Silvano Mezzavilla

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Paperon Bisbeticus Domato

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    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 34
    Topolino” # 2237 (13 ottobre 1998)
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    Mezzavilla torna ai Paperi, e lo fa in grande stile scrivendo una storia che entra di diritto nella serie delle Grandi Parodie Disney. Ai tempi, in cui si festeggiavano i 50 anni di Parodie disneyane, questa venne considerata l’ultima (fino ad allora, ovvio) e inserita nel volume della testata Le Grandi Parodie Disney che celebrava l’evento, inserendola insieme alla prima parodia, L’Inferno di Topolino.
    La storia è la parodia della commedia teatrale La Bisbetica Domata di William Shakespeare, dove però il ruolo della bisbetica del titolo non è affidato a Caterina (come nell’opera originale) ma a Paperone, qui Paperon Paperonicus, soprannominato Bisbeticus. Con la sua avarizia, tarpa il sogno d’amore del nipote laureando Paperino con Paperina, a meno che una dama non riesca a conquistare lui stesso! Nonna Papera, nonna di Paperina, aiuterà allora Brigitta (zia di Paperina) a sfondare negli affari, vincendo una scommessa con Paperon e ottenendo il loro fidanzamento e il fidanzamento tra Paperino e Paperina. Una storia fresca e divertente, in cui la presenza di Brigitta richiama ancora al Maestro e ispiratore Scarpa, e in cui Gastone e Paperoga nei panni degli amici sfaccendati di Paperino sono perfetti. Mi hanno ricordato un po’ il mio atteggiamento fuori dall’università (“si va a zonzo o si entra?”). E i tre sono protagonisti di una scenetta molto lol. Guest star anche Archimede, nei panni del professore e scienziato Galileo Pitagoricis, alter ego di Galileo Galilei.
    La storia, bella e divertente, viene raccontata da Nonna Papera direttamente a Shakesperare per lettera, in un espediente molto simpatico. I disegni di Cavazzano sono favolosi, forse galvanizzato dallo star disegnando una parodia, Giorgio disegna davvero divinamente tutto, dagli sfondi ai personaggi. 10 e lode, sia alla trama che ai disegni.
    N.B.: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

    Paperino e l’Ultrapizza

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    Disegni: Ettore Gula
    Tavole: 26
    Topolino” # 2258 (9 marzo 1999)
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    Ancora Paperi. Stavolta però l’eclettico sceneggiatore decide di dedicarsi all’esplosiva coppia Paperino-Paperoga, che nelle gloriose storie di Pezzin ha fatto faville. E sembrano proprio quelle l’ispirazione per quest’avventura, sembra di vedere il ritmo di quelle storie, compreso il finale in cui nonostante i pasticci tutto si risolve per il meglio. Un happy ending tutt’altro che stucchevole dal momento che ci si arriva a suon di gag e con un Paperoga molto in forma. I disegni di Gula, un altro delle mie giovani (perlomeno allora) leve preferito, ci regala i due cugini graficamente impeccabili, tanto nell’aspetto quanto nelle espressioni. I comprimari poi, come i due evasi e come il dj della radio, sono decisamente accattivanti, Adoro lo stile di Gula!
    Una simpatica storiellina, ma niente più che un divertissement, Mezzavilla ci ha abituato a ben altro.

