[Topolino] Annata 2007

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Io a Babbo natale già ho chiesto, :asd: ma mica è arrivatala parodia di Wom... :omg:
    "... In fondo basta poco per fare felice qualcuno...come la simpatica Nocciola, che crede di volare su una scopa!" - Luciano Bottaro
  • Potevi chiedergli Zelda, così arrivava.
  • T 2667
    Topolino e il caso tagliente
    (Salati/Cavazzano): non male! Molto ben congeniata, magari si poteva giocare meglio sull’equivoco su cui si basa l’intera storia, ma Salati ha fatto comunque un buon lavoro. L’unico difetto è che ho trovato l’intera trama troppo “claustrofobica”: evidentemente per mancanza di tavole, la storia risulta troppo veloce e gli eventi si accavallano fra di loro. Bravo Cavazzano, bello il suo Gambadilegno.

    Per il resto il numero è alquanto fiacco: l’altra storia principale, Paperut mammuttista patentato (Gentina/Soffritti), non dice un granchè. Da segnalare i disegni insolitamente affrettati (ma non meno graditi) di Soffritti e una piccola citazione a L’Era Glaciale nella quadrupla di apertura.
    Potevi chiedergli Zelda, così arrivava.
    Certo, quello arriva sempre. Magari non il titolo che hai chiesto, ma uno arriva. :cazz:
  • T 2668
    Topolino in: Tale nipote, tale zia (Venerus/De Vita): non male. Non una storia molto esaltante e forse un po’ troppo breve, ma comunque una storia di buon livello confezionata da un uno sceneggiatore inesperto, ma costante e sempre all’altezza delle aspettative. Ben caratterizzata Topolinda, mentre si potrebbe obbiettare sul Topolino che cerca volutamente di ficcarsi nei guai; ma non credo sia un errore, visto che la smania d’azione del topo è senza dubbio causata dalle ossessive cure della parente. Dunque bene, e qualche elogio in più lo spreco per l’uso delle armi da fuoco e, ovviamente, per la citazione alla celeberrima collana Chirikawa. Una citazione fine, senza pretese, che non ostacola la lettura a chi non conosce la storia dalla quale a tratta (a differenza di quelle che certe volte fa un tal Don Rosa). Senza contare che la collana non sta lì a valore puramente celebrativo, ma ha anche una funzione di un certo spessore (un po’ prevedibile, a dire la verità) nella trama. Bravo De Vita, con i suoi ottimi disegni e con Topolinda che, per quanto più vicina ai canoni cavazzanici che a quelli originali scarpiani, riusulta graditissima.
    Paperino e la Moda smodata (Tulipano/Gervasio): mah. Senza infamia e senza lode, rimane comunque una storia apprezzabile per la morale utile ai lettori più giovani e per qualche battuta carina. Bello comunque lo spunto di partenza. Nulla da eccepire sui disegni di Gervasio, che tuttavia, con il suo nuovo stile vagamente ispirato ad Intini, non mi sembrano molto personalizzati.
  • # 2668

    Topolino in: Tale nipote, tale zia(Venerus/De Vita): molto bene Venerus con questa storia. Non può che far piacere veder riproposto il personaggio di zia Topolinda. L'elemento poliziesco in questa storia ha poca rilevanza. Certi aspetti che possono sembrare forzature (tipo Basettoni che chiede a Topolinda di aiutare la polizia) passano in secondo piano; il fulcro della storia non è la risoluzione del caso, ma il rapporto tra Topolino e la zia (come anche il titolo suggerisce). La riproposizione del personaggio avviene senza rimandi e senza forzature, così che un lettore (giovane o adulto che sia) che non conosce Topolinda non trova nessuna difficoltà. Molto bravo De Vita in questa storia, che propone una versione grafica del personaggio diversa da quella scarpiana ma da quel che leggo simile a una recente versione cavazzaniana (purtroppo non ho letto la storia in questione).
    Sull' "utilità" del riproporre il personaggio, non vedo problemi. Anche se non si tratta di un giallo, fa sempre piacere rivedere zia Topolinda al giorno d'oggi, ed è bello che anche i nuovi lettori possano conoscerla. E poi... e se la storia avesse anche uno scopo propedeutico? Mi spiego: mettiamo che Venerus voglia fare una storia lunga con il personaggio di Topolinda e che magari la redazione gli abbia chiesto di "preparare il campo" con una breve storia che riproponesse il personaggio. E' un ipotesi, chiaramente, ma non mi stupirei se fosse davvero così...
    In conclusione, direi che Venerus promette bene. Dei pochi colpi sparati, li ha messi a segno quasi tutti. Certo è agli esordi, e come tutti ha bisogno di trovare la sua strada. Dire che potrà essere un nuovo Casty forse è ancora presto, ma certamente per il momento c'è da rimanere soddisfatti dal suo lavoro.

