[Topolino] Annata 2011

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Franz ha scritto: Facciamo il torneo delle storie natalizie di Topolino?
    No, primo perchè siamo fuori tempo massimo e secondo perchè in finale arriverebbero Manetta e l'Indagine Natalizia e Zio Paperone, Paperino e il Ventino Fatale e io mi ucciderei per l'indecisione.
    Per quanto riguarda il resto del post, avrei alcune cose da obiettare. ma è la sera della vigilia di Natale e non ho intenzione di flammare.
    Ne riparliamo fra un paio di giorni, dopo che posterò anche la mia bella recensione, eh? :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto:
    Franz ha scritto: Facciamo il torneo delle storie natalizie di Topolino?
    No, primo perchè siamo fuori tempo massimo e secondo perchè in finale arriverebbero Manetta e l'Indagine Natalizia e Zio Paperone, Paperino e il Ventino Fatale e io mi ucciderei per l'indecisione.
    Facciamolo solo per gli ultimi 15 anni, un sondaggio, più che un torneo. Così evitiamo IL VECCHIUME (oh, nulla contro Barks, però che diamine... sempre lì si va a finire, sempre il vecchiume...)
    Per quanto riguarda il resto del post, avrei alcune cose da obiettare. ma è la sera della vigilia di Natale e non ho intenzione di flammare.
    è una coincidenza che avrei voluto evitare anch'io, ma era impossibile. E' la storia di Natale, e l'ho letta nel giorno per cui era stata pensata, inevitabile parlarne ora.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Se devo essere sincero non ha convinto neanche me. Tanto per cominciare quoto Franz su Gambadilegno che va a mangiare al ristorante... gli utenti del mio piccolo forum erano tutti entusiasti per il "ritorno del Gambadilegno cattivo". Capirete che per me, che dovevo ancora leggere la storia, è stata una gran delusione vedere tutta questa cattiveria ridursi ad un paio di colpi col revolver. Che poi lo trovo anche contraddittorio, cioè prima rischi di uccidere due persone per ottenere il cappotto e quindi la grana, e poi te ne vai a mangiare? -_- Per non parlare di Gambadilegno che spiffera a tutti il potere del cappotto... vabbé che Gamba non è mai stato Mr.Intelligenza, però... ::S:
    Le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno MAI come le hai fatte sentire (cit.)
  • Topolino # 2926

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    Il numero natalizio del "Topo" fa parte delle mie tradizioni di questo periodo dell'anno, difficilmente salto l'albo che esce nella settimana di Natale.
    La cosa vale doppio quando vi sono ospitati all'interno autori che stimo e amo: l'anno scorso mi andò benone con storia in 3 parti di Tito Faraci, quest'anno non si è da meno avendo un Casty completo e l'accoppiata Vitaliano/Sciarrone. Che tra l'altro sono le uniche due storie natalizie, peccato.

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    Topolino e il Cappotto da 1 Dollaro (Casty) è una storia assolutamente poetica, dolce e leggera, che riesce a parlare di Natale rifuggendo i modi banali che spesso imperversano in questo tipo di avventure e presentandosi con una trama tanto semplice quanto efficace.
    Sembra di rivedere il Mickey di Gottfredson nelle espressioni di genuino entusiasmo che ha Topolino quando capisce che il cappotto che ha trovato è magico! Nelle mani (e nei disegni) di Casty il protagonista ringiovanisce, torna quello spontaneo giovane uomo pronto a stupirsi senza remore e a cavalcare le avventure che gli cadono tra capo e collo. Allo stesso modo è sempre bella la Minni di Casty, che riesce a risultare simpatica pur nella sua caratterizzazione di fidanzata gelosa.
    Discorso a parte merita Gambadilegno, e mi rivolgo a Franz e Cartoonmania: vi siete indignati tantissimo per Pietro che va a mangiare al ristorante, e non capisco davvero il perchè. Dite che il personaggio è piatto quando abbiamo finalmente Gamba che non si fa remore a prendere a revolverate Topolino e una giovane ragazza durante le Feste di Natale. Certo che con quel cappotto poteva fare quello che voleva, ma non è il primo cattivo che decide per troppa sicurezza di "gigioneggiare" prima di sfruttare a a tappeto un'arma o qualcosa di simile. Non dimentichiamo poi che il Pietro classico è anche preda di manie di grandezza che la sua situazione non gli permette di sfogare, mi sembra pacifico che decida di concedersi il lusso di andare nel ristorante più esclusivo della città per togliersi lo sfizio, senza contare che è una cosa che gli fa ritardare di un paio d'ore massimo qualunque progetto su larga scala potesse avere, mica è andato un mese in crociera.
    A parte le caratterizzazioni dei personaggi, questa "favola di Natale" è bella e magica proprio per il messaggio che dà, senza Babbo Natale o altro in mezzo ma solo con un uomo che di fronte a un'opportunità non esita a usarla per fare del bene. Questo è essere perfettino? Direi di no, il solo fatto che al giorno d'oggi sia un comportamento raro e "fuori moda" non significa che chi scrive, specie per un pubblico composto anche da bambini, debba esimersi dal mostrare che gesti del genere sono possibli e auspicabili. Che una persona come Topolino è bello credere che esista, anche da al di là dei fumetti magari, un Topolino non perfettino ma normale cittadino con bella predisposizione d'animo. Una persona che fa la cosa giusta.
    Non vedo come tutto questo posso essere additato spregiativamente come morale. Certo che c'è una morale di fondo in questa storia, ma non capisco cosa vi aspettavate da una storia di Natale. Ci siamo risparmiati una storia dolciosotta e banale a suon di festoni e ghirlande per avere un'avventura intrisa di quello spirito chiamato natalizio ma che in realtà dovrebbe essere presente tutto l'anno. Una storia che in modo delicato mostra la disparità di ceti sociali, disparità non soltanto economica ma anche di atteggiamento. Una disparità che non guarda in faccia nemmeno al Natale ma che anzi proprio a Natale si fa più marcata.
    Il tutto in una trentina di bellissime tavole che non risparmiano battute bellissime come quella sull'i-phone o Volta&Gabbana.
    Un bellissimo regalo di Natale, insomma.

