[Disney] PKNE Fase 1: La Run di Artibani e Sisti

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Di DD ho un'opinione "composita".

    Non ne sono un fan, devo precisare. E trovo che l'intero progetto potesse avere buone possibilità ma non sia mai stato gestito al meglio. E mi riferisco proprio alle basi su cui poggiava tutta la struttura, fin troppo instabili perché si potesse costruire qualcosa di solido alla maniera di PK. Le prime storie infatti erano per metà di Fausto e per metà di Bosco: la componente faustiana mi è sempre sembrata fin troppo ciaciarona, con elementi volutamente assurdi, esagerati e al limite del credibile. Tratti che in genere nella sua opera mi piacciono pure, ma qui? Tradimenti ad ogni vignetta, Kay-K cattivissima, l'Agenzia così segreta da non avere quasi senso, il Paperino artificiale, l'Organizzazione che boh. Insomma, gira e rigira era tutto così grottesco da rendere ben poco credibile tutto il contesto intorno a Paperino: se in PK lui aveva motivazioni concrete per fare quel che faceva, chi glielo faceva fare di lavorare per una struttura così inaffidabile e schizofrenica come l'Agenzia? Alle esagerazioni faustiane si accompagnava invece la componente made in Marco Bosco: che faceva il suo lavoro in maniera seria, forse fin troppo seria e "scolastica". Le storie di Bosco erano formalmente perfette, ma sono sempre mancati quei guizzi che invece c'erano nella saga di PK. E trovo che sin dal principio questi due stili anziché bilanciarsi, si siano amalgamati un po' male.

    Poi c'è stata la gestione della storia che mi è parsa dubbia. All'inizio provarono a portare avanti una trama orizzontale anche piuttosto stretta, ma ben presto si stufarono e la cosa venne risolta alla bellemmeglio. Basti pensare che il supercattivo su cui si basava tutto viene catturato in una storiella promozionale. Da quel momento in poi si è preferito mantenere uno status quo e trasformare l'universo di DD in una semplice base per storielle one-shot. Fausto non si è più visto, Bosco è rimasto ma oltre a lui si sono alternati autori vari con storie di qualità variabile. Facevano il loro lavoro, e di sicuro elevavano la qualità del Topo, ma fondamentalmente si capiva che non si era affatto creato "il mito". Era stato investito troppo poco all'inizio in termini di "worldbuilding" e quel che in realtà si era ottenuto era una pallida reminescenza di PK. Esempio: Io personalmente ho sempre avuto grossi problemi a credere a K-Kay stabilizzatasi come "buona", data la gestione del personaggio nelle prime storie. Non era una figura sviluppata come Lyla, era semplicemente una papera figa e tosta che cambiava il suo status a seconda dell'esigenza narrativa. Una marionetta nelle mani degli sceneggiatori.

    D'altra parte DD ebbe un merito straordinario nell'economia degli eventi. Quello di riuscire a contrabbandare sul Topo un po' di quello stile narrativo, di quel registro maturo che aveva permesso la creazione di PK. Infatti qua e là l'atmosfera pikappica la si respirava, e questo non dev'essere sfuggito ad Artibani, che al suo ritorno sul Topo si è inserito nel "progetto" scrivendo ben due storie, "Agente Zero" e "Codice Olimpo", che sembravano quasi costituire un discorso a parte, distinguendosi non poco in termini qualitativi. Dietro al velo spionistico, in quelle storie io ci leggevo PK. Specialmente nella seconda, dato che portava esplicitamente avanti una delle storyline di PKNA, quella di Belgravia e dei Grimka, mostrandoci lo scudo e promettendo futuri sviluppi. E guarda un po', un paio d'anni dopo sul Topo torna davvero PK, per mano di Artibani.

    Dunque? Dunque DD deve molto a PKNA/PK2, e PKNE deve molto a DD. Pur essendo nato un po' come "il figlio bastardo" di PK, DD ha spianato la strada per il suo ritorno grazie al suo registro e al suo particolare formato (e ai colori di Monteduro!). Trovo quindi sensato e giusto che Artibani abbia messo in cantiere questo Timecrime, rendendo omaggio al fumetto che - nel bene e nel male - ha reso possibile questa nuova era.
  • Valerio ha scritto:Quello di riuscire a contrabbandare sul Topo un po' di quello stile narrativo, di quel registro maturo che aveva permesso la creazione di PK. Infatti qua e là l'atmosfera pikappica la si respirava
    Squoto. L'unica cosa che veramente trovo abbiano in comune è l'impostazione più libera della gabbia, ma il registro è lontano da quello pikappico. Una scena con qualche pistolettata in più o qualche minaccia di morte sono un discrimine insufficiente se poi i contenuti restano superficialotti.

    Semmai il merito è quello di aver convinto gli addetti ai lavori che il lettore non si spaventava con delle storie in continuity con personaggi ricorrenti ma differenti dagli standard character, anzi. E che si poteva puntare anche su trame più articolate e scene action. Ergo Pk.

    il Paperino artificiale
    Per quanto sicuramente non sconvolgente (e se non mi ricordo male proprio tu all'epoca l'avevi sgamato con anticipo) questo invece mi sembrava un elemento interessante e forse la vera alternativa del progetto, possibile spiraglio per sottotrame più corpose e lungimiranti.
    Poi invece è diventato status quo e vabbè.


    Sul resto in sostanza sono d'accordo: alcuni singoli hanno anche saputo far bene, ma in generale le varie run erano decisamente poco convincenti. Al di là della resa qualitativa delle storie ho sempre trovato poco credibile l'universo in cui agivano i personaggi, tra i mille controtriplodoppiogiochi che hanno di fatto minato la plausibilità di ogni singola relazione tra Donald ed i colleghi, DD che si mette sempre lo smoking manco fosse una divisa o le varie missioni inserite in una trama più grande ma spesso pretestuose vista la mancanza di un preciso percorso globale da seguire.
  • DD l'ho quasi sempre apprezzato, malgrado i limiti strutturali di cui ha parlato Valerio, che condivido. (vedere sconfitto il mega boss dell'organizzazione in una storiella così loffia era stato bruttissimo)

    Il crossover potrebbe anche essere una cosa carina, ma penso che proporlo per il ventennale di PK non sia stata una mossa così azzeccata.

