[Disney] Tesori Disney

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Mah, sinceramente non vedo cosa possa aver di male una ricolorazione. Teniamo sempre conto del fatto che i colori di quegli anni erano dati un po' a cavolo, senza una vera cura.
  • Sì, i colori originali non sono affatto belli. Ma se si vuole fare una ristampa di questo genere, sarebbe opportuno attenersi agli originali il più possibile.

    Tutto b/n non è male, possiedo l'unica raccolta simile che credo sia stata fatta, ed è in b/n. Ma, allo stesso modo di una ricolorazione, non si addice particolarmente ad un'edizione come questa.

    Poi vabbè, a me la colorazione dell'Almanacco non ha mai dato particolarmente fastidio.
    Lorenzo Breda
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  • Tesori #2: Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi (Martina/Scarpa-Carpi, Savini/Freccero)

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    Ed è uscito anche il secondo numero, assai più voluminoso del precedente, contenente la famigerata Storia e Gloria by Martina. Un paio di note sull'edizione: sono presenti tutti e otto gli episodi della serie, con l'aggiunta del recente capitolo II bis del Savini posizionato in coda all'opera. I dialoghi martiniani sono stati ripristinati, ma è stata mantenuta la ricolorazione dell'ultima sua uscita in volume. Un volume che ci voleva tutto sommato, pur essendo la Storia e Gloria un'opera con alti e bassi. I bassi a mio parere sono tutti narrativi: trattasi essenzialmente di una carrellata di storie in costume legate molto labilmente tra di loro, e alquanto indipendenti l'una dall'altra. Come da scuola italiana si punta tutto sulla satira, sullo humor, sulla battuta arguta e colta: in sostanza gli alti sono praticamente i tratti distintivi del Guido Martina style, che tra una battuta sferzante e un latinorum satireggiante racconta questa sua folle versione della "continuity paperesca". Sempre che di continuity si possa parlare visto il modo di operare dell'autore che non ci pensa due volte a ritrattare tutto due storie dopo. Perché è allo stile, alla lingua che bisogna badare quando si legge Guido Martina più che alla conseguenzialità narrativa, altrimenti è come sparare sulla croce rossa. Perché diciamocelo, la trama è un'accozzaglia di falle narrative che non hanno alcun senso e che si ricollegano pure maluccio tra di loro. Il team Cannatella/Boschi/Becattini ha un bel da fare a segnalarle nei vari articoli (fatti ottimamente, tralaltro) passando in rassegna la manciata di secoli che dovrebbero separare il periodo in cui Pah-Peh-Rheo opera in Egitto da quello in cui è a Roma in incognito, o dicendo quanto sia assurdo ipotizzare che Paperone NASCA nel Klondike. A questo si aggiunge l'assurdità del cofano di monete, che dovrebbe costituire il pretesto narrativo e il collante tra i vari capitoli: prima viene detto che ogni antenato ha fatto coniare una moneta con la sua effigie e che il cofano ha mille monete, poi però il tesoro diventa quello del Pah-Peh-Rheo che viene portato a Roma e nascosto nelle botti di vino, poi torna ad essere un cofano ma contenente i sesterzi del Pah-Peh-Rheo. L'effigie sulle monete cessa per forza di cose di essere quella degli antenati visto che così non può più essere e diventa quella dei re/regine/generali delle varie epoche e non più quelle degli avi, solo che non si spiega a questo punto la loro presenza tra i sesterzi o cosa ci faccia la monetona con Paperone astronauta. Né il perché le monete siano magiche. Né che senso abbia che sul finale salti fuori che quella presente nel cofano era solo una parte del tesoro. Insomma una trama malconcepita per una serie che va goduta prestando attenzione ad altre cose tipo il Gamba che parla in romanesco, le battute intrise di cattiveria martiniana (quella dell'abbacchio e dei gatti torna a risplendere di luce propria dopo essere stata rimossa nelle edizioni precedenti). Buono anche l'episodio bis di Savini, che già a suo tempo seppe far parlare di sé grazie al buon uso del cast di personaggi, ad alcune battute e tormentoni particolarmente azzeccate e la voglia di cimentarsi con la difficile arte dell'omaggio per intenditori. Rimango tuttavia perplesso per alcune dichiarazioni dello stesso Savini ai tempi dell'uscita della storia, che sul Papersera sosteneva di aver voluto omaggiare la versione dei fatti martiniana visto che per lui e per molti autori italiani è Storia e Gloria il passato di riferimento della famiglia dei paperi. Non penso che Martina meriti tanta considerazione a mio avviso, visto il modo di procedere. E' chiaro che quel passato di Paperone, oltre ad essere parecchio tirato via e poco Barksiano, non era altro che una delle tante sparate dell'autore, che poche storie dopo mi sembra mettesse già in scena una Nonna Papera sorella di Paperone. Non è una versione di gran valore, se non per motivi puramente nostalgici. Insomma se di continuity bisogna parlare mi schiero senza dubbio alcuno col biasimato Don Rosa che, chiamato a raccontare fatti tanto fondamentali, ha cercato di essere il più definitivo e iconico possibile (lasciando perdere poi la piega eccessiva che prese in seguito l'autore, ritengo che la Saga sia un gioiellino anche all'interno del corpus donrosiano di riferimento). Se bisogna per forza fare i "campanilisti" preferisco invece la visione sincretistica di Alessandro Sisti che nei testi della seconda uscita di Disney Parade dedicata a Paperone fondeva armoniosamente le due tradizioni, prendendo per buona la prima parte della Storia e Gloria.
  • L'unico grosso problema di questa saga è che è una semplice serie di storie, chiamiamole "in costume", senza troppe pretese di creare una versione definitiva ed ufficiale della storia dei paperi. Probabilmente è stata poi troppo idolatrata, ma dubito che Martina stesso avesse avuto la chiara intenzione di mettersi metodicamente ad elaborare qualcosa di definitivo, come ha poi per esempio fatto Don Rosa (anche _troppo_ metodicamente, diciamo pure maniacalmente).

