[Topolino] Annata 2008

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Elikrotupos ha scritto: (ma io mi ricordavo pure un tizio di nome Duepiedi, protagonista in un X-Mickey (probabilmente il primo) di una memorabile e originalissima battuta che pure se non la ricordate non farete fatica a immaginare :D... che fine ha fatto Duepiedi?)
    Duepiedi c'è, solo che non è stato nominato. E' il cameriere che controlla il vocabolario a pag. 85..
    "2 cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... Ma della prima non sono sicuro..." A.Einstein
  • ah ecco... pensavo che quello fosse Sentinel, non ricordandomi che invece è il barista di cui non viene mai mostrata la faccia :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • T 2760
    Copertina dedicata a Wall-E, che negli ultimi numeri è stato pure protagonista di certe autoconclusive deprimenti. A parte questo la pubblicizzazione dell’ultimo Disney/Pixar fa senz’altro piacere, ma si spera che anche Bolt venga ugualmente omaggiato (ricordiamo che l’anno scorso Ratatouille venne strapubblicizzato mentre I Robinson fu praticamente taciuto…).
    Che Aria Tira… (Ziche): Stupenda.
    Topolino e i Milioni di Marco Topo (Sisti/Mastantuono): e per l’ultimo episodio torna alle matite l’ottimo Mastantuono, che svolge egregiamente il suo lavoro facendo rammaricare noi tutti per le sue sempre più rare apparizioni. Sisti conclude bene l’intreccio, non riservando grossi colpi di scena (l’apparizione di Gamba non viene nemmeno trattata come tale, ma allora perché tenerselo tra i piedi per due episodi?) ma impreziosendoli in modo imprevisto, forse un pelino intricato ad uno sguardo d’insieme, ma senza dubbio efficace. E per concludere in bellezza un ottimo messaggio finale, che chiarisce qualche punto oscuro e aggiunge grande fascino alla storia.
    Gambadilegno in… Agguato alla Cassa (Faraci/Uggetti): un Faraci decisamente sottotono, con un soggetto abusato riempito da gag altalenanti, comunque prive di quella brillantezza che da sempre caratterizza l’autore. Nulla di catastrofico, semplicemente una storiellina trascurabile.
    Zio Paperone e il Congelamento dei Crediti (Cimino/De Lorenzi): bella l’idea di base, ottimo il recupero di Roberta, fantastico l’inconfondibile stile ciminiano. Il tutto però è un po’ troppo tirato per le lunghe e con il calare del ritmo arriva un po’ di noia sul finale.
    Zio Paperone e i Sogni Rivelatori (Transgaard/Andersen): un intreccio notevole, un Paperino profondamente barksiano, una trama spigliata e originale. E Andersen, capace di movimentare con il suo tratto qualsiasi situazione.

    T 2761
    Che Aria Tira… (Ziche): rotfl, demenziale al cubo.
    Paperica e il Doppio Fiasco di Successo (Vitaliano/Cavazzano): pur partendo da un soggetto non troppo originale Vitaliano riesce ad imbastire una buona storia, divertente e disinvolta, con numerose gag (le ex-mogli su tutte). Buono l’uso di Paperica, non troppo invadente ma anzi ben calibrato. Ottimo poi Cavazzano.
    Topolino e gli Autofurti (Bosco/Perina): mah. Inizio promettente, svolgimento interessante, finale telefonatissimo, con tanto di $congegno_fantascientifico_facilone. Peccato.
    Sarà Capitato Anche a Voi… La Spesa (Macchetto/Mazzon): si fa notare questa breve, con un umorismo semplice e sintetico ma assai azzeccato e che proprio per questo spicca tra le sue simili (ad esempio Il Manuale del Tempo Libero).

    T 2762
    La Ziche! La Ziche! La Ziche!
    La Ziche, che non si fa notare per la copertina (che poi non è altro che una versione migliorata di una vignetta della prima storia) e per Il Che Aria Tira…, con una gag abusata non solo di per sé, ma pure già utilizzata dalla stessa Silvia nella medesima serie. Ma la Dea si fa notare decisamente per Topolino e la Rapina del Millennio, la sua quinta saga che lei stessa definisce un Thriller Slapstick, come ci riferisce il doveroso articolo introduttivo (che evidenzia tra l’altro un errore nella prima tavola: misteriosamente Basettoni si “mangia” delle parole della giornalista…).
    Fin dalle prime pagine si nota una cosa: è una storia “normale”. Almeno da questo primo episodio la storia viene connotata come un’avventura canonica, quando Il Mistero del Papero del Mistero e Topokolossal avevano una doppia metatrama assai particolare, Il Grande Splash era una storia corale e metafumettistica, mentre Paperina di Rivondosa era una parodia/storia in costume.
    Pare (anche se è ancora troppo presto per affermarlo con certezza), insomma, che per una volta la Ziche scelga di svolgere questa sua saga come una storia canonica, ma non per questo meno divertente: da manuale la scena nel museo delle Cere, con le varie statue comico-grottesche (il mostro di Topolina!), la maestra, Topolino che dichiara di aver fatto solo il suo dovere di cittadino dopo una serie di scene forzatamente sensazionali, i giornalisti scandalizzati (I nostri soldi! …stupendo) e poi, ovviamente, la bellissima gag di Pippo (con tanto di sudoku in notturna!).
    Fantastici poi i disegni, dinamici e terribilmente espressivi (specialmente Gamba che prepara il suo piano al Museo e la mimica facciale di Pippo); graficamente risulta irritante Macchia con la bocca, anche se ovviamente serve ad aumentarne la comicità.
    Insomma, mi è piaciuta e attendo fiduciosamente i prossimi episodi.
    Pipwolf e il Caso dell’Incantesimo Linguistico (Vitaliano/Mazzarello): e ritorna Pipwolf e ci ironizza su pure la sinossi nel sommario. Pipwolf che dopo la chiusura di X-Mickey si era visto solo in una manciata di trascurabili brevi e poi era scomparso. E invece ora ce lo ritroviamo in una lunga risalente all’epoca Muci. Pipwolf qui è protagonista assoluto e se la sua emancipazione da Topolino può anche far piacere, la storia del Supresame Reparatorio fa decisamente storcere il naso e sa molto di espedientuccio.
    Per il resto la storia è molto piacevole, anche se un po’ prolissa in certi passaggi: carina l’idea della commistione di lingue, ma si perde un po’ per strada, mentre è molto interessante la sottotrama dei Dodici Antichi che verrà poi sviluppata nella prossima puntata.
    Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova, Capitolo 1 – Quel Mago di Paperoga (Ambrosio/Vian): oddio, Papernova. Che palle. Basta. Non è un personaggio, non ha ragion d’essere. Capisco una tantum, ma ora lo si propone pure per una saga. O storia ad episodi o in più parti o quello che è. Non importa molto, il succo è che già il personaggio era inutile ed irritante nelle precedenti apparizioni e ora ce lo ritroviamo ancora tra i piedi, in una manciata di tavole poco significative che butta pure lì Maga Magò. Non che non faccia piacere vederla, ma pare messa lì un po’ a casaccio e senza motivazione apparente. Meno male che c’è Vian.
  • Oh, non so che m'è preso, ma anche la seconda puntata di Pipwolf m'è piaciuta...
    Cioè, è ovviamente una trama scema, ma si fa leggere che è un piacere nonostante la lunghezza. Complimenti allo sceneggiatore.
    Adesso il prossimo passo è fare sceneggiature buone anche per trame buone... (mi riferisco ovviamente al Topo in generale, ché di trame buone Vitaliano ne ha sfornate... una su tutte quella di Bambadilegno :asd:, che lessi a sbafo e tuttora non ho il topo dov'era pubblicata :cazz: )

