copie quindicinali e in pochi anni, grazie anche alle parodie, toccò il MILIONE di copie settimanali. Attualmente è sceso a meno di 90.000 copie.
    Ecco, forse bisogna riflettere su questo.
    Sì, vabbè, i tempi sono cambiati, non ci sono più i lettori di una volta, si stava meglio quando si stava peggio, ma qualcosa significherà. Da UN MILIONE siamo tornati a 90.000 copie.
    Chierchini ha scritto:I problemi attuali di “Topolino” ritengo vadano cercati A MONTE. Se una redazione rende la vita impossibile a grandi soggettisti come BRUNO CONCINA, ideatore tra le altre infinite cose delle storie a BIVI, GIORGIO PEZZIN, NINO RUSSO e altri collaboratori di valore, viene normale chiedersi di chi è la colpa. Hanno voluto rinnovare tutto senza averne idee chiare. Ritengo che la prima cosa sia una sola: DIVERTIRE il lettore. Dai fumetti al cinema è sempre un successo, la tecnica cinematografica potenzia il contenuto del fumetto. Viceversa, portare le storie dal grande schermo alla carta stampata è cosa PERSA in partenza.
    Non ritengo gli adattamenti dei film siano il Male fatto vignette. Però in fondo non capisco: se un particolare modo di gestione, di libertà creativa, di attenzione per gli autori raccoglieva tanti consensi, perchè non provare a riapplicarlo?
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • Non credo proprio si riferisse agli adattamenti dai film, che sul Topo non vengono più pubblicati da secoli. Quanto alla tendenza di cavalcare questa o quell'onda facendo di volta in volta saghe che strizzino l'occhio a questo o a quel genere cinematografico in uscita (vedi WoM per il fantasy, DD per lo spionistico, UH per il supereroistico etc).
  • Grrodon ha scritto:E' come se ci fosse l'area vip e l'area ospizio...
    Immagine lol ma rende l'idea.
    Il punto è quest'inseguimento del mainstream a tutti i costi. Magari è anche qualcosa che insegnano e richiedono all'Accademia, e quindi per questo le nuove leve si mostrano più disponibili in tal senso.
    Che poi, il male non è il rifarsi alle tendenze quando i risultati sono alti (vedere DoubleDuck), ma il fatto che questa sia l'unica via degna di essere valorizzata. Quando invece sul Topo potrebbe benissimo coesistere o alternarsi con storie che non si richiamano a nulla se non al fumetto Disney stesso. Che poi dove c'è scritto che non si può innovare rimanendo nel solco della tradizione? (Faraci docet)

    Poi mi è venuto un pensiero oscuro... e se tutto questo nascesse dal successo Pknaico?
  • Se tutto questo venisse dal successo Pknaico, sarebbe ancor peggio, una scelta ancor più assurda.

    PK, MMMM e compagnia bella si erano ritagliati una personale fetta di mercato, che attirava un pubblico diverso da Topolino.
    Se la scelta è quella di "inserire PK su Topolino" credo che sia un errore. Perchè i target sono diversi, chi comprava giubilando PK non compra Topolino (penso a me, per primo). E chi compra già Topolino continua a comprarlo.

    Certo, se ci fossero tutte storie del livello di DoubleDuck anch'io comprerei Topolino, ma a quel punto credo che sarebbe una rivista differente da quella che è ora.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • Potremmo almeno smetterla con questa cazzata delle 90.000 copie? In Rete potete trovare i dati giusti. Chi possiede il talento della lettura è perfettamente in grado di controllare da sé.
    Fausto
  • La cazzata è di Chierchini e di alcuni altri che si sono espressi in merito alle vendite del Topo (ora non sono sicuro dei nomi e quindi non ne faccio), bisognerebbe chiedere a loro perché parlano di queste cifre e da dove se le sono cavate fuori.

