[Topolino] Annata 2009

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Tyrrel ha scritto:Ehm, i Maestri Disney è composto da storie pubblicate su Topolino :P
    Era. Lo specifico perchè magari non siete aggiornati sulla chiusura dei Maestri... :(
  • Io mi sono stancato di ripeterlo, quindi questa è l'ultima volta, ma (esplicitissimamente) non ho chiesto un Topolino stile Maestri Disney, non chiedo capolavori. Chiedo solo che non si consideri molto bravo chi si limita alle storie per soli bambini, perché la bravura è altro, su una testata come Topolino. Per dire, su MD non ci vedrei affatto bene la storia ispirata ad Ex, ma per Topolino è di buonissimo livello. Inoltre ho anche chiesto che non si favoriscano alcuni autori rispetto ad altri, mi si dice che non sia così, ma al momento non ho motivo di crederlo. Spero di avere tale motivo quanto prima.
    Lorenzo Breda
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  • Quoto in toto Deb e Tyrrel, in ogni loro intervento.
    Appoggio le tesi di Bosco, Fausto e Francesco.

    Una volta fatte le mie brave dichiarazioni di partigianeria, giusto per riassumere in breve la mia posizione appoggiandomi alla fatica di scrivere post decenti altrui, dico: stiamo esagerando.
    Troppo, davvero troppo.
    In Disney ci sono sempre state: storie orripilanti, o forse solo storie fruibili per una lettura veloce comunque apprezzabili dai bambini. Un esempio personale? Penso alle storie con Spennacchiotto, che da bambino adoravo e a rivederle ora non è che siano molto più originali di una riempitiva qualunque attuale.
    Poi ci sono storie capolavoro. O forse solo storie fatte bene, come dio comanda, rileggibili più e più volte. Che piacciono a grandi e piccini, con i mille livelli di lettura, gag slapstick associate a umorismo raffinato. E qui ci metterei Casty. Che indubbiamente realizza storie ottime ma non è il padre del fumetto moderno.
    Poi ci sono i tentativi di entrare nella letteratura: il '900 di Faraci e Cavazzano è letteratura al pari di Maus e di tutte le graphic novel moderne, con ambizioni elevate.

    Ora: la Disney è una s.p.a.. Vendere copie sfruttando il vippume, WoM, le "Ambrosiate" (che detesto anche io, che vi credete, forse neanche da bambino l'avrei apprezzato ma questo non implica che nessun bambino possa apprezzarlo) non è un crimine contro il fumetto moderno, sia esso di fattura media, di ottima fattura o di livello letterario.

