[Disney] Disney Anni D'Oro

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Passo a rammentarti che te ne ha privati abbastanza da farti perdere "isda" versione estesa...
  • Io invece ti rammento che avevo già deciso di non prenderlo ma tu mi hai convinto a farlo.
  • Grrodon ha scritto: Già il fatto di parlare di periodo aureo dopo che in giro per i forum chi fa il Disney attuale non fa altro che ridimensionare il mito dei tempi che furono, è paradossale (ma a suo modo ironico), poi il periodo preso in esame, quello degli anni 70 e 80, non vedo proprio perché dovrebbe meritare tale dicitura.
    Si lol, è assurdo! Notai anch'io la cosa sul Papersera.
    Grazie per la pronta recensione, mi eviterò la spesa e la sbatta di cercarlo. Anzi no, se lo trovo lo prendo lo stesso, così mi leggo quest'intervista a Capelli...
  • Disney Anni D’Oro # 1 (marzo 2009)

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    Dopo che Zio Paperone e I Maestri Disney hanno chiuso i battenti rispettivamente nell’agosto dell’anno scorso e nel gennaio di quest’anno, la Disney Italia ha deciso di non lasciare la schiera di lettori più esigenti, i cosiddetti collezionisti o nerd che dir si voglia, a bocca asciutta. Il team guidato da Lidia Cannatella ha così deciso che per due testate per collezionisti che chiudevano ce ne dovevano essere altrettante nuove, che le rimpiazzassero. Nasce così Tesori Disney (trimestrale, ideale sostituto dei Maestri) e ora, con la primavera 2009, ecco Disney Anni D’Oro, bimestrale, che è l’ideale rimpiazzo di ZP. Non di quello delle origini o dell’inizio della serie bianca, ma di quello dell’ultimo periodo, che aveva assunto questa stessa periodicità e che, esauriti Barks e Don Rosa, iniziò a proporre un menù sempre più vario. Spesso scontentando molti. E così sembra fare anche questa nuova testata, infatti.

    Finalmente l’ho letto anch’io, questo primo numero. E devo dire che, al contrario di molti, io non sono deluso da quello che appare questa nuovo giornale nel suo numero d’esordio. Forse perché non avevo alte aspettative rispetto al prodotto, fin dalle anticipazioni nell’editoriale dell’ultimo numero dei Maestri, o forse perché dopo la magnificenza di Tesori non mi aspettavo che si bissasse. Di conseguenza, aspettative basse hanno fatto sì che apprezzassi e non poco questo prodotto.
    Certo rimane il grande neo: lo stesso spirito che guida questa iniziativa. Eleggere arbitrariamente (il termine usato da Grrodon è quanto mai appropriato) gli anni ’70 e ’80 come “anni d’oro” della produzione disneyana a fumetti è un’assurdità: primo perché la quasi totalità di fan sostiene che l’epoca d’oro stia prima, e secondo perché indipendentemente da ciò decidere che dei certi decenni sono stati migliori di altri così è quasi dittatoriale, per qualcuno gli anni migliori possono essere i ’50 come i ’90! A parte questo, se si riesce ad accettare questa filosofia intrinseca, il più è fatto ed ecco che il prodotto si può ben giudicare.