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    Cronache dal Pianeta T - La Vera Storia di Babuz Natillan (Vitaliano/Sciarrone) è la seconda e ultima storia natalizia del numero. Vede il ritorno della saga del Pianeta T, uno degli eventi topolineschi del 2011, e quindi la coppia di autori che l'ha animata finora.
    La storia stavolta è autoconclusiva e, dopo un divertente e veloce viaggio nelle feste popolari dei tillanici, ci parla della festa della Sanapiàantaz, corrispettivo del nostro Natale dove il clou è rappresentato dai cittadini che devono raccontare una storia talmente bella e convincente da trasformarla in immagini su uno schermo. Quando è il turno di Topolino, ecco arrivare una storia sul Babbo Natale del Pianeta T, ma il tutto è il pretesto per un messaggio molto bello e importante che Fausto decide di lasciare ai lettori in una delle sue ultime storie per "Topolino": quello dell'importanza di credere alle storie, specie in quelle più fantastiche e incredibili, perchè è una delle cose che ci salverà.
    Un messaggio sicuramente in tema col periodo natalizio, ma che vale sempre e che anche in questo caso non è certo scontato in una storia di Natale.
    La storia è molto divertente oltre che sentita, la sceneggiatura scorre bene e riesce a raccontare nello spazio destinatole quello che l'autore voleva trasmettere. Sciarrone fa la sua parte meravigliosamente, creando tavole meravigliose. Mi sembra che il disegno sia ancora migliore rispetto alle puntate estive del Pianeta T, Topolino per esempio è davvero meraviglioso ed è un piacere ammirare i suoi umani (la tipa della lotteria per eleggere il Gran Testone per un giorno è emblematica in tal senso). Ultima tavola spettacolare, da togliere il fiato.
    Insomma, un comparto grafico d'eccellenza valorizzato da un'ottima colorazione ;)

    Il resto del giornale oltre a una storiellina su Gambadilegno si compone di un nuovo capitolo della Storia dell'Arte di "Topolino", ciclo di storie di cui devo ancora recuperare i precedenti capitoli: ma devo ammettere che se tutti sono come questa Pippo della Francesca e il Ritratto del Complotto (Gagnor/De Lorenzi) devo anche sbrigarmi dal momento che Gagnor crea un'avventura molto divertente e scorrevole, in cui riesce a fare cultura in modo non pesante ma anzi coinvolgente e simpaticissimo, in un argomento che di solito viene facilmente bollato come noioso. Qui si riesce a inquadrare perfettamente il periodo storico oltre che artistico e Macchia Nera è irresistibile. Ottimi di disegni di De Lorenzi.
    Menzione speciale, infine, per Paperinik e il Rivale Sleale (Pesce, Usai), che nonostante parta da un plot già sfruttato più volte e la cui soluzione è a portata di mano di chiunque fin dal principio, riesce a raccontare bene i sentimenti di Paperino/Paperinik e verso il finale regala un paio di colpi di scena davvero niente male. Alcune scelte di regia poi sono ottime, come la tavola in cui i nipotini stanno cercando una risposta su un loro libro di scuola e due vignette più in basso questa risposta viene portata in primo piano alla vista del lettore durante uno scatto d'ira di Paperino. Oppure una vignetta muta uguale a quella immediatamente precedente ma con in meno la figura del papero mascherato. Alcune finezze nerd come il fiume Tulebug e l'appellativo vendicatore mascherato fanno il resto, insieme a ottime intuizioni (i pirati informatici, lol) e agli ottimi disegni di un Luca Usai che qua dà sfoggio di grande abilità e scioltezza.

    Un numero più che soddisfacente, direi, che permette anche grazie alla bellissima copertina di immergersi nell'atmosfera natalizia di questi giorni.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Minni simpatica? (la sua "gelosia" è stata addirittura lasciata in sospeso... una telefonata e arrivederci alla fine, tutto dimenticato), bellissima la battuta sull i-phon? (75000 risultati su google), bellissima la battuta su volta&gabbana? (1900 risultati). Dai, manco Ghedini avrebbe saputo imbastire una difesa sfacciata come questa. Fralaltro è una zappata sui piedi, perché io sono il primo ad ammettere che Casty fa dei geniali e deliranti giochi di parole, ma questi li ha proprio buttati lì senza il minimo impegno.

    La prossima volta la faccio pure io una rece pro Casty, ormai ho imparato la tecnica: "banale" si dice "leggera", "perfettino" si dice "raro", un "Goffredson" sparato a caso in un punto qualunque della recensione come bollino di qualità per il Topolino finalmente ritornato alle origini, elogio dell'arma sdoganata (una guest-star irrinunciabile, ormai) che fa tanto realismo, dileggio di chi critica e si aspetta troppo da Casty, che COMUNQUE è il migliore autore Disney vivente, e Berlusconi non aveva alcun motivo di dubitare che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak.

    Bramo, tu puoi dire quello che ti pare, ma io non ci credo per niente che tu abbia apprezzato quello che hai detto di aver apprezzato. Per dire, non ci credo che alla vista di quella vignetta con la pistola tu abbia pensato "accidenti Casty, che coraggio! Una pistola a Natale su Topolino, come lo stimo! Non è da tutti!". Non ci credo che secondo te il Topolino ideale e più adatto ai bambini è quello perfetto, che già sa, non che deve imparare, che i bambini la lezione la devono imparare dal cattivo punito (con un PRETESTO: il ristorante), piuttosto che dal buono curioso e indagatore.
    Se io critico il perfettino e il ristorante, non è perché voglio che su Topolino ci siano bagni di sangue, malizia e battute a sfondo erotico, ma perché i pretesti sono indici di scarso impegno e anche di una buona dose di paraculaggine (visto che insistono, autori e redattori, a dire che questo è ciò che serve al loro target). E' indice del fatto che non sono storie semplici perché destinate ai bambini, ma storie che vanno bene solo ai bambini perché troppo semplicistiche. E chi campa di semplicismo io mi rifiuto di chiamarlo "autore". La mia pretesa che su Topolino ci siano SOLO "autori", in questo senso, è tanto assurda allora?

