[Allegati RCS] Topolino Story (Prima e Seconda Serie)

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Zio Paperone e la terra di luna (Pezzin/De Vita): Carina, fresca, dinamica, allegra e divertente. Pezziniana insomma. Non un must ma per nulla sgradita.

    Moby Duck e lo specchio magico (Evanier/Wright): Era proprio necessaria? Moby Duck c'era gia apparso nel numero precedente, perchè riproporlo. La storia è migliore delle due già proposte, non che ci volesse molto. L'unica cosa che si salva sono le risposte dello specchio, mi hanno fatto sorridere.

    Sandopaper e la perla di Labuan (Gazzarri/Carpi): Ecco il must che mancava e che tira su notevolmente l'albo. Non avevo mai avuto il piacere di leggerla. L'intreccio non sarà chissà cosa ma le gag sono una migliore dell'altra. Da Paperino che si fa sparare dal cannone (scena poi ripresa da Boschi in Topolino 60 anni insieme) alla dea Kalì che sculaccia i Bassotthugs, passando per una Paperanna assai loquace. Parodia fino al midollo. Peccato che l'introduzione con Yanez non sia stata ripresa nel finale. E peccato anche che TS non vivrà tanto a lungo da pubblicarne il seguito: Le due Tigri.

    Com'eravamo su Seveso e scheda su Basettoni.

    Non approvo del tutto l'idea del compromesso in questi ultimi numeri tra pubblicazione equa e pubblicazione di must. Ma penso che sia un problema mio. Il numero è valido.

    <hr>
    Vol. 29 - 1977

    A un passo dalla fine questo numero ci propone solo 4 storie di cui una lunga, una breve una media e una di Scarpa.

    Zio Paperone e la nuova glaciazione (Pezzin/Cavazzano): Carina. Ma siamo sicuri che meritasse due episodi? Vabbè meglio un tempo , in cui erano più generosi, che oggi. Curioso il fatto che i bassotti appaiano solo in una piccola parentesi...

    Pippo Fulton e il battello a vapore (Howard/Urtiàga): Simpatica ma risparmiabile. Ma la serie Goofy Classics non comprendeva anche storie più lunghe?

    Zio Paperone e il dollaro crescente (Martina/Scapa): Inserita solo come pretesto per presentare Scala (l'avessero fatto decentemente nell'articolo introduttivo, poi...) mette in luce uno dei princpiali difetti di Martina. La storia infatti vira a destra e a manca continuando a cambiare argomento prima di trovare il tema definitivo, come in un episodio delle ultime stagioni dei simpson. Come altre sue storie ha quindi il difetto di non essere del tutto compatta.

    Topolino e il Pippo-Lupo (Scarpa): Un gradevolissimo Scarpa recente, e la prima apparizione di Plottigat. Esauriente l'articolo imntroduttivo sugli scenziati pazzi Disney. La storia non si può dire una delle migliori del maestro ma rimane sempre gradevole e divertente.

    Il come eravamo su Chaplin mi ha colpito. Un artista in un certo qual modo collegato a Walt. Ho molto apprezzato l'aver riportato le vignette conclusive di Topolino e la fabbrica dei sogni di Mezzavilla/Cavazzano in cui Topolino lo incontra. Ottimo.
    La Scheda è su Edi.

    Un numero buono, non eccezionale ma buono.

    <hr>
    Vol. 30 - 1978

    Ultimo numero di Topolino Story. Non lo definirei però un gran finale.
    Ma veniamo al dettaglio:

    Eta Beta e il fiuto ultrafenomenale (Dalmasso/Cavazzano): C'è chi dice che Dalmasso non meritasse. Io dico, magari non merita più di tanti altri, ma se lo volevano mettere potevano inserirlo in qualche numero più antico. Inserirlo adesso ha un che di anacronitico. E lo sarebbe stato inserire ADESSO anche Pier Lorenzo de Vita (che pure meritava un po' di più).
    La storia in sè è carina, anche se il soggetto non brilla certo per originalità. Ma la sceneggiatura è scorrevole, e i ritmi sono da cortometraggio. Eta Beta è un alieno -.-, ma i suoi atteggiamenti sono flemmatici come nella tradizione Gottfredsoniana. Se a questo aggiungiamo un Cavazzano iperdinamico si ottiene una lettura piacevole.

    Paperino e l'iniquo equo canone (Martina/Del Conte): Trovo che Martina invecchiando migliori. I rapporti tra i suoi personaggi sono sempre nagativi ma il linguaggio usato è prezioso. La storia in questione poi ha del geniale. Ed è divertentissima. Peccato per l'introduzione spoilerante.

    Topolino e Clarapatra (Howard/Strobl): NON fa parte della serie Goofy Classic. é una breve gradevolissima, con un senso del ritmo che raramente avevo visto in questo tipo di produzione. Più che una breve americana sembra una storia brasiliana. Imprevedibilmente apprezzata.

    Paperin Tarzan e il formidabile "siero-per": Ancora Martina. Questa volta è un Martina atipico perchè legato da una continuity. La storia poi è la terza di una saga. Altro punto notevole, è un Martina bonario, non c'è astio tra i personaggi e il finale è felice. Stranezza: ma alla fine Malachia e King non tornano normali?
    Cmq Cavazzano è un Dio nel tratteggiare i Coccodrilli schifati dalla trippa di Zio Paperone.

