# 2787
Un numero bello, molto bello questo Topolino a impatto zero, a mio avviso. Rovinato ovviamente da Ambrosio, ma per il resto ricco di chicche interessanti e con una qualità media molto alta.
Paperinik e l'Effetto Dinamite (Enna/Freccero): Primo incontro tra Paperinik e Dinamite Bla. Ma non è tanto il crossover a interessare quanto il fatto che avvenga (coerentemente e intelligentemente) sullo sfondo di una vicenda simpatica e interessante. Si nota la capacità di Enna di costruire una storia impreziosendola qua e là con i suoi tocchi di stile, le battutine ("Olaf" mi ha fatto molto ridere), gli inizi e i finali a sopresa. Mi piacerebbe vederlo più spesso questo bravo autore non solo in casi eccezionali come possono essere queste storie o quelle di Paperino Paperotto, ma proprio in casistiche "regolari" per vedere se in qualche modo riuscirebbe a portare questa sorta di "innovazione non snaturante".
Due Passi nel Parco (Faccini): Faccini è fuori di testa. Adesso si mette a fare una breve, muta e assolutamente insensata. Ma non ha importanza, ciò è bene, e la storia è splendida. Questo potrebbe essere il tipo di materiale utile da mettere in mezzo all'albo facendoci un figurone. Poi boh le autoconclusive ecologiche che ha fatto per questo numero lasciano perplessi, visto che non si capisce se vogliono far ridere, istruire o cosa (e non si è neanche sicuri siano sue).
Zio Paperone e i Pellicanti Pipistrellati (Cimino/Cavazzano): Grande eleganza questo Cimino. Sono sempre più convinto che il vederlo disegnato da Amendola o da altri minori non gli renda giustizia visto che lo fa apparire "stanco" e creativamente esaurito. Qui lo illustra Cavazzano e pare di essere di fronte ad un altro capolavoro vecchio stile. Ma forse il merito di questo balzo qualitativo va anche alla sceneggiatura, più ricca di chicche rispetto alla media ciminiana del periodo: ci sono un sacco di idee, divertenti, poetiche, satiriche. Il ritmo è ottimo, veramente una delle storie per cui spendere i soldi dell'albo.
Q-Galaxy - Missione: Astromucche (Ambrosio/Gula): Sto Q-Galaxy si è rivelato la peggio merda si potesse leggere sul Topo, da anni a 'sta parte. E ho seriamente rimpianto Wizards of Mickey, che dopotutto era abbastanza ingenuo. Qui Ambrosio infila la parola astro dappertutto, si lascia andare ai soliti stereotipi, propone fantasiose soluzioni ecologiche con enormi falle logiche, e realizza una brutta storia. Brutto, e molto brutto Oliver.
# 2788
Numero calcistico, senza un tema particolare.
Q-Galaxy - Missione: Battaglia Ardesia (Ambrosio/Pastrovicchio): Mazza che schifo. Dalla prima vignetta con lo scoppiazzamento di Arale, al finale demenziale con le QSP che si fondono per formare il fantomatico QUANTUM-CANNONE DI NAVARONE, che non si sa perché può sparare solo UN colpo (e che va a segno senza problemi, quindi che senso aveva inserire questo inutile elemento di "pathos"). Uno spera di non trovarla più sul Topo una roba simile e invece mi sa che dovremo ribeccarcelo a breve. Una cosa è certa, Ambrosio si rivolgerà anche ai bambini senza pensare all'adulto, ma c'è modo e modo di farlo. Questo si chiama fare storie cretine per bambini cretini che si spera diventino adolescenti cretini.
Paperino, Paperoga e gli Ultimi Bubalù (Faccini): Questo invece si chiama fare storie folli per lettori intelligenti. Deliziosa come poche, esilarante l'idea della piramide di gatti che fa il comodo suo e che porta in giro il malcapitato, fantastico l'impiego del gran cast al completo, bello il finale improvviso. Insomma un piccolo capolavoro.
# 2789
Zio Paperone e il Centenario delle 100 Bici (Marconi/Dalla Santa): Ecco cosa significa riportare uno sceneggiatore dei tempi d'oro sul Topo. Una storia vecchio stile che non pare vecchia ma molto "giusta", come dovrebbe essere. Marconi infatti, da vero esperto, realizza una storia a tema, per festeggiare il giro d'italia, che è validissima anche presa da sé e la fa seguendo la vecchia ricetta che rendeva tanto speciali le storie gadget, o evento, dei tempi andati. La trama è divertentissima, con un Paperone davvero sfizioso, sulle tracce del suo passato. Tutti i personaggi utilizzati bene, molto humor e un senso di classicità ormai da tempo latitante. Mi ha fatto stare bene e tornare quel bambino che si esaltava tanto tenendo tra le mani Topolino #2000.
