Difficile dopo le recenti burrasche avere la voglia di mettersi a recuperare i numeri di Topolino a loro tempo non recensiti. Ma adesso mi metto di buzzo buono a colmo la lacuna, per arrivare in tempo a poter parlare del tanto discusso restyling:
#2707
Un discreto Che Aria Tira per un numero che già dalla copertina sembrerebbe voler valorizzare la storia principale. Questo è un bene, sia chiaro, eppure, la cosa stona quando la storia principale non è tutto questo granchè.
I Bassotti e la Sfida in Rosa (Gervasio): Una storia che ha del buono e del meno buono. Il buono è la voglia di Gervasio di tenere conto dei suoi trascorsi da autore completo, conferendo alla Bassotti Internazionale una forma ben precisa e una sua continuità. Un’altra cosa buona sono alcuni sviluppi della sceneggiatura, abbastanza originali. Il meno buono è – ahimé – una certa concezione svilente dei personaggi in questione e della stessa storia che si sta raccontando. Insomma, una buffonata fatta in maniera più filologica di altre, ma pur sempre una storiellina da poco.
Tutti i Milioni di Paperone – Episodio 8: Il Mio Ottavo Milione (Vitaliano/Pastrovicchio): ‘Mazza che episodiaccio questo qui. Non convince per nulla, e sembra più che altro un guazzabuglio ucronico con un po’ di anni 50, un po’ di belle epoque e un altro po’ di anni 20. Insomma, bocciata in pieno, se non fosse per il finale con le multe, che strappa un sorriso.
#2708
Oh, il numero dedicato a Ratatouille. Un gran dispiego di mezzi, invero, e per giunta per un film che questo dispiego lo merita tutto. Un vero Capolavoro che viene qui giustamente omaggiato. Peccato che la stessa cosa non sia stata fatta per…no, non mi riferisco ai Robinson, stavolta, ma a Come D’Incanto, vero e proprio film della rinascita natalizia Disney che almeno a sentire i discorsi della De Poli a Lucca sarebbe stato largamente omaggiato con una sua copertina. Copertina, che ad oggi non si è vista. Congratulazioni. Geniale il Che Aria Tira, peccato che Remy, per un fosco problema di diritti interni alla stessa Disney, sia stato sbianchettato per fargli perdere la sua identità. Segnale che lì dentro, checché se ne dica, non funziona tutto benissimo.
Zio Paperone, il Cuore del Mondo e la Perfetta Letizia (Cimino/Cavazzano): Una gestione piuttosto strana questa qui, alterna perfettamente momenti di massimo sconforto a momenti di massimo esalto. Note positive e negative, armonia e note stonate. Questa bella sorpresa rientra perfettamente nell’armonia, perché finalmente rende omaggio e celebra Rodolfo Cimino, un artista che negli ultimi tempi era stato sempre più svilito e messo in secondo piano. Ma qui viene messo in prima posizione, gli vengono “concesse” tutte la pagine che gli servono e lo si affianca al vecchio amico Giorgio Cavazzano (che celebra anche lui il compleanno). Risultato: una storia come quelle dei vecchi tempi. Datecene ancora grazie, che a differenza di molta altra gente, pivellini & novellini ultimi arrivati, questo anziano signore SA come far muovere i suoi personaggi.
Paperino e il Grande Vendicatik (Meikle/Andersen): Diciamocelo: saranno anche incapaci con le sceneggiature questi danesi ma sanno conferire alle loro storie una vena cattivella niente male. E infatti era da tempo che non assistevo a una vera e propria schermaglia tra Paperino e nipotini. I disegni di Andersen poi li adoro, così espressivi e divertenti che mi renderebbero commestibile pure la peggiore boiata.
#2709
Numeretto un po’ così, con una tavola zichiana nella media, una storiella breve di Gervasio e una breve di Ratatouille pessima nella sceneggiatura quanto ottima nei disegni, firmati da una Razzi sublime.
Premiata Ditta Filo & Brigitta – I Segreti del Backstage (Muzzolini/Intini): Queste storie della ditta pur mantenendo sempre un loro perché stanno iniziando a stancare, forse pure perché non si capisce mai chi ci sia dietro (e infatti tra Muzzolini, Perini e Arrighini si fatica a capire chi sia chi). La storia in questione non brilla in mezzo alle altre ma non è neanche da buttare, visto che un po’ di satira sociale la fa. Sarà Intini che in questo caso l’ho trovato leggermente “sguaiato” nelle pose dei personaggi. Bocciossa.
Tutti i Milioni di Paperone – Episodio 9: Il Mio Nono Milione (Vitaliano/Palazzi): Carina stavolta. Certo, come struttura è un po’ un mix di già visto con il socio truffaldino e il decadimento poi risolto di Paperone, ma si lascia leggere, ha un buona ironia e non dà quella brutta sensazione di guazzabuglio temporale che aveva lo scorso milione.
Speciale Lucca
#2710
Oh, il numero Lucchese, con le prime esplicite celebrazioni per il compleanno di Zio Paperone. E il numero che non fa che confermare che questa gestione De Poli è tanto ottima nelle intenzioni quanto difettosa al dunque. E’ come se ogni volta che qualche ideona viene partorita dalla mente della De Poli, questa dovesse per forza passare sotto le mani del reparto imbecillità per farsela immediocrire per benino. E’ come se ci fosse un filtro. Altrimenti non si spiegherebbero certe recenti scelte, come quella di pubblicizzare la Numero Uno in allegato a Topolino e realizzare poi una patacca falsona o quella di pubblicare il Monte Orso in versione mutila. Come funzionino le cose in redazione probabilmente non lo potremo mai capire visto che noi del loro lavoro non campiamo una benemerita ceppa (M. Bosco), sta difatto che non serve una laurea per rendersi conto che lì dentro qualcuno che non sa fare il proprio lavoro c’è. E senza andare troppo nel personale sarebbe bene che tali persone non infangassero il nostro settimanale preferito. Perché, diciamocelo, è abbastanza ridicolo leggersi un paginone con scritto “La numero uno è un decino” e scorgere affianco la riproduzione della moneta con scritto in grande CENTESIMO. Non c’è sinergia, non c’è comunicazione, non c’è logica in una cosa del genere. E senza dover per forza scendere in questi dettagli nerd, basta anche solo vedere l’inizio della “saga” nordica che, per adattarla al formato a tre strisce per tavola, è stata brutalmente privata di metà delle sue vignette. E la De Poli a Lucca di questo non sapeva assolutamente nulla. Qualcosa non va, decisamente.
Tutti i Milioni di Paperone – Episodio 9: Il Mio Decimo Milione (Vitaliano/Mazzarello): Si conclude piuttosto bene, questa saga, con una storia molto carina, perfettamente in linea con lo spirito generale del ciclo. Un basso profilo, certo, che potrebbe aver irritato molti. Ma in fin dei conti Vitaliano l’ha detto dal principio: sono storielle divertenti e basta. E in quest’ottica l’idea alla base dell’episodio è molto stuzzicante, e anche la componente onirica con il prossimo futuro di Paperone è stata molto interessante. Per non parlare poi della citazione a me e a Sprea che ha fatto davvero molto piacere, immagine di un recente presente in cui i rapporti autori/lettori erano ben diversi dalla monnezza che di lì a poche settimane avrebbe causato al forum del Papersera l’allontanamento di Elik, Fausto, Sprea e altra utenza molto valida.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 1° Episodio: Zio Paperone e la Carrozza Fantasma (Hedman/Gattino): Come si diceva prima ecco lo scempio editoriale per cui, se fossimo in un mondo giusto, molte teste cadrebbero. I tagli ci sono, sono grossolani e si vedono, nel ritmo assolutamente sballato della storia, nei balloon aggiunti alla meno peggio e nei maldestri collage di personaggi. Insomma, grazie all’incompetente responsabile di ciò, sembra di essere tornati negli anni 40, quando questo tipo di rimontaggi era la regola. Non che la storia poi brilli, sia chiaro. Fa un sacco di piacere di vedere un po’ di stile Barksiano (e pure un po’ Branchiano) all’interno del Topo. Ma questa corsa all’imitazione non è certo un merito, e vista anche la debolezza di questo tipo di sceneggiature…bè forse era meglio risparmiarcela, questa saga.
Topolino nella Città dei Fantasmi (Venerus/Mazzarello): Ed ecco invece l’autore giovane e di belle speranze che abbiamo avuto modo di conoscere personalmente a Lucca. Per chi si era dispiaciuto di vedere Venerus alle prese con brevi di poco conto, rivedere una sua sceneggiatura ad ampio respiro, con tanto di Zia Topolinda e registro “cinematografico”, non può che essere un toccasana. E se anche la storia non sarà un capolavoro, pazienza, almeno detta quello che dovrebbe tornare ad essere uno standard tra le pagine del Topolino, a prescindere dai tanti roboanti proclami. Bravo Venerus.
Amelia e la Festa di Halloween (Gianatti/Mazzon): Ed ecco la merda. O meglio la storia che a Lucca è diventata celebre per essere la miglior rappresentante della sventurata categoria delle storie da prendere come esempio negativo. E a questo proposito sarà meglio che non scada ulteriormente nella volgarità e riporti le frasi che scrissi a suo tempo nel resoconto lucchese: E pensare che Topolino dovrebbe pure star migliorando. E io bel bello, a un anno esatto dall'avvistamento di Pico e il Mostro di Hallooween, sempre in treno per Lucca, mi ritrovo davanti una cosa simile. Certo, a cercare di scalzarla dal podio della storia più orribile, quest'anno c'era stato pure Ciccio Incontra Ciccia di Regolo, ma mi sa che qui raggiungiamo nuovi vertici d'eccellenza. Le persone sedute affianco a me in treno mi guardano stranite, e non riescono a capire il perchè delle lacrime che rigano il mio volto. E francamente non lo so neanch'io, visto che l'agonia più volte si mischia al divertimento e al senso di ridicolo, quindi non saprei dire con certezza la vera natura di queste lacrime. Posso finalmente dire di aver letto una storia in cui Paperone gareggia contro Rockerduck per chi ha il costume migliore, posso dire di aver visto Qui Quo Qua vestiti da moschettieri-vampiro e Paperino sognare una vacanza alle Quacamahas. Ho visto Amelia cadere dal cielo e vincere la competizione andandosene via tutta contenta. Ho visto il sindaco con una piovra di gomma sulla testa e l'intera Paperopoli sputtanata alla grandissima. Ho visto l'out of character nella sua forma più meravigliosa. E per questo, e per aver avuto modo di passare quattro giorni a metterla alla berlina coi miei amici non posso che ringraziare l'autrice di cotanto scempio.