    Zio Paperone e i dollari surgelati (Pezzin/Carpi): Simpatica & divertente. Fa un po' strano che i dollari di ZP diminuiscano a piacimento delle esigenze di sceneggiatura ma non è poi così grave.

    Tony Manero nel come eravamo e scheda su Trudy.

    Conclusione: nessuna brutta storia, manca però un grande classico che possa dare l'addio al lettore.

    Ecco qua, con quest'ultima rece si considero un uomo libero.
    Topolino Story è stata un bella iniziativa, che i più pignoli potrebbero criticare. Ma penso che sia una questione di punti di vista. Chi vuole i must ha preferito i primi numeri, chi le rarità poco ristampate gli ultimi. Trovo che verso la fine abbiano cercato di raggiungere un compromesso scontentando un po' tutti, complici gli anni 70, decennio un po' sottotono. Ma in definitiva non posso che essere grato a Topolino Story, dal momento che mi ha permesso con queste striminzite recensioni di prendere una posizione definitiva nei confronti dei più disparati aspetti del disney tradizionale.
  • NON ho letto tutte le recensioni... ma ho tutta la serie...
    allora...
    bellissima idea quella di fare un'antologia cronoliga di topolino... ma davvero inarrivabile!!!insomma 7 euro a settimana sono stati un incubo!!!davvero!!!
    se continuano così, a proporre serie interessanti a questo prezzo però... non credo che rifarò una follia del genere!!!!
  • Sinceramente penso che se fosse stato quindicinale ne avremmo beneficiato un po' tutti. E anche se non in tempi brevi, spero in una seconda serie che completi l'opera. In fondo il 1978 è tutto fuorchè un traguardo interessante...
  • si... però... NON SETTIMANALE!!!! o per me può rimanere lì dov'è!!!
  • Grrodon ha scritto:Sinceramente penso che se fosse stato quindicinale ne avremmo beneficiato un po' tutti. E anche se non in tempi brevi, spero in una seconda serie che completi l'opera. In fondo il 1978 è tutto fuorchè un traguardo interessante...
    Sigh! Tutti gli anni 80 e soprattutto i meravigliosi anni 90... devono troppo farli!!
  • Non ce l'avevi a morte col prezzo, tu? :roll:
  • Grrodon ha scritto:Non ce l'avevi a morte col prezzo, tu? :roll:
    Certo che sì! E quindi?
  • Immagine

    Dopo DIECI anni esatti la Collana continua.

    E sinceramente credo proprio che, da amante della prima serie, la farò mia.
  • Vol. 1 - 1980

    E' uscito il primo numero e si sono scatenate le polemiche. Pare che infatti la collana ricalchi la sua gemella di 10 anni fa più nella forma che nei contenuti. Il problema è essenzialmente che le storie scelte sono prive di articoli introduttivi. Ci sono quelli storici, il "come eravamo", lo sguardo alle cose più importanti successe in quell'anno sia nel mondo Disney che nel mondo reale, la galleria delle copertine, ma manca una trattazione critica che spieghi come mai siano state scelte proprio queste storie. L'impressione è che questa seconda tranche di volumi sia ricaduta nella giurisdizione delle collane più leggere, che tradizionalmente il Corsera alterna a quelle rivolte ad un pubblico di intenditori, come le integrali di Barks, Gottfredson, Pk, Scarpa e appunto la prima serie di Topolino Story.

    L'esperienza di lettura rimane però piuttosto gradevole. L'idea alla base dei volumi, esattamente come dieci anni fa, è quella di fare una summa della produzione fumettistica Disney del periodo, mostrandone i picchi... e gli abissi. Sebbene io sia da sempre un sostenitore della politica "si tramandi solo il meglio", in questo caso penso che i presupposti dell'opera concedano comodamente di andare ad esplorare anche anfratti meno noti della produzione Disney. E se questi anfratti consistono in una manciata di storie brevi estere inserite tra due storie italiane di ben altra caratura, ben venga. E' esattamente come leggere un numero del Topo di un tempo. Un'esperienza discontinua ma estremamente varia.

    Paperinik e la Banda dei Dodici (Martina/Da Vita): Ottima scelta. Erano gli anni del Paperinik di Martina quelli, che qui è in formissima. Sono infatti convinto che il Martina migliore sia proprio quello di questa tarda fase produttiva. Da notare che la storia non racconta niente di che e che occupa persino due tempi. Eppure la si beve, e scende in gola come un bicchiere di succo di frutta. Bello fresco, per giunta. Saranno i dialoghi brillanti, l'umorismo che pervade ogni situazione o il ritmo impeccabile della sceneggiatura. Buffo come pur nel 1980 Martina non conoscesse ancora concetti ormai diffusi come il Deposito e Nonno Bassotto, a cui si riferisce con un improbabile "padrino", lasciando al povero De Vita il compito di uniformarlo graficamente al personaggio che i lettori già conoscevano.