    Cuori… Incatenati

    Disegni: Ettore Gula
    Tavole: 1 x 6 Ciak
    Topolino” # 2269-2270-2271-2273-2274-2275 (25 maggio-6 luglio 1999)
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    Nel 1996, in seguito a un restyling del giornale, “Topolino” prese l’abitudine di pubblicare in fondo alla rivista una tavola a fumetti di Carl Barks. Insomma, recuperò le one-pages dell’Uomo dei Paperi per metterle come “dulcis in fundo”, e furono una deliziosa consuetudine. Col tempo, alla redazione decisero però di produrre nuove one-pages, ad opera quindi degli artisti italiani. Col tempo queste storie di una tavola vedranno avvicendarsi numerosi disegnatori e sceneggiatori, oltre che moltiplicarsi per giornale (non più una sola in fondo, ma almeno 4/5 sparse per il giornale) e spesso essere costruite come facenti parte di una serie particolare. Ad un certo punto del 1999 Mezzavilla realizza 6 tavole del ciclo Cuori… incatenati, che narra la vicissitudini di coppia di Gambadilegno e Trudy. Ancora una volta, non credo dia casuale la scelta di quello che è un personaggio molto sviluppato dall’autore, e che penso a questo punto apprezzi particolarmente. Le storielle non sono nulla di che, ovvio, ma sono simpatiche e divertenti, in particolare una in cui si vede la mamma di Trudy, e il tentativo di Gamba di non passare il weekend proprio con la suocera!
    I titoli di queste storie (disegnate da un Gula in stato di grazia) sono: Il calendario, Ombre nella notte, A ognuno il suo, La fuga, Pic-nic, Lo scippo.

    Paperino e la Coppa di Paperopoli

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    Disegni: Claudio Panarese
    Tavole: 31
    Topolino” # 2310 (7 marzo 2000)
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    Ancora Paperi, e stavolta Mezzavilla “esagera”. Infatti mette in scena sindaco di Paperopoli, Paperino, Paperina, Paperone, Rockerduck, nipotini, Bassotti… gran parte del cast paperopolese per far loro vivere il rifacimento-omaggio della navigazione che tre secoli prima aveva portato Cornelius Coot a fondare la città.
    Dopo accenni di Barks, lo studio approfondito di Don Rosa e la “Graande impresa” immaginata da Pezzin e De Vita, un altro grande autore subisce il fascino del fondatore di Paperopoli. E alla “Graande impresa” sembra ispirarsi la trama di quest’avventura, che nel suo svolgimento ci mostra un Paperino molto ben caratterizzato, in cerca di riscatto agli occhi dell’amata Paperina. Storia bella, anche se non eccelsa o originalissima. I disegni di Panarese si difendono abbastanza, anche se in alcuni punti e pose non convincono.

    La Banda di Manetta

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    Disegni: Luigi Piras
    Tavole: 30
    Topolino” #2332 (8 agosto 2000)
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    Oh, ma che bella storia è questa! Una trama per niente banale, in cui Mezzavilla riprende in mano il personaggio di Manetta, sempre presente nelle precedenti storie ma che solo in qualche occasione si è distinto (penso a Il grande caldo), e mentre da qualche anno già Faraci si sta preoccupando di costruirgli la sua mitologia personale, Mezzavilla gli regala una storia in cui l’ispettore scava nel suo passato. Tutto parte dal fatto che Basettoni lo esclude dalla scorta per proteggere una famosa attrice originaria di Topolinia che sta per tornare a rivedere la sua città natale. Lì qualcosa scatta nella mente dell’ispettore, che decide di andare alla ricerca di 3 vecchi suoi amici, con i quali un tempo formava una banda, reclutandoli in un modo che ricorda molto il film The Blues Brothers. Manetta in una banda di criminali? Possibile? E che intenzioni avrà? Lo svolgimento della storia, anche se sembra avere un colpo di scena telefonato all’inizio, ne svelerà sapientemente un altro che io non avevo intuito. Molto molto bella.
    I disegni di Piras sono molto particolari, quasi arcaici. E’ costui un artista per me difficile da giudicare di solito, ma qui mi è piaciuto il suo tratto “sporco”.