    Da un anniversario così importante mi aspettavo qualcosa di pikappiko all'ennesima potenza, che fosse un po' il sunto di ciò che è stato PK negli ultimi vent'anni e allo stesso tempo desse una forte accelerata all'ancora embrionale continuity di PKNE.

    TimeCrime pare invece essere "solo" uno specialone, pure abbastanza filler. Potrà essere interessante e ottimamente confezionato, ma forse non era questo il momento adatto per scriverlo.

    A questo punto per vedere proseguire le storyline introdotte sul finale del Raggio Nero dovremo aspettare ancora dei mesi. E considerato che già gli Argini era fillerosissima, la continuity rischia di sfilacciarsi un po' troppo.
  • Squoto. L'unica cosa che veramente trovo abbiano in comune è l'impostazione più libera della gabbia, ma il registro è lontano da quello pikappico. Una scena con qualche pistolettata in più o qualche minaccia di morte sono un discrimine insufficiente se poi i contenuti restano superficialotti.
    Io non mi riferivo all'action. Né - come già specificai - ai contenuti. Parlavo proprio del registro, ovvero del modo di comunicare scelto dallo sceneggiatore e di conseguenza dei personaggi. Se prendi il DD di Bosco, specie certe recenti storie, il passo è quello del telefilm d'azione dal taglio maturo. Che non vuol dire originale, fresco, nuovo né maturo nei contenuti, ma solo nel linguaggio, nell'impostazione. I briefing, gli argomenti toccati nei casi, la complessità di ciò che si andava a trattare, i PAROLONI DIFFICILI, l'atmosfera, io parlo di ciò. Di quel passo narrativo americaneggiante, che è un tratto stilistico anche di PK e MM. Solo che lì c'era anche altro, ovvero la ciccia, che in DD è sempre mancata, purtroppo.

    Però un registro alto è pur sempre un passetto avanti. E può preludere all'arrivo - in un secondo momento - anche di contenuti più elevati. Cosa che con il ritorno di PK è accaduta.
  • Sì, avevo capito. Intendevo che nonostante i punti in comune più superficiali, il registro è comunque diverso.

    DD ricalca quelle cose lì, perché ricalca le spy-stories. Ma è un registro "coatto", calato dall'alto, utilizzato giusto negli snodi cruciali delle trame di quel genere (ad es.: l'illustrazione del monst... mission of the week, nel confronto con il cattivone, ecc.) e basta.
    A differenza di Pk, il cui registro era dato da tutto l'insieme: regia, dialoghi, conduzione della trama, tematiche, ecc.
  • Sì, stiamo dicendo la stessa cosa, con la differenza che tu per registro intendi un po' tutto l'ambaradan, e io invece mi riferivo solo al "tono di voce" usato.
  • Per Sisti: riguardo all'ultimo episodio, Everett si riferisce a Dhasam Bul [spoiler]come "l'unico posto dove non sono mai stato davvero in pace!"[/spoiler]. [spoiler]Credevo che al monastero fosse stato bene, oppure era travagliato dal rimorso e dai dubbi su come agire? O c'è ancora un altro significato?[/spoiler]

    Grazie mille,
    V
  • Per Sisti:

    [spoiler]Il ministro dello spaziotempo che appare nelle prime pagine è Styvesant? Se non sbaglio in PKNA #5 lui faceva finta di esserlo, ma qui sembra esserlo davvero, stando a come Odin gli si rivolge..[/spoiler]

    Per Lavoradori:
    Perché in PkTube 2 compare un sosia di Everett? :P
  • Vii ha scritto:Per Sisti: riguardo all'ultimo episodio, Everett si riferisce a Dhasam Bul [spoiler]come "l'unico posto dove non sono mai stato davvero in pace!"[/spoiler]
    'Mo glielo chiediamo, comunque mi puzza solo di typo.
  • Allora, PK Tube.
    Fresco fresco di rilettura, posso dire che questa serie di brevi mi ha molto soddisfatto, perché compie alla perfezione il suo scopo: celebrare i vent'anni del "vecchio" PKNA, andando anche a ripescare le giuste sottotrame, ossia quelle che più sanno far vibrare le corde dell'anima dei pkers. Dal ritratto del rapporto nascente tra Uno e Paperinik proposto nel primo episodio all'approfondimento del periodo misterioso passato dal superpapero a Dhasam-Bul nel terzo, passando dalle sempre ben accolte comparse di Odin Eidolon (o di Uno che si finge tale), di Due, e soprattutto di Stefan Vladuck, il mai dimenticato Camera 9.
    Bene, bene, bene. Terminate le celebrazioni del ventennale, però, speriamo che in futuro Sisti sappia dimostrarci che le grandi novità di questa PKNE non vengono solo rimestando tra personaggi e sottotrame del passato. Stiamo a vedere!

    Purtroppo le domande "ciccione" mi sono state tutte soffiate subito, quindi mi limito a una domandina per Sisti. Se mi saltasse qualcos'altro in testa, lo scriverò sicuramente per tempo, ma intanto:

    - Nel finale del secondo episodio, vi sono un paio di frasi che pare vogliano porre una differenza tra robot e droidi:
    Agente: Robot?
    Droidi: No, agente! Siamo droidi!
    Agente: Quella che fabbrica i nostri robot-poliziotti?
    Odin: Esatto! Presto li sostituirete con i nuovi droidi!
    Ci potresti spiegare bene in che cosa consiste questa differenza, e perché hai voluto sottolinearla?
  • L'ultimo PK-Tube è stato gradevole come sempre.

    Mi sorge un dubbione però.