    La saga zichiana prosegue con una surreale puntata monoambientata (single-camera, per dirla all'americana...) a casa di Trudi, con Topolino legato fino al collo come la Minnie dei bei topokolossali tempi, ma il dialogo fra i due manca di mordente, e anche le paresi sarcastiche (alla -_-) di Topolino sono sprecate. L'attesa di Minnie e Clarabella non fa ridere. Simpatiche ma inutili le pecore e la gallina basite :P.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Speciale Lucca

    # 2762

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    Ecco il numero di Lucca per eccellenza. Quello che ha fornito materiale di discussione, polemica e quant'altro ad ogni conversazione lucchese con gli addetti ai lavori. E' anche un numero peculiare che riassume in sé tutto il bene e il male della gestione De Poli. Innanzitutto partono ben tre saghe nello stesso numero: saghe e storie a puntate sono forse il tratto distintivo di questa nuova gestione, ma non ne erano mai partite tre in contemporanea. All'interno di queste tre saghe troviamo due estremi qualitativi, sbalzi a cui questa gestione tra stelle e stalle ci ha abituati per bene.

    Topolino e la Rapina del Millennio (Ziche): L'apice qualitativo è rappresentato dall'inizio della quinta saga Zichiana, ormai una tradizione dai tempi della Papernovela, a cui seguirono Topokolossal, Grande Splash e Rivondosa. La politica della De Poli di riavvicinamento degli autori migliori si è già vista con un incremento della produzione faraciana, marconiana e via dicendo. Adesso tocca alla Ziche essere corteggiata, dapprima coi suoi Che Aria Tira, e poi con un bell'articolo che spiega per benino quali e quante sono le saghe zichiane, facendo finalmente pulizia dei dubbi sollevati da quelle saghette apocrife, disegnate dalla Ziche ma firmate da Bosco, che disorientano un po' tutti. La storia è gradevole, diemenziale al punto giusto con un bel po' di scene d'azione volte a parodiare un genere, come abitudine di questo tipo di storia, che è sempre stata assai mediatica. Certo deve ancora ben ingranare e mostrare dove voglia andare a parare, ma per ora non si può che ridere della gag pippesca (anche se sfigura al confronto con la rispettiva gag di Walsh/Gottfredson in Topolino Buffone del Re).

    Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova: Capitolo 1 - Quel Mago di Paperoga (Ambrosio/Vian): Ed ecco l'estremo negativo. Se già da quella trilogia di storielle stupide ne avevamo avuto abbastanza di questo stupido personaggio, inserito in maniera stupida da un autore che non è famoso per le sue sceneggiature intelligenti, e sebbene la De Poli avesse detto che di Papernova non avremmo avuto più, eccolo tornare in forze, e in una saga. Che schifo, che vomito, che scemenza. Per non parlare dei contenuti che lo vedono battagliare contro Maga Magò (che perlomeno non viene ripresentata da capo), personaggio proveniente dall'animazione ma usato in lungo e in largo anche nelle storie dei personaggi standard. Battagliare in stile giappocombattimenti di terz'ordine, aggiungerei. Insomma la solita porcheria firmata Ambrosio che evidentemente non è capace di portare avanti per conto proprio un discorso che non preveda infimi vip paperizzati, recuperi forzati, storpiature di cose trendy (rispunta, senza esser minimamente contestualizzata, la Duckstation), e trame vietate ad un pubblico oltre i tre mesi. Poche storie, si ha un bel dire di voler trattare ogni autore senza pregiudizi in merito, quando si ha davanti qualcuno che non prova minimamente a fugare questi pregiudizi ma anzi ci si immerge sempre più. La stroncatura è non solo meritata ma NECESSARIA.

    Pipwolf e il Caso dell'Incantesimo Linguistico (Vitaliano/Mazzarello): E dopo i due estremi ecco un prodotto scialbo e sciapo che si colloca esattamente in mezzo. E dopo aver visto alcuni elementi propri di questa nuova gestione come le saghe, i riavvicinamenti e i compromessi, ecco arrivare l'ultimo grande concetto: la giacenze. E' un bel po' che questa e la prossima storia di Pipwolf fermentavano nei cassetti, ci viene detto. Pensate in epoca Muci come spin-off di X-Mickey da destinare ad un albo a sé, e firmate da un Vitaliano sottotono, queste due avventure non fanno altro che mettere in luce alcuni difetti e debolezze intrinseche del mondo dell'impossibile. X-Mickey ha infatti avuto parecchie anime: dapprima universo cucito intorno al solo Topolino, corrispettivo editoriale più infantile dell'adulta Anderville faraciana vista in MM (come frittole lo fu del glorioso PK), questo prodotto caldeggiatissimo da Claretta Muci, dopo poco vide prevalere il personaggio di Pipwolf. Le storie cambiarono e divennero incentrate su di lui, lasciando perdere il povero Topolino. Il registro stesso altalenava parecchio, passando da avventure alte e leggermente adulte (pregi suggeriti dal formato spin-off su cui gli autori lavoravano) a bambinate indegne, pilotate dall'alto e dalla precisa volontà di rivolgersi ai soli bambini. Dopo la chiusura venne il momentaneo traloco del Mondo dell'Impossibile su Topolino, ma anziché proporre storie di quel genere che del formato topoliniano avrebbero potuto giovare non poco, l'intera cosa venne nuovamente ridimensionata e adattata a storie brevi con protagonista il solo Pipwolf. Il ritorno delle avventure si ha con questa bilogia, anche se non si capisce come si collochi esattamente in continuity col primo revival...e sebbene fosse stato auspicato delude fortemente per via di un ritmo troppo lento, di una lunghezza eccessiva e assolutamente non giustificata dalla trama che in fin dei conti risulta noiosa. Inoltre l'andamento stesso della storia non convince visto che è un giallo che si rivolve per caso, con una trama fatta di soli colpi di fortuna (le erbe che causalmente saltano fuori al momento giusto, il cattivo che sembra spuntare in maniera provvidenziale, etc). Peccato, ma forse di più non si poteva fare maneggiando un universo nato male e portato avanti negli anni in maniera piuttosto bacata.