    Ma io sono anche confuso, perché come ho già detto ho apprezzato e molto la prima parte della storia (come mi capita spesso, anzi sempre, di dire sulle storie di Casty). Allora perché vedo quest'incongruenza, incoerenza, nei finali? E perché non la vedono anche tutti gli altri?
    Casty sa scrivere benissimo ma non sa mai come finire le storie? E' impossibile. O ho i pregiudizi io a considerare sempre buone le prime parti delle sue storie, oppure c'è qualcosa che impedisce forzatamente a Casty di sbrogliare i suoi intrecci con la stessa maestria e visione con cui li ha tessuti all'inizio. Forse è la stessa qualcosa che impedisce a un certo gruppo di suoi fan di accorgersene, cioè la stessa simpatia per i suoi pretesti. Finché si/vi fornisce un pallido ricordo di Gottfredson, la decenza autoriale di degnare una storia di un finale all'altezza non ha più rilevanza. Imho.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Franz ha scritto:bellissima la battuta sull i-phon? (75000 risultati su google), bellissima la battuta su volta&gabbana? (1900 risultati). Dai, manco Ghedini avrebbe saputo imbastire una difesa sfacciata come questa. Fralaltro è una zappata sui piedi, perché io sono il primo ad ammettere che Casty fa dei geniali e deliranti giochi di parole, ma questi li ha proprio buttati lì senza il minimo impegno.
    Io ho sfogliato il "Topo" in metropolitana e mi è caduto l'occhio sulla battuta dell'i-phon: ho riso forte meritandomi occhiatacce dagli altri passeggeri e mi ha divertito così tanto che ho segnalato la cosa a Breda via sms. Per dire.
    Non sarà stato il primo a inventare questi giochi di parole, ok. Ma a ma ha sinceramente fatto ridere e sorridere, sarà stato il modo in cui sono inseriti.
    Ma non fossilizziamoci su questo punto.
    Franz ha scritto:"banale" si dice "leggera"
    Spiegami perchè sarebbe banale questa storia. Come storia natalizia e come storia in senso generale. In questo secondo caso, se dici "perchè alla fine il cattivo viene punito e la povera ragazza ha un dono di riscatto" però getto le armi :P
    Franz ha scritto:"perfettino" si dice "raro", un "Goffredson" sparato a caso in un punto qualunque della recensione come bollino di qualità per il Topolino finalmente ritornato alle origini
    Perfettino per me è il Topolino detective di Guido Martina che sa tutto lui, scopre gli indizi che nessun vedeva, ha un acume incredibile e sbeffeggia Pippo che non riesce a stargli dietro.
    Non un Topolino che si comporta umanamente. E non ci voleva una cima a capire il segreto del cappotto.
    Su Gottfredson... non è colpa mia se l'ultima vignetta di pag. 18 mi ha riportato alla mente quel Mickey così entusiasta e giovanile. E se spesso nelle storie di Casty ci sono elementi che mi ricordano il Topolino classico non vedo il problema.
    Franz ha scritto:Bramo, tu puoi dire quello che ti pare, ma io non ci credo per niente che tu abbia apprezzato quello che hai detto di aver apprezzato. Per dire, non ci credo che alla vista di quella vignetta con la pistola tu abbia pensato "accidenti Casty, che coraggio! Una pistola a Natale su Topolino, come lo stimo! Non è da tutti!". Non ci credo che secondo te il Topolino ideale e più adatto ai bambini è quello perfetto, che già sa, non che deve imparare, che i bambini la lezione la devono imparare dal cattivo punito (con un PRETESTO: il ristorante), piuttosto che dal buono curioso e indagatore.
    Se io critico il perfettino e il ristorante, non è perché voglio che su Topolino ci siano bagni di sangue, malizia e battute a sfondo erotico, ma perché i pretesti sono indici di scarso impegno e anche di una buona dose di paraculaggine (visto che insistono, autori e redattori, a dire che questo è ciò che serve al loro target). E' indice del fatto che non sono storie semplici perché destinate ai bambini, ma storie che vanno bene solo ai bambini perché troppo semplicistiche. E chi campa di semplicismo io mi rifiuto di chiamarlo "autore".
    Di certo non ho pensato quelle parole lì esatte :P Ma quella scena mi ha ricordato la risposta che Casty aveva dato nella mia intervista riguardo alla questione di Gambadilegno. E' chiaro che in sè la scena non è nulla di epocale, ma serve a movimentare l'azione. E di certo non stimo Casty per questo, ma per un insieme di dettagli che fanno da contorno alla trama, che non trovo nè semplicistica nè banale nè bambinesca. Anche per me il Topolino migliore è quello curioso e indagatore, ma Casty infatti ce l'ha restituito spesse volte proprio così. Non puoi dire che è perfettino solo perchè decide di aiutare una povera ragazza in difficoltà. Una storia di Natale con maturazione come la intendi tu è il Canto di Natale, ma qui che senso aveva un Topolino che se ne frega della poverella e poi capisce che può usare il cappotto per lei? Parlo per assurdo, ovviamente, perchè non riesco a capire come avrebbe dovuto andare la storia a tuo parere.
    E' una storia semplice, non semplicistica, e proprio per questa è adatta a tutti i target senza troppo fronzoli. E' la riscoperta del semplice apprezzabile da tutti i livelli, laddove invece altri autori che stimo e amo al pari di Casty battono una strada a volte più complessa e che apprezzo in egual misura. Anche se hanno storie effettivamente con esiti diversi perchè approfondiscono modi e temi in maniera diversa da Casty.
    Questo non fa di Casty il peggior autore, e forse nemmeno il migliore, ti dirò. Perchè è chiaro che alcune cose che mi dà un Faraci o una Radice o un Gagnor o un Vitaliano Casty non le raggiunge, per quanto magari ne raggiunga altre che gli autori citati non toccano.
    Casty è sicuramente tra i migliori degli ultimi anni, ma io per primo non dico che è il migliore in assoluto. E' il migliore insieme ad altri.
    Franz ha scritto:La mia pretesa che su Topolino ci siano SOLO "autori", in questo senso, è tanto assurda allora?
    Per come la intendi tu, sì. Un "Topolino" solo autoriale è impossibile e utopistico, lo sai bene su. "Topolino" è un antologico e come tale ospita merda insieme all'oro, ospita storie riempitive (o anche lunghe) indigeribili per noi lettori esigenti insieme a storie capolavorose su tutti i livelli possibili. Abbiamo autori che fanno il compitino e basta, nomi dimenticabili e anonimi che però nell'economia della testata servono comunque e il loro lavoro di intrattenimento per i più piccoli lo svolgono. Poi abbiamo la Radice, Casty, Faraci, Gagnor, Artibani, Vitaliano, Enna, la Ziche e altri che scrivono a più livelli e possiamo apprezzarli anche noi.
    Un "Topolino" composto solo da loro e da altri con le stesse caratteristiche è impensabile, a meno che non si crei una testata parallela dedicata ai nerd disneyani che invece di ristampe di occupi di novità. Una specie d Buena Vista LAB. Ma temo non siano i tempi.
