[Topolino] Annata 2009

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
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    Un numero bello, molto bello questo Topolino a impatto zero, a mio avviso. Rovinato ovviamente da Ambrosio, ma per il resto ricco di chicche interessanti e con una qualità media molto alta.

    Paperinik e l'Effetto Dinamite (Enna/Freccero): Primo incontro tra Paperinik e Dinamite Bla. Ma non è tanto il crossover a interessare quanto il fatto che avvenga (coerentemente e intelligentemente) sullo sfondo di una vicenda simpatica e interessante. Si nota la capacità di Enna di costruire una storia impreziosendola qua e là con i suoi tocchi di stile, le battutine ("Olaf" mi ha fatto molto ridere), gli inizi e i finali a sopresa. Mi piacerebbe vederlo più spesso questo bravo autore non solo in casi eccezionali come possono essere queste storie o quelle di Paperino Paperotto, ma proprio in casistiche "regolari" per vedere se in qualche modo riuscirebbe a portare questa sorta di "innovazione non snaturante".

    Due Passi nel Parco (Faccini): Faccini è fuori di testa. Adesso si mette a fare una breve, muta e assolutamente insensata. Ma non ha importanza, ciò è bene, e la storia è splendida. Questo potrebbe essere il tipo di materiale utile da mettere in mezzo all'albo facendoci un figurone. Poi boh le autoconclusive ecologiche che ha fatto per questo numero lasciano perplessi, visto che non si capisce se vogliono far ridere, istruire o cosa (e non si è neanche sicuri siano sue).

    Zio Paperone e i Pellicanti Pipistrellati (Cimino/Cavazzano): Grande eleganza questo Cimino. Sono sempre più convinto che il vederlo disegnato da Amendola o da altri minori non gli renda giustizia visto che lo fa apparire "stanco" e creativamente esaurito. Qui lo illustra Cavazzano e pare di essere di fronte ad un altro capolavoro vecchio stile. Ma forse il merito di questo balzo qualitativo va anche alla sceneggiatura, più ricca di chicche rispetto alla media ciminiana del periodo: ci sono un sacco di idee, divertenti, poetiche, satiriche. Il ritmo è ottimo, veramente una delle storie per cui spendere i soldi dell'albo.

    Q-Galaxy - Missione: Astromucche (Ambrosio/Gula): Sto Q-Galaxy si è rivelato la peggio merda si potesse leggere sul Topo, da anni a 'sta parte. E ho seriamente rimpianto Wizards of Mickey, che dopotutto era abbastanza ingenuo. Qui Ambrosio infila la parola astro dappertutto, si lascia andare ai soliti stereotipi, propone fantasiose soluzioni ecologiche con enormi falle logiche, e realizza una brutta storia. Brutto, e molto brutto Oliver.


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    Numero calcistico, senza un tema particolare.

    Q-Galaxy - Missione: Battaglia Ardesia (Ambrosio/Pastrovicchio): Mazza che schifo. Dalla prima vignetta con lo scoppiazzamento di Arale, al finale demenziale con le QSP che si fondono per formare il fantomatico QUANTUM-CANNONE DI NAVARONE, che non si sa perché può sparare solo UN colpo (e che va a segno senza problemi, quindi che senso aveva inserire questo inutile elemento di "pathos"). Uno spera di non trovarla più sul Topo una roba simile e invece mi sa che dovremo ribeccarcelo a breve. Una cosa è certa, Ambrosio si rivolgerà anche ai bambini senza pensare all'adulto, ma c'è modo e modo di farlo. Questo si chiama fare storie cretine per bambini cretini che si spera diventino adolescenti cretini.

    Paperino, Paperoga e gli Ultimi Bubalù (Faccini): Questo invece si chiama fare storie folli per lettori intelligenti. Deliziosa come poche, esilarante l'idea della piramide di gatti che fa il comodo suo e che porta in giro il malcapitato, fantastico l'impiego del gran cast al completo, bello il finale improvviso. Insomma un piccolo capolavoro.


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    Zio Paperone e il Centenario delle 100 Bici (Marconi/Dalla Santa): Ecco cosa significa riportare uno sceneggiatore dei tempi d'oro sul Topo. Una storia vecchio stile che non pare vecchia ma molto "giusta", come dovrebbe essere. Marconi infatti, da vero esperto, realizza una storia a tema, per festeggiare il giro d'italia, che è validissima anche presa da sé e la fa seguendo la vecchia ricetta che rendeva tanto speciali le storie gadget, o evento, dei tempi andati. La trama è divertentissima, con un Paperone davvero sfizioso, sulle tracce del suo passato. Tutti i personaggi utilizzati bene, molto humor e un senso di classicità ormai da tempo latitante. Mi ha fatto stare bene e tornare quel bambino che si esaltava tanto tenendo tra le mani Topolino #2000.


    #2790

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    Numero speciale a tema egiziano, in cui non si sa perché tutte le storie coincidenzialmente sono ambientate in Egitto (meno la danese).

    Paperino e la Stele di Rimetta (Figus/Sarda): Una storia della P.I.A. molto più bella della solita squallida media...ma tremendamente banale. Possibile che si siano messi in due a realizzare una storia piena di cliché? Ormai neanche la solita gag dei depistaggi buffi fa più ridere.

    Indiana Pipps e l'Amaca del Faraone (Sarda/De Vita): Ancora Sarda, ancora Egitto, ancora cliché. Ormai non si può utilizzare Indiana all'infuori del solito sterotipo della patologia da risolvere. Stavolta è insonne. Comunque la storia è migliore della precedente anche solo per il fatto che mi ha spiazzato che Colette fosse cattiva (forse perché senza farci neanche troppo caso l'avevo scambiata per la Martina di Macchetto).

    Fumetto-Intervista (Faraci/Ferrario): Questo mi è piaciuto. Sarà che sono nostalgico della coppia dai tempi di Ridi Topolino, ma l'ho trovata un'idea fatta bene e applicabile anche più avanti. Graficamente eccezionale.

    Doubleduck - Total Reset Button (Bosco/D'Ippolito): Terza storia "autoconclusiva" di Doubleduck che si interpone tra le due saghe in quattro parti. Stavolta come la precedente lo sceneggiatore è Bosco. Preferisco il Doubleduck di Bosco rispetto a quello di Vitaliano, anche per una questione di serietà. Trovo quello di Bosco più serioso, il che meglio si adatta al personaggio e alla tipologia di fumetto che vorrebbe essere Doubleduck. Bosco è uno sceneggiatore molto "scolastico", che spesso e volentieri cade in cliché e banalità, ma mantiene comunque quella patina di autorevolezza che DD deve avere. Questa volta tralaltro fa un buon lavoro, senza cadere nel solito tranello dei quadrupli giochi (che pure ci sono, ma non sono alla base della trama), e riesce pure a collegare molto bene alla trama generale la parentesi vitalianesca del direttore d'orchestra con le reminescenze, nonché a far progredire uno dei misteri, sia pur di poco. Ho gradito.


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    Un numero dedicato alla morte di Elisa Penna con stralci di pagine di posta, omaggi e tanto altro. Alla fine avevo i denti cariati, ma la cosa mi ha fatto decisamente piacere perché indice di una certa voglia di ricordare da parte della De Poli.

    Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 1 (Enna/Urbano): Enna torna ad occuparsi del Paperotto con una saga estiva (anche se un po' in anticipo) che riecheggia la buona quadrilogia dell'anno scorso e la bilogia piratesca di qualche anno fa. E se ne occupa molto bene, restituendogli dignità e atmosfere che mesi di pp8 frittole e strips di Soffritti gli avevano tolto. Anzi, qui addirittura opera una sfrittolizzazione (cioè una frittolazione al contrario) del personaggio del preside, creato per il magazine moderno, e qui immaginato nelle sue ipotetiche vesti "originali" e rurali. La storia è molto interessante e Urbano fa un ottimo lavoro per mantenere la giusta classe retrò. Una gradita sorpresa.

    Il resto del numero contiene un Cimino e una storiella in costume della Gianatti, un po' ridondante, ma tutto sommato ben fatta.


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    Arrrgh, Papertotti 2, si salvi chi può!

    Topolino e la Maxi-Mini Coppa (Secchi/Gervasio): Arieccoci. Tutti piccoli, tutti amici, e con Gattuso. L'inizio della storia è proprio speculare a Papertotti con la vignettona del campetto e via dicendo. Lo svolgimento è centomila volte superiore e infatti è realizzata meglio di quanto si sperasse, rimane il fatto che è abbastanza paradossale come ogni volta che alle fiere si richieda supplichevolmente un minimo di coerenza interna tra le storie, ogni autore in forza alla Disney sia pronto a sfottere, sbeffeggiare e considerarla roba da nerd Donrosiani, e quando capitano queste porcatelle allo la continuity ci sia, e sia pure sopraffina. Infatti nella storia a un certo punto arrivano i baby Paperi, si fanno frequenti riferimenti al "segreto del cucchiaio" e il finale sia aperto, mettendo in scena la sfida tra Papertotti e Gattoso e promettendo di mostrarcela un giorno in una terza parte. Abbastanza snervante e frustrante come cosa, specie per il fatto che si pretenda di raccontare le origini di alcuni personaggi tipo Macchia Nera bambino, all'inizio amico di tutti gli altri, con tanto di famiglia ricca, la famiglia Macchia. Per tacer poi di Topolinda che invece parrebbe voler canonizzare ulteriormente in questa sorta di Baby Calisota 2.0 alcuni elementi presi dalla tradizione più classica. Insomma, non apprezzo ciò che si sta profilando all'orizzonte, lo trovo minaccioso.

    Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 2 (Enna/Tosolini): E invece ecco qui un bel modo di fare continuity, inserendo a mo' di strizzata d'occhio la 313 tra i desideri del Paperino infante, a parecchi anni di distanza dal giorno del suo acquisto (avvenuto in Messico, OVVIAMENTE). Poi la storia continua ad essere bellina e misteriosa, anche se Tosolini si distanzia di parecchio dallo stile paperottiano e la fa sembrare una storia piuttosto regolare.

    Interessante in tutto questo la presenza di una danese disegnata da Cavazzano che pare riecheggiare l'animazione, mettendo in scena Qui Quo Qua in versione monelli.