Paperino e i Pantallegri di Archimede (Petrucha/Fecchi): Altra storia danese, stavolta più demenziale del solito. E a sentire Fecchi dovrebbe essere anche un bel po’ vecchia, e non si capisce ancora quale sia il criterio di pubblicazione di questo materiale estero. Niente di che, comunque, e se vogliamo pure parecchio disturbante.
#2711
Un Che Aria Tira assai poco interessante. Da qui in poi si iniziano a vedere i primi effetti dell’imminente restyling. Ogni numero, viene preceduto da una cover che parla della storia principale. Senza più eccezioni, sia che questa sia bella, sia che lo sia un po’ meno.
Zio Paperone & Ciccio in L’Imbattibile Forchettone (Secchi/Perina): Per quanto detesti l’utilizzo che viene fatto ultimamente di Ciccio, non posso fare a meno di ammettere che Secchi ci sa fare coi personaggi e li sa utilizzare abbastanza bene pure in contesti come questo qui, senza svilirli più di tanto. Nello specifico mi ha fatto inspiegabilmente lollare il puntuale ripetersi del tormentone “Ciccio, è incredibile! Ti hanno rubato nuovamente il cibo!”, ed essendo questa una gag piuttosto mediocre, è una gran cosa che questo sia accaduto. Segno che Secchi è un bravo sceneggiatore e andrebbe utilizzato meglio.
Topet il Commissario – Lo Strano Caso dell’Ombrellaio Oldrain (Macchetto/Sciarrone): Due assi per una storia che meritava la copertina. Veramente tanto di cappello allo stile di Macchetto che con pochi cenni sa confezionare una delle sue solite storielle “epifaniche” che appena lette lasciano sempre un po’ a pensare. Davvero bravo, complimenti. Ecco un altro stile sceneggiatorio che su Topolino sarebbe bello che facesse scuola: una narrazione adulta, ricercata, per uno stile lieve che è pura poesia.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 2° Episodio: Zio Paperone e la Miniera di Sale (Hedman/Gattino): Sorvolando sullo scempio editoriale che continua, stavolta vorrei sottolineare la banalità di queste sceneggiature danesi che sembrano avere una povertà di mezzi per interessare il lettore davvero esasperante. Credo che la cosa capiterebbe anche di fronte alla storia integra: durante la lettura il mio cervello si addormenta e mi ritrovo alla fine della storia che non ho ben capito quello che sta succedendo. Quando questo accade con storie un po’ migliori si può anche tornare indietro a rileggere, ma con tale fuffa non ce la si sente proprio.
#2712
Il numero che getta le basi della Grande Discordia Paperseriana. E neanche a farlo apposta il Che Aria Tira della Ziche sembra voler dire la sua sull’intera faccenda che ha visto quella che è stata definita una vera e propria “lotta di classe”.
Indiana Pipps in: Tutto per un Molare (Sarda/De Vita): Ah eccola qua, la scagazzata. Ha fatto più danni lei che l’intero stock di pattume made in Badino con protagonisti Lusky e Battista. E non perché sia poi così malvagia, in fondo a differenza di molte sue epigone uno straccio di sviluppo avventuroso, l’ha. E’ a leggere i credits che ci si fa il sangue marcio. Cioè Sarda e De Vita, due nomi che un tempo erano indice di grandi avventure, di personaggi utilizzati in modo sapientemente maturo, producono quella che è poco più di una breve di poco conto. E che per giunta ironizza su un personaggio già di per sé malaticcio e in cattiva salute. Insomma, a venir criticato è l’intero basso profilo che Sarda sta mostrando ultimamente, dalle autoconclusive a questo genere di storie. Basso profilo che mi par di capire potrebbe star cessando di esistere. Speriamo.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 3° Episodio: Zio Paperone e i Diamanti dell’Antenato (Hedman/Mota): Stavolta non c’è Wanda Gattino ma Carlos Mota, con un tratto forse meno scopiazzato da Barks e un po’ più da Branca, ma con una personalità ed eleganza minori. La storia invece è la solita solfa, sembra giusto giusto meno tagliata. Però ancora non si capisce che senso abbia chiamala “saga” vista la sua autoconclusività.
Paperino e la Signora del Mistero (Shaw/Fecchi): Cattiverie gratuite e rivalità martiniane. Sembra che nei paesi del nord il massimo dell’italianizzazione sia proprio questa. Una storia senza infamia né lode, ma soprattutto senza lode, che ha la particolarità di esser stata pesantemente modificata nei testi, vista l’apparente insensatezza della scena in cui Gastone si veste da donna.
#2713
Si conforma sempre più una nuova struttura con una copertina e una storia principale che trattano lo stesso tema del rubricone che segue. Il Che Aria Tira della Ziche inoltre segue a ruota mostrando il trio di cugini in una gag. Si procede verso una nuova idea di “tematicità”.
Tre Paperi e un Coccodrillo (Sarda/Gottardo): E la storia poi non è niente di che, anzi è parecchio banalotta. Come se non si fossero mai visti i cugini partecipare forzosamente ad un reality per conto dello zio. Ci sono sviluppi dignitosi, ma nel complesso, anche visto CHI E’ l’autore non si può fare a meno di esserne delusi. Oltre a questo va notato il fatto che L’Isola dei Golosi nella storia non è che citata e quindi il suo utilizzo in cover puzza tanto di trendysmo forzato. Brrrrr.
Zio Paperone e il Temibile Fantobass (Gagnor/Soffritti): Una storia già più interessante, anche solo per le sperimentazioni grafiche made in Soffritti. Solo che viene da chiedersi se è veramente questo ciò di cui il Topolino attuale ha bisogno. E’ un egregia storiella umoristica, mica no, ma non è che, dopo anni di questo menu, forse questa tipologia di storia andrebbe leggermente limitata? (E’ più uno spunto di riflessione che una polemica stavolta, quindi non ho niente contro Gagnor che sa spesso e volentieri farmi ridere)
La Grande Caccia alla Numero Uno – 4° Episodio: Zio Paperone e le Armi dei Vichinghi (Hedman/Gattino): Continua questa sfortunata saga, che saga non è ma mezza sega sì. Scherzi a parte, continua ad avvertirsi quel senso di affrettato e di poco interessante che finisce per penalizzare anche alcune vignette molto belle made in Gattino, come le ultime che con la dovuta trattazione avrebbero potuto essere utilizzate in ben altre storie.
Brigitta e la Conquista Imprevista (Gianatti/Marini): Brigitta che insegna a Paperoga come cuccare insegnandogli a vestirsi alla moda e dandogli lezioni di bon ton. O è una metastoria che gioca con gli stereotipi o c’è qualcosa che credo di non aver capito io.
Topolino e il Tesoro di Temugin – 1° Parte (Artibani/Dalla Santa): L’altra metà della polemica. La metà buona oserei dire. Visto che sarà anche un residuo di magazzino, ma quando arrivano i pezzi grossi si sente. Artibani, ora lontano dalla Disney, dovrebbe proprio tornare. Riporterebbe in frettissima lo spirito giusto per utilizzare i personaggi in modo positivo, lo spirito giusto per intrattenere il lettore. Lo spirito per fare buon fumetto Disney, che ricordiamolo non è solo un frizzo e un lazzo. L’avventura in questione, magari non sprizza genialità da ogni poro della carta, ma è l’esempio migliore di “buona scuola” mai apparso sul topo negli ultimi tempi. I maligni lo accuseranno di una certa “scolasticità”, di poco brio (ricordiamo però che conta molto anche il disegnatore, e un Dalla Santa invecchiato male non aiuta di certo). Ma per il lettore verace, quello che compra Topolino perché convinto che il fumetto Disney possa aver ancora molto da dire non è che un toccasana. E non è che in questa prima parte, peraltro ottenuta spezzando in due artificialmente la storia, accada poi molto. Però ci sono tutti gli elementi che dovrebbero esserci in una cara vecchia avventura di Topolino e Indiana Pipps, con le bizzarrie di quest’ultimo dosate al punto giusto, con frequenti riferimenti alla sua controparte cinematografica e con una sana e genuina voglia di raccontare qualcosa al lettore. Lettore che non viene trattato da bambino deficiente ma essere pensante, e magari anche conservante, che non butta Topolino dalla finestra appena letto. I flashback, le gag, l’equilibrio tra dramma e humor vengono dosati e presentati in forma più smagliante che mai e non dà neanche troppo fastidio vedersi rimandare alla settimana prossima per poter leggere il seguito.
#2714
Un Topo con sole quattro storie? Bé le preghiere parrebbero esser state esaudite. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi del numero del galeone dove ci si bullava di aver ben SETTE storie e di aver calibrato il numero delle storie per averne 365 all’anno. Meno quantità e più qualità è uno dei dettami della nuova gestione De Poli. Che almeno a giudicare da questo numero parrebbe star dando buoni frutti visto che ospita gente illustre del calibro di Biagi, Artibani, Sisti, Scarpa e Cavazzano. Il Che Aria Tira, strizza l’occhio a HSM, quel tanto che basta per citare l’attuale senza esserne asserviti e in copertina c’è la storia di Badino.
