[Topolino] Annata 2009

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Sono d’accordo, lasciamo perdere le polemiche e discutiamo della questione.
    Guarda, Lorenzo, che il mio non è un discorso astratto. Non mi riferisco all’infanzia perduta e alla troppa esperienza che ci costringe a diventare tutti cinici e incapaci di meraviglia.
    Il mio è un approccio per così dire “tecnico”, parlo da autore (che è già una definizione che mi allarma e mi mette a disagio) e constato che oggi un autore di Topolino non ha più la possibilità (o, se ce l’ha, è diventata assai più remota) di stupire il lettore come capitava qualche decennio fa. È una mia opinione, non vuole essere vangelo, ma ne sono molto convinto.
    Qui, il discorso si fa veramente lungo e tortuoso e temo che si scontrino due tesi inconciliabili: quella di chi, come me, sostiene, che sono i tempi che non lo consentono, altri che asseriscono che invece si tratti del risultato di scarsa fantasia da parte edegli autori combinata insieme a scelte editoriali sbagliate. Sono entrambe opinioni rispettabili. Non sono né irrazionali né campate per aria.
    Se mi permetti, proverò a spiegarti brevemente che cosa intendo per “tempi”. Non mi riferisco a quelli di una redazione (che peraltro conosco, avendo lavorato per otto anni come caporedattore di una società editoriale). Parlo del cambiamento nel meccanismo dell’offerta e della domanda narrativa.
    La velocità di fruizione di un fumetto (nel nostro caso) è assai diversa da quella che aveva il pubblico di trenta e più anni fa. Perché succede? Qui, ciascuno ha la sua idea, ma è fuori di dubbio che velocità e fretta condizionino tutti gli aspetti della vita. Ai miei tempi i siparietti pubblicitari di Carosello duravano minuti. Oggi in otto secondi ti devono convincere a comprare una cosa che non ti serve. E regolarmente ci riescono. Io sono affezionato a Carosello, ma devo ammettere che gli spot sono molto più efficaci e raggiungono prima e meglio il loro nefando scopo.
    Il problema è che la lettura del fumetto ha bisogno di tempi meno frenetici. Questo tipo di narrazione non può essere presa dall’orgasmo. E tuttavia, il pubblico attuale ha soglie di attenzione bassissime. Lo devi catturare subito, altrimenti si annoia.
    Esempi pratico/tecnici: il setting di una buona storia di detection dura un paio di tavole al massimo. Dopo deve cominciare l’indagine. Una storia umoristica deve avere una gag per tavola. E così via.
    Di tanto in tanto leggo qualche forumista che sostiene che la redazione di Topolino boccia le storie lunghe. Ora, a parte il fatto che di storie lunghe se ne vedono diverse in giro, è comunque un dato di fatto che una storia di 40 tavole i lettori contemporanei fanno molta fatica a leggerla.
    E però (e qui sta il paradosso, lo “gnommero”, come direbbe il Gadda) una storia a fumetti ha bisogno di tempi più lunghi se vuole raggiungere il suo scopo. Sul papersera ho scritto che (ragionando per assurdo) se Topolino pubblicasse ogni settimana una sola storia di 130 tavole, la possibilità di stupire, meravigliare e sorprendere il lettore di qualsiasi fascia di età sarebbe molto più alta. Il problema è che il core target di Topolino non ha alcuna intenzione di leggere una storia di 130 pagine. A pagina 12 molla il giornale e accende la PlayStation.
    Hai voglia adesso a dire “E vabbè, però li dobbiamo educare alla lettura!” Il rischio è di non educare proprio nessuno e di chiudere baracca e burattini per sempre. È un bel rischio. Tu saresti disposto a correrlo?
    Questo cambiamento è stato fulmineo e ci ha sorpreso tutti. I ragazzi della tua età, Lorenzo, che si sono formati fumettisticamente anche sulla lettura di PK, hanno avuto proprio quella possibilità: godere di storie lunghe, di respiro ampio, che davano la possibilità di inserire uno o più subplot, dove potevi giocare con riferimenti e citazioni. Ma le storie di PK duravano regolarmente 40 e più pagine. Sembra un secolo fa e invece PK usciva nel 1996. Io, autore di Topolino, oggi devo costruire una storia che nel giro di 20, 30 pagine al massimo ti faccia divertire e tutto il resto.
    Secondo me, non è facile. Impossibile? No, niente è impossibile. Ma qui la vedo dura.