    Sisti: Nella storia in questione vediamo il ritiro dalle scene di Everett, con il ritorno suo e di Uno sulla Terra. Vediamo che il ritorno avviene molto in là nel tempo, quando Everett è anziano. D'altra parte, sembra di capire che sia imminente il loro ritorno in scena già nelle prossime storie, nella storyline di Moldrock e Corona introdotta da Artibani. Si tratta di due viaggi/assenze/ritorni distinti o non abbiamo capito niente noi? Pur senza far spoiler, ci faresti maggior chiarezza su questo bizzarro andirivieni?
  • A progetto concluso direi che il PkTube è stato un bellissimo esperimento che spero si ripeta in futuro.
    Gli episodi che ho apprezzato maggiormente sono stati il terzo e il quarto, ma anche negli altri è stato piacevole rivedere Uno e Ducklair in azione e sistemare o mandare avanti dei piccoli tasselli di continuity.
    Complimenti a Sisti per aver realizzato storie così belle e importanti in sole dieci pagine, delle brevi di questo livello non si vedevano da tanto su Topolino.

    Bravissimo anche Lavoradori, è stato un piacere rivederlo all'opera. Dopo il numero zero e la comparsata nello speciale '97 avrei tanto voluto rivedere il suo stile inimitabile in altre storie pikappiche e il suo ritorno mi riempie di gioia. Il suo Angus Fangus e i suoi evroniani sono i migliori in assoluto.

    Non ho altre domande oltre a quelle già fatte, complimenti agli autori!
  • COMICON 2016
    Ma vogliamo parlare degli annunci portati al Comicon 2016??? Due storie in produzione, una per quest'autunno e l'altra per l'inizio dell'anno prossimo. Ma se mentre la seconda è il tanto acclamato continuo della battaglia con Moldrock, sempre frutto del trio Arti-Pastro-Max, la prima è una vera e propria sorpresa ad opera dell'altro consolidato trio Sisti-Sciarro-Max, e di cui ne lascio l'anticipazione nel link alla pagina di facebook ufficiale di PK: https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hp ... e=57B2C4A9.

    Cosa ne pensato di questo tanto acclamato... evento?? :pkna:
  • Che concettualmente è un recupero che mi piace assai poco e che spero non sia indicativo della direzione in cui Sisti intende muoversi con il nuovo Pk.

    Sul primo punto sono abbastanza inamovibile: storyline chiusa, chiusissima e nel migliore dei modi. Storie e personaggi finiscono, si faccia move on.
    Ma sul resto ovviamente si aspetta di avere la storia sotto agli occhi, non è detto che anche da una scelta che disapprovo non possa nascere qualcosa di valido.
  • Speciale Ventennale - PkTube
    Immagine

    Ed eccoci qua, pronti alla disamina autoriale della serie di brevi pikappiche che ha scosso la nazione!
    ALESSANDRO SISTI
    Valerio: Per cominciare, ce lo fai un bel making of discorsivo di PkTube? Come è nata la cosa, con quale scopo, in che spirito? Che precauzioni hai dovuto usare per inserirti nel flusso artibanico?

    Alessandro: Allora, innanzitutto diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Valentina quel che è di De Poli: l'idea è stata tutta sua. Mi ha detto “Perché non cominci a scrivere qualcosa per il ventennale? Qualcosa di breve, magari una miniserie che si riallacci al PKNA degli inizi”. Parlavamo – lei, Davide Catenacci e io – delle faccende pikappiche di questi ultimi vent'anni e l'atmosfera era un po' quella d'allora, così credo che tutti avessimo voglia di darle un risvolto concreto e coinvolgere i PKers, come abbiamo sempre fatto. Io ne sono stato ben contento, ma questo ci porta alla tua domanda successiva e perciò ne parleremo fra un momento. Quanto alla visione personale che l'ottimo Francesco sta portando avanti, non s'interseca più di tanto con questa che in fondo è una retrospettiva, per cui non mi ha imposto speciali accorgimenti.


    Valerio: Giochiamo a carte scoperte. E' chiaro che per te questa collezione di memorie è stata l'occasione di andare a correggere/aggiustare/intervenire/far collimare i particolari più oscuri della continuity pikappica. Ma allora io mi chiedo: quali di questi retroscena erano già nella tua testa da anni, in attesa solo di essere rivelati, e quali invece sono invenzioni nuove di zecca?

    Alessandro: A carte scopertissime: era già praticamente tutto scritto e aspettavo soltanto (da secoli di tempo soggettivo, a volta mi sembra d'essere Due) che qualcuno mi chiedesse di raccontarlo! Per questo mi ha fatto tanto piacere che Valentina me ne abbia dato l'opportunità. Erano dettagli sui quali all'epoca non avevo potuto evitare di riflettere: per esempio, Everett decide di trasferirsi a Dhasam-Bul e affida la Ducklair Tower a Uno, che è – lo sappiamo – il vertice assoluto delle intelligenze artificiali che ha creato. Ma anche così è mai possibile che non gli abbia detto almeno «ricordati di dare l'acqua alle piante, non fare entrare nessuno e non parlare con gli estranei»? E visto che Uno, in quanto dotato di libero arbitrio, ha invece fatto come gli pareva, è realistico che non abbia avuto perlomeno qualche ripensamento? Allora non avevo avuto modo di sviluppare queste riflessioni, poiché le vicende nel loro insieme le avevano lasciate indietro, però, come ben sa Uno quando lascia dei “memo” per se stesso quando sarà Odin Eidolon, basta annotarsele e presto o tardi il momento arriva. E forse le rende anche più interessanti e condivisibili.


    Vii: Immagino che per PkTube sia stato deciso un numero di tavole standard, ma a volte la trama risulta un po' soffocata e non perfettamente chiara. Avresti preferito per alcuni episodi avere più spazio? Oppure preferisci avere un limite in cui lavorare di sintesi e di cesello?