    A partire dall’estetica: il logo mi piace molto, il disegno di copertina di questo numero inaugurale anche, bravo come al solito Cavazzano, e l’idea di mettere le alette alle copertine a mò di Grande Dinastia è interessante (spiegazione del giornale da una parte, focus sull’intervistato del numero dall’altra), Retro un po’ spoglio, ma in definitva ha il sommario delle storie e dei due “contenuti speciali” principi del numero, quindi va bene. Ho letto molte lamentele sulle pubblicità, che ho notato subito anch’io sfogliando il volume in edicola: è vero, fa strano vederle in un giornale di questo genere, ma se lo contestualizzo ancora una volta come erede di ZP, che di pubblicità ne aveva, ecco che non mi stupisco più di tanto.
    Ma a livello di contenuti, come siamo messi nel primo numero?
    Si parte con Zatteroni e 45 giri (Luca Boschi), articolo introduttivo nello stesso tempo della nuova testata, degli anni presi in esame e della storia di apertura. Un po’ compresso, di conseguenza, ma buono. Prepara alla storia Zio Paperone e l’ “Operazione Galeone” (Pavese, Cavazzano); io sono stato contento di questa storia, non avendola mai letta alla faccia delle numerose ristampe. Dispiace che non si sia reintegrata la prima tavola del secondo tempo, ma comunque l’avventura è molto godibile, una trama avvincente che vede lo Zione e nipoti in una caccia al tesoro in contrapposizione a Rockerduck e ai Bassotti, motore di tutta l’azione. C’è qualche piccola illogicità (perché i Bassotti hanno quella villona?), ma la storia scorre anche grazie agli ottimi disegni, ed è interessante sapere che una certa tridimensionalità dei personaggi a la composizione sperimentale della tavola tipiche di Giorgio nascono proprio qui.
    Furto in crociera (Boschi) si limita a presenta la storia e gli autori, soprattutto Rota. L’avventura, Topolino e il buco nell’acqua (Gazzarri, Rota) è leggibile ma abbastanza anonima e dimenticabile. Segnalo solo che avevo un ricordo pessimo di Rota come disegnatore di Topi, invece qui l’ho quasi gradito.
    Il mitico direttore da un milione ci copie (Alessandra Orcese… ma chi è?!?) è l’intervista al super ospite del numero, che è l’ex direttore di Topolino Gaudenzio Capelli. Intervista interessante, a tratti forse banale, ma qualcosa di nuovo me l’ha fatto scoprire e gli aneddoti raccontati da Capelli sono molto succosi. Tutto sommato quindi una buona prova, ma avrei preferito la Cannatella a fare l’intervista, come è quasi sempre stato. Vabbè…
    Lo spot della settimana (Scala) è divertente, ma forse non uno dei migliori. Sembra che ne metteranno uno a numero, vedremo fra 2 mesi. Intanto a seguire c’è l’articolo Il flagello degli spot (Boschi), che sembra la lezione di un laboratorio che stavo seguendo in università: parla della storia della pubblicità in Italia, con una citazione alle Lenticchie di Babilonia. Segue Zio Paperone e la micropubblicità perniciosa (Cimino, Scarpa), gustosa storia tipicamente ciminiana, divertente e coinvolgente.
    Il ritorno di Wright (Becattini) illustra molto bene la situazione in quegli anni per i comic books disney americani, con il ritorno di artisti celebri nei decenni precedenti. Bill Wright è uno di quelli, e ciò fa capire come la storia che viene presentata non sia l’apice della sua produzione. Infatti Topolino e il corno di Orlando (Wright) non mi dice molto, è una storia bislacca con utilizzo bislacco di un vecchio personaggio bislacco.
    Professori, premi e tagliatelle (Becattini) fa un bel ripasso su cosa era e come era nato il progetto del Disney Studio e delle storie da esportare, e ben introduce alla storia a ai richiami più o meno voluti ad altre opere (vedi il film Intrigo a Stoccolma). Topolino e lo Snowbell scomparso (Disney Studio, Scarpa) risulta così una storia molto gradevole, di certo non il miglior Scarpa, ma una storia a suo modo avvincente e sicuramente piena di gag divertenti. E’ alla sua prima ristampa.
    Il Portfolio, infine, è dedicato a Giovan Battista Carpi, anche come tributo per il decennale dalla scomparsa. La galleria di immagini è una manna per gli occhi, e questa sezione è sicuramente molto appetitosa nell’ambito del giornale.

    Insomma, un punto di forza che vedo in questa testata è la divisione in sezioni: quella sull’autore americano con una sua storia, quella della storia alla sua prima ristampa, quella dell’intervista all’ospite speciale, quella del Portfolio, le storie legate all’attualità e il seguire l’evoluzione grafica di un autore. E ogni storia preceduta da un articolo che bene o male la introduce. L’impegno io ce lo vedo, in definitiva, e considerando che è comunque il numero di inaugurazione e che quindi molte sbavature si corregeranno, oltre alle parole di Boschi dal suo blog che rassicurano su qualità di ciò che si inserirà nei prossimi numeri e sulla presenza di inediti, io mi sento di promuovere la testata e questo suo primo numero. La mia intenzione è d proseguire con tutti i numeri, ma dipenderà dalle condizioni economiche in cui verserò di volta in volta. Per adesso non mi lamento.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Non avendo nessuna storia, l'ho comprato. Essendo un novizio del mondo Disney, mi ha soddisfatto.