    Ciò non toglie che sarebbe sempre cosa buona e giusta verificare le cose; purtroppo nel web succede spesso di credere alle affermazioni di pochi magari perchè sono degli addetti ai lavori (e alle volte anche quando non lo sono), quando proprio il mezzo internet permette una maggiore reperibilità dei dati.

    Da una ricerca su Google ho trovato i dati diffusi dall'ADS (Accertamento Diffusione Stampa) in merito alle vendite dei periodici da loro certificati nel 2007. Tra questi c'è anche Topolino. I dati li si può trovare qui: http://www.fotografi.org/periodici_tira ... ETTIMANALI
  • Tyrrel ha scritto:La cazzata è di Chierchini e di alcuni altri che si sono espressi in merito alle vendite del Topo (ora non sono sicuro dei nomi e quindi non ne faccio), bisognerebbe chiedere a loro perché parlano di queste cifre e da dove se le sono cavate fuori.

    Ciò non toglie che sarebbe sempre cosa buona e giusta verificare le cose; purtroppo nel web succede spesso di credere alle affermazioni di pochi magari perchè sono degli addetti ai lavori (e alle volte anche quando non lo sono), quando proprio il mezzo internet permette una maggiore reperibilità dei dati.

    Da una ricerca su Google ho trovato i dati diffusi dall'ADS (Accertamento Diffusione Stampa) in merito alle vendite dei periodici da loro certificati nel 2007. Tra questi c'è anche Topolino. I dati li si può trovare qui: http://www.fotografi.org/periodici_tira ... ETTIMANALI

    Grazie a Tyrrell per il link che sta lì e così chiunque, addetto o non addetto, può andare a controllare.
    Quando parlavo di cazzate, è ovvio che mi riferivo esattamente a quelli che certe cazzate, per misteriosi motivi che mi sfuggono, continuano a mandare in giro per mezzo di interviste illuminanti.
    Se posso aggiungere solo una cosa, vorrei dire che io non sono un "giovane autore". Scrivo storie per Disney da pochi anni e non so per quanto tempo ancora ne scriverò, ma ho comunque 46 anni. Per mia fortuna, faccio molte altre cose che mi consentono di aggiungere opportunità e (anche) quel poco di reddito di cui necessito. Detto ciò, trovo che certe cose che da qualche tempo in qua e da più parti si dicono - riguardo al meraviglioso passato di Topolino quando il settimanale era in mano ai grandi autori del passato, contrapposto al destino di rovina sicura, chiusura immediata e inevitabile scatafascio oggi che i grandi autori del passato non ci sono più - sia irrispettoso anzitutto per i giovani autori (quelli giovani per davvero) che su Topolino pubblicano le loro storie, cercano di migliorarsi e di imparare e di mantenere Topolino sui livelli che gli sono propri e magari cercare di migliorarne anche i risultati. Mi riferisco agli amici Giorgio Salati, Sergio Badino, Alessandro Ferrari e scusate se me ne dimentico qualcuno. Insomma, avranno diritto anche loro di lavorare e di diventare domani dei grandi autori oppure l'epoca dei grandi autori è stata dichiarata ufficialmente finita dai grandi autori stessi e i giovani autori di adesso sono solo dei figuranti?
    Con tutto il sincero rispetto che ho per i grandi autori del passato (e considerando che io non sono un "giovane autore") mi piacerebbe ogni tanto leggere qualche incoraggiamento, oltre che critiche e filippiche della serie "ai miei tempi si stava meglio, altro che".
    Ci sono grandi autori che incoraggiano, intendiamoci. Uno di questi si chiama Luciano Gatto. Uno straordinario uomo, un magnifico artista, con un grande passato e un brillante avvenire. Un paio di mesi fa ho avuto (finalmente) l'onore di conoscerlo ufficialmente, di presentarmi e di stringergli la mano. Mi ha detto che sta imparando l'animazione in flash!
    Ecco, io "da grande" vorrei essere come Luciano.
    Fausto
  • Be' il crollo delle vendite di Topolino è noto a tutti e purtroppo non è il solo fumetto ad essere crollato.
    Non sto a sindacare se sono 90 o 130mila - a me hanno riferito addiruttura un 60mila - il fatto è che siamo ad anni luce dal "mitico" milione di copie degli anni che furono citato dai vecchi.
    Certo il mercato è cambiato, ma ci sono comunque editori che vendono ancora centinaia di migliaia di copie di fumetti .
    Infatti oggi lavorare per Topolino non rappresenta più il mito o il punto di arrivo che rappresentava quando ho iniziato io, 20 anni fa.
    Tutti sappiamo che la maggiorparte degli autori Disney sono piuttosto scontenti della gestione recente della Disney Italia, molti se ne sono andati per scelta, altri perchè non gli veniva più preso nulla...i più tacciono nella speranza di ottenere ancora qualche collaborazione, visto che tutti dobbiamo campare.
    Da lettori possiamo dare il nostro giudizio sul prodotto Topolino com'è oggi.
    E' indubbio che ci sia qualcosa che non va.
    L'eventuale "colpa" sarà da attribuire più alla dirigenza o ai nuovi ragazzi non ancora all'altezza dei "vecchi"?