    Le cose secondo me stanno così. Siccome per mia natura tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno, non credo che siamo di fronte a una catastrofe per cui i “bambini di oggi” sono tutti dei rincoglioniti totali. Lo dicevano anche di me ai miei tempi, quando ascoltavo i Sex Pistols e leggevo Frigidaire. Lo dicevano dei ragazzi che ascoltavano Elvis e il rock’n’roll anziché le orchestre alla Glenn Miller.
    Credo che stiamo attraversando una delle tante mutazioni della storia che ci costringe a rivedere molte cose. Nel nostro caso, occorre trovare una formula che restituisca la magia del fumetto senza voler imporre modelli che il pubblico attuale comunque non accetterebbe. Diciamo che ci stiamo lavorando su.
    Fausto
  • LBreda ha scritto: Nel caso specifico non si parla di questioni interne alla redazione, ma di un idea che molti (me compreso) si sono fatti riguardo il fatto che alcuni autori sono favoriti rispetto ad altri altrettanto validi (leggasi "che fanno storie che ai bambini piacciono allo stesso modo"), e secondo noi più validi (leggasi "le loro storie piacciono anche a noi"). E sono dati statistici.
    E chi sarebbero questi autori? Casty? Faraci? Nel caso del primo, ricordo che da un po' di tempo il Castellan è autore completo, e per scrivere e disegnare delle storie ci vuole del tempo (mi risulta inoltre, ma magari ricordo male, che l'autore sia pure impegnati in progetti extra-Disney). Nel 2006 ci saranno anche state più storie di Casty, ma non dimentichiamoci che molte erano storie scritte per altri disegnatori, e che è probabile che alcune di queste fossero state scritte molto tempo prima. Cioè, veramente credete che la redazione sia così tafazzistica da voler pubblicare meno storie di un autore che produce storie che piacciono anche agli adulti?
    Riguardo a Faraci, l'autore è impegnato su più testate e con più editori, è normale che produca meno di un tempo. Ad onor del vero, però, ultimamente c'è stato un incremento, seppur piccolo, rispetto a gli anni passati.
    Non dimentichiamoci, inoltre, che nei mesi scorsi abbiamo assistito al ritorno di Massimo Marconi, e non è poco.
    LBreda ha scritto:In tutto questo, qualcuno (FV, in particolare) se la è particolarmente presa, chiaramente convinto, come in effetti è, di essere tra questi autori.
    Beh,una reazione di questo tipo è anche comprensibile...
    LBreda ha scritto:Il problema è che qui ci si accontenta della fuffa, e si incoraggiano i "bravi sceneggiatori" produttori di fuffa.
    Grrodon ha scritto: - Il fulcro di tutto è che Bosco ha esplicitato la sua posizione secondo cui il fumetto Disney è roba da bambini. Ha detto insomma una cosa molto brutta.
    Ecco, la posizione è di Bosco, non della Disney. La cosa avrebbe avuto una certa rilevanza se l'affermazione fosse venuta dal direttore, che mi sembra, invece, che abbia bene in mente che le storie Disney hanno, storicamente, vari livelli di lettura e un pubblico eterogeneo.
  • Fausto ha scritto: Credo che stiamo attraversando una delle tante mutazioni della storia che ci costringe a rivedere molte cose. Nel nostro caso, occorre trovare una formula che restituisca la magia del fumetto senza voler imporre modelli che il pubblico attuale comunque non accetterebbe. Diciamo che ci stiamo lavorando su.

    Intervengo nella discussione per sottoscrivere questa osservazione di Fausto. Secondo me per il racconto per bambini e per ragazzi (nella narrativa, nei fumetti e nei cartoni animati) sta vivendo un periodo di cambiamento estremamente stimolante. Ci sono cose vecchie da dire in modo nuovo e la sfida più interessante è quella di riuscire a coniugare contenuti inediti a uno stile narrativo che fatica a cambiare perchè ancora legato a regole e metodi difficili da rivoluzionare. Il pubblico non è migliore o peggiore di quello del passato perchè è semplicemente il pubblico di questo presente. Sono lettori e spettatori abituati a tempi di fruizione accelerati, un pubblico la cui soglia di attenzione non è altissima; queste caratteristiche finiscono per influire sulle scelte editoriali e di contenuto. La sfida è quella di sempre, riuscire a fare bene con quello di cui si dispone e su questa sfida si gioca la sopravvivenza di una testata ma, in maniera più generale, di un modo di scrivere.