    Per il resto il numero non offre molto altro. C'è una breve di Bosco su Pico che sfigura rispetto al corrispettivo Macchettiano visto nel numero scorso, e un'altra storia di Bosco, la terribile Zio Paperone e Rockerduck e lo Scambio d'Affari (Bosco/A. Pastrovicchio) in cui i personaggi - con molta originalità! - si scambiano i ruoli, tanto per affossare definitivamente ogni parvenza di credibilità e serietà rimasta a questo universo di fantasia. Sigh.


    # 2763

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    Oh Pipwolf in copertina, bel passo avanti dai tempi in cui gli albi Disney spillati venivano quasi considerati universi paralleli rispetto a quanto accadeva sul settimanale. A quando l'apparizione di Angus Fangus nelle storie? O forse questo comporterebbe un infangamento dei ricordi legati al personaggio?

    Pipwolf e la Leggenda del Nero (Vitaliano/Palazzi): Meglio della settimana scorsa. Almeno non mi sono addormentato leggendola. Viene da chiedersi come possa strutturarsi in continuity col resto questo Pipwolf che ha ripreso a studiare (il pretesto di fondo è debolissimo). Per il resto tutto è forzatissimo, dalla stessa presenza dei personaggi del Topo Bianco, al fatto che Pipwolf avrebbe poteri incredibili, sarebbe una minaccia o un grandissimo detective. Ma continuo a pensare che siano difetti derivativi, scaturiti da una materiale di base bacatissimo.

    Topolino e la Rapina del Millennio - 2° Puntata (Ziche): dieci paginette, come del resto ci ha abituati la Ziche con i suoi microepisodietti, che raccontano unicamente il monologo tra Topolino e Trudy. Più interessante che divertente...a patto che poi conduca a sviluppi originali. Che al momento non sono assolutamente intuibili.

    Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova: Capitolo 2 - Tutti al Vesuvio (Ambrosio/D'Ippolito): Storiella stupidina che porta avanti la trama stupidina del Papernova impaurito. Stavolta tocca ad Amelia, e il senso di fintaggine viene leggermente livellato dalle ambientazioni meno pretestuose. Ma ovviamente la trama è sempre la solita ineguagliabile fesseria (come hanno fatto a creare in due secondi un filmatino credibile? Perchè portarsi il programma dietro?).

    Per il resto abbiamo un Cimino e una danese con Ciccio usato molto bene. Ma l'importante è che nel prossimo numero ci aspetterà il Faraci celebrativo a dieci anni esatti dal Fiume del Tempo impegnato a fare il punto sul rapporto tra Topolino e Pippo. E io già sbavo.
  • Grrodon ha scritto:Oh Pipwolf in copertina
    Leggerissiamamente inquietante. Una delle copertine più brutte del topoliname recente in mio possesso.

    [certo, la prossima è fantastica e controbilancerà, e sigh, mi farà star male il vederla ricoperta da scrittine]
    Grrodon ha scritto:con Ciccio usato molto bene
    Boh, sarò io che non sopporto a pelle le storie con Ciccio più o meno protagonista, ma non mi è piaciuta. Da una parte vabbè, la classica situazione di Nonna Papera con la fattoria minacciata da qualcosa, ci può anche stare. Ciccio guru già mi entusiasma poco. Ma Ciccio che diventa ricco è il colmo.

    Per il resto siamo piuttosto d'accordo.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Topolino #2762

    Che aria tira...
    Gag vecchissima, e già c'era nei "Che aria tira"

    Topolino e la rapina del millennio - Prima Puntata (Ziche)

    Oh, che gioia vedere la Ziche in veste di autrice completa. Proprio recentemente ho riletto la Papernovela e il Topokolossal è ritengo che l'inizio di questa nuova saga sia degna delle precedenti.
    L'umorismo della Ziche si mostra più efficace con Topolino e Co. che con i Paperi, infatti avevo preferito il Topokolossal alla Papernovela, e anche se avevo gradito oltremodo Il Grande Splash, Paperina di Rivondosa mi aveva deluso (noto inoltre con piacere che tutte queste saghe sono citate nell'articolo introduttivo, segno del peso che viene dato a un'autrice così abile come la Ziche.
    L'azione e le gag in questo primo episodio si susseguono vorticosamente che incalzano con la scena dell'interrogatorio di Pietro e della scena di Pippo col sudoku.
    La Ziche quindi ci consegna un inizio sfavillante e ci dimostra che la più seria Topolinia è più divertente da colorare di toni comici a differenza di Paperopoli dove le atmosfere sono già di per se comiche anche nei lavori non zichiani, sono fiducioso per i prossimi episodi.

    Pipwolf e il caso dell'incantesimo linguistico (Vitaliano/Mazzarello)

    Uh, Pipwolf! E lo dico con entusiasmo perchè ero tra gli apprezzatori dell'ormai defunto X-Mickey, che era entrato in fase calante proprio con l'invasione di storie rivolte a un target molto basso.
    L'idea di spin-off la gradisco, ma credo che questo episodio introduttivo sia troppo poco stimolante, o perlomeno non mi sono sentito troppo coinvolto nelle vicende del pippide lincantropo, e non aiutano i disegni di Mazzarello, di cui non discuto la qualità, ma che non riescono a dare quei toni scuri che resero molto buone alcune storie di X-Mickey (per intenderci, i toni che dava Vian nelle sue storie di X-Mickey).
    Da quanto ho capito dopo questa storia e la prossima probabilmente non vedremo più Pipwolf terminate le giacenze, da una parte è un peccato perchè lo ritengo un ottimo personaggio (io lo vorrei vedere accanto a uno scettico Pippo), dall'altro ridurre la presenza di personaggi "esterni" al gruppo originale della Banda Disney può dare più spazio ai personaggi "storici".