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    Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 3 (Enna/Dalena): Inizia la gara di spelling, interessante che Enna abbia impostato la storia facendo arrivare i personaggi ad Apaloosa già a metà storia. Forse uno degli episodi migliori dove molti nodi vengono al pettine e dove ogni personaggino riesce a rendersi simpatico intrecciando in maniera sensata i irspettivi tormentoni con la trama. Molto buono Dalena.

    Topolino e la Fonte di Verne (Panaro/Held): Panaro riesuma la macchina del tempo facendo una storia un po' vecchia scuola. Qua e là opaca ma comunque ricca di spunti interessanti.


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    Il numero del compleanno di Paperino, festeggiato (male) con una serie di storielle danesi.

    Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 4 (Enna/Migheli): Argh, una così buona storia che viene penalizzata dal finale dai disegni indegni della Migheli. Sul serio, dispiace un sacco ma non sono affatto curati. Danno un senso di tirato via a dir poco vergognoso, con proporzioni, espressioni e pose del tutto cannate. Un guazzabuglio grafico che smorza non poco la validità della sceneggiatura. Ciò non toglie che sono tra quelli che hanno apparrezzato la saga di quest'anno pure più dell'anno scorso, anche per la mancanza della sterotipatissima figura dei "cattivi buffi buggerati dai bambini".

    Dov'è Finito Paperino? (Printz Pahlson/Rodriques-Ferioli-Maximino-Ferraris): Quattro brevi storie che raccontano in modo corale, le ricerche di Paperino, viste di volta in volta con l'ottica dei vari personaggi. Incredibile il contrasto tra la gran qualità dei disegni e la stupidità della trama. Tanto per cominciare le trovate sono insensate, infantili e alquanto imbecilli: spesso i personaggi appaiono ritardati, si comportano in modo forzato e la trama non convince proprio dal momento che la mancanza di Paperino passa assolutamente in secondo piano visto che c'è il blackout cittadino. La prima storia con lo zoo è alquanto inutile, la seconda con Topolino è quanto di più banale si possa inventare, la terza sembra inserita a forza e la quarta sembra un delirio senza né capo né coda. Questo Printz Pahlson mi sembra un incapace totale, ed è un peccato. Graficamente invece è un vero e proprio spettacolo visivo: si potrà accusare la Egmont di appiattire lo stile dei disegnatori, di seguire una politica editoriale in linea di principio sbagliata, ma se la resa dev'essere questa ben venga. Le espressioni dei personaggi, il senso di pulizia delle vignette appagano e rilassano l'occhio molto di più dei tipici stilemi caotici all'italiana dove ormai si gioca a cavazzaneggiare nel senso più sgangherato del termine. Bellissimi i paperi di Rodriques e Maximino e meravigliosi il Topolino e il Macchia Nera classico by Ferioli. Discorso a parte merita il Ferraris inglobato al sistema, che ha perso il suo stile. Bé meglio così visto che a mio modestissimo parere era quanto di più orrendo e raffazzonato si potesse trovare sul Topo. Adesso invece ha finalmente imparato a disegnare come si deve. Tié.


    # 2795

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    I Bassotti e il Ricatto in FM (Muzzolini/Intini): La storia del numero. Ma il numero fa schifo e così anche la storia. Infatti è l'ennesima riproposizione dello schema dei paperopolesi che si attaccano tra loro la mania, e dei soliti pretesti per inserire vip e gag fini a sé stesse. Se a questo aggiungiamo Nonno Bassotto sputtanato con poca serietà si ottiene la classica storia evitabile simbolo di questa nuova gestione topoliniana.


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    Con questo numero inizia una cosa interessante. Una saga in quattro parti che però saranno pubblicate a cadenza mensile. La cosa mi è piaciuta per vari motivi: si evita di monopolizzare il settimanale con la stessa zuppa per troppo tempo, si rende maggiormente attendibile il prossimo episodio e soprattutto se implementato nella maniera giusta questo sistema potrebbe a breve trasformare Topolino in un "contenitore" all'interno del quale pubblicare tante miniserie/testate che escono mensilmente in edicola, dandosi il cambio di settimana in settimana. Così magari ognuno segue la storia che vuole. Ma vabbè nessuno rinuncerà mai al concetto di storia riempitivo, quindi meglio dimenticare il sogno ad occhi aperti.

    Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle (Vitaliano/Gervasio): Mi è piaciuta. E' divertente, impiega bene il personaggio di Paperone (e ci scappa pure la citazione martiniana) e mette attesa per i prossimi episodi. Bravo Fausto. Peccato per il principio che sta alla base di tutta la storia che non sta affatto in piedi: gli uomini del futuro che contattano un tizio del passato e gli danno istruzioni per spedirlo ulteriormente nel passato di pochi giorni prima? Perché non contattare direttamente il Paperone del momento giusto, o occuparsene loro? Mah. Però la cosa delle farfalle che svolazzano al contrario e del tortuoso giro di rapporti cause effetto ha del geniale.

    Wizards of Mickey - Le Leggende Perdute: Il Drago Lucente (Muzzolini/Palazzi): Assurdo leggere un WoM non di Ambrosio, ma siamo sicuri che sia tale o che non sia una generica storia fantasy in stile muzzolini poi convertita ad essere un appendice a WoM? Ad ogni modo la trama è più solida della saga principale, il che è tutto dire. Niente di che, ovviamente.


    # 2797

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    Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 1 (Vitaliano/Mastantuono): Un buon inizio, assai promettente. Belli i colori di Monteduro, simpatici i testi ironici di un Vitaliano in forma. Interessante la missione anche se un po' troppo slegata dai misteri principali, ottimi i disegni di Mastantuono. DD quando c'è è una festa, anche se il tradimento finale di Jay J fa aleggiare la solita nube di scetticismo sui quadrupli giochi che sembrano essere l'unica cosa che muove le trame di DD e che hanno ormai perso ogni minima credibilità.

    Di Paperi e di Geni (Faccini): Altra breve muta di sei tavole firmata Faccini. Sempre molto minimalista, sempre molto delirante, sempre deliziosa. Ebbene sì, anche se non è piaciuta a nessuno io mi metto tra gli entusiasti di questo autore che ogni volta che agisce mi intrattiene sempre.

    Topolino e il Nero di Seppia (Cimino/Gatto): Che retrò questa storia. E che strano vedere Cimino coi topi e per giunta con Setter e disegnato da Gatto. E che brutto il Macchia Nera di Gatto. E che rapido il finale. E che assenti i topi nella prima parte della storia. Boh, bhì, bhè, buh.


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    Un numero sensazionale. A parte una danese alquanto loffia, e una pillola di Pico boschiana, il numero presenta Doubleduck, Faccini, e soprattutto un Casty in stato di grazia che sforna un piccolo capolavoro.

    Topolino e le Borbottiglie di Avaloa (Casty): Dopo mesi di silenzio torna ad essere pubblicata una storia di Casty, che si presenta elegantemente disegnata da lui, e con una splash page che sembra omaggiare lo stile di Rodolfo Cimino. Sembra infatti dedicata al grande autore questa storia, a partire dal nome del bis bis di Pippo, Romino Cidolfo, che fa avviare la trama. Senza dubbio uno dei migliori parti del Castellan, che ultimamente si era visto di rado sulle pagine del settimanale ma che complice la stagione estiva e l'uscita tradizionale del gadget con conseguente superesposizione del settimanale permette una maggior densità di belle storie. La storia è infatti strepitosa, con una trama poetica e fantasiosa che vede Topolino e Pippo giungere in una terra in cui gli abitanti comunicano tramite musica, che viene immagazzinata all'interno delle "borbottiglie" del titolo. I due, caratterizzati al meglio, se la devono vedere con un usurpatore, e nel far questo Casty dimostrerà una volta di più come sia possibile integrare armoniosamente la tecnologia all'interno del mondo Disney, senza risultare ridondanti. La tecnologia è grande protagonista anche dell'inizio della storia, in cui si ha modo di avvertire l'affettuosa assenza di Minni tramite il navigatore satellitare personalizzato con la sua voce. Tra 200 metri, gira a sinistra...e pensami un po'! è un perfetto esempio di gag "buona" alla Casty che fa capire quanto calore ci sia nei suoi personaggi e nel suo modo di raccontare, figlio di una poetica genuina e fiabesca. Ma poi pagina dopo pagina è tutto un florilegio di trovatine, finezze, gag bonarie come ad esempio Pippo che racconta le imprese dello zio attraverso tre balloon illustrati e poi per spararla grossa li combina insieme con le mani, per non parlare dell'entusiasmo dello stesso Pippo nel partire all'avventura. Graficamente parlando poi siamo dalle parti del capolavoro, e se non bastano le espressioni di Topolino e Pippo a rendersene conto si prenda il varano, grosso, minaccioso eppure disneyano, o lo schema compositivo di una qualsiasi vignetta, sempre ordinato chiaro e nel contempo dinamico e ricco di appeal. La cura profusa nella realizzazione si estende anche al finale agrodolce, che rimanda un po' alla poetica reginelliana nel sancire la divisione tra il nostro mondo e quello di Avaloa, costretto a scandire il proprio tempo in ottave. Insomma tanta fantasia, un trattamento egregio per i personaggi, una buona dosa di allegria e positività accompagnate da una resa grafica accattivante fanno di questa storia il prototipo della storia Disney perfetta, che al termine della lettura avrà divertito il lettore, scaldandogli anche un po' il cuore.

    Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 2 (Vitaliano/Mazzarello): Questa invece è una storia disney acida, inutile e raffazzonata che allunga inutilmente il brodo facendo perdere tristemente punti ad una serie che poteva dare decisamente di più. Far vivere mille disavventure marittime a Doubleduck per tirarla in lungo abbastanza per poter vendere il gadget non è una bella mossa, specie per una serie che sembrava di qualità molto alta e che voleva raccontare qualcosa di sensato. Oltretutto mi è parso un Vitaliano assai poco ispirato con gag e tormentoni assolutamente non divertenti, ad esempio l'incontro coi nerd dei cefalopodi buono solo a fare un po' di sfottò. Mah boh, di certo è una bella delusione, dal momento che Doubleduck pareva essere qualcosa di più, qualcosa con un minimo di trama.