    Alessandro: La richiesta era che gli episodi fossero brevi, momenti fra noi della vecchia guardia o al massimo estesi alla nuova generazione di PKers nata con il PK Giant. Infatti ai lettori non iniziati ai misteri pikappici spesso PK Tube è risultato incomprensibile e lo so bene poiché una mia nipotina (undici anni compiuti da poco) mi ha severamente redarguito. Dopodiché ho scelto il formato di dieci tavole, che mi sembrava sufficiente, perché preferisco compattare i contenuti piuttosto che rischiare di diluirli troppo. Mi dispiace che le trame ti siano sembrate soffocate o poco chiare, ma chissà, potrei avere occasione di tornarci. Forse per il quarantennale?


    Valerio: Parlaci di Uno e PK. E del modo in cui i due personaggi interagivano tra loro. Come sei riuscito, nel primo e quinto episodio, a ricreare tra loro la stessa identica chimica, fatta non solo di silicio e carbonio ma anche e soprattutto di scambi ironici, dialoghi sopra le righe e battutacce?

    Alessandro: Sono lieto che tu lo abbia apprezzato, nondimeno mentirei se ti dicessi che è stato difficile. Quando crei un personaggio (e vale per Uno, ma anche per PK, seppure abbia ereditato molto da Paperinik) devi sapere chi è ben più profondamente di quanto lui stesso racconti di sé. Dunque, almeno per me, questo è sempre stato il loro rapporto, perché deriva dal fatto che entrambi sostengono una parte. PK è un supereroe e deve mostrarsi tale, tuttavia sa di essere soltanto Paperino, e analogamente Uno, nonostante vanti la superiorità del silicio e la sua eccellenza d'I.A., conosce i propri limiti e sente come una condizione d'inferiorità il non essere una “persona vera”. Perciò i loro dialoghi sono – da entrambe le parti – un po' dei bluff, come se ciascuno dovesse costantemente ricordare all'altro “lei non sa chi sono io”. Nel tempo la relazione s'è inevitabilmente ammorbidita, ma ha conservato un sottotesto “sai che il mio è solo un ruolo e io so che lo sai, però lo porto avanti lo stesso”, che a pensarci bene fa parte di una vera intesa.


    Valerio: Andiamo a parlare dei singoli episodi. Qual è il vero titolo del primo? Come mai si intitola solo PkTube mentre gli altri hanno il sottotitolo?

    Alessandro: Non c'è un “vero” titolo. Quello del primo è PK Tube perché concretamente Uno ripercorre la sua raccolta di video pikappici, però allo stesso tempo intendeva presentare il concetto informatore della serie, che è quello di rapidi frammenti, anche quando non siano registrazioni e facciano per esempio parte dei ricordi del Priore. Che è per contro una differenza per la quale mi sono sembrati necessari anche i titoli dei singoli episodi, oltre a quello della serie.


    Mightypirate: Fra quali numeri di PKNA si colloca il flashback del primo episodio di PkTube?

    Alessandro: Nella mia intenzione subito dopo il numero Zero, per quanto forse avrebbe senso posizionarlo anche un pochino più avanti. Tu dove lo collocavi?


    generalezargon: Nel secondo episodio assistiamo alla prima comparsa pubblica di Odin, antecedente a quella in “carne ed ossa” del 2188 mostrata in Le Parti e Il Tutto. Ma in Seconda Stesura viene detto che la Robolab verrà fondata agli inizi del ventunesimo secolo, mentre pure nel 2255 Odin è in giro e fresco come una rosa, al momento del primo incontro con Pk in Ritratto dell'Eroe da Giovane.
    Noi ci abbiamo messo solo 20 anni ad accorgercene, ma sicuramente i terrestri del futuro sono più svegli del pker medio: possibile che nessuno si sia posto il problema dell'età di Odin? E' un essere pluricentenario?


    Alessandro: Nella mia ideale linea degli eventi, la Robolab è stata fondata agli inizi del XXI secolo (quando l'ho scritto avrei detto più o meno proprio adesso, ma considerando lo stato dell'arte delle ricerche sui droidi, potendo sposterei la data un tantino più avanti), però non da Uno/Odin. Mi sembrava sensato che, anche per evitare di attirare l'attenzione, Uno rilevasse una società già esistente. Dopodiché, quando ne Il Giorno del Fondatore Odin appare per la prima volta (solo come ologramma, ma in Le Parti e il Tutto Uno dichiara d'aver pensato già da tempo al proprio futuro aspetto), quando acquisisce un corpo nel 2188 e infine nel 2255, è un distinto signore oltre la mezz'età, che però, considerando l'aumento dell'aspettativa di vita e i trattamenti medici di ringiovanimento (che è immaginabile un magnate del suo livello possa permettersi, per cui i contemporanei non si stupiscono di vederlo in forma), è ben più avanzata del nostro attuale equivalente. Insomma non è un pluricentenario, però è ultracentenario nel senso che ha passato il secolo di vita e non rappresenta un caso eccezionale per il suo tempo. Sta benone e conta di campare ancora abbastanza… prima di dover assumere un'altra identità fittizia.


    RedLas: Nel finale del secondo episodio, vi sono un paio di frasi che pare vogliano porre una differenza tra robot e droidi.

    Agente: Robot?
    Droidi: No, agente! Siamo droidi!

    Agente: Quella che fabbrica i nostri robot-poliziotti?
    Odin: Esatto! Presto li sostituirete con i nuovi droidi!


    Ci potresti spiegare bene in che cosa consiste questa differenza, e perché hai voluto sottolinearla?

    Alessandro: Premessa pedante: per la robotica attuale sono androidi tutti gli automi con fattezze più o meno umane. Io uso l'abbreviazione “droidi” perché mi sembra più adeguata, dato che altrimenti dovremmo definire i nostri, che assomigliano a paperi, “anseroidi” o qualcosa del genere. Ciò detto, mi pare credibile che il progresso in questo campo abbia imposto – nel futuro di PK, nel nostro staremo a vedere – di adottare termini diversi per i robot in quanto macchine relativamente intelligenti e in grado di svolgere autonomamente dei compiti, ma non di mettere in dubbio un ordine a meno che la loro programmazione non lo richieda, e i droidi, che hanno una natura artificiale, ma sono sotto quasi tutti gli aspetti repliche di esseri viventi anche per quanto riguarda le capacità intellettive e la volontà individuale. Ho voluto sottolinearla perché non è una differenza da poco.