    Se però si lascia perdere l'idea che sia una saga definitiva sulla paperesca storia, e si sorvola sul fatto che l'oggetto più incoerente è proprio il tesoro che dovrebbe collegare gli episodi tra loro, le storie sono molto, molto buone. Martina è un grandissimo narratore, e sa giocare con la lingua in maniera fenomenale. Come già detto da Grrodon, Gamba che parla in romanesco è una meraviglia, ma non è l'unico ottimo esempio presente. La lettura di Storia e Gloria risulta piacevolissima.

    Storie così notevoli meritavano pieneamente il volume che è stato loro dedicato. Tanto più che la realizzazione è ottima. Sono stati recuperati i dialoghi originali di Martina, il miglior pregio di Storia e Gloria, e il tutto è stato corredato da approfonditi e appropriati articoli (non mi abitureò mai del tutto alla cura che Boschi mette in questi lavori), che non tentano di nascondere i difetti della saga, ma anzi li evidenziano e li spiegano, citando il materiale considerato "canonico" di Barks e Don Rosa.

    L'unica cosa forse discutibile è farne il secondo volume, quando probabilmente ci sono opere migliori, ma non mi sembra poi così grave. [se non fosse che voglio Atomino...]
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  • TESORI DISNEY # 2 – STORIA E GLORIA DELLA DINASTIA DEI PAPERI (Martina, Scarpa, Carpi)