Topolino e la Memoria Futura (Biagi-Sisti/Scarpa): Ristampare questa vecchia gloria per omaggiare Biagi è stata una mossa astuta e intelligente. Apprezzabilissimo poi il fatto che oltre a Biagi, siano coinvolti pure quel mostro sacro di Sisti e quell’altro mostro sacro di Scarpa che negli anni 90 pur non facendo più l’autore completo, si dedicava a storie altrui, sceneggiate con il suo stesso stile. E infatti ha molto dello scarpiano questo didascalico Biagi, che con un viaggio nel tempo narrativamente piuttosto slegato, cerca di portare sulle pagine del Topo un po’ di sana morale. Morale del tutto affine a quella di Scarpa, a sua volta molto simile nelle radici a quella di Walt Disney. Insomma un piccolo gioiello che con una punta di furbizia e molta molta cautela riesce persino a trattare temi religiosi. Cosa che non è certo da tutti.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 5° Episodio: Zio Paperone e la Caccia all’Oro (Hedman/Gattino): Toh Cuordipietra Famedoro sul Topo, e con la barba marrone. Per il resto si continua sullo stesso trend degli altri episodi: avvenimenti banali e frenetici, ritmi pessimi, gran disgusto. Tutto questo ovviamente senza che io riesca a ricordarmi minimamente cosa succedeva.
Topolino e il Tesoro di Temugin – 2° Parte (Artibani/Dalla Santa): E il meglio arriva qui. Gengis Khan, rivelazioni, flashback e un po’ di sana azione. Tutto intrecciato in maniera non banale e con una buona dose di colpi di scena, trovate cinematografiche e respiro narrativo degno di una storia di Mickey Mouse. Vedere finalmente il Topo combattere un corpo a corpo e far leva sulla sua agilità per vincere, vedere una crisi risolta con un pizzico di humor tipicamente Disneyano e una buona dose di serietà e veder concludersi la vicenda con quel tocco malinconico e allo stesso tempo epico mi ha quasi commosso. Eccolo il grande fumetto Disney, che riposa sotto una coltre di neve, in attesa di risvegliarsi e mostrare il suo potenziale. Speriamo che lo faccia, e che Tito convinca il caro vecchio Artibani a tornare, anche solo per una collaborazione con lui.
Topolino e la Leggenda dei Robo-Presidenti (Badino/Cavazzano): Oh, finalmente Badino confeziona qualcosa che non sia Battista e Lusky a spasso con gli Husky nei Loschi Boschi Privi di Chioschi, ma una vera e propria lunga. A dire il vero l’aveva già fatto quest’estate nella assai poco riuscita storiella sul calcio disegnata da Turconi. Speriamo che stavolta…e invece no. Peccato, un vero peccato che uno spunto così interessante come il Monte Rushmore venga sprecato in una storia così deboluccia, dalle trovate narrative così scontate. Graficamente parlando il Macchia è quello dandy evoluto da Cavazzano attraverso l’apporto sceneggiatorio di Savini e Casty, e ciò non può essere che un bene. Un po’ meno bene che si faccia fregare da Tip e Tap in modo così facilone e imprevedibile. Vabbè vabbè, si apprezza il tentativo e si spera che sia solo l’inizio di una lenta e sofferta redenzione.
#2715
Che Aria Tira che più rotfloso non si può, solo cinque storie, Manetta in copertina, e la tanto attesa storia filologica di Panaro. Nonché la fine della grande cacca alla numero uno. Insomma parrebbe un buonissimo numero.
Zio Paperone e il Vortice del Tempo (Panaro/De Lorenzi): Allordunque. C’è Panaro che gioca a fare il Don Rosa. E francamente mi fa piacere. Perché tra Panaro e Don Rosa quello che sa utilizzare meglio i personaggi Disney è sicuramente Panaro. C’è da dire però che il tanto amatodiato corpus donrosiano non lo si può ignorare come se niente fosse, quindi ben venga il volerne rielaborare personaggi e ambientazioni, mantenendo i fatti e alleggerendo lo stile. Insomma, il sogno di ogni nerdaccio brufoloso che si rispetti: il mondo di Don Rosa che entra di prepotenza in quella riserva protetta che era diventata la scuola italiana. Io sono per le fusioni, per i riavvicinamenti tra mondi e devo dire che mi ha fatto piacere questo sincretismo, questa mediazione. Vedere Soapy Slick, Doretta, sentir nominare l’Agonia Bianca, vedere un po’ di date (che bollano Paperone come ultracentenario, ma vabbè si sapeva ) tutto rielaborato in salsa italica ha solleticato il mio palato nerd. Mi ha fatto molto meno piacere però constatare che la storia è una specie di remake preciso identico di Decini e Destini, dello stesso Don Rosa. Si poteva variare un po’ o quantomeno dissimulare la cosa visto che il pubblico a cui questa storia si rivolge riconoscerebbe subito il plagio. E mi ha fatto poco piacere anche non capire esattamente il motivo per cui Paperone appare povero davanti a casa di Amelia e il ragionamento che porta la stessa Amelia a restituire la moneta. Insomma se la moneta è un amuleto avrebbe funzionato anche senza esser mai appartenuta a Paperone e se non lo fosse stata allora non c’era motivo di mostrarci un Paperone impoverito. L’unica spiegazione possibile è che siano stati Paperone e la moneta ad essersi portati fortuna a vicenda. Ma a parte queste minuzie voglio prendere questa storia come una mano tesa di Panaro nei confronti di noi fan, che da tanto tempo lo accusiamo di averci messi da parte per essersi dedicato ad una produzione assai meno felice. Speriamo che sia l’inizio di qualcosa di grande.
La Grande Caccia alla Numero Uno – 6° Episodio: Zio Paperone e l’Ora Fatidica (Hedman/Gattino): Sorvolando per un attimo sul finale frenetico e insensato, degno di cotanta saga, viene da porsi un dubbio: all’inizio della “saga” Amelia scopre che esiste un’ora ben precisa per fabbricare l’amuleto nel Vesuvio, sennò la cosa non funziona. Bé, questo non comporta una modifica allo status quo? A parte tutto, ingloriosa conclusione per un’ingloriosa operazione. Le cose o si fanno bene o non si fanno affatto.
Manetta e l’Indagine Senza Distintivo (Valentini/Vian): Che è, il numero dei plagi? Vedere iniziare la storia con la battuta di Anderville mi ha proprio innervosito. Anche se poi andando avanti ho pensato “massì magari non conosce Faraci”, peccato che nella storia ci fosse Rock Sassi. Vabbè pazienza, poi sembra che sia una coincidenza. Ad ogni modo la storia è buona, e parecchio. Ha un finale leggermente affrettato ma nel complesso convince non poco, anche grazie a Vian che ormai pare aver sviluppato una codifica “adulta” per interpretare i personaggi Disney.
#2716
Oh eccoci al dunque. Dov’è la copertina di Come D’Incanto promessa? E’ il film di Natale, non è sfigatello come I Robinson, dovrebbe essere un evento sentito un po’ in tutta Casa Disney visto che come recita un riuscitissimo trailer che ho visto stamattina “75 anni di magia Disney stanno per approdare al cinema.” Un evento importantissimo da non ignorare assolutamente. Sicuramente più importante di High School Musical, e persino più dei Pirati dei Caraibi. E in copertina c’è la storiella trendy della Pya. Questo è alto tradimento e qualche testa rotolerà per questo. Inoltre è il numero del Monte Orso rimontato. Parolacce.
Qui, Quo, Qua & l’Operazione Natale (Gianatti/Turconi): Sebbene qua e là traspaia ancora qualche briciolo di trattamento svilente per i personaggi, direi che siamo a livelli ben migliori di quelli a cui l’autrice ci aveva abituato di recente con storie come quella di Amelia o Brigitta. Anche a causa di un Turconi sopra le righe la storia appare un po’ troppo ‘ggiovane, e le scenette d’azione non fanno che confermare e banalizzare un po’ tutto. D’altro canto si apprezza il recupero di Qui Quo Qua che ormai, Ambrosio a parte, facevano la muffa e di una canonizzazione dell’esistenza di Babbo Natale nel mondo Disney (che palle ogni anno vederli scoprire che esiste davvero…). Simpatici i nomi degli elfi.
Paperino sul Monte Orso (Barks): la recensione che si sta tentando di visualizzare potrebbe avere dei contenuti poco adatti ai redattori più permalosi.
E dal prossimo numero speriamo si volti pagina anche su certe miserie redazionali...
[Topolino] Annata 2007
Anno nuovo, Topo nuovo. Il Topolino #2717 non credo segni alcun traguardo storico con questo restyling estetico e redazionale, ma sicuramente migliora lo stile precedente (io non ho mai mai mai sopportato la grafica che c'era finora, dalla prima volta che l'ho vista. Per i contenuti credo che finora si fosse omologato a una qualunque pubblicazione per ragazzi). Per questa nuova grafica avevo molti pregiudizi, soprattutto ascoltando le notizie sulla "Topolitana", che mi sembrava un'idea balzana che avrebbe solo complicato le cose. Invece l'idea era solo di dividere le rubriche in tre gruppi (le tre linee della metro) e identificarle con un colore, ed è un'ottima semplice idea. Inoltre le pagine di redazionali sono graficamente più ordinate rispetto a prima, ed è soprattutto questo che mi fa gradire la nuova grafica.
Riguardo alle novità: le strip di Donald Soffritti sono carinissime (e a tema con la rubrica in cui sono inserite), mentre il "Che aria tira..." di Silvia Ziche è stato spostato alla fine e finalmente senza la corniciona rossa ma a tutta pagina. Il redazionale scientifico, che ovviamente è poco esauriente riguardo al tema, però è il segnale che ci saranno le rubriche a corredo delle storie a fumetti. Ridotto a una pagina l'inutile oroscopo, e se proprio non volevano toglierlo, direi che è la collocazione che si merita. La mail è stata spostata all'inizio (buono, profuma di PKNA ) mentre i giochi, barze e oroscopo alla fine (benissimo) insieme a una rubrica su scuola&famiglia che dà una parvenza di interattività con i lettori...