    E' l'evoluzione della specie, quella dei lettori e quella degli sceneggiatori.
    Più che una catastrofe a me pare un privilegio: non capita tutti i giorni di poter vedere da vicino certi eventi (come disse il tirannosauro osservando la grande scia luminosa nel cielo).
  • Fausto ha scritto: Di tanto in tanto leggo qualche forumista che sostiene che la redazione di Topolino boccia le storie lunghe. Ora, a parte il fatto che di storie lunghe se ne vedono diverse in giro, è comunque un dato di fatto che una storia di 40 tavole i lettori contemporanei fanno molta fatica a leggerla.
    E però (e qui sta il paradosso, lo “gnommero”, come direbbe il Gadda) una storia a fumetti ha bisogno di tempi più lunghi se vuole raggiungere il suo scopo. Sul papersera ho scritto che (ragionando per assurdo) se Topolino pubblicasse ogni settimana una sola storia di 130 tavole, la possibilità di stupire, meravigliare e sorprendere il lettore di qualsiasi fascia di età sarebbe molto più alta. Il problema è che il core target di Topolino non ha alcuna intenzione di leggere una storia di 130 pagine. A pagina 12 molla il giornale e accende la PlayStation.
    Hai voglia adesso a dire “E vabbè, però li dobbiamo educare alla lettura!” Il rischio è di non educare proprio nessuno e di chiudere baracca e burattini per sempre.
    Ecco, in una situazione favorevole sarebbe possibile avere un Topolino il cui core target rimangono i bambini, che educa alla lettura e appassiona al fumetto, e contemporaneamente proporre una sorta di Topolino Plus, mensile o bimestrale, nel quale pubblicare un'unica storia lunga, realizzata in maniera più adulta e complessa, che possa piacere, appunto, ad un pubblico eteroegeno.
    Sarebbe davvero bello.
    Francesco ha scritto:
    non capita tutti i giorni di poter vedere da vicino certi eventi (come disse il tirannosauro osservando la grande scia luminosa nel cielo).
    Lol :P
  • Fausto ha scritto:Credo che stiamo attraversando una delle tante mutazioni della storia che ci costringe a rivedere molte cose. Nel nostro caso, occorre trovare una formula che restituisca la magia del fumetto senza voler imporre modelli che il pubblico attuale comunque non accetterebbe. Diciamo che ci stiamo lavorando su.
    Finalmente un discorso in cui trovo un senso.

    Riguardo la questione della fretta, continuo a capirci poco, ma trovo almeno qualche motivazione. Ribadisco però che non sono affatto convinto che semplicità e qualità siano caratteristiche in antitesi. Si possono trovare una notevole quantità di esempi di storie, fumettose e non, di qualità (e non dico capolavori, non è necessario) che sono allo stesso tempo semplici, brevi e che non superano il livello di attenzione dei bimbi. Quello che, insisto, è secondo me il problema principale, è il fatto che si insegue il target e non la qualità. Ovvio che l'obiettivo sia il target, lo dice la parola, ma una cosa è mirare direttamente all'obiettivo, un'altra cosa è farlo mantenendo una buona qualità.

    Ci state lavorando. Lo spero, ma non sembra, da quello che si dice sul Papersera. Il discorso di Bosco in proposito lo trovo inaccettabile sotto questo punto di vista.

    Sono comunque felice di sapere che non consideri effettivamente impossibile fare qualcosa che stupisca adulti e bambini, perché come ho già affermato non mi sembra affatto qualcosa di opinabile, è possibile e basta, per il semplice motivo che succede.
    Tyrrel ha scritto:E chi sarebbero questi autori? Casty? Faraci? Nel caso del primo, ricordo che da un po' di tempo il Castellan è autore completo, e per scrivere e disegnare delle storie ci vuole del tempo (mi risulta inoltre, ma magari ricordo male, che l'autore sia pure impegnati in progetti extra-Disney).
    Non ho notizie di progetti extra-disney in corso, ma non so escluderlo. Però è un dato di fatto che molte (ma neanche poi tantissime) delle storie di Casty lo vedono alla sceneggiatura e ai disegni allo stesso tempo, ma che tali storie sono intervallate a storie in cui è solo sceneggiatore e che immagino nessuno lo costringa ad essere autore completo.