    Il grande viaggio di Paperino e Papernova - Capitolo 1 (Ambrosio/Vian)

    Papernova è odioso. E' un personaggio-VIP totalmente inutile e sempre calato in trame insulse. Non un personaggio VIP così generico da assumere autonomia narrativa (come Rockerduck, parodia di Rockefeller e Umperio Bogarto, parodia di Humphrey Bogart), ma nemmeno da essere utile per storie celebrative (come Paperica).
    Pretestuoso l'ulizzo di Maga Magò (che forse è meglio lasciare nell'Inghilterra medioevale de La Spada nella Roccia), e svilente l'uso di Paperino e Paperoga, buoni i disegni ma non riescono a salvare questo scempio. E tutto ciò lo dico a malincuore perchè Ambrosio ha le carte in regola per poter fare tanto ma non si riesce a scrollare i suoi stilemi modernisti (Duckstation e compagnia bella) e l'utilizzo dei personaggi come macchiette, e pensare che adoravo il suo Super Pippo...

    Pillole di Pico - Il sonno (Bosco/ O. Panaro)

    Carina. Divertentissime le gag (con due vignette quasi identiche) su Paperino.

    Zio Paperone, Rockerduck e lo scambio d'affari (Bosco/ A. Pastrovicchio)

    Spunto già visto e rivisto. Personaggi utilizzati come macchiette. Prevedibile e noiosa. La storia più inutile dell'anno.
    Non lo dico con cattiveria, ma con la consapevolezza che gli autori sanno e possono fare di più: queste storie rovinano i personaggi e favoriscono l'allontanamento del pubblico più maturo (ma anche del più giovane)

    Ciak (Coppola)
    Carina, ma non regge il confronto con il ciak del numero #2760 con Ciccio.



    Topolino #2763

    Che aria tira...
    C'è di meglio.

    Pipwolf e la leggenda del Nero (Vitaliano/Palazzi)

    Questa credo sarà l'ultima volta che vedremo Pipwolf, che ignaro della sua sorte troneggia sulla copertina del Topo. La storia è migliore rispetto a quello della settimana scorsa e nonostante un finale già visto (il mostro buono), ha un intreccio interessante.
    Ottimi i disegni di Palazzi che con Pipwolf aveva già dato ottima prova nella breve con il primo amore di Pipwolf.
    Ma ora facciamo i nerd, sarò mandato giù a giocare però noto che il dimentiratto che appare in questa storia è totalmente diverso dai dimentiratti apparsi in X-Mickey ("Il giorno dei dimentiratti") che erano più affini alle faine de "Le avventure di Ichabod e Mr.Toad" e di "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", qui il dimentiratto ha subito un abbrutimento ed è grigio, mentre nella prima apparizione i dimentiratti erano marroni.
    In ogni caso, addio Pipwolf, se ne va con te la speranza di trovare sul Topo il lato migliore di X-Mickey (quello più "horror") e di te mi resterà la statuetta di Disney Parade dove per motivi a me ignoti sei bianco.
    Piccola polemica sui colori: Pipwolf ha il muso rosato, Pippo e Topolino, no. Capisco che il primo proviene da uno spillato dove i musi sono colorati, ma vedere questa cosa mi ha fatto venire voglia di avere sul Topo Topi e Pippidi con il muso rosato, visto che in tutto il mondo, ormai siamo gli unici a lasciarli col muso bianco (a meno che non sia una mera questione di costi).

    Topolino e la rapina del Millennio - Seconda Puntata (Ziche)

    Divertentissima! Ottima la caratterizzazione di Trudy e l'espressività esagerata di Topolino (che raggiunge l'apice nella costante espressione scettica che ha nella terza, quarta e quinta tavola).
    L'intreccio si fa sempre più interessante.

    Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova - Capitolo 2
    (Ambrosio/D'Ippolito)

    Sinceramente spero che questa saga termini presto. Con uno svolgimento sconclusionato, un utilizzo inutile di Amelia. L'apice del'illogicità di ha con la magia harrypotteriana "turbinius refulus": Papernova non poteva soffiare per spegnere le candele?
    Belli però i disegni di D'Ippolito.

    Zio Paperone e la miniera del samurai (Cimino/Chierchini)

    Questa storia mi ha catturato, fin dall'inizio con l'annuncio che tutte le miniere del globo sono esaurite, che mi ha fatto ricordare con piacere un'altra storia (che al momento non ricordo) dove sono i tesori a essere terminata. Questa ripetizione in altri autori può essere pesante, rindondante, ma Cimino, nelle sue storie, con i suoi stilemi produce un effetto nostalgia ripensando alle storie precedenti.
    Però ci sono due nei belli grossi: i disegni di Chierchini, il cui tratto ho trovato troppo sottile e poco incisivo (e lo dico a malincuore visto cheamo i disegni di Chierchini), e un finale un po' illogico, dove quattro quarti del tesoro non spettano a Paperone e alla fine della storia si trova lo stesso con una parte del tesoro, misteri della divisione...(in realtà mi hanno fatto notare che un quarto del quarto rimasto va all'ex-smemorato e il resto, tre quarti di questo quarto -argh!:P-, va a Paperone e nipoti)

    Ciccio e la filosofia appagante (Transgaaard/Andersen)

    Ottimo utilizzo di Ciccio, che non viene assolutamente snaturato, e si punta su le sue celebri caratteristiche che lo rendono involontariamente un modello da seguire. Ottimo messaggio su come le persone vedano nei modelli da seguire ciò che in realtà vogliono vedere. Ottima la gag dell'editore. Molti penseranno che abbia un Happy Ending un po' troppo smielato, ma trovo il finale interessante per il rapporto tra Ciccio e Nonna Papera.
    Nota di merito per i dinamici disegni di Andersen con un Ciccio più obeso che mai.
    Prova che anche la produzione danese può essere interessante.
    [edit]Ah, non mi ero reso conto, ma questa è una storia celebrativa: questa storia festeggia i settant'anni di Ciccio, infatti in Danimarca è stata pubblicata sul numero di maggio di Jumbobog di maggio, mese del 1938 in cui Ciccio esordì nella striscia quotidiana di Donald Duck.[/edit]