    Se tre mesi fa ero certo, dall’editoriale della Cannatella e dall’articolo di Boschi, che questa nuova testata si limitasse a ristampare cicli di storie di un personaggio, ecco che presto ho visto sbriciolarsi la mia certezza. Il secondo numero di Tesori Disney ci propone infatti una saga in senso stretto, forse la più celebre nell’ambito della produzione italiana, cioè Storia e Gloria di Martina, Scarpa e Carpi.
    Partendo col parlare proprio della storia in sé, forse non si può gridare al capolavoro ma di sicuro sono 8 storie che comunque le si considerino (indipendentemente l’una dall’altra o parti di un tutto) sono molto gradevoli, non prive di accenni culturali tipici del Professore e anche con trovate e battute divertenti. Certo, se si vuole trovare della filologia o dei riferimenti alle storie di Carl Barks per il passato di Paperone e della credibilità storica, si è proprio fuori strada ed è meglio ripiegare sul buon Don Rosa, difatti citato più volte negli articoli di questo volume. No, Martina non aveva intenti di questo tipo, tanto che la saga nacque per supportare le monete allegate a Topolino in quel periodo. L’intento era quindi solo quello di intrattenere i giovani lettori provando a raccontare le generazioni passate dei Paperi lasciando andare la fantasia a briglie sciolte, senza preoccuparsi troppo di coerenza storica o di fedeltà a un corpus narrativo disneyano più vasto. Ma va bene così, chi legge Storia e Gloria sa che cosa aspettarsi, e sa godere quindi dei riferimenti a fatti storici, di battute “cattive”, di un linguaggio “forte” e politicamente scorretto, e di avventure di Paperi attraverso le varie epoche storiche che ruotano attorno all’avidità del Paperone di turno.
    Tenuto conto di queste premesse, si può continuare a non considerare un capolavoro questa saga, ma di certo non si potrà non ammettere che sono otto storie godibilissime e appassionanti, dove le varie cornici storiche non fanno altro che dare un’atmosfera diversa dal solito ma che presenti situazioni familiari. I disegni di Giovan Battista Carpi e di Romano Scarpa poi arricchiscono l’opera, dandole una freschezza e un’aura di magnificenza invidiabili.
    Tutti i capitoli sono molto belli, il primo essendo introduttivo mi dice forse poco, ma gli altri sono tutti validi e gradevoli. Il secondo e il terzo in particolar modo, insieme al quinto e al sesto. L’ultimo, invece, snatura davvero troppo una delle poche cose assodate nel passato dei personaggi Disney: Paperone non può nascere nel Klondike, non è passabile. Questo mi ha un po’ rovinato tutto l’episodio finale (perlomeno nella parte del passato, quando si torna al presente mi sono divertito molto).
    Menzione speciale per il capitolo II bis di Alberto Savini e Andrea Freccero, molto molto buono: divertente nelle battute e nelle situazioni (vale a dire i siparietti tra Gennarinius e Ottofurotto e il tormentone dei beoti, usato con varianti sempre intelligenti). Belle le caricature nascoste di Carpi e il fatto che la storia si incastri davvero perfettamente tra il secondo e il terzo riuscendo a creare una storia molto valida. E anche i disegni di Freccero ci stanno tutti, sono bellissimi e cinetici e benché di fianco a quelli dei due Maestri un po’ sfigurino non posso negare che mi ammalino.

    Per quanto riguarda l’edizione: ero tentato di saltare questo secondo numero, avendo Storia e Gloria nel volume del 2003 che la raccoglieva. Ma il fatto di non voler interrompere la collana che è così ben fatta anche esteticamente, il fatto che qui i dialoghi non sarebbero stati censurati come nel 2003 e la presenza dell’episodio II bis di Savini che io non avevo mi hanno spinto all’acquisto. E non sono pentito. Mi sono divertito a confrontare i dialoghi diversi nelle due edizioni che ora possiedo, e sono contento di avere la versione con i dialoghi di Martina incensurati, inoltre la copertina è molto bella. Per quanto riguarda gli articoli, forse non sono esaurienti come quelli del numero scorso, ma ciò si giustifica dal fatto che si voglia mettere un articolo prima di ogni storia: essendoci qui più storie che nel volume di Reginella, è chiaro che gli articoli si sono spesso ridotti a una pagina, ma dove davvero non c’era molto altro da dire. Ecco, forse avrei sentito il bisogno di qualche pagina in più nei due articoli della storia di Savini, magari con una bella intervista a questi. Ma tant’è, quelli lunghi sono molto interessanti, a partire dall’elenco iniziale fino a quello che spiega le incongruenze storiche della saga per poi sfociare nei mille confronti con la dettagliatissima opera di Don Rosa.

    Un volume che non delude, quindi, anche se spero che fra 3 mesi si torni a dedicare il volume al ciclo di un personaggio.
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  • In questi giorni il sito Topolino.it è impazzito, forse per gli speciali del 75° compleanno di Paperino, tant'è che alcune sezioni non sono accessibili o a mezzo servizio. Una mezz'oretta fa sono andato nella sezione vetrina (ora non riesco più ad accedervi... visto che Tesori 3 era l'unica novità, staranno forse aggiornando in toto? boh...), e mi sono imbattuto in questa cover, che ho subito catturato usando il tasto stamp:

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    :ops:

    Sapevo che la testata prima o poi avrebbe tirato il fiato un attimino, ma non fino a questo punto...