    Un dollaro di Don Oro(Panaro/Meloni): carina. Era da un pò che non si vedeva un western sulle pagine del Topo. E in questa storia ci sta pure una sparatoria! Che non dovrebbe essere nulla di eccezionale come tante storie del passato dimostrano, ma visto certo politically correct all'eccesso degli ultimi anni lo diventa. Ho trovato bello il fatto che alcuni dei protagonisti non si conoscessero da prima, come Paperone con Paperino.
    I disegni di Meloni non saranno eccezionali, ma gli ho trovati migliori di altre sue storie.

    Paperino e la moda smodata(Tulipano/Gervasio): storiella divertente, con un finale un pò scontato ma con i disegni di buon Gervasio.
  • T 2669
    I Bassotti e lo Srotolatore Dimensionale
    (Sisti/D’Ippolito): ormai sono anni che i Bassotti sono stati ridimensionati da criminali a macchiette e anche in questa storia la loro reputazione originaria non viene ripristinata, ma se non altro Sisti imbastisce una buona storia. Sì, insomma, una storia carina ma nulla di più e tra l’altro l’idea di ampliare le dimensioni interne del Deposito è assai abusata. Bravo D’Ippolito in alcuni primi piani piuttosto riusciti, ma mi è sembrato un po’ troppo frettoloso.
    Super Pippo e il Superburocrate soffocante (Cabella/Palazzi): questa storia mi ha spiacevolmente ricordato certe orride storie che comparivano su Paperinik… banale e mal gestita.
    Zio Paperone e il Somaro conteso (Vitaliano/Intini): bella la trama, ottime le gag, un colpo di scena inaspettato fanno di questa storia un ottimo prodotto confezionato dalle candide manine di Fausto Vitaliano. Bella storia, migliore di Gambadilegno e il Master per ladri e appena sotto la Cena dei Buzzurri. Davvero piacevole, se poi è disegnata da un maestro di sintesi, dinamismo, accuratezza ed espressività di Intini (che da molti latitava sulle pagine del Topo) tanto di guadagnato.

    Sul prossimo numero ritorna Sciarrone con Zio Paperone e un’Ametista per Battista; un titolo che ho già sentito da qualche parte…
  • E' tempo di recuperi:

    #2667
    Numero sufficiente, con una buona storia d'apertura, la fine della serie paperottiana e l'ultima storia del fu Colantuoni. Poi c'è Paperut che bof. Più che altro è buffo notare come i riferimenti all'epifania nelle rubriche del giornale vadano sciamando sempre di più man mano che passano gli anni.

    Topolino e il Caso Tagliente (Salati/Cavazzano): Sì, mi è piaciuta. Penso che una storia come questa renda giustizia ad un lato di Disney spesso poco sfruttato, quello della "satira" sociale. La televendita dei coltelli miracle blade con lo chef Tony è un fenomeno che ci ritroviamo sotto gli occhi e che tendiamo a non notare. E' interessante come Salati (già il cognome ha un che di culinario) l'abbia rilevato e abbia deciso di farci una storia. Non un giallo straordinario, per carità, ma gradevole e interessante quanto basta per definire la qualità media che dovrebbe esserci sempre sulle pagine di Topolino.

    PP8 - I Passatempi di Quack Town - 5° Puntata: Ritorno alla Base (Mainardi-Perini/Turconi): Finalmente il pp8 modernista si toglie dai piedi, e dubito molto che ricomparirà se non in via del tutto eccezionale (come lo è stato per questa serie, tralaltro). Quest'ultimo enigma, poi, è stato tra i più incomprensibili e poco leggibili. Per fortuna che c'è Turconi che nel design delle taniche di benzina dà a tutti una bella lezione di Disneyanità.