    Gulp (Coppola)
    Carina.
  • Elikrotupos ha scritto:fralaltro io non ho ancora avuto modo di leggere "La Strada" ;_;
    Adesso puoi.
    Ma ora sul sito del Topo si possono leggere pure i capolavori? E non lo fa sapere in giro? O sono io che ho trascurato la notizia? Vi prego, ditemi che sono io...
  • No, non l'hanno segnalato nemmeno nel numero apposito. Io me ne sono accorto casualmente.
  • sì invece, l'hanno segnalato. A me l'ha detto prima Pacuvio, però ricordo che nello scorso Topo (o forse due Topi fa) c'era un boxino che diceva che online si potevano leggere Casablanca e La strada.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • T 2763
    Che Aria Tira…
    (Ziche): oddio, l’idea è pure carina, però realizzata un po’ male.
    Pipwolf e la Leggenda del Nero (Vitaliano/Palazzi): Fausto ritiene Il Caso dell’Incantesimo Linguistico riuscita e La Leggenda del Nero da asciugare, per il sottoscritto è l’esatto contrario. E’ la prima storia ad essere assai dispersiva e prolissa, mentre la seconda vanta un ritmo migliore e non annoia il lettore nonostante le dimensioni. Forse un po’ troppo patetico il Dimentiratto, che con i suoi versacci suona un po’ farlocco.
    Comunque un buon lavoro, reso onestamente da Palazzi.
    Topolino e la Rapina del Millennio – Seconda Puntata (Ziche): ok, un episodio interlocutorio. In quanto tale non disturba,ma in quanto secondo episodio sì, visto che ci aspettava qualcosa di più del dialogo tra Topolino e Trudy, che invece si mangia tutto l’episodio. Niente male, quindi, ma piuttosto atipico… chissà dove andrà a parare la Ziche a lungo termine.

    Spiccano poi Zio Paperone e la Miniera del Samurai (Cimino/Chierchini) e Ciccio e la Filosofia Appagante (Transgaard/Andersen), con, udite, udite, un Ciccio gradevole. Ah, sì, poi c’è Papernova, ma lasciamo stare…


    T 2764
    (SPOILER, ovvamente)
    Un Che Aria Tira... (Ziche) che doveva stare sul numero scorso e un Topolino e la Rapina del Millennio – Terza Puntata (Ziche) che non aggiunge molta carne al fuoco e che in pratica traduce in fatti le parole del precedente episodio. Ok, divertente Topolino che sveglia i pargoli nel cuore nella notte puntandogli la luce in faccia ed esordendo candidamente con un Ehi, bimbo! Scusa… o che sta male in una serie di espressioni fantastiche pensando di essersi schierato seppur inconsapevolmente dalla parte… dei… cattivi, ma il tutto è ancora molto inconcludente. Il sottoscritto comunque tende a vivere sempre in modo ansiogeno i primi capitoli delle saghe zichiane, salvo poi rivalutare il tutto nella rilettura complessiva.

    Poi c’è Topolino in: L’Ultimo Caso (Faraci/Cavazzano), creata con l’apposito scopo di celebrare Topolino in occasione dell’anniversario dei suoi 80 anni. E se la cosa traspare da ogni singola vignetta, non traspare per nulla in un albo ed anzi in una Disney Italia che sembra voler trascurare un evento così importante quando invece si era prodigata in lungo e in largo per il sessantenario di Paperone, con tanto di saghe e volumi celebrativi, per non parlare della dovuta propaganda televisiva. Risulta davvero difficile credere che il colpevole sia l’onnipresente crisi tanto più a quegli appassionati che si vedono apparire in edicola raccolte che definire insignificanti è poco. Rammarico, incazzatura e una buona dose di interrogativi dietro questa scelta davvero incomprensibile che sfiducia ancora una volta noi del fandom, che d’altro canto esprime pareri contrastanti: chi pone esageratamente l’accento sulla questione pur essendo nel giusto, chi invece minimizza e chi se ne esce con oscure dietrologie che di sicuro procureranno a zio Walt un paio di rigiramenti nella tomba.
    Poi però ci si accomoda sul divano, si apre la copia nuova di zecca del nostro settimanale preferito, si inizia a leggere e tutte le considerazioni di cui sopra spariscono.
    Quello che rimane è un omaggio sentito a un personaggio che ai suoi autori ha dato tanto, ma che essi hanno saputo indubbiamente ripagare con il loro lavoro.
    Se Il Fiume del Tempo riprendeva gli episodi di Steamboat Willie integrando gli avvenimenti con delle aggiunte inedite, anche L’Ultimo Caso vanta una simile operazione mettendosi in continuity con Topolino Poliziotto e Pippo suo Aiutante di Gottfredson (pazzesco, nell’articolo introduttivo sono riusciti a non citarlo!). Un’operazione di retcon riuscitissima e che ci presenta dei flashback, illustrati da un Cavazzano superbo con uno stile anni ’30 incantevole, che per nulla stonano con l’ambientazione moderna della storia, dimostrando la malleabilità dell’eterno Universo Disney e la futilità di certe operazioni di riattualizzazione cui si è assistito di recente; anzi Tito ci scherza pure su: se ne Il Fiume del Tempo i pantaloncini classici del Mickey primordiale erano giustificati dalla canicola, qui la si butta sul ridere con gag degne di quella sui guanti di Topolino sulla Scena del Delitto.
    Faraci è ardito nel puntare tutto non già sulla trama principale della storia gottfredsoniana (solo accennata con una frecciatina scherzosa al successivo remake martiniano), ma su un episodio secondario, una serie di gag interlocutorie come tante ce ne sono nella produzione a strisce: l’idea di far passare il sindaco Scott e consorte dalla parte dei cattivi funziona proprio perché fa capire che non esiste una vera e propria “parte dei cattivi”, ma aggiunge molta ambiguità ai personaggi disneyani.
    Ma il perno della storia è un altro. Il villain dopotutto non è molto temibile ed anzi è volutamente un po’ scemotto, anche se ha il pregio di regalarci una buona dose d’azione (in cui stona solo, anche se minimamente, il classico bluff): la vera tematica è il rapporto d’amicizia tra Pippo e Topolino, che va a sostituirsi a quello tra quest’ultimo e Gambadilegno nel Fiume del Tempo e in Dalla Parte Sbagliata. Pippo è davvero Il Genio nell’Ombra che sta alle spalle di Topolino e Tito ci mostra l’inossidabile rapporto tra i due con una serie di gag fantastiche tra cui spicca la scena iniziale del cacciavite e l’intramontabile tormentone dei nani di gesso, qui implicito.
    L’elemento di novità rispetto alle succitate produzioni faraciane è che in alcuni punti il rapporto Mickey-Goofy viene accantonato puntando i riflettori sul solo Topolino, che in una scena di amabile quotidianità tra i suoi amici ha l’occasione di dichiarare cosa pensa di sé stesso e del suo ruolo di pseudodetective e nel finale, quando con un uso delle didascalie tanto caro a Tito, si dimostra il personaggio che abbiamo sempre conosciuto e che di tanto in tanto Faraci & Co. ci ricordano essere assai diverso dallo stereotipo affermatosi negli anni.
    Un Ultimo Caso che pur ponendosi idealmente, assieme al Fiume e alla parentesi andervilliana, all’inarrivabile fine della saga topolinesca sa molto di dichiarazione di eternità del personaggio, delle tematiche e delle storie. Ed eterne lo sono di sicuro, come il genio di certi Artisti del Fumetto.
  • TOPOLINO N. 2764