    Franz ha scritto:Ma io sono anche confuso, perché come ho già detto ho apprezzato e molto la prima parte della storia (come mi capita spesso, anzi sempre, di dire sulle storie di Casty). Allora perché vedo quest'incongruenza, incoerenza, nei finali? E perché non la vedono anche tutti gli altri?
    Casty sa scrivere benissimo ma non sa mai come finire le storie? E' impossibile. O ho i pregiudizi io a considerare sempre buone le prime parti delle sue storie, oppure c'è qualcosa che impedisce forzatamente a Casty di sbrogliare i suoi intrecci con la stessa maestria e visione con cui li ha tessuti all'inizio. Forse è la stessa qualcosa che impedisce a un certo gruppo di suoi fan di accorgersene, cioè la stessa simpatia per i suoi pretesti. Finché si/vi fornisce un pallido ricordo di Gottfredson, la decenza autoriale di degnare una storia di un finale all'altezza non ha più rilevanza. Imho.
    Questa storia dei finali non saprei spiegartela, vecchio mio. Può essere una cosa soggettiva, non credi? A me generalmente i finali di Casty soddisfano quanto il resto dell'impianto della storia, e questo senza che io debba essere additato a cieco fanboy dell'autore. Ci sono volte in cui hanno convinto meno anche me, infatti, questo però non è uno di quei casi. Devo ancora capire cosa ti aspettavi dalla storia dopo l'inizio che ti era piaciuto tanto, posto che ogni autore porta la sua storia alla conclusione che crede migliore, IMHO quindi penso che Casty proprio perchè come dici tu sa scrivere, se ha finito la storia in quel modo è perchè lo riteneva funzionale al messaggio che voleva dare con questa storia, messaggio che penso di aver esplicitato nella mia rece.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Le cose soggettive e le cose oggettive.
    - la battuta sull'i-phon fa ridere
    - prima e ultima parte della storia sono diverse
    Facciamo un sondaggio e vediamo quanta gente riesce a capire quale delle due cose è oggettiva e quale è soggettiva. No perché capire la differenza fra analisi e opinioni è fondamentale. Andrebbe messo nei regolamenti di ogni forum. E nella Costituzione. E al secondo comma di detta regola ci andrebbe messo il divieto assoluto di far finta di non capirla.
    Se Casty, semplicemente, non mi *piacesse*, per motivi soggettivi, non starei qui a rompere le scatole alla gente per tentare disperatamente di non farlo piacere anche a loro. Mentre invece qui molti sono convinti che io stia facendo proprio questo...
    Bramo ha scritto:Spiegami perchè sarebbe banale questa storia. Come storia natalizia e come storia in senso generale. In questo secondo caso, se dici "perchè alla fine il cattivo viene punito e la povera ragazza ha un dono di riscatto" però getto le armi :P
    è banale il finale. Come storia natalizia e anche in senso generale il Topolino perfettino mi andava pure bene, se era un pretesto per scrivere una storia particolare (come il vagare per i bassifondi, il trattare le differenze sociali). Sul finale invece è il contrario: la storia va a finire a tarallucci e vino perché tanto è solo un pretesto per godersi il Topolino perfettino e il Gamba bamba dei bei tempi andati.
    Bramo ha scritto:Perfettino per me è il Topolino detective di Guido Martina [,,,] Non un Topolino che si comporta umanamente.
    Il Topolino di questa storia non è umano manco per niente, è fintissimo, è un Topo da cinema, da corto di propaganda. Per il solo fatto di essere un modello ideale non è umano. Non è cinismo, il mio, né è un mio parere. Il Topolino perfettino che tutta la gente del mondo non sopporta e nei sondaggi poi vota sempre Paperino non è quello antipatico che conoscono solo i nerd, ma quello buono che saluta i bambini alle parate di Disneyland, o dà soldi in beneficienza o fa subito coppia con la prima topa che passa (nonostante sia fidanzato da 80 anni con Minni) nelle storie di Casty.
    perchè non riesco a capire come avrebbe dovuto andare la storia a tuo parere.
    Non lo riesci a capire perché non lo devi capire, e non lo devo capire nemmeno io. Perché, tornando al discorso dell'oggettivo/soggettivo, non ho detto che la storia non mi è piaciuta e l'avrei preferita diversamente. Ho detto che la storia ha dei problemi. Se li volessi risolvere io manderei curriculum e manoscritti alla Disney cercando di farmi assumere. Ma non è il mio compito. Il mio compito di lettore è godermi la lettura o altrimenti interromperla. Il mio compito di iscritto a un forum dove si discute di fumetto Disney è di rilevare le cose che vanno bene e quelle che non vanno bene, indipendentemente da quanto mi sia goduto la lettura, tanto o poco.
    Più che proporre un'alternativa, potrei portare esempi di storie nate nello stesso contesto che invece quei problemi non li hanno. Non lo faccio perché l'ho già fatto in passato, e si è finito a parlare di Oggettivizzazione (tanto per ribadire quanto si capisce la differenza fra oggettivo e soggettivo, qua...).
    Bramo ha scritto:E' la riscoperta del semplice apprezzabile da tutti i livelli
    ti invito a rileggere quanto ho appena scritto sulla differenza sulla semplicità come causa (= scusa) e quella come effetto (= chiave di lettura). La semplicità in questa storia (e in altre di Casty, e alla luce di come finiscono) è una scusa, non una chiave di lettura come stai cercando di affermare.
    Per come la intendi tu, sì. Un "Topolino" solo autoriale è impossibile e utopistico, lo sai bene su
    Altrove, dove i fumetti contano qualcosa, il giornale di Topolino è mensile. Perché da noi ce lo dobbiamo tenere settimanale, con una linea editoriale conservatrice, dal target autolimitato e ciononostante dai bassi profitti, e contornato di ristampe casuali e, occasionalmente, costose ristampe illuminate? Io mi immagino un Topolino diverso, e per nulla utopistico visto che ci sono e ci sono stati diversi modelli concreti e fattibili in questo senso. Ma il punto non è il Topo che mi immagino io. Non mi cambia niente se il Topo continua ottusamente per la sua strada, gli auguro tanta salute, se ci riesce, tanto io ho smesso di comprarlo e per fortuna c'è tanta alternativa. Il punto riguarda questo forum, che mi è meno facile smettere di seguire e purtroppo non c'è molta alternativa (e, dettaglio, l'ho visto nascere e ha richiesto non poca cura da parte mia). Infatti come ho già innumerevoli volte spiegato, il mio problema con Casty non è Casty, ma la gente del Sollazzo che lo adora per motivi che mi sembrano abissalmente incoerenti con i motivi per cui vengono adorate tutte le altre cose che vengono adorate sul Sollazzo.