    Alex.
  • Disney Anni d'Oro # 2 (maggio 2009)

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    Il secondo volume di questa nuova testata, caricato di attese e aspettative da chi dopo il primo numero voleva avere una “prova del nove” su cosa potesse realisticamente offrire all’esigente lettore-collezionista, ha riscosso un’accoglienza abbastanza freddina. Molti rivedono la stessa indecisione e confusione che si avvertiva già al parto della pubblicazione, facendola essere così più un calderone dove buttare roba molto buona insieme a roba che non sembra trovare il suo perché qui piuttosto che in altri periodici della Disney come I Grandi Classici.
    Appunti sicuramente veri, almeno in parte, ma che secondo me, se accentuati eccessivamente da anni di sangue cattivo che la politica editoriale della Disney Italia ci ha propinato in passato e dalla troppa attesa/aspettativa vero nuove testate, rischiano di offuscare anche quello che di buono c’è.
    La bella copertina di Cavazzano, ispirata a mio parere dalla seconda storia, apre il volume che comincia con un articolo di Boschi sulle vacanze in campeggio, tipiche degli anni della crisi (la quale è un po’ il tema storico portante del numero). A seguire Paperino e l’isola dei Capoccioni (Cimino, Scarpa), divertente storia in cui Paperino tenta la via dell’affermazione personale in un luogo in cui questa possa essere a lui più facile. Arriverà però a contatto con uno strano popolo tipico di Cimino e disegnato in maniera molto divertente dal grande Scarpa.
    Un confronto tra i disegni di Gottfredson e quelli di Marco Rota annuncia Topolino e i rapinatori del cielo (Disney Studio, Rota), storia abbastanza nella media, e che non spicca più di tanto.
    Segue però Paperino e la visita distruttiva (Pezzin, Cavazzano), un’autentica bomba di storia, spettacolare, pirotecnica, meravigliosa. Da intendersi nell’ambito del seguire l’evoluzione grafica di Cavazzano volume dopo volume, è probabilmente la migliore del numero: la fascetta del volume annuncia che è la prima storia della collaborazione di Giorgio & Giorgio, sicuramente è una delle più scoppiettanti tra quelle che di loro due ho letto che Paperino e Paperoga insieme! Paperino si fa coinvolgere dal cugino in una folle missione in cui lui si getta ma senza bene capire il perché, dato l’appurata follia del tutto. Paperoga è più scatenato che mai. I disegni sono qualcosa di indescrivibile a parole, ipercinetici, bucano la vignetta e il foglio in una dinamicità di zampe papere, di corse e di “voli” che ti resta impressa. Dieci e lode.
    L’intervista del numero è fatta a Vincenzo Mollica: anche a me questa scelta è parsa strana e fuori dagli anni di cui si occupa la rivista, e solo la spiegazione che ne dà in merito Boschi sul suo blog può contestualizzare meglio il giornalista in quei due decenni. Infatti l’intervista verte soprattutto sul suo alter ego papero Vincenzo Paperica, su domande banali e su altre che invece spingevano a far venir fuori l’importanza del fumetto per Mollica ottenendo risposte da tre righe. Peccato, perché di un giornalista che nel bene o nel male ama così tanto il medium fumetto e in questo riconosce importanza e maturità a quello Disney sarebbe stato interessante sapere altro e/o di più, oltre a cose stranote come il fatto che adora Paperino o che Pippo sia il suo filosofo preferito (cosa che in linea generale condivido).
    Ben e io (Reilly, Gonzales, Moores) è la storia mai ristampata: una deliziosa avventura, versione fumettata del mediometraggio disneyano del ’53. La trama, nota quasi anche a chi come me il cartoon non l’ha mai visto, è molto simpatica, e i disegni di Gonzales fanno il resto restituendoci in gioiellino, ben introdotto da un articolo di Becattini.
    La storia collegata al contesto del suo tempo è Zio Paperone e le tribolazioni dell’austerity (Martina, De Vita), spiegata e argomentata dall’interessante articolo di Boschi sulle domeniche degli italiani chiusi in casa per la crisi, sugli show televisivi, sulle targhe alterne ecc. La storia è carina, presentando lo Zione tipico delle avventure di Martina: in questo caso specula sulla crisi e sulla mancanza di benzina e generi di prima necessità vari, rivendendoli a prezzi di strozzinaggio. E vabbè, il divertimento sta anche nel vedere Paperone così “sopra le righe”
    Lo spot della settimana (Scala) incredibilmente è uno di quelli che non avevo mai letto: divertente, ma non dei migliori IMHO.
    Infine Zio Paperone e le paludi di Tissobat (Disney Studio, Bottaro) presenta una bella storia in cui Paperone viene ingannato dai Bassotti e deve ricorrere all’aiuto dei nipoti. Schema classico per una storia che sa intrattenere, introdotta da Becattini che dice cose interessanti sulla storia.
    Il Portfolio di questo bimestre è dedicato a Giorgio Bordini: se da un lato fa piacere vedere una galleria di immagini con breve introduzione di Boschi alla figura dell’autore, tutta dedicata a questo artista abbastanza poco considerato (la sua sola comparsa nei Maestri Disney fu in un articolo nel numero dedicato alla scuola veneziana), dall’altro spiace vedere come le pagine siano notevolmente meno di quelle dedicate a Carpi due mesi fa. Portfolio comunque buono.