    In ogni Topo ci sono sempre due storie riempitivo, una particolarmente notevole (e c'è quasi sempre!) e storie lunghe piacevoli, lunghe e non.
    A me basta, a me piace. Quando voglio la garanzia del capolavoro mi leggo Moliere o Dostoevskij. Quando voglio qualcosa con cui passare il tempo mi basta anche Marco Bosco e Carlo Panaro. Mi esalto con Vitaliano e Casty. Faraci e Cimino mi mandano in crisi orgasmica. E poi basta, scendo giù a giocare.
    Fino a quando non vedrò sul topo un VERO crollo di qualità non combatterò mai alcuna crociata contro l' "avida" Disney Italia S.P.A. che, assurdo a dirsi, cerca profitti!!! Ma roba da matti, non c'è più il capitalismo solidale modello falansterio...
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Non cogli il punto.
    Non si parla di percentuali di storie belle o brutte, ma di tendenze, di svilimenti. Del fatto che il fumetto Disney sia o meno da bambini. Io penso non lo sia, non soltanto perchè non nasce come tale (ricordiamo che la striscia Mickey Mouse nasceva per dare un corrispettivo "serioso" a quanto si vedeva nel frattempo al cinema, una sorta di PKNA/MM ante litteram), ma perchè è spin-off di un qualcos'altro che è la negazione assoluta della targettizzazione specifica.
    Mi verreste forse a dire che Ratatouille, Wall-E, Il Re Leone sono prodotti principalmente infantili? E quindi perchè mai il fumetto Disneyano dovrebbe invece esserlo?
  • E invece no, Grrod, io voglio cogliere la questione da una prospettiva diversa.
    Ci sono cose pensate SOLO per i bambini del tutto fruibili dagli adulti anche se nella mente dell'autore l'adulto non c'è mai stato. Penso a tutti i grandi classici Disney, anche i più blasonati come LA BELLA E LA BESTIA o LA SIRENETTA. Indubbiamente possiamo dire che sono fruibili anche da un pubblico adulto, che ci sono diversi livelli di lettura e cose simili.
    Ma per me, semplicemente, sono cose fatte bene. E le cose fatte bene piacciono sempre.
    Invece di trovare il fanciullino che è dentro di noi stiamo andando alla ricerca dell' adulto sagace e scafato nel fanciullino. E' questo l'errore che secondo me ci rimproverano di commettere gli autori con cui stiamo parlando in queste discussioni.
    E' per questo che continuerò a distinguere solo fra storie belle e brutte, e non fra storie fruibili-a-tutte-le-età e storie infantili. Ci sono solo storie fatte bene, in cui si tiene conto di tutto il potenziale dei bambini e dunque sono così argute e intelligenti da piacere tanto anche agli adulti, punto e basta.
    Anche un Carl Barks, quando ti imbastisce una ten-page sul flippismo, ha in mente i ragazzini, la critica sociale che lancia è parametrata rispetto ad essi. Di sicuro non è incisiva come potrebbe essere una narrazione satirica progettata solo per adulti.
    Dunque io dico: diamo addosso agli autori per gli infantilismi beceri, non per il loro primario riferirsi a un target di persone under 14, cosa che ripeto non è un crimine per un giornale che si chiama TOPOLINO e non THE AMERICAN REVIEW.
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Grrodon ha scritto:Mi verreste forse a dire che Ratatouille, Wall-E, Il Re Leone sono prodotti principalmente infantili? E quindi perchè mai il fumetto Disneyano dovrebbe invece esserlo?
    Sì, ma per fare un Ratatouille ci lavorano 50 persone per 4 anni, Grrò, non puoi fare paragoni.

    La ripeto per l'ennesima volta, in maniera più sintetica: per fare una storia apprezzabile su più livelli e con più piani di lettura, ci vuole tempo, e il ritmo editoriale di Topolino, probabilmente non consente una simile cura.