    C'è un qualche diabolico scherzo della natura nel fatto che il Sollazzo ami tante tante cose molto molto buone... più Casty (o, in generale, il Topolino per bambini. Anzi, il Topolino DA bambini [= causa]).
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Franz ha scritto:
    Per come la intendi tu, sì. Un "Topolino" solo autoriale è impossibile e utopistico, lo sai bene su
    Altrove, dove i fumetti contano qualcosa, il giornale di Topolino è mensile. Perché da noi ce lo dobbiamo tenere settimanale, con una linea editoriale conservatrice, dal target autolimitato e ciononostante dai bassi profitti, e contornato di ristampe casuali e, occasionalmente, costose ristampe illuminate? Io mi immagino un Topolino diverso, e per nulla utopistico visto che ci sono e ci sono stati diversi modelli concreti e fattibili in questo senso. Ma il punto non è il Topo che mi immagino io. Non mi cambia niente se il Topo continua ottusamente per la sua strada, gli auguro tanta salute, se ci riesce, tanto io ho smesso di comprarlo e per fortuna c'è tanta alternativa. Il punto riguarda questo forum, che mi è meno facile smettere di seguire e purtroppo non c'è molta alternativa (e, dettaglio, l'ho visto nascere e ha richiesto non poca cura da parte mia). Infatti come ho già innumerevoli volte spiegato, il mio problema con Casty non è Casty, ma la gente del Sollazzo che lo adora per motivi che mi sembrano abissalmente incoerenti con i motivi per cui vengono adorate tutte le altre cose che vengono adorate sul Sollazzo.
    Che il rispetto per il fumetto in Italia rispetto ad altri Paesi sia pressochè nullo non è certo una cosa nuova. Peccato che proprio la nuova linea editoria topolinesca dell'ultimo anno e mezzo/due anni mi pare che cerchi di andare contro questa cosa. Paradossalmente, andando controcorrente rispetto alla moda delle graphic novel, o quasi. Da una parte, pur timidamente, tasta il terreno delle librerie con cose come il Disney d'Autore oppure il terreno dei volumi cartonati dei Tesori Disney (che poi la distribuzione in edicola e senza arretrati sia scema, e che la qualità delle saghe selezionate sia quella che è, è un altro paio di maniche), dall'altra la sua testata ammiraglia dà sempre più importanza al fumetto senza per forza dover fare quel presunto salto di qualità che tu tanto auspichi, ma cercando - e spesse volte riuscendo - a mantenere l'equilibrio tra storie/autori bravi e apprezzabili anche dai lettori esigenti e storie/autori da riempitive (diciamo così) le cui avventure sono più adatte ai più piccoli. Sia nel primo che nel secondo caso possiamo trovare storie brutte, sia chiaro, ma questo fa parte del gioco.
    Per il resto hai un giornale che nell'editoriale cita gli autori e li elogia (dimmi, anche nei nostri cosiddetti anni d'oro del settimanale, quando c'era il Papero del Mistero per dire, dimmi se si è mai trovato un editoriale del direttore, o un focus sugli autori delle storie), un editoriale dove si fa il punto delle iniziative che cercano di rilanciare il "Topo" nell'attenzione dei mass media e come strumento di cultura per i più piccoli. Un editoriale che nel numero attualmente in edicola invita i giovani lettori ad ascoltare il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica!
    Abbiamo una direttrice che coltiva gli autori che stima, che mette le sue passioni nel giornale che dirige, che organizza una mostra dedicata al fumetto Disney nel museo del fumetto di Milano.
    Che i difetti ci siano comunque non lo metto in dubbio, che il meccanismo del mensili e dei Vattelapesca che ristampano robe a caso sia deleterio sono d'accordo, ma da qui a dire che il fumetto Disney in Italia sia autolimitato e conservatore mi pare quantomeno azzardato.
    E il "Topolino" mensile e solo autoriale non penso che vedrebbe un anno intero di pubblicazioni, perlomeno qui in Italia. Senza contare la drastica diminuzione del numero di storie che produrremmo noi italiani, che ti ricordo realizziamo il 75% delle avventure a fumetti Disney nel mondo, che poi infatti esportiamo un po' ovunque. Sai l'effetto domino?
    Per Casty: non capisco come il fatto che piacciano le sue storie vada in conflitto col fatto che alla stessa persona piaccia la Pixar o Rat-Man o la Ziche. Davvero, non vedo l'incongruenza.

