[Topolino] Annata 2011

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Topolino # 2880

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    Dopo ben 6 anni di assenza dalle pagine del "Topo" torna Eurasia Tost, la topina archeologa ideata da Casty in una delle sue prime storie Disney. E lo fa per la prima volta ritratta proprio dal Castellan... :) Un ottimo motivo per acquistare "Topolino" questa settimana ;)

    Topolino e le Miniere di Fantametallo (Casty) è il seguito della terza a ultima storia (prima di oggi, ovviamente) che vedeva Eurasia Tost co-protagonista insieme a Topolino e Pippo, vale a dire Topolino e il Colosso di Rodi. Ma sarebbe riduttivo dire questo: alla luce di quest'ultima avventura appare chiaro infatti come quella storia fosse un avventuroso e degnissimo prologo a quello che è il progetto dell'autore: un progetto che vede queste Miniere di Fantametallo come un tappa e non certo la conclusione del discorso, e che vede il mistero di Atlantide al centro della faccenda.
    Una intelligente tavola introduttiva ci fa sembrare che dagli eventi del Colosso di Rodi a questa nuova avventura sia passato molto meno tempo di quelli di effettiva pubblicazione, e mi dispiace molto che nonostante i chiari riferimenti alla storia del 2005 non compaia la classica didascalia "vedi Topolino n." che darebbe miglior continuità al tutto.
    Ma si entra presto nel vivo dell'avventura: e da questa punto di vista Casty non delude mai, sa destreggiarsi benissimo in queste storie alla Indiana Jones, e ci regala una bella storia ricca di mistero e humor. Sì perchè come sempre i personaggi di Casty sono vivi e vitali, come il Topolino considerato "tappo", il Pippo sbadatone ma tutt'altro che sciocco, che qui tocca alte vette di intelligenza e che dimostra la finezza del suo pensiero laterale troppo spesso frainteso in passato da altri autori... ma anche la "sua" Eurasia Casty la sua muovere perfettamente :) Oltre a ciò, il mistero archeologico alla base della ricerca è intrigante anche se tratta temi non del tutto nuovi in questo genere di trame, e mi piace come prosegue il discorso della Società delle Lepri Viola.
    Da notare sono inoltre la citazione a Scarpa (un personaggio secondarissimo si chiama Nataniele) e la vena critica al non uso di energia pulita da parte dei governi, classica nelle storie castyane, anche se stavola solo accennata in chiusura. In questo senso mi piace vedere come l'autore intenda lo spirito di Topolino come avventuroso sì, ma cercando di finalizzare le sue scoperte al miglioramento del pianeta.
    Non una prova da podio di Andrea Castellan, anche se molto buona la ritengo inferiore ad altre sue prove anche recenti, un sentire che forse sarebbe stato diverso con una disponibiltà maggiore di pagine a disposizione: alcuni passaggi avrebbero giovato di più spazio secondo me.
    Ma se pensiamo a come questa storia in fondo sia solo tassello della macrotrama di Atlantide, direi che per avere un giudizio completo occorra aspettare almeno la prossima storia di Eurasia. Quindi mettiamoci comodi in attesa del 2017. -_-
    Intanto godiamoci i disegni, sempre molto classici e che sanno ricordare molto Gottfredson, soprattutto in alcune pose.

    Anche le altre storie non sono male, qualcuna più e qualcuna meno. La migliore è sicuramente Zio Paperone e le Traduzioni (fin troppo) Simultanee (Vitaliano/Held) che mi ha fatto scompisciare dal ridere. Fausto immette nella storia una tale quantità di ironia in così poche tavole che si direbbe venga un concentrato insapore, mentre ormai lo sceneggiatore è abile a padroneggiare i tempi, le gag e soprattutto le battute ("non è il caso" raddoppiata in due situazioni con le relative risposte è geniale). Un gran bel modo anche di muovere i personaggi, Paperone è molto nella parte e lo stesso dicasi di Pico, co-protagonista perfetto per la situazione e che insieme a Paperone esclama una battuta quasi metafumettistica :P
    Tutto questo fa facilmente passare sopra all'assunto di base sul quale poggia la storia, decisamente e forse volutamente assurdo e inverosimile. Decisamente buoni sono i disegni di Valerio Held, che non ha perso lo smalto con gli anni e che ritrovo qui più in forma che mai.
    Paperinik dei Tempi Oscuri - Il Ritorno del Cavaliere Vendicatore (Panini/Del Conte) è la riproposizione delle origini di Paperinik traslate in un ipotetico medioevo in cui Amelia attenta alla prima pietra del castello del conte di Duckshire (Paperone). La storia non è nulla di che, è carina e leggibile ma nulla più, e i disegni non eccezionali (pur buoni) del buon Alessandro Del Conte non esaltano una storia molto semplice.
    Infine Gastone e la Fenomenale Giornata Normale (Macchetto/Milano) vorrebbe usare un canovaccio stra-abusato in forma poetica/dolce/riflessiva, vorrebbe dare un'anima a Gastone e anche a Paperone... ma le pochissime tavole a disposizione rendono la storia un filler inutilissimo e che non riesce a comunicare niente al lettore. I disegni di Luciano Milano non migliorano le cose, al loro post-modernismo preferisco i disegni di Del Conte.
    L'ultimo posto spetta a Indiana Pipps e il Tempio di Cristallo (Sarda/Urbano), che vede un Indiana molto in parte, fedele a se stesso, al suo spirito e alle sue classiche storie. E' solo la prima parte, nel prossimo numero ci sarà la seconda, ma già qui si nota come la via intrapresa sia buona, a fronte comunque di un plot molto classico. E' da notare il ritorno di Martina Ubersetzen, comprimaria di alcune storie di Indiana pubblicate qualche anno fa. Mi duole dirlo, ma i disegni di Emilio Urbano non mi sono piaciuti, quando invece coi Paperi se la cava molto bene e anche in altre prove coi Topi non mi era dispiaciuto. Peccato.