Insomma, mi ero promesso che se in questo numero del topo la storia di Faraci fosse stata stupenda e il restyling pure, mi sarei abbonato a Topolino. Al contrario delle mie aspettative, il restyling mi è piaciuto molto, il Monte Orso Reloaded... beh, anche. Molto divertente, ma due viaggi nel tempo per riscoprire Barks, a così poca distanza, sono troppi, soprattutto per chi si aspettava una sorta di sequel, come nel caso del "Fiume del Tempo". Qui sì, si vede un fucile (scarico), ma poi si finisce con una sequenza un po' smielata (vabè, è Natale ), e con il solito saluto mistico di Babbo Natale (che caratterizza i finali di tutte le storie natalizie...). Che altro dire, che per un attimo Faraci si impèlaga sui paradossi temporali, ma grazie a dio lascia passare l'argomento focalizzandosi su altro Mi sta venendo la fobia da viaggi nel tempo, devo ancora riprendermi da quelli della deriva u-cronica sistiana...
La storia degli universi pa(pe)ralleli ha una tavola iniziale fenomenale sia per i disegni che per le didascalie e il titolo, che sembra un po' alla Star Wars. Poi la storia va a diventare una sorta di parodia (vedermo quanto se ne distanzierà) del film Il Cubo 2: Hypercube, l'unico film che mi ha fatto realmente dare di stomaco (non perchè fosse brutto (cioè, è una scemenza pseudofantascientifica, ma sopportabile), ma perchè fa venire le vertigini).
Riguardo alle novità: le strip di Donald Soffritti sono carinissime (e a tema con la rubrica in cui sono inserite), mentre il "Che aria tira..." di Silvia Ziche è stato spostato alla fine e finalmente senza la corniciona rossa ma a tutta pagina. Il redazionale scientifico, che ovviamente è poco esauriente riguardo al tema, però è il segnale che ci saranno le rubriche a corredo delle storie a fumetti. Ridotto a una pagina l'inutile oroscopo, e se proprio non volevano toglierlo, direi che è la collocazione che si merita. La mail è stata spostata all'inizio (buono, profuma di PKNA ) mentre i giochi, barze e oroscopo alla fine (benissimo) insieme a una rubrica su scuola&famiglia che dà una parvenza di interattività con i lettori...
Insomma, mi ero promesso che se in questo numero del topo la storia di Faraci fosse stata stupenda e il restyling pure, mi sarei abbonato a Topolino. Al contrario delle mie aspettative, il restyling mi è piaciuto molto, il Monte Orso Reloaded... beh, anche. Molto divertente, ma due viaggi nel tempo per riscoprire Barks, a così poca distanza, sono troppi, soprattutto per chi si aspettava una sorta di sequel, come nel caso del "Fiume del Tempo". Qui sì, si vede un fucile (scarico), ma poi si finisce con una sequenza un po' smielata (vabè, è Natale ), e con il solito saluto mistico di Babbo Natale (che caratterizza i finali di tutte le storie natalizie...). Che altro dire, che per un attimo Faraci si impèlaga sui paradossi temporali, ma grazie a dio lascia passare l'argomento focalizzandosi su altro Mi sta venendo la fobia da viaggi nel tempo, devo ancora riprendermi da quelli della deriva u-cronica sistiana...
La storia degli universi pa(pe)ralleli ha una tavola iniziale fenomenale sia per i disegni che per le didascalie e il titolo, che sembra un po' alla Star Wars. Poi la storia va a diventare una sorta di parodia (vedermo quanto se ne distanzierà) del film Il Cubo 2: Hypercube, l'unico film che mi ha fatto realmente dare di stomaco (non perchè fosse brutto (cioè, è una scemenza pseudofantascientifica, ma sopportabile), ma perchè fa venire le vertigini).
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
T 2717, ad una lettura rapida e superficiale.
Restyling
Bello. Grafica migliore e rubriche mediamente molto migliori e più mirate/organizzate (che se non si convertiranno in pubblicità più o meno occulta sono ottime). Nessun cambiamento riguardo a lunghezza/numero di storie, ma non si può avere tutto. Infelice l'idea della copertina luccicante, imho molto fastidiosa.
Tavola di Freccero
Cavoli se è carina!
Strip! 1 Soffritti
Ottima l'idea delle strip. E molto simpatica la strip, in ogni singola vignetta.
Zio Paperone e un altro Natale sul Monte Orso di Faraci/Cavazzano
Le mie aspettative riguardo questa storia erano alte. Si doveva basare su una storia decisamente superiore [nella sua versione originale] allo standard attuale topoliniano, e gli autori erano una delle mie accoppiate preferite.
E non sono stato deluso.
Molto, molto carino il concept. Fantastica l'idea dello Zio Natale in analogia con lo Zio Paperone. E bello lo svolgimento della trama, con i giusti tempi, le giuste pause e un finale non del tutto previsto. Io adoro il Faraci noir, e questa storia non è propriamente all'altezza. Ma è comunqu veramente ottima.
E poi ci sono i disegni. Belli, belli, belli. Da quello che Battista riesce ad esprimere nelle prime pagine, alla più divertente orsa incavolata che abbia mai visto.
Universi Pa[pe]ralleli Vitaliano/Camboni
Boh. Diverse trovate carine, ma non ho mai saputo giudicare l'inizio di una saga, soprattutto se sono solo 10 tavole. L'idea di fondo mi piace, e da bravo studente di fisica ho apprezzato la prima tavola e rotflato all'ipercubo "Ma no.. Solo in un ipercubo di passaggio!". Se lo vedesse il mio [folle] prof di geometria, non saprei prevedere la reazione.
I disegni non mi piacciono particolarmente.
Un lecca-lecca per amico - Ruota di scorta Tosolini
Carina, ma si può fare di meglio.
Strip! 2 Soffritti
Sisi, questo stile di Soffritti per le strip mi piace decisamente molto...
Paperino Paperotto e l'invito natalizio Vetro
Bellina. Non esageratamente originale, ma comunque ben fatta e mai del tutto prevedibile. Il finale poteva essere gestito meglio. E la Vetro, nei disegni, non è niente male.
"Cometa delivery". LOL.
Topolino e l'evaso di mezzanotte Panaro/Pastrovicchio
Poco interessante, e in un certo senso "facile", ma presenta un buon ritmo e degli ottimi disegni. E anche Manetta, che non guasta.
Paperino e la Vigilia strapazzante Faccini/Freccero
Ma questa storia mi sa di già visto! Ma proprio nel senso che mi ricordo qualcosa di incredibilmente simile! o_O
Vabbè, comunque, bellissimi i disegni, ma la trama proprio non mi piace.
Che aria tira sul... Cucuzzolo del Misantropo! Ziche, colori di Soffritti
Grande Ziche. Da quanto tempo non vedevo Dinamite Bla. E da quanto tempo non vedevo tutto il personaggio racchiuso in una tavola!
Restyling
Bello. Grafica migliore e rubriche mediamente molto migliori e più mirate/organizzate (che se non si convertiranno in pubblicità più o meno occulta sono ottime). Nessun cambiamento riguardo a lunghezza/numero di storie, ma non si può avere tutto. Infelice l'idea della copertina luccicante, imho molto fastidiosa.
Tavola di Freccero
Cavoli se è carina!
Strip! 1 Soffritti
Ottima l'idea delle strip. E molto simpatica la strip, in ogni singola vignetta.
Zio Paperone e un altro Natale sul Monte Orso di Faraci/Cavazzano
Le mie aspettative riguardo questa storia erano alte. Si doveva basare su una storia decisamente superiore [nella sua versione originale] allo standard attuale topoliniano, e gli autori erano una delle mie accoppiate preferite.
E non sono stato deluso.
Molto, molto carino il concept. Fantastica l'idea dello Zio Natale in analogia con lo Zio Paperone. E bello lo svolgimento della trama, con i giusti tempi, le giuste pause e un finale non del tutto previsto. Io adoro il Faraci noir, e questa storia non è propriamente all'altezza. Ma è comunqu veramente ottima.
E poi ci sono i disegni. Belli, belli, belli. Da quello che Battista riesce ad esprimere nelle prime pagine, alla più divertente orsa incavolata che abbia mai visto.
Universi Pa[pe]ralleli Vitaliano/Camboni
Boh. Diverse trovate carine, ma non ho mai saputo giudicare l'inizio di una saga, soprattutto se sono solo 10 tavole. L'idea di fondo mi piace, e da bravo studente di fisica ho apprezzato la prima tavola e rotflato all'ipercubo "Ma no.. Solo in un ipercubo di passaggio!". Se lo vedesse il mio [folle] prof di geometria, non saprei prevedere la reazione.
I disegni non mi piacciono particolarmente.
Un lecca-lecca per amico - Ruota di scorta Tosolini
Carina, ma si può fare di meglio.
Strip! 2 Soffritti
Sisi, questo stile di Soffritti per le strip mi piace decisamente molto...
Paperino Paperotto e l'invito natalizio Vetro
Bellina. Non esageratamente originale, ma comunque ben fatta e mai del tutto prevedibile. Il finale poteva essere gestito meglio. E la Vetro, nei disegni, non è niente male.
"Cometa delivery". LOL.
Topolino e l'evaso di mezzanotte Panaro/Pastrovicchio
Poco interessante, e in un certo senso "facile", ma presenta un buon ritmo e degli ottimi disegni. E anche Manetta, che non guasta.
Paperino e la Vigilia strapazzante Faccini/Freccero
Ma questa storia mi sa di già visto! Ma proprio nel senso che mi ricordo qualcosa di incredibilmente simile! o_O
Vabbè, comunque, bellissimi i disegni, ma la trama proprio non mi piace.
Che aria tira sul... Cucuzzolo del Misantropo! Ziche, colori di Soffritti
Grande Ziche. Da quanto tempo non vedevo Dinamite Bla. E da quanto tempo non vedevo tutto il personaggio racchiuso in una tavola!
Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
[No bit was mistreated or killed to send this message]
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T 2717
Il Nuovo Topo!
Ebbene sì, il restyling, annunciato in quel fatale 14 dicembre dopo indiscrezioni, ipotesi, speranze e soprattutto dopo l’incessante, granitico silenzio della redazione (fin troppo incessante e granitico, manco fosse stato un segreto di stato…) si è realizzato in questo… in questi due albi, al prezzo di uno solo per la ricorrenza festiva.
I cambiamenti riguardano soprattutto una nuova veste grafica, con una struttura più ragionata e compatta, e la struttura dei redazionali che sembrano propensi dopo tanto, tanto tempo ad abbandonare niubbiaggini varie (tra cui annoveriamo, per esempio, gli infelici approfondimenti sui calzini di Avril Lavigne) per aprirsi ad articoli di vario genere supportati dalle storie. Storie il cui numero pare essere finalmente ridotto a favore della qualità. La posta è stata poi spostata all’inizio, come nella gestione Cavaglione, e sembra che si voglia lasciare meno spazio alle fuffaggini sentimentali dei dodicenni (per far spazio a gente che apprezza WoM, ma vabbè, nessuno è perfetto…) mentre il Che Aria Tira della Ziche è slittato in fondo.
Sicuramente presto per giudicare, ma tutta questa saggezza concentrata in un solo albo rende ottimistici per il futuro. Un futuro che ha ancora ampi margini di miglioramento cui ottime basi sembrano essere state poste in questo Topo, che guarda caso si apre con un diretto richiamo al passato.
Il diretto richiamo in questione è Zio Paperone in… Un altro Natale sul Monte Orso (Faraci/Cavazzano), sequel diretto di quel Christmas on Bear Mountain in cui Barks aveva fatto esordire Paperon de’ Paperoni e ristampata solo un numero fa, seppure nella sua versione stuprata.
Faraci riesce a costruire con pochi elementi una trama efficace, basandosi fortemente sulla storia dell’Uomo dei Paperi e aumentando la componente natalizia senza risultare tuttavia ridondante e anzi trovando spazio per piccoli gioiellini umoristici come la gag di Battista con il bastone, ritratta da un Cavazzano evidentemente stimolato dalla ricorrenza.
Gli unici difetti possono essere la vignetta in cui Paperone dichiara di aver tentato di rovinare il Natale a Paperino, unita a un’eccessiva esplicazione dei sentimenti di Scrooge. Sottigliezze trascurabili, comunque, per questo bell’omaggio all’Uomo dei Paperi e al lettore. Per chi non l’ha apprezzata, il consiglio di provare a non istituire paragoni con Il Fiume del Tempo: si tratta di storie diverse, pensate in modo diverso. E poi c’era lo zampino di un certo Artibani…
Universi Pa(pe)ralleli – Primo episodio (Vitaliano/Camboni): un’altra saga. Apprezzabilissimo il fatto che, praticamente da WoM II, le saghe si susseguano sul Topo ininterrottamente. Non si sa cosa aspettarsi dalla seconda saga vitalianica anche se questo primo episodio lascia ben sperare, lasciando intuire tematica un po’ meno disimpegnate dai soliti standard di Fausto senza tuttavia rinunciare a quella comicità che costituisce il suo punto di forza. Bravo Camboni, diventa un po’ troppo grossolano nella seconda parte della storia, ma gli perdono tutto dopo la prima tavola, PKNAicissima. Mozzafiato.
Paperino Paperotto e l’Invito Natalizio (Vetro): vabbè, Tuck e compagnia erano evitabili ma se non altro nulla lascia presagire un’ambientazione moderna alla PP8. Storiella natalizia classica, senza infamia e senza lode.
Topolino e l’Evaso di Mezzanotte (Panaro/Pastrovicchio): argh, ma no. L’inizio era davvero promettente, ma poi la storia si perde per strada, risolvendosi da sola e non avendo di fatto nulla da raccontare e, di conseguenza, un motivo di esistere. Peccato, anche perché il plot ricorda un po’ alcune strip autoconculsive gottfredsionane. A proposito di Gottfredson, Pastrovicchio che si ispira a lui mi manda in visibilio, forse un po’ troppo enfatiche alcune scene già rese eccessivamente pompose dalla sceneggiatura.
Paperino e la Vigilia Strapazzante (Faccini/Freccero): commozione. Qualcuno faccia una statua a Faccini che traveste una sentitissima citazione a Paperino e la Scavatrice (dallo stesso autore già omaggiata ne La Vecchia Sbuffante) in commedia dinamica con tanto di finale similortolaniano. Freccero poi è sublime.
Davvero grazie a questi due autori, che mi hanno così chiuso la ferita nel cuore apertami dall’apocrifo natale sul monte orso di una settimana fa.
IlChe Aria Tira… (Ziche/Soffritti) modifica per il Natale la consueta struttura per dare adito a una simpatica gag che chiude questo numero che, si spera, sia il primo di una nuova e luminosa era. Un numero che, insomma, merita di essere regalato.
Sì, anche a chi non è stato buono.
Il Nuovo Topo!
Ebbene sì, il restyling, annunciato in quel fatale 14 dicembre dopo indiscrezioni, ipotesi, speranze e soprattutto dopo l’incessante, granitico silenzio della redazione (fin troppo incessante e granitico, manco fosse stato un segreto di stato…) si è realizzato in questo… in questi due albi, al prezzo di uno solo per la ricorrenza festiva.
I cambiamenti riguardano soprattutto una nuova veste grafica, con una struttura più ragionata e compatta, e la struttura dei redazionali che sembrano propensi dopo tanto, tanto tempo ad abbandonare niubbiaggini varie (tra cui annoveriamo, per esempio, gli infelici approfondimenti sui calzini di Avril Lavigne) per aprirsi ad articoli di vario genere supportati dalle storie. Storie il cui numero pare essere finalmente ridotto a favore della qualità. La posta è stata poi spostata all’inizio, come nella gestione Cavaglione, e sembra che si voglia lasciare meno spazio alle fuffaggini sentimentali dei dodicenni (per far spazio a gente che apprezza WoM, ma vabbè, nessuno è perfetto…) mentre il Che Aria Tira della Ziche è slittato in fondo.
Sicuramente presto per giudicare, ma tutta questa saggezza concentrata in un solo albo rende ottimistici per il futuro. Un futuro che ha ancora ampi margini di miglioramento cui ottime basi sembrano essere state poste in questo Topo, che guarda caso si apre con un diretto richiamo al passato.
Il diretto richiamo in questione è Zio Paperone in… Un altro Natale sul Monte Orso (Faraci/Cavazzano), sequel diretto di quel Christmas on Bear Mountain in cui Barks aveva fatto esordire Paperon de’ Paperoni e ristampata solo un numero fa, seppure nella sua versione stuprata.
Faraci riesce a costruire con pochi elementi una trama efficace, basandosi fortemente sulla storia dell’Uomo dei Paperi e aumentando la componente natalizia senza risultare tuttavia ridondante e anzi trovando spazio per piccoli gioiellini umoristici come la gag di Battista con il bastone, ritratta da un Cavazzano evidentemente stimolato dalla ricorrenza.
Gli unici difetti possono essere la vignetta in cui Paperone dichiara di aver tentato di rovinare il Natale a Paperino, unita a un’eccessiva esplicazione dei sentimenti di Scrooge. Sottigliezze trascurabili, comunque, per questo bell’omaggio all’Uomo dei Paperi e al lettore. Per chi non l’ha apprezzata, il consiglio di provare a non istituire paragoni con Il Fiume del Tempo: si tratta di storie diverse, pensate in modo diverso. E poi c’era lo zampino di un certo Artibani…
Universi Pa(pe)ralleli – Primo episodio (Vitaliano/Camboni): un’altra saga. Apprezzabilissimo il fatto che, praticamente da WoM II, le saghe si susseguano sul Topo ininterrottamente. Non si sa cosa aspettarsi dalla seconda saga vitalianica anche se questo primo episodio lascia ben sperare, lasciando intuire tematica un po’ meno disimpegnate dai soliti standard di Fausto senza tuttavia rinunciare a quella comicità che costituisce il suo punto di forza. Bravo Camboni, diventa un po’ troppo grossolano nella seconda parte della storia, ma gli perdono tutto dopo la prima tavola, PKNAicissima. Mozzafiato.
Paperino Paperotto e l’Invito Natalizio (Vetro): vabbè, Tuck e compagnia erano evitabili ma se non altro nulla lascia presagire un’ambientazione moderna alla PP8. Storiella natalizia classica, senza infamia e senza lode.
Topolino e l’Evaso di Mezzanotte (Panaro/Pastrovicchio): argh, ma no. L’inizio era davvero promettente, ma poi la storia si perde per strada, risolvendosi da sola e non avendo di fatto nulla da raccontare e, di conseguenza, un motivo di esistere. Peccato, anche perché il plot ricorda un po’ alcune strip autoconculsive gottfredsionane. A proposito di Gottfredson, Pastrovicchio che si ispira a lui mi manda in visibilio, forse un po’ troppo enfatiche alcune scene già rese eccessivamente pompose dalla sceneggiatura.
Paperino e la Vigilia Strapazzante (Faccini/Freccero): commozione. Qualcuno faccia una statua a Faccini che traveste una sentitissima citazione a Paperino e la Scavatrice (dallo stesso autore già omaggiata ne La Vecchia Sbuffante) in commedia dinamica con tanto di finale similortolaniano. Freccero poi è sublime.
Davvero grazie a questi due autori, che mi hanno così chiuso la ferita nel cuore apertami dall’apocrifo natale sul monte orso di una settimana fa.
IlChe Aria Tira… (Ziche/Soffritti) modifica per il Natale la consueta struttura per dare adito a una simpatica gag che chiude questo numero che, si spera, sia il primo di una nuova e luminosa era. Un numero che, insomma, merita di essere regalato.
Sì, anche a chi non è stato buono.