    Il personaggio in sè è anche interessante, perchè misconosciuto, ma addirittura renderlo protagonista di un volume prezioso come i Tesori... mah.
  • Non può esistere veramente quel personaggio... La copertina è un fake, vero? :D

    Chi cavolo sarebbe quel robo?
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Non può essere un fake...
    DeborohWalker ha scritto:Chi cavolo sarebbe quel robo?
    Lui:

    http://coa.inducks.org/character.php?c=Zombi

    In fondo è un personaggio by Martina, mica cotiche...
  • Boh, a me puzza tanto di burla, non so se di qualcun'altro o tua :P
    (il fatto che ci sia nell'header il "prossimamente" di qualcosa che esce ad ottobre avvalla questa mia ipotesi :omg: )

    Innanzitutto c'erano già dei nomi che erano stati fatti a riguardo e questo non è tra quelli...
    Poi in copertina c'è un disegno che pare essere un ripescaggio, e non un'immagine fatta per l'occasione come per i due precedenti numeri.
    E poi, la Disney Italia che pubblica una copertina simile senza neanche un Topolino o un altro personaggio noto per attirare i lettori? Mmhh...
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  • DeborohWalker ha scritto: (il fatto che ci sia nell'header il "prossimamente" di qualcosa che esce ad ottobre avvalla questa mia ipotesi :omg: )
    A luglio, in realtà. E poi, bella o brutta che sia, Il sollazzo si dovrà fregiare ogni tanto di un'anterpima, o no? :P

    Per il resto anch'io avrei i tuoi dubbi, se non fosse che l'immagine viene dritta dritta dal sito della casa madre, quindi non ho motivo per crecdere ad una "burla redazionale" o chissà cosa...

    Vedremo se nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più.


    EDIT: Ok... era uno scherzo... :gnegne:
  • Pacuvio ha scritto: EDIT: Ok... era uno scherzo... :gnegne:
    Ci son momenti in cui lo strozzerei... poi ci sono quelli come questo in cui mi fa arrabbiare...
  • Tesori Disney 3: I Grandi Navigatori

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    Quando al comicon di Napoli lo venni a sapere da Luca Boschi rimasi deluso anch'io. Ma come? Ancora Il Milione? Dopo che era stato pluriristampato nel volume commemorativo per Scarpa, nella Paperodissea e via dicendo? E soprattutto accompagnato da un altra storia, giusto per riempire un po' di pagine? Già al terzo numero di una collana che avrebbe dovuto occuparsi di mettere insieme saghe e cicli che difficilmente erano stati letti di seguito? Delusionona.
    Poi però sono passati molti mesi e mi sono abituato all'idea di questo volume composito, e pur col cuore spezzato, dal momento che Il Milione già l'ho, l'ho preso lo stesso perché Colombo mi mancava. A una rilettura devo dire di non trovarmi affatto d'accordo con coloro che criticano La Storia di Marco Polo detta Il Milione (Martina-Scarpa/Scarpa) dicendo che è noiosa: io la trovo bella, rilassante e con una caratterizzazione azzeccata. Inoltre era sempre stato evidente che la sceneggiatura era di Scarpa, dal momento che i personaggi venivano trattati con quella simpatica bonarietà un po' di maniera tipica dello Scarpa più recente, ma qui è la prima volta che Scarpa viene accreditato insieme a Martina tra gli autori della storia e la cosa mi ha fatto decisamente piacere. Ispirato alla Vita del Grande Navigatore - Topolino Presenta: Cristoforo Colombo (Martina/Carpi) è invece stato per me una novità assoluta. Buona e illuminante, devo dire di averla gradita anche perché riesce a istruire divertendo. Ovviamente nienate che meriti di stare nel terzo numero di una collana più importante, ma comunque un perfetto esempio di fumetto Disney italiano di alta qualità. E adesso aspettiamo davvero i pezzi grossi, tipo la doppietta di volumi su Atomino che tutti stiamo aspettando.
  • Tesori Disney 4: La Saga di Messer Papero e di Ser Paperone

