[Topolino] Annata 2012

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Soldati mi ha fatto piacere zio Jeremy.

    La storia di Gilbert me ne ricorda una con i delfini intelligenti (un'altra storia vecchia riciclata dal Topo qualche tempo fa).

    Dracula di Enna/Celoni si preannuncia imperdibile, perlomeno per Celoni (le preview sono :sbav: )
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    Ottimo lavoro.
  • Probabilmente Darkenblot non sarà ricordato come una delle migliori opere di Casty, tuttavia ho apprezzato molto la terza parte, dopo una prima puntata introduttiva di buon livello ed una parte centrale che, invece, non mi ha colpito molto.
    Ciò che mi ha maggiormente impressionato dell'episodio conclusivo sono i disegni di Pastrovicchio, il cui tratto mi è da sempre indigesto quando ha a che fare con i topi, ma in questo caso ci tengo a fargli i miei più sentiti complimenti per la spettacolare resa visiva dello scontro finale.
  • La storia di Pezzin/Leoni mi è piaciuta molto. Gag pezziniane tipiche, ma anche riflessioni serie e un finale che fa usare il cervello. Molto interessante.
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    Ottimo lavoro.
  • TOPOLINO 2945

    OK, ragazzi.... prendetelo!

    Su "Darkenblot" avevo aspettative altissime e sono rimasto deluso, su "Dracula" avevo timori di deliri politically correct, invece sono stato smentito, anche solo a una lettura superficiale (me lo godrò stasera a casa, per ora l'ho solo sfogliato).

    Ci sono ironia e giochi di parole, ma stemperano minimamente una atmosfera degna del più oscuro horror classico.

    L'atmosfera del libro c'è, complici i disegni e i colori, e questo non può che esaltarmi.

    Bello, BELLO, B E L L O!

    PS:
    Ora voglio il volume extralusso dedicato
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Dracula è splendido! :adore:
  • La prima parte è davvero buonissima.
    Pippo Van Helsing è un figo, Enna lo è pure di più, Celoni è iddio. :adore:
  • Meraviglioso. Siamo, sebbene su altri binari, ai livelli del Grande Mare di Sabbia.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Chiunque non se lo compri subirà i miei pesanti ceffoni alla prossima fiera del fumetto.
    Siamo di fronte ad un nuovo livello di sperimentazione grafica su Topolino. Roba da togliersi il cappello.
  • Allora, sì, graficamente capolavoro. E per "graficamente" non intendo solo disegni e colori sbav, ma l'amalgama dei due con la sceneggiatura di Enna. Cioè, in parole povere, la "regia" mi sembra davvero impeccabile e stupenda.

    Solo questa cosa delle barbabietole, che è lol alla decima potenza (vedere ultima vignetta), a mente fredda mi sembra un po' scemotta.
    Boh, vabbè. Comunque questa non è una Grande Parodia Disney classica, che erano più rifacimenti in chiave Disney, questa è proprio una parodia, cioè sfotte tutto lo sfottibile di romanzo e film. Tipo Quacklight, per fare un esempio. E' una piccola sperimentazione anche questa, in un certo senso (così mi riallaccio al post sopra al mio).

    Ah, io "Dracula" l'avrei chiamato Macula :P
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    Ottimo lavoro.
  • Topolino # 2945

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    E' incredibile come una storia riesca, per la sua magnificenza, ad adombrare tutte le altre presenti nello stesso numero del "Topo". In quei casi vuol proprio dire che la storia è così perfetta, così armoniosa nello splendore dei disegni e nella pulizia della sceneggiatura da essere un pezzo pregiato tanto luminoso da rendere il resto tutt'al più simpatico.
    Paperino e il Planetoide Attraente, come molte altre storie danesi che ho letto sui "Topi" recenti, punta troppo sull'assurdo fine a sé stesso per essere apprezzabile, condita poi coi disegni a me indigesti di Andersen, I Bassotti e la Caccia al Dolce Premio di Palmas/Amendola è un divertissement banale, le Pillole di Pico sulla burocrazia (Bosco/Pochet) svolge il suo compitino di breve. Spicca un po' più di queste 3, grazie alla sceneggiatura scanzonata e dallo spunto vincente e ai disegni di un Gottardo in forma, Zio Paperone, Rockerduck e i Consigli Incrociati, che sa divertire ironizzando con sapienza sul tema dei consigli d'amministrazione. Pdp e Rock sono in parte, e Paperoga è strepitoso!