    Ezechiele Lupo e la Giornata da Incubo (Nozfiger/Jaime Diaz Studio): E non poteva mancare una storiella di Ezechiele, addentrandoci negli abissi delle brevi estere. A differenza di tanti altri universi insipidi, ho sempre trovato quello di Ezechiele e Lupetto un mondo narrativo che qualcosina da dire ce l'aveva, data la grande simpatia del Lupo e la situazione che lo vuole come un frustrato padre, intento a dare lezioni di machismo ad un figlioletto fricchettone. Quindi per quel che mi riguarda queste storie sono fra le poche che ritengo realmente le benvenute, quando si tratta di brevi estere. La storia, specie sotto il lato grafico, non brilla di certo e la trama non è niente di nuovo. Ma un sorriso me l'ha strappato e penso che il suo lavoro fosse quello.

    Pippo e l'Errore Provvidenziale (Murry): Ed ecco un altro bel pezzo di storia del fumetto Disney. L'Abisso, nella sua forma più beffarda. Macchietta Nera, un Pippo minorato, un Topolino simpatico come il puzzo dei piedi e un "caso" privo di alcun interesse e risolto tramite una gag che non fa ridere. E la media qualitativa era questa. Materiale che - se collocato in un contesto come questo - tramanderei volentieri perché, se realmente vogliamo progredire, certe cose non vanno dimenticate.

    I Bassotti Spendaccioni della Costa (Manning): Non particolarmente interessante, di certo non ben disegnata, eppure una sua onestà penso che ce l'abbia. Non è un plot tanto meno elaborato di tante storie brevi sui Bassotti che al giorno d'oggi il Topo pubblica ancora.

    Paperino e il Ballo a Rotelle (Nozfiger/Strobl): Ecco il perfetto esempio per capire come mai Barks era un genio. Questa storia attinge allo stesso campionario di situazioni, allo stesso set di personaggi delle sue tenpage di Walt Disney's Comics and Stories, eppure i risultati sono ben diversi e ogni vignetta che compone questa storia fa a gara con la successiva, quanto a dimenticabilità.

    Topolino e la Banda del Black-Out (Salvagnini/Carpi): Ed ecco la seconda storia italiana e quindi "principale" dell'albo. Si tratta di un giallo di Salvagnini, autore che più tardi si distinguerà per cose molto più memorabili (I Mercoledì di Pippo). Cominciamo col dire che non sono mai, e ripeto mai, stato un fan del Topolino di Carpi, che ho sempre trovato piatto nella recitazione e non molto simpatico. Di Gibì ho sempre apprezzato invece il resto dei personaggi, paperi in primis, per tacer del suo stile "decorativo". Il gialletto in questione è semplice, scritto con mestiere, ma veramente poco incisivo. Apprezzabile il colpo di scena finale, ma nel complesso si tratta di una storia piuttosto dimenticabile, alla quale si sarebbe potuto sostituire qualcosa di migliore. Trovo giusto però che anche una storia del genere abbia trovato spazio nella collana, mostrando onestamente quali fossero gli stilemi della narrativa Disney dell'epoca.

    Insomma, collana che penso continuerò a seguire con curiosità. La sua impostazione tende a farmi perdonare le brutte storie molto più che in altri casi. E in un certo senso la trovo una collana "di studio" molto più delle integrali che l'hanno preceduta, che invece proponevano esclusivamente il meglio (Scarpa a parte) del fumetto Disney.
  • E' uscito il doppio numerone con i due volumi! E devo dire che l'esperienza rimane pregevole. Un cocktail Disney di storie belle e brutte che però collocate nel loro giusto contesto non stonano per niente. Anche perché strutturalmente il tutto si alterna molto bene.

    Vol. 0 - 1979

    Ecco il volume che fa da collante con la precedente collana. Come sempre ottimo l'articolo iniziale...anche se definire Peter Pan l'undicesimo film animato Disney quando ufficialmente è il quattordicesimo non so quanto possa giovare. Sicuramente un senso per questa "conta" differente c'è, ma non mi pare il caso di riproporla al giorno d'oggi, in cui finalmente si hanno certezze in questo campo.

    Zio Paperone e la Guerra Culinaria (Salvagnini/Cavazzano). Sinceramente? Sono sempre stato un avversatore degli avversatori delle ricolorazioni tipo quelle di Paperino Mese, che a me sono sempre piaciute. Ma se 10 anni fa abbiamo dovuto patire Barks e Gottfredson massacrati e rimontati in virtù della filologia, visto che così erano apparsi sul libretto, non vedo perché qui debba andare diversamente. La storia comunque non l'ho apprezzata granché. I ritmi li ho trovati blandi e la vicenda piuttosto insipida, devo dire.

    Paperin-Tarzan e il Sentiero degli Elefanti (Martina/Carpi). Bella! Martina è proprio in forma in questo periodo. La vicenda è trascurabile, ma si legge che è un piacere, dato che come sempre nelle storie di questa fase produttiva, il Professore è più frizzante che mai. Lascia un po' straniti pensare che sia stata inclusa la terza parte di una trilogia, quando forse c'era materiale decisamente più one shot, ma dopotutto si è fatta leggere molto bene.