    Chiudo con un augurio alla neo direttrice del Topo , che essendosi insediata da poco ovviamente non può avere tutte le colpe della situazione ed ha ancora tutto tempo per dimostrare che le sue scelte saranno migliori di chi l'ha preceduta e riposizioneranno Topolino dove si merita.
  • Per la verità, a me le copie sembrano 133mila + 95mila e rotti di abbonamenti (pagati, è specificato). Questi abbonamenti sembra non notarli mai nessuno. A me è un dato che fa sempre impressione.

    Certo, si potrebbe fare di più e di meglio. Si può sempre. Si DEVE!
    Però...

    Però del passato (di una parte del passato), sinceramente, rimpiango più i numeri - di copie vendute, dico - che il resto. Quando agli autori non era nemmeno riconosciuto il diritto di avere il proprio nome in calce a una storia, per esempio.
    E, toccando un tasto per me e gli autori della mia generazione molto dolente, tutte quelle storie (sbagliate) che hanno reso Topolino, un personaggio che io amo molto, un "primo della classe" saccentino e un puro e semplice detective dilettante. Colpe dei padri (alcuni, non intendo mica il grandissimo Scarpa, per esempio) che oggi pagano anche i figli.

    Ah, i bei vecchi tempi. Ah, questi giovani. Ah, qui era tutta campagna. Ah, i dischi in vinile. Ah, le mezze stagioni che non ci sono più. Ah, Topolino di una volta.

    Scusate se mi sono intromesso. Passo e chiudo.

    Ciao
    Tito
  • Tito Faraci ha scritto:Per la verità, a me le copie sembrano 133mila + 95mila e rotti di abbonamenti (pagati, è specificato). Questi abbonamenti sembra non notarli mai nessuno. A me è un dato che fa sempre impressione.

    Tito
    Sì,sì...ma non stiamo ad arroccarci sulle cifre ( colpa anche mia che le ho citate )...considerando poi che qualunque altro

    comics in Italia strafirmerebbe per avere i dati di Topilino...anche quelli brutti di oggi.
    Preferisco la seconda parte del discorso.
    Però del passato (di una parte del passato), sinceramente, rimpiango più i numeri - di copie vendute, dico - che il resto. Quando agli autori non era nemmeno riconosciuto il diritto di avere il proprio nome in calce a una storia, per esempio.
    E, toccando un tasto per me e gli autori della mia generazione molto dolente, tutte quelle storie (sbagliate) che hanno reso Topolino, un personaggio che io amo molto, un "primo della classe" saccentino e un puro e semplice detective dilettante. Colpe dei padri (alcuni, non intendo mica il grandissimo Scarpa, per esempio) che oggi pagano anche i figli.
    Ci sono delle cose che non vanno è il punto di partenza...a voi la soluzione, che io con la Disney mica ci lavoro...io sto qua e prendo appunti, che magari imparo qualcosa! :D
    E tu Tito che lavori con tutti e scrivi di tutto forse puoi essere uno di quelli più in grado di evidenziare alcuni di questi aspetti che non funzionano.



