[Allegati RCS] Topolino Story (Prima e Seconda Serie)

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Vol. 11 - 1990

    Nota biografica. Siamo sempre più vicini al mio anno di congiungimento con il Topo, che dovrebbe essere il 91. Già nel 90 però ricordo che mi regalavano numeri sfusi, o li rubavo al mio barbiere, per cui è un periodo che ho ben presente. Seconda cosa, qui hanno inserito nuovamente una breve estera, cosa che mi pare più che giusta.

    Nonna Papera e i Racconti Intorno al Fuoco: Il Bel Cavaliere e la Regina del Lago Perduto (Cimino/Cavazzano). Capolavoro, senza se e senza ma. Il più capolavoro fra tutti i capolavori pubblicati fin qui, a mio avviso. I Racconti fu l'apice artistico di Cimino, e qualcosa che mai più si è ripetuto nel fumetto Disney. E i tempi sono maturi perché la cosa si ripeta, perché è materiale troppo bello per lasciarlo lì dov'è. Anche per Cavazzano credo che siamo ai suoi massimi livelli, periodo in cui il suo tratto riesce ad essere sintetico e nel contempo ricchissimo. Nota di colore: da piccolo ricordo che il senso di disagio, la profonda malinconia che trasmettevano i Racconti mi devastava lo stomaco, e penso che abbiano giocato un bel ruolo i dialoghi asciutti di Cimino, fatti di frasi "telegrafiche" ma sempre sensate, efficaci e capaci di dare al tutto un senso di ineluttabilità.

    Paperinik e il Tempio Indiano (Panaro/Santillo). Ehm. Sarebbe la parodia del secondo film di Indy, ma a dire il vero sembra più un adattamento pedissequo e senza particolari guizzi. Non che non sia piacevole leggere una nuova versione di una storia apprezzata, ma alla fine della lettura lascia proprio pochino. Contento del suo inserimento, dopotutto ne avevo sentito parlare in passato e mi mancava, ma è la perfetta dimostrazione che il modo giusto di concepire le parodie è quello dell'Inferno di Topolino, di Casablanca o della nuova generazione ora sul Topo. Ah, e Paperinik che segue Paperone nei suoi viaggi come se fosse Paperino non si può proprio vedere.

    Dinamite Bla in Tutti al Mare (Eli Marcos Leon). Finalmente una brasiliana, che è bene ne inseriscano prima che questo filone cessi per sempre. La storia è più scema che mai, l'umorismo sciocchino e il personaggio di Dinamite - che un po' ingenuo lo è sempre stato - qui sfiora addirittura il puerile. Eppure, come sempre, i brasiliani la sfangano. Sono storielle così brevi e minimaliste che il loro lavoro lo fanno. Molto meglio questi fumettini scemi delle riempitive italiane del giorno d'oggi. Va detto che cmq il Dinamite di Vitaliano è ben altra cosa, e sfoggia la caratterizzazione più giusta.

    Zio Paperone e la Scoperta del Nulla (Pezzin/Mastantuono). Pezzin non delude praticamente mai. E' vero che i suoi filoni sono sempre quelli, ma alla base di tutte le sue storie c'è una signora Idea. E forse questa volta c'è la più ideosa delle sue idee, che viene inoltre ben cucinata e se ne mostrano gli sviluppi più bizzarri e imprevedibili, con un geniale ricorso ai giochi di parole.... che diventano materiale narrativo. Mica poco.

    Topolino e il Caso "Traffic" (Sisti/Cavazzano). E' curioso leggere questa storia nello stesso giorno in cui quasi 30 anni dopo esce la sua nuova storia di Pk sul Topo. Questa storia promozionale sul wwf non sarà chissà cosa, e qua e là tradisce fin troppo i suoi intenti, ma Sisti rimane sempre il caso vecchio buon Sisti, capace di trattare queste cose con naturalezza e di centrare i personaggi, raccogliendo benissimo il testimone dei lavori promozionali di Marconi.
  • Vol. 12 - 1991

    Io arrivo qui. A metà anno, nel periodo delle carte, per essere precisi. E benché questa cosa la pensino tutti per il proprio, pure io sono convinto di essere arrivato in un buon periodo per il Topo. Con tanti bravi autori e belle iniziative all'attivo. Devo fare un piccolo appunto alle introduzioni. Ma non le rileggono? Questa nello specifico mette i concetti in ordine inverso. Prima si parla di un "secondo lungometraggio animato dell'anno", e solo nel paragrafo successivo si spiega quale sia il primo. Poi c'è scritto che il film di Ducktales è distribuito dalla Warner Bros. Poi viene mostrata la cover del secondo Topo Strips e si dice che è il terzo. Mbé?

    Topolino e i Signori della Galassia - Contatto con la Terra (Pezzin/De Vita). Ricca di dialogo, ma dalla trama semplice, una storia simpatica, divertente e piena di verve. Le epopee di Pezzin sono svariate ma sempre all'insegna della qualità. E' un peccato che non si sia mai pensato di raccogliere insieme i quattro episodi del ciclo. La si legge benissimo da sola, ma forse si poteva scegliere qualcosa di più a sé.

    Dal Diario di Paperina - La Linea Colibrì (Saio-Repetto / Scariolo). E questi autori chi diavolo sono? Per rappresentare le riempitive italiane si poteva scegliere un team di autori un po' più noti. Storiella che scende giù leggera leggera, senza lasciar traccia di sé.

    Dal Diario di Paperina - Il Pallino del Pallone (Panaro/Ziche). Storia banalina e semplicina, ma le espressioni della Ziche esordiente rendono tutto più saporito. Sono contento, tutto sommato, che abbiano dedicato a questo filone entrambe le riempitive di questo volume.

    Paperino e il Pendolo di Ekòl (Sarda/Valussi). Nessun capolavoro all'orizzonte, tuttavia una parodia come si deve, che prende un libro specifico e lo rielabora piegandolo agli scopi dei personaggi Disney. E devo dire che per come Sarda mette insieme gli elementi, la cosa funziona pure bene! Non imperdibile, ma un buon inserimento pure questo.


    Vol. 13 - 1992

    La mia prima annata completa. Una di quelle a cui sono più legato per via del bellissimo Topojolly, gadget che trovo tutt'oggi avesse un senso.