#2790
Numero speciale a tema egiziano, in cui non si sa perché tutte le storie coincidenzialmente sono ambientate in Egitto (meno la danese).
Paperino e la Stele di Rimetta (Figus/Sarda): Una storia della P.I.A. molto più bella della solita squallida media...ma tremendamente banale. Possibile che si siano messi in due a realizzare una storia piena di cliché? Ormai neanche la solita gag dei depistaggi buffi fa più ridere.
Indiana Pipps e l'Amaca del Faraone (Sarda/De Vita): Ancora Sarda, ancora Egitto, ancora cliché. Ormai non si può utilizzare Indiana all'infuori del solito sterotipo della patologia da risolvere. Stavolta è insonne. Comunque la storia è migliore della precedente anche solo per il fatto che mi ha spiazzato che Colette fosse cattiva (forse perché senza farci neanche troppo caso l'avevo scambiata per la Martina di Macchetto).
Fumetto-Intervista (Faraci/Ferrario): Questo mi è piaciuto. Sarà che sono nostalgico della coppia dai tempi di Ridi Topolino, ma l'ho trovata un'idea fatta bene e applicabile anche più avanti. Graficamente eccezionale.
Doubleduck - Total Reset Button (Bosco/D'Ippolito): Terza storia "autoconclusiva" di Doubleduck che si interpone tra le due saghe in quattro parti. Stavolta come la precedente lo sceneggiatore è Bosco. Preferisco il Doubleduck di Bosco rispetto a quello di Vitaliano, anche per una questione di serietà. Trovo quello di Bosco più serioso, il che meglio si adatta al personaggio e alla tipologia di fumetto che vorrebbe essere Doubleduck. Bosco è uno sceneggiatore molto "scolastico", che spesso e volentieri cade in cliché e banalità, ma mantiene comunque quella patina di autorevolezza che DD deve avere. Questa volta tralaltro fa un buon lavoro, senza cadere nel solito tranello dei quadrupli giochi (che pure ci sono, ma non sono alla base della trama), e riesce pure a collegare molto bene alla trama generale la parentesi vitalianesca del direttore d'orchestra con le reminescenze, nonché a far progredire uno dei misteri, sia pur di poco. Ho gradito.
# 2791
Un numero dedicato alla morte di Elisa Penna con stralci di pagine di posta, omaggi e tanto altro. Alla fine avevo i denti cariati, ma la cosa mi ha fatto decisamente piacere perché indice di una certa voglia di ricordare da parte della De Poli.
Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 1 (Enna/Urbano): Enna torna ad occuparsi del Paperotto con una saga estiva (anche se un po' in anticipo) che riecheggia la buona quadrilogia dell'anno scorso e la bilogia piratesca di qualche anno fa. E se ne occupa molto bene, restituendogli dignità e atmosfere che mesi di pp8 frittole e strips di Soffritti gli avevano tolto. Anzi, qui addirittura opera una sfrittolizzazione (cioè una frittolazione al contrario) del personaggio del preside, creato per il magazine moderno, e qui immaginato nelle sue ipotetiche vesti "originali" e rurali. La storia è molto interessante e Urbano fa un ottimo lavoro per mantenere la giusta classe retrò. Una gradita sorpresa.
Il resto del numero contiene un Cimino e una storiella in costume della Gianatti, un po' ridondante, ma tutto sommato ben fatta.
# 2792
Arrrgh, Papertotti 2, si salvi chi può!