    Bambi e la Voce Incontrollata (Nofziger/Bradbury). LOL. Sempre trovate demenziali le storie di questo periodo ambientate nel bosco, in cui si incrociano personaggi provenienti dagli universi più disparati, con la scusa del "territorio neutro". Qui abbiamo la ghenga di Bambi, di Song of the South e persino Cip e Ciop. E la trama è ugualmente - e a questo punto credo pure volutamente - demenziale. Pretese zero, serietà zero, eppure un suo senso perverso una produzione del genere nell'insieme ce l'ha.

    Cip & Ciop e il Cugino Invadente (Nofziger/Bradbury). Se si sorvola sui disegni a dir poco imbarazzanti, la storiella si lascia leggere. Sa un po' di parabola, e senza dubbio avrebbe aiutato se i due chipmunk non avessero avuto i colori invertiti, tuttavia ho trovato la sua presenza nell'albo azzeccata. Sì, credo che storielle del genere si giochino il ruolo di "riempitive" molto meglio di tanto materiale nostrano prodotto in mezzo all'albo. Se non altro sono oneste.

    Topolino e l'Enigma di Mu (De Vita). Se Massimo De Vita non avesse fatto l'autore completo solo occasionalmente forse oggi il fumetto Disney avrebbe un maggior numero di perle da scoprire. Non c'è che dire, è proprio bravo. Una storia complessa, lunga, divertente e importante, per la sua introduzione del personaggio di Zapotec. Gli influssi gottfredsoniani (la caratterizzazione della new entry) e barksiani (la caccia al tesoro, l'epilogo simile al Cimiero Vichingo) dimostrano che De Vita conosce i capisaldi del fumetto Disney e come riprodurne il feeling. Intelligentissima come scelta.


    Vol. 2 - 1981

    Altro numero interessante.

    Paperino e l'Eredita di Babe (De Vita). Ancora De Vita autore completo con una caccia al tesoro di Paperino. Più frammentaria e facilona dell'Enigma di Mu, dato che segue pedissequamente alcune tappe del viaggio dei paperi per saltarne invece altre, ma nel complesso gradevole e divertente.

    L'Asinello (Alvarado). L'adattamento di questo straordinario mediometraggio. Non si tratterà di un adattamento disegnato benissimo, ma è scorrevole e "adattato" quanto basta da farsi leggere come un fumetto. Ma soprattutto è importante la sua presenza nella selezione, perché aiuta più di ogni altra cosa a gettare uno sguardo a quanto contemporaneamente usciva di Disney sul grande schermo.

    Il Re degli Gnomi (Alvarado). Il prode cavaliere. Ma non un prode sceneggiatore, dato che la storiellina in questione è confusa e imbarazzante.

    Topolino e il Violino Rapito (Fallberg/Jaime Diaz Studio). Ammetto che graficamente trovo la serie di Ser Lock veramente intrigante, con tutti i suoi simpaticissimi arzigogoli. Narrativamente questa storiellina si dimostra invece carente al massimo. Tutto avviene in modo forzato e senza la minima logica. E, no, non sembra voluto.

    Paperino di Bergerac (Martina/Carpi). Non conoscevo questa parodia Disney, e in effetti non è molto conosciuta. L'ho trovata divertente e deliziosa, però. RIesce ad essere fedele alla vicenda, senza risparmiare di far ghignare il lettore in puro stile Martina. Il finale "pensoso" con Paperina invece l'ho trovato strampalato... e in un certo senso malinconico. Felicissimo di averla letta.

    Topolino e la Trottola del Tempo (Martina/Asteriti). Il lato oscuro di Martina. Dopo averlo elogiato per le sue storie di paperi del periodo ecco piombare una storia degna della sua prima, sconclusionatissima fase. Pippo se ne salta fuori con una trottola che fa tornare il tempo al 1938. La aziona e l'abbigliamento e la casetta di Topolino si trasformano, ma i personaggi non sembrano accorgersene. Poi Topolino inizia ad indagare su un brutto caso insieme a Basettoni, come se nulla di tutto questo fosse successo. E il caso non c'entra assolutamente niente col presupposto di partenza. Al termine di tutto si spegne la trottola e casa di Topolino torna come prima e i personaggi realizzano la cosa. E finisce lì. Pare una storia scritta dormendo e sognando, oppure sotto una pesante sbronza.
  • Vol 3. - 1982

    Un ottimo volume questo. Belle storie, ben scelte e ben miscelate.

    Topolino e la Città di Psathura (De Vita). Ancora un altro De Vita autore completo. Pochi se ne ricordano di questa sua fase, per cui Topolino Story ha il grandissimo merito di aver pubblicato in modo quasi sequenziale una bella percentuale della sua opera da solista. E cosa scopriamo nel leggere queste storie tutte di seguito? Un autore con la A maiuscola, attento all'archeologia, all'avventura, al mistero e all'umorismo. E persino alla continuity, visto che insieme a MU questa storia costituisce un "ciclo di Zapotec" molto omogeneo. Perché non ha continuato? L'avesse fatto oggi avremmo un altro nome di tutto rispetto da aggiungere all'olimpo dei grandi continuatori di un certo tipo di fumetto Disney.