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    E' uscito il quarto numero di Tesori Disney, lasciando delusi i più, che vedono avverarsi i timori suscitati sin dal secondo numero della collana: fatta eccezione per il primo numero, la serie non sta per adesso proponendo saghe mai raccolte prima d'ora ma sembra più una sorta di riedizione deluxe di volumi già usciti in passato. La Storia e Gloria aveva dalla sua la rimozione delle censure, il Milione raccoglieva due storie "tematiche" ma questa è la riproposizione pari pari del volume su Messer Papero già uscito qualche anno fa, senza alcuna aggiunta. Problema che non si pone per me, sprovvisto di quel volume, ma che posso immaginare infastidisca molti. Procedendo nella lettura ho potuto verificare com'è effettivamente questa storia, sceneggiata da un Guido Martina tardo e disegnata da un Giovan Battista Carpi in forma. Ne possedevo solo il primo capitolo, e mi aveva incuriosito il resto, grazie alla citazione che ne faceva Luca Boschi nel suo 60 anni insieme.
    La storia non è didattica come si crede, anche se nasce con un presupposto didascalico, e ripercorre un bel po' di storia della Toscana, in modo simpatico e leggero. In pieno stile Guido Martina (anche se meno cattivo del solito), insomma. Che significa cosa buone ma anche cose meno buone, infatti come nella Storia e Gloria non è che sia la coerenza interna e il risultato totale lo scopo di tutto. Non ci sono strafalcioni così grossi, fatta eccezione per l'escamotage che viene utilizzato a un certo punto quando urge far cambiare identità ai protagonisti, ma il piacere che può venire dalla lettura è sicuramente un piacere "episodico", derivato dal vedere il modo simpatico in cui Guido Martina tratta aneddoti e personaggi del medioevo italiano, più che dalla valutazione complessiva del "progetto". Insomma soddisfatto, ma con molta riserva sia per i precedenti editoriali che ha avuto la saga, sia per la qualità che pur buona non ne fa certo l'ideale quarto volume della collana. Speriamo bene nel quinto che si pensa possa raccogliere il ciclo paperingio di Bottaro e soprattutto in sta benedetta cronologica di Atomino, che tutti vogliamo.
  • Tesori Disney # 5 - Paperino il Paladino

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    Riprendo a interessarmi della testata col suo quinto numero, dopo aver snobbato i precedenti due, perché finalmente il progetto “Tesori” sembra ritrovare una sua minima ragion d’essere ristampando il cosiddetto Ciclo Paperingio di Bottaro. Dopo un terzo numero decisamente inutile e assurdo nell'economia della testata (tralasciando la qualità delle storie presentate) e un quarto che sarebbe pure una saga, ma è la riproposizione paro paro di un nemmeno tanto vecchio Vattelapesca, finalmente ci si occupa di un ciclo di storie, che non è mai stato riunito insieme prima d'ora.
    Il volume si apre dunque con Paperino il Paladino (Chendi, Bottaro), racconto che Nocciola fa a Paperino su un suo antenato, appunto un valoroso paladino. La storia ha dalla sua un Donald Duck piuttosto coraggioso e determinato, capace di buttarsi a testa bassa nelle battaglie, e l’ottima idea di Chendi di usare un buffo italiano aulico per le parole di Paperino. Peccato che ci sia di mezzo un certo menestrello Gastone… La storia è l'unica delle paperingie che non avevo mai letto, e mi ha molto divertito, vuoi per il linguaggio vuoi per la sfortuna di Paperino, che mai come qua non se la meriterebbe per niente.
    Segue Paperin Furioso (Bottaro, Bottaro), fin dal titolo dichiarata parodia dell’ Orlando Furioso: forse la storia migliore del ciclo, qui Paperino è paladino di re Papero Magno, e perde il senno dalla rabbia (causando guai e distruzione) quando la bella principessa Margherita, da lui liberata, va in sposa allo scudiero Ciccio. I disegni si fanno più raffinati ed eleganti, la trama è un susseguirsi di divertimento sfrenato. Il recupero del mago Basilisco è geniale, come lo sono tutte le avventure che vive Paperino da furioso.
    Apprezzabile resta anche Paperino e il Tesoro di Papero Magno (Bottaro, Bottaro), dove le risate non mancano di certo e dove la trama è sicuramente interessante, sia per l’avventura che per i paradossi umoristici che vengono a crearsi. I disegni di Bottaro assumono tratti barksiani in alcune vignette, specie nei volti di Paperino, e il tutto rende l'atmosfera della storia classica e avventurosa.
    Chiude il ciclo Paperino e Paperotta (Bottaro-Autelitano, Bottaro), dove un Papero Magno assediato dalle mire amorose di Matilda, si innamora di una leggiadra fanciulla (Paperotta, appunto) mandando il paladino Paperino a rapirla per sposarla. Ma nel viaggio i pericoli e le magie non mancheranno a complicare le cose al protagonista. Un’altra bellissima storia, che si distingue dalle altre sul lato grafico, qui tipico del Bottaro più moderno e affascinante, che spinge le sue distorsioni grafiche sempre più in là, talvolta in inquadrature ardite, tal altre in mostri dall’aspetto grottesco. Bellissimo l'uso di Nocciola qui, insieme al Fuoco che incarna gli Inferi (che già avevamo visto nel Dottor Paperus; se a questo uniamo la battuta che egli fa a Nocciola, "Comincio a pensare, vecchia megera, che abbia ragione chi non crede che tu sia una vera strega!", scopriamo una vena autocitazionistica di Bottaro nei confronti del suo specifico universo disneyano, il che è a un tempo interessante e lodevole).