    Alti e bassi insieme, insomma: se l’unica di Mickey Mouse non è un granché, se storie come la prima potrebbero stare anche sui GC e se l’intervista non è così approfondita, c’è da tenere conto che i grandi nomi per buone storie ci sono (Cimino, Scarpa, Martina, Cavazzano, Bottaro…), che gli articoli introduttivi in genere sono abbastanza interessanti e riescono a dare sia contestualizzazione alle storie sia informazioni su di essa, che la sezione del Portfolio è comunque una bel modo di terminare ogni numero e che per ora la storia mai ristampata è stata di buonissima qualità.
    In fondo bisogna tenere conto delle illuminanti parole di Boschi, sempre dal suo blog: la pubblicazione è rivolta principalmente a quelli che hanno vissuto quegli anni e che ora ritrovano le storie della loro infanzia qui, con apparati critici e i “com’eravamo” alla Carlo Conti nei Migliori anni. Poi è ovvio che anche il collezionista può trovare cose interessanti, ma allora il vero problema che salta all’occhio è un altro: il prezzo, forse davvero troppo elevato per una testata che esce ogni due mesi e che propone cose rare e gustose insieme a cose che avrebbe più senso vedere sui Grandi Classici a un prezzo decisamente più “popolare”.

    Next, l’intervista sarà fatta da Boschi (parole sue) a Giorgio Cavazzano, il che potrebbe essere il motivo che mi spingerà a prendere almeno anche il terzo numero (sebbene pensare che a luglio usciranno quasi contemporaneamente Tesori e questo fa scappare il mio portafogli)… vedremo. Per ora mediamente soddisfatto, comunque.
    Ultima modifica di Bramo il lunedì 05 ottobre 2009, 21:34, modificato 1 volta in totale.
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  • Disney Anni d'Oro # 3 (luglio 2009)