    Paperino e la Contesa della Casa (Pezzin/Chierchini). Zomma. Un Pezzin parecchio minore, dai presupposti un po' zoppicanti e gli sviluppi dispersivi. Non l'avrei scelta, complice anche la colorazione moderna, una sorta di "falso storico", come già detto avrei di gran lunga preferito vedere ai tempi dei rimontaggi di Barks/Gottfredson.

    Le Nuove Avventure di Red e Toby: La Grande Fuga (Alvarado). Approvo. Questo giro hanno infilato una sola storiellina estera, ma l'hanno scelta bene, prendendola da un corpus poco noto, ma assolutamente inerente al periodo, dato che era il Classico Disney dell'anno precedente. E se si esclude la colorazione delirante, ho trovato buona anche la storiella in sé, semplice, di poche pretese e dal sapore prettamente naturalistico.

    Topolino e il Mistero dei Satelliti (Sisti/Asteriti). Mi ha fatto una certa tenerezza vedere la storia d'esordio del buon Sisti, disegnata da un Asteriti in ottima forma. Non sarà uno degli intrecci migliori di Sisti, ma mi ha trasmesso tanto amore per il fumetto Disney, ed è interessante notare quel germe di filologia nella compresenza di Setter, Orango e dell'"Artiglio", caratteristica che non abbandonerà mai l'autore. Inserimento apprezzatissimo.

    Zio Paperone e il Ponte di Messina (Pezzin/Cavazzano). Tutt'altro Pezzin, quello di cui tutti ci ricordiamo. Quello degli affaroni di Paperone, dell'attenzione all'attualità e delle idee ficcanti. Ottima storia, divertente e intrattenevole, con quella punta di genialità che fa proprio piacere leggere. Degna conclusione di un ottimo numero.
  • Niente da dire sulla selezione delle storie, ma l'assenza delle introduzioni e delle cornicette nelle quali erano inserite (seppur forzate) mi ha indisposto e ho preso solo i primi tre volumi. Con rimpianto, perché il primo Topolino Story è stato una pietra miliare.
    Assurancetourix
  • Valerio ha scritto:Topolino e la Città di Psathura (De Vita). Ancora un altro De Vita autore completo. Pochi se ne ricordano di questa sua fase, per cui Topolino Story ha il grandissimo merito di aver pubblicato in modo quasi sequenziale una bella percentuale della sua opera da solista. E cosa scopriamo nel leggere queste storie tutte di seguito? Un autore con la A maiuscola, attento all'archeologia, all'avventura, al mistero e all'umorismo. E persino alla continuity, visto che insieme a MU questa storia costituisce un "ciclo di Zapotec" molto omogeneo. Perché non ha continuato? L'avesse fatto oggi avremmo un altro nome di tutto rispetto da aggiungere all'olimpo dei grandi continuatori di un certo tipo di fumetto Disney.
    Questa è una bomba, anche se non è affatto perfetta. Innanzitutto, la "pila di Citera" menzionata nella prima puntata non esiste. Esistono la "pila di Baghdad" e il "meccanismo di Antikythera (Anticitera)": probabilmente De Vita ha frullato le due. Inoltre il finale non è propriamente il Massimo: [spoiler]Zapotec che torna negli USA per spaventare T. e P. mascherato[/spoiler] è una cosa un po' buttata lì, e poi zac! [spoiler]d'improvviso scatta il countdown[/spoiler]... tutto abbastanza frettoloso. A parte questo, la storia conserva ancora un'atmosfera pazzesca, con un mix fra la regia di De Vita, l'inchiostratura e il colore (semisbiadito) del Topo dell'epoca degno delle migliori storie di Gottfredson (o della ligné claire franco-belga).
    Perché non ha continuato? Forse perché nello stesso anno è iniziato Martin Mystère (e alcune delle sue primissime storie sono simili a questa), e l'anno prima era uscito Indy (e in libreria c'erano Von Daeniken, Hagen, Berlitz, Kolosimo), etc. e il rischio inflazione era alto (anche se detto oggi che sta roba la trovi ad ogni angolo fa sorridere). E/o forse temeva di essere messo a paragone con tutto questo (le storie di Castelli e i film di Spielberg sono comunque materiale più elaborato di quello proposto da De Vita).


    EDIT:
    ROFTL per questo tema scolastico in cui l'autore ha plagiato De Vita. :P
    Detto fra noi, l'ho fatto anch'io (parzialmente): in seconda media plagiai spudoratamente Il flauto di Omar, uscita poche settimane prima, nella seconda puntata del mio tema a puntate.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Vol 4 - 1983

    Bel volume questo. Almeno concettualmente, perché se andiamo a guardare l'effettiva qualità delle storie è un po' meh. Però l''indice è bilanciatissimo e dà il giusto spazio a tutto e tutti.

    Zio Paperone e l'Operazione Foglia (Michelini/Cavazzano). Concettualmente grandiosa, emozionante, graficamente stupefacente. Ma a conti fatti è un po' deludente. Dialoghi didascalici, scambi semplicini, una risoluzione incoerente e "comoda", insomma ne esce come una storia... ingenua, ecco.