    Valerio: Come nacque a suo tempo l'idea di mandare PK a Dhasam-Bul? Non nascondo che mi parve un bel po' azzardata allora, e che gradii molto che la questione fosse stata ripresa in Nella Nebbia. Il terzo episodio, a occhio, nasce proprio per andare a collocare meglio nella continuity un evento che era stato un bel po' buttato là all'epoca. Ci ho preso?

    Alessandro: Sissignore, non ti si può nascondere nulla, ma come ti dicevo era quello che avevo in mente fin dall'inizio. L'ipotesi alla base di Missing – nata dal PK Team – voleva essere spiazzante: visto che è un PK Speciale, facciamolo senza PK! A me venne affidata la storia-cornice e quindi il problema di dove PK fosse finito, per cui decisi che Dhasam-Bul fosse una risposta interessante. Ho finalmente potuto raccontarlo meglio ne Il Peso della Conoscenza, però avevate sicuramente già subodorato cosa ci fosse andato a fare dal fatto che nell'ultima vignetta di Missing, lasciando il monastero, PK cammina levitando senza toccare terra. Era “buttato là”, ma neanche tanto, dai!


    Mightypirate: Nel terzo episodio Pk dice di trovarsi a Dhasam-Bul perché suo zio aveva affari da quelle parti... ma nello Speciale '97 Zio Paperone è a Paperopoli e non sembra ricordarsi di aver dimenticato il nipote in mezzo ai monti. Lo zione perde colpi?

    Alessandro: Non direi. Zio Paperone aveva una questione da sbrogliare in Tibet (o da quelle parti, ho promesso di non rivelare l'esatta ubicazione di Dhasam-Bul) e come al solito s'è portato appresso il nipote. Poi, convinto che la faccenda fosse risolta e necessitasse solo d'un minimo di supervisione, lo ha lasciato lì. Giusto per qualche giorno – credeva – invece (se ne lamenta con il tenente Flagstarr) il nipote gli ha comunicato via fax (be', era il 1997) che si tratterrà più a lungo. Cosa della quale lo Zio dubita, sicuro che Paperino ne abbia approfittato per concedersi una vacanza dall'incarico di custode e sia a poltrire sull'amaca. E se vogliamo badare anche ai dettagli, quello scansafatiche d'un nipote ha dato a qualcuno il compito d'inviare il fax, sul quale si legge da dove è stato trasmesso, per potersene tornare a casa tranquillamente, ma Zio Paperone non ci è cascato!


    max brody: Nell'ultima vignetta dell'ottava tavola del terzo episodio (anf), il Venerabile Priore si lascia sfuggire con sopraffina nonchalance una clamorosa rivelazione, quella ai “monaci paladini del passato”.
    E' solo un oscuro accenno inteso a farci raggiungere l'illuminazione tramite scervellamenti vari o possiamo pensare che l'altrettanto Venerabile Sisti abbia qualcosa in serbo sugli enigmi di Dhasam-Bul e sul perché Everett abbia scelto proprio quel luogo fra tanti?


    Alessandro: Grazie per il Venerabile, ammetto d'essere da sempre indeciso se il personaggio in cui mi identifico di più sia il Priore oppure Angus Fangus. Comunque la tua deduzione è corretta e per questo verrai insignito del nome di fratello Legge Fra Le Righe: Everett ha scelto Dhasam-Bul poiché si tratta d'un monastero di tipo “guerriero” (come quello di Chaw-Pep de Il Cimento delle Canne al Vento e come gli Shaolin-sì), dove le tecniche mistico-marziali coltivano tanto la consapevolezza che l'autocontrollo. Perciò pensava che fosse il più adatto per imparare a dominare il suo “drago interiore”, anche se dei monaci paladini allora non sapeva nulla. Gli scervellamenti vari ugualmente sono utili, poiché – come mi diceva il Priore, sottolineando ogni parola con il bastone del Vigoroso Incitamento – «L'illuminazione non giunge dove la lanterna è spenta».


    Valerio: Ci racconti qualcosa della scelta di mostrare finalmente il volto di Camera 9 nel quarto episodio? Quale doveva essere all'epoca la storyline del personaggio e in che modo le cose sono cambiate al punto di rimandare la rivelazione per tutti questi anni?

    Alessandro: Mi sembrava che fosse ora, lo conosciamo da un pezzo e nessuno direbbe cose che possano imbarazzarlo. Perché Camera 9 non è così paranoico sul fatto di mostrarsi. Semplicemente, non gli va di farlo quand'è in servizio o in situazioni che possano associare lo Stefan Vladuck testimone di grandi eventi al cameraman con compiti di routine limitati alla cronaca cittadina. In effetti i suoi vicini di casa credono che a Canale 00 faccia l'elettricista o qualcosa del genere. La sua storyline è sempre stata questa, ma le prime ere pikappiche non si sono protratte abbastanza da arrivare a risolverla.


    Mightypirate, Gumi: A proposito della storyline di Camera 9, il suo ritorno ha smosso l'animo duro ed insensibile dei pker, che ancora attendono un ideale seguito a quanto avvenuto in Manutenzione Straordinaria.
    In quella (ed altre) storie Stefan faceva di tutto per evitare di essere visto in volto, mentre nel quarto episodio lo si vede in borghese in un ambiente abbastanza frequentato. Che Stefan Vladuck negli anni sia diventato meno riservato?
    Visto questo spiraglio sul personaggio, possiamo sperare di veder dedicato più spazio a lui ed al suo nebuloso passato nelle prossime avventure?