    Ciao, ne'...saranno 15 anni o più che non ci si sente direttamente, sai quando ancora c'erano i vinili, non c'erano la pay tv e internet ! :ciao: :stralol:
  • Mi stavo giusto chiedendo se il numero di abbonamenti fosse già incluso nel totale o no, ma pare di no.
    giac- ha scritto:L'eventuale "colpa" sarà da attribuire più alla dirigenza o ai nuovi ragazzi non ancora all'altezza dei "vecchi"?
    quoto. Se nessuna delle due parti fa ammissione di colpa, mi sa che dovremo aspettare l'ardua sentenza dei posteri...
    anche se dopo la dichiarazione che "papertotti è il futuro" mi sa che la dirigenza la "colpa" l'ha ammessa (o quantomeno il compromesso a cui si è scesi per far fronte al calo di vendite)
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:Se nessuna delle due parti fa ammissione di colpa, mi sa che dovremo aspettare l'ardua sentenza dei posteri... anche se dopo la dichiarazione che "papertotti è il futuro" mi sa che la dirigenza la "colpa" l'ha ammessa (o quantomeno il compromesso a cui si è scesi per far fronte al calo di vendite)
    Alcune cose che mi fanno incazzare.
    Leggere due righe su una specie di intervista (una "specie di", mica un'intervista) e da quelle due righe costruire una cosmogonia fondata sostanzialmente sull'assunto: "Vedete? E' esattamente come dicevo."

    Prendere una storia e, per le medesime ragioni esposte prima, farla diventare il paradigma, il modello. Dimenticandosi bellamente di quello che è successo prima e dopo quella storia. UH, DD, Novecento, tanto per dire.

    Dimenticarsi che il numero con quella storia ha avuto un picco di vendite, snobbare l'evento e anzi sottolineando che quello, casomai,è il risultato che il Topo dovrebbe evitare.

    Spiegare con una privatissima e genialissima analisi il fenomeno del calo delle vendite del fumetto, come se gli altri (quelli che su quel fumetto ci lavorano sopra, sotto e ai lati) fossero appena scesi dal pianeta di Papalla e non si rendessero conto di quello che sta sotto gli occhi di tutti. Anzi, non di tutti. Sotto il naso di una categoria di geni che ha la scienza per interpretare i cali di vendita in quattro e quattrotto e ha perfino la ricetta a portata di mano.

    Infine:
    continuare a dichiarare ai quattro venti "Io il Topo non lo compro e non lo comprerò" e poi permettersi anche di dire quello che è giusto e quello che è sbagliato, quello che sì e quello che no e sparare sentenze come se piovesse. E dare retta a tutti i balenghi che sparano scemenze, purché le scemenze e le bugie comunque avallino le nostre bislacche tesi.

    E' Internet, baby. Puoi dire tutto. Tanto non conta quello che è, conta quello che dici.
    Fausto
  • Fausto ha scritto:Dimenticarsi che il numero con quella storia ha avuto un picco di vendite, snobbare l'evento e anzi sottolineando che quello, casomai,è il risultato che il Topo dovrebbe evitare.
    Relativamente d'accordo con il resto del post, la situazione attuale non mi piace, ma è vero che il Topo ha saputo piacevolmente stupire nel post-Papertotti (per quanto io 'sta cosa delle serie non la sopporto ma è ovviamente una mia opinione, e in quanto tale è opinabile).

    Ma su questo no. Va bene, Papertotti ha avuto un picco di vendite (e ne so qualcosa, ho dovuto scomodare un'amica in provincia Latina per averlo, e lo volevo per tutt'altro). Ma non è stato perché era un bel numero, né perché quella è la tattica giusta. È stato perché la gente, spesso (ed è evidente da moltissime cose) compra senza ragionare.

