[Topolino] Annata 2013

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Estate 1991.

    Avevo 7 anni e mezzo, e me ne stavo tranquillo in spiaggia a giocare con secchiello e paletta, quando un vicino di cabina di pari età mi passa davanti bullandosi del Topolino appena acquistato in edicola. Era il n°1857, e come attrattiva conteneva il secondo seme di un mazzo di carte disneyano, che però non destava più di tanto il mio interesse. Però, così come avrebbe fatto Anacleto nell'infinita sfida contro Paperino, questo non mi ferma dall'intimare mia madre di comprarmelo pur di zittire l'odioso bimbetto. La lettura estiva per eccellenza, sino a quel momento per me inedita, fa subito colpo nei miei occhi da fanciullo, tanto che da quel giorno in poi non ne ho MAI perso un numero.

    Complice il disaffezionamento verso il libretto di mio fratello, faccio miei i suoi albi, recupero mano a mano tanti numeri, incomincio a riconoscere il tratto dei disegnatori preferiti, Topomistery focalizza la mia attenzione sul personaggio Mickey Mouse, e mi fa circondare di gadget topolineschi. L'uscita del n°2000, e l'acquisto in doppia copia in edicola, è coincisa più o meno col vero inizio del mio lato collezionistico (Topolino 60 anni insieme è diventato un must), e con l'espansione della passione Disney spintasi oltre il fumetto, che in realtà aveva fatto capolino già sul finire degli anni '80, con le vhs regalatemi da mio padre contenenti i miei primi cortometraggi d'animazione (Symphony Hour mi stregò a tal punto dal registrare su un mangianastri la musica del corto!). Come un po' tutti, ho dovuto spesso vedermela con prese in giro e sberleffi (il mio n°2000 venne brutalmente massacrato dai compagni di scuola :( ), e tutt'ora è una lotta continua all'ultimo pregiudizio, visto che Topolino è e continuerà ad essere un punto fermo della mia vita, e che a lui accomuno tanti ricordi, belli e brutti, tant'è che spesso guardando una copertina la collego ad un determinato giorno/evento...

    Volendo soffermarmi su quelli belli, ricordo per esempio l'attesa spasmodica per i "gadget dell'estate" e le storie ad esso collegate, i complimenti del mio anziano edicolante per l'acquisto dello "Speciale Topolino 2000", che anche lui si era messo da parte per sé, l'ingresso nelle prime community Disney, che mi hanno aperto un mondo, facendomi essere meno solo, e infine una delle prime parole dette dal mio nipotino, che, incredibile a dirsi, coincide con quella della bimba di Teresa: "Pippo". :)

    La passione col tempo è aumentata, restando pressoché immutata sino a oggi, con l'uscita del n°3000, in un periodo di piena rinascita del settimanale, tra innovazione e recupero della tradizione.

    In conclusione... Il destino è destino, però In sostanza devo tutto al caso. A volte mi chiedo che cosa direbbe quel bambino se sapesse quello che ha scatenato... bé... GRAZIE, ovunque tu sia. :)

    (e grazie a Topolino, of course! ... volevo solo essere meno banale :P)

    E ora shhhhh!!! Non disturbatemi.

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  • Andrea-Bramo, mi hai fatto venire i brividi.
    Ecco. :)
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    Non ho un ricordo particolare di quel 27 marzo 1994, giorno in cui vide la luce Topolino 2000. Non avevo neanche sei anni, mancavano pochi mesi a che iniziassi la scuola elementare, ma già sapevo leggere. Mio padre mi comprava spesso Topolino, e mi rivedo con piacere in campagna, seduta vicino al salice, a sfogliare estasiata le pagine colorate del giornaletto.
    Probabilmente non ebbi in mano il 2000, quel giorno. O forse sì, ma non ho niente che me lo possa provare: non ricordo di aver mai avuto lo speciale 2000, e il mio abbonamento prese il via solo qualche mese dopo, per cui a marzo ancora prendevo Topolino in edicola, e non proprio tutte le settimane. Ma, se non con il numero specifico, sono nata - fumettisticamente parlando - proprio nel periodo del Topolino 2000.
    I miei anni d’oro sono gli anni ’90, con il florilegio di autori, cicli e saghe che popolavano in quel periodo il settimanale. Dopo tre anni di abbonamento e un periodo di lontananza forzata, negli ultimi sette anni ho ripreso in mano tutto, ho riscoperto con attenzione gli autori (vecchi e nuovi), ho trovato nuovi stimoli e nuova linfa per quella che è a tutti gli effetti la mia più grande passione.
    Già un anno fa, quando ormai si sentiva nell’aria la vicinanza di questo storico traguardo, mi sentivo entusiasmata all’idea, ma non avrei mai creduto, anche solo fino a una settimana fa, di svegliarmi questa mattina con il pensiero di andare in edicola a comprare Topolino (e con il timore di non trovarlo, oltretutto).