    Numero consigliato per Casty, dunque, ma anche per Vitaliano :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Inizia la terza serie di Pippo Reporter! Tutti in edicola! :)
  • Topolino # 2883

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    C'erano addirittura due motivi per comprare il numero di questa settimana di "Topolino", motivi validi anche per chi come me non lo acquista costantemente.
    Il primo viene palesato fin dalla copertina. E che copertina! Una splendida cover disegnata dal bravissimo Paolo Mottura ci offre un Topolino tratteggiato divinamente con in mano la bandiera italiana e con sullo sfondo paesaggi del nostro Bel Paese e personaggi storici che hanno fatto la storia dell'Italia. Anzi, che hanno fatto l'Italia. Il bollino al centro della cover attesta il fatto che tutte le iniziative "topolinose" che da adesso e fino a maggio saranno all'insegna dei 150 anni dell'unità d'Italia fanno parte ufficialmente di tutti i festeggiamenti che da varie parti vengono compiuti per questa importante ricorrenza.
    Ma oltre che essere meravigliosa di per sè e decisamente evocativa, la copertina di Mottura richiama anche la prima storia contenuta nel settimanale.

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    Topolino e l'Italia Ri-Unita (Prima Puntata) (Bosco/Mottura) è la prima delle due storie celebrative dell'anniversario dell'unità d'Italia (la seconda ci sarà a maggio e sarà con i Paperi). L'avventura in questione non è niente di trascendentale, stringi stringi è una storia della serie della macchina del tempo sulla media qualitativa di tante altre, e come in altre occasioni se ne sono usate per parlare di fatti storici. Ma valori aggiunti in questo caso sono la sceneggiatura di Marco Bosco, attenta a costruire una storia che riuscisse a essere interessante e didattica allo stesso tempo, vale a dire una storia che parlasse di fatti storici ed educasse i lettori senza risultare pedante e noiosa. Così è, infatti, e nonostante non manchino i fatti storici legati al contesto l'avventura è molto godibile grazie alla bellissima idea di fondo. Bellissima ma leggermente inverosimile in un paio di punti ([spoiler]le web-cam che Topolino piazza nel passato si autoditruggeranno? Senza lasciare pezzi? Si smaterializzano?[/spoiler]) ma che non sono certo il cuore della vicenda, dettagli trascurabili in fondo.
    Oltre alla bella idea, anche il cliffhanger delle ultime due tavole è interessante e potrebbe fornire nel prossimo numero una seconda e ultima puntata più interessante di questa.
    Un altro pregio, assolutamente non trascurabile, è rappresentato dagli ottimi disegni di Mottura che regala meraviglie al lettore, grazie alla perfetta raffigurazione di Topolino e Pippo e soprattutto grazie alla grande prova del ritrarre paesaggi, scorci, sfondi e momumenti di alcune città italiane, soprattutto di Milano e di Torino (città dei due autori e nucleo dei festeggiamenti). Insomma, una storia ambizioa che offre forse meno di quello che prometteva, ma sicuramente onesta e piacevole da leggere, oltre che ben impostata. Ci sarò per la conclusione. E spero di trovare da qualche parte, prima o poi, anche i due volumi artibaneschi realizzati con Giornalino e sempre dedicati alla ricorrenza :)

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    Il secondo motivo di interesse verso il numero in questione è dato dal consiglio grrodonesco
    Grrodon ha scritto:Inizia la terza serie di Pippo Reporter! Tutti in edicola! :)
    :P Infatti la seconda storia del numero è Pippo Reporter - Scuola di Volo (Radice/Turconi), settimo episodio (primo della terza serie) dell'ottima serie creata dai coniugi Turconi. E' questo forse uno dei capitoli migliori delle avventure di Pippo nei ruggenti anni '20-'30, in cui citazioni storiche si alternano a citazioni disneyane. Il tema delle prime "avventure d'aria", del pionierismo del volo infatti avviene inserendo il personaggio di Dlinghbergh (versione fumettosa dell'aviatore Charles Lindbergh) e citando palesemente il corto Plane Crazy sia nelle parole di Minni sia nel nome del velivolo che prenderanno in prestito Minni e Pippo. E questi sono solo orpelli a quella che è una storia carica di avventura e ironia, con ottimi tempi narrativi e un ottimo corpo centrale della trama che vede i due protagonisti in un delirante volo! Il finale a sorpresa è la ciliegina sulla torta per una storia decisamente ottima e dal sapore pienamente disneyano.
    Oltre all'ottima sceneggiatura vanno fatti i complimenti ancora una volta a Stefano Turconi che ci regala vignette ancora una volta splendide: il disegnatore offre ancora una volta prova di quanto sono belli il suo Pippo dinoccolato e dall'espressiona sognatricee la sua Minni tutta dolcezza, e quanto è elegante il suo Macchia Nera (anche se si vede poco). Per non parlare delle due vignette citazionose realizzate in puro stile retrò per la gioia degli appassionati e dei nerd.
    Appuntamento tra due settimane con il prossimo episodio, Dieci Piccoli Caimani (stavolta infatti non troveremo 3 episodi di fila ma alternati: il secondo sarà in edicola col n. 2885 e il terzo col n. 2887).