    Sì, ok, Gottfredson faceva una strip al giorno, Barks faceva 20 storie all'anno, e blablabla.
    Ma andando al di là delle "eccezioni", dai Grandi Maestri, un tale ritmo e un livello qualitativo così alto non è sostenibile, vi sfido a fare tanto.
    Visto il livello della discussione, sono andato a vedere sull'I.N.D.U.C.K.S.; l'Ambrosio tanto odiato (che per quel poco che ho letto non piace nemmeno a me, quindi non sono qui per difenderlo) da gennaio a luglio '08 ha fatto 20 storie.
    Sono una media di 3 storie al mese; se quello è il ritmo richiesto a un autore tra quelli che appaiono più spesso, e si considera che magari le persone in questione lavorano anche extra-Disney, e magari vorrebbero avere una vita sociale, si capisce perchè per fare una storia su Topolino non possano infonderci lo stesso sforzo che si fa per Ratatouille.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Morgan Fairfax ha scritto:E invece no, Grrod, io voglio cogliere la questione da una prospettiva diversa.
    Ci sono cose pensate SOLO per i bambini del tutto fruibili dagli adulti anche se nella mente dell'autore l'adulto non c'è mai stato. Penso a tutti i grandi classici Disney, anche i più blasonati come LA BELLA E LA BESTIA o LA SIRENETTA. Indubbiamente possiamo dire che sono fruibili anche da un pubblico adulto, che ci sono diversi livelli di lettura e cose simili.
    Ma per me, semplicemente, sono cose fatte bene. E le cose fatte bene piacciono sempre.
    Ti ripeto che i Classici Disney non sono pensati per i bambini, ma per tutti. Non c'è il bambino nella testa di chi realizza il film, ma il pubblico. E' una cosa così elementare e ovvia che questa discussione mi pare surreale. Basta guardare un qualsiasi extra o making of e veder parlare gli autori per capire come la pensino e a chi si rivolgano. Su, Morgan, sono finiti i tempi dei Dialoghi con l'Alieno, ormai sei grandicello per sparare 'ste stronzate.
  • Qua ci si sta allontanando da quello che è il fulcro della questione, ovverosia la dannatissima storia che secondo Bosco Topolino è pensato esclusivamente per i bambini è che le riempitive sono la norma del giornale.
    Come ho già detto sul Papersera sono d'accordo che il principale target disneyano siano i più piccoli, ma Topolino non è Cip & Ciop diavolo. Non trova assolutamente il mio appoggio questa idea di fossilizzarsi su quella sola fascia di pubblico, in ambito disneyano classico, per il semplice fatto che non è assolutamente palusibile. Già dal topo di ieri si capisce benissimo come Bosco abbia in mente soprattutto (se non solo) i bambini nelle sue storie, ma questo non può portarlo al convincimento che l'intera produzione disneyana possa (non voglio dire "debba") piegarsi a questa sua idea. E la cosa viene dimostrata non dai classici dei maestri (ai quali, ci si accusa, sbagliando, di limitare l'esculsiva del nostro interesse), ma sullo stesso numero del 18 che mostra l'ultimo episodio della riuscita saga del Dr. Mouse di Fausto che si ricollega a Lost: quanti sono i bambini che vedono Lost e House? Difficilmente avranno compreso in molti il collegamento. Questo dimostra che il target possa essere, ed è, vario. Chiariamoci, se Bosco pensa che il suo principale lettore è quello infantile faccia pure, non è questo che lo rende un cattivo autore. Se vuole fossilizzarsi sul pubblico più piccolo, faccia pure, una buona storia infantile è una buona storia comunque. Ma non venga a lanciare velate accuse sull'inadeguatezza di noi lettori più adulti, solo a causa di una stroncatura. E' logico che se io leggo una storia come Le Esplorazioni Geografiche, della serie Pillole di Pico, mi viene da dire "niente di speciale", ma questo non vuol dire considerare Bosco un cretino. Su Ambrosio si entra in un altro discorso che adesso non voglio stare a ritirare fuori. Il punto è che il fumetto disneyano nasce vario, ogni autore sceglie come interpretarlo al suo meglio; qualcuno tenta una maniera più adulta (Casty, Faraci, Vitaliano, etc...), qualcuno parlando al pubblico più piccolo dandogli, magari, piccole chicche (anche commerciali) di facile riconoscimento (Bosco, Ambrosio), o in qualunque altra diversa maniera. Il punto è non allontanarsi da quella che era l'idea di Walt, la possibilità di parlare a tutti.
  • Eddy ha scritto:secondo Bosco Topolino è pensato esclusivamente per i bambini è che le riempitive sono la norma del giornale.
    Eddy, guarda che 'sta cosa Marco Bosco non l'ha mai scritta. E non si tratta di fare le pulci ai punti e alle virgole. Sono stati altri utenti che, masticando e rimasticando, gli hanno fatto dire quello che volevano fargli dire per poi attaccarci tutta una sequela di sillogismi fatti di "se questo è vero, allora è vero anche quest'altro". Puoi trovare esempi di questa meravigliosa logica su questo stesso thread.
    Ma siccome non mi va proprio di fare l'interprete del pensiero altrui, ti consiglio di rileggere l'intervento di Bosco per vedere se l'interpretazione corrente lo ha ben compreso.
    Se però vuoi un'altra prova, prova a rileggere i due episodi della primi mini-serie di DoubleDuck scritti da Marco Bosco e vedi tu se Bosco può essere veramente descritto come hai fatto tu, ossia un autore che
    abbia in mente soprattutto (se non solo) i bambini nelle sue storie.
    Con amicizia.
    Fausto
  • Fausto ha scritto: Eddy, guarda che 'sta cosa Marco Bosco non l'ha mai scritta.
    E allora andiamo a ripescare cosa ha detto Bosco in merito al Target del Topo.
    Marco Bosco [url=http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1233581440/67#67]sul Papersera[/url] ha scritto: [...]
    Bene, credo che non mi abbiate capito. Non intendevo dire che non capite niente di fumetti. Alcuni di voi - compreso te, Grrodon, anche se mi duole ammetterlo, perché non mi sei per niente simpatico - di fumetti ne capiscono. Ciò che intendevo dire è che non capite il nostro lavoro. Cioè, che cosa significa scrivere in modo professionale per i bambini.
    [...]
    Citerò un solo caso: Stefano Ambrosio. A voi le sue storie non piacciono. Bene. Ai bambini, invece, piacciono molto. Le storie di Stefano sono uno dei motivi per cui il Topo è comprato e letto. E Stefano è un OTTIMO sceneggiatore (ed è anche un gran signore, perché non si abbassa a rispondere ai vostri insulti). Perché scrive cose che piacciono ai bambini, che sono il nostro pubblico di riferimento. Cose che funzionano. Anch’io, nel mio piccolo, cerco di fare lo stesso. E’ vero, Grrodon, che faccio spesso trame prevedibili. Ma prevedibili per chi? Per il lettore adulto, che i modelli di queste storie già li conosce. Non per i bambini. Con i bambini si comincia - si deve cominciare - dall’inizio. Dagli archetipi. E i bambini sono i nostri lettori di riferimento. Voi, invece, non lo siete. Voi venite dopo. Non dico, badate bene, che non contate o che non vi si deve considerare. Dico che venite dopo i bambini. Perché così dev’essere.
    [...]
    Allora la frase giusta è: secondo Bosco Topolino è pensato prevalentemente per i bambini è le storie pensate per questi sono la norma del giornale.