    Inoltre, se non vado errato, l'ultima sua storia è di ottobre, e c'è motivo di pensare di non vederlo per un altro po'. Il prossimo grande progetto è per quest'estate, e non so quanto ci sarà nel frattempo.

    Non molto tempo fa, tra Casty completo e Casty sceneggiatore, si vedeva praticamente ogni mese. E Casty piace a bambini, ad adulti e persino a nerd, cosa si vuole di più?
    Tyrrel ha scritto:Nel 2006 ci saranno anche state più storie di Casty, ma non dimentichiamoci che molte erano storie scritte per altri disegnatori, e che è probabile che alcune di queste fossero state scritte molto tempo prima.
    Non vedo il problema nello scrivere storie per altri disegnatori. Credo di poter fare a meno del Casty completo, già come autore tanto schifo non mi farebbe. E un autore frequente e bravo in più permetterebbe agli altri di produrre meno fuffa riempitiva, ma quest'idea può far parte del mio non essere in una redazione.
    Tyrrel ha scritto:Cioè, veramente credete che la redazione sia così tafazzistica da voler pubblicare meno storie di un autore che produce storie che piacciono anche agli adulti?
    Sì.

    Speravo di trovare motivo di pensare diversamente, e continuo a sperarlo, ma alcune affermazioni di ieri sono state un duro colpo.
    Lorenzo Breda
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  • LBreda ha scritto:
    Tyrrel ha scritto:Cioè, veramente credete che la redazione sia così tafazzistica da voler pubblicare meno storie di un autore che produce storie che piacciono anche agli adulti?
    Sì.
    Ecco, vedi. Questa non è un'opinione. E non è nemmeno una follia. Questa è veramente una cretinata. Mi spiace, non riesco a trovare un'altra definizione. L'idea che un'azienda - quale che sia, in questo caso un giornale - agisca contro il suo stesso interesse è semplicemente una colossale cretinata. Sicuramente Lorenzo non è un cretino, e per questo lo invito a pensare se ha senso dire cose del genere.
    E sono proprio queste le cose che detesto delle discussioni nei forum. Posto che Andrea Castellan è un grandissimo autore (ma non l'unico autore di Topolino, e non credo proprio che qualcuno - men che meno lo stesso Andrea - possa dire che il peso di Topolino gravi tutto sulle sue spalle), un autore la cui grandezza è riconosciuta da lettori e colleghi, mi piacerebbe capire qual è la logica secondo cui la redazione di un giornale preferisca pubblicare poche storie di un autore che piace a tutti. Ma bisogna avere proprio coraggio per sostenere un'idea del genere. Ma non è più facile e logico pensare che un autore bravo sia richiesto anche da altri editori e pertanto dovrà dosare il suo tempo? Sapete quanto tempo occorre per scrivere e disegnare una storia di 30-35 tavole? Ma ogni tanto ci si ragiona alle cose che si dicono oppure si dice tanto per dare un po' di aria ai denti?
    Scusate il tono, ma quando ci vuole ci vuole. Eccheccazzo.
    Fausto
  • Fausto ha scritto:Ecco, vedi. Questa non è un'opinione. E non è nemmeno una follia. Questa è veramente una cretinata. Mi spiace, non riesco a trovare un'altra definizione. L'idea che un'azienda - quale che sia, in questo caso un giornale - agisca contro il suo stesso interesse è semplicemente una colossale cretinata. Sicuramente Lorenzo non è un cretino, e per questo lo invito a pensare se ha senso dire cose del genere.
    Ha senso pensarle, e ha quindi senso dire che lo penso. Da quello che ho letto ieri, che è un'opinione personale, ma comunque detta non da me ma da chi è lì in redazione, è che l'interesse dell'azienda è piacere ai bambini e che considera bravo autore l'autore che piace ai bambini. Pensare quindi che l'azienda preferisca storie di più bassa qualità, perché più semplici da realizzare con la soddisfazione del medesimo obiettivo non mi pare così poco logico, anzi, è la logica della maggior parte delle aziende, in Italia e nel mondo. Microsoft ha fatto la sua fortuna su questo, per dirne una veramente ricca.
    Fausto ha scritto:Posto che Andrea Castellan è un grandissimo autore (ma non l'unico autore di Topolino, e non credo proprio che qualcuno - men che meno lo stesso Andrea - possa dire che il peso di Topolino gravi tutto sulle sue spalle)
    Vorrei ben vedere.