    Topolino in... E.B. l'extraterrestre (Payne/Asteriti). Anche questa concettualmente era interessante, se non altro perché viene considerata una "grande parodia", e sono contento del suo inserimento, anche perché è sicuramente una storia atipica, col suo rendere protagonisti personaggi "nuovi". Ma anche qui le aspettative sono falsate, e si tratta di una storiellina fiacca e priva di mordente. Manca pure un finale degno.

    Super Pippo e il Cavallone Gigante (Alvarado). Ricordate quando qui era tutta magagna? Ecco, lol, tempi del genere speriamo non giungano più, perché oggi penso sarebbe illegale concepire una storia così mal disegnata, mal sceneggiata e poco comprensibile. Ritmi sballati, passaggi poco chiari, semplicionate assortite. C'è tutto.

    Archimede e i Fagioli Giganti (Nozfiger/Strobl). Idem come sopra. Brutta da paura. E con una caratterizzazione dei personaggi così curata che Archimede è il villain. Mi convinco sempre di più che le brevi americane che realmente si salvano sono quelle ambientate nel bosco, semplici e tenerelle. Qualsiasi altra cosa è da buttare.

    Topolino e il Diabolico Dottor Talos (Chierchini). Mai stato un fan di Chierchini. Adoravo le atmosfere lugubri e gli scenari delle sue storie, accettavo di buon grado il suo stile quando di tratta di paperi ma coi topi non c'è niente da fare, troppo antipatici e legnosi. Qui però Chierchini fa l'autore completo e ci consegna una storia le cui intenzioni sono nobili. Una due tempi che richiama un po' certe storie di Gottfredson. Il livello non è quello e lo spunto banalotto, ma il tutto scorre comunque molto bene.
  • Vol. 5 - 1984

    Sì, la selezione continua ad essere buona, bilanciata, esauriente. Questo è l'anno della mia nascita, comunque :P

    Il Matrimonio di Zio Paperone (De Vita). Che bello che abbiano considerato come apripista dell'anno questo capolavoro di De Vita, ennesima riprova di quanto dietro il disegnatore ci fosse un autore completo, e che autore completo! La lezione dei grandi maestri viene rielaborata con profitto, tanto a Topolinia quanto a Paperopoli, ed ecco che De Vita imbastisce una commedia frizzante, animata, lunga e senza cali di ritmo. Una lezione sull'uso dei personaggi e di come gestire queste nuove maschere della commedia dell'arte. Da manuale, proprio.

    Le GM e i Pony Selvaggi (Nozfiger/Jaime Diaz Studio). E' una breve, estera, centrale e questo già dice molto, se non tutto. Eppure, eppure una venatura di tenerezza c'è. Prontamente azzerata dagli sviluppi bassotteschi banaloni, diciamolo. Eppure qualcosa mi rimane.

    Paperoga e i Dinosauri Nani (Irineu Soares Rodrigues). Arriva il Brasile! Queste brevi estere centrali costituiscono una variante a quelle più ordinarie prodotte in USA. Tra Paperoga superstar, il Papersera e quel retrogusto demenziale lo stile si respira già tutto. Ma il Brasile ha prodotto demenza migliore, e questa rientra nella demenza ordinaria.

    Dal Diario di Paperina: La Spilla di Smeraldi (Chendi/Motta). Per variare il menu infilano pure questa storia italiana così minore ma così minore che mentre la si legge si nota l'inconsitenza della trama, che altro non è che una schidionata poco ispirata. No.

    Topolino e lo Stendardo Perduto (Marconi/Carpi). Bella l'idea, bello il contesto, bella l'atmosfera che riserva. La trama è poca cosa, tuttavia la sua presenza mi ha piacevolmente sorpreso. E' un bene assaporare anche il lato celebrativo del Topo di quegli anni.
  • Vol. 6 - 1985

    Altro indice egregio. Veramente, la selezione di storie di questa collana si sta confermando intelligente, varia, esauriente, onesta.

    Topolino e il Segreto del Castello (Concina/Cavazzano). Scelta intelligentissima aprire il volume con la prima storia di questo fortunato filone. Le premesse sono ottime... peccato che, vuoi per la tipologia di storia, vuoi per i suoi stessi contenuti, il tutto mostri un po' la corda. I bivi non sono particolarmente acuti (andare avanti o tornare indietro, ripetuti per mille volte), l'autonomia del lettore è scarsa (poco dopo le varie scelte di tornare indietro i personaggi cambiano di nuovo idea o vengono fermati), e anche i finali sono banalotti: fantasmi veri? lestofanti? attori? fotografi? operai? Mancava solo l'opzione aliena. E a parte il finale col fantasma vero è tutto molto semplicistico. Forse le memorie hanno indorato un po' un genere che non ha mai brillato? Aveva fatto di meglio Vito con la recente storia di Paperinik, in cui tutti i finali portavano a qualcosa di arguto e le scelte erano davvero tali.

    Paperino Trovatore Trova Guai (Carpi). La prima storia dipinta. Un bel pezzo di arte fumettistica disneyana, devo dire. Bravo Carpi sul versante grafico (il drago col mandolino è quanto di più Disney possa esserci) e divertente anche la sceneggiatura. Peccato che verso la fine risenta di una certa compressione, ma posso capire che sia un esperimento.