    Se i pregi della quattro storie paperingie sono il divertimento, l’avventura e un Paperino (ma anche un Paperone-Papero Magno) molto ben caratterizzati, calati in universi narrativi più che suggestivi e fiabeschi che si sono ottimamente prestati a dare ottima prova di buonissima fumetto disneyano, il difetto che si nota soprattutto in questo volume che raccoglie gli episodi uno dietro l'altro è quello che di ciclo unitario queste avventure hanno ben poco, come del resto fanno notare anche gli articoli di presentazione. Non c’è un vero collegamento o nesso che accomuni le storie, tanto che una è ambientata in Francia e l’altra in una Paperopoli medievale. Questo diminuisce la legittimità del ciclo di essere presente in “Tesori Disney”, e di fatto rende il Ciclo Paperingio un ciclo di nome e non di fatto, con cose in comune derivate dalle ambientazioni medievali, da un Paperino nel ruolo di paladino con lo scudiero Ciccio, da Papero Magno (a parte la prima storia) e dalla presenza di Nocciola, pur con ruoli di volta in volta diversi, se non addirittura opposti.
    I difetti del volume in sé invece sono relativi alle censure: si plaude l’impegno di aver messo le prime tavole dei secondi tempi di ogni storia, ma vedere i dialoghi di Paperin Furioso così malamente e ridicolmente ritoccati non può che far storcere il naso a chi vede questa collana come l’edizione definitiva (e quindi migliore) delle storie presentate. Peccato, perché per il resto il volume è ok, dalla copertina di Gervasio (che ho rivalutato tanto nel disegno quando nel soggetto) ai sempre ottimi articoli di Boschi e Becattini.
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  • Trovo che con questo quinto volume la collana si sia rimessa in carreggiata. Perché finalmente racchiude, come da premessa iniziale, un ciclo che non era mai stato riunito insieme. Il ciclo carolingio di Bottaro è più un "tema" della sua opera che una saga vera e propria, dal momento che di continuity tra le vicende ce n'è poca, molto poca. Ma erano altri tempi, tempi in cui imperversava Guido Martina, e quindi la coerenza narrativa era solo un optional. Bottaro/Chendi di contro sembrano fare anche di più mantenendo almeno lo stesso setting di personaggi, anche se introdotto di volta in volta in maniera diversa. Paperino il Paladino è la storia più particolare, per via del linguaggio aulico utilizzato, che accresce non poco l'effetto comico: lì le vicende del generico Paperino con Ciccio suo scudiero vengono narrate attraverso il ricordo degli antenati, mentre nella seconda Paperin Furioso è tutto uno svarione provocato da Nocciola, presenza costante del ciclo. Questa seconda storia è notevole anche solo per l'uso di alcuni vecchi personaggi come il Mago Basilisco, o gli sgherri di Malefica della Bella Addormentata. Più nelle righe è Paperino e il Tesoro di Papero Magno mentre Paperino e Paperotta, la più recente, mostra felicemente le caratteristiche del Bottaro ultimo periodo, quello citazionista ma allucinato, con colorazioni e splash page del tutto improbabili, ed è anche quella che ho apprezzato di più. Gli "errori" di continuity sono comunque tanti e vanno dal nome del setting sempre diverso, alla presenza stessa di più versioni dello stesso personaggio: ci sono due Gastoni, tre o quattro Paperina e pure Paperone non viene sempre chiamato Papero Magno (anche se è innegabilmente sempre lui). La presenza più costante è Nocciola e pure lei nell'ultimo episodio pare cambiare inclinazioni e diventa "antagonista". Rimangono invariati Paperino e Ciccio, anche se quest'ultimo nel secondo episodio dimissiona sposando una delle tante Paperine, per poi tornare fedele al padrone nella storia dopo, come se niente fosse. E niente era, appunto, visto che a quel tempo contava lo humor e non certo la trama o chissà che altro. In definitiva un bel volume, che avrei visto bene come secondo anziché tutte quelle riproposizioni di volumi già esistenti che abbiamo avuto. Speriamo che adesso comincino ad uscire Tesori migliori.
  • Grrodon ha scritto:Trovo che con questo quarto volume
    Quinto :)