    #2668

    Già il fatto che in copertina svetti il titolo di una storia non presente nell'albo è rotfl di suo, il numero in sè però ospita la quarta storia di quel tal Matteo Venerus che a suon di citazioni e illustri strizzatine d'occhio si sta facendo notare un po' da tutti, nel bene e nel male (anche se più bene che male, eh). Poi sennò c'è un accenno di parodia western in una storiella panarica e poco altro.

    Topolino in: Tale Nipote, Tale Zia (Venerus/De Vita): E dopo essersi cimentato col distretto e con le lotte tra vicini ecco Venerus esplorare il rapporto di Topolino con la Zia Topolinda, che per un motivo o per l'altro negli ultimi anni è tornata alla ribalta andando a colmare quel vuoto affettivo che attanagliava il nostro. E ci scappa pure una citazione piuttosto esplicita alla Chirikawa. Non è affatto male lo stile di Venerus, con quel suo umorismo sincretistico che mette insieme Scarpa, Faraci, Casty. Poi vabbè a tratti qualche ingenuità magari la si può notare, ma nel complesso avercene di autori così ben preparati, con così buon gusto e amore per le proprie fonti. Mi auguro che faccia strada, ad ogni modo.


    #2669

    Numero carino. Peccato che il tanto sbandierato ritorno di Superpippo altro non sia altro che una storiella da poco. ma del resto è quello il posto adatto per Superpippo. C'è ben altro degno di nota in questo numero, come ad esempio il ritorno di Sisti e Vitaliano.

    I Bassotti e lo Srotolatore Dimensionale (Sisti/D'Ippolito): Non il miglior Sisti, tuttavia una storia buona che sembra quasi una storia di paperi dei vecchi tempi. E come ad altri, è piaciuta anche a me l'idea di spiegare fantascientificamente l'invenzione di Archimede. Un'idea molto pikappica. Peccato per il finale forse poco sensato, ma complessivamente promossa.

    Zio Paperone e il Somaro Conteso (Vitaliano/Intini): Intini potrà piacere come no ma una cosa è certa: valorizza Vitaliano ottimamente. Infatti la storia al di là dei disegni è piaciuta a molta gente, proprio per il clima delirante che i disegni invitano a creare. Lo stile farsesco di Vitaliano va definendosi sempre di più, e lui è ormai il più feroce degli sceneggiatori Disney. Peccato che i personaggi finiscano sempre e comunque per far la figura dei fessi, ma immagino faccia parte del malefico gioco messo in piedi dal beffardo autore che come ai tempi della Pkmail usa la penna come un arma impropria. Il che è bene.

    E per finire vogliamo parlare di Faccini? Ma parliamone. Cioè secondo me è un genio. E non sono le battute che mette nell'ultima vignetta a farmi ridere ma tutta la preparazione. Ha un modo assolutamente demenziale e originale per prepararsi il terreno per la situazione. Il Paperone affranto che si confida con Paperino numeri fa è assolutamente esilarante. E l'annuncio sui dollari di stagno in questo numero è da crepare. Per non parlare di posa, espressione e costume di ZP mentre esce dal deposito nei panni di Capitan Soldone. Cioè è fuori di testa questo autore, lo voglio vedere quanto prima a capo della Disney.