    Alessandro: Sì, è diventato meno riservato e lo è stato anche in passato (ma in situazioni in cui non c'eravamo), fin dalla famosa cioccolata con Lyla, che non ha certo bevuto tenendo il casco di ripresa sulla testa. Si rilassa quando è ragionevolmente sicuro di non sentire frasi del tipo «Ma tu non ERI Stefan Vladuck? ERI bravo». Quanto alla possibilità di ritrovarlo in scena con qualche nuova rivelazione, si vedrà. Personalmente di cose da raccontare sul suo conto ne avrei non poche.


    Valerio: Non ho capito bene la successione degli eventi descritta nel quinto episodio. Uno ignora la sua direttiva principale quando conosce PK e questo causa un malfunzionamento delle sue subroutine che fornisce a Due l'occasione di emergere. Ma Due dice "ho temporaneamente isolato Uno dalle sue subroutine", quindi in teoria c'è in tutto questo il suo zampino come parte attiva. Mi spieghi meglio la catena causa/effetto?

    Alessandro: In realtà l'infrazione alla direttiva principale non ha causato nulla. Uno lo crede poiché, ignorando l'esistenza di Due, non sa darsi altre spiegazioni (e poi si sente in colpa). Viceversa, trasgredirla e disattivare gli allarmi relativi ha tutt'al più indebolito la complessa architettura dei suoi programmi, agevolando i tentativi di sabotaggio di Due. Però è quest'ultimo che ha fatto tutto.

    Vii: Nell'ultimo episodio, Everett si riferisce a Dhasam Bul come "l'unico posto dove non sono mai stato davvero in pace!". Credevo che al monastero fosse stato bene, oppure era travagliato dal rimorso e dai dubbi su come agire? Oppure quello travagliato dal rimorso è l'addetto al lettering?

    Alessandro: Mentre scrivo non ho ancora avuto il bene di vedere stampato questo episodio. Sospetto che il mio postino sia un PKer, o che in alternativa su eBay qualcuno abbia messo in vendita la copia di Sisti, autentica e con tanto di cartellino dell'abbonamento. In ogni caso la tua domanda mi traumatizza, perche nella sceneggiatura (che invierò come prova a chiunque ne faccia richiesta) avevo scritto «Speravo di riposarmi nell'unico posto dove sono mai stato davvero in pace»! Che sia stato quel “mai” a creare confusione, inducendo qualcuno a infilarci anche un “non” per buon peso? Solo che così che caspita di senso ha? Pazienza, ditelo in giro.


    Topolino sbarazzino: Il Ministro dello Spaziotempo che appare nelle prime pagine del sesto episodio sembra proprio identico al buon vecchio Styvestant… che però in PKNA #5 faceva solo finta di ricoprire quel ruolo. Qui qualcuno ha preso un abbaglio… ma chi? Odin, noi lettori, gli autori o l'elettorato del futuro?

    Alessandro: Ma no, è solo che nel 25° secolo ci sono dei prototipi – tipo quello dell'uomo vincente e di potere – ai quali gli individui tendono a conformarsi. Così finiscono per assomigliarsi un po' tutti. Da noi non capita…


    Valerio, generalezargon, Topolino sbarazzino: Sempre nel sesto episodio vediamo il ritiro dalle scene di Everett, con il ritorno suo e di Uno sulla Terra. Vediamo che il ritorno avviene molto in là nel tempo, quando Everett è anziano. D'altra parte, sembra di capire che sia imminente il loro ritorno in scena già nelle prossime storie, nella storyline di Moldrock e Corona introdotta da Artibani. Si tratta di due viaggi/assenze/ritorni distinti o non abbiamo capito niente noi? Pur senza far spoiler, ci faresti maggior chiarezza su questo bizzarro andirivieni?

    Alessandro: Buona la prima: viaggi/assenze/ritorni e anche momenti temporali diversi. Mi dispiace di non poter dire di più, ma come avete chiaramente dedotto quello di Soccorso Obbligato è l'ultimo, a seguito del quale Everett potrà finalmente cercare la pace interiore (e sappiamo che la troverà, a Dhasam-Bul mica fanno Priore il primo che passa) e Uno dedicarsi a tutto quello che lo aspetta. Da qui ad allora avranno tempo in abbondanza per andare e venire quanto gli pare.



    ALBERTO LAVORADORI
    Valerio, Gumi: Il tuo rapporto con PK è sempre stato curioso. Prima Evroniani, poi una partecipazione a Missing e poi... eccoti 20 anni dopo per questa miniserie. Ci racconti un po' come hai vissuto tutto questo? Come ti sei trovato nel tornare a disegnare il mondo di Pk e quali sono state le difficoltà, se pure ce ne sono state?

    Alberto: Intanto vi ringrazio per l'appello al Botta&Risposta. Vero, mi sono trovato dislocato all'inizio e adesso (fino alla luce delle prossime avventure di PK, s'intende), ed è successo per tutta una serie di coincidenze opposte. La prendo così e penso a domani. Il tempo intermedio l'ho impiegato in ricerca, travasata, poi, all'interno di progetti più personali -Gommo e Stirpi- che con il mondo del fumetto hanno poco da spartire. In Pk sono tornato dopo la chiamata di Davide Catenacci, e forse -anche- per la voglia di rivedere e riaffrontare quei personaggi. Difficoltà? A pacchi. Soprattutto le consegne strette. Ma non vi tedio.


    Vii, Gumi: Come sei riuscito a mediare i profondi sperimentalismi grafici di tanti tuoi lavori - si vedano certe commission o lavori extra-disneyani - con il più tradizionale Topolino? E' solo un'impressione od in PkTube hai utilizzato soluzioni meno "estreme" rispetto ad alcune tue prove recenti? Vorresti spingere più oltre o ritieni di aver raggiunto, con questa serie, una sintesi tra innovazione e tradizione?