    Il resto del numero offre ancora cose interessanti. Battista e il Maggiordomo Venuto dal Passato (Panini/Gottardo) è la storia più debole del numero, migliore della storia sul Paperinik medievale e dallo spunto originale e simpatico. Assolutamente niente di che, ma l'idea non è niente male ed è costruita bene.
    Paperi che Sbagliano Strada... in Nave (Gagnor/Dalla Santa) è una carinissima storia con un Paperoga in formissima. Un Gagnor puramente ironico, divertente e divertito si scatena nelle relativamente poche tavole a disposizione per giocare sugli equivoci di un Paperoga finito per sbaglio in una crociera per eccentrici ricconi. Simpatica.
    Infine Zio Paperone e la Singolar Tenzone (Cimino/Chiercini) dà al numero quel tocco di classicità sia nei testi che nei disegni, chè la storia sembra appartenere a un numero degli anni '80. Il bello di Cimino è che trova sempre il modo di trovare la variante nelle sue storie: è capace di costruire una storia partendo da due clichè triti e ritriti delle sue storie e creando una variante, appunto, che fa nascere una storia originale. In questo caso abbiamo lo Zione e Rockerduck che si sfidano per l'ennesima volta, ma la loro rivalità viene incanalata dal sindaco in una specie di moderna lotta tra gladiatori. Visto anche l'accenno a Paperino e Gastone, sembra quasi che il sindaco sia il vero protagonista della storia e questo fa guadagnare punti alla suddetta, davvero sorprendente.

    Un bel "Topo", che mi pare trovi sempre più un nell'equilibrio tra qualità, classicità, celebrazioni, riempitive assolutamente non brutte ma godibili. Consigliato l'acquisto, a questo punto anche dei prossimi due numeri.
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  • Bramo ha scritto:([spoiler]le web-cam che Topolino piazza nel passato si autoditruggeranno? Senza lasciare pezzi? Si smaterializzano?[/spoiler])
    [spoiler]Basta scioglierle nell'acido e, se proprio vuoi andare sul sicuro, far esplodere il contenitore dell'acido :P[/spoiler]
    Per non parlare delle due vignette citazionose realizzate in puro stile retrò per la gioia degli appassionati e dei nerd.
    Rimasi così ----> *________*

    Grazie davvero.

    Di questo numero mi hanno un po' destabilizzato le storie a tavola singola messe a grappolo.
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  • LBreda ha scritto:
    Bramo ha scritto:([spoiler]le web-cam che Topolino piazza nel passato si autoditruggeranno? Senza lasciare pezzi? Si smaterializzano?[/spoiler])
    [spoiler]Basta scioglierle nell'acido e, se proprio vuoi andare sul sicuro, far esplodere il contenitore dell'acido :P[/spoiler]
    Lol, la spiegazione logica c'è, dunque? Ma si può immettervi un congegno che stabilisce [spoiler]quando farle autodistruggere? O deve essere comandata tramite un telecomando (che non quanto funzioni attraverso i secoli)[/spoiler]?
    LBreda ha scritto: Di questo numero mi hanno un po' destabilizzato le storie a tavola singola messe a grappolo.
    Lol, effettivamente ne ho notate anch'io una marea, ben 5 Gulp che continuavano a spuntare fuori! :P
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  • Bramo ha scritto:Lol, la spiegazione logica c'è, dunque? Ma si può immettervi un congegno che stabilisce [spoiler]quando farle autodistruggere? O deve essere comandata tramite un telecomando (che non quanto funzioni attraverso i secoli)[/spoiler]?
    [spoiler]Certo che si può fare, il congegno! Ma se riesci a far passare attraverso i secoli un flusso video, puoi mandare tutti i segnali di autodistruzione che ti pare... :P Un po' di sospensione dell'incredulità, accidenti![/spoiler]
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  • LBreda ha scritto: [spoiler]Un po' di sospensione dell'incredulità, accidenti![/spoiler]
    Lol, massì certo, non pretendo mica chissà che o chissà quali plausibilità in un fumetto. Voglio dire, se leggendo la storia ammetto tranquillamente che sia possibile viaggiare nel tempo... :P Non faccio certo le pulci a una cosa del genere, infatti nella rece avevo sottolineato che la piccola "cosa strana" è assolutamente ininfluente ai fini della trama e del gradimento della storia, è una cosa del tutto secondaria che avevo citato solo per segnalare una cosa che su due piedi non mi tornava. Il discorso nerdaccione che è venuto fuori qui sopra è puro cazzeggio, che mi sono anche divertito a condurre sapendo che il mio interlocutore ne sa di cose del genere, e quindi è stato un cazzeggio mentalmente stimolante :P ;)
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  • Topolino # 2884