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    E alla fine cedetti. Eh sì, approfittando del "fondo spese" elargito dai genitori per la mia vacanza al mare nella prima metà di questo agosto mi sono preso il terzo numero degli Anni d'Oro, nonostante le iniziali perplessità su di esso. Boh, che dire, questa testata a me sta piacendo e anche se a pelle reputavo questo numero insulso, col tempo l'ho riscattato.
    Certo, è il peggiore dei 3 usciti finore IMHO, ma anche con questi difetti racchiude comunque una buona miscellanea di contenuti.
    Innanzitutto si rivelano sempre più utili le fascette di copertina e quarta di copertina, che riportano i temi di quel ventennio che vengono trattati in quel numero e la biografia dell'intervistato, fornendo quindi un'ottima presentazione del volume. Si apre poi con la spettacolare Paperoga e il peso delle gloria, che attendevo di leggere con ansia dopo essere stato più che favorevolmente colpito da Paperino e la visita distruttiva nello scorso numero. Qui infatti siamo sugli stessi livelli di follia narrativa, anzi forse di più, Pezzin ci dà dentro e si scatena potendo concentrarsi sul solo Paperoga assurto a protagonista assoluto. Cavazzano dal canto suo è più in forma che mai, sperimentando alla grande col suo tratto dinamico e accattivante. Magnifiche le esperessioni di Paperone e le evoluzioni che compie il sottomarino! 10 e lode per questa perla. L'articolo di presentazione alla storie del prode Boschi sa essere puntuale e dà una bella visione del personaggio di Paperoga e della sua evoluzione.
    Topolino e l'avventura del Pesce-robot a me è piaciuta. Non sarà il periodo migliore della carriera di Guido Martina, certo, ma l'autore sa intessere una trama avventurosa più che gialla in un modo non frequente nel fumetto Disney per due ragioni: si parla di rapimento di minore per estorcere soldi a ricchissimi parenti, il che come ben spiega l'ottimo (anche qui) articolo di presentazione di Boschi, ha visto un protagonismo nella cronaca italiana di un certo periodo. Inoltre, è raro che il rapito da salvare stia così terribilmente sulle scatole tanto a Topolino e Pippo tanto al lettore. Così l'attualità si riversa anche sugli hippy e sui ragazzi "dai capelli lunghi". Queste storie che si buttano sull'attualità quindi mi piacciono, specie con le spiegazioni degli articoli (mi ha mlto interessato la vicenda di mJohn Paul Getty III narrata da Boschi). Certo, Martina mette in scena uno stereotipo all'ennesima potenza del ragazzo "figlio dei fiori" riversando un suo probabile odio per quella tipologia di giovani, ma la storia scorre bene, c'è la prima tavola del secondo tempo e i disegni di Scarpa mi piacciono da impazzire. L'unica cosa che stona, oltre a Topolino che mal sopporta Pippo, è proprio il Pesce-robot, che mi sembra un po' una buffonata.
    Si prosegue con Disco...Paper di Sisti e Massimo De Vita. Storiella senza pretese che ho su un vattelapesca sanremese, è comunque smpatica l'idea di chiamare una discopteca "Numero 1" per la presenza nella sala della prima moneta di Paperone. Per il resto... bof. L'articolo di Becattini è breve, ma non c'è molto da dire su 'sta storia in effetti, interessante però la compilation dance di Topolino! Belli i disegni, quanto era bravo De Vita anche con i Paperi!
    Zirlino pecora leonina la conoscevo già nella versione dei Maestri Disney Oro, storiella anche qui tranquilla tranquilla, identica al cortometraggio da cui è tratta, mi è comunque piaciuto il finale. Bello lo Zirlino adulto disegnato da Gottfredson, e bello l'articolo di Becattini che ben spiega la genesi di questa storia non mancando di fare una breve biografia del grande Floyd.
    Paperino, Paperone e i magnifici 95... per non parlare del disegnatore di Carpi è una bella storia, mi è proprio piaciuta! A parte il fatto di richiamare la vacanza-studio promossa da Topolino, Giovan Battista Carpi ai testi e ai disegni è bravo a rimembrare quell'esperienza a cui ha partecipato nelle vesti di insegante di disegno infarcendola di avventure e gag del tutto fantastiche e divertenti. Paperone (e Rockerduck poi) che va sul monte per urlare è bellissimo, così come l'autocaricatura di Carpi è meravigliosa, e così i Bassotti vestiti da bambini, infine arrivando allo spettro di Paper-Cliff e all sua triste storia d'amore. Disengi ultra-wow, mi piace molto il tratto di Carpi di questo periodo. Una storia bella bella e ben introdotta da Becattini, peccato per la bugia sul fatto che sia alla prima ristampa.