    Reginella e la Minaccia Terrestre (Cimino/Cavazzano). Per quanto non sia troppo d'accordo a pubblicare qui dei sequel o degli stralci di cicli più lunghi, devo dire che una Reginella non la si poteva non mettere. Storia meravigliosa, poetica, triste. Straordinario il volutissimo out of character di Paperone, come anche il "sacrificio" finale che da piccolo mi terrorizzò. Cosa ci fosse dietro quel velo nero non riuscivo proprio a capirlo, e se devo essere sincero non è una cosa che trovo chiarissima nemmeno oggi.

    Pippo e la Coscienza Acchiappafurfanti (Russo/Uggetti). Capisco la necessità di variare il menu e di mettere le riempitive, ma dato che si tratta di una produzione non molto differente per stile e autori da quella "principale" direi che si potrebbero anche sopprimere, perché non vedo proprio come qualcuno potrebbe sentirsi arricchito da una storiella simile. Paradossale però che il canovaccio della storia ricalchi esattamente quello di un episodio tipo di Pippo Reporter, saga che al giorno d'oggi invece veneriamo.

    Ok Quack e la Microavventura (Russo/Cavazzano). Bella! Una delle poche apparizioni di Ok Quack fuori dalla giurisdizione di Chendi, e una di quelle che ricordo con più piacere. Le gag si sprecano, e il ritmo è veloce. Promossa! Ecco il tipo di "riempitive" che dovrebbero sempre selezionare.

    Indiana Pipps e la Valle dei 7 Soli (De Vita). Ecco ancora De Vita completo. Ed ecco la sua consueta bravura. Confrontare questa storia con una qualsiasi altra storia di Indiana Pipps odierna fa ben capire tutta la differenza. De Vita fa ridere, tratta i personaggi in modo intelligente, intrattiene con un senso dei tempi comici davvero notevole, supportato da una mano felicissima. E il "caso" non è mica chissà che, eppure ci si trangugia tutto come se fosse oro. Persino Kranz non irrita, ma è buffissima la gag in cui lo prendono a bastonate apparendo dal nulla. Un cartone animato, insomma!
  • Vol. 13 - 1993

    L'anno del Topowalkie e dei record! E l'anno in cui hanno scelto solo tre storie. Però in due tempi.

    Topolino e lo Strappo Cronospaziale (Sisti/De Vita). Il buon Sisti dei vecchi tempi - che è anche il Sisti dei nuovi tempi - pieno di amore verso i personaggi, di amore per la narrativa disneyana e amore per i cronopasticci. Questa è una delle sue storie migliori di sempre. Un pretesto semplice, ma non semplicistico, che porta a sviluppi traumatici ma narrati con elegante leggerezza. Bellissimo Topolino, in tutto questo. Dinamico, simpatico e... solo. L'identificazione col lettore scatta subito. Bellissima!

    Zio Paperone e l'Operazione Cactus (Michelini/Coppola). Da un lato sono contento che, come per Sandopaper, non abbiano spezzato la bilogia, ma abbiano pubblicato entrambe le storie. Dall'altro... noia. Poco interessante, molto didascalica, troppo lunga. E non ha molto senso nemmeno come sequel, dato che certe cose appaiono forzate. Nella prima storia era tutto un sogno. Qui pure...ma lo si scopre solo alla fine. Per tutta la storia ci si porta dietro quel brutto senso di incongruenza. Evitabile.

    I Racconti di Edgar Allan Top: La Casa del Fantasma Distratto (Volta/Ubezio). Poco meglio. Non amo Ubezio, ma qui ha dipinto scenari interessanti. La storia è una storiellina che funziona abbastanza, pur essendo lunghetta. Ma devo dire che non avrei scelto manco questa.

    Ben vengano i volumi con sole tre storie, ma si spera migliori di questo.
  • Vol. 15 - 1994

    Cominciamo col dire che sono perplesso dal fatto che nell'unica rubrica "critica", cioé quella in apertura, mi ritrovo con un errore così grave. Quando si parla delle due serie tv Disney in uscita nel 94 salta fuori come se niente fosse Brandy and Mr. Whiskers, che è esattamente di dieci anni dopo. Svista? Non piccola, direi.

    C'Era una Volta in America: Topolino e il Grande Cielo (Pezzin/De Vita). Premesso che sono abbastanza contrario all'inserimento di pezzi di saghe incomplete...come fai a ignorare questo ciclo, che ha regalato tanto bel fumetto intelligente al settimanale? Non era proprio possibile, e sono felice che almeno abbiano inserito un episodio autoconclusivo. E già qui si vede tutto l'amore di Pezzin per il suo lavoro e per il personaggio di Topolino. La sequenza "di formazione" con Pippo è veramente da applausi.

    I Mercoledì di Pippo: Il Segreto dell'Universo (Salvagnini/Gorlero). Per anni mi sono chiesto se la serie funzionava bene perché ero piccolo o se era divertente davvero. Ora che ne ho letto un episodio dopo tanto tempo, devo dire che è divertente davvero. Metanarrazione, decostruzione usata bene, e Gorlero che con la mimica dei personaggi ci gioca dando effettoni comici. Mica male, ciclo tutto da riscoprire.

    Zio Paperone e i Tesori di Papergamesh (Russo/Freccero). Ecco diciamo che questa fa parte delle storie "standard" che mettono per completare la panoramica. Scelta che capisco, anche se non l'avrei selezionata. Però bisogna dire che è onesta, e pure un pochetto meno scontata di quello che potrebbe sembrare. Ma solo un pochetto, eh.

    Buon Compleanno, Paperino! (Gilbert/Cavazzano). La storia celebrativa dei 60 anni di Paperino a me è sempre piaciuta. Sarà per i disegni, per i colori o per i guizzi della sceneggiatura, ma l'ho sempre trovata una storia carica di appeal. Certo, l'avventura è un po' allungata e fine a sé stessa, ma presenta belle gag visive. Approvata la sua presenza!


    Vol 16 - 1995

    Le perplessità aumentano ancora di più. Nell'introduzione questa volta viene detto che Brandy & Mr. Whiskers nel 1995 giunge in Italia e viene fatta una lunga digressione sulla serie. Serie, che ricorderei, è del decennio successivo. Quindi non è semplicemente una svista, quella del volume precedente, ma un errorone che si protrae incontrollato. E, sì, questa cosa è davvero da evitare perché va contro i principi informativi stessi della collana.

