[Topolino] Annata 2012

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Concordo, abbiamo avuto un Casty delizioso. Ed è davvero come leggere un Mickey MouseWorks a fumetti.
    Mi ha poi molto sorpreso Salati, con una storia veramente intima e sentimentale che va a piazzarsi idealmente come seguito dell'altra sua perla: "Paperinik e l'amore nell'oblio". Aspetto un terzo capitolo per avere una trilogia di Paperinik davvero da leccarsi i baffi.
    Per il resto, bisognerebbe essere davvero orbi come una talpa per non accorgersi di quanto Intini sia un vero mostro della matita. :adore:
  • Topolino # 2952

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    Poco da dire su questo numero, ergo sarò (incredibilmente) breve.
    Commessi Paperi - Home Video e Zio Paperone e la Piuma di Dudu sono storie che mi hanno preso veramente poco: entrambe vessate da disegni improbabili e per nulla attirevoli, se la prima alla fine non punta ad essere nulla più di una riempitiva la seconda ambirebbe a qualcosa di più, riuscendo però solo ad essere un crogiuolo di cose già viste in mille salse.
    Street Soccer Squad - Un Mistero da Campioni ha dei disegni meravigliosi, applausi veri a Fabio Pochet. Peccato che non siano a supporto di una storia valida, ma solo di una trama che ricorda troppo da vicino il cartone animato della Compagnia dei Celestini e che risolve tutto troppo in fretta e fuffa.
    Londra 2012, Caccia all'Oro - Il Salto di Jesse è una storia che mi ha molto colpito! In attesa di leggere la prima puntata, questo secondo capitolo mi pare riesca ad affrontare in modo ottimo tematiche forti e scottanti, ma Gagnor riesce a operare un buon bilanciamento tra la gravità dei temi trattati (il nazismo, il razzismo, la discriminazione, una Storia che è bene non dimenticare per cercare di imparare da essa) e il tatto che lo sceneggiatore sa usare. I "perché" reiterati di Pippo di fronte all'assurdità nazista sono qualcosa di veramente forte, un pugno in pancia grazie all'innocenza del personaggio.
    Peccato che una storia così sia affidata a Mazzarello, che possiede quello stile tutto suo che rende i personaggi... diciamo stravaganti.

    Infine, il motivo dell'acquisto di questo "Topo": la storia di Casty e del Pastro. Anche qui poco da dire, Topolino e i Segreti dell'Area 52 è una buona storia, siamo ad un livello intermedio tra il divertissement urbano e psicologico dell' Anatema Ridanciano e l'epicità dei kolossal castyani, e vediamo Mickey insieme a Pippo indagare su quella che sembra essere senza ombra di dubbio una cospirazione aliena! Al solito, Casty tratteggia un Pippo dalla personalità calzante, ma anche il Topolino che recita in questa avventure mi sembra fedele all'essenza del personaggio: curioso, pronto a ricredersi sulle sue convinzioni e pronto a dare credito alle parole del suo migliore amico, per quanto non sempre siano immediate. Che tutto questo porti a una magra per il Topo poco male, perlomeno non lo ricorderemo sempre come il solito perfettino ;)
    Il Pastro riconferma la sua bravura e il suo feeling con le sceneggiature di Casty, del cui stile grafico mi pare sia anche influenzato osservando le fisionomie dei personaggi secondari della storia, che mi ricordano molto quelle dei disegni del Castellan.