Su Tito Faraci non posso esprimermi perché sono poco obiettivo.
Posso dire che mi sono piaciute tutte le storie e che ho adorato (a differenza di qualcuno) la storia di Faccini. Voglio rivedere il piccione impiccione.
E vediamo se dobbiamo ringraziare Victoria Cabello, ragazza in gamba, per lo sdoganamento di Paperetta.
Posso dire che mi sono piaciute tutte le storie e che ho adorato (a differenza di qualcuno) la storia di Faccini. Voglio rivedere il piccione impiccione.
E vediamo se dobbiamo ringraziare Victoria Cabello, ragazza in gamba, per lo sdoganamento di Paperetta.
A presto,
Michele
Michele
#2717
E finalmente, dopo indiscrezioni e annunci in sordina, prima, e la conferenza stampa del 14 Dicembre, poi, arriva nelle edicole il nuovo Topolino.
Andiamo con ordine, e partiamo dall'iniziativa, a mio avviso intelligente, di vendere allo stesso prezzo due copie dello stesso numero, che differiscono tra loro solo per piccole differenze nelle copertine. E che ricorda la lodevole iniziativa dello scorso anno, quando il numero natalizio del Topo venne venduto abbinato a "Tv Sorrisi & Canzoni".
Copertina, viene introdotto l' "effetto lucido". Che a me sinceramente non dispiace. Piuttosto segnalo che per entrambe le mie copie, una volta aperta la confezione le copertine si sono arricciate .
Boh, comunque vedremmo se la copertina lucida sarà una caratteristica definitiva o solo del numero natalizio.
Aprendo il numero, s'inizia con la bella splash-page di Freccero dedicata alla Topolitana e che sancisce l'inizio del nuovo Topo. Girando pagina, sorpresa: editoriale della Direttora più il Sommario. Il tutto sulla scia dell'idea delle 3 linee della Topolitana. E poi girando ancora le pagine dedicate al neo Club di Topolino e la posta.
Ma questo è PKNA!!!
Scherzi a parte, queste rubriche iniziali, complici anche la presenza di un editoriale, ricordano davvero da vicino gli albi pknaici. E se questo fa piacere, in realtà non deve stupire più di tanto: perché ricordiamoci che la De Poli a metà anni '90 era redattrice sia sul Topo che su PKNA, serie per la quale, se non erro, scrisse il mitico editoriale del numero zero e anche i PkFiles di Uno e di Due, visti i codici delle due schede .
La "Linea 1" della Topolitana di conclude ottimamente con una scheda sulla prima storia, quella di Faraci e Cavazzano, con tanto di piccola intervista agli autori. Spero vivamente che non si tratti di un caso isolato alla particolarità della storia ma che sia una componente fissa di ogni numero del Topo.
"Linea 2": s'inizia col "Focus" che riprende l'argomento della miniserie vitalianica (ottima scelta), e continua con le altre rubriche, dove si nota subito un azzeramento della fuffa varia a favore di argomenti seri e frivoli, trattati in maniera più approfondita. Merito questo anche dell'organizzazione grafica delle rubriche, che non solo si mostra accattivante e richiama il concetto delle linee della Topolitana, ma si mostra anche funzionale a delle rubriche più "serie" e dettagliate.
Si conclude con la "Linea 3": "Giochi", "Barze", "Oroscopo" (ma era proprio necessario tenerlo? vabbè, almeno graficamente è mooolto più bello del precedente), "Staff" e "Family" una nuova rubrica "interattiva" che si mostra interessante, e che potrebbe legarsi ad iniziative sul sito.
E a proposito, parliamo anche di questo: http://www.topolino.it . Nuovo Topo, nuovo sito; anche qui il restyling è sicuramente positivo, più funzionale e ordinato. La pagina iniziale sà molto di Web 2.0 e ricorda YouTube ma anche l'attuale sito di Star Wars (http://www.starwars.com). Ottima l'idea delle storie che verranno pubblicate sul sito, e quella di trasporate le rubriche on-line. In merito alla community del Club di Topolino, è ancora troppo presto visto che ancora non è operativa. Ma credo proprio che non potrà in nessun modo scalzare il Papersera dall'essere LA community disneyana in Italia. Certo, sarebbe bello che nel nuovo sito del Topo ci fosse un rimando o un link al Papersera: chissà...
Zio Paperone in… Un altro Natale sul Monte Orso (Faraci/Cavazzano): sembra assodato ormai che ogni volta che Tito Faraci si ritrova ad aver a che fare con il Natale ne deve venir fuori una gran bella storia! Perché è di questo che stiamo parlando.
Una storia che parte dalle origini, come da stile faraciano, per riprenderle e approfondirle. Ed è incredibile come questa storia si leghi con quella barksiana delle origini paperonesche. Ma oltre a questo e ad introdurre la gag di Zio Natale , c'è di più: Tito infatti sfrutta l'occasione di realizzare una storia per i sessant'anni di Paperone per parlare del rapporto tra lo zione e il nipote. Un rapporto che, negli anni, si è trasformato ed è diventato come quello di un padre con un figlio.
I disegni di Cavazzano sono ottimi, come sempre quando si ritrova a dover lavorare su soggetti e sceneggiature che lo entusiasmano. Ottimo come ha riproposto gli ambienti e le cose riprendendoli esattamente dalla storia di Barks.
Universi Pa(pe)ralleli – Primo episodio (Vitaliano/Camboni): ma... ma... ma quella prima tavola è davvero e sembra venuta fuori da un numero di PKNA dimenticato! Peccato che nelle pagine successive i disegni siano un po' inferiori (e Camboni normalmente rende meglio più coi Topi che con i Paperi), anche se poi si recupera con parte finale all'interno del Cubo interdimensionale.
Sulla storia è troppo presto per pronunciarsi, ma lo spunto è interessante. Plauso comunque a Vitaliano che si cimenta in tematiche più serie rispetto ad altre sue storie, senza rinunciare al consueto umorismo (bellissime le gag di Paperoga ).
Paperino Paperotto e l’Invito Natalizio (Vetro): vabbè, ci sono Tuck & Company direttamente da PP8. Però a parte questo non ci sono accenni di contemporaneità, e la storia è carina. E la Vetro è davvero brava con i disegni.
Topolino e l’Evaso di Mezzanotte (Panaro/Pastrovicchio): toh, una breve di Topolino scritta da Panaro. E che non è nenache male e si colloca, a mio avviso, più in alto rispetto alla sua media. Il finale non è forse il massimo, ma comunque tutto questo è compensato da un Pastrovicchi più gottfredsoniano che mai!
Paperino e la Vigilia Strapazzante (Faccini/Freccero): ma lol! Quest'uomo è un genio! Decide di realizzare una storia natalizia omaggiandone un'altra e introducendo il personaggio di Timoteo il piccione impiccione, che mi auguro possa trovare spazi anche prossimamente. E diciamola tutta: Freccero è P-E-R-F-E-T-T-O per questa storia. Ottimi entrambi e plauso per la tavola finale, molto ortoloniana.
Concludendo con le storie, 2 Gulp" (ex-"Ciak"), uno di Tosolini senza lode e senza infamia, e il secondo che altro non è il "Che aria tira a..." della Ziche. Che per l'occasione natalizia ha realizzato il Che aria tira sul... Cucuzzolo del Misantropo!, con colori di Donald Soffritti.
Sofrritti che ritroviamo all'interno delle rubriche con delle "STRIP!" davverp fantastiche (anche se la prima stride con il vero primo incontro tra Paperino e Paperina).
In conclusione: molto, molto soddisfatto del nuovo Topolino. Le rubriche sono notevolmente migliorate e meglio organizzate e i margini di miglioramento ci sono. Per le storie, 5 direi che sono un buon numero e se si manterranno sempre su questa media sarebbe fantastico. Il sogno sarebbe avere anche 4 storie ma più lunghe.
Chi vivrà vedrà...
E finalmente, dopo indiscrezioni e annunci in sordina, prima, e la conferenza stampa del 14 Dicembre, poi, arriva nelle edicole il nuovo Topolino.
Andiamo con ordine, e partiamo dall'iniziativa, a mio avviso intelligente, di vendere allo stesso prezzo due copie dello stesso numero, che differiscono tra loro solo per piccole differenze nelle copertine. E che ricorda la lodevole iniziativa dello scorso anno, quando il numero natalizio del Topo venne venduto abbinato a "Tv Sorrisi & Canzoni".
Copertina, viene introdotto l' "effetto lucido". Che a me sinceramente non dispiace. Piuttosto segnalo che per entrambe le mie copie, una volta aperta la confezione le copertine si sono arricciate .
Boh, comunque vedremmo se la copertina lucida sarà una caratteristica definitiva o solo del numero natalizio.
Aprendo il numero, s'inizia con la bella splash-page di Freccero dedicata alla Topolitana e che sancisce l'inizio del nuovo Topo. Girando pagina, sorpresa: editoriale della Direttora più il Sommario. Il tutto sulla scia dell'idea delle 3 linee della Topolitana. E poi girando ancora le pagine dedicate al neo Club di Topolino e la posta.
Ma questo è PKNA!!!
Scherzi a parte, queste rubriche iniziali, complici anche la presenza di un editoriale, ricordano davvero da vicino gli albi pknaici. E se questo fa piacere, in realtà non deve stupire più di tanto: perché ricordiamoci che la De Poli a metà anni '90 era redattrice sia sul Topo che su PKNA, serie per la quale, se non erro, scrisse il mitico editoriale del numero zero e anche i PkFiles di Uno e di Due, visti i codici delle due schede .
La "Linea 1" della Topolitana di conclude ottimamente con una scheda sulla prima storia, quella di Faraci e Cavazzano, con tanto di piccola intervista agli autori. Spero vivamente che non si tratti di un caso isolato alla particolarità della storia ma che sia una componente fissa di ogni numero del Topo.