    Next: Casty's Return. And also Sciarron'.
  • Grrodon ha scritto: E per finire vogliamo parlare di Faccini? Ma parliamone. Cioè secondo me è un genio. E non sono le battute che mette nell'ultima vignetta a farmi ridere ma tutta la preparazione. Ha un modo assolutamente demenziale e originale per prepararsi il terreno per la situazione. Il Paperone affranto che si confida con Paperino numeri fa è assolutamente esilarante. E l'annuncio sui dollari di stagno in questo numero è da crepare. Per non parlare di posa, espressione e costume di ZP mentre esce dal deposito nei panni di Capitan Soldone. Cioè è fuori di testa questo autore, lo voglio vedere quanto prima a capo della Disney.
    Da qualche parte, forse nel Papersera, qualcuno lo definiva un nuovo Barks. Non mi piacciono tanto questo tipo di paragoni, ma c'è da dire che con il maestro ha tanti aspetti in comune, come ad esempio la capacità di sviluppare delle scene divertenti in poche vignette. Per non parlare delle idee; quest'ultima di capitan Soldone è veramente rotfl!
  • Non è il discepolo di Barks, è il marito ideale di Silvia Ziche.
  • Grrodon ha scritto:Non è il discepolo di Barks, è il marito ideale di Silvia Ziche.
    MA LOL!!! :rotfl: Roftl a manetta!
    "... In fondo basta poco per fare felice qualcuno...come la simpatica Nocciola, che crede di volare su una scopa!" - Luciano Bottaro
  • T 2670
    Topolino e il Picchio gigante (Casty/Mottura): toh, il primo Casty nell’anno. E non c’è niente male, anche se secondo gli standard castyani, la storia non è nelle migliori. Buona comunque, carine le gag, l’unica pecca è un buonismo forse un po’ troppo accentuato e, a volte, ingiustificato. Per esempio, senza spoilerare troppo, il cattivone della storia ha già i primi segni di redenzione (talaltro inutili, visto quello che succede dopo). Insomma, buona la storia ma Casty sa, può e deve fare di meglio. Ottimi i disegni assai caratterizzati di Mottura, che dà il meglio di sé soprattutto nelle quadruple, nelle quali risulta anche più dettagliato. Nota di merito anche per la colorazione, stupenda nelle quadruple di cui sopra, ma che spesso stona con i colori del resto della tavola.
    Zio Paperone e un’Ametista per Battista (Gianatti/Sciarrone): storia abbastanza scontata, ma in fin dei conti non malvagia; una storia anonima, in cui la parte del leone la fanno, indovina un po’, i disegni di Sciarrone, che tratteggia dei Paperi a dir poco superlativi, con il suo tratto incisivo e assai espressivo. Una nota di merito per i cambiamenti al Deposito (non che sia un granchè, ma mi ha ricordato le primissime storie italiane nelle quali il Money Bin cambiava aspetto ogni volta) e per il look dei nipotini, innovato senza nulla di sconvolgente. Bruttina invece Ametista (non esteticamente… cioè, non solo) soprattutto in alcune inquadrature poco felici.
  • # 2669

    I Bassotti e lo Srotolatore Dimensionale (Sisti/D'Ippolito): è Sisti, e lo si capisce dalle prime vignette. Nulla che faccia gridare al capolavoro, ma avercene di storie così! Non la solita storia dei tentativi d'assolto al deposito dei Bassotti; per certi versi mi ha ricordato certe storie di un tempo.
    E quoto sull'aspetto "pikappico" dell'invenzione di Archimede, è una sensazione che ho avuto anch'io. Ci mancava solo l' "Archie Project" a fine storia! :P
    Bravo d'Ippolito, che a parte per qualche vignetta, ho gradito abbastanza.

    Zio Paperone e il Somaro Conteso (Vitaliano/Intini): Vitaliano si conferma con questa storia, dove si ride praticamente una vignetta si e l'altra pure! Certe gag sono bellissime, e non stonano per nulla ma anzi si adattano perfettamente al rapporto P.d.P.-Rk . Un Vitaliano che si occupa di Paperi e Topi, e dal quale è lecito aspettarsi delle sorprese per il futuro.
    Plauso ad Intini, che personalmente apprezzo e l'ho trovato adattissimo per la sceneggiatura vitalianica. Un Intini che ha raffinato il suo stile, uno stile particolare certo, ed è capibile che ad alcuni possa non piacere. Si tratta comunque di un grande disegnatore, che ha trovato uno stile tutto suo, staccandosi dalla massa di cloni di Cavazzano o Barbucci.
  • #2670

    Numero con Casty, più altre cosette. E se c'è Casty abbiamo già capito.