    Un picco di vendite per una cazzata (e non offendo la storia [che offenderei con altri termini più giustificati] o chi la ha scritta [che non mi permetterei di offendere, non essendo neanche lontanamente il mio campo], semplicemente il fatto stesso che una persona compri un fumetto "perché ce sta a storia der Capitano" è una cazzata in se) non significa una tattica giusta. Perché? Perché prima di tutto se la gente si abitua a questo, alla fine non ci casca più, poi perché Topolino diventerebbe una cosa (molto) diversa e chi lo comprava per quello che era smette di farlo.

    Sono profondamente convinto che Topolino non possa definitivamente crollare, a meno di non fare fesserie di livello veramente macroscopico (che so, cominciare a pubblicare solo traduzioni di storie nordeuropee), se il vostro fine è quello di vendere di più costantemente, potete fare di meglio. Se vi basta il picco ogni tanto, bè, può bastare il Paper* di turno, la pubblicità in TV ad ogni WoM che passa, la pubblicità a DD. Ma che poi non si pretenda la stima dei fan (e per fan non intendo coloro che amano le storie classiche, ma coloro che amano i personaggi e non gioiscono certo a vederli maltrattati per vendere ogni tanto).

    Ah, notavo nel bambiname che ho intorno (campione che ritengo piuttosto rappresentativo, chissà se si nota veramente anche nei dati di vendita) che WoM e DD, due serie ugualmente pubblicizzate in TV, hanno due tipi diversissimi di successo. WoM vende i primi numeri, in concomitanza con la pubblicizzazione, mentre DD è stato generalmente seguito (e con tale entusiasmo, da non far notare, in più di un caso, Novecento [sigh & sob]). La cosa mi ha fatto pensare.
    E' Internet, baby. Puoi dire tutto. Tanto non conta quello che è, conta quello che dici.
    Bah, questo puoi dirlo di qualunque mezzo di comunicazione, compreso un microfono che abbia da un lato una persona e dall'altro almeno tre.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Lorenzo, c'è una grande differenza tra il microfono dato in mano a un pisquano che si mette a sproloquiare in piedi su una cassetta della frutta rovesciata all'angolo di una strada e un blog, o il commento in un forum o un'intervista in Rete. Lo sai probabilmente meglio di me, quindi non aggiungo altro.
    Quanto a Papertotti - la telenovela infinita - permettimi di fare notare a te e agli amici che seguono la discussione che (proprio perché lo dici tu stesso che "sarebbe una tattica sbagliata") esiste anche una profonda differenza tra tattica e strategia, in ogni campo del vivere. Compreso il mondo dei fumetti.
    Un saluto.
    Fausto
  • Fausto ha scritto:Alcune cose che mi fanno incazzare.
    Leggere due righe su una specie di intervista (una "specie di", mica un'intervista) e da quelle due righe costruire una cosmogonia fondata sostanzialmente sull'assunto: "Vedete? E' esattamente come dicevo."

    Prendere una storia e, per le medesime ragioni esposte prima, farla diventare il paradigma, il modello. Dimenticandosi bellamente di quello che è successo prima e dopo quella storia. UH, DD, Novecento, tanto per dire.
    E' ovvio che ho detto "papertotti" per sottintendere tutto il resto, comprese le saghe che, con alti e bassi, fanno parte dello stesso fenomeno per me deprecabile (se pure facciano alzare le vendite).
    Se io il topo non lo compro non è perché me ne frego (e in tal caso dovrei star zitto e non parlarne) ma perché mi dispiace che non sia più fatto per me, e continuerò ad additarlo con la fastidiosa etichetta "fenomeno Papertotti" finché la situazione non cambia, se questa deve essere la mia forma di protesta (visto che il solo non comprarlo pare non portare a niente di buono per me). Io non credo che il Topolino che fa soldi sia inconciliabile con il Topolino che piace a me, per questo mi permetto di continuare la mia "lotta". E poi, al di là di come "lotto" io, credo che il sentimento di sfiducia nei confronti del Topo, almeno in questo forum, sia comune. Poi ognuno lo esprime come preferisce e si regola di conseguenza (continuare a comprarlo, non continuare a comprarlo, criticarlo, farselo piacere comunque, aspettare in un futuro risorgimento, ecc...).