"Linea 2": s'inizia col "Focus" che riprende l'argomento della miniserie vitalianica (ottima scelta), e continua con le altre rubriche, dove si nota subito un azzeramento della fuffa varia a favore di argomenti seri e frivoli, trattati in maniera più approfondita. Merito questo anche dell'organizzazione grafica delle rubriche, che non solo si mostra accattivante e richiama il concetto delle linee della Topolitana, ma si mostra anche funzionale a delle rubriche più "serie" e dettagliate.
Si conclude con la "Linea 3": "Giochi", "Barze", "Oroscopo" (ma era proprio necessario tenerlo? vabbè, almeno graficamente è mooolto più bello del precedente), "Staff" e "Family" una nuova rubrica "interattiva" che si mostra interessante, e che potrebbe legarsi ad iniziative sul sito.
E a proposito, parliamo anche di questo: http://www.topolino.it . Nuovo Topo, nuovo sito; anche qui il restyling è sicuramente positivo, più funzionale e ordinato. La pagina iniziale sà molto di Web 2.0 e ricorda YouTube ma anche l'attuale sito di Star Wars (http://www.starwars.com). Ottima l'idea delle storie che verranno pubblicate sul sito, e quella di trasporate le rubriche on-line. In merito alla community del Club di Topolino, è ancora troppo presto visto che ancora non è operativa. Ma credo proprio che non potrà in nessun modo scalzare il Papersera dall'essere LA community disneyana in Italia. Certo, sarebbe bello che nel nuovo sito del Topo ci fosse un rimando o un link al Papersera: chissà...
Zio Paperone in… Un altro Natale sul Monte Orso (Faraci/Cavazzano): sembra assodato ormai che ogni volta che Tito Faraci si ritrova ad aver a che fare con il Natale ne deve venir fuori una gran bella storia! Perché è di questo che stiamo parlando.
Una storia che parte dalle origini, come da stile faraciano, per riprenderle e approfondirle. Ed è incredibile come questa storia si leghi con quella barksiana delle origini paperonesche. Ma oltre a questo e ad introdurre la gag di Zio Natale , c'è di più: Tito infatti sfrutta l'occasione di realizzare una storia per i sessant'anni di Paperone per parlare del rapporto tra lo zione e il nipote. Un rapporto che, negli anni, si è trasformato ed è diventato come quello di un padre con un figlio.
I disegni di Cavazzano sono ottimi, come sempre quando si ritrova a dover lavorare su soggetti e sceneggiature che lo entusiasmano. Ottimo come ha riproposto gli ambienti e le cose riprendendoli esattamente dalla storia di Barks.
Universi Pa(pe)ralleli – Primo episodio (Vitaliano/Camboni): ma... ma... ma quella prima tavola è davvero e sembra venuta fuori da un numero di PKNA dimenticato! Peccato che nelle pagine successive i disegni siano un po' inferiori (e Camboni normalmente rende meglio più coi Topi che con i Paperi), anche se poi si recupera con parte finale all'interno del Cubo interdimensionale.
Sulla storia è troppo presto per pronunciarsi, ma lo spunto è interessante. Plauso comunque a Vitaliano che si cimenta in tematiche più serie rispetto ad altre sue storie, senza rinunciare al consueto umorismo (bellissime le gag di Paperoga ).
Paperino Paperotto e l’Invito Natalizio (Vetro): vabbè, ci sono Tuck & Company direttamente da PP8. Però a parte questo non ci sono accenni di contemporaneità, e la storia è carina. E la Vetro è davvero brava con i disegni.
Topolino e l’Evaso di Mezzanotte (Panaro/Pastrovicchio): toh, una breve di Topolino scritta da Panaro. E che non è nenache male e si colloca, a mio avviso, più in alto rispetto alla sua media. Il finale non è forse il massimo, ma comunque tutto questo è compensato da un Pastrovicchi più gottfredsoniano che mai!
Paperino e la Vigilia Strapazzante (Faccini/Freccero): ma lol! Quest'uomo è un genio! Decide di realizzare una storia natalizia omaggiandone un'altra e introducendo il personaggio di Timoteo il piccione impiccione, che mi auguro possa trovare spazi anche prossimamente. E diciamola tutta: Freccero è P-E-R-F-E-T-T-O per questa storia. Ottimi entrambi e plauso per la tavola finale, molto ortoloniana.
Concludendo con le storie, 2 Gulp" (ex-"Ciak"), uno di Tosolini senza lode e senza infamia, e il secondo che altro non è il "Che aria tira a..." della Ziche. Che per l'occasione natalizia ha realizzato il Che aria tira sul... Cucuzzolo del Misantropo!, con colori di Donald Soffritti.
Sofrritti che ritroviamo all'interno delle rubriche con delle "STRIP!" davverp fantastiche (anche se la prima stride con il vero primo incontro tra Paperino e Paperina).
In conclusione: molto, molto soddisfatto del nuovo Topolino. Le rubriche sono notevolmente migliorate e meglio organizzate e i margini di miglioramento ci sono. Per le storie, 5 direi che sono un buon numero e se si manterranno sempre su questa media sarebbe fantastico. Il sogno sarebbe avere anche 4 storie ma più lunghe.
Chi vivrà vedrà...
Bè, il nuovo corso del settimanale a fumetti per antonomasia non poteva iniziare meglio.
Le novità, come è stato sottolineato più volte, si manifesteranno man mano sempre di più, ma già da questo numero è possibile scorgere la nuova strada intrapresa dalla direttrice De Poli, nel tentativo di risollevare le sorti del nostro amato Topolino. Onestamente, rispetto a prima, molte cose sono migliorate, e poche sono da rivedere.
Le sorprese in positivo cominciano sin da subito (cover a parte, che riprende la moda anni '80/'90 delle copertine sbrilluccicose [tipo il n°1882]), a partire dall'editoriale della direttrice, che da come è collocato non sembra essere un'eccezione, ma pare destinato a rimanere un appuntamento fisso del Topo.
Ma elenchiamoli gli altri punti a favore: l'approfondimento su autori e fumetto prima della storia iniziale (che la prossima volta dovrebbe focalizzare l'attenzione sul ritorno di Paperetta Yè-Yè); la posta posizionata all'inizio, che parrebbe aprirsi (finalmente) anche a lettere non totalmente smielate; le strip in stile manga di Soffritti, che portano una ventata di novità, dato che le gag autoconclusive dei Ciak (ora diventati "Gulp"... [ci sarà lo zampino di Mollica sulla scelta di questo nome? ]) ormai stanno esaurendo quell'appeal che avevano un tempo, o quantomeno, l'hanno ancora, ma solo quando c'è Faccini (molto di rado); le rubriche, che migliorano sensibilmente (spostare giochi e compagina bella in fondo è stata un'ottima idea), soprattuto quella che punta ad essere strettamente collegata ad una delle storie ospitate nell'albo (in questo caso "Universi Pa(pe)ralleli"), sia dal punto di vista grafico che contenutistico.
Peccato per il Che Aria Tira... slittato sino in terz'ultima pagina, che però è destinato ad essere maggiormente curato nel disegno dalla Ziche...
Le storie, poi, in questo numero raggiungono un picco qualitativo importante:
ZP in: Un altro Natale sul Monte Orso delude parzialmente (tra virgolettissime!) le aspettative, ma visto che Faraci è molto più a suo agio col mondo dei Topi, e che la storia stata pensata come un vero omaggio (meglio nel complesso comunque dell'altra "dedica" di Panaro), ci si può "accontentare" alla grande. E' già stato detto tutto, però mi limito a menzionare la gag del bastone di Battista...
Universi Pa(pe)ralleli esordisce bene, e non è mai semplice riuscirci avendo a disposizione soltanto dieci pagine (mi viene in mente il recente Papere alla deriva, zoppicante sin dal principio), che solitamente servono per dare l'incipit alla vicenda. Ottime le caratterizzazioni di Paperoga e Paperina, discreti i disegni di Camboni, apparso cmq in ripresa rispetto all'ultima sua apparizione. Ho letto da qualche parte che sarà una mini-saga, si spera quindi che i prossimi episodi siano a più ampio respiro, ma non è detto.
Paperino Paperotto e l'invito natalizio è carina, ma prevedibile nel finale. Da promuovere se non altro per l'inserimento di Tuck e la sua banda (a me non ha dato fastidio) senza avere creato particolari scossoni nella continuity paperottiana. Ma la palermitanissima Vetro (Daniela prossima Maestra Disney!!!! ... ehm... si nota che sono leggermente di parte, eh? ) aveva già esordito da autrice completa?
Topolino e l'evaso di mezzanotte si fa apprezzare in modo "altalenante". Lo spunto non è originalissimo, però ci mostra un Mickey tosto e intraprendente. Pastrovicchio super, soprattuto nei primi piani di un Topolino reso splendidamente e nelle pose gotfredsoniane. Se le brevi/centrali fossero tutte così non potremmo lamentarci poi tanto...
Paperino e la vigilia strapazzante ci conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno (purtroppo, i lunghi tempi di attesa fra una storia e l'altra, da un lato ci rendono più esigenti e dall'altro a volte ci fanno quasi scordare che sia ancora attivo sulle pagine del Topo, se escludiamo i Ciak), che Faccini è un genio allo stato puro, e la "riesumazione" di Timoteo Piccione si rivela una mossa azzeccata. Sublimi le citazioni barksiane (la letterina di Qui, Quo Qua, e lo stesso Babbo Natale che viene dritto dritto da Paperino e la scavatrice), inserite senza forzature in una trama che scorre in modo esilarante, e che ha come apice la sfilza di domande poste al povero Paperino della simpatica guest star (in alcune vignette, quando spunta da tutti i lati, Timoteo sembra citare il celebre uccello matto "aracuan", protagonista di una serie di cartoon di Donald). Nonostante l'esito della storia verso la fine sia scontato, è difficile non mostrare un sorriso guardando l'ultimissima pagina, che presenta una particolare predisposizione delle vignette e una variazione dell'inquadratura che sfuma sempre più.