    Topolino e la Villa dei Misteri

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    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 33
    Topolino” #2341 (10 ottobre 2000)
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    Ed ecco il vero capolavoro del nuovo millennio, per quanto riguarda questo autore. Eh sì, perché questa storia sa essere inquietante, magica, eterea, onirica, mistery, folle e tenera. Si apre con un flashback, anche se questo lo capiremo solo alla fine della storia, e poi vediamo Topolino chiamato da un ricco nobile proprietario di una villa in cui accadono cose strane, spariscono oggetti. Oltre a questo mistero, la famiglia del nobile è molto eccentrica, a partire dalla nipote fino alla servitù.
    Lo svolgimento è quindi tipico del giallo classico, anche se qui più che Poirot sembra di vedere Dylan Dog, dato che le atmosfere sono più quelle da indagatore dell’incubo, per l’inquietudine che getta quella casa. Ma la vera sorpresa è che Mezzavilla stavolta usa il tema dell’indagine solo superficialmente, solo come mezzo, per poterci in realtà narrare di una storia… che non ha una risoluzione. Come eterea è l’atmosfera che pervade tutta la trama, anche la fine rimane sospesa, qualunque spiegazione ai misteri dell’avventura resta inspiegata, e noi lettori la possiamo solo intuire. Ma se leggendo le ultime 2/3 tavole mi sono venute le lacrime agli occhi, evidentemente ha un carico di dolcezza e tenerezza immediatamente percepibili. Inoltre, dopo tante storie in cui si approfondiva la sensibilità o il carattere di Manetta o di Gambadilegno, lasciando per Topolino solo avventure e indagini, finalmente Mezzavilla mostra appieno le potenzialità morali ed emozionali del personaggio, con una storia così enigmatica ma dolce che mi conferma quanto Mezzavilla sia importate come autore per Mickey. Non è dato sapere su che piano di realtà la vicenda effettivamente si svolga, ma non importa, perché l’importante è rimanere incantati da questa trama che porta a riflettere sull’esistenza, sulle “cose che spariscono”, sul futuro condizionato dal passato (anche per quanto riguarda la vita di Topolino). Magnifica.
    Io ho notato poi una citazione, nella scena in cui Topolino viene “recuperato” in stazione dell’autista della villa, all’analoga scena di “Frankenstein Junior”, il che mi ha fatto sorridere.
    Per una storia così importante per Topolino, quale miglior disegnatore del grande Cavazzano? Come sempre un ottimo Mickey è quello che ci offre il suo tratto, e i comprimari rendono riconoscibile la matita di Giorgio.
    N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

    Gambadilegno e la Banda dei Convegnisti

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    Disegni: Roberto Vian
    Tavole: 32
    Topolino” # 2350 (12 dicembre 2000)
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    Ma ecco che subito, dopo relativamente pochi numeri, Mezzavilla torna a occuparsi del suo cattivo preferito. Lo fa stavolta con una storia molto bella, che mette in luce tra le caratteristiche di Gamba quella di saper approfittare della situazioni, anche impreviste. Qui infatti si trova a suo agio nel vestire i panni del professore di criminologia, non mancando di sfruttare a proprio vantaggio questo ruolo, coinvolgendo i ragazzi che partecipavano al convegno con le sue lezioni. Da qui l’originale titolo della storia. Anche la trama è originale, e ancora una volta si sofferma a raccontarci quasi da “dietro le quinte” il piano di Gambadilegno, senza Topolino tra i piedi. Una bella avventura, anche se dal finale forse un po’ affrettato.
    I disegni di Vian sono molto belli. Il suo Pietro è visivamente molto d’effetto, e come sempre i comprimari (in questo caso i professori e gli studenti) sono molto credibili e dall’aspetto molto umano e realistico, grazie al tratto ruvido e decisamente reale del disegnatore.