    Detto questo, ho letto il DoubleDuck di Artibani e a ruota quella l'ultimo di Vitaliano! :)

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    DoubleDuck - Agente Zero (Artibani/Mazzarello-Freccero-Gervasio) è una storia notevole per almeno due motivi. E' la seconda storia di Francesco Artibani da quando è tornato a scrivere per Disney, ed è una delle migliori avventure di DoubleDuck. L'autore dimostra pienamente di aver letto le precedenti avventure e di averle capite nello spirito e nella sostanza, riuscendo non solo a ricopiare meramente le influenze disseminate da Vitaliano e Bosco ma a rilanciarle, dapprima recuperando una buona dose di atmosfera pikappica che ci restituisce l'Artibani degli anni '90-primi 2000 quando era all'opera sulle prime due serie di PK, e poi sfruttando a suo vantaggio il meccanismo del doppio-doppio gioco in modo interessante e riuscito, che salva tale dinamica dal rischio del clichè (più volte centrato in pieno, in passato) e lo fa tornare allo stato di colpo di scena che aveva agli inizi della saga.
    Al di là di questo, abbiamo un approfondimento umano non da poco sul passato e i sentimenti di Kay K, una Paperina in formissima e finalmente parte determinante dell'azione, Paperino/DD che è un figo pazzesco, belle scene d'azione, una trama ben congegnata... insomma, Artibani prende più che degnamente il testimone da Vitaliano creando un'ottima storia, e la fiducia nello sceneggiatore è già rinnovata visto che la saga di DD della prossima estate sarà sempre scritta da lui :)
    I disegni: non mi strappo i capelli in realtà, per quanto tutti e tre facciano un degno lavoro. Freccero è quello che ho apprezzato di più, seguito da Gervasio e da Mazzarello. Tutti ottimi con gli sfondi e con le tavole a griglia libera, ma non sempre brillavano nella raffigurazione dei paperi. Kay K a parte che è sempre riuscita molto fascinosa.

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    DoubleDuck - Il Convitato di Gesso (Vitaliano/Mazzarello) è probabilmente l'ultimo contributo di Vitaliano alla sua creatura. Si concretizza in una storia di una sola puntata, dove Paperino e Paperina tornano a Milano in occasione della Prima della Scala esattamente come accaduto tre anni fa più o meno con le stesse modalità. Il guaio è che si avverte in tal modo un certo senso di deja-vu rivedendo DD tra le strade milanesi o all'interno della Scala, ma il senso di già visto svanisce di fronte alle divertenti battute di Fausto, specie quelle relative alla modernizzazione dell'opera messa in scena.
    Peccato che poi mi perda, non riesca bene a capire perchè la statua della reppresentazione venga realizzata proprio in quel raro materiale e quindi rimanga un po' disorientato. Specie perchè Fausto rimette in gioco nientemeno che il capo dell'Organizzazione, già incontrato una volta in passato, e questo dà un'aura di importanza alla storia in fatto di continuity.
    A parte quindi queste piccole stranezze, l'impianto della storia risulta comunque simpatico, e vedere Paperino muoversi per le strade che calco io ogni giorno e sui mezzi di cui usufruisco pure io è sempre un'emozione non indifferente. Senza contare che l'inseguimento coi tram è una scena decisamente bella :)
    Mazzarello sfoggia il suo miglior stile in occasione di quest'avventura, e si sente: trovo molto ben fatti i panorami del capoluogo lombardo, e anche i personaggi mi paiono ben rappresentati. Non saremo ai livelli del Cavazzano che nel 2008 si era occupato dell'incursione milanese di DoubleDuck, ma comunque promuovo il comparto grafico che sa valorizzare una storia molto carina.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • La De Poli è vero che cerca di fare cose adulte, come ad esempio riconoscere il lavoro degli autori, o cercando di parlare di attualità nelle rubriche.
    Ma le storie rimangono limitate e da bambini, anche quelle degli Autori. Stiamo punto e a capo. E che noi realizziamo il 75% delle storie DIsney del mondo, quando le storie DIsney nel mondo contano lo 0,0005% (percentuale sparata a caso, ma stiamo lì :P), non è cosa da vantarsi né considerarlo un motivo di investimenti o tantomeno di impegno a mantenere lo status quo.
    Per Casty: non capisco come il fatto che piacciano le sue storie vada in conflitto col fatto che alla stessa persona piaccia la Pixar o Rat-Man o la Ziche. Davvero, non vedo l'incongruenza.
    allora ti sei scordato tutto il post che ho fatto prima sui motivi per cui Casty non è un "autore", e noi in teoria non seguiamo solo le opere che "ci piacciono", ma le opere che "valgono". E Casty non vale. E' capace, ma non si applica :martel:
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Franz ha scritto: Ma le storie rimangono limitate e da bambini, anche quelle degli Autori.
    Tralasciamo Casty, che già gli fischieranno anche troppo le orecchie.
    Ma se penso agli ultimi tre anni vedo Novecento e la storia metafumettistica dell'anno scorso per Faraci, la storia su Destino, un Gagnor che scrive cose divertenti ma sempre molto argute e con strizzate d'occhio ai lettori scafati, la Radice che col marito realizza una storia che sembra un romanzo e una che affronta con delicatezza il tema della fame nel mondo (nello stesso anno, anno in cui con le 3 avventure di Pippo Reporter è riuscita anche a scrivere storie dedicate nell'ordine a Lindbergh, Agatha Christie e Sergej Vasil'evič Rachmaninov), una storia che affronta in modo assennato il periodo storico di 150 anni fa, un Vitaliano che realizza un'opera fantascientifica complessa che affronta il tema della dittatura, la recente serie sulla storia dell'arte di cui parlerò a breve...
    A me pare che di storie "mature", complesse e con più piani di lettura, e di Autori non ce ne sia la mancanza :)
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  • limitandomi solo a ciò che ho letto, non fai che darmi conferme :P
    E quello che non ho letto... beh, se funziona come con Casty, ho paura che troverei conferma anche leggendole. Ho smesso di credere alle eccezioni da tempo, e è stato proprio Topolino a portarmi a questa disillusione.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Io quello che dice Bramo lo capisco, ma tutte quelle cose sarebbero degne di nota se Topolino fosse mensile, come Franz fa notare effettivamente è in tutti gli altri Paesi.
    In un settimanale, quella roba mescolata al mare di mediocrità o di storielline da sala d'attesa, non riescono a risollevare l'immagine della rivista, la proporzione rimane comunque troppo svantaggiosa.
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  • DeborohWalker ha scritto:Io quello che dice Bramo lo capisco, ma tutte quelle cose sarebbero degne di nota se Topolino fosse mensile, come Franz fa notare effettivamente è in tutti gli altri Paesi.
    In un settimanale, quella roba mescolata al mare di mediocrità o di storielline da sala d'attesa, non riescono a risollevare l'immagine della rivista, la proporzione rimane comunque troppo svantaggiosa.
    A parte il fatto che se fosse mensile non è detto che non ci sarebbe comunque la mescolanza tra materiale di qualità e materiale più mediocre, non torno sull'argomento periodicità perchè ho già detto la mia sopra.
    Il problema, io temo, è che siamo tutti - me compreso - troppo preoccupati del confrontare "Topolino" con gli altri fumetti, di qualunque tipo, che conosciamo e apprezziamo. Il punto, secondo me, è invece il fatto che tale paragone non regge più di tanto perchè per quanto in un certo numero di casi quello che offre la principale testata Disney possa essere apprezzabile anche da lettori come noi, la sua impostazione non le permette un confronto con realtà differenti. E cercare di avere dal contenitore "Topolino" (perchè questo è, un contenitore che va dalle storie belle a quelle orrende alle rubriche alla posta) quello che abbiamo da Bone o da Tintin mi pare un'azione impraticabile.
    Tutt'al più quel che si può fare è rapportare le singole storie pubblicate sul "Topo" con altri fumetti, e allora sì che Il Mondo che Verrà o Il Grande Mare di Sabbia possono essere giudicate anche confrontandole con graphic novel di vario genere.
    L'immagine della rivista, secondo me, non ha bisogno di essere risollevata: trovo che ora come ora tra comunicati stampa, servizi al tg, comunicati stampa, mostre, iniziative varie e multimedialità l'immagine di "Topolino" sia quella di classico e intramontabile antologia di storie e rubriche per i più giovani, con molti spunti e motivi di interesse anche per i lettori più maturi, scafati, nerd. Cambiare un'impostazione che alterna grandi storie a storie riemptive o mediocri solo perchè queste ultime non incontrano il nostro gusto da appassionati esigenti non è risollevare l'immagine della rivista, ma stravolgerlo. Avremmo qualcosa che non è più "Topolino".