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    Uff, leggendo numeri come questo mi accorgo che "Topolino" un po' cattivo è... :P Nel senso che mi sono ricordato che il suo manifesto programmatico è altalenante, che le storie spesso sono carine ma accumunabili a tante altre simili e in sostanza mi vengono in mente tutti i motivi per cui non lo compro più regolarmente.
    Topolino e l'Italia Ri-Unita (Seconda Puntata) (Bosco/Mottura) fa cominciare a mio parere molto bene l'odierno numero del settimanale Disney. Ho trovato personalmente migliore questa seconda parte della storia celebrativa dei 150 anni dell'unità d'Italia, in cui si chiarisce quale è stata esattamente l'azione "disturbatrice" nella linea storica compiuta da Topolino e Pippo nella Torino del 1858. Con dovizia di particolari storici interessanti, precisi e a me sconosciuti (o perlomeno dimenticati) la situazione che ha portato alla [spoiler]realtà alternativa[/spoiler] viene illustrata in modo molto buono, e l'azione è ben raccontata anche nella conseguente nuova missione dei due protagonisti di rimediare al danno commesso. Invero qui Bosco sembra avere reminescenze delle dinamiche alla DoubleDuck, ma visto il contesto politico di quel tempo che Zapotec stesso sottolinea direi che ci può stare anche perchè la cosa è trattata in modo non invasivo e giustificato. Il mini-colpo di scena finale è poi molto ben utilizzato a mio parere, e per quanto forse leggermente retorica anche la conclusione della storia è degna.
    I disegni del gigantesco Paolo Mottura si confermano ottimi, meravigliosi e pieni di arte, specie nella tavola "aquerellata" gemella di quella presente nel primo episodio. Topolino e Pippo espressivissimi e una figura femminile disegnata in modo convincente e affascinante.
    Insomma, esco soddisfatto da questa avventura: forse anche perchè non mi aspettavo gran che da un'ennesima storia della macchina del tempo usata per una celebrazione, l'avventura impostata da Marco Bosco mi ha convinto e l'ho apprezzata, pur non innalzandola a capolavoro che sicuramente IMHO non è. Però è un modo onesto di festeggiare la patriottica ricorrenza. Vedremo a questo punto a maggio cosa ci riserverà la seconda storia celebrativa con i Paperi. Per intanto belli e interessanti gli articoli sull'Italia posti dopo la storia, con addirittura il testo dell'Inno di Mameli. :)

    Ma il discorso di apertura risuona pesantemente nel resto del numero. Se la storia d'inizio albo l'ho molto apprezzata, dall'altro lato abbiamo una sequenza di storie non eccelse.
    Zio Paperone e le Nebbie del Tempo (Rawson/Pujadas) è una storia di produzione Egmont appartenente al secolo scorso, essendo stata scritta nel 1996 e pubblicata all'estero per la prima volta nel 2000. Vede la luce in Italia ora, e francamente poteva anche farne a meno. La storia è discretamente lunga, per di più, ma altro non fa che raccontare una storia che posa su due/tre elementi visti, rivisti e stravisti un sacco di volte come il varco temporale, come i personaggi creduti dei, come i paradossi temporali fuffosi... bah. Inoltre per non farci mancare niente ecco pure [spoiler]gli alieni[/spoiler], che ci stanno sempre. A peggiorare la situazione un Archimede archeologo completamente fuori parte e i disegni di Pujadas che sanno del più anonimo Comicup Studio che spesso e volentieri spiccava nei "Topi" anni '80. Bah. Quando la volontà di fare una grande storia avventurosa si scontra contro l'uso di clichè stantii e usurati -_-
    A Scuola di Polizia con l'Ispettore Manetta - L'Inseguimento (Gagnor/Asteriti) è una brevissima riempitiva, simpatica e con un paio di battute divertenti ma che perlopiù è inutile. Mi spiace dirlo di una storia di Gagnor, ma per quanto capisca che la velocità della storia è una prerogativa della serie e riconosca che l'idea alla base è buona la storiella non mi ha convinto quasi per niente, tranne per un paio di lampi di genio appunto. Forse una buona parte del demerito è da imputare a Sergio Asteriti, colonna dei disegnatori Disney che però col suo tratto "vetusto" non è secondo me per niente adatto a una serie di storie caratterizzate da un umorismo immediato e giovane. Inoltre il Rock Sassi disegnato in quel modo non si può vedere. Ma anche le scene in generale, che dovrebbero dare l'idea di azione movimentata, mi danno invece la sensazione di staticità, ottima nei deliziosi quadretti natalizi che l'artista confezionava un tempo ma fuori luogo qui.
    Paperino e Paperoga Inviati Anti-Tempesta (Cabella) è invece qualcosa di leggermente più interessante. Intendiamoci, fare qualcosa di originale con il duo del titolo è praticamente da scordarsi ormai, ma utilizzare degnamente i due cugini è ancora possibile e il buon Sergio Cabella ci riesce, scrivendo una storia senza pretese ma onesta e simpatica, che vede Paperino e Paperoga come conduttori di un programma-reality a base di condizioni atmosferiche impervie. Un misto tra il Paperino bravo nei vari lavori che ci ha spesso consegnato Barks e i due cugini nelle storie pezziniane, pur con meno follia. Un buon connubio, che riesce bene anche nei disegni sempre di Cabella decisamente piacevoli alla vista.
    Zio Paperone e l'Atollo Musicante (Cimino/Gatto) è il "momento classicismo" del numero. Peccato che per me non ha il buon risultato della settimana scorsa. Qui il Maestro non riesce secondo me ha inserire quel "di più" che fa spiccare l'avventura, che è nè più nè meno una collezione di clichè paperoniani-ciminiani (quindi sicuramente una materia prima più che buona) agganciati l'uno all'altro in un'avventura che alla penultima tavola ha lasciato poco al sottoscritto. L'ultima, invece, si distingue grazie alle ipotesi relative al comportamento finale che tiene lo Zione, differenti tra quelle proposte da Paperino, i nipotini, Camillino e Battista. Questo assicura quell'alone di ambiguità dell'animo di Paperone, specie nell'ultima vignetta in cui Battista interpella direttamente il lettore, ma è l'unica cosa veramente notevole di questa avventura.
    Piacevoli come sempre i disegni del veterano Luciano Gatto.