    Paperino e il Ritorno di Rebo (Bottaro). Sempre piaciuto Bottaro, specialmente in questa sua bizzarra fase senile in cui da autore completo riprese tutti i suoi cicli e filoni per portarli avanti e chiuderli. Certo che cmq non è proprio l'aspetto prettamente narrativo il suo forte, ma quello visivo, umoristico e via dicendo. Storia che rimane godibilissima, ovviamente.

    Paperino Mago Temporaneo (Russo/Sciarrone). Si continua con le storielle "riempitive". Che tanto riempitive non sono, perché se una storia riempitiva del Topo odierno venisse realizzata in questo modo non sarebbe certo vista come tale. Quindi per quanto non sia la mia prima scelta, non mi lamento.

    Indiana Pipps all'Inseguimento della Stella Verde (Sarda/Vian). Il kolossalone di Indiana, scritto dall'autore che lo lanciò, colorato e disegnato magistralmente, insomma un must. Veramente bello, e spinge a riflettere su come mai poi l'autore abbia smesso di ragionare in questi termini, e il personaggio abbia deragliato così tanto.
  • Non commentavo da tempo questi volumi ma non ho mai smesso di seguirli.

    Vol 17 - 1996

    Me lo ricordo bene il 1996, l'anno di Pk. C'era fermento nell'aria, e c'era anche un Topo che non aveva voglia di stare fermo, ma voleva andare oltre. Ed ecco quindi storie che volevano parlare dei personaggi, giocando a metterli in discussione, decostruendoli etc. E se eri bravo ti uscivano capolavori, se non lo eri... bé i danni ce li portiamo avanti ancora oggi.

    Paperinik e il Ritorno a Villa Rosa (Michelini/Carpi). Ottimo inserimento. All'epoca fece sfracelli ritrovarsi una storia del genere sul Topo, in un momento in cui la continuity e le gervasiate non erano ancora pane quotidiano. Michelini è più semplicione qua e là, ma Carpi compensa. E in generale la storia è una perla, che in un certo senso chiude il cerchio in attesa dello step successivo, che fu Pk.

    Amelia in: un Amore di Strega (Palmas/Barbucci). Che oggi Barbucci sia nemico giurato della Disney è una cosa molto triste e molto brutta. Una perdita artistica che non ci voleva proprio. Una storia come questa ci mostra come questo disegnatore avesse in mano le chiavi del futuro. Rientriamo in quel genere di storie introspettive/decostruenti che se solo perdi un attimo di attenzione mentre le scrivi crei un pastrocchio immenso, ti incasini con continuity, caratterizzazioni e altre complicazioni. E invece Palmas ne esce molto bene, realizzando una vicenda a cui poi anche Il Patto della Luna di Vito strizzerà l'occhio.

    Zio Paperone Contro Tarzone (Cimino/Celoni). Ciminata classica, arricchita dal guizzo di un artista che già si vedeva che aveva molto da dire. Un bel compromesso direi.

    Topolino e l'Uomo dei Sogni (Panaro/Perina). Una storia che nel corpus di Panaro si è sempre distinta. Sensibile, dolce, toccante e capace di toccare, sia pur con semplicità, temi insoliti per Disney. Sì, mi riferisco al bambino cieco. Mi colpì all'epoca, e mi ha colpito ancora. Altro grande inserimento.


    Vol. 18 - 1997

    Numero ricco...ma anche un po' sconclusionato!

    C'era una Volta... in America: Topolino e la Via dell'Oregon (Pezzin/De Vita). No, questo è un inserimento che non approvo. Non vedo di buon occhio l'operazione di pubblicare pezzi di saghe. In questo caso ce n'era già stato uno e andava bene così perchè si trattava di una saga rappresentativa e la storia era molto a sé. Ma qui siamo in fase avanzata, nel periodo Clementina e inoltre costituisce un "doppione" all'interno di questa galleria di ricordi. La storia cmq rimane sempre bellissima, eh!

    Paperino e la Macchina della Conoscenza (Mastantuono). L'esordio di Bum Bum Ghigno, e direi che ci voleva. Storia caruccia, e curioso vedere quanto all'inizio il personaggio fosse ancora considerato un "villain".

    Topolino ino ino (Sisti/Sciarrone). A parte che nemmeno ai tempi capii molto bene in cosa consistesse il record di pubblicare la storia più piccola del mondo se questa storia è nata a grandezza naturale e poi rimpiccolita. Sempre trovata una buona storia solo che non l'ho nemmeno riletta, in mancanza di una lente d'ingrandimento. Tutto questo per dire che non approvo nemmeno questo inserimento, elitario e riservato a pochi. Era sicuramente meglio a grandezza naturale.

    Elementare, Paperoga: Pap Fiction (Cordara/Ferraris). Temo che siamo di fronte al peggior prodotto italiano mai selezionato per questa collana. Capisco il voler rappresentare anche questo lato del panorama ma qui si è scelto particolarmente male. Le storie del ciclo me le ricordo come brutte, ma questa in particolare trovo che sia ai limiti dell'impubblicabilità. Le gag non fanno ridere e si accavallano in modo confuso, senza un ritmo, senza un ordine. Non so se sia stato per colpa di Cordara, che non ricordo come un cattivo sceneggiatore (avendo lavorato al mio Pk2 preferito, il Peso dei Ricordi) o di un Ferraris in pessima forma, fatto sta che ho trovato la lettura faticosa e ben poco affrontabile. Ma come è potuto succedere?

    Sfida a Topolinia (Faraci/Cavazzano). Ed ecco il ciclo di Manetta. Con la famosa storia senza le "e". Di storie dei record però ne hanno già piazzata una, perché pure questa? Non era meglio sempre all'interno dello stesso ciclo prenderne di più succose, come quelle con Rock Sassi? Foliazione? Non male, cmq.

    Archimede e l'Invasione dei Bi-Edi (Enna/Arcuri). Gradevolissimo assaggio di Enna, che riflette sul rapporto fra Archimede e il suo aiutante. Non il meglio dell'autore, ma sicuramente una storia che dimostra conoscenza e bravura.

    Battista e Quel che Resta del Sogno. (Cavaglione-Cordara/Scarpa). A me dispiace molto che a Scarpa sia toccato disegnare questa storia, che è la dimostrazione di quel che scrivevo nel numero precedente e cioè che nell'epoca Cavaglione si amava cercare di rompere le regole. C'erano i virtuosi che se lo potevano permettere e poi c'erano queste robe qui. Con Battista innamorato di una amica di penna a cui ha fatto credere di non essere quello che è, solo che poi tutti capiranno il valore della sincerità. No sul serio, tu mi approfondisci Battista per raccontarmi questa sciocchezza qui? E anche qui non saprei bene come andrebbero ripartite le "colpe" e come inquadrare Cordara nell'insieme. Boh? Brutta cmq. Molto.