    Fausto ha scritto:un autore la cui grandezza è riconosciuta da lettori e colleghi, mi piacerebbe capire qual è la logica secondo cui la redazione di un giornale preferisca pubblicare poche storie di un autore che piace a tutti.
    Il raggiungimento dell'obiettivo dell'azienda con il minore sforzo. E di esempi di ciò ce ne sono una marea, ma non mi va di ricominciare la polemica contro il vippame assortito e simili amenità. Anche perché mi si direbbe che non capisco nulla di mercato, cosa che in effetti spero proprio.
    Fausto ha scritto:Ma bisogna avere proprio coraggio per sostenere un'idea del genere.
    Neanche poi troppo, quando ti si spinge da ogni parte a pensarlo, anche se non vuoi.
    Fausto ha scritto:Ma non è più facile e logico pensare che un autore bravo sia richiesto anche da altri editori e pertanto dovrà dosare il suo tempo? Sapete quanto tempo occorre per scrivere e disegnare una storia di 30-35 tavole? Ma ogni tanto ci si ragiona alle cose che si dicono oppure si dice tanto per dare un po' di aria ai denti?
    Boh, forse (e lo spero) il problema è proprio che ci si ragiona troppo e si arriva a conclusioni errate. Ma finché non vedo smentite seriamente le conclusioni, difficilmente potrò convincermi pienamente dell'errore.
    Lorenzo Breda
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  • LBreda ha scritto: Inoltre, se non vado errato, l'ultima sua storia è di ottobre, e c'è motivo di pensare di non vederlo per un altro po'. Il prossimo grande progetto è per quest'estate, e non so quanto ci sarà nel frattempo.

    Non molto tempo fa, tra Casty completo e Casty sceneggiatore, si vedeva praticamente ogni mese. E Casty piace a bambini, ad adulti e persino a nerd, cosa si vuole di più?
    Si, ma, se non vado errato io, le ultime storie di Casty sono tutte storie da autore completo. E sceneggiare e poi disegnare le tavole richiede tempo. Inoltre, da un pò di tempo sembra si stia concentrando su storie di più ampio respiro in 2 o più tempi, ergo...
    LBreda ha scritto: Non vedo il problema nello scrivere storie per altri disegnatori. Credo di poter fare a meno del Casty completo, già come autore tanto schifo non mi farebbe.
    No, non è assolutamente un problema. Intendevo dire che limitandosi alle sceneggiature ci sarebbero più storie, in quanto si concentrerebbe solo sulla scrittura. Inoltre, bisogna considerare che ognuno ha i suoi tempi per il disegno, e potrebbe anche essere che Casty, che graficamente opera sui personaggi Disney da poco tempo e realizza sempre lavori ben curati, sia più lento di altri disegnatori.

    Personalmente, trovo che sia bravissimo nello sceneggiare e adoro il suo disegno, per questo non mi dispiace che vengano pubblicate meno storie ma da autore completo.
    LBreda ha scritto: Ha senso pensarle, e ha quindi senso dire che lo penso. Da quello che ho letto ieri, che è un'opinione personale, ma comunque detta non da me ma da chi è lì in redazione, è che l'interesse dell'azienda è piacere ai bambini e che considera bravo autore l'autore che piace ai bambini.
    Mi son perso qualcosa io, ma chi è della redazione che è intervenuto in quella discussione?
    No, perché se ci stiamo riferendo a Bosco, ricordo che è un autore e che in redazione ci passerà per consegnare a mano i suoi lavori, ma non certo per dettare le linee editoriali e decidere per le storie. Per questo valgono le parole della De Poli, una persona che mi sembra abbia proprio le idee chiare su cosa sia il fumetto Disney e su quello che lei vuole ottenere.
    LBreda ha scritto:
    Fausto ha scritto:un autore la cui grandezza è riconosciuta da lettori e colleghi, mi piacerebbe capire qual è la logica secondo cui la redazione di un giornale preferisca pubblicare poche storie di un autore che piace a tutti.
    Il raggiungimento dell'obiettivo dell'azienda con il minore sforzo.
    Forse intendi con il minor dispendio di risorse economiche. Perché io non ho dubbi che in quel di Via Sandro Sandri si facciano in 4 per confezionare il prodotto che settimanalmente ci viene proposto.