    Sarà che sono stato fortunato con i "Topolino" acquistati nello scorso anno, ma questo mi ha davvero fatto riflettere e ricordare perchè non sono più interessato a seguire il settimanale in modo constante. Poi è chiaro che non getto veleno sul "Topo" in generale, adesso, mi basta pensare allo scorso numero e al prossimo (con un Dinamite Bla di Vitaliano e il nuovo Pippo Reporter) per capire che i numeri mosci ci stanno eccome, e questo è l'unico che ho trovato negli ultimi 12-13 che ho acquistato lungo il 2010-2011.
    Insomma, mi sento di consigliare il numero soprattutto a chi ha letto la prima parte di Topolino e l'Italia Ri-Unita, che come storia nel complesso ho apprezzato... e per la bella storia cabelliana.
    Ci si rivede settimana prossima, con un numero migliore.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Topolino # 2885

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    Terzo "Topolino" di fila acquistato. Non succedeva dal gennaio 2010, in occasione della storia in 3 parti di Faraci. E non si supera il record, dato che la prossima settimana ciccia visto che promette pure male dal next sul sito.
    C'è da dire invece di questo numero che è sensibilmente migliore del precedente, e anche se non ci voleva molto è sicuramente un sollievo dopo la depressione della scorsa settimana.

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    Dinamite Bla e il Maiale da Concorso (Vitaliano/D'Ippolito) fornisce un inizio a dir poco scoppiettante all'albo in questione. La storia in sè e per sè, per quello che racconta, non è effettivamente niente di trascendentale: Dinamite vuole iscrivere il suo maiale ad un concorso ma questi è troppo grasso, nel contempo Paperino e Paperoga devono convincere il montanaro ad acconsetire al passaggio della maratona paperopolese attorno a casa sua. Quello che peròp dà valore alla storia è il come questa viene presentata al pubblico, insomme le vitalianate sempre azzeccate. Partendo dal protagonista, che indubbiamente si trova a suo agio nelle mani di Fausto e che conosce una seconda giovinezza dopo le celeberrime avventure made in Brasil degli scorsi decenni, un Dinamite Bla irresistibile e macchiettistico quanto basta a renderlo perfetto. Ma il maiale Cataldo stesso, vero co-protagonista della storia, dà forse un ulteriore valore aggiunto all'avventura grazie ai suoi atteggiamenti. Aggiungeteci un Paperino e un Paperoga perfettamente "in parte", il fucile caricato a sale, un paio di battute salaci e "l'orrenda bruttura" :rotfl: e otterrete una storia divertentissima che intrattiene egregiamente.
    E se tutto questo non bastasse, inoltre, ecco i disegni di un Francesco D'Ippolito ispiratissimo che regala tavole molto cinetiche, caratterizzate da un tratto moderno, guizzante e armonioso che fa sorridere gli occhi del lettore. D'Ippolito si conferma come uno degli artisti di ultima generazione più accattivanti e piacevoli grazie al suo disegno che non ha paura di osare.

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    Pippo Reporter - Dieci Piccoli Caimani (Radice/Turconi) è la seconda storia del numero, e... posso dirlo? Posso dirlo? E' forse la migliore di tutte quelle finora pubblicate di questo fortunato ciclo di storie ad opera dei BigTurks, a mio modesto parere se la batte con quella su Chaplin e con quella di due settimane fa. E se uno ci riflette si rende quindi conto che col passare del tempo la qualità già alta degli inizi continua a salire invece di scemare :)
    Dopo l'omaggio al volo e a Lindbergh stavolta si esplora un genere letterario particolare, il giallo, e lo si fa ispirandosi profondamente a un classico assoluto, quel Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie che è probabilmente il mio giallo preferito.
    La sfida non era da poco, anzi, ma Teresa Radice sa gestirla in modo eccellente. Riunisce nella stessa villa su un'isola Pippo, Minni, Blackspot e altri personaggi creati per l'occasione e li mette di fronte a un misterioso individuo che decide di farli sparire uno a uno seguendo una classica filastrocca per bambini. L'autrice ricalca fedelmente la trama del romanzo originario, e i cammei che inserisce tra i vari personaggi presenti (irresitibile il nipote di Darwin e geniale Fred Merry, evidente parodia del tennista Fred Perry... e poi ovviamente l'intelligentissimo inserimento di [spoiler]zia Agatha in persona[/spoiler]) sono deliziosi e molto ben caratterizzati nonostante il poco spazio.
    Il colpo di genio di questo bellissimo omaggio si trova però alla fine, nella risoluzione, che guarda caso vede Pippo al centro della scena quando per gran parte della storia era rimasto leggermente defilato. L'effetto che ne risulta è ottimo e perfettamente credibile, e ancora una volta è il Pippo classico e cortometraggioso che ci regala la Radice.
    Inoltre dalla storia saltano all'occhio due bei dettagli: il nome "And Then There Were None" per la barchetta che porta i personaggi all'isola e il fatto che tra le carte che spuntano dal diario di Minni ci sia un biglietto per The Kid, come a sottolineare la continuity discreta ma presente della serie.
    Dal lato visivo, poi, la goduria rimane ancora alta: Stefano Turconi regala panorami d'effetto, e si sbizzarrisce in modo delizioso nel dare un aspetto al già citato Fred Merry o al traghettatore Ned. Il tratto di Turconi è limpido e armonioso, e la gestione della tavola e delle vignette è sempre nuova e usata in modo intelligente rispetto all'azione descritta.
    Un episodio ottimo, insomma, senza sbavature, scritto magistralmente e disegnato in modo eccelso.