    Topolino e Pippo nella Valle del Picchio Gigante (Casty/Mottura): E questo sarebbe il Casty sottotono? Ma mi faccino il piacere, mi faccino! Questa storia è splendida. Sarà che l'ho letta con una buona predisposizione (avevo appena terminato una sessione notturna a Zelda e avevo ancora in testa la musichetta dei Lost Woods), ma trovare queste ambientazioni, queste atmosfere al servizio di una trama così intelligentemente costruita, bè, mi ha esaltato non poco. E uno dei motivi per cui adoro Casty è che è di una finezza sopraffina, e per coglierla bisogna saper leggere tra le righe. Ad esempio il fatto che la storia inizi in medias res e che poi parta il megaflashbackone mi aveva fatto inarcare un sopracciglio, visto che è un espediente ipersfruttato, e per giunta qui veniva pure sottolineato da Topolino: "Pippo, aiutami a ricordare!". Ma la finezza di Casty sta nell'aver reso tutto questo funzionale alla storia, giustificando e contestualizzando perfettamente tale espediente. La finezza di Casty poi si vede in molti altri particolari: l'utilizzo discreto di Orazio nella seconda tavola, la delicata caratterizzazione del bis-bis di Pippo tratteggiato in sole due vignette. Tutto questo senza rinunciare ovviamente alle solite battute divertenti e deliranti. Ma la storia in questione ha anche i suoi lati seri, e si fa non poco apprezzare pure per quanto riguarda la trama principale. Ultimamente poi Casty ha il pallino di giochicchiare col lettore sparando colpi di scena a raffica che si contraddicono l'un l'altro, lasciando spesso il lettore di stucco. Un trucco che aveva già utilizzato un paio di volte nei gialli urbani, ma che qui applica sapientemente al contesto boschivo dell'Oregon (sia benedetta la geografia sulle pagine di Topolino). C'è poi Mottura, che per quanto possa apparire indigesto nelle espressioni dei personaggi, è un maestro nel sapersi gestire lo spazio nella tavola, e soprattutto nel ritrarre i paesaggi. Paesaggi che sono qui stati onorati di una colorazione d'eccezione, vista raramente sulle pagine di Topolino. Insomma una storia molto suggestiva con una conclusione spiazzante. A chi dovesse trovarla troppo buonista non posso che consigliare di cambiare genere di fumetto, per quel che mi riguarda...bè penso che si possa cominciare a parlare di erede di Scarpa.

    Archimede e l'Auto-Auto (Vitaliano/Migheli): Toh, un Vitaliano riempitivo. Carino, non certo un delle sue migliori performance, ma si apprezza la volontà di spaziare e di sceneggiare a vari livelli.

    Zio Paperone e un'Ametista per Battista (Gianatti/Sciarrone): La storia è scontata, parecchio scontata. Tuttavia gradevole, anche perchè mette in scena un Paperone assolutamente ottimo, e un trio di nipotini fantastici e sfavillanti. E ovviamente Sciarrone si riconferma il Dio dei paperi. L'espressività dai nipotini (che a tal proposito finalmente sono abbinati ai colori giusti!) è sconvolgente, come anche quella dello Zione. Non, ho parole. Complimento Claudio, una vera e propria orgia visiva.

    Next: una copertina e una storia cavazzaniana sulla 313. Che si voglia riprendere il famoso discorso discorso iniziato da Michelini con la storia sulle origini della 313 e proseguita poi da Marconi sulle pagine dello Zero Barra Uno?
  • T 2671
    Paperino e l’Identità meccanica (Sisti/Cavazzano): c’è chi auspicava la ripresa dei temi presentati in Addio!, episodio targato Marconi/Cavazzano del PKNA Speciale 98, Zero Barra Uno. Beh, sì e no. Sisti, come al solito, non è mai banale pur non deludendo le aspettative dei lettori; bravissimo nel descrivere la routine di Paperino, infilando anche il filone della P.I.A., insolitamente accoppiato alla doppia identità del papero. Una storia non eccezionale, ma comunque assai buona; ho apprezzato tantissimo la spiegazione finale di Archimede che tuttavia non svilisce il “rapporto” tra Paperino e la sua vettura. Rapporto intensificato implicitamente dai disegni di Cavazzano che, come aveva fatto per Addio!, riesce a rendere espressiva la 313 (e questa volta senza che Uno ci abbia messo lo zampino). Abile anche per il resto, forse un po’ bruttino il supercriminale.
    Topolino e la Sfida della Verità (Panaro/Soldati): insomma. Trama molto tirata per le lunghe e troppo frammentaria, alla fine non è che abbia molto da dire. In alcuni punti risulta assai inverosimile, come l’espediente escogitato per salvare Frank, che sa un po’ di campato per aria. Non un granché, quindi, con disegni senza infamia e senza lode.

    Il resto dell’albo è, come al solito, costituito da riempitivi, alcuni semplicemente inutili (Concina, ma sei proprio tu?) e altri carini, ma pur sempre banalotti. Meno male che c’è Sisti.
  • #2671
    Numero che contiene una sola storia degna di nota, storia che però si becca l'onore della copertina, e per fortuna visto che è davvero bella.