    Insomma, un numero che ha molte pecche, ma che comunque i suoi 2 euro e spicci li vale grazie all'apertura e alla chiusura, entrambe di qualità per aspetti e ambiti diversi.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto: Infine, il motivo dell'acquisto di questo "Topo": la storia di Casty e del Pastro. Anche qui poco da dire, Topolino e i Segreti dell'Area 52 è una buona storia, siamo ad un livello intermedio tra il divertissement urbano e psicologico dell' Anatema Ridanciano e l'epicità dei kolossal castyani, e vediamo Mickey insieme a Pippo indagare su quella che sembra essere senza ombra di dubbio una cospirazione aliena! Al solito, Casty tratteggia un Pippo dalla personalità calzante, ma anche il Topolino che recita in questa avventure mi sembra fedele all'essenza del personaggio: curioso, pronto a ricredersi sulle sue convinzioni e pronto a dare credito alle parole del suo migliore amico, per quanto non sempre siano immediate. Che tutto questo porti a una magra per il Topo poco male, perlomeno non lo ricorderemo sempre come il solito perfettino ;)
    Il Pastro riconferma la sua bravura e il suo feeling con le sceneggiature di Casty, del cui stile grafico mi pare sia anche influenzato osservando le fisionomie dei personaggi secondari della storia, che mi ricordano molto quelle dei disegni del Castellan.
    Sì, carina. Simpatico sfottò alla moda dei mysteri riempitivo ("Avete anche i cerchi nel grano?" "No, non ancora" :LOL: ). Però finisce lì, ecco. Graficamente secondo me è ineccepibile, poi Casty ha portato alla gottfredsonizzazione di quasi tutti i suoi collaboratori, da Cavazzano a De Vita fino al Pastro, che è il più esplicito di tutti sotto questo aspetto, ma non li ha portati a snaturarsi, e ciò imho è stato un lavoro psicologico (magari involontario) degno di nota.

    Non c'è riuscito con tutti, perchè ad esempio Mazzarello ha sempre lo stesso stile bislacco coi personaggi tutti strabici e dall'aria di essersi sparati un bongo nel camerino prima del ciak. Stile che è stato perfetto per L'anatema ridanciano e che va bene per quelle storie assurde lì (a proposito, sono riuscito a leggerla e vi dico che il Topolino che spara stronzate a manetta con tutti per me è già culto).
    Non va affatto bene per robe come
    Bramo ha scritto: Londra 2012, Caccia all'Oro - Il Salto di Jesse è una storia che mi ha molto colpito! In attesa di leggere la prima puntata, questo secondo capitolo mi pare riesca ad affrontare in modo ottimo tematiche forti e scottanti, ma Gagnor riesce a operare un buon bilanciamento tra la gravità dei temi trattati (il nazismo, il razzismo, la discriminazione, una Storia che è bene non dimenticare per cercare di imparare da essa) e il tatto che lo sceneggiatore sa usare. I "perché" reiterati di Pippo di fronte all'assurdità nazista sono qualcosa di veramente forte, un pugno in pancia grazie all'innocenza del personaggio.
    Peccato che una storia così sia affidata a Mazzarello, che possiede quello stile tutto suo che rende i personaggi... diciamo stravaganti.
    Cioè, si fa una storia con i nazisti, pregna di momenti topici e sequenze al rallenty che dovrebbero far salire l'adrenalina e la si affida a Mazzarello? Almeno falla comica. Invece il risultato è un ibrido che, onestamente, mi ha lasciato perplesso dall'inizio alla fine. Vedi la Zurconia: bella la citazione, ma io ci avrei messo i nazi veri. Anche i "perchè". Mi ha colpito il primo, lì c'era tutta l'innocenza di Pippo a cui l'umanità pare assurda; la reiterazione immediata mi ha dato un senso di forzatura. Magari se l'inquadratura avesse preso Pippo intendo a disperarsi sarebbe stato diverso, non lo so.

    Bramo ha scritto: Poco da dire su questo numero, ergo sarò (incredibilmente) breve.
    Commessi Paperi - Home Video e Zio Paperone e la Piuma di Dudu sono storie che mi hanno preso veramente poco: entrambe vessate da disegni improbabili e per nulla attirevoli, se la prima alla fine non punta ad essere nulla più di una riempitiva la seconda ambirebbe a qualcosa di più, riuscendo però solo ad essere un crogiuolo di cose già viste in mille salse.
    Street Soccer Squad - Un Mistero da Campioni ha dei disegni meravigliosi, applausi veri a Fabio Pochet. Peccato che non siano a supporto di una storia valida, ma solo di una trama che ricorda troppo da vicino il cartone animato della Compagnia dei Celestini e che risolve tutto troppo in fretta e fuffa.
    La prima ha uno spunto buono. Però si perde nella banalità. Della seconda non ho capito perchè abbia titolo e fine con la grafica danese. Sulla terza quoto, bei disegni, ancor di più i colori, ma le storie sul calcio sono sempre le stesse.
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    Ottimo lavoro.
  • Poco da dire, la storia di Casty ha una premessa banale e anche lo svolgimento è più che abusato, però è scritta abbastanza bene. L'avrei apprezzata di più come breve e con un maggior peso degli elementi caricaturali tipo lo sceriffo spiritato.