    Topolino e il Robot Mutevole

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    Disegni: Giorgio Cavazzano
    Tavole: 37
    Topolino” # 2421 (23 aprile 2002)
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    La vena poetica di Mezzavilla non si è esaurita con La Villa dei Misteri, ma scorre ancora potente anche in questa nuova storia, e infatti alle matite torna Cavazzano. La storia parla di un androide dall’intelligenza artificiale estremamente avanzata, tanto che è capace di provare emozioni, e che ha la particolarità di poter assumere l’aspetto di qualunque persona veda. Peccato che sia scappato dal laboratorio dove tre scienziati lo avevano creato, e ora lo cercano per Topolinia insieme a Topolino. Ma il sofisticato robot vuole andare in giro a provocare danni o forse cerca solo un amico?
    Il nostro sceneggiatore firma una storia che ricorda molto lo stile delle sceneggiature migliori di Bruno Enna per PK (in particolare Robophobia, PK Frittole # 4) e le tematiche in generale affrontate da Lyla sull’umanità degli androidi per capire quella degli esseri umani. Qui è lo stesso, il messaggio che traspare è anche quello del rispettare chi non capiamo, senza bollare cose che non conosciamo come cattive. Una gran bella storia, insomma, e la scena in cui [spoiler]Topolino parla con Pippo e scopre che in realtà è il robot[/spoiler], e quella dove il robot afferma che Topolino è il suo miglior amico sono emotivamente molto forti. Cavazzano è in formissima, sfornando il suo tratto morbido e caldo, adattissimo a un soggetto come questo. Questa è l’ultima storia disegnata da Giorgio su sceneggiatura di Mezzavilla.

    Topolino e il Ladro di Sogni

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    Disegni: Marco Palazzi
    Tavole: 26
    Topolino” # 2473 (22 aprile 2003)
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    Mah. Questa storia non riesce a convincermi del tutto. E non capisco perché, dal momento che possiede né più né meno elementi simili ad altri già visti nella produzione di Mezzavilla. Una tecnologia particolare di cui Gambadilegno viene in possesso in un certo frangente, dagli esiti molto fantasiosi, riesce a creare danni e furti a Topolinia. Sembra essere la trama di Basettoni e il Grande Caldo, ma qui il marchingegno non viene dallo spazio, bensì dalla mente di un inventore. Ed è una macchina che consente di aspirare i sogni dalle persone. Boh, sarà la sua presenza in mezzo all’albo e non al primo o ultimo posto, sarà il minor numero di pagine, ma la storia non mi ha entusiasmato, mi sembra non aggiunga nulla di nuovo, e i disegni di Palazzi, che con i Paperi mi soddisfa sì e no, coi Topi mi sembrano ancora più anonimi.

    Topolino e il Naufrago dello Spazio

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    Disegni: Paolo Mottura
    Tavole: 20
    Topolino” # 2482 (24 giugno 2003)
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    Ecco un’altra storia che ho accolto piuttosto freddamente. Qui il soggetto appare di certo più originale rispetto alla storia di pochi mesi prima, ma ciononostante non mi ha preso più di tanto. Per quanto l’idea che un extraterrestre che sia naufragato su qualche pianeta mandi una bottiglia come i naufraghi terrestri è anche simpatica, ma lo svolgimento mi è parso molto affrettato, colpa anche delle pochissime pagine per una trama che forse se avesse potuto godere di più tavole sarebbe stata senza dubbio più affascinante. Anche la location della spiaggia isolata con Topolino e Tip & Tap è suggestiva, ma al tutto manca quel quid in più. I disegni di Mottura, che per i Paperi apprezzo assai, qui invece mi sono spesso sembrati un po’ trascurati, e ad alcune espressioni molto buone se ne alternano altre a casaccio. Peccato.