Insomma, il mio personalissimo bilancio del nuovo Topolino è decisamente buono, fermo restando che sbilanciarsi dopo un solo numero è prematuro (è chiaro, ad esempio, che le storie qui presenti sono state selezionate accuratamente per l'occasione), ma se oltre al restyling col tempo avverrà un costante mantenimento dell'alta qualità di ogni numero, quella sarà la ciliegina sulla torta... ovviamente considerando anche quello che era il livello medio del Topo fino a qualche mese fa, e IMHO è giusto guardare indietro, senza per questo dimostrare così di volersi accontentare...
Ottime cose sono venute poi dal sito, rinnovatosi poco nella sostanza, ma egregiamente per quanto riguarda la sezione fumettistica (il sottotitolo sotto al numero del Topo che anticipa il tema principale dell'albo è stuzzicante, così come la visualizzazione di tutte le tavole e la panoramica sulla altre uscite Disney in edicola), anche se spero che in futuro ritorni l'archivio autori.
... e se pensiamo che la nuova fase è appena cominciata c'è da essere ottimisti...
Le novità, come è stato sottolineato più volte, si manifesteranno man mano sempre di più, ma già da questo numero è possibile scorgere la nuova strada intrapresa dalla direttrice De Poli, nel tentativo di risollevare le sorti del nostro amato Topolino. Onestamente, rispetto a prima, molte cose sono migliorate, e poche sono da rivedere.
Le sorprese in positivo cominciano sin da subito (cover a parte, che riprende la moda anni '80/'90 delle copertine sbrilluccicose [tipo il n°1882]), a partire dall'editoriale della direttrice, che da come è collocato non sembra essere un'eccezione, ma pare destinato a rimanere un appuntamento fisso del Topo.
Ma elenchiamoli gli altri punti a favore: l'approfondimento su autori e fumetto prima della storia iniziale (che la prossima volta dovrebbe focalizzare l'attenzione sul ritorno di Paperetta Yè-Yè); la posta posizionata all'inizio, che parrebbe aprirsi (finalmente) anche a lettere non totalmente smielate; le strip in stile manga di Soffritti, che portano una ventata di novità, dato che le gag autoconclusive dei Ciak (ora diventati "Gulp"... [ci sarà lo zampino di Mollica sulla scelta di questo nome? ]) ormai stanno esaurendo quell'appeal che avevano un tempo, o quantomeno, l'hanno ancora, ma solo quando c'è Faccini (molto di rado); le rubriche, che migliorano sensibilmente (spostare giochi e compagina bella in fondo è stata un'ottima idea), soprattuto quella che punta ad essere strettamente collegata ad una delle storie ospitate nell'albo (in questo caso "Universi Pa(pe)ralleli"), sia dal punto di vista grafico che contenutistico.
Peccato per il Che Aria Tira... slittato sino in terz'ultima pagina, che però è destinato ad essere maggiormente curato nel disegno dalla Ziche...
Le storie, poi, in questo numero raggiungono un picco qualitativo importante:
ZP in: Un altro Natale sul Monte Orso delude parzialmente (tra virgolettissime!) le aspettative, ma visto che Faraci è molto più a suo agio col mondo dei Topi, e che la storia stata pensata come un vero omaggio (meglio nel complesso comunque dell'altra "dedica" di Panaro), ci si può "accontentare" alla grande. E' già stato detto tutto, però mi limito a menzionare la gag del bastone di Battista...
Universi Pa(pe)ralleli esordisce bene, e non è mai semplice riuscirci avendo a disposizione soltanto dieci pagine (mi viene in mente il recente Papere alla deriva, zoppicante sin dal principio), che solitamente servono per dare l'incipit alla vicenda. Ottime le caratterizzazioni di Paperoga e Paperina, discreti i disegni di Camboni, apparso cmq in ripresa rispetto all'ultima sua apparizione. Ho letto da qualche parte che sarà una mini-saga, si spera quindi che i prossimi episodi siano a più ampio respiro, ma non è detto.
Paperino Paperotto e l'invito natalizio è carina, ma prevedibile nel finale. Da promuovere se non altro per l'inserimento di Tuck e la sua banda (a me non ha dato fastidio) senza avere creato particolari scossoni nella continuity paperottiana. Ma la palermitanissima Vetro (Daniela prossima Maestra Disney!!!! ... ehm... si nota che sono leggermente di parte, eh? ) aveva già esordito da autrice completa?
Topolino e l'evaso di mezzanotte si fa apprezzare in modo "altalenante". Lo spunto non è originalissimo, però ci mostra un Mickey tosto e intraprendente. Pastrovicchio super, soprattuto nei primi piani di un Topolino reso splendidamente e nelle pose gotfredsoniane. Se le brevi/centrali fossero tutte così non potremmo lamentarci poi tanto...
Paperino e la vigilia strapazzante ci conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno (purtroppo, i lunghi tempi di attesa fra una storia e l'altra, da un lato ci rendono più esigenti e dall'altro a volte ci fanno quasi scordare che sia ancora attivo sulle pagine del Topo, se escludiamo i Ciak), che Faccini è un genio allo stato puro, e la "riesumazione" di Timoteo Piccione si rivela una mossa azzeccata. Sublimi le citazioni barksiane (la letterina di Qui, Quo Qua, e lo stesso Babbo Natale che viene dritto dritto da Paperino e la scavatrice), inserite senza forzature in una trama che scorre in modo esilarante, e che ha come apice la sfilza di domande poste al povero Paperino della simpatica guest star (in alcune vignette, quando spunta da tutti i lati, Timoteo sembra citare il celebre uccello matto "aracuan", protagonista di una serie di cartoon di Donald). Nonostante l'esito della storia verso la fine sia scontato, è difficile non mostrare un sorriso guardando l'ultimissima pagina, che presenta una particolare predisposizione delle vignette e una variazione dell'inquadratura che sfuma sempre più.
Insomma, il mio personalissimo bilancio del nuovo Topolino è decisamente buono, fermo restando che sbilanciarsi dopo un solo numero è prematuro (è chiaro, ad esempio, che le storie qui presenti sono state selezionate accuratamente per l'occasione), ma se oltre al restyling col tempo avverrà un costante mantenimento dell'alta qualità di ogni numero, quella sarà la ciliegina sulla torta... ovviamente considerando anche quello che era il livello medio del Topo fino a qualche mese fa, e IMHO è giusto guardare indietro, senza per questo dimostrare così di volersi accontentare...
Ottime cose sono venute poi dal sito, rinnovatosi poco nella sostanza, ma egregiamente per quanto riguarda la sezione fumettistica (il sottotitolo sotto al numero del Topo che anticipa il tema principale dell'albo è stuzzicante, così come la visualizzazione di tutte le tavole e la panoramica sulla altre uscite Disney in edicola), anche se spero che in futuro ritorni l'archivio autori.
... e se pensiamo che la nuova fase è appena cominciata c'è da essere ottimisti...
Ecco, appunto... navigando sul sito del Topo ho visto che il # 2719 avrà ben 6 storie :PORTAMANTELLO ha scritto: Storie il cui numero pare essere finalmente ridotto a favore della qualità.
http://www.disney.it/publishing/topolin ... i/2719.jsp
Vabbè, speriamo che sia perché hanno ancora storie brevi da smaltire.
Comunque nel numero sarà presente una storia straniera, "Zio Paperoe e il Tele-Trasporta-Turisti". Potrebbe essere interessante "Topolino e l'anticipo natalizio". E poi c'è una storia della Ziche...
Nessuno commenta il ritorno di Paperetta?
Io dico solo: in fondo meglio così, senza particolare clamore. L'importante è che apra la strada al suo riutilizzo.
Io dico solo: in fondo meglio così, senza particolare clamore. L'importante è che apra la strada al suo riutilizzo.
A presto,
Michele
Michele
Eh,già.Volendo hai ragione.Ma come ho appena scritto sul papersera, io credo che meriti un ritorno gestito in maniera migliore.La storia è buona, ma se c'è il ritorno di Paperetta la qualità della storia deve essere maggiore di quella di Zio Paperone e il compreomesso musicale
Veloce veloce sul 2717, dopo aver finalmente finito di leggerlo: è il numero dell'inizio del nuovo corso di Topolino; ebbene, se questo nuovo corso inizia senza Topolino in copertina e con una sola storia che lo vede protagonista all'interno della rivista, allora viva il passato.
Faraci non brillantissimo, e Cavazzano avrebbe dovuto fare uno stacco stilistico tra inizio e fine storia e parte centrale, ambientata nel passato; ed invece soprattutto Qui, Quo e Qua sono troppo "moderni".
Universi Pa(pe)ralleli: non capisco come si possa giudicare questa prima puntata, nella quale non si dice (giustamente, per carità) cosa accadrà; decisamente antipatico Paperoga.
Paperino Paperotto: la storia che mi è piaciuta di più, ed è tutto dire...
Topolino e l'evaso di mezzanotte: non male anche questa, ma si ribadisce un trend ormai chiaro da tempo: Topolino si è instupidito.
Paperino e la vigilia strapazzante: classica storia natalizia, con momenti di grande ilarità.
Faraci non brillantissimo, e Cavazzano avrebbe dovuto fare uno stacco stilistico tra inizio e fine storia e parte centrale, ambientata nel passato; ed invece soprattutto Qui, Quo e Qua sono troppo "moderni".
Universi Pa(pe)ralleli: non capisco come si possa giudicare questa prima puntata, nella quale non si dice (giustamente, per carità) cosa accadrà; decisamente antipatico Paperoga.
Paperino Paperotto: la storia che mi è piaciuta di più, ed è tutto dire...
Topolino e l'evaso di mezzanotte: non male anche questa, ma si ribadisce un trend ormai chiaro da tempo: Topolino si è instupidito.
Paperino e la vigilia strapazzante: classica storia natalizia, con momenti di grande ilarità.
"Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
"I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
"... I feel faint ..."
HDL in D 2003-081
"Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
"I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
"... I feel faint ..."
HDL in D 2003-081
"Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)