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    Ho recuperato i primi quattro episodi della serie La Storia dell'Arte di Topolino (Gagnor/De Lorenzi-Mangiatordi).
    Devo dire che sono davvero rimasto colpito dalla qualità del progetto. Ormai so che posso aspettarmi belle cose dalle sceneggiature di Roberto Gagnor, ma questa serie sull'arte mi ispirava il giusto, senza che le prestassi troppa attenzione.
    Invece ecco che trovo una sequenza di storie molto riuscite, decisamente divertenti e tutte con l'obiettivo (riuscito!) di parlare di storia e di arte. Sì, perchè come l'autore dimostra di aver ben capito non si può raccontare dell'evoluzione delle arti visive senza sottolineare come esse sono legate al contesto storico in cui nascono e si sviluppano. Questo dà modo a Gagnor di insegnare ai lettori sia la storia dell'arte sia la storia in senso più generale, mostrando anche i legami che l'arte ha con gli eventi della vita dell'uomo.
    E allora ecco che con il primo tasseelo, Il Primo Fumetto della Storia, si parte dall'età della pietra seguendo le teorie elaborate da Zapotec e Marlin sulla nascita della pittura e del concetto di arte in sè; si prosegue poi nell'Antico Egitto di Il Romantico Papiro di Paperinubi in cui osserviamo l'ambiguità interpretativa di certa arte, che si cela per esempio nella scrittura geroglifica e che in tono nient'affatto melenso offre un bello spunto sull'importanza dell'ispirazione giusta nell'arte.
    Le Tre o Quattro Fatiche di Paperogate di Creta segna l'entrata in scena della vena più ironica e dissacratoria tipica dell'autore: in un'implacabile satira verso i reality show, i tronisti e tutto il becero mondo televisivo attuale fatto di lustrini e inganni Gagnor fa divertire il lettore, lo fa riflettere sull'assurdità di certe cose che purtroppo spesso sono accettate come normali e riporta in scena il suo Paperogate di Creta per un altro, devastante momento di gloria. Ma la punta satirica dello sceneggiatore piemontese esplode nell'episodio successivo, Mastro Topolonius e il Portale Rivelatore, dove viene evidenziato un riuscito e agghiacciante parallelo tra il Medioevo (periodo in cui è ambientata l'avventura) e la nostra attualità, dove l'oscurantismo fatto di false promesse, imbrogli coperti di festoni colorati e desiderio di mostrare alla gente ignorante un vero nemico da combattere che incarna Gambadilegno non può non ricordare un certo modo sprezzante di fare e intendere la politica nel nostro Paese, sfruttando spesso la disinformazione o l'ingenuità della gente. Il vero capolavoro non è il portale che Topolino, Pippo e Orazio riescono a realizzare, ma il messaggio che tramite la bocca di Topolino Gagnor fa arrivare a chi avrà cuore e mente aperti per ascoltarlo: solo informandosi e pensando con la propria testa si è veramente liberi e capaci di vedere oltre le mistificazioni di chi ci vuole ingannare per mantenere un potere debole e immeritato. L'arte come potere della cultura, come capacità di dare alla gente, a tutta la gente, la possibilità di farsi una cultura e ottenere così i mezzi per vivere in modo indipendente e cosciente.
    Nella rece del "Topo" di Natale già commentai la quinta storia del ciclo, Pippo della Francesca e il Ritratto del Complotto, che già era riuscita a incuriosirmi verso l'intera serie grazie al suo mix di umorismo arguto, voglia di approfondire il legame tra arte e Storia e belle trame.
    Molto bella l'idea di rendere ogni storia indipendente, con personaggi ed epoche diverse, di modo che ogni avventura è godibile a sè stante e il progetto trova la sua compattezza unicamente nella voglia di parlare di arte e della sua evoluzione.
    Ottimi i disegni di Paolo De Lorenzi e di Vitale Mangiatordi, che aiutati anche dai vivaci colori di Mirka Andolfo riescono in ogni occasione ad essere splendenti, accattivanti, moderni e molto plastici, rendendo queste storie brillanti anche sotto il profilo grafico.
    Aspetto ora con impazienza di poter leggere le storie che chiuderanno questa intelligente cavalcata nella Storia.