    Topolino e il Mistero di Pupazzo di Neve

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    Disegni: Alessandro Perina
    Tavole: 34
    Topolino” # 2508 (23 dicembre 2003)
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    Finalmente ecco una storia coi fiocchi, in puro stile Mezzavilla. L’intreccio richiama molto quello del Week-end col Gatto, dato che anche qui ritorna un vecchio nemico di Topolino che però non è effettivamente esistito in una precedente storia ma solo in un momento del passato di Topolino che a noi nessuno prima aveva raccontato. Il villain stavolta si chiama Pupazzo di Neve, per via del costume e della tecnica che usava per rubare nelle case dei ricconi. Apprendiamo della sua cattura mentre ne parla Topolino a una platea di studenti di criminologia, a cui tiene una lezione come “ospite speciale”. Ma alcune incursioni apparentemente rapinose in casa di Minni e Topolino fa presto capire al nostro detective che un si riaprono i conti con un vecchio nemico.
    La storia è molto ben costruita, si apre con una scena dal passato, poi vediamo Topolino nei panni di insegnate, un ombra che lo segue, l’interesse per la palla di vetro con la neve dentro… E la soluzione del mistero, per quanto non complicata, non è nemmeno scontata. Una gran bell’avventura per Topolino, e focalizzo gli apprezzamenti su due particolari: la vignetta finale, che come altre delle storie di Mezzavilla (anche se temo di non averlo mai sottolineato nelle precedenti recensioni) si chiude con una battuta simpatica ma vagamente inquietante, qui per esempio è qualcosa del tipo – guardando fuori dalla finestra - “con questa neve potremmo fare un bel pupazzo!”, frasi che lasciano un velo di angoscia e che fanno ripensare in un lampo a tutta la vicenda che si è appena letta. E’ un tocco di classe che apprezzo molto in questo autore.
    E poi la mega-citazione: tra i cimeli che Topolino porta con sé alla lezione, oltre alla palla con la neve c’è la statua di Kalì, che richiama direttamente alla storia di Romano Scarpa Topolino e l’unghia di Kalì, a sottolineare il debito che Mezzavilla ha e sente di avere nei confronti di Scarpa ogni volta che scrive di Topolino e soprattutto di Topolino investigatore. Bello poi che Topolino prende in mano la statuetta, iniziando a raccontare l’avventura all’uditorio per portar loro un esempio di indagine da lui svolta, ma Mezzavilla stacca con una didascalia andando subito all’aneddoto successivo, come a strizzare l’occhio al lettore esperto e a spingerlo a riprendere in mano la storia del Maestro. A questo punto, a conferma di come più o meno tutti quelli che scrivono gialli con Topolino debbano molto alle storie di Scarpa, ricorderei anche la storia Topolino e il mistero della sachertorte di Claudia Salvatori, altra eccellente firma per “Topolino” che in questa stupenda storia in due tempi cita subito all’inizio Topolino e la collana Chirikawa, parlandone come se fosse stato tratto un film dall’avventura che Topolino ha vissuto.
    Per i disegni, nulla da eccepire: io amo Perina, è bravissimo e col mondo di Topolinia dà il meglio di sé, Topolino è perfetto nel corpo e nelle espressioni, sempre morbide e azzeccate. Il vero erede di Cavazzano.

    Gambadilegno e la Rapina del Secolo

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    Disegni: Marco Palazzi
    Tavole: 35
    Topolino” # 2518 (2 marzo 2004)
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    Gambadilegno si mette in testa di mettere a frutto la sua tesi di laurea, “Come compiere la rapina del secolo e vivere felici”. Decide di rubare un preziosismo set di pietre preziose custodite nella cassaforte di un museo, ma mentre sta cercando di rilassarsi per il colpo riceve la visita di suo nonno Gambadistagno, che gliene combina di tutti i colori, fino a convincere il nipote a renderlo parte attiva del furto.
    La storia non è proprio niente di che. O meglio, come storia comica e ironica, non posso dar giudizi negativi, mi ha strappato molti sorrisi e qualche risata, ma in 35 tavole mi aspettavo una storia di Gamba che avesse l’epicità di tutte quelle con protagonista Gambadilegno che Mezzavilla ci ha regalato negli anni precedenti. Boh, forse non erano più i tempi, ma dispiace vedere Pietro solo vittima di questo fastidioso parente, e così fallimentare. Vabbè, i disegni di Palazzi rimangono nella pura norma.