    L'intervista a Cavazzano mi è piaciuta. Ok, non siamo ai livelli di quella dei Maestri Disney # 4, ovvio, ma comunque parla di alcune curiosità che non conoscevo, si ferma sulla sua passione da musicista e sul suo gruppo, le sue ispirazioni, i rapporti con gli sceneggiatori, sprazzi di vita privata come la storia del sigaro... insomma, ben fatta. E poi stavolta è Boschi a condurre l'intervista... ma cambia ogni numero l'intervistatore?
    Il Portfolio... dedicato stavolta a Marco Rota, è deludente per la sua brevità ma le (poche) immagini presenti sono dei pregevolissimi disegni di Rota che fanno sempre rimanere ammirati.

    Insomma... un numero che per la selezione di alcune storie, per la mancanza della storia alla prima ristampa e per la mancanza dello Spot della settimana che poteva essere un bell'appuntamento fisso, è inferiore ai primi due, ma a mio parere è calato molto meno di qualità lui che il terzo numero di Tesori Disney, e ha anche tradito meno i suoi obiettivi del fratello cartonato.
    Ultima modifica di Bramo il lunedì 05 ottobre 2009, 21:35, modificato 1 volta in totale.
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  • Disney Anni d'Oro # 4 (settembre 2009)

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    Dopo il mezzo scivolone del numero scorso, ecco che la testata sforna il suo albo migliore in assoluto, fatto salvo forse solo per l’intervista. Contenente storie per me tutte inedite, questo quarto numero mi ha molto soddisfatto per selezione di storie e per articoli presenti.
    Si apre con Topolino e l’idolo vulcanico (Scarpa), un’avventura molto divertente che vede Topolino, Bruto e un professore loro amico venire sospettati di disturbare la quieta della città con misteriose apparizioni di una statuetta trovata dai tre protagonisti fuori da un vulcano. I disegni sono come sempre molto buoni, anche se si nota che è un periodo di transizione artistica per Romano tra lo stile dei decenni precedenti e quello molto affascinante delle strip story anni ’90. La trama non sarà chissà cosa ma è piacevole, interessante, ci sono molti colpi di genio e l’atmosfera è quella giusta (Topolino e Gancetto che non godono della fiducia di Basettoni è sempre una situazione interessante). La storia è preceduta da un bell’articolo di Boschi che parla di “Topolino” e di come veniva gestito (storia italiane, storie estere, editoriali, servizi) all’inizio degli anni ’80, oltre che di Gancio e Gancetto. La magnifica copertina di Cavazzano è dedicata a questa storia, una delle rare volte in cui Giorgio disegna Bruto. Ci sono anche schizzi inediti del Maestro.
    Segue quella che è riconosciuta come uno dei massimi capolavori di Rodolfo Cimino, Paperino e l’errore del Paperzucum (Cimino, Cavazzano), che ho letto per la prima volta e che infatti mi è piaciuta molto. Si ricorda spesso quest’autore per le magnifiche avventure esotiche che ha fatto vivere a Paperone con nipotame appresso, ma Rodolfo ha sfornato anche storie bellissime col solo Donald, e questa insieme a Paperino e la fortuna sfortunata ne è un ottimo esempio. Qui Paperino viene trascinato su un’isola dove comandano le donne, bellissime e altissime papere che coccolano il nostro eroe, ignaro del cimento a cui è chiamato. I disegni di Cavazzano sono quanto di meglio si può chiedere, e apprezzo anche la colorazione presa da Paperino Mese che rende il tutto ancor più dinamico di quanto non sia già di suo. Inoltre noto che potrebbe essere anche questa storia omaggiata da Casty nella storia Topolino e le borbottiglie di Avaloa, per la presenza del bestio. Interessante l’introduzione di Boschi, che non manca di celebrare anche il tratto “techno” di Giorgio.