    Paperino e L'Identità Meccanica (Sisti/Cavazzano): Tanti e tanti anni fa, agli albori del menàge con Paperina, e durante una trasferta messicana, Paperino trova in un pueblo un'automobile. Pur di far colpo su Paperina, baratta il suo asinello per venirne in possesso, ma ben presto la 313 si rivela essere un macinino e Paperino ci fa una magra figura. Questo è quanto raccontato dal cortometraggio Don Donald (1937), e quanto anni dopo viene ripreso in una storia del 1995 da Fabio Michelini e Massimo De Vita ne Il Segreto della 313, in cui un Pico de Paperis puttosto perplesso chiede a Paperino come mai si ostini a non voler cambiare automobile. Paperino glielo spiega, e il flashback che ne deriva fornisce a Don Donald un sequel ideale, che vede un Paperino piantato in asso volersi sbarazzare dell'incauto acquisto, buttandolo da un dirupo. Per distoglierlo dalle sue intenzioni uno sciamano del deserto trasformerà per una settimana la carretta in un bolide, un'incantesimo temporaneo che servirà a riconquistare Paperina, ma che non cesserà mai del tutto. Lo sciamano infatti ammonisce il papero che la 313 tornerà ad essere un'umile auto ma manterrà sempre e comunque all'interno dei suoi motori una scintilla di vita. Una scintilla che al termine del flashback si attiva subito, bloccando l'automobile ed evitando a Paperino e Pico di venir travolti da una valanga. Una storia stupenda, a cavallo tra innovazione e rispetto della tradizione, una storia che molto probabilmente ha fornito un background ideale per Addio! di Massimo Marconi e Giorgio Cavazzano, l'ultima ministoria contenuta dello speciale 98 di PKNA Zero Barra Uno, che ripresenta una 313 "viva" che interagisce con Uno e serenamente rassegnata si fa da parte, per dar modo al suo padroncino di avvicinarsi senza rimorso alcuno alla Pikar.
    Con Paperino e l'Identità Meccanica viene aggiunto un nuovo capitolo all'epopea della 313, e nessuno potrebbe farlo meglio di Alessandro Sisti, che più di una volta ha dimostrato di possedere una cultura filologica notevole, e di saperla riversare nelle sue storie mantenendo un orientamento sincretistico e concliante. Non è dato sapere se Sisti conosca veramente ogni storia del patrimonio creativo di cui sopra, per cui potrebbe averla creata per ispirazione divina. Ma tenderei a non credere alle concidenze, soprattutto quando si parla di un autore che ha saputo destreggiarsi perfettamente in più campi, che ha curato il progetto Disney Parade e che è stato uno dei creatori di PKNA. Insomma, Sisti confeziona una storiella di 29 pagine, in cui dà fondo a tutto il suo repertorio, nel tentativo di omaggiare la macchina più famosa dell'universo Disney. Si torna a parlare di 313 viva, e nel mentre Sisti coglie l'occasione di mostrarci la giornata tipo di Paperino, andando a pescare in ambiti che molto difficilmente vengono mischiati. Ecco quindi in una sola storia la PIA, Paperinik, Archimede e le Car-Can, Paperina, Qui Quo Qua e il resto della sua vita normale. Tanti temi assemblati con intelligenza che anzichè apparire donrosianamente ridondanti si completano a vicenda spiegando il vero motivo per cui sembra che Paperino poltrisca tutto il giorno. Sisti mostra la strada con una storia che anche presa da sola ha un suo perchè, e fornisce anche una valida lezione a quanti vogliono a tutti i costi parlare di continuity nel fumetto Disney, e non è cosa da poco. Grazie, Sisti.

    Settimana prossima copertina e storia principale dedicata a Topolino moschettiere...uhm.
  • che bello sentir parlar bene del mio Maestro!! :D
  • Bè, per noi Pker, Sisti è un Vate, quello che ci ha presi per mano e ci ha accompagnati alla scoperta della Ducklair Tower, non dimenticando però di valorizzare (e canonizzare) l'antico. Gli dobbiamo molto tutti quanti. E, anzi, se ti capita salutacelo tanto e digli passarci a salutare :D
  • Ma Time machine che sarebbe?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Mistero.
    Si pensa a una saga sulla Macchina del Tempo... (sai, Time Machine :P)
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