Topolino e la Maxi-Mini Coppa (Secchi/Gervasio): Arieccoci. Tutti piccoli, tutti amici, e con Gattuso. L'inizio della storia è proprio speculare a Papertotti con la vignettona del campetto e via dicendo. Lo svolgimento è centomila volte superiore e infatti è realizzata meglio di quanto si sperasse, rimane il fatto che è abbastanza paradossale come ogni volta che alle fiere si richieda supplichevolmente un minimo di coerenza interna tra le storie, ogni autore in forza alla Disney sia pronto a sfottere, sbeffeggiare e considerarla roba da nerd Donrosiani, e quando capitano queste porcatelle allo la continuity ci sia, e sia pure sopraffina. Infatti nella storia a un certo punto arrivano i baby Paperi, si fanno frequenti riferimenti al "
segreto del cucchiaio" e il finale sia aperto, mettendo in scena la sfida tra Papertotti e Gattoso e promettendo di mostrarcela un giorno in una terza parte. Abbastanza snervante e frustrante come cosa, specie per il fatto che si pretenda di raccontare le origini di alcuni personaggi tipo Macchia Nera bambino, all'inizio amico di tutti gli altri, con tanto di famiglia ricca, la famiglia Macchia. Per tacer poi di Topolinda che invece parrebbe voler canonizzare ulteriormente in questa sorta di Baby Calisota 2.0 alcuni elementi presi dalla tradizione più classica. Insomma, non apprezzo ciò che si sta profilando all'orizzonte, lo trovo minaccioso.
Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 2 (Enna/Tosolini): E invece ecco qui un bel modo di fare continuity, inserendo a mo' di strizzata d'occhio la 313 tra i desideri del Paperino infante, a parecchi anni di distanza dal giorno del suo acquisto (avvenuto in Messico, OVVIAMENTE). Poi la storia continua ad essere bellina e misteriosa, anche se Tosolini si distanzia di parecchio dallo stile paperottiano e la fa sembrare una storia piuttosto regolare.
Interessante in tutto questo la presenza di una danese disegnata da Cavazzano che pare riecheggiare l'animazione, mettendo in scena Qui Quo Qua in versione monelli.
# 2793
Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 3 (Enna/Dalena): Inizia la gara di spelling, interessante che Enna abbia impostato la storia facendo arrivare i personaggi ad Apaloosa già a metà storia. Forse uno degli episodi migliori dove molti nodi vengono al pettine e dove ogni personaggino riesce a rendersi simpatico intrecciando in maniera sensata i irspettivi tormentoni con la trama. Molto buono Dalena.
Topolino e la Fonte di Verne (Panaro/Held): Panaro riesuma la macchina del tempo facendo una storia un po' vecchia scuola. Qua e là opaca ma comunque ricca di spunti interessanti.
# 2794
Il numero del compleanno di Paperino, festeggiato (male) con una serie di storielle danesi.
Paperino Paperotto e la Strada per Apaloosa - Ep. 4 (Enna/Migheli): Argh, una così buona storia che viene penalizzata dal finale dai disegni indegni della Migheli. Sul serio, dispiace un sacco ma non sono affatto curati. Danno un senso di tirato via a dir poco vergognoso, con proporzioni, espressioni e pose del tutto cannate. Un guazzabuglio grafico che smorza non poco la validità della sceneggiatura. Ciò non toglie che sono tra quelli che hanno apparrezzato la saga di quest'anno pure più dell'anno scorso, anche per la mancanza della sterotipatissima figura dei "cattivi buffi buggerati dai bambini".
Dov'è Finito Paperino? (Printz Pahlson/Rodriques-Ferioli-Maximino-Ferraris): Quattro brevi storie che raccontano in modo corale, le ricerche di Paperino, viste di volta in volta con l'ottica dei vari personaggi. Incredibile il contrasto tra la gran qualità dei disegni e la stupidità della trama. Tanto per cominciare le trovate sono insensate, infantili e alquanto imbecilli: spesso i personaggi appaiono ritardati, si comportano in modo forzato e la trama non convince proprio dal momento che la mancanza di Paperino passa assolutamente in secondo piano visto che c'è il blackout cittadino. La prima storia con lo zoo è alquanto inutile, la seconda con Topolino è quanto di più banale si possa inventare, la terza sembra inserita a forza e la quarta sembra un delirio senza né capo né coda. Questo Printz Pahlson mi sembra un incapace totale, ed è un peccato. Graficamente invece è un vero e proprio spettacolo visivo: si potrà accusare la Egmont di appiattire lo stile dei disegnatori, di seguire una politica editoriale in linea di principio sbagliata, ma se la resa dev'essere questa ben venga. Le espressioni dei personaggi, il senso di pulizia delle vignette appagano e rilassano l'occhio molto di più dei tipici stilemi caotici all'italiana dove ormai si gioca a cavazzaneggiare nel senso più sgangherato del termine. Bellissimi i paperi di Rodriques e Maximino e meravigliosi il Topolino e il Macchia Nera classico by Ferioli. Discorso a parte merita il Ferraris inglobato al sistema, che ha perso il suo stile. Bé meglio così visto che a mio modestissimo parere era quanto di più orrendo e raffazzonato si potesse trovare sul Topo. Adesso invece ha finalmente imparato a disegnare come si deve. Tié.