    Anche uno che ha smesso da qualche anno di comprare settimanalmente Topolino, come me, non si perde l’acquisto di numeri che contengono storie che vale la pena di leggere. Ultimamente queste portano il nome di due sceneggiatori, Casty e Faraci. E così, come comprai il numero che conteneva Novecento, ecco prontamente preso e divorato il numero che avrebbe dovuto celebrare gli 80 anni di Mickey, che li compirà martedì prossimo, ma che invece decide di tenere un profilo basso (molto basso) e di passare sopra a questa ricorrenza, non solo non dedicandole un volume apposito ma ignorandola bellamente senza nemmeno citarla su questo numero, stonando con il numero di 10 anni fa esatti, con i festeggiamenti di Paperone di un anno fa e perfino con qualche pensiero sui 75 anni del Topo. Ma su questo argomento si è già polemizzato abbastanza, come ha chiarito il buon Portamantello, meglio quindi concentrarsi su chi dell’amore per il Mickey più vero ha incentrato molte sue/loro storie e ha messo questo amore profondo in una storia celebrativa e deliziosa.
    Sì, perché Topolino in L’ultimo Caso è una storia molto bella, e come spesso accade con le storie di Tito Faraci, ha molti livelli di lettura. I deliziosi rimandi alla storia cui questa si pone come sequel, l’indagine in sé, l’analisi dell’amicizia tra Topolino e Pippo, la figura di Pippo e quella di Topolino analizzate invece separatamente, il gusto per l’avventura, l’amore che trasuda da ogni vignetta per questo tipo di Mickey Mouse e per quelle belle avventure degli esordi. E probabilmente molto altro ancora. Tito confeziona una storia che mi è piaciuta meno del Fiume del Tempo(probabilmente la mia preferita delle sue) ma più di quella di Paperone dell’anno scorso, per citare storie che in comune hanno il riprendere vecchie storie importanti e farne un sequel che indaghi sui rapporti umani (sì, umani, a dispetto dell’essere animali antropomorfi) dei protagonisti. E’ comunque una storia tra le mie preferite di Tito, sul serio, perché pur nelle sua semplicità (quella per i 70 anni era in due tempi) riesce a creare una trama volutamente non sconvolgente dal punto di vista dell’indagine, m che fila, sta in piedi grazie all’estremo candore dell’atmosfera e al rimando alle primissime indagini di Topolino, quando il nostro si buttava a capofitto nelle indagini più assurde, come ladri di capelli e biancheria!
    I disegni di Cavazzano fanno il resto, sono da bocca aperta, a livelli di Novecento dove avevo visto Giorgio ai massimi livelli. Qui c’è il valore aggiunto delle vignette con i personaggi visti come alle origini, operazione a cui non è nuovo grazie a gioielli come L’insolito remakeo La Strada, e che io adoro alla follia, perché riesce a renderli credibili e gradevoli agli occhi in maniera sapiente ed elegante, senza snaturare il fascino di quel tratto tipico di Gottfredson che a me attira un sacco.
    A proposito di Gottfrdson, ho preferito rileggermi la storia Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante prima di questa faraciana, e si gode di più il nuovo capolavoro di Tito. Innanzitutto ogni occasione è buona per rileggermi le (poche) storie di Floyd che possiedo, e poi la continuity è abbastanza stretta tra le due trame, i rimandi sono continui. Si possono notare le finezze dei manifesti tenuti uguali appesi nell’ufficio investigativo (Two-gun Annie, Bad Amne…), il vestito da donna di Pippo usato nella prima indagine, il furto della macchina del sindaco (che poi diventerà il motore di questa nuova avventura)…L’unico dubbio avuto è proprio il disegno di Cavazzano del sindaco nei flashback, raffigurato senza peluria nera in viso quando nella scena raffigurata nella storia originale non era ancora stato rasato dalla banda su sui indagavano i due nostri eroi. Era solo per renderlo riconoscibile quando si sarebbe visto senza peluria nel presente della storia? Bah.
    Per il resto, battute splendide di Pippo nella sua candida ingenuità (bellissima quella sui pantaloncini) e splendide gag (il sindaco che riconosce che il suo piano non era un granchè – ed è quello che ho pensato io leggendolo! – mentre Pippo non la pensa così, i nani di gesso immancabili anche se qui tramutati in statue dal gusto altrettanto dubbio) e belle riflessioni fatte dal Topo al bowling – solo a me ha dato un’aria si serenità e familiarità e realismo quella scena? Mi sembrava di essere io stesso al bowling con i miei amici, tanto ci stavo a mio agio – con la frase-tormentone sul fatto che non è un detective e quelle didascaliche che scrive nel rapporto, vera e propria autovalutazione che Mickey dà di sé, scena commovente davvero quasi quanto quella finale del Fiume del Tempo.
    In definitiva, pensavo solo che il confronto tra i due amiconi fosse più esplicitato, mentre è lasciato più che altro intuire mettendo a confronto le due filosofie di vita di Topolino e Pippo (lasciamo perdere l’orridissimo articolo di presentazione…), ma forse è stato anche più poetico lasciarlo emergere da situazioni e dialoghi naturali piuttosto che spiattellarlo. Voto molto molto alto per questa storia.