    Il resto del numero si compone di alti e bassi. Mi dà fastidio vedere Roberto Gagnor nelle brevissime, anche se di una serie da lui ideata e che tutto sommato porta avanti un discorso, ma A Scuola di Polizia con l'Ispettore Manetta - Security (Gagnor/Uggetti) è anche peggiore dello scorso episodio: questo è una trafila di gag nemmeno troppo brillanti con Manetta stupidone perchè sì, e la rabbia è data dal fatto che Roberto ha fatto cose ottime in passato ed è un bravissimo sceneggiatore. Ma in queste brevi(ssime) proprio non mi prende. I disegni della Uggetti sono un po' meglio di quelli di Asteriti, ma ancora non ci siamo: questa serie avrebbe bisogno di disegnatori di altro tipo, non di quelli anni '70-'80 con un tratto classico. Sigh.
    Va meglio con le altre due storie, molto buone entrambe. Paperino e l'Avventura Insicura (Sisti/Soldati) è una storia estremamente intelligente: infatti da una parte sensibilizza i lettori giovani e meno giovani verso il problema della sicurezza sul lavoro. E fa piacere vedere che dopo anni di storie didattiche su tutti gli sport possibili e immaginabili o verso l'ambiente si cerchi di toccare altri temi d'attualità e scottanti. Dall'altra parte si approfitta di questo tema serio di cui parlare per porre l'attenzione su un aspetto mai considerato nelle varie avventure dei Paperi: Paperino negli anni ha partecipato a un sacco di avventure rischiosissime insieme allo zio Paperone, in giro per il mondo in cerca di tesori o a caccia dei Bassotti o altro. Ma nella realtà un datore di lavoro che espone un dipendente a tali rischi dovrebbe essere legalmente perseguito. La storia riflette su questo spunto. Un'ottima prova, ripeto estremamente intelligente perchè coglie l'occasione per riflettere su un aspetto tipico del fumetto Disney e mantiene fede ai suoi impegni didattici. I disegni di Soldati sono onesti, ma niente più.
    Con meno pretese ma pur sempre godibile è Zio Paperone e la Mitica Numero Zero (Palmas/Amendola), che dal titolo può sembrare l'ennesima variante fintamente alternativa di una storia con Amelia e invece è tutt'altro. E' una storia simpatica, molto carina, con un punto di partenza originale e sfruttato benissimo nello svolgimento. Inoltre è divertentissima, specie in una sequenza di gag memorabile ("Stiamo cercando la metropolitana" :rotfl: ), e con un finale decisamente insolito. Per spiegarmi, questa storia è 10 volte più bella della ciminiana che chiudeva lo scorso numero. Inoltre presenta una citazione simpatica ed evidente a Romano Scarpa (pag.142) ;)

    Specie se confrontato col suo predecessore, questo "Topo" è ottimo davvero: l'ironia di Vitaliano e del suo Dinamite, la raffinatezza di Pippo Reporter, l'intelligenza della storia di Sisti e una storia per niente banale e divertente come l'ultima ci consegnano un giornale di cui non vergognarsi. E tanto mi basta.
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  • Dieci piccoli caimani è davvero una delle storie di Pippo Reporter tra le più belle di quelle uscite finora, almeno secondo il mio parere, e l'ho apprezzata anche molto di più rispetto a quella di due settimane fa, forse perché questo episodio incontra anche molto i miei gusti di lettura... Infatti lo spunto dei Dieci piccoli indiani della Christie è sfruttato davvero con grande abilità e raffinatezza, come ha scritto Bramo qui sopra (certi momenti come quello della cena mi hanno ricordato anche quel classico della risata che è Invito a cena con delitto di Robert Moore :-D). Divertentissimo il modo in cui Pippo alla fine della storia riesce a venir fuori dalla situazione, anche se forse accade tutto in modo un po' precipitoso. Complimenti infine per le caratterizzazioni di tutti i piccoli grandi personaggi che si muovono tra le pagine, veramente mirabili nelle rappresentazioni ricercate sia a livello di script sia nella resa grafica. Le ultime parole le spendo per i disegni a mio avviso splendidi e ricercatissimi nei particolari, resi come sempre con una accuratezza certosina che si può ritrovare nelle architetture della villa, nella diversificazione della resa degli abiti, nella grande varietà di espressioni di protagonisti e comprimari, e in una finezza del tratto davvero ottima (brava quindi anche all'inchiostratrice! ;))
  • bacci88 ha scritto: anche se forse accade tutto in modo un po' precipitoso.





    eeeh, caro, mi hanno dato quel numero di tavole lì :omg: ...
    è sempre una sfida far stare le storie negli spazi assegnati, te l'assicuro!
  • happyhippy ha scritto:
    bacci88 ha scritto: anche se forse accade tutto in modo un po' precipitoso.





    eeeh, caro, mi hanno dato quel numero di tavole lì :omg: ...
    è sempre una sfida far stare le storie negli spazi assegnati, te l'assicuro!


    Posso (provare a ) immaginarlo, e ti capisco!
    Comunque anche se la situazione si conclude un po' velocemente il modo in cui Pippo risolve la cosa è divertentissimo, il tuo Pippide è sempre spettacoloso :D
  • Topolino # 2887