# 2795
I Bassotti e il Ricatto in FM (Muzzolini/Intini): La storia del numero. Ma il numero fa schifo e così anche la storia. Infatti è l'ennesima riproposizione dello schema dei paperopolesi che si attaccano tra loro la mania, e dei soliti pretesti per inserire vip e gag fini a sé stesse. Se a questo aggiungiamo Nonno Bassotto sputtanato con poca serietà si ottiene la classica storia evitabile simbolo di questa nuova gestione topoliniana.
# 2796
Con questo numero inizia una cosa interessante. Una saga in quattro parti che però saranno pubblicate a cadenza mensile. La cosa mi è piaciuta per vari motivi: si evita di monopolizzare il settimanale con la stessa zuppa per troppo tempo, si rende maggiormente attendibile il prossimo episodio e soprattutto se implementato nella maniera giusta questo sistema potrebbe a breve trasformare Topolino in un "contenitore" all'interno del quale pubblicare tante miniserie/testate che escono mensilmente in edicola, dandosi il cambio di settimana in settimana. Così magari ognuno segue la storia che vuole. Ma vabbè nessuno rinuncerà mai al concetto di storia riempitivo, quindi meglio dimenticare il sogno ad occhi aperti.
Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle (Vitaliano/Gervasio): Mi è piaciuta. E' divertente, impiega bene il personaggio di Paperone (e ci scappa pure la citazione martiniana) e mette attesa per i prossimi episodi. Bravo Fausto. Peccato per il principio che sta alla base di tutta la storia che non sta affatto in piedi: gli uomini del futuro che contattano un tizio del passato e gli danno istruzioni per spedirlo ulteriormente nel passato di pochi giorni prima? Perché non contattare direttamente il Paperone del momento giusto, o occuparsene loro? Mah. Però la cosa delle farfalle che svolazzano al contrario e del tortuoso giro di rapporti cause effetto ha del geniale.
Wizards of Mickey - Le Leggende Perdute: Il Drago Lucente (Muzzolini/Palazzi): Assurdo leggere un WoM non di Ambrosio, ma siamo sicuri che sia tale o che non sia una generica storia fantasy in stile muzzolini poi convertita ad essere un appendice a WoM? Ad ogni modo la trama è più solida della saga principale, il che è tutto dire. Niente di che, ovviamente.
# 2797
Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 1 (Vitaliano/Mastantuono): Un buon inizio, assai promettente. Belli i colori di Monteduro, simpatici i testi ironici di un Vitaliano in forma. Interessante la missione anche se un po' troppo slegata dai misteri principali, ottimi i disegni di Mastantuono. DD quando c'è è una festa, anche se il tradimento finale di Jay J fa aleggiare la solita nube di scetticismo sui quadrupli giochi che sembrano essere l'unica cosa che muove le trame di DD e che hanno ormai perso ogni minima credibilità.
Di Paperi e di Geni (Faccini): Altra breve muta di sei tavole firmata Faccini. Sempre molto minimalista, sempre molto delirante, sempre deliziosa. Ebbene sì, anche se non è piaciuta a nessuno io mi metto tra gli entusiasti di questo autore che ogni volta che agisce mi intrattiene sempre.
Topolino e il Nero di Seppia (Cimino/Gatto): Che retrò questa storia. E che strano vedere Cimino coi topi e per giunta con Setter e disegnato da Gatto. E che brutto il Macchia Nera di Gatto. E che rapido il finale. E che assenti i topi nella prima parte della storia. Boh, bhì, bhè, buh.
# 2798
Un numero sensazionale. A parte una danese alquanto loffia, e una pillola di Pico boschiana, il numero presenta Doubleduck, Faccini, e soprattutto un Casty in stato di grazia che sforna un piccolo capolavoro.