    Per il resto, la terza puntata della saga della Ziche Topolino e la rapina del millennio mi ha fatto ridere, e tanto, per la situazione assurda di Topolino e Trudy che vanno di bambino in bambino nel cuore della notte e le facce memorabili di Topolino quando capisce di aver commesso un errore. Applausi, e applausi anche al sito di Topolino; infatti, se c’è una cosa che lodo in questo nuovo sito è mettere le puntate delle saghe che escono, così ho potuto leggermi lì le prime due e capire come era iniziata. Proseguirò la lettura della saga proprio lì.
    Non mi interessa sapere invece come è iniziata la saga di Papernova, puerile in questa puntata che ho letto solo per quello che dice e non per il disegno generale, ovviamente: a parte la citazione a Frankenstein Junior, e un paio di battute di Paperoga, per il resto è banale e triste.
    Banali anche Paperino e la soluzione del parcheggio (facile trovare il punto debole dell’invenzione di Archimede), si salva per i disegni del molto bravo (per me) Lucci che però ricordavo migliore l’ultima volta che lo avevo visto all’opera, e Zio Paperone e la scomparsa istruttiva, che ha una trama che non mi sembra stia molto in piedi, specie nella caratterizzazione di Rockerduck.
    Bella, delicata e dolce invece la storia Paperino Paperotto e l’invisibile mostro Cappotto, di una Durante a me ignota che però si dimostra molto brava a raccontare la fantasia del giovane Paperino e la passione con cui lui stesso crede ciecamente alla creatura che sa di aver inventato. Valorizzato dai disegni della Perissinotto, che a me è sempre piaciuta specie nell’universo di Quack Town.

    Insomma, un numero che si salva per la storia di Faraci/Cavazzano (che da sola vale il numero) e per la puntata della Ziche. Media alta grazie a loro.
    Allegati
    Copertina by Cavazzano
    Copertina by Cavazzano
    Ultima modifica di Bramo il venerdì 14 novembre 2008, 14:59, modificato 1 volta in totale.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Se noti in quella vignetta la peluria nera del sindaco prerasaggio c'è. I contorni del profilo sono ruvidi e sul volto appaiono delle linee nere stilizzate. Probabilmente è per ottenere quella via di mezzo ideale per esser filologici e nel contempo far riconoscere il sindaco senza troppe spiegazioni didascaliche alla Don Rosa.
  • Grrodon ha scritto:Se noti in quella vignetta la peluria nera del sindaco prerasaggio c'è. I contorni del profilo sono ruvidi e sul volto appaiono delle linee nere stilizzate. Probabilmente è per ottenere quella via di mezzo ideale per esser filologici e nel contempo far riconoscere il sindaco senza troppe spiegazioni didascaliche alla Don Rosa.
    Vero, Grrò, hai ragione, ho riguardato le vignette ed è così, non ci avevo fatto caso perchè dopo aver visto quello disegnato da Gottfredson la differenza rimaneva comunque notevole...era solo un piccolo dubbio, ovviamente era ovvio che se avessero deciso di mostrare il sindaco coperto di pelo nero nei flashback e poi con normale muso canino nel presente i lettori più giovani e quelli che non hanno letto la storia originale si sarebbero trovati spaesati, e come dici tu la spiegazione necessaria sarebbe stata prolissa e avrebbe inutilmente rallentato la trama, tantopiù che il nocciolo non era certo quello. Inoltre la cosa non è poi del tutto ignorata per quell'accorgimento grafico, quindi almeno un piccolo omaggio alla filologia c'è.
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  • # 2764

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    Ed eccomi finalmente a spendere i miei due cent sul numero della discordia. E adesso che si è venuto a sapere uno dei possibilissimi motivi per cui il festeggiamento è stato soppresso, non vale neanche la pena di starne troppo a discutere. Rallegriamoci invece per LA storia del numero.

    Topolino in L'Ultimo Caso (Faraci/Cavazzano): Non si era mai visto un Tito tanto attento alla continuity, anche se un certo movimento in tal senso si era visto nel suo sequel del Monte Orso e nel Fiume del Tempo, ma qui il tutto è condotto con una minuzia associata ad una leggerezza assai superiore a quella che Don Rosa ha mai infuso nei suoi sequel. C'è armonia in questo tirare in ballo di continuo gli anni 30 senza farsi troppi problemi relativi all'invecchiamento dei personaggi, Tito preferisce considerare ciò che abbiamo visto accadere nelle vecchie storie il vero passato dei personaggi, con una naturalezza e una semplicità che hanno dell'ammirevole. Topolino e Pippo sono diventati davvero amici nel 33, e non ci piove, ma questo non implica che oggi siano dei vecchietti, i personaggi Disney non invecchiano, al massimo ricordano le cose dicendo che sono accadute "tantissimo tempo fa", e se nel frattempo mode e ambientazioni sono cambiati poco importa, basta scherzarci su. E' il motivo per cui preferisco questo suo nuovo approccio alla continuity, rispetto a quello che gli aveva fatto mandare Topolino al college negli anni 70 e gli aveva fatto giustificare i suoi pantaloncini rossi con il troppo caldo.
    Cavazzano pure fa un buon lavoro, specie nel mostrare il passato senza attualizzarne lo stile grafico (il Fiume del Tempo aveva questo difetto) anche se viene non poco penalizzato da un'inchiostrazione diversa dal solito, più spessa e grezza, ma forse è un impressione mia. Il lato umoristico viene quasi completamente delegato alla surrealità di Pippo, anche se devo dire di non aver apprezzato troppo il ricorrere nuovamente allo stereotipo del cattivo, vulnerabile in quanto monologante, con gli scagnozzi stupidi, cliché che ormai mostra un po' la corda, e penalizza la rivelazione finale che sennò sarebbe stata più efficace. La storia non batte il Fiume del Tempo, che raccontava un'avventura più epica ed era in due tempi, ma nella sua semplicità quasi epifanica, si colloca nella mia classifica personale subito vicino, in quel podio dai tanti posti in cui si affollano Anderville, Novecento, Un altro Natale sul Monte Orso, Trauma, Sul Filo del Rasoio, Gli Ultimi dell'Anno etc. Quindi in definitiva, no, non ci ha mai abbandonati. E sebbene durante la prima lettura faticassi a trovare il senso di una tale (per quanto piacevolissima) operazione di retcon, è nella tavola finale, magistrale e al livello di quell'altra celebre chiusa con cui ci deliziò dieci anni fa, che questa chicca trova la sua compiutezza. Topolino aveva ragione dunque, quando nel '33 iniziò a prendere le prime cantonate con Pippo, durante la sua primissima indagine come detective. E in fin dei conti non lo si poteva dimostrare se non con un giallo altrettanto umile, che parla del furto di una vecchia auto. Bellissimi a questo proposito i dialoghi, le frasi con cui Topolino definisce sé stesso, è un vecchio amico ormai cresciuto, non invecchiato, solo un pizzico più maturo, malinconico e consapevole. Perchè è la malinconia il filo conduttore di tutto, a cui il solo Pippo sembra essere refrattario. La malinconia e il senso delle cose che passano, che cambiano, o che al massimo si evolvono rimanendo fedeli a sé stesse, un po' come il buon fumetto Disney e i suoi immortali personaggi.