    [uff, devo ancora finire di leggerlo...]
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  • Tesori #6: Le Prime Leggendarie Imprese di Topolino Kid

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    Io 'sti Tesori non so più come giudicarli. Partiti con buone premesse, e poi arenatisi per tre numeri a ristampare il già ristampato, ripresisi poi per un numero con il ciclo Carolingio ecco che si rimettono a proporre di nuovo del materiale che era stato già protagonista di un vecchio vattelappesca. D'altra parte però quel vattelappesca era incompleto e mancavano delle storie. D'altra parte ancora pur colmando quei buchi pure qui mancano delle storie visto che si tratta appunto delle PRIME imprese raccolte cronologicamente per una maggior filologia. D'altra parte poi questo significa che faranno un secondo volume di completamento, cosa molto seria e che fa sempre piacere. D'altra parte ancora dedicare ben due volumi, anche se non conseguenziali a Topolino Kid quando là fuori c'è un sacco di roba migliore e che si attendeva da tempo, come Atomino, è una cosa poco bella e invoglia poco all'acquisto. D'altra parte di nuovo, io questo materiale non l'avevo mai letto se non a spizzichi e bocconi quindi personalmente parlando questo volume dovrebbe essere ghiotto. D'altra parte a una prima lettura ci si accorge che non è che la serie sia tutto questo granché. D'altra parte una volta passata la solita perplessità che mi coglie quando leggo il Martina dei Topi, posso dire di essermi gradualmente affezionato al duo e al loro scenario western fatto di uomini rozzi e duri, caratteristiche che Martina ovviamente esalta. Insomma un giudizio molto contraddittorio il mio, che sono uscito un po' deluso dalle prime storie salvo poi affezionarmi alla serie durante le ultime. In particolare l'ultima di Pezzin mi è parecchio piaciuta, ma anche il Supertestimone. Non stravedo e non ho mai straveduto quanto alcuni per Jack La Vaporiera mentre ho trovato la seconda storia pure abbastanza noiosa. Interessante però quella sorta di cliffangher tra seconda e terza storia che le collega a una continuity che sarà sempre meno presente. Ad ogni modo passato anche questo, ora però attendiamo cose migliori come Rebo, i Racconti Intorno al Fuoco e questo benedetto Atomino, visto che oramai di saghette in costume ne abbiamo piene le tasche.
  • Grrodon ha scritto:Tesori #6: Le Prime Leggendarie Imprese di Topolino Kid
    Ad ogni modo passato anche questo, ora però attendiamo cose migliori come Rebo, i Racconti Intorno al Fuoco e questo benedetto Atomino, visto che oramai di saghette in costume ne abbiamo piene le tasche.
    Eh, aspetta, c'è ancora la saga del totem decapitato... :P

    Comunque, forse due volumi consecutivi di Topolino Kid sarebbe esagerato, ma sarebbe IMHO la scelta più giusta e che in fondo approverei: se la testata vuole raccogliere ordinatamente dei cicli, sarebbe brutto trovarsi il secondo volume al 12° posto...
    Timido postatore e finto nerd.