    Vol. 19 - 1998

    Anni schizofrenici questi. Bellezza e orrore mescolati insieme in un lieve torpore da ubriacatura (cit.).

    Paperino e la Corsa al Best-Seller (Tamaro-Cordara/Barbucci). Wow! Bellissima, questa. Probabilmente mi sto facendo influenzare da quel meraviglioso disegno animato che è lo stile di Barbucci, che per sempre rimpiangeremo, ma anche la trama è molto ben narrata. Ulteriore conferma che in quegli anni si cercava di osare, tentando un approccio approfondito ai personaggi, che raramente riusciva. E questa è una di quelle rare volte. Continuo a trovare del tutto indecifrabile l'apporto di Cordara, che vedo nel ruolo di sceneggiatore di soggetti altrui che vanno dall'ottimo al pessimo, senza che si capisca molto quale sia la sua cifra autoriale.

    Topolino e il Giorno Più Lungo (AAVV.). Anche se all'epoca mi aveva colpito positivamente la sua presenza all'interno del mitico numero celebrativo per il compleanno di Topolino, rileggendola oggi temo che siamo di fronte ad una delle peggiori storie celebrative di sempre. Lo stile ricorda un po' quello degli Speciali Pk, solo che questa è brutta. Si salva ben poco, il momento nerd con Pippo e Topolino, la citazione a Pk, i disegni di Barbucci, ma il resto è brutto, sconclusionato e terribilmente malfatto, con un pessimo uso del cast.

    Dalla Parte Sbagliata (Faraci/Mottura). Il capolavoro che ricordavo. Senza mezzi termini. Una storia che scava nel rapporto fra i due nemici e lo fa bene, con una vicenda di respiro, battute ben gestite e capaci di far ridere. Il Faraci dell'epoca d'oro, con alcune interessanti cose da dire e ottimo modo di dirle. Mica Battista innamorato, oh.

    Buon Compleanno Indiana Pipps (Sarda/Chiavini). Non capisco perché volere il male del lettore. A chi giova l'inserimento di una storiella così scontata e noiosa?

    Paperino e la Storia Senza Fine (Fasano/Turconi). Il mitico Turconi. Poteva mancare? La storiella cmq è caruccia. Anche qui si vede la volontà di cercare strade alternative, what if e via dicendo. Non sono fan di questi stratagemmi narrativi. Iniziare una storia partendo dal classico finale di tutte le altre non fa altro che dimostrare scarsità di inventiva e per giunta... legittimare il cliché stesso che si cerca di smontare. Però qui il tutto prende una direzione tenera, innocente e divertente. Per cui dai, ci sta.


    Vol. 20 - 1999

    Si continua a presentare numeri molto dissociati, con dentro cose belle e cose brutte. E temo fosse la perfetta rappresentazione del panorama dell'epoca.

    Le Tops Stories: Topolino e la Pietra di Sbilenque (Pezzin/De Vita). Pezzin scatenato con le saghe in quegli anni. e sebbene mi dispiaccia vederle pubblicate a pezzettini random, lo trovo giusto e inevitabile. In questo caso poi si è scelta la prima, il che va bene. Le Tops Stories mi sono sempre piaciute. Qua e là c'erano scenari e concetti scontatelli e vecchiotti in stile Dottore Classico, eppure poi Pezzin ci infilava sempre quel particolare che ti faceva rivalutare tutto. Mi spiace solo che questa serie non abbia trovato una degna conclusione e sia rimasta un po' "appesa"... o forse era voluto?

    Un Bel "Rompicapo" (Faccini). Era ora che arrivasse Faccini! Ne voglio ancora e ancora! Qui c'è una classica faccinata cortometraggiosa con Sgrizzo e Paperoga. Ne fece di molto migliori, però, va detto.

    Paperino e il Dribbling del Tombino (Ronaldo-Cordara/Camboni). Rieccoci con una storia di quel genere là che non mi piace proprio. E che ancora una volta mi lascia dubbi su quale potesse essere il vero stile di Cordara, autore che sto vedendo solo in abbinamento ad altri nomi. In questo caso il risultato non è affatto buono come con la storia della Tamaro. Questo passato farlocco con tutti i personaggi bambini insieme, questo appiattimento della personalità di tutti, relegata ai soliti cliché, questa enfasi data ad una narrazione che... viene volutamente lasciata in sospeso. Ecco un brutto modo di intendere il fumetto Disney.

    Paperino Paperotto e il Giorno più Duro. (Fasano/Barbucci). E questa è una gemma. Un piccolo capolavoro di spontaneità, che dimostra quanta arte ci fosse nel progetto pp8 agli albori. Barbucci rende il tutto animatissimo, mentre la quotidianità di un piccolo paperino ci viene raccontata con grinta e intelligenza. E' tutto molto autentico e vero, negli scambi, negli scherzetti e soprattutto nelle scazzottate da cortile. La serie avrebbe perso quasi subito questa verve, va detto, pur producendo cose ottime sia pur con altri stili. Intanto qui ci hanno fatto riscoprire 17 pagine di pura poesia.

    Paperino e l'Ospitalità Aliena (Panaro/Lavoradori). Pico e Paperino vanno ospiti in un pianeta alieno. Ogni volta che si ritrovano davanti ad un marchingegno Pico dice che vuole aggiustarlo perché ha una laurea e poi invece succede un disastro. E i danni li paga l'alieno che li ospita. Ripetere la stessa scena una decina di volte per 35 tavole. Io questa non la chiamo narrazione, la chiamo truffa. Capisco il volerci mostrare Lavoradori, ma sono certo che c'era di meglio.

    Il Segreto di Nonno Bassotto (Pandini/Scala). Rieccoci al solito punto. Le storie sensazionalistiche di quest'epoca, incentrate sul background dei personaggi e che a meno di grandi genialità si traducevano in grandi fail. Qui abbiamo un win, per quel che mi riguarda. E' una storia rispettosa, delicata, con una bella trovata finale.