    Paperino e l'Ultima Goccia (Faccini): Il genio pazzo in versione muta colpisce ancora. Stavolta si ride, e tanto. Ci si scompiscia con una gag più assurda e surreale dell'altra, con un ritmo indiavolato, persino meglio dei cortometraggi! Datemene ancora!


    #2799

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    Come negli anni '80 Topolino torna ad occuparsi del sociale, e stavolta c'è l'anniversario dell'allunaggio per cui Sisti fa una storia a tema.

    Topolino e il Guardiano della Luna (Sisti/Dalla Santa): Che peccato che questa storia sia loffia. Un peccato perché le premesse c'erano: la storia a tema, la presenza del mitico Sisti, il fatto che era un'avventura di Topolino, il fatto che era in due tempi. E invece è loffia, poco credibile nel suo festeggiare pedantemente l'allunaggio nel dettaglio salvo poi mostrare un andirivieni lunare assai leggerino. Insomma, nel complesso non mi ha convinto e ciò è male perché quello di Sisti è un mito che mi sta progressivamente cadendo.

    Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 3 (Bosco/D'Ippolito): Vitaliano in panchina e torna Bosco, in pessima forma. Ci vengono risparmiati gli ormai irritanti sfottò ma in compenso la trama prende una piega alquanto inutile, con tanto di pirati e telefonati colpi di scena. Perché ormai non è più bello insistere su questo far finta di essere cattivi, poi buoni, poi ancora cattivi. Adesso salta fuori che Jay J è buono e che il tradimento e la missione di DD era tutta una finta. Come al solito. E ormai il presentimento che anche Doubleduck e il suo fighettaggio sia una finta per mascherare una cronica mancanza d'idee e di trama, prende sempre più piede.


    # 2800

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    Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 4 (Bosco/Freccero): E io come cavolo lo giudico un episodio simile? Perché è fatto da Dio, disegnato in modo eccellente, sceneggiato anche meglio, con scene molto belle e che rimangono impresse (il gatto, il "colpo di scena" finale). Ma se avevo già espresso qualche riserva sul giochetto dei doppi giochi negli episodi precedenti, e mi ero letteralmente stufato della cosa nello scorso, come posso anche solo minimamente tollerare che nella storia in questione si riccorra per l'ennesima volta a questo trucco? Ora che Jay J era tornato buono mi ridiventa cattivo, salvo poi tornarmi buono, e in tutto questo la storia inizia a non essere più minimamente credibile. Insomma dopo che ci hanno propinato ben quattro passaggi di schieramento all'interno della stessa storia dovrei nuovamente stupirmi o cominciare a stufarmi? Non è un po' troppo comodo così? Bé ad ogni modo la curiosità di capire come Paperino sia riuscito a raggiungere sia pur olograficamente quella posizione è rimasta e quindi aspetto anch'io - sia pur con riserva - Novembre per capire questa cosa, chi lo voglia uccidere e cosa accadde durante il periodo da agente in sonno. Suppongo che questa curiosità sia un sintomo che la serie non sia proprio da buttare...o no?

    Il numero oltre a questo offre anche un Indiana Pipps macchettiano, un giallo panarèo e il primo episodio di Paperin di Boscoscuro. Niente di indimenticabile, purtroppo.


    # 2801

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    Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle - Ep. 2 (Vitaliano/Mazzarello): Cavoli, anche questa "saga" il mese scorso me la ricordavo meglio. Mi è parsa molto riempitiva anche se di per sé non è un difetto. Non è male che i paperi seguano la massa di sporco fino a che non ottengono la nube di pioggia, ma il viaggio mi è parso un po' raffazzonato. Mi piace l'interazione acida tra Paperino e Paperone ma in tutto questo ho visto Archimede un po' inutile, e soprattutto Pico assai stupido. L'umorismo sfottò di Vitaliano sta bene in bocca a Paperone ma andrebbe mediato, se non si vuole che ormai i personaggi si prendano poco sul serio pure tra di loro.

    Topolino e il Fantasma di Cleopatra (Casty/Camboni): Ecco di nuovo Casty a distanza di sole tre settimane dall'ultima storia. Segno che si vuole riservare ai mesi estivi il meglio della produzione Topoliniana. Però stavolta è un Casty minore, che racconta una storia un bel po' sottotono, rispetto alla sua sfavillante media. Di sicuro non è una storia priva di motivi d'interesse, come il fatto che veda Topolino accompagnato da Indiana Pipps e Pluto. E' la prima volta che Indiana viene utilizzato da Casty, molto più incline a creare personaggi femminili nuovi per questo tipo di ruoli. Ma anche lo stesso variare dei comprimari che affiancano Topolino è uno dei pregi dell'autore che qui si cimenta con un personaggio per lui nuovo, ricordandosi tralaltro anche del fin troppo fumettisticamente sottoutilizzato Pluto. La trama non è niente di che e vede l'inedito terzetto sventare una truffa a base di finte apparizioni fantasmatiche, una cosa alla Scooby Doo che poi si scoprirà essere architettata dal solito Gambadilegno. Ma anche in una storia minore Casty riesce comunque a infilare le sue solite finezze, che sono la sua inconfondibile firma: ad esempio il fatto che Gamba non sia l'unico colpevole, o lo stratagemma a base di cellulare che Topolino usa per risolvere la situazione, il tormentone con Indiana innamorato...di Cleopatra e il finale poetico e un po' inquietante con la finestra temporale tra i due personaggi. I disegni di Camboni nella loro compostezza quasi francese si sposano bene con la chiarezza dei layout di Casty e il prodotto che ne deriva è come al solito molto raffinato. Insomma, nella sua umiltà questa piccola storia rappresenta l'ennesimo esempio di come si possa mantenere buona la qualità media del topo senza eccessivi sforzi.
  • Ci possiamo aspettare qualcosa di leggibile sul Topo, che WoM mi sta uccidendo:

    http://stefanoturconi.blogspot.com/2009 ... orter.html
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Fico, una sorta di Anni Muggenti al maschile!
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • Molto, molto promettente questo nuovo ciclo di storie. E come sempre da sbavo i disegni di Turconi. :sbav:
  • Concordo... questa nuova serie sembra partire sotto i migliori auspici: trama accattivante (che ricorda molto i cartoni/manuali di Pippo), setting a dir poco perfetto, con gli anni '30 pieni di gangster e dei disegni spettacolari (macchia nera anni '30 è veramente :sbav: )... Speriamo non si riveli una bruttura come WoM o i quantum rangers QQQ!
    "2 cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... Ma della prima non sono sicuro..." A.Einstein
  • Dunque, riprendiamo a commentare i numeri estivi:

    # 2802

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    Wizards of Mickey: Il Nuovo Mondo - Episodio 1: Il Dominatore dei Mari (Ambrosio/Pastrovicchio): Una copertina strepitosa, ma che tristezza pensare che WoM, giunto ormai alla terza? quarta? gli episodi giunti a rate contavano? saga sia l'unica "attrattiva" del numero, per il resto molto anonimo. L'idea poi del mondo che cambia e dei nuovi scenari, che Ambrosio ammette di aver avuto perché il suo mondo era troppo complesso e andava resettato è imbarazzante, come imbarazzanti sono le nuove formule degli incantesimi, vero inno all'ineleganza Ambrosiana. E dulcis in fundo queste bestioline nuove che escono su richiamo dal loro "guscio" dove le abbiamo già viste? Pastrovicchio sarebbe come al solito divino se imparasse a disegnare i primi piani di Topolino senza farlo sembrare un manga.


    # 2803

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    Wizards of Mickey: Il Nuovo Mondo - Episodio 2: La Cripta dei Cento Leoni (Ambrosio/Pastrovicchio): Un pelo meglio del solito se non fosse che Ambrosio dimostra di non saper fare le battute. La cosa di Topolino in Inghilterra in sé e per sé non sta né in cielo né in terra, ma la si poteva accettare come stramberia improvvisa se non venisse letteralmente SPIEGATA nelle didascalie. Evidentemente è un altro sintomo della sindrome "sottolineatoria" che tanto rende ridondante l'umorismo e l'epicismo di Ambrosio.

    Paperino in Donald Juke Box Hero (Muzzolini/Cavazzano): Si tratta di una storia in costume, quindi non c'è da temere alcuno stravolgimento della continuity, anzi è curioso vedere quanto cast sia riuscita a dispiegare la Muzzolini. Ciò non toglie che la storia non mi sia piaciuta, a causa del suo emanare una certa superficialità di fondo nei rapporti tra personaggi, che anche se non nella loro Storia vengono snaturati nel ruolo.

    Commissariato di Topolinia - Sezione Scomparsi (Salati/D'Ippolito): Stimo Salati perché pur non avendo ancora sfornato la storia convincente che lo fa assurgere tra i grandi è uno che nel background lavora di fino per restituire una dignità ai personaggi Disney. Questa storia di Manetta e Rock Sassi è molto buona, e prelude a un ciclo che per adesso non ha avuto modo di proseguire. Continua così Giorgio.

    Batti il Chiodo Finché è Caldo (Faccini): Inizia a presentarsi il Faccini muto a cadenza regolare, una strenna estiva molto gradevole. Anziché sprecare pagine con riempitive che fingono con fatica di inventarsi una storia io lascerei a questo tipo di storie minimaliste questo compito. Poi Faccini di suo è un genio folle e quindi non so quanto potrebbe far proseliti. Diciamo che allora mi accontenterei di veder riunite queste sue storie in un volumetto unico. La gag di questo numero in particolare ha un ritmo delizioso.


    # 2804

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    Wizards of Mickey: Il Nuovo Mondo - Episodio 3: L'Assedio delle Ombre (Ambrosio/Pastrovicchio): Ecco uno dei punti più bassi mai toccati da Ambrosio. Risolvere un fatto che dal titolo si preannuncia epico grazie alla DISCOTECA DI PAPEROGA è perfettamente nel suo stile, tuttavia è impressionante come persista a stereotipare sé stesso in questa maniera, incurante delle critiche che gli vengono rivolte. Sembra anzi che questo episodio fatto di Unz e Karaoke stia qui apposta per farsi odiare dagli appassionati che hanno preso di mira Ambrosio. Che sia l'inizio di una guerra personale?

    Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle - Episodio 3: In Amazzonia (Vitaliano/Gervasio): Ritorna la saga ecologista mensile con un episodio che mi ha fatto inarcare più di un sopracciglio. Avevo tanto applaudito Fausto nel primo episodio, mi era sorto qualche dubbio nel secondo ma questo terzo mi ha veramente fatto svarionare. Voglio dire, ok che i viaggi nel tempo al momento non esistono, ma se si sceglie di raccontare una storia tirandoli in mezzo bisognerebbe seguire uno straccio di regola, non andare completamente a caso perché tanto fa ridere. Sennò è come negli Universi Paperalleli, dove tutto valeva.
    Quando Pico incontra sé stesso mi sono molto incuriosito e non vedevo l'ora di scoprire cosa questo implicasse, e sebbene mi abbia fatto ridere vederlo quadruplicarsi, quintuplicarsi, la gente parlare al contrario e via dicendo non ho potuto fare a meno di pensare che Fausto abbia voluto trarsi d'impaccio, narrativamente parlando, buttando tutto in vacca. Non che il mondo Disney non debba fare ridere, ma è un peccato vedere che uno spunto narrativamente interessante e serio, una volta tanto che c'è, debba farsi da parte per lasciare il posto al solito nonsense condito di sarcasmo e follia.

    Tutti al Mare! (Faccini): E qui siamo dalle parti del capolavoro. Lunga, logorante, con un climax di crescente follia. Non potevo credere ai miei occhi. Me la sono letta in spiaggia con mezzo Sollazzo e ci siamo divertiti tutti tantissimo. Voglio dire, il Don Chisciotte, il clone di Paperoga, persino il siparietto classico con il cane e il padre del cane che si interseca con quello ben più assurdo della gente che esce dalla cabina. Il tutto condito perfettamente da un comparto grafico fantastico. Se 13 tavole possono giustificare l'acquisto di un fumetto, è questo il caso. Faccini idolo.


    # 2805

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    Wizards of Mickey: Il Nuovo Mondo - Episodio 4: Il Nuovo Mondo (Ambrosio/Pastrovicchio): Addirittura due tempi per 'sta cagatella? Non bastavano i tre episodi precedenti, serviva pure la doppia razione? E in tutto questo notare che lo strapotere di Ambrosio continua, con tre copertine su quattro dedicate (due delle quali, quelle di Mastantuono pure molto belle). Per il resto la storia non sorprende in negativo, ci sono sempre le solite pecche, come ad esempio l'uscita di scena di Paperino e Pippo che non ha alcun senso se non quello di far provare ad Ambrosio nuove combinazioni assurde per il suo gruppetto. Mai la Fine poi è inquietante.

    La Fifa Viene dalla Radio (Faccini): Dopo il capolavoro della settimana scorsa Faccini tira il fiato e infatti presenta una storiella sottotono, ispirata alla Guerra dei Mondi narrata da Orson Wells. Interessante più per la pantomima che per la storiella in sé, ma ad ogni modo apprezzabile.


    # 2806

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    Paperinik e la Scuola Infusa (Enna/Gottardo): Enna torna alle storie "tradizionali" e soprattutto al caro Paperinik. Stavolta sperimenta un po' con lo stile martiniano dei vecchi tempi e bisogna dire che la cosa gli riesce divinamente. Molto buono il risultato, se non fosse per una certa faciloneria sul malfunzionamento del robot e il colpo di scena un po' telefonato di Pico "prigioniero" della macchina. Ad ogni modo è altro ad interessare nella storia e cioè il fatto che Enna (padrone di ottimi tempi comici, tra le altre cose) ha fatto muovere i paperi non come personaggi ma come persone, restituendo loro quella credibilità che ormai si pensava persa per sempre. Mi riferisco a Pico che lontano da essere il solito deficente noiosone o il solito stratagemma narrativo a forma di papero qui è uno studioso realistico coi suoi interessi e i suoi problemi economici. Lo stesso vale su Qui Quo Qua, sempre molto "avanti" ma pur sempre bimbetti, Paperino, culturalmente inferiore ma non per questo una figura meno "ziesca". Insomma questo mi è molto piaciuto, penso che sia il procedimento da seguire per restituire ai personaggi quella credibilità che hanno perso.

    Dinamita Bla da Studente a Prof! (Vitaliano/Vian): Non male, ma neanche il capolavoro satirico che dicono essere. Quando in un fumetto c'è un personaggio che "torna a scuola" solitamente la pacchianata è dietro l'angolo, qui Fausto se la cava invece prendendo in giro le nuove generazioni di bimbiminkia. Un po' troppo lunga e strascicata però qualche pagina in meno avrebbe giovato. Poi vabbè la trama è pressocché assente, ma non è questo a importare in una storia concepita così.

    A completare il quadretto di storie c'è pure una storiella semplice semplice by Panaro/Asteriti, nata come omaggio a quest'ultimo e purtroppo il primo (?) episodio dell'E-Blog, versione femminile del Q-Blog, fatta stavolta da Pesce, che è l'inquietante segnale che Ambrosio sta facendo scuola.


    # 2807

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    Pippo Reporter - Cronista per Caso (Radice/Turconi): Mi ricordo quando leggevo le storie della Radice su Witch, inizialmente mi piaceva molto il suo stile, poi però la relegarono in una dimensione svilente, quello delle brevi in appendice, in cui non si poteva apprezzarne granché la bravura. Eccola adesso tornare in pompa magna con una saga concepita "in famiglia", e soprattutto con gli standard characters che mai avrei pensato potessero essere così tanto nelle sue corde. E invece porca miseria se lo sono! Non li vedevo in così perfetta salute sulle pagine del Topo da tempi immemori! Una Minnie simpaticissima, un Macchia Nera signorile e raffinato, un Gambadilegno in forma, un Orazio finalmente utilizzato, ma soprattutto Pippo. Che Pippo! Gran Pippo! W Pippo!
    Non so chi tra i due l'ha capito di più, fattostà che si comporta in modo assolutamente ideale e graficamente assume pose e posture che lo rendono veramente vivo. Mi viene da pensare che il fatto di aver figliato abbia portato nella casa dei Bigturks un po' di cortometraggi classici, perché l'impressione che questa serie dà è proprio quella di un cartone animato su carta. La trama ovviamente non è niente di che e vede Pippo risolvere alcune situazioni per puro caso, ma si sposa alla perfezione col contesto, con la resa grafica delle atmosfere (Wondercity ha decisamente lasciato tracce!) e dei nuovi personaggi. Bello in particolare lo iettatore, e la sequenza di Pippo con l'orsacchiotto che "ricordava diverso". L'unico appunto che si può fare è l'abuso del concetto di scagnozzo stupido che ormai spopola, ma non ha importanza quando ci si ritrova tra le mani un signor fumetto.

    Il Vero Volto di Paperino (Secchi/Faccini): Mi unisco al coro dei fan di questa storia assolutamente geniale che dimostra che Secchi è un bravissimo sceneggiatore quando lo si separa dalla dimensione istituzionalizzata delle storie promozionali. La sua bella parte la fa Faccini nel confezionare questa storia assurda e insensata, che però in realtà un suo senso l'ha eccome. Bello inoltre vedere i familiari di Paperino comportarsi come veri familiari. E disturbante il colpo di scena finale. Come interpretarlo? Semplice gag? Paperino ha seguito sempre e solo un illusione?


    # 2808

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    Paperino e il Segreto del Tenore Smemorato (Bollani-Petruccelli/Mottura): La promo-storia di Bollani. Io non sopporto questa sovraesposizione bollanica, ma la storia in sé mi stava anche piacendo molto. Trovavo geniale la cosa del tenore autistico, bellissime le atmosfere e le colorazioni, in formissima Mottura. Ciò che veramente mi ha fatto rotolare le palle per terra è stato lo spottone finale al mondo della musica, assolutamente stucchevole e inappropriato. Comunque siamo lontani da Papertotti, fortunatamente.

    Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle - Episodio 4: Ritorno a Paperopoli (Vitaliano/Mazzarello): Ehr, ritornano a Paperopoli...e poi? Non ho ben capito: prima tutta quella menata con l'evitare a tutti i costi di incontrarsi sennò è la fine dell'universo, poi come se niente fosse non ci viene neanche mostrato il ritorno al loro tempo bensì Paperone che normalissimamente si sveglia nel suo letto nella stessa giornata di inizio saga. Ma sono tornati nel loro tempo o già che c'erano sono rimasti lì vivendo un mese extra? E i loro doppi? Svaniti non appena tutto si è sistemato in quanto non hanno mai compiuto quel viaggio? Forse andava detto? Insomma al di là della non brillantezza in sé dell'episodio (continuo a pensare che il Topolino delle Saghe abbisogni di saghe più brevi e di trame più corpose, non certo il contrario) mi sembra che abbiamo assistito a un declino sempre maggiore. Vitaliano non si è dimostrato abbastanza abile per padroneggiare una materia tanto delicata quanto il viaggio del tempo con conseguenti implicazioni logiche e paradossali, ma perlomeno ci saluta con un po' di sano Paperone che si crede eterno, in barba a chi lo vorrebbe defunto.

    Pippo Reporter - Vasetto Sospetto (Radice/Turconi): Al secondo episodio si inizia a delineare la struttura autoconclusiva dei vari episodi e il tormentone dell'assenza di Topolino che fa sempre piccoli gustosi camei. Il più debole dei tre ma comunque molto buono, una vera chicca. Bello anche che si sia voluto proporre un mondo Disney più animalesco mettendo in scena uccellacci differenti, e pure una puzzola (e nel prossimo episodio avremo una tigre e un pinguino!).


    # 2809

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    Un numero terrificante che si salva solo grazie ai coniugi Turconi, visto che il resto è dominato dalla saghe ambrosiane che per stavolta vengono realizzate sotto la sua supervisione delle allieve. Si prevede un'età particolarmente oscura.