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    Approfitto anche per dire due paroline su "Topolino" # 2925 che, oltre a contenere Mastro Topolonius e il Portale Rivelatore offre almeno altre due storie a mio parere interessanti.
    Paperinik e le Vibrazioni Natalizie (Venerus/Soldati) è una storia vorrei-ma-non-posso. Poteva essere una bella storia natalizia con protagonista il papero mascherato, invece è solo una storia dal soggetto non certo nuovo, con un Rockerduck abbastanza stereotipato e con un Paperinik non al pieno delle sue possibilità. SI vede comunque l'impegno di Venerus nel realizzare una storia natalizia non convenzionale, e allora ecco il cantante rock ed ecco la melodia ammaliatrice, ma tutto questo rende la storia appena sufficiente, un divertissement carino e con poche pretese ma tutto sommato dimenticabile. I disegni di Soldati sono nello standard dell'autore, cioè sicuramente buoni e fatti con mestiere ma senza eccellere particolarmente, almeno secondo il mio gusto.
    Topolino alla Conquista del Polo Sud (Badino/Dalena) è invece una storia molto più intrigante. Per quanto in questo genere di avventure l'utilizzo della macchina del tempo per Topolino e Pippo sia una tappa forzata e banale, Sergio Badino riesce a scrivere una storia molto avvincente e che si rivela di netto una delle migliori di quelle che ho letto della sua produzione disneyana. La storia celebra il centenario dalla conquista del Polo Sud, come suggerisce il titolo stesso, ma decide di farlo attraverso una trama avventurosa che ci porta dritto nei pericoli dei ghiacci di quelle lande desolate e abbandonate, tra tesori da scoprire e pirati pronti a saccheggiarli. Una bella storia, che fa del litigio una chiave di volta curata con sagacia grazie anche alla sua maturazione, e che trova un altro pregio nell'ulima vignetta.
    In aggiunta a tutto questo, ecco che i disegni di Antonello Dalena sono una garanzia: sui Paperi ha fatto meraviglie di altissima qualità, sui Topi forse lo preferisco meno ma non si può certo dire che i disegni non siano belli, anzi! Rimpiango di vederlo poco sul settimanale, Dalena è un ottimo disegnatore che fa del dinamismo e della plasticità il suo biglietto da visita, con personaggi rappresentati con un tratto pulito e netto molto apprezzabile e convincente.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Tornando brevemente sulla storia di Casty, mi esprimo brevemente (sulla storia e solo su quella): c'ha la morale scontatalizia? Sì. Ma guardiamo a quello che c'è intorno. Un mondo biechissimo di ricconi snob eppure arraffoni mai sazi che alla fine non viene convertito al bene come nelle classiche bambinate di Natale nè punito con il contrappasso à la Barks. Una schiera di personaggi anonimi ma agghiaccianti, che manco si fanno toccare dal buonismo circostante. La bontà dei pochi viene giustamente esaltata, ma la schiera di meschini è quella dei più, quella che detta le regole e non viene cancellata o convertita alla fine. La storia non è un capolavoro né vanta una trama eccezionale, ma personalmente sono questi piccoli particolari con cui Casty amalgama lo stereotipo alla sua personalità che mi fanno adorare l'autore.

    Gamba che decide di farsi una mangiata al ristorante alla faccia di Topolino solo per togliersi lo sfizio, poi, è una delle cose più aderenti al personaggio di teppistone grezzone che si sia vista negli ultimi tempi.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:Un mondo biechissimo di ricconi snob eppure arraffoni mai sazi che alla fine non viene convertito al bene come nelle classiche bambinate di Natale nè punito con il contrappasso à la Barks.
    il mondo biechissimo ci fa una figura ridicola, che è ugualmente ritrito come tema (l'ho rivisto giusto ieri in Pirati 4, quando Jack Sparrow si prende gioco del panciuto Re e delle sue guardie).

    Quanto al Gamba grezzone... credevo che fosse una storia dolce e poetica :P

    Poi, ripeto, si può rigirare la frittata su tutto. Si può affibbiare un sottotesto socioculturale pure ai cinepanettoni, alle commediole scialbe e ai peggiori film commerciali (cosa che peraltro fa tutte le settimane Anselma Dell'Olio a Cinematografo di Marzullo, googlare "perledianselma" per credere), ma sono arrampicate sugli specchi (quando non viscide marchette), non analisi. Questi piccoli dettagli per i quali tu ti innamori di Casty, a me mi portano a dargli del para...gnosta, per dire :P
    Ma queste sono opinioni, e sono tutte ammissibili, e contano tutte zero. Quello di cui si parlava prima cercava di andare oltre le opinioni.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Questa è una tua opinione.

    *Infinite loop*

    :P
  • [spoiler]E questo fa di te un troll, dato che hai detto una cosa falsa di cui però ti sei convinto (perché frequenti posti, tipo questo, dove ci si convince spesso e volentieri di espedienti retorici faciloni che non si comprendono appieno) e ti sentirai in diritto di ripetere qualunque cosa io risponda. Il che uccide ogni civile discussione, ma in compenso mi lascia in pace con la mia coscienza e più che soddisfatto delle mie capacità critiche :re: (che qualcuno ha definito "parlarsi addosso"). Sono convinto che la tua risposta lascerà soddisfatto anche te, e mi dispiace.

    Per la cronaca, qualora non si fosse capito (e ormai mi sorge il dubbio anche su questo), fra le opinioni che contano zero facevo comprendere anche la mia riguardo al fatto che quei piccoli dettagli fanno di Casty un paraculo. Non vorrei che qualcuno abbia creduto (non lo vorrei, ma purtroppo sono strasicuro che qualcuno lo abbia creduto, per esempio tu, vista la tua risposta) che per me la mia parola è sempre analisi e quelle degli altri sempre opinione.
    Se mi rassegnassi all'idea che questo sia forum adibito solo al rimbalzo di opinioni, non lo frequenterei. Se frequento il forum è per il confronto di fatti e interpretazioni e esperienze,per capire qualcosa del mondo, della cultura, di me stesso e delle persone attorno a me, non per dire io la mia e tu la tua. Teoricamente tutti i forum dovrebbero essere così. Per le proprie opinioni in cerca di consenso bastano i blog, e io ce ne ho due, oltre a svariati social network, non vengo a proclamare le mie opinioni pure qui (se non opportunamente circoscritte da "secondo me", "ma a parte questo", "per esempio io", o il recente e licenzioso "a me mi" :P, senza la pretesa che entrino nella discussione). E' così faticoso crederlo?[/spoiler]
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Se ti dico che era una battuta mi credi o divento paraculo pure io? :solly:
  • Paraculo, assolutamente. Ma è meglio così, eh. Se ti credessi sarei costretto a risponderti che non ho sentito ridere nessuno, e io odio rispondere così.
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    :solly:
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