    Questo modo di Bosco (che appunto è suo, e magari di altri autori, ma di certo non di tutti gli autori o la linea della direzione) di concepire e approcciarsi al mondo Disney lo rende (per citare Eddy) un cattivo autore? Assolutamente no, ma a prescindere da Double Duck e da altre sue storie che ho apprezzato, lo rende un autore che non riscuote la mia simpatia e quella di molti lettori-forumisti. Perché? Perché come hanno avuto modo di dire in molti (qui e sul Papersera) in questa occasione ma anche tante altre volte in passato, Disney non è solo per bambini, è per tutti. Sia fumettisticamente (ricordiamo che le strisce di Gottfredson vennero pubblicate nei quotidiani?) sia come animazione.

    Da certe sue affermazioni, verrebbe quasi da pensare che sotto-intenda la conclusione: il target del Topo sono i bambini, voi venite dopo e contate si ma meno, quindi se per voi le storie sono prevedibili smettete di comprarlo. (occhio, non ho detto che Bosco volesse intendere questo, non lo penso, ma per il modo in cui ha fatto quelle affermazioni sembrerebbe la logica conclusione).
    Ora, se fossero oggi ancora vere le percentuali riguardanti gli acquirenti degli anni '90 (ed è mia convinzione che sia così, anche se non ho dati, chiaro) e gli adulti senza figli smettessero di comprare il Topo, il giornale si troverebbe quanto meno in serie difficoltà finanziarie.
  • Fausto ha scritto:Se però vuoi un'altra prova, prova a rileggere i due episodi della primi mini-serie di DoubleDuck scritti da Marco Bosco e vedi tu se Bosco può essere veramente descritto come hai fatto tu, ossia un autore che
    abbia in mente soprattutto (se non solo) i bambini nelle sue storie.
    Con amicizia.
    Ed è con amicizia (e il massimo rispetto sia per Bosco che per te), che mi autocito
    me [url=http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1233581440/120#120]sul Papersera[/url] ha scritto:E vogliamo parlare di Double Duck? Per quanto mi riguarda è la migliore delle saghe che imperversano sul topo, nonché un ottimo esempio dell'uso di un Paperino non snaturato e allo stesso tempo non steriotipato, perciò perfettamente godibile e vicino alla così tanto acclamata (giustamente) caratterizzazione Barksiana. E' una storia di Bosco e Vitaliano? Chi se ne frega degli alti è bassi di entrambi è un buon lavoro e tanto di cappello.
    E con questo volevo intendere che io non guardo all'autore, ma alla storia. Quando, ad esempio, Bosco ha scritto Paperi a Tentoni io l'ho definita una buona riempitiva, con alcune parti davvero divertenti. Forse nella sua testa aveva il pubblico più piccolo anche quella volta (non lo so e se fosse per una buona volta Bosco in persona a dirmelo ci risparmieremmo alcune litigate che nascono dal parlare di lui attraverso te, che magari aggiungi alla difesa anche il tuo parere personale sviando il discorso), ma la storia mi è piaciuta e l'ho ben recensita. Ma qua non parliamo di storie, parliamo di quello che lui ha detto. La cosa mi pare così una sorta di invito a "piantarla di rompere". Ad incitarci, forse, anche ha smettere di recensire il giornale solo perché non siamo in sincronia col suo pensiero. Ecco questo forse è pure un po' peggio del pensare la Disney come una fabbrica di prodotti inafntili modello Chicco. Io continuo a pensare (come ha detto il buon Zironi) che se si riuscisse ad accorciare maggiormente la distanza fra autori e lettori si creerebbero meno diatribe. E se ho detto qualche caxxata mi si illumini.
  • In effetti quoto. Una persona può avere tutto l'amore e la considerazione di questo mondo per il fumetto Disney, ma se poi in pubblico si lascia andare a dichiarazioni dubbie, spocchiose o tendenti allo sfottò e in più accena anche solo velatamente alla legittimazione dello sterotipo che più di ogni altro ha causato problemi all'intrattenimento Disneyano, le conseguenze sono queste e lo sdegno si fa incontrollabile.