    Pippo Reporter - Crociera con Ghiaccio (Radice/Turconi): Capolavoro. La serie già mi piaceva molto ma è stato con questo episodio che ho capito quanto. Cioè Pippo in crociera. Che fa le pippate. Col capitano Tigre. Impossibile non commuoversi vedendo Pippo che parla per strada coi passanti cambiando rapidamente interlocutore in maniera del tutto imprevedibile. Questo è il vero Pippo, il Pippo dell'animazione carico di vita e allegria. Per non parlare di tutto ciò che fa dopo, quando passeggia sul ponte, quando si serve al buffet. Ecco come si fa a far vivere un personaggio, altro che Pippo alla Paul Murry con la mano davanti alla bocca. Anche la trama è molto buona, infarcita di originalità e tocchi di stile che rievocano i tempi del Disney spillato senza ridondanze ma con molta spontaneità. E adesso è finita? Ne voglio ancora e al più presto. Intanto grazie, turchi!

    Ciccio al Circo (Secchi/Ferraris): Nel numero in cui capeggiano i Q-Galaxy in cover e c'è persino WoM, è buffo veder annunciato persino Ciccio al Circo. La storia si colloca sul filone soliterrimo di Ciccio che inconsapevolmente ha successo (che è un po' lo stesso principio alla base di Pippo Reporter, solo assai meno divertente) e basterebbe a saltarla se non fosse per un paio di cose interessanti: la prima è che Secchi dona una certa anima alla storia, mostrando Paperone e Ciccio comportarsi in maniera un po' più matura del solito. Il secondo motivo è il ritorno di Ferraris in Italia dopo l'esperienza egmontiana. E per quel che mi riguarda apprezzo molto di più questo nuovo Ferraris che pur cercando di riconquistarsi il suo vecchio stile non può fare a meno di seguire i benefici influssi estetici dello stile Barks. Le due cose si equilibrano e finalmente lo trovo gradevole.

    Wizards of Mickey: Le Leggende Perdute: Il Castello dell'Oblio (Muzzolini/Vian): Quando si dà in mano il mondo di WoM ad una sceneggiatrice vera qualcosa di buono ne esce, anche perché non è che l'idea alla base di WoM fosse una chiavica. Anzi, quando si seppe dell'arrivo di un fantasy con l'intero cast Disney e il ritorno del Trio, eravamo tutti contenti. Ad ogni modo questa storia si ricollega molto labilmente alla Saga ambrosiana. Inquietante solo il fatto che si stia cercando di istituzionalizzare le saghe ambrosiane facendoci lavorare altri autori.

    Q-Galaxy - Missione Dvd: Droide Vendicatore Digitale (Ambrosio-Camerini/Gula): E invece no, l'idea alla base di Q-Galaxy è una tale merdata che neanche stemperandone l'autore ne può uscire qualcosa di buono. Qui nello specifico è come star sorbendo un bel piatto di merda fumante, visto che tra un termine tecnologico messo a casaccio e uno sbadiglio tutto ciò che alla fine si ottiene dalla storia è la conferma che Oliver è un personaggio inutile e dannoso, e che è stato tutto uno spottone per il blue ray, che non si sa bene a che titolo i nipotini si fregano. Pessima sotto ogni punto di vista, quasi offensiva. E ovviamente in copertina.

    Next: Casty!!!
  • Trovo che Pippo Reporter sia la miglior cosa appara sul Topolino di quest'anno, spero che Radice/Turconi sapranno ancora deliziarci come hanno già sapientemente fatto.





    Ciò che veramente mi ha fatto rotolare le palle per terra è stato lo spottone finale sul mondo della musica
    Grrodon, una volta che spingevano la gioventù a suonare uno strumento, falli fare porcopollo!
  • Topolino # 2810

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    Eventi come le storie di Casty tendono a far acquistare il “Topo” anche a chi non lo segue più con regolarità. E io come potevo lasciarmi scappare la nuova opera di quest’uomo? Annunciata addirittura da una copertina disegnata proprio dall’autore (carina, anche se a mio parere ne ha disegnate di migliori) Topolino e l’incubo orbitale non delude le aspettative. Spostandosi dai tratti del giallo più classico, ambientato in città e seguendo un certo “iter”, qui Casty spedisce Topolino su una base spaziale dove insieme a un gruppo di Vip si ritrova ad inaugurare una crociera spaziale. Ma la vacanza non scorrerà tranquilla, rumori ed episodi misteriosi sconvolgono i passeggeri insinuando la paura che ci siano mostri alieni a minacciare la comitiva. La bellezza di questa storia è il saper creare un’atmosfera angosciante che pervade tutta l’avventura, oltre che la presenza di gag irresistibili e un colpo di scena del tutto sorprendente. La costruzione della trama è geniale e imprevedibile, prende per mano il lettore e lo porta fuori strada con una naturalezza estrema, così che poi quando elementi insospettabili emergono ecco che la goduria è alta. Se in tutto ciò l’angoscia è così potente nella storia da arrivare sotto la pelle del lettore (come a me è successo), ci si accorge di come quest’avventura ha sì i caratteri di un’indagine, ma labili e convertiti a un’atmosfera thriller per non dire a tratti quasi horror, che viene sapientemente smorzata da alcune trovate bellissime e divertenti che smorzano il tutto. Non manca anche la presenza femminile che accompagna Topolino, qui nei panni di una scrittrice fanfarona che, difetto che fa un po’ storcere il naso, cambia atteggiamento e si redime un po’ troppo in fretta. Non è forse la mia storia preferita dell’autore, ma comunque una bellissima avventura per Topolino. Ottimo il Castellan ai disegni che sembra sempre migliorarsi, e che qui ha l’occasione di disegnare [spoiler]Macchia Nera[/spoiler] per la prima volta prendendo ispirazione direttamente dal tratto scarpiano/gottfredsoniano, come sempre.
    A seguire Una notte con Paperinik (Faccini), che mi ha parzialmente deluso: se le premesse sono buone (Paperoga vuole scrivere un libro su Paperinik, allora il superpapero tenta di fargli almeno assistere alle sue gesta perché scriva qualcosa di sensato) non lo è altrettanto lo svolgimento, con una parte centrale che uno sopporta di buon grado in attesa della spiazzante conclusione tipica di Faccini, che chiude invece sottotono, con una vignetta finale molto “alla Paperoga” ma scontata. I disegni però si difendono bene, specie per la 313-X tutta nera come il costume di Paperinik, che anche nel mantello perde il blu per abbracciare un colore più dark. Peccato proprio per lo svolgimento molto prevedibile.
    Ma è sempre meglio di Wizard of Mickey, Le leggende perdute – La trama dei tre (Muzzolini, Perina), che racconta una storia per me abbastanza noiosa ed evitabile, buona forse per gli aficionados della serie (se esistono). Perina comunque se la cava bene, anche se lo preferisco sui Topi.
    Ripariamo con Orazio – Seconda lezione, porte e finestre (Bosco, Mazzon) continua la miniserie della voce narrante di Orazio che spiega come effettuare piccole riparazioni domestiche con sullo sfondo i comportamenti maldestri della Banda Disney, stavolta occupandosi delle aperture di un’abitazione, come da titolo; a me divertono i testi di Bosco collocati in queste situazioni di “lezioni demenziali”, mi sembrano simpatiche (e nulla più, intendiamoci) nella loro brevità. Infine Edi star della pubblicità (Panaro, Limido) mi è piaciuta, certo siamo lontani dall’uso che Barks faceva della lampadina aiutante di Archimede, ma la storia non è malvagia, contiene alcune gag buone e si fa leggere.
    Buona cosa sono poi le pagine di articoli dedicate alle mostre di fumetti Disney che si terranno in giro per l’Italia nel corso del prossimi mesi, un’utile guida per orientarsi ed educare anche i più piccoli alla passione vera per il fumetto. E poi mi incuriosisce la mostra su Carl Barks a Roma, roba che l’anno prossimo potrei anche prendere un treno e farci una capatina se sarà fatta davvero bene.

    Next, Topolinia 20802, interessante esperimento ad opera di un team di tre sceneggiatori e tre disegnatori che sembra togliere a Topolino le sue certezze per inserirlo in una situazione totalmente nuova, mandandolo a lavorare in una giornale di un quartiere lontano di Topolinia senza avere gli appoggi dei suoi amici e conoscenti. A sentire le parole di Vitaliano, autore della prima puntata della saga, è un tentativo di riportare il personaggio di Mickey alle origini, alle sue avventure sulle strisce dei quotidiani, cercando di cancellare centinaia di storie che rovinavano l’immagine del Topo dalle Grandi Orecchie rendendola quella dell’insopportabile perfettino. Uno snaturamento che ora si vorrebbe correggere. Insomma, il remake di "MM – Mickey Mouse Mistery Magazine" in formato “Topolino”, si vedrà se avrà più fortuna. Anche se molto interessante non so se investirò soldi nei prossimi (4?) “Topolino”, la mia forte speranza è che in quanto saga veda le sue puntate caricate sul sito Topolino.it.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Topolino 2811

    Sono stato impressionato molto positivamente dal progetto Topolinia 20802: magari per il momento il confronto con MM è un po' sfavorevole, ma aspetto la fine della prima serie prima di un confronto vero e proprio.

    A differenza di molti ho gradito i disegni di Ghiglione (che ho trovato molto più ispirato rispetto a una storia meno recente come "Urk!" di PKNA). Veramente molto suggestive le panoramiche di Topolinia centro, e molto azzeccato il Topolino che sembra molto più piccolo rispetto al mondo che lo circonda: contribuisce a dargli un aspetto più vulnerabile e mi ricorda molto il Topo anni'30 dei corti e delle strisce.

    La decisione di Mickey di andarsene di punto in bianco può sembrare una forzatura: però io l'ho trovata molto naturale e quasi una reazione alle numerose avventure "classiche" un po' ripetitive che hanno svilito il personaggio (prima di essere frainteso, preciso che non intendo che ormai trovo noiose le storie ambientate nel contesto "classico", ma che vi sono state storie di questo genere che hanno finito per togliere interesse al personaggio, ovviamente a parte storie molto entusiasmanti di vari autori i cui capofila sono Faraci e Casty).

    Interessante l'elemento che introduce il problema del curriculum di Topolino: in tanti anni che è stato famoso soprattutto come detective o giornalista "dilettante", il fatto che voglia cominciare a costruire una certa "professionalità" partendo dalla gavetta, lo rende più vicino alla realtà (e risolverebbe finalmente la "licenza fin troppo poetica" di come faccia Mickey a sopravvivere senza lavoro regolare.