    Vol. 21 - 2000

    Ed eccoci al 2000 e si inizia il periodo Muci, con un volume niente male. Sono abbastanza incattivito dal fatto che la galleria delle copertine sia diventata una sterile elencazione di cicli di tavole autoconclusive irrilevanti. C'è sicuramente di meglio da dire, piuttosto che fare filologia sul nulla.

    Zio Paperone e la Videopass (Gentina/Mottura). Caruccia anche se non eccellente o particolarmente rappresentativa. Si legge con piacere e stupisce il finale lineare in cui non avviene nessun colpo di scena "negativo" che privi Paperone del suo diamantone. E considerato che la cosa mi ha sorpreso, direi che è giusto così.

    Topolino e la villa dei misteri (Mezzavilla/Cavazzano). Grande, grandissimo Mezzavilla, che quando l'epoca delle sperimentazioni era ancora da venire proponeva storie mature e intelligenti. Questa in particolare mi ha sempre colpito, pur sembrandomi un po' troppo vaga e "incompiuta". Il punto è che il suo bello è proprio qui (E nella caratterizzazione folle della ragazza trolleggiante). Pinsù mi ha sempre fatto scendere la lacrimuccia.

    Topolino e le Cronache della Frontiera: L'Era della Giovinezza (Pezzin/Barbaro). Altra saga di Pezzin, senza dubbio una di quelle che seppe osare di più. Non una semplice galleria di storie autoconclusive, ma una vera e propria epopea spaziale di formazione. Qualche debolezza qua e là, ma anche tanto bellissimo materiale insolito per il fumetto Disney. E' un bene che la si sia voluta ricordare, ma qui più che in tante altre si avverte il senso di incompiutezza. Non era una saga di episodi estrapolabili, questa.

    Topolino e l'Esploratore Millenario (Artibani-Arena/Ziche). Grande, grandissimo Artibani con le sue storie maxi che trasudano onestà e imponenza. Dirò un'eresia ma non trovo che darla alla Ziche sia stata la scelta più azzeccata. Questa è una storia complessa e con un registro serio, non una storia demenziale. E' comunque venuta molto bene, però. Voglio altro Artibani, su.

    Ok Paperinik: Fuori Servizio (Artibani/Barbucci). Oh, ecco altro Artibani. Che sulle brevi si conferma il grande professionista che è. Le fa simpatiche, divertenti e rispettose, dimostrando di saper gestire un settore in cui altri combinano disastri. Triste invece che io non abbia riconosciuto lo stile di Barbucci. Che gli era successo?

    Un Disastro di Cugino (Savini/Leghziel). Le autoconclusive ci volevano proprio. Trovo che sia più che giusto per dare una spruzzata del panorama generale. E queste di Savini sono pure ben riuscite.

    Da Non prendere Troppo alla Lettera (Coppola). Coppola autore completo è interessante, anche se avrei preferito tanto bel Faccini. Va detto che anche queste si dimostrano più spiritose e inventive di quelle che il topo propone oggi.
  • E recuperiamo tutto in vista del gran finale della collana!

    Vol. 22 - 2001

    Topolino, Manetta e... gli Ultimi dell'Anno (Faraci/Cavazzano). Questa storia è un gioiello, punto. Ritmo, battute, inventiva, atmosfera, bella morale. Leggerla ipnotizza. E' davvero un dispiacere che non sia mai stata opportunamente celebrata, mediante inserimento in una delle tante versioni dell'antologia di Faraci. Va assolutamente riscoperta!

    Paperino nel Bum Dipinto di Bum (Mastantuono). Simpatica, con i suoi riferimenti a Bonaventura. Inserimento che ho apprezzato :)

    Mickey e i Due Cuochi (Zironi). Sempre trovata strana, quasi disturbante. Sono certo che l'effetto sia voluto, ma penso che per apprezzarla appieno servisse conoscere la fonte, e io non la conosco.

    Un Giorno Perfetto (Palazzi). Palazzi autore completo alle prese con una storia muta. Esperimento che ho trovato decisamente apprezzabile.

    Le Storie della Baia - Intrigo a Duckport (Savini/Camboni). Altro inserimento decisamente rappresentativo e apprezzabile. Questa serie era davvero caruccia e piena d'atmosfera, ed è un vero peccato che andando avanti si sia un po' persa per strada, altrimenti sarebbe stata perfetta per essere raccolta nella Definitive.

    Topolino e Pippo in I Due Mariachi (Savini/Ferraris). E' una storia molto famosa, che ha avuto anche un sequel... solo che boh. Mai capito i motivi di tutto questo fermento. La trovo debolina e dai risvolti un po' forzati, devo dire. Leggerla subito dopo la Baia poi me l'ha fatta apprezzare decisamente poco.


    Vol. 23 - 2002

    Topo-San e i Guerrieri D'Oriente (Goria/Sciarrone). Uhm. Non l'avrei tenuta come piatto forte. Ottimo Sciarrone, e buone anche le premesse, decisamente di respiro. Poi però ci si affloscia di brutto andando avanti, con trovate che vanno dal prevedibile al puerile. Delusione, per me.

    La Storia Vista da Topolino: Il Segreto di Venezia (Pezzin/Mottura). Tutt'altra classe quel Pezzin! Bella, bellissima. Sviluppi originali, tanta atmosfera, e quel tocco "educational" molto ben celato che non guasta la lettura.

    Paperino Paperotto e l'Antiorologio di Babbo Natale (Ambrosio/Soffritti). Sbof, peccato. Non che fosse partita male, dopotutto il giochetto di parallelismi tra mondo adulto e mondo dei bambini sembrava preludere a qualcosa di valido. Peccato che poi tutto vada a parare nel solito territorio action/fiappo a target ristretto tipico dell'autore.

    Le Tops Stories: Topolino e le Pergamene di Alessandria. (Pezzin/De Vita). Mi è piaciuta un po' meno questa, forse perché ho sempre avvertito la serie come "monca", in attesa di un finale, una risoluzione cumulativa che non arrivò mai. Però ovviamente gran classe anche qui. Nutrirci di Pezzin è l'idea migliore per sopravvivere a questi anni di magra.


    Vol. 24 - 2003

    Topolino e le Bizzarrie di Neoville. (Casty/De Vita). E sul settimanale arriva Casty. E me lo ricordo bene quando arrivò. Perché l'odore di buono l'ho sentito sin dalla prima storia, che è diventato buonissimo con la seconda e così via, fino ad oggi, epoca in cui è considerato un vero mito. E se è un mito è anche perché ha saputo esserlo in modo omogeneo, non permettendosi nemmeno una storia che non fosse perlomeno bella. E questa seconda sua storia ci dice già tutto di lui: divertente, brillante, ritmato. Geniale, Casty.