    L'episodio della saga olimpica è ovviamente pregevole per intenti e tematiche, ma non ne ho gradito molto la gestione. Le scene chiave sul razzismo sono un po' troppo pompose e stride l'accostamento tra queste e trovate infelici tipo i Kattivacenkorps.

    Anche i "perchè". Mi ha colpito il primo, lì c'era tutta l'innocenza di Pippo a cui l'umanità pare assurda; la reiterazione immediata mi ha dato un senso di forzatura.
    Sì, quoto, ha rovinato davvero la scena. Mi ha ricordato certe uscite di Ambrosio, come quando in WoM Gamba piangeva drammaticamente la maledizione di cui era vittima, salvo poi scoprire che si trattava della propria ombra che gli faceva il solletico...
  • Nell'ultimo Topolino, nella storia di DoubleDuck, sono tornati l'Extransformer e Grigorji Grimka di Belgravia (PKNA), per chi non lo sapesse! ;)
  • Il feeling PKNAico l'ho avuto più che dalle citazioni, da certe scene del secondo episodio come Paperino che porta il boccione d'acqua tra frecciate (ah! ah!...ehr) generali e la bella scena della telefonata ai nipotini. Si vede proprio il tocco di Artibani, peccato che DD rimanga alla base un progetto destinato a stancare ben presto indipendentemente dalla qualità delle storie.

    Ma parliamo del Club degli Spettri! Dopo un esordio "classico" come quello della Jellamolecola ecco che il duo Casty/Faccini realizza quello che ci si aspetterebbe da una collaborazione tra due autori pazzarelloni: una storia che alterna un'impostazione classica a deliri vari, basata su un presupposto semplice ma brillante. E se sulle prime si potrebbe pensare che questo spunto sia sprecato vista la sceneggiatura un po' telefonata, è proprio quando la trama sembra giunta a conclusione che Casty la ravviva, complici un paio di scene visionarie di un Faccini quasi emulo del Bottaro deformed. Fenomenale la scena della mappa, azzeccate le gag (due vignette in croce riassumono con efficacia I Segreti dell'Area 52), aggiungiamoci le solite reminiscenze scarpiane e abbiamo un vero e proprio gioiellino. E' questo il Casty che adoro.
  • Ieri pomeriggio sono passato in biblioteca e col poco tempo a disposizione sono comunque riuscito a leggere Topolino e il Club degli Spettri.
    Soddisfatto: la storia "urbana" che vede coinvolti Topolino e Pippo stavolta riesce a mostrarci la quotidianità e l'umanità dei due protagonisti, che vediamo come una coppia affiatata di amici sinceri, e dall'altra assistiamo ad una storia in bilico tra il delirio e inquietudine, due elementi che se orchestrati bene possono offrire al lettore una simpatica avventura. Casty è l'uomo giusto, e infatti rende il racconto qualcosa di delizioso tra fantasmi gelosi, fantasmi possessivi e assurdi labirinti che graficamente ricordano il miglior Bottaro. Il merito è di Enrico Faccini, che torna a disegnare una storia del Castellan dopo l'ottima prova della Jellamolecola di qualche anno fa e rende pienamente giustizia alla svolta surreale della storia nella sua seconda parte.
    Personaggi fedeli a sé stessi, un'avventura tesa eppure non priva di battute e gag (gli alieni, lol) che riesce e intrattenere piacevolmente il lettore.
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  • Ottima Zio Paperone e l'Isola senza Prezzo del 2956. Un presupposto banale che vira intelligentemente in una trama intimista con un Paperone ottimo, finale superlativo e delicato, di quelli che ti mettono in pace con il mondo, bei disegni tra personaggi caratteristici e uno zione assai vintage. Lode ai Turconi.
  • Domande per Francesco Artibani su DD: Sinclair omaggia questo Sinclair (dubito che omaggi quest'altro)? E Tower omaggia lui o la somiglianza è casuale? (può essere, perchè assomiglia un po' anche a lui)
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    Ottimo lavoro.
  • Topolino # 2956