    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • Tesori Disney # 7 - Paperino Contro Saturno

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    Eccolo qui, il più bel numero di "Tesori" uscito nel primo anno e mezzo di vita della testata! A parimerito con il primo, che offriva Reginella, questo nuovo volume è l'unico dopo il # 1 a essere confacente in pieno allo spirito del progetto, dopo che si è perso via in saghe, saghine, saghette e ristampe di Vattelapesca. Finalmente abbiamo un volume che racchiude tutte le storie di un personaggio, e che personaggio! Ovviamente parlo di Rebo, personaggio così affascinante e divertente, utilizzato da quel grandissimo autore che era Bottaro in modo talmente egregio che anche possedendo tutte le storie non mi sono lasciato scappare il volume.
    Volume dalla qualità altissima. A partire dalle storie. Paperino e il Razzo Interplanetario (Chendi-Bottaro/Bottaro), come nota Boschi in uno degli articoli presenti, non ha un incipit originalissimo, ma lo sviluppo che ne verrà fuori fa sì che questa storia, prima ancora che essere il primo episodio di una saga, diventi un capolavoro a se stante, capolavoro di comicità, avventura e caratterizzazione di Paperino, che scambiato per un geniale scienziato riuscirà comunque a mandare all'aria i diabolici piani di Rebo. Non bastasse questo, l'idea che gli abitanti di Giove siano Gioviali - di nome e di fatto - è qualcosa di sopraffino, così come il robot che assembla Paperino per il dittatore di Saturno, un automa dalle sembianza paperinesche. Dulcis in fundo, la ripresa dello stesso personaggio di Rebo, antagonista in una saga fantascientifica a fumetti non disneyana di cui questa storia più che parodia si pone come ipotetico sequel.
    A seguire, le due storie del 1995 e 1997 che si pongono come originali svolgimenti della prima avventura, e che segnano il ritorno in Disney di Bottaro pronto a portare il suo nuovo stile "esagerato" nelle tavole di "Topolino", piene di deformazioni e di gommosità folli, oltre che dominate da un uso particolare e stimolante del colore. In Paperino e il Ritorno di Rebo (Bottaro/Bottaro) abbiamo così il tentativo di vendetta del terribile despota spaziale, che vuole la sua rivalsa contro il papero che ha rovinato i suoi piani di conquista 35 anni prima. Le tavole in cui Paperone e Paperino affrontano il viaggio spaziale sono ultra-deformed, gioia per gli occhi nel loro sperimentalismo. E la conclusione introdurrà come arma risolutiva dei Gioviali il Papero Virtuale, che sarà oggetto di mire da parte di Rebo nella successiva Alla Ricerca del Papero Virtuale (Bottaro/Bottaro). Qui le deformazioni sono dovute alle armi gioviali, di cui Rebo si è impossessato ma che non sapedno usare riescono solo a rendere estremamente plastica Paperopoli. Entra pure in scena Paperina, rapita da Rebo per ottenere Paperino, ma ovviamente verrà gabbato. Il divertimento, che in queste 3 storie finali è decisamente alto (non che non lo fosse nella prima), qui esplode con Paperone che cerca di contrastare i Gioviali che fanno colazione col suo denaro o con la pubblicità che interrompe il proclama di Rebo.
    Infine il cerchio si chiude con Paperino e l'Invasione di Giove (Bottaro/Bottaro), dove Rebo decide di sferrare l'attacco decisivo all'odiato pianeta, da cui poi poter conquistare il resto dell'universo partendo dalla Terra. Avrà l'aiuto di un altro personaggio bottariano storico stavolta, il Dottor Zantaf, anche lui rientrato nell'operazione nostalgia che in quegli anni '90-primi 2000 Bottaro stava portando sull settimanale. Un episodio finale molto soddisfacente e completo per una storia ancora una volta divertente e avventurosa.

    Il volume si completa con molti articoli, che finalmente invece di spaziare in vari contesti hanno molto materiale fumettistico di cui trattare: ecco quindi informazioni utili su Saturno Contro la Terra, fumetto dove esordiì Rebo, un articolo sulla fatica di recuperare l'edizione originale della prima storia, un portfolio con gustose immagini di Rebo, alcune parole sul terzetto di nuove storie e un articolo finale sul ritorno di Bottaro a "Topolino" con le varie riprese di suoi personaggi storici, oltre che interessanti accenni al suo moderno stile deformed. La bella copertina di Gervasio fa da cornice a un volume prestigioso e assolutamente da avere.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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