    La Storia Vista da Topolino: La Ville Lumiere (Pezzin/Mottura). Un bellissimo Topolino che cerca di farsi strada insieme ad un bellissimo Pippo. E il lettore lo accompagna, facendosi coinvolgere dall'avventura. Non poteva fare di meglio Pezzin con questo episodio del ciclo. Trovo che l'inserimento del gialletto finale non servisse nemmeno, la storia era bella già così.

    Topolino e il Viaggio Lungo un Sogno (Macchetto/Perina). Oh. Bella questa. Se al giorno d'oggi gli stilemi macchettiani si sono ingigantiti sempre più, al punto che le sue storie sembrano delle semplici filastrocche a basso target, c'è stato un tempo in cui questo suo approccio era invece del tutto funzionale alla narrazione. Che coinvolge, devo dire. Ed emoziona :)

    Topet il Commissario - Il Caso di Villa Danar (Macchetto/Cavazzano). Come sopra. Ancora un Macchetto d'annata, con guizzi, brio e tante buone idee.

    Paperino e Paperoga Agenti PIA: Missione Neve Volante (Nigro/Pastrovicchio). Spero sia stata inserita solo per rappresentanza, perché roba così insipida fa davvero male all'insieme.

    Strani Giorni: Senza Soluzioni / Sfrenata Allegria (Enna/Freccero). Ho un po' di imbarazzo nel commentare queste due storielline. Bruno è un grande autore, un grandissimo e ai giorni nostri ha saputo sfornare alcune storie veramente belle e azzeccate. E gli voglio un gran bene. Ma spero non mi voglia male lui, se dico di aver trovato questa miniserie del tutto sbagliata. Questo per diversi motivi. 1) Il concetto di base. Prendere il personaggio e capovolgerlo per un giorno potrà sembrare intrigante ma si è visto a cosa ha portato. Al nulla cosmico, quando non alla deriva macchiettistica di un sacco di personaggi. Una moda davvero evitabile nell'ottica di dare solidità e "senso" a queste figure. 2) il modo in cui è attuato il rovesciamento. Topolino diventa "senza soluzioni" per un pretesto davvero futile, mentre Paperino che ride è del tutto in character, altro che rovesciamento. 3) lo svolgimento. Si tratta di schidionate poco divertenti, in sostanza. Poca cosa, eh. Che scompare di fronte a ciò che Enna dimostrò dopo, solo che un po' ci sono rimasto, ecco. Non ricordavo.
  • Vol. 25 - 2004

    Iniziano i numeri Casty-centrici!

    Topolino e il Segreto della Balena Nera (Casty/Cavazzano). Più Casty c'è, meglio è. La storia è magnifica, una di quelle che all'epoca già suggerivano che Casty aveva in mente qualcosa per Topolino. Magari però sarebbe stato meglio sceglierne una che non fosse appena apparsa nel monografico di Casty, la Platinum Edition. Tanto quando si tratta di lui sono belle TUTTE, quindi non è che trovarne un'altra sarebbe stato tanto difficile, no?

    Paperi nella Torre (Bosco/Ziche). Ricordo che all'epoca questa storia confuse abbastanza le idee. All'apparenza era una delle classiche saghe zichiane tipo la Papernovela, e invece no, lo sceneggiatore era un altro, e la mano diversa si sentiva. Poi questo di Bosco divenne un filone a sé e ad oggi è difficile non distinguerlo, visto anche l'arrivo della Pink Edition a breve. La storia è caruccia nel suo voler inserire tutti i personaggi con naturalezza, anche se ogni colpo di scena è ampiamente prevedibile (all'epoca sia Umperio che Ciccio li si sgamò subitissimo).

    Mago Ciccio e la Fata Sospirata (Macchetto/Urbano). Iniziano le cose minori. E in questo caso devo dire che è una minore leggibile. L'abuso di Ciccio di quegli anni me lo ricordavo più molesto, ma preso a piccole dosi ci si sopravvive.

    Paperut Industriale nell'Era Glaciale (Gentina/Gottardo). Altro filone che all'epoca mi stancava. E che riletto a mente fredda è risultato... onesto, dai. Capisco anche qui l'inserimento.

    Topolino e gli Scherzodollari (Casty/Camboni). Seconda castyana del numero, un estroso divertissement. Come sempre molto valido. Forse preferivo la Scherzelletta, però :P


    Vol. 26 - 2005

    Tre Casty e un Bottaro. No Cioé.

    Topolino e le Regolissime del Guazzabù (Casty/De Vita). Un grande classicone del Casty, bella da impazzire. In più c'è il fatto che è con questa storia che è emerso il lato "walshano" dell'autore, con quella narrazione fatta di gag sincopate che richiamano il ritmo delle strisce di Gottfredson.

    Topolino e il Dono di Xamoc (Casty/Cavazzano). Altro pezzo grosso! Il ritorno di Eurasia non poteva avvenire in una storia più bella. C'è poco da dire, se la qualità è questa ben venga lo sbilanciamento.

    Paperino Paperotto e l'Altalena del Tempo (Valentini/Perissinotto). La minore del volume. Dignitosa, va detto.

    Topolino e le Macchine Ribelli (Casty). Ed ecco il primo Casty autore completo di sempre. Una fiaba tenera e bizzarra che in un certo senso impostò lo stile di molte delle successive storie da autore completo. E' stato un vero piacere ritrovarla qui.