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    Un numero coi BigTurks è sempre una festa. E dopo che ci hanno regalato un sacco di capolavori con i Topi, tornano dai Paperi per regalarci una storia che parte come molte altre per poi deviare subito, con una variazione base, e per poi andare a raccontare un nuovo viaggio dei coniugi Turconi coniugato per i personaggi Disney.
    Capita così che ti nasce Zio Paperone e l'Isola senza Prezzo (Radice/Turconi) dove Paperone parte per una sperduta isola greca con al suo fianco Paperoga per concludere un affare con un riccone locale, vivendo però una settimana non preventivata. Una settimana in cui il vecchio papero potrà pian piano capire che il suo principale intento potrebbe non essere di così vitale importanza, e che quelli che sembrano porsi come ostacoli in realtà sono una realtà diversa da quella a cui si è ormai abituato, ma che è capace di toccarlo nel profondo.
    Senza andare a disturbare Barks e Don Rosa, il Paperone che Teresa ci presenta è un personaggio finalmente a tutto tondo, come nelle storie recenti non vedevo da molto tempo, un Paperone che sa mantenere le sue caratteristiche di avaro uomo d'affari senza però rinunciare al farsi catturare da emozioni naturali e sopite a cui non è insensibile, anzi.
    Teresa lo muove benissimo in questo setting greco, ce lo mostra più che in forma, e in una sorta di maturazione compiuta nell'arco della storia che chiude magnificamente la sua parabola nelle ultime due splendide tavole.
    Ottima è poi anche l'interazione-confronto con Paperoga e il suo modo di vedere la vita, uno sguardo disincantato, tranquillo, scevro dalle nevrosi della vita moderna e pronto ad accettare con animo propositivo quel che la vita gli riserva: una chiave di lettura del personaggio decisamente calzante, che ci fa capire quanto la Radice sia capace di esplorare e capire le filosofie più "laterali" di alcuni personaggi Disney, come già fatto con Pippo.
    Turconi, dal canto suo, presta il suo ottimo tratto ad un'avventura tanto particolare e sensibile restituendo al lettore i suoi ricordi del viaggio in Grecia sotto forma di vignette fantastiche e ricche di dettagli. Come sempre, poi, ottima l'idea di dare ai personaggi abiti non canonici, e vedere con quella maglietta Paperoga ma soprattuto con quel completo da viaggio Paperone è una goduria immensa.
    Un altro strike per Teresa e Stefano, che tornano a confermare quanto la loro accoppiata funzioni benissimo insieme e li metta sul podio dei migliori autori dell'attuale "Topolino".

    Per il resto segnalo la terza parte della saga di DoubleDuck, Codice Olimpo, su cui no mi soffermo non avendo letto le prime due (accidenti al sito di "Topolino" che non mette più a disposizione gli episodi vecchi delle saghe)... però si vede come Artibani sappia muoversi bene con DD e come non avrebbe potuto esserci migliore erede di Vitaliano a prendere le redini di questo fortunato filone.
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  • max brody ha scritto:Domande per Francesco Artibani su DD: Sinclair omaggia questo Sinclair (dubito che omaggi quest'altro)? E Tower omaggia lui o la somiglianza è casuale? (può essere, perchè assomiglia un po' anche a lui)
    Ciao!
    Per Sinclair in effetti il riferimento a Brett Sinclair c'era (a unire 007 a Brett Sinclair c'era il comune denominatore di Roger Moore, che per motivi anagrafici è stato il Bond della mia infanzia).
    Per Tower non c'è invece nessun rimando al direttore di Altrove o a John Cleese; la resa baffuta di Cavazzano è un puro caso. Mi piaceva solo il cognome Tower perchè è semplice e rimandava a qualcosa di solido e roccioso ma niente di più :)
  • Grazie!
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    Ottimo lavoro.
  • max brody ha scritto:Grazie!
    Prego! E dimenticavo di aggiungere che il Daniel è in riferimento anche all'attuale 007, Daniel Craig.
    Altri segreti non ci sono! :)
  • Uh, a Craig non avevo proprio pensato.
    Grazie di nuovo :ciao:
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    Ottimo lavoro.
  • Salve Tana del Sollazzo, sono nuovo del forum e non so bene come funzionino le cose quindi se sbaglio qualcosa non uccidetemi :clap:

    Volevo dare una mia opinione su quest'annata del topo: il 2012 è un'anno cominciato bene e andato ancora meglio per quanto riguarda le storie Disney, tutte storie molto belle e la media dei numeri decisamente alta. Non sono mancate poi i pezzi da novanta, la più bella storia per ora credo sia stata la parodia di Dracula by Enna ma attendo con ansia la saga di Atomino.
  • Incollo qui la mia breve recensione postata sul Papersera

    #2961
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    Lol, il numero della copertina bruttona. Devo dire, però, che con il tempo ci si abitua e l'effetto orrorifico svanisce.
    A parte questo, l'albo offre una cinquina di storie piuttosto composita: Paperino re dei tornado (Shaw-Shaw/Pujadas) è una classica storiella danese, surreale quanto basta, illustrata da quel Antoni Bancells Pujadas che, negli ultimi tempi, pare avere l'esclusiva della pubblicazione sul Topo. Paperino e il fantastico rimedio ecoplastico (Pesce/Migheli) parte invece da uno spunto assai valido, sviluppato, però, affatto bene. Rimangono la quarta puntata de Dove osano le papere (Bosco/Ziche), che inizia a tirare le fila della vicenda in vista del finale, una breve di Panini/Amendola, leggibile ma nulla più, e il piatto forte del numero

    Topolino e il congegno di Zweistein (Casty/De Vita)
    Ci era stata anticipata anni fa in un'intervista a Casty sotto forma di storyboard ed, infine, eccola qua. Farebbe piacere che anche un'altra storia nominata in quell'occasione, la versione originale de Topolino e il duplicatrone, potesse finalmente essere pubblicata, ma per adesso accontentiamoci di questo piccolo evento. La cosa che più sorprende di questa storia è che non sembra assolutamente essere datata, per via dell'uso di Castellan di alternare grandi saghe a storie autoconclusive che possono essere lette anche a distanza di anni senza entrare in contraddizione con quanto costruito nelle altre avventure. Insomma, un Casty sempreverde. La vicenda in sè per sè rientra nel filone giallo, quello gestito appunto da De Vita, che in passato seppe regalarci perle come La macchina dell'oblio o L'uomo ingannatempo; l'elemento spionistico, poi, permette di mettere in scena doppi e tripligiochi con cui l'autore gioca con il lettore, depistandolo quanto basta per architettare il colpo di scena finale. Ecco, proprio il finale dà soddisfazione, mostrando come tutto ciò visto all'inizio sia riconducibile al giallo topolinesco, presentando la storia come un meccanismo perfettamente oliato, in cui, nonostante qualche faciloneria (come quella della fidanzata), tutto va al posto giusto.
    Ma adesso ci si mette in attesa della tanto agognata Saga di Atomino, già annunciata per quest'anno da quell'epico trailer su YouTube.
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    Letta anch'io la nuova storia di Casty, Topolino e il congegno di Zweistein, e apprezzata. Casty negli ultimi anni ci ha regalato ben altro, ma ho apprezzato questo giallo ben realizzato, che mischia indagini classiche con un impianto sicuramente più raffinato, anche grazie a spionaggio e controspionaggio che, quando sembra arrivi a vette di assurdità per i doppi giochi che si succedono, dimostra come Casty sia in grado di non prendersi troppo sul serio e di scherzare sull'impianto stesso su cui ha basto l'avventura.
    Bello vedere una storia in cui Topolino non ha bisogno della spalla, sia essa il classico Pippo piuttosto che Gancetto, Eta Beta o Minni: se la cava da solo, e in tutte le 30 e passa tavole interagisce solo con personaggi creati ad hoc per l'avventura.
    Un bel Mickey genuino, in una storia che ricorda molto quei bei gialli con cui nel 2004-2005 l'autore aveva mosso i primi passi nell'universo Disney. A tale atmosfera contribuiscono i disegni di Massimo De Vita, che ci regala gran belle tavole, dove dinamismo e freschezza si fondo per offrire al lettore delle splendide pagine d'autore.
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