    Ma, come dicevo, tutto scolora irrimediabilmente di fronte alla storia che apre l'albo, a cui sono giustamente dedicati editoriale della De Poli e cover: Dracula di Bram Topker, di Bruno Enna e Fabio Celoni.
    E' solo il primo tempo, e per dare il mio giudizio definitivo a questa storia occorre aspettare mercoledì prossimo con la conclusione, ma non si può negare che fin d'ora siamo al cospetto di una storia che decide di spingersi oltre i confini disneyani, di sperimentare sia graficamente che strutturalmente, in un gioco molto ben calibrato e coordinato tra lo sceneggiatore e il disegnatore.
    I due autori li conosciamo bene: entrambi hanno partecipato alla premiata scuderia di PKNA, entrambi hanno poi differenziato la loro produzione lavorando in Bonelli, entrambi hanno comunque continuato a frequentare Disney (con Paperino Paperotto l'uno, con Epic Mickey l'altro), e sempre confermando il loro enorme talento e il loro grande amore per il medium fumetto.
    Questa grande passione, unita a quella per il romanzo base di tutta la mitologia sui vampiri, è sfociata in questa lunga avventura che rientra nel filone storico delle Grandi Parodie Disney. E lo fa con pieno diritto, non solo per il seguire il Dracula di Bram Stoker ma anche per la grande qualità con cui viene realizzata la parodia: Enna riesce a scrivere una storia dai contorni realmente dark e inquietanti, dove la minaccia del Dracula interpretato da Macchia Nera si avverte con pesantezza e dove l'oscurità narrativa la fa da padrona. Dal canto suo, Celoni offre la sua arte al meglio del meglio, sperimentando soluzioni grafiche in ogni tavola, sfruttando inquadrature particolari, riempiendo di dettagli le vignette, offrendo un'aspetto "liquido" delizioso ai personaggi e contribuendo, con Mirka Andolfo, ad adottare una colorazione che qui si distingue in maniera importante per i chiaroscuri e le atmosfere che sa ricreare in tandem con disegni e sceneggiatura.
    Il bello di tutto ciò è che Bruno Enna riesce comunque a utilizzare il suo fenomenale umorismo, di cui in Disney ha spesso dato prova anche e soprattutto in storie dal forte pathos, che si fonde perfettamente nell'atmosfera stemperando nei momenti giusti i toni cupi che avvolgono l'avventura, e quindi offrendo un controcanto ottimale all'opera.
    I complimenti che la storia sta ricevendo da quasi ogni parte del web che si interessa di fumetti e di Disney in particolare sono più che meritati, e qui si sta solo aspettando la seconda parte, con tanto di bozzetti, dietro le quinte e interviste agli autori, per potersi sciogliere senza riserve alcune in complimenti più che dovuti per quella che promette di essere una delle perle più luminose degli ultimi anni di fumetto disneyano.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Che bello. Dracula di Bram Topker è una grande, grandissima soddisfazione. La dimostrazione lampante che il fumetto Disney non è affatto un fossile, nè una trascurabile reliquia di presunti bei vecchi tempi andati, un'ombra ora offuscata dalle molteplici luci della variegata industria dell'intrattenimento. Può ancora essere qualcosa di nuovo ed innovativo, qualcosa di accattivante, un lavoro interessante che spicca nel mucchio di una produzione fisiologicamente commerciale in cui qualità e quantità non possono andare di pari passo. Di storie che si distinguevano ne abbiamo avute, in questi anni, ma questa ha un particolare in più: è una storia che osa.

    Ma non abbiamo solo una coppia di autori coraggiosi che hanno dato vita ad una storia coraggiosa: abbiamo una coppia di autori bravi che danno vita ad una storia che funziona. La trama mixa sapientemente situazioni del romanzo originale e della pellicola di Coppola, la trasposizione degli elementi narrativi in chiave disneyana è ben fatta ma soprattutto raccontata benissimo, ad esempio le barbabietole potevano essere un'idea banalissima e invece Enna la trasforma in un elemento distintivo. Eccellenti i personaggi, trovano tutti il loro spazio e sono ben caratterizzate anche le figure accessorie. Spicca fra tutti il mitico Pippo Van Helsing, un'interpretazione davvero vincente del personaggio classico, esilarante ma anche determinante nell'impostazione del registro tragicomico: è lui a reggere la storia, ma è anche l'abilità di Enna di passare con disinvoltura da un momento carico di pathos ad una miriade di gag (il romanzo epistolare!) che legittima ed anzi potenzia il suo ruolo.