    P.S. Il mio fratellino segue avidamente Lost e ha nove anni, e con lui anche qualche suo amichetto. E' proprio vero che i tempi cambiano...
  • Eddy ha scritto: Io continuo a pensare (come ha detto il buon Zironi) che se si riuscisse ad accorciare maggiormente la distanza fra autori e lettori si creerebbero meno diatribe. E se ho detto qualche caxxata mi si illumini.
    L'idea di Zironi mi pare interessante e costruttiva però penso pure che gli autori e i lettori hanno vissuto da separati per circa un secolo e la cosa ha funzionato perfettamente (a giudicare dalla Storia del Fumetto).
    Negli anni recenti la diffusione di internet ha dato voce a tantissime persone e questa è una cosa buona, ma questa platea, per quanto numerosa, non rappresenta assolutamente quello che è l'umore reale dei lettori.
    Il campione coinvolto non è rappresentativo di nulla, a mio parere: da una parte ci sono i lettori più motivati e informati che hanno passione, tempo e volontà da spendere.
    Dall'altra ci sono autori più o meno aperti al dialogo e con un ego da soddisfare (quello dell'autore resta un lavoro solitario e la compagnia, fosse anche di un forumista che ti insulta, aiuta).

    La riduzione apparente della distanza, a mio parere, è utile soltanto ad ammorbidire certi contrasti interpersonali e a scambiare informazioni. Le discussioni su forum e blog le trovo interessanti soprattutto per quest'ultimo aspetto perchè tutto il resto, mediato com'è da soprannomi di battaglia ed emoticon, lascia inalterata proprio quella distanza che si vorrebbe accorciare.
    :)
  • Francesco ha scritto: Quello dell'autore resta un lavoro solitario e la compagnia, fosse anche di un forumista che ti insulta, aiuta.
    Peccato che, ogni tanto, finisce così.
    http://www.youtube.com/watch?v=OCQozOy4OyY
    Fausto
  • Fausto ha scritto:
    Francesco ha scritto: Quello dell'autore resta un lavoro solitario e la compagnia, fosse anche di un forumista che ti insulta, aiuta.
    Peccato che, ogni tanto, finisce così.
    http://www.youtube.com/watch?v=OCQozOy4OyY