    Topolino e il segreto di Shangri-Ooo-La-La (Nofziger, M. De Vita) mi ha un po’ deluso. Non per i disegni del bravo de Vita junior, anche se saprà migliorare ancora di lì a poco, ma per la trama abbastanza scombussolata e condotta troppo “alla carlona” sfruttando uno spunto che può sempre presentare risvolti interessanti ed epici. Qui invece tutto è buttato via velocemente, e in più Topolino tratta Pippo peggio che nelle storie più feroci di Martina. L’articolo di Becattini non fa che sottolineare questo ricordando le altre due celebri storie che parlando del mito di Shangri-La, cioè quella di Barks e quella di Scarpa.
    Pippo e il cappello magico (Chendi, Bottaro) è una delle tante storie in cui i due artisti liguri si divertono a contrapporre Nocciola a Pippo, la prima cercando di convincere il secondo di essere una strega. Queste storie generano sempre episodi divertenti e folli, e questo non è da meno. Lol la “Tretannica”, buona la presentazione di Boschi.
    Zio Paperone e il talismano verde (Pezzin, Carpi-Freccero) è probabilmente la chicca del numero, dato che è alla sua prima ristampa dopo che 20 anni fa ha esordito come storie inedita su "Paperino Mese". Proprio per questo è preceduta da un articolo di Boschi che racconta l’evoluzione delle testate mensili della Disney Italia negli anni ’80, con "Mega Almanacco" e "Paperino Mese" appunto. La storia è simpatica, gradevole e avventurosa, con Paperone alla ricerca di un raro materiale per far funzionare i suoi computer; è di certo superiore alla media delle inedite dei mensili, e visto chi è ai testi non si poteva dubitarne. Bello l’uso di due cattivi nuovi di zecca al posto dei soliti Rockerduck e Bassotti, di cui uno dall’aspetto suino tipico dei villains barksiani. I disegni appaiono particolari perché, come si apprende sul Papersera, Carpi si fa aiutare dal giovane Andrea Freccero alla sua prima esperienza per una storia Disney, in modo da fargli fare un po’ di gavetta.
    Chiude la serie di storie Topolino e i depositi notturni (Howard, Urtiaga), divertente storia che fa parte del ciclo Mickey and The Sleuth, di cui tutto si sa grazie all’esauriente articolo di Becattini che introduce alla storia, che come dicevo ha tutte le caratteristiche tipiche delle avventure di questo filone, che a me fa morire dal ridere.
    A completare il volume c’è l’intervista a Susanna Tamaro, vero punto debole del numero dato che la scrittrice quasi nulla c’entra con il mondo di “Topolino”, e dato che le domande risultano quindi il più delle volte noiose o inutili se non al fan dell’autrice. E poi c’è il Portfolio, stavolta non dedicato a un disegnatore ma alla serie “Merry Managerie”. La sezione, dal titolo Lo zoo allegro, viene introdotta da una dotta presentazione di Becattini, seguita alle (poche) vignette con gli animali. Peccato che alcune tengano didascalie in inglese o francese non favorendo la comprensione delle gag, ma pazienza.