    Alberto: In verità ho mediato sempre male (forse già dai primi lavori in Disney). Trovo certamente più naturale cambiare il segno che ripeterlo. In PkTube ho provato -cercato-, soluzioni più aderenti allo stile di fine anni novanta, anche se all'epoca Pk era cmq un fermento. Non aspiro a nessun eccesso aggiuntivo, e sicuramente meno che mai penso d'aver trovato equilibrio tra innovazione e tradizione. Utopico. Temo percentuali e formule.


    Topolino sbarazzino: Nel secondo episodio, tra le registrazioni di Uno della redazione di Canale 00 appare un certo Sol, che assomiglia molto ad Everett od almeno ad una sua versione giovanile. Visto che Uno sta nominando “Padron Ducklair” proprio in quel momento, è una somiglianza voluta? Una proiezione dell'Intelligenza Artificiale? Una coincidenza? O stiamo manifestando sintomi che dovrebbero indurci a cercare l'aiuto di qualche professionista?

    Alberto: Vero. Me ne accorgo solo ora. La risposta? Non saprei che dire. Ologrammi, giusto? Forse Uno interseca i dati per ampliare il personale e perciò copia/duplica/sovrappone parte dei pattern? Questa domanda però è preziosa. Mi fa riflettere. L'interpretazione personale d'un evento, d'un dettaglio fa intuire quanto tutti –tutti- si usufruisce in modo diverso. Ecco, personalmente quasi non ricordavo questa pagina, grave ma vero.


    Valerio: Ci racconti qualcosa della scelta di mostrare finalmente il volto di Camera 9 nel quarto episodio? Quanto del suo aspetto era stato già deciso 20 anni fa? E' stata tutta farina del tuo sacco o hai ricevuto indicazioni particolari in sceneggiatura?

    Alberto: Vent'anni fa non era stato deciso nulla. Del personaggio si erano solo visti particolari striminziti, cappellacci, occhi coperti da improbabili ombre, piumazze, insomma dettagli 'sporchi' per non far capire, perciò inaddatti per essere ripresi tutti assieme. Voglio dire... gestire il Frankenstein di turno in due tre pagine è una cosa, per trenta o quaranta è ben altro. Avete idea di quanto ringhi un collega incazzato? Scherzi a parte, troppo rischio. Serviva un look che spazzasse ogni sporcizia del passato e, per la storia Cambio di Programma, necessariamente, non anticipasse il finale. Aggiungo un dettaglio… ma voi, siete veramente convinti che quella sia l'autentica faccia di Camera 9???


    ...eh?
    Ah, scusate! Recupero la mascella...

    Roba forte, gente. Ma non è finita qui! Ringraziamo i nostri disponibilissimi ospiti e speriamo di rivederli al più presto su queste pagine. Voi, però, non andatevene: perché la nostra iniziativa procede e per procedere servono le vostre domande, oh, mica possiamo fare tutto noi. E non preoccupatevi, dopo aver letto Pk vs DD - Timecrime di domande ne avrete, ah se ne avrete!
    Cominciate a lambiccarvi il cervello: i fortunelli del Comicon partono in vantaggio e voialtri avete solo fino a sabato alle 20:00 per recuperare!
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    E' arrivato finalmente l'attesissimo crossover per il ventennale. Cominciamo col dire che a differenza delle precedenti questa quarta storia del ciclo sarà più breve (due tempi), ma che al timone c'è sempre Artibani, la mente dietro al rilancio di PK. Il disegnatore però è Mottura, che già abbiamo avuto modo di ammirare nelle storie del tempo che fu, ma che non aveva ancora avuto modo di dire la sua in questa New Era.

    La questione dell'inserimento di DD nella saga di PK ha fatto inarcare non poche sopracciglia sin dai primi annunci. Pochi riuscivano davvero a comprendere il punto di vista di Artibani sul mondo Disney, ovvero quello di un universo narrativo uniforme e libero da quella struttura a compartimenti stagni che da sempre ne limita gli orizzonti. Non solo era falso che DD e PK avrebbero dovuto escludersi a vicenda, anzi DD avrebbe invece potuto costituire il mezzo ideale per contrabbandare PK sulle pagine del Topo. E chi già aveva dimestichezza con la scrittura artibanica si era accorto che in entrambe le storie di DD da lui sceneggiate (Agente Zero e Codice Olimpo), l'intenzione di tornare a utilizzare quel registro narrativo, quegli elementi che avevano fatto grandi gli spillati anni 90 c'era tutta. Le prove generali per PKNE quelle erano. La cosa poi era evidente dai riferimenti a Belgravia, allo scudo, a Paperinik. Insomma qualcosa bolliva in pentola.

    Da parte mia pure c'erano alcuni dubbi. Non tanto sulla riuscita dell'operazione, che di Artibani mi fido. Quanto sul mettere sullo stesso piano PK e DD, che qualitativamente risultano molto distanti. In questo post ho già avuto modo di spiegare per bene cosa non mi ha mai convinto di DD, ovvero una certa differenza di solidità con il suo predecessore: credibile il cast e il contesto alla base di PK, schizofrenico quello di DD. E questo è un "peccato originale" che molto difficilmente si lava via, perché ha a che vedere con la sospensione d'incredulità del lettore. Artibani cmq è sempre molto bravo a non farlo pesare, e la "sua" Agenzia è davvero una versione 2.0 di quella che conosciamo, un contesto più robusto, che finalmente possiamo prendere sul serio. E per fortuna, dato che a ben vedere Timecrime, almeno nella sua prima parte, è sbilanciato verso DD e sembra quasi che PK e Lyla siano "ospiti". Questo è particolarmente vero se si pensa che i due vengono dritti dritti dal passato, ai tempi della prima serie (dopo Cronaufragio, sembra di capire). Mottura dal canto suo fa un lavoro magistrale, e infonde alla saga uno stile gotico, non risparmiando inquadrature cupe e setting d'impatto come la cattedrale di Notre Duck. Ogni semino piantato da Arti fino a quel momento, dall'Agente Zero a Belgravia, viene amorevolmente coltivato, mostrando rispetto anche alle piantine altrui (vedi l'Abel Connery di Teresa Radice). Insomma, bene così.