    E poi Celoni. Tutto quello che poteva fare per rendere questa storia più bella, lui lo ha fatto. Un virtuosismo grafico impressionante, anche lui abilissimo a cambiare registro spaziando dalle tre tope (lol!) alle scene di tensione, davvero inquientanti e di impatto, il cui culmine è rappresentato dalla Clarabella barbabietolizzata, una scena che unisce un sostrato umoristico ad una resa decisamente horror. Lupi, castelli, anfratti, nebbie, luci, espressioni, gesti, sarà davvero difficile trovare un disegnatore capace di eguagliare questa incredibile performance artistica, uno splendido esempio di come testi e disegni possano completarsi l'un l'altro facendo emergere tutta la potenza del medium fumetto.
    E ora è davvero d'obbligo l'edizione di lusso, preferibilmente in b/n. Perchè siamo tutti d'accordo che storie come questa se la meritano. Ja?
  • La devo rileggere tutta intera.

    La seconda puntata mi è sembrata un pochino, come dire, "frastagliata", o affrettata, non so, come se procedesse per salti. Comunque bella, eh. E sì, stavolta penso anch'io che rientri nel filone delle GPD (Grandi Parodie Disney): se la prima puntata mi è sembrata più demenziale (in stile gagnor, per capirci), questa seconda l'ho trovata più tradizionale. E la chiusa con la battuta sul martello e il paletto è un gioiello.

    A proposito di Gagnor, lo devo dire: la sua Brigitta drogata mi ha sconvolto. Positivamente o negativamente, non lo so. So però che mi piacciono le cose assurde.
    Ah, e il Poverachos Football Club mi ha ucciso (ma anche gli Scapols e gli Ammogliated :D ).
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    Ottimo lavoro.
  • Topolino # 2946

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    La settimana scorsa eravamo di fronte a un "Topo" che splendeva grazie al Dracula di Enna e Celoni. Questa volta abbiamo invece un numero che vede ancora il capolavoro dei due autori come punta di diamante, ma accompagnato da altre storie valide che se la battono in maniera egregia.

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    Mi riferisco soprattutto alla storia d'apertura, Topolino e il Mistero del Silenzio in Coro (Macchetto/Sciarrone): Macchetto sforna una storia a mio parere superiore ai suoi standard, un po' breve forse ma che riesce a trasmettere in maniera essenziale il suo importante messaggio, quello sull'importanza dei libri, della lettura e della salvaguardia delle parole, che non devono soccombere ai nuovi termini (derivati soprattutto dalla tecnologia e dagli acronimi di internet), ma questi ultimi devono semplicemente affiancarsi a quelli precedenti, senza far diventare desueti termini che hanno una loro dignità e utilità precisa.
    Dal canto suo Claudio Sciarrone si impegna non poco a rendere spettacolari le tavole dell'avventura, che si presentano ariose, ampie e ricche di dettagli, aiutate anche da una colorazione curata e di classe e dagli ottimi e suggestivi giochi di ombre. Le espressioni di Topolino sono da antologia, e adoro questa Minni così giovanile e sbarazzina.
    Tuttavia, anche altre due storie sono rimarchevoli: nel loro intento di essere puramente comico-demenziali, Paperino Telecomandato (Salati/Soffritti) e Paperina, Brigitta e la Controestate Sportiva (Gagnor/Panaro) sanno strappare più risate al lettore! La prima vede il ritorno di Salati dopo un po' di mesi di assenza, che sforna una storia muta che viene esaltata nelle sue gag del bravo Donald Soffritti, attento alle espressioni calzanti del protagonista.
    Più articolata la storia di Roberto Gagnor, che prende i personaggi Disney e li piega agli stereotipi del maschio italiano medio (teledipendente e fan dello sport da salotto) e delle ragazze indipendenti ma folli: la caratterizzazione sopra la righe di Brigitta è a mio parere tanto inusuale quanto vincente, con l'irresistibile vena citazionistica che la prende a un certo punto. Battute divertentissime a go-go pervadono le varie vignette di una storia costruita con gran senso dell'umorismo e gran capacità di muovere i personaggi piegandoli anche alle proprie volontà, senza snaturarli.