    Però mettendola nell'ottica dell'economizzare (che non è un fatto grave di per sè, dipende da come viene attuata) capisco la presenza delle storie straniere, ma non la minor presenza di certi autori... a meno che non venga dato un compenso più alto ad autori considerati più bravi; io sapevo che pagassero in egual misura indipendentemente dal fatto che ti chiami Riccardo Pesce o Rodolfo Cimino, ma solo Fausto qui può forse confermare o smentire.
    Ultima modifica di Tyrrel il mercoledì 18 febbraio 2009, 11:46, modificato 1 volta in totale.
  • Fausto ha scritto:Sapete quanto tempo occorre per scrivere e disegnare una storia di 30-35 tavole?
    Mi infilo nel battibecco per saziare una mia curiosità... :P
    Mediamente, quanto?
    Da quello che ho letto ieri, che è un'opinione personale, ma comunque detta non da me ma da chi è lì in redazione, è che l'interesse dell'azienda è piacere ai bambini e che considera bravo autore l'autore che piace ai bambini.
    Riflettiamo su questa frase.
    Perchè dovrebbe essere sbagliata la frase "l'autore bravo è l'autore che piace ai bambini"?
    Dovrebbe essere giusta la frase "l'autore bravo è quello che i vecchi fan apprezzano"? Loro sono superiori ai bambini?
    O forse anche i bambini hanno il diritto di apprezzare un prodotto che secondo il gusto del loro gruppo (prendiamo la generazione attuale, va') è valido?
    Certo, magari il tal autore Disney ci pare una fetecchia, lo stesso possiamo dire dei Gormiti, o dei Teletubbies, o di che altro, ma perchè dimentichiamo che non sono rivolte a noi. Ci sono cose rivolte ANCHE a noi.
    Anche quando eravamo piccoli noi abbiamo consumato e apprezzato tanta roba scrausa, perchè al bambino di allora piaceva. Certo, poi ci sono le storie di Scarpa, Gottfredson, Cavazzano e altre opere che meritano e sono rimaste nel tempo, ma io da piccolo mi leggevo anche i fumetti italiani del Corrierino che adattavano (in malo modo) le serie giapponesi animate che andaano in onda in tv. E mi piacevano. Anche attraverso quelle fetecchie ho maturato il gusto per la lettura.
    Il raggiungimento dell'obiettivo dell'azienda con il minore sforzo. E di esempi di ciò ce ne sono una marea, ma non mi va di ricominciare la polemica contro il vippame assortito e simili amenità. Anche perché mi si direbbe che non capisco nulla di mercato, cosa che in effetti spero proprio.
    La storia col vippame assortito capita una tantum, mi pare. Poi, ci sono casi come l'ormai leggendario Papertotti che viene disprezzato, mentre mi pare dia ver capito la storia con Aldo, Giovanni e Giacomo sia stata ritenuta valida Quindi il problema di fondo non è il vippame.
    E poi, analizziamo il programma di Mantova Comics.
    L'anno scorso aveva invitato Ligabue (ok, aveva scritto La Neve se ne frega); quest'anno ha invitato Melissa P. (che deve aver scritto un fumetto fetecchia, mi pare); questo chiamare personaggi famosi evidentemente serve ad attirare l'attenzione della stampa, e magari portare alla fiera un nuovo pubblico mai andato a una convention di fumetti, che una volta che c'è dentro magari curiosa anche tra gli stand.
    Perchè Topolino non può fare altrettanto?
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  • DeborohWalker ha scritto: Perchè dovrebbe essere sbagliata la frase "l'autore bravo è l'autore che piace ai bambini"?
    Dovrebbe essere giusta la frase "l'autore bravo è quello che i vecchi fan apprezzano"? Loro sono superiori ai bambini?
    O forse anche i bambini hanno il diritto di apprezzare un prodotto che secondo il gusto del loro gruppo (prendiamo la generazione attuale, va') è valido?
    E non scordiamoci mai che scrivere belle storie per bambini è difficile, difficilissimo (poi è vero che da piccoli si è meno pretenziosi e ci si sorbisce anche le fetecchie, ma i piccoli non sono stupidi e riconoscono una storia più bella quando la vedono).
    DeborohWalker ha scritto:La storia col vippame assortito capita una tantum, mi pare.
    Ogni 2/3 mesi, mediamente. Niente di così asfissiante, e comunque quando ci si trova di fronte a storie ben realizzate non c'è nessun problema.
    Ultima modifica di Tyrrel il mercoledì 18 febbraio 2009, 11:56, modificato 1 volta in totale.