    E inoltre, come al solito, io la scienza per analizzare l'andamento delle vendite non ce l'ho, ma nemmeno nessuno si prende la briga di venire a spiegarmelo, nonostante il Topo voglia ancora vendermelo (piazzando una storia-evento come Novecento).
    Quanto a Papertotti - la telenovela infinita - permettimi di fare notare a te e agli amici che seguono la discussione che (proprio perché lo dici tu stesso che "sarebbe una tattica sbagliata") esiste anche una profonda differenza tra tattica e strategia, in ogni campo del vivere. Compreso il mondo dei fumetti.
    "Papertotti" non è l'unica strategia, è solo la più facile da escogitare, come ritengo da sempre.
    E poi, se davvero con la nuova direttrice la situazione dovrebbe cambiare e dobbiamo darle solo tempo, perché darsi pena di difendere la situazione attuale?

    Infine, una piccola nota personale: io non sto qui a fare il troll, il pisquano o a cercare il mio quarto d'ora di celebrità. La questione mi interessa. Se dico il mio parere in due righe è perché in quel momento non ho tempo, non perché voglio provocare e scappare (e soprattutto mi permetto di sintetizzarlo in due righe perché sintetizza cose stradette (ed ecco perché fanno incazzare Fausto. Ma se la situazione non cambia la colpa non è mia. Appena un Concina o un Chierchini riapre l'argomento ricominciamo tutti a ribadire le nostre stesse posizioni)).
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elik, il "pisquano" non era diretto a te, believe me.
    Fausto
  • in merito a PaperTotti o ad altre storie instant-movie su fenomeni di moda del momento.
    L'artista (o il creativo) dovrebbe essere sempre uno, due passi avanti al proprio pubblico ed anticiparne i gusti, come diceva Lucio Battisti.
    Il motivo: il creativo sa molte più cose della MEDIA dei suoi lettori. Ovvio che se tra i lettori c'è Umberto Eco il discorso cade, ma parlando di media è così per il semplice motivo che un autore ha, per percorsi di vita, maggiore età, esperienza eccetera un bagaglio di conoscenze di gran lunga superiore alla media dei suoi (giovani e giovanissimi, ma non solo) lettori.
    Quindi l'artista deve osare: proporre soluzioni inedite.
    Rincorrere la moda del momento significa non essere uno o due passi avanti al proprio lettore, ma due o tre passi indietro, cioè inseguirlo. E come la chiesa cattolica ha perso sempre più adepti in occidente proprio perché si è messa a inseguire i fedeli che scappavano, la stessa cosa accade alla Disney (si parva licet).
    E' vero che ci possono essere due o tre storie-exploit sulla novità del momento (e va benissimo, ci mancherebbe, per rialzare il bilancio). Ma dal partire da due o tre exploit all'impostare un'intera produzione su questo principio ce ne corre, e guai se accadesse.
    Quello che le pubblicazioni Disney dovrebbero fare è di proporre qualcosa di peculiare e diverso da tutto ciò che c'è in giro, in modo che chi apre Topolino sa che ci troverà qualcosa di unico e diverso (non migliore o eccezionale o geniale: semplicemente diverso) che non troverebbe altrove.
    Con un paziente lavoro di artigianato, tenendo duro e seguendo questo principio di qualità, secondo me è possibile (ri)costituire uno zoccolo duro di lettori. Poi, è chiaro che la contrazione del mercato e le varie concorrenze eccetera ridurranno il mercato, le cifre degli anni Settanta non ci saranno più (ma vale per tutta la carta stampata), ma a gioco lungo secondo me funziona. E poi ci possono poi stare due o tre storie centrate su cose di moda, per carità.
  • Torna a “Fumetto Disney”