    Topolino Dietro il Sipario. In effetti era disonesto tagliare completamente fuori Scarpa da questa rassegna, solo per via della recente omnia. Questa è una tipica storia della sua fase tarda autoriale, in cui cercava di seguire una continuity sua personale, anche piuttosto stretta. Purtroppo però le ridondanze non mancano. La gestione del personaggio di Zenobia da parte di Scarpa non ha mai brillato, spiace dirlo. Inserita a forza, portata avanti a forza ed eliminata a forza. Si vede un po' di ingenuità anche nelle relazioni dei personaggi, e il caso in sé non è che brilli. Rimane godibile comunque. Non penso avremo altro Scarpa cmq.

    Zio Paperone e la Consegna della Vigilia (Jacob-Avenell/Vicar). Via le estere USA ed ecco le danesi! Trama niente di che, e pure tirata per le lunghe. Però trasuda rispetto per Barks, dato il tratto di Vicar che ho sempre apprezzato. Yawn con stima.

    Paperbat e la Vendetta di Apollo (Saidenberg/Rodrigues). Approvo mettere le brasiliane. Approvo Paper-Bat. Disapprovo però questo genere di storia semi-action. Non è in questo che erano bravi i brasiliani, ma nelle scemenze vere. La storia è per giunta un sequel. Non l'avrei certo scelta.

    Zio Paperone e la Colonizzazione del Deserto (Pezzin/De Vita). Oh, wow! Pezzin non delude mai e sforna una storia lunga, complessa, avventurosa e piena di idee ingegnose, oltre che di trovate divertenti. Il caro vecchio fumetto Disney fatto come si deve, insomma. Bello, bello, bello. La migliore del numero.
  • Vol. 7 - 1986

    Altro numero validissimo, a mio parere. Non il migliore, ma intrigante.

    Zio Paperone e l'Incognita Spaziale (Cavazzano): Ed ecco Cavazzano autore completo! La storia è simpatica, e molto gagliarda nel suo essere classica. Certo, magari non brilla quanto le storie dell'altro grande autore completo pubblicato in queste settimane, De Vita, né è fantasiosa come quelle di Pezzin. Ma si legge con piacere, e apre egregiamente il numero.

    Pippo e il Mistero della Mummia Raffreddata (Saio-Repetti/Valussi): Ecco, qui non concordo. Storia insulsa, di autori non rappresentativi del periodo. E' pure poco credibile, Gambadilegno si traveste da mummia per farla in barba a Pippo e poi arrivano altri criminali con la stessa idea. Che bof. Probabilmente il peggior inserimento fin qui (e non parlo di bruttezza assoluta, ma di inserimento inappropriato).

    Zio Paperone e la Moda "Usa e Getta" (Pezzin/Gottardo): Un Pezzin minore, ma pur sempre un Pezzin. E quindi ci sono le idee, anche bislacche, le trovate comiche e i finali inaspettati. Bene!

    Wuzzles: Storie di Eleguri, Moscapi e Tordellini (Disney Studio): Ottimo! Nel senso, è ottimo che si esplori in modo intelligente ogni filone produttivo delle brevi estere, e che qui tocchi in pompa magna ai primi tie-in televisivi. La storia in questione è lunga 4 tavole, è disegnata ottimamente e i contenuti sono così dementi da fare il giro completo e funzionare.

    L'Altra Faccia del Pianeta Wuz (Disney Studio): Questa è un po' più lunga ma demente uguale, e con implicazioni narrative così assurde che fa ridere siano state concepite tanto alla leggera (Conippa dovrebbe risultare sposata adesso). Graficamente cmq è un bel vedere, e si apprezza ancora di più lo "stacco" e la varietà dal resto del volume.

    Paperino e la Gara di Pattinaggio (Kipka-Lilley/Vicar): E adesso una danese del buon Vicar, che male non fa. La formula che si cerca di ricalcare è ovviamente quella delle tenpage di Barks, in cui Paperino faceva lo sbruffoncello. La mosciezza umoristica si sente tutta in confronto a quelle di Barks, ma nel complesso non stona affatto.

    Topolino e gli Enigmi del Tempo (Pezzin/De Vita): E si chiude in bellezza! Il primo episodio della serie della Macchina del Tempo, in cui fa il suo esordio Marlin (e SORVOLIAMO sull'inversione della pubblicazione delle prime storie) nonché le dinamiche che conosceremo molto bene in seguito. Ben presentate, ben descritte, e anche il primo paradosso "a tempo fisso" del fumetto Disney. Inserimento doveroso!
  • Vol. 8 - 1987

    Volumone! Poche storie ma che selezione!

    Casablanca (Cavazzano). Ed ecco di nuovo Cavazzano autore completo! E che bello! A ben vedere storie come questa anticipano parecchio le "nuove parodie" che escono sul Topo, in cui l'aspetto grafico è curatissimo, l'aura di evento rispettata e anche l'atmosfera dell'opera originale. Ok, qualche passaggio della trama è un po' buttato lì, ma in genere si respira tanta aria buona, voglia di portare il fumetto Disney oltre determinati confini. Un'irrequietezza tutta anni 80, uno humor sferzante e disneyano, e un uso del cast molto azzeccato e... moderno! Certe cose mi hanno ricordato il miglior Faraci noir dei bei tempi. Meglio di come la ricordassi.