    Di solito invece le cose vanno così:

    http://www.youtube.com/watch?v=e1WaTUcmukU
  • Topolino n. 2778

    Se uno che ha smesso da qualche anno di prendere con regolarità il Topo ne acquista un numero, può significare due cose: o quel certo numero contiene una storia che vale la pena di leggere (Faraci e/o Casty) oppure allegato a quel numero c’è qualcosa di interessante. Una volta era il calendario, adesso è il secondo numero del TopoOscar.
    Ma parlando del Topo, questo numero non mi ha esaltato particolarmente.
    I Bassotti e gli insoliti ignoti (Sarda, De Lorenzi) è una simpatica storiellina in cui viene parodizzato il gioco televisivo preserale di Rai Uno di qualche tempo fa condotto da Frizzi. La trama non è banale, con i Bassotti che tentano di capire gli hobby e i lavori dei soggetti scelti per la trasmissione, e la storia scorre gradevolmente. I disegni sono accettabili anche se non eccelsi. A quando la parodia di Affari Tuoi e de La Botola?
    Dr Mouse (Vitaliano, Perina). Questo commento è riferito alla serie in toto, comprendente anche le prime tre puntate che ho letto sul sito di Topolino. Una serie che è andata avanti coi suoi alti e bassi, per quanto mi riguarda. Il primo episodio lo considero introduttivo e quindi only-lol, ma già dal secondo la trama vera e propria prende piede.
    Boh, premettendo che non ho mai seguito il Dottor House (anche se non credo che ciò c'entri, alla fin fine), mi sento di promuovere questa serie, che presenta un Topolino un po' diverso dal solito, soprattutto per le gag e per il ritmo davvero molto vicino ai serial (e che effettivamente un po' ricorda Scrubs, come ammette Fausto in nell'intervista). Molto belli anche i disegni di Perina, che da un po' non vedevo e di cui ho notato un interessante maturamento che non ha snaturato il tratto che gli ricordavo, ma che me lo fa apprezzare in maniera diversa.
    Bella l'idea dei "nostri" che seguono la serie a casa di Minni, cn Topolino vittima e artefice di battute simpatiche, dal momento che non sopporta il telefilm ma è costretto a vederlo (pena le "solite" terribili diapositive, anche di Bertoniana memoria).
    Stupendo il "tentativo di cross-over" finale [spoiler]con riferimento a Lost[/spoiler];D
    L'unica pecca è il finale: cioè, non sono riuscito molto nè a capire nè a digerire il motivo per cui, [spoiler]solo perchè Mouse schiaccia l'unghia incarnita di Woodleg, quest'ultimo debba confessare... non vedo il nesso logico, boh, forse sono io... ma per me avrebbe potuto solo stare zitto e chiedere a un dottore di curarlo, additando ancora di più alla pazzia di Mouse.[/spoiler] Mi sembra così che la confessione sia stata tirata via troppo velocemente e senza un vero pretesto.
    Gambadilegno & Trudy e il… programma criminale (Gagnor, Mazzarello) vede una Trudy protagonista, che si improvvisa conduttrice di un talk show alla Very Victoria, in cui racconta di donne e di malavita. Inspiegabilmente, Topolino e Basettoni non si preoccupano della diseducatività del programma, ma si contentano di tenere sott’occhio Gamba e la sua girlfriend. Finale scontato, storia passabile.
    Pillole di Pico – Le esplorazioni geografiche (Bosco, Gottardo). Le storie di Bosco ai tempi delle sue prima volte mi facevano ridere, e molto. Mi piacevano. Perfino Paperi nella Torre l’avevo abbastanza gradita. Ma questa è più inutile che più inutile non si può. Un paio di battute simpatiche, ma niente di più. Bravo Gottardo.
    Manetta e la sostituzione perfetta (Carrer, Uggetti). Fa effetto vedere Manetta come protagonista ma senza Sassi al suo fianco. E disegnato dalla pur brava Uggetti. Una storia abbastanza assurda e alienante, non molto logica. Bah.
    Paperino aviatore sognatore (Gilbert, Fecchi). Ed ecco la seconda buona storia del numero. La migliore, direi. La straniera salva un albo abbastanza depravato, e lo fa con un’avventura in stile molto classico, che non fatica a ricordare i ritmi e le tematiche delle brevi di Barks o di alcune scene di Scarpa. Un Paperino a mio parere molto ben caratterizzato, dove viene messa in evidenza la sua tendenza a voler fare un di più, di raggiungere nuove vette delle sue capacità e possibilità, anche se viene ostacolato e sbeffeggiato. Ci mette impegno e non si arrende. C’è anche la rivalità con Gastone, che sembra vincere ma alla fine è Paperino il vero trionfatore ed eroe della storia, che riesce a mettere a frutto le sue capacità e a salvare una situazione pericolosa. E poco importa se ci riesce in modo improbabile, anzi è proprio anche quella la forza di quest’avventura e soprattutto del personaggio. Una fine gloriosa e meritata per quello che non è sempre e solo un fannullone inconcludente. Non conosco lo sceneggiatore, ma i miei migliori complimenti. Di Fecchi ho visto poco, avevo già visto che era bravo e qui confermo che è molto molto capace.
    Next (vabbè, domani), la nuova storia di Casty con De Vita ai disegni. Altro Topolino, dunque, che sarà mio!