    Topolino e i Furti Statuari

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    Disegni: Giuseppe Dalla Santa
    Tavole: 35
    Topolino” # 2553 (2 novembre 2004)
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    Mm, non so. Torna Topolino come protagonista assoluto, e che deve indagare su alcuni furti “disastrosi”, nel senso che i ladri hanno letteralmente sfondato muri e vetrine come se avessero usato un bulldozer. Ma quasi per caso Topolino scopre strani aggeggi attaccati a un paio di statue cittadine, e indagando scopre che…
    Siamo lontani dal pathos e della bellezza del Mistero di Pupazzo di Neve, purtroppo: la storia in sé non è male, ma appunto se confrontata con altre dell’autore, anche immediatamente precedenti, ecco che il dislivello si nota. Le pecche, anche se parzialmente nascoste da una buona sceneggiatura e da dialoghi abbastanza buoni, ci sono e sono nel plot non originalissimo e nemmeno troppo entusiasmante. I disegni di Della Santa invece si difendono piuttosto bene, anche se giurerei che altre sue storie sono disegnate meglio.


    Per “Topolino”, a oggi, Mezzavilla ha scritto solo altre tre storie dopo I Furti Statuari, che però… io non ho letto! Infatti presi la decisione di smettere di comprare regolarmente ogni settimana “Topolino” a partire dall’inizio del 2005, riservandomi di fare eccezioni solo in presenza di storie meritevoli (vedi alla voce Casty e Faraci, ma anche storie di altri autori che per un motivo e per l’altro spiccassero o anche in caso di numeri particolari della testata), per concentrare i miei sforzi economici a riviste Disney che fossero dal contenuto più qualitativamente alto – le classiche testate per collezionisti e eventuali one-shot interessati.
    Ma mi seccava non rendere completa questa analisi, e allora grazie al prezioso contributo di due forumisti sia del Papersera che della Tana del Sollazzo posso qui di seguito fornire la trama e il loro personale parere sulle ultime tre storie di Mezzavilla. Per le prossime due mi sono appoggiato al prode Pacuvio, che ha realizzato per l’occasione due sue recensioni, mentre per l’ultima ho utilizzato su gentile concessione dell’autore la recensione dell’illustre Grrodon, che a suo tempo fece all’interno della recensione generale del “Topolino” che la conteneva. In questo caso ho fatto precedere la sua recensione da una breve descrizione della trama trovata sul sito di Salimbeti alla pagina http://www.salimbeti.com/paperinik/occasion.htm

    Topolino e la Dissolvenza Alfabetica

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    Disegni: Marco Palazzi
    Tavole: 45
    Topolino” # 2570 (1 marzo 2005)
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    --> Recensione di Pacuvio (grazie per il contributo).
    Durante una notte come tutte le altre, a Topolinia una misteriosa folata di vento si porta via tutte le lettere G stampate su libri, insegne, manifesti etc. In città è il caos, quindi Topolino decide di andare alla ricerca del discendente di Tristus Van Hesio, l'alchimista che scoprì la formula dissolvente.
    Considerazioni: la storia si apre con un signor prologo, e prosegue più che discretamente con il solito tocco giallo che Mezzavilla mette spesso nelle sue storie. Come nella voce spezzata, anche stavolta la trama si basa su un evento poco verosimile, e vede nuovamente avere un ruolo importante... una cabina telefonica, quasi a strizzare l'occhio AL capolavoro dello sceneggiatore. Ottima la prova di Palazzi, che se la cava molto bene con le ambientazioni cupe, anche se presenta il pessimo Macchia Nera con sorrisone stampato, e guanti bianchi in bella evidenza...

    Nota di Bramo: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.