    E così, oggi, mercoledì 22 maggio 2013, la mia copia di Topolino 3000 fa bella mostra di sé nella mia libreria assieme allo storico numero 2000 e agli altri 753 Topolini (più un altro migliaio di albi Disney), a testimonianza di quella che è stata senza dubbio una grande presenza nella mia vita.

    Sulle sue pagine in questi vent’anni ci sono cresciuta:
    ho imparato a leggere, acquisendo un lessico forbito e “un senso della scrittura che di questi tempi è veramente apprezzabile” (a detta del prof. relatore della mia tesi);
    ho scoperto nozioni che spaziano in tutti gli ambiti, dalla letteratura, alla storia, alla scienza;
    ho viaggiato nel tempo e nello spazio, visitando luoghi reali e immaginari in tutti gli universi e dimensioni finora immaginati;
    mi sono identificata in tantissime situazioni e personaggi che ho incontrato;
    mi sono emozionata e commossa non poche volte, nel leggere alcune storie.

    Insomma, mi ci sono formata. È anche grazie a lui che sono quella che sono adesso.

    Sfogliare il numero 3000 è stata una grande emozione! È bastato sfogliarlo distrattamente per fare un viaggio di vent’anni indietro nel tempo.
    E leggerlo non ha fatto altro che confermarmi queste buone impressioni.


    [Ndr: riemergo dal vergognoso lurking, sennò mi sa che rischio seriamente il ban... almeno stando al tono dei commenti in chat. :P :D]
    Che mi sia sognato tutto? No! Era troppo reale! Però, cose come i geni del compleanno e le anfore magiche non esistono! O si? Ma no! Era solo un sogno! Tuttavia... Era un sogno! Ma ho comunque imparato la lezione! GUARDA, MONDO... SONO QUI! - (Paperino e il genio del compleanno)
  • Quando ero un frugoletto ancora privo del dono della parola, i miei genitori mi hanno raccontato che per farmi ridere mi leggevano Topolino.
    Solo le onomatopee, che erano tanto buffe. E io giù a ridere.

    Poi Topolino è stata una lettura costante nella mia infanzia.
    Le centinaia di numeri letti tra sale d'attesa di medici e barbieri, intere giornate trascorse in biblioteca... poi ricordo qualche numero comprato saltuariamente come "premio" dopo visite dal dottore o dal dentisto, oppure in occasioni di viaggi e vacanze, oppure d'estate quando c'era il gadget da costruire (il primo fu il Topobinocolo, anno 1991).
    Poi durante la seconda metà delle elementari e all'inizio delle medie diventò un acquisto regolare, un anno mi pare mi abbonai pure... e gli scaffali si riempivano di costine gialle, che sfogliavo e risfogliavo. Ricordo soprattutto le storie a bivi, Indiana Pipps, il Papero del Mistero vissuto come se fosse LOST facendo ogni settimana ipotesi stra-serie su come sarebbe potuta continuare la telenovela... e ricordo quasi come se fosse ieri l'uscita del numero 2000, e come Valerio di quel fantastico albo speciale uscito in quei giorni. Ci sono due giorni che ricordo distintamente riguardo alle uscite Disney, e sono Topolino n°2000 e PKNA #0.
    Arrivai a scuola di primo mattino con quell'albo mostruosamente grosso tra le mani, recuperato al volo in edicola, letto un paio di volte nello stesso giorno, rimanendo affascinato dal lauto banchetto che erano riusciti a confezionare in occasione della ricorrenza.

    Oggi gli anni sono passati, e non seguo più Topolino con regolarità.
    Grazie al mio essere diventato un Lettore con la L maiuscola (e il merito di avermi iniziato va in buona parte anche al Topo) ho esplorato poi il mondo dei manga, i comics americani, le strip, le graphic novel... e negli ultimi anni mi sono riaffacciato sul mondo Disney. Non con il contenitore settimanale, ma rimango più o meno informato e ho recuperato albi speciali, ristampe di storie meritevoli, collane di allegati ai quotidiani, e tutto quanto pensavo valesse la pena avere.
    Oggi sono andato in edicola e ho comprato il #3000, compiacendomi del fatto di ritrovare un albo cicciotto come il #2000. Volevo leggermelo tutto al Day One, poi l'ho sfogliato rapidamente e mi sono reso conto di quanta roba diversa c'è dentro. E dato che non comprerò il Topo per molto altro tempo, ho deciso di razionarmelo. Una storia al giorno, non di più, me lo voglio godere.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • DeborohWalker ha scritto:...E dato che non comprerò il Topo per molto altro tempo, ...
    Nei numeri 3003 e 3004 ci sarà il "Moby Dick" di Artibani e Mottura.
    Non dico altro ;)
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
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    Ieri nel giorno del 3000 mi è successa una cosa davvero strana.