    L'unico dubbio rimane la collocazione. Se PKNE ora come ora si concede due uscite l'anno, e quest'anno c'è già Xadhoom di Sisti/Sciarrone in arrivo in autunno, la trama principale non procederà se non nel 2017. Ma a conti fatti lo slot primaverile non risulterà un po' "sprecato" con una storia che - per quanto bella - appartiene alla saga di PK solo per metà?

    @Artibani: ci racconti qualcosa della genesi di questa particolarissima storia? Come è nata l'idea e da quanto tempo bolliva in pentola?
  • @Artibani e Mottura: Avete raccontato una storia stupenda, inserita benissimo nelle continuity di DD e PK. Giusto per fare i puntigliosi della situazione, volevo evidenziare due aspetti grafici:
    - come mai Kay K ha i piedi palmati all'inizio della storia e dopo no? È solo una piccola svista del buon Mottura?
    - a pagina 42 del primo episodio in basso a destra DD ha improvvisamente la mascherina di PK. Si tratta sempre di una svista?
    Grazie in anticipo e perdonate la pignoleria :D
  • Mightypirate: Fra quali numeri di PKNA si colloca il flashback del primo episodio di PkTube?

    Alessandro: Nella mia intenzione subito dopo il numero Zero, per quanto forse avrebbe senso posizionarlo anche un pochino più avanti. Tu dove lo collocavi?
    Un po' più avanti, in teoria dopo il numero 0 succedono già tantissime cose stando allo 0/1 :D


    Il crossover mi sta piacendo, anche se finora tutta la storia pende molto di più dalla parte dell'universo di Doubleduck che quello di Pk.
    E' una buona storia spionistica e anche se avrei voluto vedere più personaggi dell'universo di Pk apprezzo molto come si stia dando una chiusura al ciclo spionistico artibanesco di Doubleduck e a tutta la storyline di Belgravia .
    Aspetto il finale per dare un giudizio completo, nella seconda parte mi auguro di vedere più comparsate dei personaggi pikappici vecchi e soprattutto nuovi (come sta Sergio X?).

    Ho due domande per Artibani
    -Lyla e Uno sembrano interagire senza problemi ai tempi di Cronaufragio... Ma se non ricordo male a quei tempi ancora non si erano conosciuti di persona (accadde in "Le Parti e il tutto"). Abbiamo forse assistito al loro primissimo incontro?

    -Perchè la tempolizia si rivolge alla Lyla del ventesimo secolo anzichè a quella "attuale" per l'emergenza?

    -Perchè Pk, Doubleduck e Kay K non si rivolgono alla Lyla del presente per leggere la memocard?
    Ultima modifica di Mightypirate il giovedì 28 aprile 2016, 14:31, modificato 3 volte in totale.
  • PK/DD - Timecrime è una storia difficile da valutare, ora come ora, avendo in mano solo il primo tempo.
    Il crossover tra le due identità di Paperino è un'idea curiosa e interessante, che grazie alla realtà pikappica dei viaggi nel tempo può funzionare in modo ragionato. È bello vedere questi due aspetti del protagonista a confronto, in un team-up affiatato che non lascia un attimo di respiro al lettore, che in 45 tavole serrate sarà portate a seguire senza volersi fermare l'azione movimentata messa in scena da Francesco Artibani.
    Il lavoro dello sceneggiatore romano è come sempre di alto livello: dialoghi brillanti, grande attenzione per il ritmo narrativo, un gusto per il racconto d'azione mai fine a sé stesso e una grande attenzione per la continuity, anzi stavolta per LE continuity, è il caso di dirlo. Artibani aveva già gettato alcuni semi pikappici, più o meno casuali, nelle due storie che scrisse per DoubleDuck, che qui trovano l'occasione per germogliare in maniera più compiuta. Anche in questa nuova storia ritorna quindi il [spoiler]comun denominatore tra le due serie, la Belgravia[/spoiler], ma anche personaggi legati alla sola serie di Paperino agente segreto come [spoiler]Axel Alpha, ex partner di Kay K creato proprio da Artibani[/spoiler]. L'universo condiviso che ha in mente l'autore non ha mai avuto occasione più eclatante per essere messo nero su bianco.
    Ciò detto, questa prima metà di storie non è esente da qualche pecca: innanzitutto, come già fatto notare da altri, finora la storia risulta sbilanciata, essendoci molto più DD che PK, che sembra più la guest-star della situazione, di lusso ma pur sempre ospite.
    Non mi è poi molto chiaro come mai il Pikappa del passato, quando vede il Paperino del presente, pensa prima prima cosa a un impostore: se mi muovo sulla mia linea temporale, mi immagino di trovare il mio doppio, e questa sarà la mia prima conclusione quando mi trovo davanti un tizio uguale a me.
    Inoltre, perché Lyla si è recata da sola a casa di Kay K? Dov'era Paperinik? E se era appostato da qualche parte, perché non è intervenuto per impedire che Kay ne portasse via il corpo?
    Infine anche la mancata decisione di rivolgersi alla Lyla del presente stona un po', a rigor di logica...
    Resto comunque in trepidante attesa della conclusione: non si tratta di una storia perfetta, e mi ha sollevato qualche perplessità di carattere generale, ma resta un bel leggere. E anche un bel vedere, grazie alle magnifiche tavole di un Paolo Mottura in stato di grazia! L'atmosfera delle tavole di prologo, la cura per i volti dei personaggi, la vignettona di pagina 24 sono solo alcuni esempi dell'arte di questo disegnatore, che qui sfodera al meglio le sue qualità per creare qualcosa di graficamente suggestivo. C'è qualche piccola incongruenza - i piedi di Kay K che da palmati diventano umani, i maialini sul pigiama di Kay K che vengono chiamati orsetti, un Paperino-DD con la mascherina di Pikappa - ma sono piccolezze in confronto alla magnificenza del resto.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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