Topolino e le Borbottiglie di Avaloa (Casty): Dopo mesi di silenzio torna ad essere pubblicata una storia di Casty, che si presenta elegantemente disegnata da lui, e con una splash page che sembra omaggiare lo stile di Rodolfo Cimino. Sembra infatti dedicata al grande autore questa storia, a partire dal nome del bis bis di Pippo, Romino Cidolfo, che fa avviare la trama. Senza dubbio uno dei migliori parti del Castellan, che ultimamente si era visto di rado sulle pagine del settimanale ma che complice la stagione estiva e l'uscita tradizionale del gadget con conseguente superesposizione del settimanale permette una maggior densità di belle storie. La storia è infatti strepitosa, con una trama poetica e fantasiosa che vede Topolino e Pippo giungere in una terra in cui gli abitanti comunicano tramite musica, che viene immagazzinata all'interno delle "borbottiglie" del titolo. I due, caratterizzati al meglio, se la devono vedere con un usurpatore, e nel far questo Casty dimostrerà una volta di più come sia possibile integrare armoniosamente la tecnologia all'interno del mondo Disney, senza risultare ridondanti. La tecnologia è grande protagonista anche dell'inizio della storia, in cui si ha modo di avvertire l'affettuosa assenza di Minni tramite il navigatore satellitare personalizzato con la sua voce.
Tra 200 metri, gira a sinistra...e pensami un po'! è un perfetto esempio di gag "buona" alla Casty che fa capire quanto calore ci sia nei suoi personaggi e nel suo modo di raccontare, figlio di una poetica genuina e fiabesca. Ma poi pagina dopo pagina è tutto un florilegio di trovatine, finezze, gag bonarie come ad esempio Pippo che racconta le imprese dello zio attraverso tre balloon illustrati e poi per spararla grossa li combina insieme con le mani, per non parlare dell'entusiasmo dello stesso Pippo nel partire all'avventura. Graficamente parlando poi siamo dalle parti del capolavoro, e se non bastano le espressioni di Topolino e Pippo a rendersene conto si prenda il varano, grosso, minaccioso eppure disneyano, o lo schema compositivo di una qualsiasi vignetta, sempre ordinato chiaro e nel contempo dinamico e ricco di appeal. La cura profusa nella realizzazione si estende anche al finale agrodolce, che rimanda un po' alla poetica reginelliana nel sancire la divisione tra il nostro mondo e quello di Avaloa, costretto a scandire il proprio tempo in ottave. Insomma tanta fantasia, un trattamento egregio per i personaggi, una buona dosa di allegria e positività accompagnate da una resa grafica accattivante fanno di questa storia il prototipo della storia Disney perfetta, che al termine della lettura avrà divertito il lettore, scaldandogli anche un po' il cuore.
Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 2 (Vitaliano/Mazzarello): Questa invece è una storia disney acida, inutile e raffazzonata che allunga inutilmente il brodo facendo perdere tristemente punti ad una serie che poteva dare decisamente di più. Far vivere mille disavventure marittime a Doubleduck per tirarla in lungo abbastanza per poter vendere il gadget non è una bella mossa, specie per una serie che sembrava di qualità molto alta e che voleva raccontare qualcosa di sensato. Oltretutto mi è parso un Vitaliano assai poco ispirato con gag e tormentoni assolutamente non divertenti, ad esempio l'incontro coi nerd dei cefalopodi buono solo a fare un po' di sfottò. Mah boh, di certo è una bella delusione, dal momento che Doubleduck pareva essere qualcosa di più, qualcosa con un minimo di
trama.
Paperino e l'Ultima Goccia (Faccini): Il genio pazzo in versione muta colpisce ancora. Stavolta si ride, e tanto. Ci si scompiscia con una gag più assurda e surreale dell'altra, con un ritmo indiavolato, persino meglio dei cortometraggi! Datemene ancora!
#2799
Come negli anni '80 Topolino torna ad occuparsi del sociale, e stavolta c'è l'anniversario dell'allunaggio per cui Sisti fa una storia a tema.
Topolino e il Guardiano della Luna (Sisti/Dalla Santa): Che peccato che questa storia sia loffia. Un peccato perché le premesse c'erano: la storia a tema, la presenza del mitico Sisti, il fatto che era un'avventura di Topolino, il fatto che era in due tempi. E invece è loffia, poco credibile nel suo festeggiare pedantemente l'allunaggio nel dettaglio salvo poi mostrare un andirivieni lunare assai leggerino. Insomma, nel complesso non mi ha convinto e ciò è male perché quello di Sisti è un mito che mi sta progressivamente cadendo.
Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 3 (Bosco/D'Ippolito): Vitaliano in panchina e torna Bosco, in pessima forma. Ci vengono risparmiati gli ormai irritanti sfottò ma in compenso la trama prende una piega alquanto inutile, con tanto di pirati e telefonati colpi di scena. Perché ormai non è più bello insistere su questo far finta di essere cattivi, poi buoni, poi ancora cattivi. Adesso salta fuori che Jay J è buono e che il tradimento e la missione di DD era tutta una finta. Come al solito. E ormai il presentimento che anche Doubleduck e il suo fighettaggio sia una finta per mascherare una cronica mancanza d'idee e di trama, prende sempre più piede.