    Topolino e la sfida a Old Mine

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    Disegni: Giuseppe Dalla Santa
    Tavole: 31
    Topolino” # 2603 (18 ottobre 2005)
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    --> Recensione di Pacuvio (grazie per il contributo).
    Sembra che Gambadilegno sia diventato attore e abbia finalmente trovato un'attività onesta. Topolino, infatti, lo incontra vestito da cowboy nel nuovo villaggio a tema ambientato nel vecchio west, dove tutto sembra scorrere tranquillo...
    Considerazioni: Mezzavilla decisamente sottotono rispetto alla sua media. La storia si fa leggere sì scorrevolmente, ma manca di originalità (la redenzione del cattivo di turno... baaaasta) a di mordente. Si capisce come andrà a finire la vicenda non appena compare Gamba. Del tutto assenti i guizzi a cui ci ha abituato l'autore trevigiano. Egregia prova di Dalla Santa, ancora lontano dall'attuale fase calante, e che imho si trovava a suo agio soprattutto con Gambadilegno e Trudy.

    Topolino e il Vendicatore Mascherato

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    (tavola gentilmente offerta dall'utente GGG del Papersera, che ringrazio per il contributo)

    Disegni: Roberto Vian
    Tavole: 32
    Topolino” # 2625 (21 marzo 2006)
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    --> Dalla pagina http://www.salimbeti.com/paperinik/occasion.htm del sito di Salimbeti.
    Uno strano individuo compie misteriose irruzioni notturne in varie case di Topolinia utilizzando il costume di un vecchio supereroe dei fumetti conosciuto con il nome di Vendicatore Mascherato. Topolino incaricato delle indagini scopre ben presto che il misterioso vendicatore altri non è che Pietro Gambadilegno questa volta impegnato a recuperare il prezioso e raro fumetto numero uno del “Vendicatore Mascherato” che gli venne prepotentemente sottratto in gioventù.

    --> Recensione di Grrodon (grazie per il contributo) presa da qui (risposta # 10).
    Qualcuno mi spieghi perché questa storia non è stata messa in apertura. Il soggetto magari non sarà originalissimo, ma il modo in cui Mezzavilla lo racconta è da applausi. Le atmosfere che sa creare, la scelta dei tempi e la voglia di indagare il personaggio di Gambadilegno non passano certo inosservate, come non si dimenticano gli spettacolosi disegni di Vian, le sue inquadrature originalissime che hanno il potere di far apparire il target della storia più adulto del solito. Alcune vignette poi sono pura poesia come la silhouette di Topolino sul ponte a pagina 133. Gli appassionati fumettistici, poi, non potranno che apprezzare le pagine ambientate in fiera, con gli sfondi iperdettagliati e un tipo di regia assai realistica.


    Bene, dopo il marzo del 2006 Silvano Mezzavilla non si è più visto come nome in fondo alla tavola di apertura delle storie di “Topolino”. E se si esclude una storiella per “Cip & Ciop”, successiva di qualche mese, è proprio l’ultima storia Disney a tutt’ora. Leggendo sulla sua biografia linkata nell’introduzione a questo lavoro, apprendo che ha spesso collaborato nella scrittura di testi critici per i volumi a fumetti di collane di allegati ai quotidiani, ma non sembrano esserci in cantiere altre sue storie Disney. E’ vero che oggi abbiamo Casty (seppur col contagocce) e Faraci che è tornato alla grande da quando c’è la nuova direttrice, ma è anche vero che Mezzavilla era altro, nel bene e nel male, aveva uno stile tutto suo che per quanto condivida atmosfere e ispirazioni con i due grandi nomi sopra citati, aveva un suo stile differente da quello degli altri, così come ce l’ha Faraci, così come ce l’ha Casty e così come chiunque.
    Mi è comunque piaciuto fare questa cavalcata nelle sue storie, di Topi e di Paperi, di indagini e di avventure, di fantasia e commozione: mi ha fatto riscoprire un grande sceneggiatore, che ha dato tanto a “Topolino” e soprattutto alla figura di Topolino, così come di Gambadilegno, di Manetta e di Basettoni.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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