    Quanto riguarda la polemica dell'implausibilità dell'esistenza di Topolinia centro, non trovo che sia poco credibile: Topolino doveva ricominciare in qualche modo da zero, e non si voleva "costringerlo" a farlo, in un ambiente totalmente estraneo a lui (altrimenti avremmo avuto la brutta copia di MM). Meglio quindi ridurre la location delle avventure classiche urbane di Topolino al suo quartiere (del resto lo stesso si era fatto con PKNA, dove vediamo per la prima volta il centro ipertecnologico della città con la Ducklair Tower).

    Il nuovo cast sembra molto intrigante, anche se deve molto ad altri illustri predecessori (come è stato fatto notare da altri utenti). Spero inoltre che a fine serie si troverà un modo per integrare questa serie con le storie classiche in modo da alternarle e far dare loro un minimo peso in qualche storia tradizionale (che pur dovrebbero mantenere la loro autonomia in rispetto a chi non è troppo attratto da questo progetto alternativo).

    Delle altre storie mi ha colpito soprattutto quella di Cimino e Chierchini dal gusto molto "vintage", e non mi ha entusiasmato troppo vedere Cuordipietra Famedoro in una brevissima apparizione in una storia danese non troppo intrigante: mi piacerebbe vederlo in una storia di produzione italiana, anche se dubito sia possibile.
    Q-Blog mi ha lasciato indifferente, e Oliver mi sembra un personaggio alquanto inutile e stereotipato, mentre la storia di Orazio è un riempitivo che non mi colpisce molto.
  • Messaggio per gli interessati (Elik in primis... forse): a partire da Topolino #2812 verrà pubblicata la trasposizione a fumetti di Up, disegnata dalla coppia Urbano-Usai e "sceneggiata" da Ferrari. Al momento non è dato sapere di quante parti sia composta (più di una comunque).
  • Ho letto solo le primissime pagine e non so come inizia il film, ma a occhio e croce su Topolino #2812 hanno spoilerato "Up!".

    Bah.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Diamo il via al grande recupero...

    # 2810

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    Topolino e l'Incubo Orbitale (Casty): Dopo qualche mese di latitanza ritorna Casty con una storia scritta e disegnata da lui, che si merita persino la copertina. E si torna a respirare l'aria di buono dell'inconfondibile suo stile: Casty è capace di carezzare i suoi personaggi nel tratteggiarne sia l'aspetto grafico (e il Casty disegnatore migliora sempre più!) che i caratteri, dipingendoli in modo positivo, non stucchevole ma sempre divertito. L'intera sequenza iniziale a casa di Topolino potrebbe essere l'ideale manifesto stilistico castyano: tutti i personaggi riuniti davanti alla televisione che ridono, scherzano e si prendono bonariamente in giro. C'è realismo, c'è voglia di prendere sul serio questi personaggi, di considerarli persone e non semplici macchiette sterotipate. Raramente tra Topolino e Pippo c'è un'amicizia così realistica, raramente si può dire che Topolino e Minni sembrino davvero fidanzati, eppure Casty concependo tridimensionalmente le sue storie, ragionando con semplice bonarietà, riesce a dare questo effetto da tempo dimenticato. E questo è il punto di partenza fondamentale: poi c'è anche la storia, come sempre ben curata, ricca di momenti di azione, di colpi di scena e anche di gag: stavolta Casty porta Topolino su una stazione spaziale insieme a un manipolo di vip, con lo scopo di testare il luogo in quanto futuro centro di vacanza. Ovviamente la cosa sfuggirà di mano, a causa dell'intromissione di un Macchia Nera in borghese, con ambizioni dittatoriali. Ecco, nel caso dei cattivi vale il discorso inverso: mentre i buoni vengono ritratti con un sentito realismo, con i cattivi Casty gioca. Non li sminuisce, non li mette in burletta ma si diverte a renderli veramente cattivi, nei limiti delle possibilità date dal registro adottato dalla storia. Qui siamo dalle parti del burlesco sicché Macchia Nera toglie di mezzo tecnici e operai spedendoli ai tropici (geniale) e si vendica contro Topolino puntando il raggio contro la sua casa. Cosa che si scoprirà in maniera piuttosto sadica solo nell'ultima tavola...o almeno così era prima che la storia venisse modificata per esigenze redazionali e il finale venisse commutato in una più banale festicciola di bentornato per Topolino.
    Ovviamente non sarebbe una storia di Casty se gli spunti si esaurissero qui, e infatti ecco che ognuno dei vip coinvolti mostra una sua caratterizzazione assai umoristica (divertente il cambio repentino di atteggiamento della giornalista) ed ecco che una marea di vignette trasudano gag inaspettate (celiberrimo!). Insomma, l'ennesima storia di Casty che si rivela un manuale per fare buon fumetto Disney.

    Una Notte con Paperinik (Faccini): Il numero è buono perché oltre ad un Casty superstar offre anche un Faccini autore completo, alle prese per la prima volta con Paperinik. Un po' deludente però, e si rimpiange l'immediatezza del Faccini muto: buona la gag ricorrente della tuta che punge ma un po' pretestuoso mostrare tutte quelle imprese solo per preparare la battuta finale. Si sarebbe potuto dire di più con meno.

    Wizards of Mickey - Le Leggende Perdute: La Trama dei Tre (Muzzolini/Perina): Ennò basta, non capisco bene dove si voglia andare a parare pure con lo spin-off di WoM. Per carità la Muzzolini almeno una storia la sa realizzare tuttavia non vedo perché volersi a tutti i costi rifare, anche nella continuity, a certe gag poco divertenti e assolutamente dimenticabili della serie regolare. Stavolta poi la storia complessiva non convince appieno come nello scorso episodio con le sirene.


    # 2811

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    Topolinia 20802 - Topolino Va in Città (Vitaliano/Ghiglione): Con Topolinia 20802 lo staff di Topolino sperimenta un rinnovamento radicale per il personaggio, cambiandone in parte lo status quo. Topolino adesso si trasferisce in centro città, in un quartiere di cui non ha dimestichezza: l'obiettivo è renderlo più umano, più simpatico agli occhi di un mondo che ormai l'ha bollato come perfettino. Inoltre, come lo stesso Vitaliano afferma, il fatto che il cap di questo quartiere sia palindromo significa che Topolino può tornare alla vecchia realtà ogni volta che vuole, senza che questo invalidi le storie di altri autori che non si uniformeranno alla grande novità. Si comincia con una storia in quattro episodi che descrive l'arrivo di Topolino in questa nuova realtà, desideroso di prendere il patentino giornalistico per regolarizzarsi un po', dopo una vita passata a vivere avventure in modo del tutto casuale. I nomi coinvolti fanno ben sperare: c'è Vitaliano ad orchestrare il tutto, che si immagina infonderà quel pizzico di cattiveria tutta sua, ma che verrà poi mediata dall'abilità di altri sceneggiatori più tranquilli come il Savini, vecchia gloria, e il promettente Salati che più di una volta ha dimostrato di avere a cuore la credibilità dei personaggi. Tra i disegnatori pure c'è una commistione di stili, infatti ad aprire le danze c'è Ghiglione, seguito poi dallo stile retrò di Dalla Santa, da quello innovativo di Pastrovicchio e dal grandissimo Casty, qui per la seconda volta alle prese con una sceneggiatura non sua. Diciamo subito che le premesse non convincono subito: non semberebbe esserci la necessità di trasportare Topolino in una nuova realtà per restituirgli credibilità, specie visto che molti bravi autori hanno dimostrato di poter fare ottime storie con lo status quo di cui disponevano, inoltre l'esperimento di trasportare Topolino in una realtà diversa, più grande, era già stato compiuto con quel capolavoro malconcluso di MM by Faraci e Artibani, e quindi questo a prima vista appare più come un doppione. Inoltre non fila molto come cosa, il fatto che Topolino non sia mai stato veramente in centro città se non pochissime volte, che non sappia prendere la metropolitana, che debba per forza trasferirsi: insomma andrebbe bene se questa non fosse Topolinia, ma siccome lo è risulta piuttosto arduo credere che il grande avventuriero Topolino si senta alla scoperta di un nuovo mondo...nella sua stessa città. Messo da parte però lo scetticismo iniziale dovuto ad una premessa un po' stramba, e prendendola per quel che di fatto è, e cioè un mero espediente narrativo, il risultato non è malvagio.
    Il primo episodio, disegnato da Giglione, può far storcere il naso qua e là per certi particolari grafici un po' tirati via: non va dimenticato però che Ghiglione è prima di tutto un illustratore da copertina e che il suo scarso dinamismo in una storia a fumetti l'aveva già dimostrato in Urk. Prese da sole però molte vignette risultano piacevoli e dinamiche, anche se si riscontra un problema generale di inchiostrazione. Per il resto il primo capitolo è semplicemente introduttivo: i personaggi vengono presentati bene anche se la mancanza di avvenimenti di un certo valore fa ancora pesare la premessa poco credibile.

    Q-Blog - Il Cuore del Mistero (Ambrosio-Camerini/D'Ippolito): Da quando Ambrosio ha preso a fare scuola ha raddoppiato il potenziale dannoso. Dopo il Q-Blog, il Q-Galaxy e l'E-Blog siamo tornati alle origini. E le origini me le ricordavo meglio, visto che questa storia di FANTASMI è assolutamente e bambinescamente senza né capo né coda. Oltretutto tra Q-Galaxy e non, il personaggio di Oliver mi scade ogni giorno di più da tanto che è malcaratterizzato, sembra che passi da bambinetto antipatico a stupido pasticcione, con frequenti crossover tra il bambinetto pasticcione e lo stupido antipatico. Insomma quanto di negativomanontroppo possa esserci in un bambino è in Oliver, il che me lo fa assomigliare sempre più ad un espediente narrativo più che ad un personaggio.

    Il numero però offre anche una divertente quanto delirante danese disegnata da Andersen che sfotte alla grande Paperone e un Cimino disegnato da Chierchini con molto gusto retrò.