    Zio Paperone e il Letto di Morfeo (Sarda/Ongaro). Storia trascurabile e convenzionale, ma certamente leggibile. Di certo non l'avrei mai selezionata, ma nell'insieme non rovina nulla.

    Pennino Clandestino "Peste" (Teixeira/Miyaura). Storiella brasiliana in cui si ha il team-up tra i due maggiori feticci della Abril: José e Pennino. Il primo torna a Rio in aereo, dopo aver visitato Paperopoli, ma non si accorge che Pennino si è infilato come clandestino. Una volta arrivati Pennino metterà a soqquadro la città, incontrando uno alla volta tutti gli amici di José. Tutte le carte in regola per essere una storia sbagliata, sempliciona, autocompiacente. E invece no, fa ridere. Ben ritmata, battute simpatiche e cattivelle, poche pretese. E scorre via liscia, trollando tutti. Ma 'sti brasiliani che roba erano?

    Topolino e l'Atlantide Continente Perduto (Pezzin/De Vita). Altra bomba! Mai l'avevo letta, e mi ha veramente stupito. Il miglior Pezzin, epico, inventivo, intelligente, alle prese con un super filone di tutto rispetto e coadiuvato dai disegni di un super De Vita. Che kolossal. Gli si perdona uno spiegone iniziale che ho trovato poco scorrevole e i dinosauri insieme ai mammuth e gli umani, che vabbè. Cmq non è per fare il nazi della continuity, ma Topolino e soci hanno trovato miliardi di atlantidi diversi. C'è quella di Barks, quella di Pezzin, quella di Artibani e per finire quella di Casty che arriverà molto presto. E sono tutti Autori incommensurabili, per cui che si contraddicano tutte un po' mi dispiace. A quando una bella storia che spieghi la moltiplicazione selvaggia delle Atlantidi Disney? :P
  • Vol. 9 - 1988

    Questo numero è un po' diverso. Mancano le brevi estere, e nell'editoriale è specificato che il motivo è che con il passaggio da Mondadori a Disney Italia progressivamente queste scompaiono, per far spazio a storie italiane "medie". La cosa è un po' uhm, perché dopotutto ricordo che la loro totale sparizione era parecchio successiva, inoltre le storie italiane né carne né pesce non è che mi garbino troppo. Riconosco che siano in media di qualità superiore al materiale estero, ma hanno anche molti lati negativi. Innanzitutto tolgono varietà, di stili, ambientazioni e personaggi. E dunque finiscono per essere una sorta di "fratellini minori sfigatini" del materiale italiano di pregio. In secondo luogo questo aver spezzato la dicotomia tra lunghe e brevi, confondendo le acque, portò sul lungo andare alla rottura di ogni gerarchia e quindi al periodo Muci, con le sette storie ad albo, e nessuna che spiccava su nessun'altra.

    Le Due Tigri (Carpi). Sulle prime ho pensato: "che senso ha un sequel senza il primo?" e poi mi sono accorto che la prima storia l'avevano piazzata nella vecchia collana e ho visto invece tanta cura e intelligenza. La storia è bella, la trama ovviamente niente di che ma Carpi è un drago dell'humor e del dinamismo, e si legge con raro piacere. Inoltre è l'ennesima riprova dell'attenzione della collana per le brevi carriere da autori completi dei big del passato. Insieme a De Vita e Cavazzano mancava Carpi, infatti. Ottimo!

    La Tragica Avventura di Paperon de' Paperozzi (Marconi/Cavazzano). Le marchette di Marconi dell'epoca, tanto frizzanti, simpatiche, ricche di verve... eppure diciamocelo, una storia del genere al giorno d'oggi verrebbe massacrata. Un bagno di sangue, proprio. Pretesto debole, spottone sfacciato, citazioni ridondanti, out of character a manetta, sceneggiatura col pilota automatico. Senza contare il fatto che quella che nelle intenzioni doveva essere una storia sul rovesciamento del "potere" finisce per essere composta al 90% da gag slapstick dovute alla semplice sfortuna, come mille storie del normale Paperino. L'ho letta con piacere, tuttavia, e sono contento del suo inserimento. Più ritratto dell'epoca di questa, direi che non se ne trovano.

    Zio Paperone e il Condono Edilizio (Monti/Amendola). Ecco la prima italiana minore. Che dice e lascia poco, anche se non la si può nemmeno definire brutta. Qualche trovata c'è, ma anche alcuni passaggi dubbi, come la gag finale che bof. Di certo non l'avrei inserita.

    Zio Paperone e l'Orto delle Meraviglie (Panaro/Dossi). Come sopra, ma peggio. Una storia minore scritta da un Panaro minore, ingenuo e tenerello ma inconsistente. Altra storia trascurabile.

    Topolino e i "Tam-Tam" Preistorici (Cimino/De Vita). E si torna ai pezzi forti! Un raro Cimino coi Topi e un De Vita in stato di grazia! Wow! La vicenda in sé è risibile, ma che bella narrazione, che ritmo, che gag, che disegni! Si legge che è un piacere, e trasuda verve e bravura da parte di entrambi. Good!
  • Torna a “Fumetto Disney”