# 2800
Doubleduck - Missione Cuore Termico: Ep. 4 (Bosco/Freccero): E io come cavolo lo giudico un episodio simile? Perché è fatto da Dio, disegnato in modo eccellente, sceneggiato anche meglio, con scene molto belle e che rimangono impresse (il gatto, il "colpo di scena" finale). Ma se avevo già espresso qualche riserva sul giochetto dei doppi giochi negli episodi precedenti, e mi ero letteralmente stufato della cosa nello scorso, come posso anche solo minimamente tollerare che nella storia in questione si riccorra per l'ennesima volta a questo trucco? Ora che Jay J era tornato buono mi ridiventa cattivo, salvo poi tornarmi buono, e in tutto questo la storia inizia a non essere più minimamente credibile. Insomma dopo che ci hanno propinato ben quattro passaggi di schieramento all'interno della stessa storia dovrei nuovamente stupirmi o cominciare a stufarmi? Non è un po' troppo comodo così? Bé ad ogni modo la curiosità di capire come Paperino sia riuscito a raggiungere sia pur olograficamente quella posizione è rimasta e quindi aspetto anch'io - sia pur con riserva - Novembre per capire questa cosa, chi lo voglia uccidere e cosa accadde durante il periodo da agente in sonno. Suppongo che questa curiosità sia un sintomo che la serie non sia proprio da buttare...o no?
Il numero oltre a questo offre anche un Indiana Pipps macchettiano, un giallo panarèo e il primo episodio di Paperin di Boscoscuro. Niente di indimenticabile, purtroppo.
# 2801
Zio Paperone in Missione Effetto Farfalle - Ep. 2 (Vitaliano/Mazzarello): Cavoli, anche questa "saga" il mese scorso me la ricordavo meglio. Mi è parsa molto riempitiva anche se di per sé non è un difetto. Non è male che i paperi seguano la massa di sporco fino a che non ottengono la nube di pioggia, ma il viaggio mi è parso un po' raffazzonato. Mi piace l'interazione acida tra Paperino e Paperone ma in tutto questo ho visto Archimede un po' inutile, e soprattutto Pico assai stupido. L'umorismo sfottò di Vitaliano sta bene in bocca a Paperone ma andrebbe mediato, se non si vuole che ormai i personaggi si prendano poco sul serio pure tra di loro.
Topolino e il Fantasma di Cleopatra (Casty/Camboni): Ecco di nuovo Casty a distanza di sole tre settimane dall'ultima storia. Segno che si vuole riservare ai mesi estivi il meglio della produzione Topoliniana. Però stavolta è un Casty minore, che racconta una storia un bel po' sottotono, rispetto alla sua sfavillante media. Di sicuro non è una storia priva di motivi d'interesse, come il fatto che veda Topolino accompagnato da Indiana Pipps e Pluto. E' la prima volta che Indiana viene utilizzato da Casty, molto più incline a creare personaggi femminili nuovi per questo tipo di ruoli. Ma anche lo stesso variare dei comprimari che affiancano Topolino è uno dei pregi dell'autore che qui si cimenta con un personaggio per lui nuovo, ricordandosi tralaltro anche del fin troppo fumettisticamente sottoutilizzato Pluto. La trama non è niente di che e vede l'inedito terzetto sventare una truffa a base di finte apparizioni fantasmatiche, una cosa alla Scooby Doo che poi si scoprirà essere architettata dal solito Gambadilegno. Ma anche in una storia minore Casty riesce comunque a infilare le sue solite finezze, che sono la sua inconfondibile firma: ad esempio il fatto che Gamba non sia l'unico colpevole, o lo stratagemma a base di cellulare che Topolino usa per risolvere la situazione, il tormentone con Indiana innamorato...di Cleopatra e il finale poetico e un po' inquietante con la finestra temporale tra i due personaggi. I disegni di Camboni nella loro compostezza quasi francese si sposano bene con la chiarezza dei layout di Casty e il prodotto che ne deriva è come al solito molto raffinato. Insomma, nella sua umiltà questa piccola storia rappresenta l'ennesimo esempio di come si possa mantenere buona la qualità media del topo senza eccessivi sforzi.