    # 2812

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    Oh il numero di Up, che dopo un secolo torna a proporre adattamento + cover dedicata al film di turno. E' il momento di ripercorrere un po' di storia del settimanale: un tempo era tradizione che verso natale uscisse il Classico accompagnato dall'adattamento, fatto realizzare in America. A quel tempo i Pixar erano ancora prodotti minori e uscivano in albi a parte come fotoromanzi, perché non si sapeva rendere in 2d il 3d. Tutto questo durò fino a Tarzan, poi cambiò qualcosa, la proposta di film Disney al cinema si moltiplicò, iniziarono a uscire due classici all'anno, uno natalizio e uno no oltre al consueto Pixar, e fu la fine delle tradizioni e delle regole. L'ultimo Topo natalizio ad ospitare un adattamento fu quello di Dinosauri, realizzato a fotoromanzo. Poi il nulla, gli adattamenti vennero realizzati solo di alcuni film e destinati il più delle volte ad albi a parte: uscirono quello di Atlantis, realizzato da Sciarrone in Italia, destinato alla miniserie in tre parti in uscita nel 2001, poi quello del Pianeta del Tesoro sempre di Sciarrone (se non vado errato), poi il Mucche alla Riscossa della Razzi, tutti in albi a parte. Le Follie dell'Imperatore, Lilo & Stitch, Koda, Chicken Little, Robinson e Bolt non vennero realizzati, se non vado errato. In compenso i Pixar iniziavano ad esser fatti per benino, e così ecco Gli Incredibili by Rigano, il Ratatouille by Urbano, il Wall-E di Sciarrone. E pure un paio di live action di Pirati dei Caraibi ebbero l'onore. Adesso la tradizione torna sulle pagine del Topo, ma non più dedicata ai Classici bensì ai Pixar, loro eredi spirituali di fama: la tradizione delle copertine nel frattempo non smise ma dopo Chicken Little vennero anch'esse dedicate unicamente ai Pixar lasciando perdere i Classici. Oggi possiamo dire di avere l'adattamento di Up sulle pagine del Topo nel numero tutto dedicato al film Disney in uscita anche se questo significherà molto probabilmente che non avremo il numero dedicato alla Principessa e il Ranocchio, vero evento natalizio dell'anno.

    Topolinia 20802: Topolino Trova Casa (Vitaliano-Savini/Dalla Santa): Il secondo episodio è invece realizzato da Savini, abile a dare credibilità ai personaggi, e Dalla Santa, che pur non brillando come ai tempi delle Fantaleggende, ci restituisce una performance carezzevole. Ci si addentra nella storia, si inizia a conoscere meglio i personaggi, i vari direttori del giornale e ci scappa pure una citazione a Giuseppe Tubi, per veri intenditori. Buona l'idea di utilizzare Minni e quindi il vecchio mondo per instradare correttamente Topolino in questa nuova avventura e i dubbi iniziano ad essere messi da parte data la resa molto simpatica di questo progetto.

    Up - Prima Parte (Pixar-Ferrari/Urbano-Usai): Urbano aveva già adattato Ratatouille, banalizzandolo qua e là, certo lì aveva di fronte un capolavoro di recitazione quasi non riproducibile su carta. Qui l'impresa è più semplice, anche se si viene a perdere molto del bello del film, che è dato dal montaggio sulla vita di Carl qui non riproducibile a dovere. Insomma un prodotto onesto, per quel che è possibile, anche se ben lontano da ben altri adattamenti come quello di Wall-E (da mascella spalancata) o quelli dei pirati (da mascella spalancata ma solo graficamente). E' anche vero che il banco di prova sarà la prossima puntata dove ci si addentrerà nella parte d'azione, che è sempre molto difficile rendere bene.


    # 2813

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    Topolinia 20802 - Topolino Fa un Disastro (Vitaliano-Salati/Casty): Il nostro bravo Casty giunge nel terzo episodio e dà un'ottima prova di sé, adattando il suo stile delicato alla situazione. Situazione che precipita visto che in questo episodio, dopo il climax in cui lui si è definitivamente adattato al nuovo scenario, arriva la crisi, e serve quindi uno stile come quello Castyano per far provare al lettore una certa empatia con Topolino che triste e deluso non può che ispirare tenerezza. L'episodio è curioso anche solo per la presenza di Brenda, personaggio femminile come i tanti che Casty affianca a Topolino e che neanche a farlo apposta salta fuori proprio nell'episodio a lui affidato. Ma ci sono anche altre chicche, come il brufolo che spunta fuori a Topolino e la scena in cui chiede il permesso al capo, che ricorda non poco quella sorta di surreale incomunicabilità che nelle storie di Gottfredson c'era tra Topolino e i suoi vari capufficio che di volta in volta lo spiazzavano trattandolo male e bene a seconda dei momenti.

    Up - Seconda Parte (Pixar-Ferrari/Urbano-Usai): E qui casca l'asino. Una seconda parte tutta azione è quel che ci vuole per affossare un adattamento a fumetti. Non che si sia fatto un lavoraccio ma per forza di cose ci vuole ben altro fumetto con ben altra estensione per rendere bene scene simili, che invece qui vengono stagliuzzate, modificate e banalizzate dalle didascalie. Vabbé pazienza, dopotutto è sempre stato così.

    Speciale Lucca
    # 2814

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    Ed ecco il numero di Lucca, che come da tradizione è quello di cui più si parla, quello di cui poi si va a chiedere conto agli autori. Ma come questa è stata la Lucca della grandi assenze, che non ha visto la Disney agli stand, questo è stato il numero privo di storie terribili di cui lamentarsi. Storie scialbe sì che ce ne sono ma nessuna assurge al rango di immonda porcheria come certe che gli anni scorsi erano state pubblicate.

    Topolinia 20802 - Tutto in Poche Ore (Savini-Vitaliano/Pastrovicchio): Infine abbiamo la riscossa di Topolino, e viene il turno di Pastrovicchio, quello stesso Pastrovicchio spesso e volentieri inflazionato con saghe tipo Wizards of Mickey, quello stesso Pastrovicchio che è una commistione di retrò e modernità, di Gottfredson e di manga, di bravura e approssimazione...almeno a giudicare dalla seconda vignetta di pagina 37 con un Gambadilegno assai sproporzionato. Per quanto riguarda il finale della storia non è affatto male, con Topolino che riesce a farsi valere dopo un momento di sconforto proprio grazie ad abilità e conoscenze che aveva nella vecchia vita. Viene infatti tirato in ballo il vecchio Gambadilegno, che ormai non fa paura più a nessuno, ma non è l'unico tocco nostalgico: riappare Tubi, che aveva fatto un cameo nel secondo episodio, e che qui ha una gag tutta sua in cui mostra di conoscere e ricordarsi di Topolino. Cosa dopo tutto questo tempo stia facendo è poco chiaro, e va bene così, perchè alla fine della sua avventura il personaggio si redimeva e quindi è bene vederlo fare il maneggione, ma senza sbilanciarsi più di tanto.
    Insomma pur non partendo da premesse esaltanti (cambio di status quo forzato, grande città già vista, giornalismo inflazionato, poca credibilità etc) Topolinia 20802 si dimostra una piacevole ventata di aria fresca, un impegno della redazione a dare al settimanale una lettura diversa, interessante, senza arruffianamenti gratuiti in stile Doubleduck, Ultraheroes o Wizards of Mickey, ma con un po' di sostanza genuina. A quanto pare la seconda saga vedrà la partecipazione di Tito Faraci, che per il ciclo è una sorta di parente indiretto. E il cerchio si chiude.

    Il resto del numero offre poco: c'è un simpatico Cimino, il ciclo Paperi al Cinema di Bosco e soprattutto le due disinteressanti storie conclusive che sono un monumento alla scialbezza, alla prevedibilità e al cliché.


    # 2815

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    Doubleduck: Cacciatori e Prede - Ep. 1 (Bosco/D'Ippolito): E' tornato Doubleduck, quella saga che ci fa visita di tanto in tanto e che qualsiasi nostalgico di PKNA attende con ansia, salvo poi deludersi nel constatare che a parte una certa ispirazione visiva ci sono problemi di trama. Però è positivo che si riprenda dalla rivelazione alla fine di Cuore Termico con il grande capo svelato. Peccato che gli indizi per capire che era Paperino ci erano già stati dati da un anno circa, e che confermando la cosa alla fine dello scorso ciclo era ovvio pensare a qualche genere di backup/IA. Conferma che arriva subito. Lascia ancora più perplessi che l'inizio della saga altro non sia che un'esercitazione. Ovvio che nel prossimi episodi arriveremo a cose più serie, ma intanto si inizia un po' in sordina. Graficamente parlando invece siamo a livelli ottimi, con D'Ippolito in forma e Monteduro pure.


    # 2816

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    Doubleduck: Cacciatori e Prede - Ep. 2 (Bosco/Mazzarello): La trama entra nel vivo, come previsto. Ma come previsto riprende in grande stile il tran tran di alternanza buoni/cattivi. Jay-J era un personaggio troppo bello graficamente per liberarsene così mandandolo in pensione, era ovvio che lo si riprendesse ad usare: solo che non mi aspettavo che si tornasse ad usare proprio lui per il solito colpo di scena buoni/cattivi, visto che era stato letteralmente strapazzato nello scorso ciclo. E invece ci siamo di nuovo: secondo lo status quo adesso lui è cattivo mentre Kay-K è buona. Si attende un ulteriore giravolta. Mi viene da pensare che sia tutto un gioco, e che l'Agenzia non abbia alcuno scopo se non quello di farsi la guerra con sé stessa in un clima di segretezza più infantile che altro. Spero prima o poi di essere smentito e che Bosco tiri fuori dal cilindro un po' di Trama vera e propria.

    Paperinik e la Fantomatica Fantomius (Pesce/Mangiatordi): Ecco, questo è il tipo di storia che vorrebbe rilanciare Paperinik ma che non ce la fa perché al di là delle buone intenzioni non riesce ad essere bella. Piuttosto anonima, con frequenti strafalcioni (ma quanti anni dovrebbe avere il direttore del museo? Una ventina?) e un Mangiatordi proprio sprecato il cui posto è Doubleduck, altroché.
  • Stavolta ne ho accumulati pochi!