    Pippo e la Corona delle Streghe (Bottaro). L'inserimento che non ti aspetti. Che gradevole sorpresa, l'ultima bottarata mai apparsa sul Topo! Storia bizzarra, eh, ma ha quella bellissima chiosa in cui lo stesso autore mette fine al tormentone da lui iniziato tanto tempo prima. Sarebbe bello che ci si ricordasse che questa fine è arrivata, prima di riesumare in futuro il ciclo, nevvero?
  • Valerio ha scritto: Strani Giorni: Senza Soluzioni / Sfrenata Allegria (Enna/Freccero). Ho un po' di imbarazzo nel commentare queste due storielline. Bruno è un grande autore, un grandissimo e ai giorni nostri ha saputo sfornare alcune storie veramente belle e azzeccate. E gli voglio un gran bene. Ma spero non mi voglia male lui, se dico di aver trovato questa miniserie del tutto sbagliata. Questo per diversi motivi. 1) Il concetto di base. Prendere il personaggio e capovolgerlo per un giorno potrà sembrare intrigante ma si è visto a cosa ha portato. Al nulla cosmico, quando non alla deriva macchiettistica di un sacco di personaggi. Una moda davvero evitabile nell'ottica di dare solidità e "senso" a queste figure. 2) il modo in cui è attuato il rovesciamento. Topolino diventa "senza soluzioni" per un pretesto davvero futile, mentre Paperino che ride è del tutto in character, altro che rovesciamento. 3) lo svolgimento. Si tratta di schidionate poco divertenti, in sostanza. Poca cosa, eh. Che scompare di fronte a ciò che Enna dimostrò dopo, solo che un po' ci sono rimasto, ecco. Non ricordavo.
    Lol, ma cosa?
    Mi ricordo bene le 4 storie di quella serie, e le avevo trovate tutte geniali e, soprattutto, davvero divertenti, semplicemente divertenti, efficacemente divertenti.
    Qualcuna più, qualcuna meno eh... quella di Pippo vigile urbano era forse la più gratuita, ma le altre tre erano godibilissime: brevi, fulminanti e ironiche.
    Quella di Paperino in preda alla risata è la migliore, tanto più che io non vedevo per forza il presupposto del ribaltamento caratteriale, a dispetto della didascalia introduttiva: strani giorni, semplicemente giorni in cui succede qualcosa di strano perché eccessivo, estremo, folle. Le scene di Paperino che ride sguaiatamente, grazie poi ai bei disegni di Freccero, sono qualcosa che mi porto dietro da più di 10 anni e ricordo sempre col sorriso sulle labbra.
    Erano storielle senza pretesa, ma perfettamente riuscite nel loro scopo: Enna ha sempre avuto l'abilità di scrivere sceneggiature sia gustosamente divertenti che appassionatamente profonde, e queste 4 brevi rientrano a pieno titolo nel primo caso.
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  • Vol. 27 - 2006

    Erano anni con molto Casty, ed è quindi del tutto naturale che l'albo lo dimostri, proponendo altre tre storie di Casty.

    Topolino e il Dominatore delle Nuvole (Casty/Cavazzano). Uno dei suoi più grandi capolavori, che segna anche la fine della sua collaborazione con Cavazzano. E devo dire che il Cavazza non è il solito Cavazza che troviamo oggi nelle copertine, quello di Paperino con il becco aperto. E' un Cavazza che ci tiene e che ci crede, basta vedere come disegna Macchia Nera, sia la versione fisica che quella nuvolosa.

    Topolino e Pippo Cittadini del Nulla (Casty/Gervasio). Altro Casty che all'epoca seppe colpirmi. Il Casty delle situazioni bizzarre e inquietanti (la scena della panchina) e quello delle tecnospiegazioni brillanti (il copincollaggio).

    Pipwolf e il Mistero di Villa Templeton (Macchetto/Palazzi). Funziona. Sì, le storie di Pipwolf magari mantengono traccia di quell'infantilismo tipico di X-Mickey, ma Macchetto riesce a portare a termine la storia con trovate brillanti che funzionano bene, tipo il giochetto dei soprammobili. Una di questo ciclo ci voleva, dai.

    Zio Paperone e il Rigore Lungo Due Settimane (Amendola). Minore, ovviamente. Ma innocua.

    Topolino e la Città Taciturna (Casty). Se non sbaglio è la seconda storia di Casty come autore completo, e la prima che in queste vesti ripercorre direttamente le orme di Walsh e Gottfredson. E il risultato è davvero ottimo. Divertente, ricca di trovate e gag visive. Fumetto d'autore.


    Vol. 28 - 2007

    E Casty inizia a perdere terreno.

    Topolino e la Neve Spazzastoria (Casty). Geniale sia per quanto riguarda la trama, sia per quanto riguarda l'impostazione grafica. Casty è uno dei pochissimi ad aver colto Eta Beta, disegnandolo con la sua mimica originale, senza farlo diventare il Puffo che vediamo oggi sul settimanale.

    Il Ritorno di Paperinika (Secchi/Mangiatordi). Personaggio del cavolo, eh. Però questo ritorno mi è sempre piaciuto. Secchi fa un gran bel lavoro, coerente e valorizzante, mentre Mangiatordi fa il resto. Inserimento che approvissimo.

    Umperio Bogarto e il Tipo Molto Sospetto (Panaro/Gorlero). Ehm, no dai. Che noia, che prevedibile. Che senso ha infilarla a muzzo? Cosa dovrebbe rappresentare?

    Paperinik e il Ritorno di Mr. Invisible (Salati/Vian). Validissima, a mio parere. Salati fa un bellissimo uso delle didascalie, e la storia ha ritmo e trovate molto intelligenti.

    Paperetto Canaletto e il Ritratto del Doge (Gagnor/Dalla Santa). Non l'ho trovata molto brillante, ma non si può certo dire che non sia elaborata. Di Gagnor preferisco altro, però.

    Tutti i Milioni di Paperone: Il Mio Decimo Milione (Vitaliano/Mazzarello). Non è il miglior milione, ma è la storia dove Fausto mi citò e quindi non posso non esserci affezionato :)


    Vol. 29 - 2008

    Per la prima volta Casty è fuori dai giochi.

    La Vera Storia di Novecento (Faraci/Cavazzano). Straordinaria, punto. E non voglio sentire "eh ma però". Non è sopravvalutata, è bella e basta. Forse il meglio prodotto dal recente Faraci. E tacciamo di Cavazzano, va'.

    Paperino, Paperoga e il Principe del Gossip (Ferraris). Davvero poco significativa.

    Zio Paperone e il Sensore Antidisturbatori (Panaro/Marini). Formuletta. Archimede fa l'invenzione, Paperone fa l'affarone, i Paperopolesi in ribellione e poi Paperone arrabbiatone. Yawn.

    Pa-Per-Hyn e il Gran Librone delle Risposte (Vitaliano/Mottura). Bella questa! Insieme a Novecento è la migliore del numero. Fausto con qualcosa da dire, che per giunta lo dice bene. Si ride, e per benino senza svaccare, e poi si riflette pure. Non poco, non poco.