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    Tacciamo della copertina schifida... -_-
    Quattro storie compongo un “Topo” con un’unica punta di eccellenza, circondata da prevedibilità e una piccola sorpresa.
    La punta di eccellenza è ovviamente rappresentata da Pippo Reporter – Il Pianista Suonato (Radice/Turconi), terzo episodio della terza serie di avventure con protagonista uno dei Pippo migliori mai visti in un fumetto. Dopo i bellissimi omaggi realizzati nella seconda serie (il baseball, il jazz e il cinema) e dopo quelli degli scorsi due episodi (il volo e il giallo) ecco che la musica torna a essere protagonista, anche se stavolta si cambia genere rispetto a La Perla del Fiume. La premiata ditta Radice&Turconi decide di dedicare questa storia interamente a un celebre pianista russo, Sergej Vasil'evič Rachmaninov che nella fantasia di Teresa diventa Duckmaninov e che Stefano riesce a ritrarre in modo “papero” senza scadere nella banalità estetica (notare il becco) e in questo modo rendendolo decisamente somigliante al vero pianista.
    Ovviamente io dell’esistenza di Rachmaninov e del suo aspetto non sapevo nulla fino a oggi, ma l’abilità della sceneggiatrice è quella di risvegliare in me la curiosità di conoscere anche quello di cui non mi sono mai interessato, e così sono andato a indagare sull’ispirazione per questa storia ;) .
    Ho appreso così che il vero pianista era sul serio in America negli anni in cui è ambientata la serie di Pippo Reporter, dopo che emigrò dal suo paese natale durante la Rivoluzione Russa. Insomma, io adoro queste sceneggiature di Teresa in cui si vede che ha studiato, e che tutto è calcolato al millimetro della precisione per restituirci omaggi il più fedeli possibile alla realtà. Così come adoro lo studio che sta dietro ai disegni di Stefano, che anche stavolta riesce a restituire quell’inconfondibile sapore di anni ’20-’30 attraverso le auto, l’estetica delle abitazioni e con il bellissimo teatro che è sede del concerto di Duckmaninov. Oltre a ciò, il suo Pippo è sempre stupendo, e quando è seduto al piano ancora di più!
    La storia racconta di come Pippo e Minni conoscono Duckmaninov, e di come il giornalista più scalcinato d’America riesca a entrare così in confidenza col Maestro da poter suonare con lui. Sullo sfondo, un Plottigat mai così protagonista tenta un difficile furto ai danni del pianista, ed è bello veder valorizzato in tal modo un cattivo che solitamente è sempre trattato in modo superficiale ma che qui mostra l’importanza del suo orgoglio e attraverso una maturazione personale diventa addirittura il portatore del messaggio della storia, che fa venire voglia anche a me di andare ad ascoltare la musica del celebre pianista russo.
    Applausi. Ma veri. A mio personale parere la storia più bella di tutto il ciclo rimane Dieci Piccoli Caimani, ma questa avventura si prende senza dubbio il secondo posto del podio insieme a Scuola di Volo e a quella su Chaplin; questa nuova storia riesce a confermare ancora una volta l’altissima qualità che questa coppia di artisti sa regalare ogni volta, e ancora una volta mi trovo a dire con tutta sincerità che insieme a Casty sono la salvezza qualitativa del “Topo”.

    La sorpresa del numero è la storia di apertura: DuckWheels - Paperina e la Permalauto (Ambrosio/Intini) è una storia molto piacevole, al di là del suo essere parte di una serie di spottoni per le macchinine allegate al giornale. Non c'è molto di nuovo nel vedere una macchina che prende vita e ne fa passare di tutti i colori ai proprietari (in questo caso Paperino e Paperina) ma in questa situazione l’avventura viene condotta molto bene, con buone battute e un discreto senso del ritmo. I disegni ottimi di Intini fanno guadagnare ulteriori punticini alla storia, che ha anche il pregio di riproporre nel cast paperopolese quella Genialina di martiniana memoria in un modo assolutamente non invasivo e coerente col contesto, senza essere una cosa fine a se stessa. Comunque, niente di imperdibile.
    Le due storie prevedibili sono le ultime due. PIA - Paperino e i Magnifici Setter (Sarda/Dalla Santa) è una storia della PIA come ne posso trovare a grappoli nella mia collezione di “Topolino”, senza i guizzi geniali come mi aveva dato La Notte Senza Luna. Bruno Sarda è un veterano e lo dimostra costruendo buoni dialoghi, ma alla fine la storia altro non è se non una sequenza di trabocchetti che Paperino e Paperoga devono superare per portare a termine la missione. Quale che sia stavolta, veramente non ha importanza.
    Zio Paperone e la Tribù dei Sei Piedi (Cimino/Cabella) rappresenta il tocco di classicità del numero, che ultimamente noto non manca mai. Sulla carta sarebbe pure una buona cosa, ma Cimino è prevedibile per due aspetti: da una parte sai che la sua nuova storia sarà piena di fantasia, con un Paperone caratterizzato molto bene e con dialoghi mai scontati e piacevolissimi da leggere; ma dall’altro lato, è prevedibile il modo in cui questi ottimi ingredienti vengono cucinati. Stavolta la prevedibilità negativa è attenuata dal fatto che l’autore riesce a variare leggermente il modus operandi in cui succedono le stesse cose, ma è più che altro apparenza perché nonostante il buon inizio, meno scontato di altri, lo sviluppo dell’avventura ci restituisce il solito popolo misterioso, i protagonisti come al solito catturati, i soliti mezzi di trasporto inusitati… certo, l’ultima tavola sta lì a ricordarci che il Paperone di Cimino è uno di quelli caratterizzati meglio, e che lo sceneggiatore conosce perfettamente il personaggio, ma l’impianto convince relativamente poco. Belli i dinamici disegni di Sergio Cabella (la prima tavola è ottima, per esempio) anche se è vero che in alcune vignette con Paperone pecca nelle proporzioni, che si fanno strane. Ma in generale è un tratto molto accattivante.