    Alcuni accenni anche al motivo per cui questo Topo è stato acquistato: il TopoOscar # 2.
    Una bella copertina di Mastantuono apre il secondo volume dell’iniziativa, che ho preso solo per la terza storia. La selezione, per quanto discutibile, mi sembra migliore del primo numero.
    Topolino e la notte delle stelle (Damianovich, Cavazzano) è una di quelle che un tempo erano le storie evento. Mi aspettavo di più, in realtà, ma è comunque una buona storia con simpatiche caricature di star del cinema e con un onesto giallo di sfondo per il nostro Mickey. Cavazzano… quello di questa periodo è quello che meno preferisco. Solo una domanda: la sceneggiatrice…chi caspita è?!?
    Topolino presenta “La Strada” (Marconi, Cavazzano) è una delle mie storie preferite di sempre. Alcuni non la considerano al pari di altre grandi storie, io la reputo uno dei capolavori del fumetto Disney, al pari di Casablanca ma con intenti qui ancora più profondi, celebrare al massimo l’unione tra il mezzo cinema e il mezzo fumetto, tra la potenza dei personaggi del film di Fellini con quella dei personaggi Disney, tra la genialità di Fellini e quella di Walt Disney. Spettacolo. E poi dite quello che volete, ma a me vedere Cavazzano che disegna i personaggi old-style mi fa venire la bava alla bocca.
    Topolino…Sulla scena del crimine (Faraci, Cavazzano), è il motivo per cui ho preso l’albo. Peccato che non c’entri una mazza con l’iniziativa sul cinema, ispirandosi a CSI che è televisivo (il tutto giustificato con molte stiracchiature), ma in fin dei conti buon per me che ho potuto finalmente avere questa avventura, unica del ciclo faraciano di Manetta a mancarmi, ma che avevo letto in biblioteca tempo fa. Molto divertente e azzeccata, presenta i nostri due sbirri preferiti più in forma che mai, e introduce un personaggio molto forte come il tenente Bolson. Costui sembra venire dritto dritto da Anderville, essendo un duro della scientifica, con metodi molto più tecnici di quelli soliti del commissariato di Topolinia. E poi il bello è Faraci si diverte ancora a mettere in crisi la figura di Topolino, dato che Bolson sospetta che sia lui il vero criminale, da anni, e che abbia messo in cattiva luce Gambadilegno, che sarebbe un onesto cittadino. Le conseguenze di un inculcamento del genere nella mente dei due poliziotti sono divertimento e gaffe assicurati, per una delle storie del ciclo più riuscite e divertenti, anche perché ha goduto della divisione in due tempi.
    Si chiude con Paperino missione Bob Fingher (Chendi, Carpi), la prima della PIA, storia alquanto simpatica nel calare Donald nei panni dell’agente segreto QQ7. Si ricorda per molte gag di Paperino alle prese coi congegni di Archimede, e per gli splendidi disegni di Carpi, che ci regala un Bob Fingher molto credibile e diabolico, con fattezze da bulldog.
    Gli articoli sono tutti e quattro abbastanza soddisfacenti, direi: il primo ben introduce alla storia della Notte degli Oscar, il secondo parla del cinema italiano del dopoguerra e delle possibilità drammatiche dei personaggi Disney, il terzo il cinema poliziesco e le parodie Disney di questo genere,e e il quarto si concentra sulle pellicole di 007. Insomma, niente di pretenzioso, ma assolvo al loro dovere.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Nel 2778 la saga del Dottor Mouse si conclude in maniera piuttosto carina. Insomma, alla fine due numeri disordinatissimi e due gradevoli.