  • DeborohWalker ha scritto:
    E poi, analizziamo il programma di Mantova Comics.
    L'anno scorso aveva invitato Ligabue (ok, aveva scritto La Neve se ne frega); quest'anno ha invitato Melissa P. (che deve aver scritto un fumetto fetecchia, mi pare)
    La povera Melissa P. ha solo annunciato un proprio lavoro che è stato giudicato fetecchia sulla base del consueto metro di giudizio, quello ad minchiam tanto diffuso su siti, forum e blog.
    Di Melissa P. infatti non è ancora stato dato alle stampe nulla, ma a volte il nulla basta per dire tutto.
    Non conosco Melissa P. come autrice di fumetti e spero che a Mantova si possa leggere qualcosa di suo così da poterne parlare con cognizione di causa.
  • Rispondo solo al volo a questo, poi fuggo all'università.
    DeborohWalker ha scritto:Perchè dovrebbe essere sbagliata la frase "l'autore bravo è l'autore che piace ai bambini"?
    Dovrebbe essere giusta la frase "l'autore bravo è quello che i vecchi fan apprezzano"? Loro sono superiori ai bambini?
    O forse anche i bambini hanno il diritto di apprezzare un prodotto che secondo il gusto del loro gruppo (prendiamo la generazione attuale, va') è valido?
    L'autore bravo, imho ovviamente, è quello che piace a bambini e ad adulti, ovvero quello che i bambini ricorderanno e apprezzeranno anche in futuro. Si badi che non sto dicendo che il semplice piacere ai bambini sia indegno di un autore, ma l'autore che si limita al "piacere ai bambini" non può essere preso come esempio di bravo autore su Topolino. A meno di non decretare, come disse Grrodon, la morte del fumetto Disney [topolinesco, aggiungerei]. Non mi risulta di essermi mai lamentato, che so, dell'infantilismo nelle storie dell'albo di Trilli, che ogni tanto compro alla mia sorellina, lì ci si deve e può limitare ai bimbi. Ma la bella storia di Topolino non è quella che piace ai bimbi e solo a loro. E non è neanche quella che piace solo agli adulti, sia chiaro.

    [aggiungo, riguardo Bosco, che come minimo no gli si possa dire di non poter capire come le cose funzionino in redazione]
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  • Tyrrel ha scritto:Ogni 2/3 mesi, mediamente. Niente di così asfissiante, e comunque quando ci si trova di fronte a storie ben realizzate non c'è nessun problema.
    Più o meno sì, ma sono intervallate da numerosi riferimenti "forzati" all'attualità (vedi DR. Mouse [cmq gradevole, e qui mi esprimo per la prima volta sull'operato di Fausto] e il pericolo dell'ex). in entrambi i casi sono venute fuori delle buone cose, ma è l'intenzione che infastidisce.
  • Grazie, Pacuvio.
    Fausto
  • Pacuvio ha scritto:Più o meno sì, ma sono intervallate da numerosi riferimenti "forzati" all'attualità (vedi DR. Mouse [cmq gradevole, e qui mi esprimo per la prima volta sull'operato di Fausto] e il pericolo dell'ex). in entrambi i casi sono venute fuori delle buone cose, ma è l'intenzione che infastidisce.
    Nel caso delle "storie Vip" i riferimenti all'attualità sono si "forzati", nel senso che nascono dalla volontà di fare storie che disneyzzino un personaggio famoso (Totti, Arturo Brachetti...) o un evento di particolare rilievo (i mondiali di calcio), con lo scopo di attirare nuovi lettori che normalmente non comprano il Topo con la speranza che poi rimangano a bordo. La cosa può infastidire, certo, ma l'obiettivo è buono.
    Per quanto riguarda Dr. Mouse, però, (così come per Double Duck, Hultraheroes...) di forzato non ci vedo nulla. Infatti la storia, come racconta lo stesso Fausto nell'intervista fatta da Warren, nasce da una idea che è venuta all'autore vedendo il telefilm; l'intenzione (parodizzare un telefilm), quindi, è completamente diversa da quella delle storie Vip (anche se poi i modi di promozione sono simili), e credo che quantomeno dovrebbe risultare meno fastidiosa.
  • LBreda ha scritto:Si badi che non sto dicendo che il semplice piacere ai bambini sia indegno di un autore, ma l'autore che si limita al "piacere ai bambini" non può essere preso come esempio di bravo autore su Topolino.