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    Ma veniamo alla perla del numero: Dracula di Bram Topker (Enna/Celoni). Sarò breve, perchè online si è già detto tutto quello che si poteva dire riguardo a questo capolavoro, e perchè di fronte a certe opere risulta difficile trovare le parole per commentare.
    Dirò solo che la seconda parte di questa avventura conferma le ottime impressioni della scorsa settimana, la storia volge al termine a suon di adrenalina crescente senza rinunciare ad alcune battute e gag di Enna davvero divertenti e che sono posizionate strategicamente per allentare la tensione. Pippo Van Helsing si conferma il personaggio migliore, ma tutto il cast recita in modo calzante e la storia è gestita con un equilibrio perfetto. I disegni di Fabio Celoni continuano a mantenere l'atmosfera cupa e intrigante, confermando un lavoro impressionante sui personaggi e sulle ambientazioni, e impreziositi dalla splendida colorazione di Mirka Andolfo che fa davvero un lavoro super.
    Annovero senza timore questa storia tra i capolavori dell'ultimo decennio, una storia che per il connubio riuscitissimo tra sceneggiatura ed estetica, per la dimostrazione delle potenzialità del fumetto Disney e per la passione profusa dai due autori si impone come riferimento per il medium.
    Interessante e lodevole poi l'editoriale che parla della storia, con interviste agli autori, qualche bozzetto e curiosità varie.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • max brody ha scritto:La devo rileggere tutta intera.

    La seconda puntata mi è sembrata un pochino, come dire, "frastagliata", o affrettata, non so, come se procedesse per salti.
    Riletta tutta intera questa sensazione si perde.

    Quoto Bramo su Macchetto, ultimamente fa più o meno quello che faceva Marconi venti-venticinque anni fa, solo con il suo stile "poetico" anzichè quello didattico del primo. Del resto, Valentina De Poli iniziò con quel Topo lì e non è un caso se oggi la rivista abbia un'impostazione simile (non uguale, per ovvi motivi) a quella dell'era Marconi-Capelli.
    Bramo ha scritto:online si è già detto tutto quello che si poteva dire riguardo a questo capolavoro
    Ci sarebbe l'uscita di Pezzin, che ne dite? Di là non avete detto nulla, ditelo qua :P

    Credo che Pezzin abbia semplicemente meno voglia di ridere (il disperso ritrovato nasconde un sottotesto abbastanza cupo).
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    Ottimo lavoro.
  • Il disperso ritrovato è pure mozzo, secondo me.
    Comunque sì, bisogna riportare ovviamente questa opinione anche qua:

    Qui il commento.

    Qui l'off topic che io ho fatto venire fuori.
  • Topolino #2947

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    Dopo più di un anno torna Pippo Reporter sul "Topo".
    Pippo by BigTurks. Pippo Reporter. Con copertina dedicata.
    C'è da aggiungere altro? C'è un qualsivoglia motivo per lasciare questo numero in edicola?

    Pippo Reporter - Cose dell'altro Mondo (Radice/Turconi) conferma due cose: l'assoluta qualità e freschezza dei coniugi Turconi, che ancora una volta compongono in team una storia riuscitissima che coniuga perfettamente una sceneggiatura intelligente e scorrevole con tavole davvero magnifiche per costruzione delle stesse e per lo stile sempre migliore di Stefano; e la bontà del progetto Pippo Reporter, che ormai storia dopo storia costruisce sempre meglio la mitologia degli anni '30 di questo manipolo di personaggi, e offre una Minni, una Clarabella e un Pippo sempre più riusciti, sempre in parte, sempre fedeli alle loro caratteristiche classiche rilanciate in modo moderno e vincente, con dolcezza e rispetto.
    Il rispetto che Teresa ha verso i personaggi si evince da questa trama che, messe momentaneamente da parte citazioni particolari a realtà e personaggi di quel periodo storico, sfrutta un'influenza "roswelliana" per evidenziare come il carattere di Pippo sia alieno rispetto al mondo che lo circonda, inteso come un modo "altro" di vedere attorno a sè. Immergere uno come Pippo in una riunione di eccentrici e piazzare nell'intreccio Eta Beta non fa altro che enfatizzare la stramberia di Pippo, rendendo il personaggio adorabile.
    Stefano, dal canto suo, continua ad osservare chiaramente i corti classici e il modello dell'animazione, almeno vedendo vignette in cui Pippo è decisamente plastico e dinamico, molleggiato e così espansivo da sembrare che debba uscire dalla pagina per arrivare addosso al lettore. Magnifico, come risulta carinissima Minni e come appaiono tutti i personaggi, da Clarabella a Gamba, dal generale di ferro a Eta Beta.

    Il resto del numero sa offrire ancora qualcosa di notevole: mi riferisco a Pippo Online: condividere le passioni (Salati/Intini), che sarebbe una semplice breve se non fosse che Giorgio Salati ci mette del suo per scrivere una storiella davvero divertente, leggera ma pensata veramente bene, per evidenziare le potenzialità del nuovo modo di comunicare (internet e i social network) immerse nel mondo dei personaggi Disney. Pippo quindi gran protagonista del numero, confermandosi come personaggio multiforme. Battute divertenti (Il Barbogio di Siviglia, lol) per la capostipite di una serie che promette molto bene. Ottimi davvero i disegni di Stefano Intini, che contribuisce in modo determinante all'atmosfera dell'avventura.