    Ma passiamo al 2779.

    Tristezza.

    Il numero si apre con Topolino e il Signore dei Pupazzi, di Casty/De Vita. Molto carina e piacevole da leggere ed avvincente nel ritmo, lo stile di Casty è evidentissimo, ma la storia è un po' sotto la sua media. I disegni sono fantastici. Si nota comunque moltissimo che anche una storia sotto la media di Casty, e quindi assolutamente non un capolavoro, è sopra la media di Topolino.

    La cosa si nota ancora di più grazie al tracollo appena voltata l'ultima pagina del Signore dei Pupazzi. Anzi no, c'è un articoletto sui peluche abbastanza carino, il peggio è subito dopo.

    La prima tavola di Paperino in... L'invasione corre sul web, di Camerini/Mazzarello, ci mostra Pennino, che non si vedeva da secoli, e lascia sperare. Invano. L'idea volendo è anche carina, ma la resa è pessima, Pennino è un po' fuori personaggio (genio dei PC?), ci troviamo paperbox, paagle, paperbook e simili amenità (wikipedia è sopravvissuta alla paperizzazione) in una storia confusa e a tratti un po' ripetitiva. Peccato, il soggetto meritava.

    Si prosegue con Cella, dolce cella di Marconi/D'Ippolito, una riempitiva anche carina, ma un po' inverosimile per i personaggi. Insomma, dai, poveri Gambadilegno e Macchia Nera...

    Sarà capitato anche a voi... Dal dentista, di Macchetto/Panaro sono sei tavole con un soggetto da sei vignette. Boh.

    Anche Ottoperotto modello perfetto, di Seregni/Held, è un po' troppo diluita, ma in fondo non è male.

    Paperone e il Giardino delle Ricchezze, di Panaro/Mazzon, è la classica storia con Paperone in viaggio alla ricerca del tesoro. Dopo Casty, è la storia più meritevole. Bei disegni, trama un po' troppo prevedibile ma gradevole.

    Segnalo che nel Topooscar di sono due splendide storie, Paperino e il vento del sud e Topolino e Minni in "Casablanca". La seconda è una delle mie parodie preferite, e ha una caratteristica "colorazione" in scale di grigio.
    Lorenzo Breda
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  • Scusa, Lorenzo, ma perché dici "tristezza"? Una storia non ti è piaciuta per niente, e d'accordo. Ma per il resto hai scritto:
    LBreda ha scritto: Topolino e il Signore dei Pupazzi, di Casty/De Vita. Molto carina e piacevole da leggere.
    Cella, dolce cella di Marconi/D'Ippolito, una riempitiva anche carina.
    Sarà capitato anche a voi... Dal dentista, di Macchetto/Panaro sono sei tavole con un soggetto da sei vignette.
    Ottoperotto modello perfetto, di Seregni/Held, è un po' troppo diluita, ma in fondo non è male.
    Paperone e il Giardino delle Ricchezze, di Panaro/Mazzon. Dopo Casty, è la storia più meritevole. Bei disegni, trama un po' troppo prevedibile ma gradevole.
    Forse sbaglio, ma a leggere la tua recensione sembra un numero quanto meno discreto. Sicuramente non un numero da "tracollo".
    Fausto
  • Fausto ha scritto:Scusa, Lorenzo, ma perché dici "tristezza"? Forse sbaglio, ma a leggere la tua recensione sembra un numero quanto meno discreto. Sicuramente non un numero da "tracollo".
    Credo che col termine tristezza si riferisse solamente alla storia di Casty, che si è rivelata sotto le sue aspettative (dice chiaramente "sotto la media dell'autore"). Probabilmente se avesse aggiunto una votazione o una definizione del Topo in toto (!) avrebbe sicuramente scritto qualcosa di meglio.
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