    # 2817

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    Ecco un numero "di regime". Nel senso che sulla cover c'è DD, poi dentro pure il Q-Galaxy. Inoltre le storie sono quattro come da intenzione De Poliana.

    Doubleduck: Cacciatori e Prede - Ep. 3 (Bosco/Urbano): Probabilmente questo dev'essere l'episodio dell'allungamento di brodo, che viene sempre preventivato quando queste storie escono in coppia con il gadget. In fondo la ricetta è semplice: creare una divagazione che la scorsa volta poteva essere l'incontro coi pirati o coi nerd dei pesci e qui il pedinamento di Liz Zago, e poi concluderla con un colpo di scena per non farla sembrare troppo inutile. Qui però il colpo di scena è che J-Jay è nuovamente buono. E la presa per i fondelli continua.

    Q-Galaxy: Missione Ombre sulle Stelle (Ambrosio/Pastrovicchio): Sorvolando sulla solita incapacità di Ambrosio, sulle pessime idee truzze che la redazione gli fa passare...eh no. Sorvoliamo un paio di palle. Ma possibile che nessuno si sia ancora accorto di quanto quest'uomo copi da tutto e da tutti? Stavolta tocca a Miyazaki, e infatti la bestia sembra quella all'inizio di Mononoke e l'atteggiamento protettivo di Peggy è copiato paro paro da Nausicaa. Mettiamo questo insieme di "citazioni" in un contesto bimbominkioso e aggiungiamoci il pessimo Oliver e la sua demenziale sottotrama-cliché delle nocciole e otteniamo una schifezza. Qualcuno fermi Ambrosio. Anzi, qualcuno licenzi chi queste merdacce ambrosiane le fa passare e lo rimetta a fare cose normali. Che tanto non è che salvino il topo, l'emorragia di vendite continua e se bisogna morire tanto vale farlo dignitosamente senza vendere il culo fino all'ultimo secondo.

    #2818

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    Doubleduck: Cacciatori e Prede - Ep. 4 (Bosco/Freccero): E ci risiamo. DD è figo a vedersi e basta. E forse Bosco pensa che questo basti a coprire l'inconsistenza delle trame. Anche qui, viene messo Freccero che fa eiaculare, la sceneggiatura non perde un colpo ed è tecnicamente perfetta ma il soggetto è la solita truffa. Dopo aver scoperto che J-Jay è cattivo anzi no, ecco che ritorna tale anzi no. Se all'inizio si temeva che l'intera quadrilogia potesse essere una semplice esercitazione (cosa fuori luogo sia per le varie domande sparse che per i recenti trascorsi divagatori) e si era tirato un sospiro di sollievo quando le cose si erano fatte serie ecco che l'ennesimo colpo di scena frittole riporta tutto ad essere una semplice esercitazione. Quello che poteva essere invece un accenno di prosecuzione della trama orizzontale con Gomez pescato e interrogato, si risolve in un nulla di fatto, riportando il dubbio su chi sia il mandante degli attentati e su cosa accadde in quei famosi tre giorni. L'unico frutto dell'intera quadrilogia è che adesso sappiamo chi è il capo, ma lo si scopriva alla fine dello scorso ciclo e non ci voleva un genio per immaginarsi come mai. Tristezza, perché a fronte di una perizia tecnica notevole Bosco delude nuovamente nella sostanza, confermando una certa incapacità di fondo nel creare una trama vera e propria. Il giochetto dei doppigiochi poteva essere carino all'inizio ma non solo ha stufato rivelando una preoccupante mancanza di idee, ma ha totalmente fatto perdere credibilità sia ai personaggi stessi (mi aspetto da un momento all'altro che K-Kay torni cattiva e si riveli essere la mandante degli attentati) che all'intera questione dell'Agenzia. Che, cuore termico a parte, non mi pare abbia chissà quale impegno umanitario che non sia il ripiegarsi su sé stessa. E a questo punto mi chiedo quali siano le motiviazioni che spingono Paperino a impegnarsi tanto per un contesto in cui la serietà è un optional e i grandi capi giochino solo a tirarsela su chi ha i segreti più misteriosi. Un vero peccato, pareva una cosa carina e invece siamo nuovamente dalle parti della bimbominkiata, anche se con un dito e mezzo di cerone pknaico sopra.

    Il resto del numero offre un Ambrosio (ancora lui?) decente, un Cimino appannato e una storia solo scritta da Faccini che delude alquanto.
    Next: una nuova saga Enniana. E finalmente dovrebbe tornare a valere la pena comprare il Topo.
  • Mi sento molto Deboroh in questi momenti...

    # 2819

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    Paperino Paperotto alla Ricerca di Billy - Episodio 1 (Enna/Gervasio): La storia di Natale! Enna è sempre il solito stramaledettissimo artista che quando maneggia il Paperotto se ne esce con cose ottime, che meriterebbero una pubblicazione in volumetto. Come le due saghe estive che l'hanno preceduta anche qui trova il modo di inserirci un sacco di chicche davvero ottime, personaggi nuovi e un intreccio che si può considerare davvero una trama. Inoltre è pure carina l'idea di spiegare con un flashback il perché Billy odi il rumore della sveglia. Il primo episodio è davvero buono, e una nota di merito anche a Gervasio che ritrae molto bene la separazione tra Paperino e il capretto. Al massimo lo humor in queste storie tende ad essere un po' sottotono quando cade nel cliché dello sfottere certi adulti (mi riferisco sia ai briganti della storia del 2008, sia a certi atteggiamenti degli uomini del paese visti in questa).


    # 2820

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    Gli Wom in copertina per pubblicizzare i Digicomics. Bah.

    Paperino Paperotto alla Ricerca di Billy - Episodio 2 (Enna/D'Ippolito): Il secondo episodio prosegue il trend del primo inserendo nuovi personaggi riuscitissimi, infittendo la trama ma facendo gigioneggiare un po' troppo gli adulti del paese, che come al solito passano da carciofoni di fronte all'acume di Nonna Papera e della maestrina, cliché che inizia a diventare un po' stucchevole. Sapiente maestria sceneggiatoria però anche nel finale dell'episodio, con l'arrivo del donnone e un cliffangher davvero simpatico.


    # 2821

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    Guardate bene quel rospo appiccicato sulla testa di Paperino. Ecco, è uno dei motivi per cui sono indietro di sei mesi con le recensioni del Topo. Ho già fatto notare più volte in passato quanto fosse una sciocchezza che Topolino dedicasse una cover solo ai film Pixar in uscita e non ai Classici. Un po' perché non costerebbe nulla, un po' perché questo aiuterebbe in qualche modo quel settore della produzione che un tempo era il principale, un po' per semplice decenza e coerenza. Finché si snobbavano certi Classici in CGI la cosa poteva anche essere tollerata, ma qui è successo con il film che doveva segnare il ritorno in pompa magna della vera Disney, dell'animazione tradizionale e via dicendo. La De Poli a Lucca mi diceva di disperare per la cover perché il marketing aveva deciso di privilegiare Up, da maschietti, mentre Tiana sembrava più da femmine e non avrebbe garantito le vendite. Ora, questo mi pare indicativo di come funzionino le cose lì dentro. Il pregiudizio tipico delle scuole medie, che la stessa Disney in patria sta cercando con cambi di titolo e trailer depistanti di abbattere, viene allegramente sostenuto qui in Italia, nella redazione di Topolino. Se lo sapesse Lasseter gli verrebbe un coccolone. Passata la rabbia per come una volta di più si sia commesso un sopruso, forse il più grave, e favorito un modo di pensare che è nemico dell'azienda, rimane l'ironia della cosa e le risate che suscita vedere una Disney che si rema contro da sola. Con ottime capacità che non riesce a valorizzare a sufficienza per colpa di un ufficio marketing che la danneggia. Che manica di imbecilli.

    Paperino Paperotto alla Ricerca di Billy - Episodio 3 (Enna/Urbano): Un buona conclusione che porta a termine ogni filo narrativo con un buon senso di coralità. E una nuova perla da aggiungere ad un ipotetica futura collezione paperottiana. Il brand infatti mi sembra utilizzato meno di un tempo, e quasi sempre in occasione di riprese firmate Enna, e la qual cosa lo valorizzerà non poco.

    Q-Galaxy: Missione Fermate Blulk (Ambrosio/Pastrovicchio): Col senno di molto poi festeggio quest'ultimo abominio visto che a quanto pare è stata l'ultima porcata firmata Ambrosio con i nipotini spaziali. Ovviamente si segnala l'inutile ridondanza dell'umorismo, l'illogicità di fondo della storia, la truzzaggine di un sacco di trovate, il ritorno del Quantum-Cannone di Navarone e altre cose vergognose. Ma a quanto pare è finito lo strazio. Si spera. E questo vale anche per WoM ridotto alle autoconclusive.


    #2822

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    Zio Paperone in Fuga dal Natale (Salati/Cavazzano): La prima storia di un buon numero natalizio e forse la migliore. Salati ama i personaggi, li rispetta e li valorizza. Si vede che è un giovane promettente che ci sa fare. Questa storia ci mostra un ottimo Paperone, accompagnato da un ottimo cast paperoso. Senza tirare per forza in ballo il solito Babbo Natale conosciuto in cento modi differenti. Bravo Salati!

    Paperinik e il Natale Dimenticato (Enna/Vian): Anche il poetico Enna fa un ottimo lavoro, tirando in ballo Paperinik, che insieme a Paperino Paperotto sembrerebbe essere nelle sue corde. E qui inbastisce una storia natalizia di tutto rispetto (tirando in ballo il solito Babbo Natale conosciuto in cento modi diversi...) con tanto di colpi di scena finali!

    Il Misfatto Globale di Gambabbo Natale (Sisti/Vian): E per finire ecco la strenna sistiana, una storia che dice la sua sul rapporto tra Topolino e Pietro, che oramai non viene preso troppo sul serio da nessuno, neanche dai bravi autori e mi sa che ce lo dobbiamo tenere così. Però alla fine il furfante ne esce bene e la rivelazione finale è appagante per cui promossa!

    In conclusione un bel numero di Natale, in cui non si capisce bene cosa stia a fare la storia di Panaro, così banale e scontata.
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