    Paperino e le Pulizie a Regola d'Arte (Faccini) non mi ha entusiasmato: trovo Faccini un po' sottotono stavolta, con una trama che mi pare tirata un po' troppo per le lunghe nella prima parte e dalla conclusione che mi ha detto poco. Disegni buoni, ma ricordo di meglio dalla matita dell'autore.

    Paperoga Fetonte e il Carro del Sole (Gagnor/Gottardo) continua la serie del Miti di Paperogate, e assolve al suo compito attingendo a uno dei classici della mitologia greca, con i sempre piacevoli i disegni di Gottardo, mentre Paperino e il Tassello Numero Uno (Ambrosio/Zanchi) è una storia senza pretese ma che regala uno spunto poco usato verso la fine, pur partendo da un plot che suggeriva tutt'altro. Buoni i disegni del giovane Stefano Zanchi.

    Chiude l'albo Paperino e l'Autostima Impossibile (Secchi/Fecchi), storia danese ad opera di due italiani (ma anche Secchi è passato alla Egmont, è una collaborazione Italia-Danimarca?). Ai disegni sempre molto belli di Massimo Fecchi, che sa offrire uno stile personale su impianti classici, non corrisponde una trama veramente apprezzabile. O meglio, la storia non è banale o eccessivamente assurda come spesso sono le danesi, ma la cattiveria esagerata ed esasperata che l'avventura trasuda, tutta a discapito del povero Paperino vessato da Zione, nipotini e fidanzata, mi ha perplesso in più punti. Sembrava di leggere l'inizio delle due storie di Don Rosa sui Tre Caballeros! Inoltre, Secchi [spoiler]ci priva pure di un finale di riscatto per i protagonista[/spoiler]!
    La trama mi è parsa troppo cinica, e di conseguenza non ho apprezzato molto la storia.
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  • Se si confrontano la storia di Faraci e quella di Panini uscite sul #2948, si capisce perchè il Premio Papersera di quest'anno è stato più che giusto e meritato.

    "Che maniere! E la gente che ti crede un tipo perbenino..." :asd:
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    Ottimo lavoro.
  • Ho letto la storia di Casty su Topolino # 2950, Topolino e l'Anatema Ridanciano.
    Carina. Inutile e soprattutto sbagliata confrontarla con i "kolossal" castyani o anche con le storie giallo/avventurose che ha fatto vivere svariate volte a Topolino.
    Sbagliato perchè quelle storie e questa appartengono a due filoni di intenti diversi, chiaramente. Il bello è che anche nelle storie più brevi, disimpegnate e urbane, come in questo caso, l'autore non rinuncia all'approfondimento del ruolo di Topolino e della percezione che di lui hanno amici, topolinesi e lettori. In quest'ottica, riproporre la figura di Topesio e mettere Mickey nei panni di un "gigione" in cui si sente stretto è una mossa tanto acuta quanto metanarrativa per portare alla luce le caratteristiche del personaggio.
    Lol per le battute sceme apposta, e per il termine "malmostoso" che è un tocco di classe.
    Mazzarello se la cava meno peggio di quanto temessi dalla preview sul sito, non mi è dispiaciuto troppo e in alcuni punti sembrava ricordare Intini.

    A proposito di Intini, ho letto anche la terza e quarta storia di Pippo Online di Salati (Topolino #2949 e #2950). Sempre meglio questa serie: tanto Affari di Famiglia quanto Vacanze Solitarie continuano a tratteggiare un Pippo davvero molto buono,, e Salati si conferma sceneggiatore molto capace nel costruire storie divertenti, intelligenti, che sanno coniugare i nuovi mezzi tecnologici con la proposta di un personaggio non semplice da usare bene, utilizzato in maniera coerente al suo spirito. Bravo Salati (che dimostra rispetto per il personaggio, per le relazioni che ha con gli altri comprimari, e nerdismo sano nel recuperare personaggi come la zia Tessie o citandone altri storici nella prima vignetta) e bravo Intini che rende graficamente benissimo il tutto.
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  • Sì, direi che "carina" è l'aggettivo perfetto per l'Anatema Ridanciano: battutine e barzellette varie spaziano dal simpatico all'agghiacciante, ma in mezzo a queste è bello trovare scene di estrema attenzione ai personaggi, come il dialogo tra Pippo e Topolino o il ritorno di Topesio, che è quasi una figura TRISTE nella sua pochezza come persona.
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