    Topolino e la Rapina del Millennio - 3° Puntata (Ziche): Viene messo in pratica il piano, e poco altro. Fa molto ridere l'espressività del Topolino con i sensi di colpa, ma continuo a non vedere il senso dell'opera. Spero che presto la storia salga al livello delle altre saghe zichiane. Intanto però noto che in questa saga manca la strip di inizio episodio, che aveva da sempre contraddistinto gli episodi corti delle altre serie.

    Il Grande Viaggio di Paperino e Papernova: Capitolo 3 - Transilvania Terra di Fantasmi (Ambrosio/Dalla Santa): Urgh, ma cosa mi significa questa roba scialba? Bé almeno stavolta sembra di star leggendo una semplicissima brutta storia senza cliché ambrosiani, Papernova a parte. Speriamo che col prossimo numero Papernova cada definitivamente nel limbo, prima di trovarlo tra gli Ultraheroes.

    Per il resto una storia di Paperino Paperotto a suo modo toccante, e due storie così nella media ma così nella media che ho letto a volo d'uccello senza neanche provare a capirle. Non penso dovrebbero succedere cose del genere leggendo un fumetto Disney. Una riflessione sulla copertina invece: è già tre numeri che si va al risparmio zoomando vignette interne o riciclando immagini promozionali. Effetto della crisi? E' la nuova regola o cosa?
  • Grrodon ha scritto:Intanto però noto che in questa saga manca la strip di inizio episodio, che aveva da sempre contraddistinto gli episodi corti delle altre serie.
    Nemmeno Rivondosa l'aveva, o sbaglio?
    Comunque meglio che non ci sia, piuttosto che mettercela per forza senza far ridere.
    Tornando all'episodio, questo è stato abbastanza divertente (moltissimo lo è stato l'urlo del primo bambino :D). Nemmeno io capisco dove la saga voglia andare a parare... mah, archiviato il caso "Pietro è innocente" adesso tocca scoprire cosa hanno in mente Macchia Nera e Plottigat, e soprattutto quali esilaranti girandole di gag genererà il fatto che la polizia "crede" che Topolino sia un delinquente...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Vi ringrazio molto. Sono felice di come è stata accolta la storia, qui e altrove.
    Ciao
    Tito Faraci
  • Cos’altro aggiungere su Topolino in L'Ultimo Caso che non sia già stato detto? Innanzitutto un sentitissimo grazie a Faraci e Cavazzano (come al solito in uno stato di grazia, come sempre quando lavora su sceneggiature che lo appagano e lo esaltano) per questa splendida storia e per l’amore che provano per il mondo Disney e per il personaggio di Topolino. Si amore, e non trovo termine più adatto per definire quanto traspare da ogni singola vignetta della storia.

    Una storia che si svolge in un unico tempo, e questo mi aveva inizialmente indotto a pensare che una narrazione in due tempi sarebbe stata più adatta, memore dell’ottimo risultato di Topolino e il Fiume del Tempo e della recente La vera storia di Novecento. Poi ad una rilettura successiva mi sono accorto di quanto, benché in numero inferiore rispetto a quelle delle succitate storie, ogni singola vignetta riesca a trasmettere al lettore; e questo veicolare così tanto in relativamente poco spazio non compromette assolutamente la lettura, che anzi grazie ad una sceneggiatura realizzata con rara maestria risulta sempre fluida, comprensibile, coinvolgente e appagante.

    Bellissima la trama della storia che si ricollega, omaggiandola, direttamente al “Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante” di Gottfredson e De Maris. Ma aldilà della trama, quello per cui questa storia vale l’acquisto dell’albo (e anche di più) sta nel suo valore e nel messaggio che veicola, che a mio avviso si esplicitano nelle tavole iniziali con Pippo e Topolino che ritornano nella loro vecchia agenzia, nella quotidianissima scena al bowling in compagnia degli amici e nelle due tavole conclusive, che fanno della presente una storia simbolo.

    Si una storia simbolo, perché di questo a mio parere si tratta; una storia che si pone come un punto di equilibrio tra le varie anime di Topolino che si sono succedute in questi decenni: da quella di Gottfredson e Scarpa, passando per quella infallibile e saccente di Martina e soci, sino ad arrivare alla new age che vede autori "storici" come Artibani, Casty, Cavazzano e Faraci, e "nuove leve" come ad esempio Vitaliano, partire dalle origini e dal vero Topolino per riproporlo in chiave attuale seguendo quel “innovare nel rispetto della tradizione” tanto caro al nostro Tito, senza scordare quello straordinario spin-off che è MMMM – Mickey Mouse Mistery Magazine e la sua storia simbolo Anderville (e come non pensare a questa serie leggendo le due tavole conclusive?).

    La storia non nega l’epoca dell’infallibile Topolino martiniano, che giustifica con “una buona dose di fiuto e fortuna”, ma nel contempo ridefinisce e ribadisce, attingendo alle origini, il vero carattere di Topolino: quello di simpatico curiosone che si ritrova, volente o nolente (“saranno i guai a trovare me”), a vivere avventure straordinarie in compagnia di un migliore amico tanto strambo quanto geniale. E tutto questo avviene in una maniera tanto esplicita e commovente che non ha eguali nella produzione faraciana (e in generale in quella disneyana attuale).

    Una storia, quindi, che rappresenta un punto di arrivo per Tito, certo, ma anche per tutti quegli autori che da più di un decennio hanno veicolato i loro sforzi per sdoganare Topolino dall’immagine di antipatico saccente che gli venne, suo malgrado, affibbiata. Un punto di arrivo che io spero possa essere anche un punto di inizio per quella che sarà la produzione topolinesca d’ora in poi.
    Se c’erano tanti modi per festeggiare l’ottuagenario di un personaggio immortale e che non invecchia mai, questo è indubbiamente uno dei migliori. Grazie Tito, grazie Giorgio, e buon compleanno Mickey.
  • Nel nuovo numero anche la Ziche festeggia il topastro ottantenne... a suo modo :asd:
    poveri pantaloncini coi bottoni... dileggiati da tutti...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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