    Insomma, un numero che a parte qualche piccolo inconveniente si pone a livelli molto alti di qualità delle storie e di apparato critico, che si fa più approfondito che negli scorsi numeri sia per numero di pagine sia per un bilancio più sapiente ed equilibrato tra notizie storiche e informazioni attinenti al fumetto Disney.

    I believe in Disney Anni d’Oro!
    (molto più che in Tesori, ormai, su cui ripongo sempre meno speranze...)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Disney Anni d'Oro # 5 (novembre 2009)

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    La testata ha fatto il salto di qualità!
    L’avevo detto nella mia recensione del numero scorso, “I believe in Disney Anni d’Oro”! E facevo bene. Il risultato è che ora come ora ci credo ancora di più!
    Intanto è stato bellissimo vedere il numero incelofanato con dentro la cartolina per ordinare il Topolino Gold personalizzato. Mi ha ricordato tanto i numeri di dicembre di Zio Paperone quando allegavano al giornale il Topocatalogo. Bei ricordi…
    Il piatto forte di questo numero tutto pervaso di atmosfera natalizia, addirittura “strillato” a partire dalla bella copertina di Giorgio Cavazzano, è la pubblicazione di Zio Paperone e gli uccelli dorati, ideata e disegnata da Romano Scarpa a metà degli anni ’80 e finora restata inedita. Luca Boschi, scrivendo i dialoghi e disegnando mezza tavola della storia, ci consegna così un inedito mondiale, come già aveva fatto con altre avventure del Maestro. La storia è una simpatica avventura dello Zione a caccia di uccelli dalle piume d’oro, i quali si troverebbero in un “inusitato” luogo al Polo Sud. Forse un po’ veloce nella partenza e nella parte finale dello svolgimento, la storia è comunque godibile e divertente. I disegni di Boschi sono effettivamente al di sotto delle mie aspettative, ma non mi lamento, così come non mi lamento per qualche piccolo difetto nei dialoghi (pag. 117, Paperone e Paperino si invertono la frase). Il lavoro di Boschi resta mastodontico e lodevole, un tentativo in gran parte riuscito di restituirci una storia di Scarpa cancellata dall’oblio. Applausi, scelte come queste nobilitano la testata, senza snaturarla. Con questo colpo Anni d’Oro a mio avviso si pone come erede spirituale di ZP.
    Oltre a questo evento, il giornale offre Topolino e la leggenda del panettone (Sarda, De Vita), bella storia del ciclo della Macchina del Tempo in onore dei 600 anni del Duomo di Milano e del tipico dolce natalizio. La storia l’avevo letta nel Natalissimo dell’anno scorso, ma mi fa piacere averla qua perché in quel’edizione aveva i colori impastati. Qui è nobilitata.
    Nonna Papera maga del biscotto (Chendi, Bottaro-Scala) è poi un’altra chicca, una storia dal sapore molto classico mai ristampata dalla prima apparizione nel 1971. Ci sono scene memorabili e divertentissime, e tutta la trama è abbastanza folle, ma il bello sta lì. I disegni sono caldi e accoglienti, le situazioni da antologia. Un gioiellino.
    Paperino e il croccante al diamante (Pezzin, Cavazzano) segue il filone delle deliranti avventure pezziniane della coppia Paperino-Paperoga, filone che bene o male questa testata ci sta proponendo: se la trama è di indubbia qualità, mostrando un’altra avventura on the road dei due cugini dopo le due che la testata ci ha già proposto negli scorsi mesi, che offre molti motivi di ilarità, i disegni di Cavazzano non sono da meno, dato che si spinge in sperimentazioni grafiche sempre gradite e moderne.
    Romeo e il ricupero della corona (Hubbard) è un’altra storia rara, con protagonista il micione del film Gli Aristogatti e la sua banda di gatti jazzisti. Carina, ma un po’ stramba, non mi ha convinto del tutto (a partire dai colori – la pelliccia di Romeo! E ho detto tutto – al fatto che il protagonista cammini eretto). Infine Zio Paperone e i batteri mangiapetrolio (Pezzin, Carpi) è una storia molto ben costruita con un’idea di base molto acuta e fantasiosa, avvalorata dagli splendidi disegni di un Gibì in forma. L’avevo già letta, ma non me la ricordavo più. L’ho riscoperta e la amo più di prima, sia per la trama che per i disegni che rasentano la perfezione (adoro Rockerduck così tratteggiato da Carpi).
    Gli articoli di Boschi e Becattini sono molto interessanti, trattando del Natale di 20 anni fa, di alcune curiosità sul Croccante al diamante, delle “origini” dell’inedito di Scarpa, dei Classici Disney come appuntamento cinematografico natalizio e di Carpi come figura importante per la Disney Italia dagli anni ’80, quest’ultimo doveroso dopo il Portfolio del numero 1.
    Segnalo poi il Portfolio dedicato a belle cartoline natalizie, e l’intervista a Mauro Pagani, unica vera nota stonata perché stavolta proprio nulla c’entra con Disney. Ma almeno fa sì che ci godiamo una bellissima illustrazione di Fabio Celoni.
    Nota a margine, vedere tanta attenzione al Natale fin dall'editoriale sulla fascetta mi ha fatto tornare alla mente (ancora!) ZP...
    Un numero da avere, forse il migliore finora. E che mi conferma come, tra le due nuove testate per collezionisti attualmente sul mercato, a mio avviso la migliore qualitativamente nel totale dei numeri usciti non è Tesori Disney.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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