    Un numero perlopiù dimenticabile per ¾ del giornale, ma che ha una vetta artistica così elevata in Pippo Reporter che vale l’acquisto anche solo per quello.
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  • Pare mooolto interessante! Ho trovato anche un'agenzia di Adnkronos contenente maggiori dettagli sulla saga: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultu ... 95466.html

    Non capisco però una cosa: ma la space-opera disegnata da Sciarrone non doveva essere quella, attesa orma da anni, scritta da Faraci?
  • Grrodon ha scritto:Nuova saga su Topolino di Vitaliano/Sciarrone

    A me pare molto attirevole.
    Ho letto la prima storia della Saga sul Topo di questa settimana (n.2891) e devo ammettere che si prospetta interessante... certo un "prequel" non è sufficiente per decidere a favore della validità della saga, ma l'idea iniziale e buona e la realizzazione tecnica anche... in attesa di ulteriori sviluppi, speriamo bene :P
    "Una dose giornaliera di birra, pari a 30 gr. di alcol (equivalenti a circa 3 bicchieri da 0,25 cl), riduce del 24,7% i rischi di malattie cardiovascolari, come l'infarto e alcune forme di ictus cerebrale." (fonte: il sole 24 ore)

    Immagine

    http://herbstlaub.splinder.com
  • Letta poco fa. Notevole. Parecchio, nonostante qualche vitalianata eccessiva e una Minnie un po' strana (ma ci sta, volendo). E poi Sciarrone. Sciarrone. Uff, mi fa l'antipatico a Milano, poi mi disegna 'ste cose, e a odiarlo non ci riesco.
    Lorenzo Breda
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  • Sulla storia d'apertura della nuova saga sono d'accordo, mi pare molto ben costruita e promette davvero bene... in particolare delle scene sono molto evocative, tipo l'adunata di macchia nera, o le sottili manovre politiche o la bella costruzione di questa società perfetta in superficie composta da uomini completamente privi di resonsabilità politiche e sociali, sulla quale presumibilmente si abbatterà una temibile sciagura ordita da Gamba e da Macchia...

    Quella che davvero non mi è piaciuta è la seconda di Vitaliano, nello stesso numero... Le prime tavole erano ottime, sembrava che Paperone potesse davvero sfruttare economicamente una cosa come lo scioglimento dei ghiacci, ma poi la trovata del [spoiler]dinosauro che diventa una gallina[/spoiler] me la sgonfia un bel po', insomma :D
  • Immagine Immagine

    Oggi ho fatto un salto in biblioteca appositamente per leggere finalmente Cronache del Pianeta T - Prequel: La città di Tillan (Vitaliano/Sciarrone), da Topolino # 2891.
    Boh, bof. Non so bene che parere esprimere al riguardo. Sicuramente qualunque cosa mi abbia lasciato la lettura di questa storia andrà riveduto alla luce dalla seconda parte del prequel, che infatti non vedo l'ora di leggere per avere un quadro un po' più completo su questa introduzione. Però per adesso non sono soddisfatto come pensavo. La sceneggiatura è condotta con maestria e si vede dai dialoghi e dall'interazione dei personaggi, che in generale mi sono piaciute molte come cose (anche la classica ironia di Vitaliano IMHO riesce a essere presente nel giusto peso, senza essere invasiva in un'avventura che della comicità demenziale non penso possa farne un cavallo di battagli), ma la storia ora come ora non mi ha detto molto, anzi. Sì, un pianeta lontano, sì un Macchia Nera freddo e calcolatore... però... boh. Apprezzo molto vedere Topolino privo di spirito avventuroso e preda di fobie e voglia di tranquillità, è una caratterizzazione inedita, però sappiamo già che verrà smentita durante la storia e inoltre mi ricordo molto Bilbo ne Lo Hobbit in questo modo. E di conseguenza il passaggio dal Mickey pantofolaio el Mickey avventuroso va gestito bene sennò perde di senso. Orazio non mi è piaciuto come è stato caratterizzato, e nemmeno Minni. Pippo sì e no, ma ha agito ancora troppo poco.
    L'idea di riflessione politica che una società del genere pone è interessante, ma per ora si limita solo a mostrare una società che non deve far niente per sopravvivere e il complottone di Macchia e Gamba. Niente di nuovo sotto il sole.
    Ora, so bene che i prologhi sono delicatissimi e con la loro necessità di introdurre un nuovo mondo, nuovi personaggi e nuove dinamiche spesso difettano in modo naturale e comprensibile su altri elementi che poi verranno sviluppati successivamente. Figuriamoci qui che siamo solo a metà prequel! Il beneficio del dubbio quindi lo lascio ben volentieri a Vitaliano e alla nuova saga, vedrò la seconda parte come sarà (anche se presumo che i nostri eroi si uniranno per contrastare i piani dei cattivi, partiranno per il sentiero che Pippo crede esista davvero, lo strano oggetto che ha in mano Topolino nella tavola col titolo sarà qualcosa di importante e la puntata finirà con un cliffhanger per la quadrilogia estiva).
    Dal punto di vista grafico, anche Sciarrone non mi ha ensusiasmato al contrario di Breda. Che il suo stile sia cambiato in modo percettibile dagli anni '90 e primi 2000 in cui era molto presente sulle testate Disney è noto e lampante ma, per quanto già allora lo preferissi sui Paperi rispetto ai Topi, lo stile usato in questa puntata mi ha convinto poco. Con questo non intendo dire che i disegni sono brutti: la classe non è acqua, il tratto nitido e pulito tipico di Claudio c'è sempre e valorizza le tavole, con uno stile sempre moderno e accattivante, ma i volti di Pippo e perfino di Topolino non mi conquistano del tutto, a fronte invece di un ottimo Gamba e soprattutto di un magnifico Macchia Nera con tanto di mantello. Anche gli ambienti e gli sfondi mi piaciucchiano. Anche qui, comunque, vedrò la seconda parte cosa mi lascerà.

    Ah, comunque magari mi sbaglio, ma se le 4 puntate della saga vera e propria usciranno a luglio sospetto che il gadget estivo sarà a tema "Pianeta T" quest'anno...
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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