    Non sono d'accordo.
    Un autore che sa scrivere storie che piacciono SOLO ai bambini (estremizziamo, eh) e che finisce su Topolino, è apprezzato dal suo pubblico.
    Un autore che scrive una storia a fumetti che piace SOLO alle ragazzine, e finisce su Minni & co., è apprezzato dal suo pubblico, e sa fare il suo lavoro.
    Un autore che scrive una storia a fumetti che piace SOLO alle teenager modaiole, e finisce su Witch, è apprezzato dal pubblico che ora quella rivista punta.
    Questo vale anche al di fuori dai fumetti: i romanzi I Love Shopping (che non ho letto, parlo dall'idea che me ne sono fatto, ma potrei citare Bridget Jones, o i romanzi Harmony) hanno una forte attrattiva verso un determinato pubblico femminile, e non è che solo perchè quegli autori non raccontano storie universalmente apprezzate, non sanno fare il loro lavoro.
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  • Tyrrel ha scritto:Nel caso delle "storie Vip" i riferimenti all'attualità sono si "forzati", nel senso che nascono dalla volontà di fare storie che disneyzzino un personaggio famoso (Totti, Arturo Brachetti...) o un evento di particolare rilievo (i mondiali di calcio), con lo scopo di attirare nuovi lettori che normalmente non comprano il Topo con la speranza che poi rimangano a bordo. La cosa può infastidire, certo, ma l'obiettivo è buono.
    Per quanto riguarda Dr. Mouse, però, (così come per Double Duck, Hultraheroes...) di forzato non ci vedo nulla. Infatti la storia, come racconta lo stesso Fausto nell'intervista fatta da Warren, nasce da una idea che è venuta all'autore vedendo il telefilm; l'intenzione (parodizzare un telefilm), quindi, è completamente diversa da quella delle storie Vip (anche se poi i modi di promozione sono simili), e credo che quantomeno dovrebbe risultare meno fastidiosa.
    Mi sono espresso male (come capita spesso, ed Elik ne sa qualcosa :P ). Volevo dire che nel caso di DR. Mouse di "forzato" ci sarebbe lo sfruttare (implicitamente, immagino, e ci potrebbe stare, considerando che Fausto era un seguace di House) la popolarità di cui il serial tv gode, mentre Topolino e la minaccia dell'eX è in sostanza il solito spottone al film in uscita, stavolta ben riuscito e senza vip incluso nel pacchetto, come dimostrano le interviste e gli articoli presenti nell'albo.
  • DeborohWalker ha scritto:
    LBreda ha scritto:Si badi che non sto dicendo che il semplice piacere ai bambini sia indegno di un autore, ma l'autore che si limita al "piacere ai bambini" non può essere preso come esempio di bravo autore su Topolino.
    Non sono d'accordo.
    Un autore che sa scrivere storie che piacciono SOLO ai bambini (estremizziamo, eh) e che finisce su Topolino, è apprezzato dal suo pubblico.
    Un autore che scrive una storia a fumetti che piace SOLO alle ragazzine, e finisce su Minni & co., è apprezzato dal suo pubblico, e sa fare il suo lavoro.
    Un autore che scrive una storia a fumetti che piace SOLO alle teenager modaiole, e finisce su Witch, è apprezzato dal pubblico che ora quella rivista punta.
    Questo vale anche al di fuori dai fumetti: i romanzi I Love Shopping (che non ho letto, parlo dall'idea che me ne sono fatto, ma potrei citare Bridget Jones, o i romanzi Harmony) hanno una forte attrattiva verso un determinato pubblico femminile, e non è che solo perchè quegli autori non raccontano storie universalmente apprezzate, non sanno fare il loro lavoro.

    Ci sei o ci fai?
    E' da ieri che diciamo che il fulcro della questione è che a differenza delle altre testate targettizzate che citi, il fumetto Disney non nasce come roba da bambini, ma come prodotto fruibile a più livelli, e che quindi trattarlo e realizzarlo solo come tale lo svilisce.
  • Grrodon ha scritto:quindi trattarlo e realizzarlo solo come tale lo svilisce.
    Non mi sembra che che Topolino lo realizzi SOLO come tale.
    Però, essendo un giornale prevalentemente per bambini, è prevalentemente tale.

    Se poi voi vi aspettate da Topolino un Maestri Disney...
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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