    Ultraheroes: Quadrifoglio e l'Alba di un Nuovo Eroe (Ferrari/Urbano). Gastone ama vantarsi. Molte storie recenti se lo sono dimenticato, ma questa storia non se lo dimentica e quindi si salva in corner dalla cosa terribile che concettualmente poteva essere.


    Vol. 30 - 2009

    Doubleduck: Total Reset Button (Bosco/D'Ippolito). Bosco è uno sceneggiatore molto tecnico. La storia scorre via bene, devo dire. Inserire DD era chiaramente doveroso, peccato che la storia sia leggibile a sé fino a un certo punto, dato l'evidente cliffanger.

    Topolino e le Borbottiglie di Avaloa (Casty). Ecco Casty! Una storia ricca di ogni cosa, dalla poesia all'azione passando per l'umorismo. E anche tanto ben disegnata. E' un omaggio a Cimino, ed era stata inclusa già di recente nella Platinum, per cui magari non era l'inserimento migliore per quest'occasione. Ma si perdona. Un capolavoro è un capolavoro.

    Gastone, Paperino e l'Iperfortuna Incontrollabile (Cabella/Palazzi). Come tutte le storie che giocano troppo coi cliché dei personaggi, l'ho trovata trascurabile. E prevedibile.

    Una Notte con Paperinik (Faccini). Faccini mancava, devo dire. E per fortuna che c'è, dato che le sue storie sono stupende. Graficamente bellissime, divertentissime, una lezione di fumetto con la F maiuscola. E basta vedere l'ultima vignetta di questa per rendersene conto.

    Wizards of Mickey - Le Leggende Perdute: Il Castello dell'Oblio (Muzzolini/Vian). Questo spinoff di WoM è molto meglio della saga principale. Questa storia in particolare è ben fatta e suggestiva.
  • Vol. 31 - 2010

    Ed è finita, finalmente. E con un numerone!

    Topolino e il Mondo di Tutor (Casty). Una delle migliori storie di Casty, e per giunta una delle meno celebrate. Un colpo da maestro inserirla qui, una chiusura in bellezza vera e propria. L'idea stessa alla base della storia, con gli animali che votano per andarsene, la scena straziante della sparizione di Pluto. Casty al massimo della forma. Anche se devo dire che passando dalle Borbottiglie a questa si nota un deciso cambio di stile grafico, che tendo a spreferire. Mutamento dovuto a Casty? A Mazzon? Boh?

    Gambadilegno e il Diamante a Ruba (Panaro/Panaro). Molto insignificante, inserimento infelice, che occupa spazio inutilmente.

    Paperalì e i 40 Babà (Ambrosio/Held). Come sopra. Capisco il voler ruotare gli autori, il presentare di tutto un po', ma ricordiamoci che questi volumi sarebbero pensati per le librerie, non ha molto senso consegnare ai posteri roba troppo minore.

    P.D.P. Economics: Consumo e Risparmio/Prezzi e Mercati (Bosco/Del Conte). Due brevi. E' vero che sono un po' tecniche, ma le ho apprezzate. La formuletta delle brevi di Bosco secondo me funziona, che la si applichi al cinema, alle pillole di Pico o a quelle di Paperone. Sono un prodotto con un senso.

    Galileo e l'Albero della Scienza (Macchetto/Mottura). Un buon inserimento, devo dire. Lo stile di Macchetto ricorda un po' una canzone: le sue sceneggiature seguono ritmi precisi, fatti di pause, cantilene e ritornelli. Non è un male, almeno fino a che questa cosa non diventa praticamente l'unico tratto ad emergere dalla sua produzione. Qui c'è anche qualcos'altro, una serie di situazioni un po' scollegate ma interessanti. Una chiusura di cui non mi lamento.


    E adesso qualche considerazione generale sull'opera.

    Io mi ritengo generalmente soddisfatto. E' stata ripercorsa la storia di Topolino, variando molto il menu e questo è un bene. Penso che sarebbe stato meglio però puntare di più sulla qualità anche per quanto riguarda le riempitive, per evitare di dover per forza presentare materiale insignificante. Perché diciamo che tra filologia e qualità è meglio sempre la seconda.

    E' vero e lo riconosco: non mi sono lamentato troppo quando negli anni 80 le riempitive riguardavano le brevi estere. Per quale motivo allora lamentarmi delle riempitive italiane, che qualitativamente non è che siano peggio? Per un motivo molto semplice: le vecchie brevi erano prodotte in altri paesi, avevano un'impostazione diversa e personaggi diversi. Non presentarle avrebbe privato di una componente magari non bella ma significativa del panorama fumettistico disneyano. Ma con la fine del materiale estero e l'avvio di una produzione italiana a tutto tondo e incentrata unicamente sul Calisota queste differenze si riducono: il filone produttivo diventa essenzialmente lo stesso, e a fare la differenza tra una storia e l'altra è la bravura dell'autore. Indipercui avrei preferito un trattamento più meritocratico. Poi capisco che ci siano anche questioni di foliazione da rispettare, e che non si volesse scontentare molti autori. Per cui il boccone amarotico lo ingoio volentieri.

    Un po' peggio i redazionali. Le intro iniziali le ho trovate disordinate, incongruenti e piene di inesattezze e imprecisioni. Nei primi numeri si tentava di inquadrare storicamente l'anno, poi si è passati a parlare solo delle uscite Disney, poi si è integrato anche l'elenco discorsivo delle storie presenti nell'albo. Spesso venivano citate cose che personalmente ritengo trascurabili, mescolando le nozioni in un pastiche di cui vedo poco il senso. Nella stessa lista erano spesso presenti uscite nuove e riedizioni cinematografiche, e spesso nemmeno la differenza produttiva tra WDAS, DisneyToon e Pixar veniva menzionata. Lo scivolone di Brandy e Mr. Whiskers poi è stato particolarmente pesante: la serie è stata descritta nel dettaglio due volte, sia nel 1995 che nel 2005. In tutto questo i "come eravamo" spiccavano per estraneità al tono dell'opera: pagine sportive scritte da giornalisti sportivi in gergo sportivo che stonavano non poco. E della galleria delle copertine non si può certo parlare bene: un'elencazione compulsiva di cicli di autoconclusive prive di alcuna rilevanza. Per non parlare della segnalazione dell'esordio di qualsiasi autore anche insignificante che avesse mai lavorato al giornale. Si potevano utilizzare quelle poche righe in modo decisamente più utile e informativo. La paura è che la critica disneyana si stia svuotando del suo stesso significato, ritorcendosi su sé stessa.
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