    Mi sono svegliato con la voglia di correre in edicola. In realtà sapevo che dovevo farlo, ma volevo davvero farlo? Sì, lo volevo, e questa cosa mi ha lasciato di stucco. Perché seguire per più di 20 anni un settimanale come Topolino ti porta ad imbatterti nei fisiologici alti e bassi di una testata che ogni settimana torna in edicola con storie inedite. Che non possono per forza di cose essere sempre capolavori. E in questi 19 anni che mi separano dal 2000 è successo davvero di tutto, ci sono stati momenti in cui, pur acquistandola, ero davvero emotivamente distante dalla testata. Oppure ero distratto da altro. Ci sono state volte in cui i Topi si accumulavano sul comodino, tutti belli impilati. E a volte era colpa mia, che magari pensavo a Pk o a chissà che altro. E a volte era colpa loro, visto che è noto che il Topolino della prima metà dell'epoca Muci subì un calo di target tangibile che allontanò i lettori più grandi. A volte era colpa della ricetta stessa, che per forza di cose non permette di avere nello stesso albo storie di pari livello. Va detto che durante la ripresa di questi ultimi anni sono stato in prima linea nel promuovere il fumetto Disney, e sponsorizzare il Topo ogni volta che al suo interno c'era la storia dell'autorone di turno. Ma anche lì, era il singolo autore a fare l'evento, non tanto il contenitore a venir celebrato. E visto che, per quanto capolavorosa, la fruizione di una storia di 30 tavole rimane comunque qualcosa di rapido, immediato, non stupisce che l'uscita settimanale nel complesso non la percepissi per nulla come un evento. E poteva anche succedere che il Topo lo comprassi non proprio il mercoledì, ma il giovedì, il venerdì, il sabato...o persino il martedì successivo. Insomma, mi piaceva il fumetto Disney, ma non lo amavo.

    Ieri mi sono innamorato.

    Sentire i miei passi farsi sempre più rapidi man mano che mi avvicinavo all'edicola, e infine iniziare letteralmente a correre. Acquistare l'albo con frenesia, chiedendo all'edicolante lo stato delle vendite, andare a controllare se il mio nome nell'albo c'era (e c'era *fiuuu*), e infine correre nuovamente a casa, stravaccarsi sul letto e immergere il naso avidamente tra le pagine. Ero dentro l'evento. E allora si è scoperchiato il vaso di Pandora. Reazione emotiva, chimica, mnemonica, chissà cos'era. Fattostà che mi sono sentito nuovamente come in quel lontano giorno del 1994, in cui tornato a casa da scuola trovai il 2000, presomi dalla nonna e dalla zia. Emozioni che credevo di aver totalmente dimenticato, ed è stato come creare un tunnel temporale, un wormhole, una connessione straordinaria con quell'indimenticabile momento. E' stato come girarne il sequel ufficiale, come se tutti gli altri giorni di questi 20 anni non ci fossero stati, o fossero meno canonici, una parentesi, degli spin-off della mia vita, legati ad altre tematiche. Si ripartiva da lì.

    E poi si inizia. Ecco Faraci col suo Gamba che trolla in fumetteria e il suo Pippo generoso, ecco Artibani che imbastisce il suo piccolo kolossal, ecco Casty che intreccia, stupisce e spaventa, la Radice che racconta sé stessa attraverso i personaggi. Non avevo mai visto la crème de la crème del fumetto Disney riunita tutta nello stesso albo. E' la prima volta. Da soli sono ottimi, ma insieme, messi uno dopo l'altro in un bombardamento qualitativo incessante che non ti dà il tempo di tirare il fiato...bé, la resa è un'altra. E fa un certo effetto.
    E poi devo andare al lavoro e non voglio, e faccio i capricci, e voglio starmene a casa a leggere Topolino. E allora me lo porto con me, mi coccolo l'albo, come non succedeva da anni e anni. E non appena torno a casa si parte con il lato B, che mi accompagnerà tutta la notte, facendomi apprezzare da morire l'umorismo della Ziche, l'allucinata follia nonsense di Gagnor, la reunion bassottesca di Faccini e la dolcissima storia di Enna, che col suo mettere in comunicazione due mondi tanto distanti, riesce a definire alla perfezione quello che ho provato lungo tutta la giornata.

    C'erano anche gli omaggi disegnati, come accadde nel 2000, anche se qui sono disposti in maniera diversa. Mancavano certe rubriche e certi redazionali, ma si capisce bene il motivo. La De Poli ha fatto il colpaccio: con la scusa dei festeggiamenti per il 3000, ha pensato bene di sfruttare il momento di massima visibilità del Topo per realizzare l'albo perfetto, quello che racchiudesse tutto il meglio, per mostrare al mondo di cosa può essere capace il fumetto Disney. Di numeri e storie celebrative in passato ne avevamo avute, e spesso erano celebrazioni di qualità. Ma questa è stata una celebrazione della qualità. Il 2000 per quanto adorabile, aveva molte storie un po' randomiche all'interno, il 2500 era molto più ragionato ma anche molto poco brillante, ma una composizione ragionata E qualitativa a questo livello non si era mai vista nella storia del settimanale.

    Posso quindi affermare con certezza matematica che il numero 3000 oltre che un evento editoriale, è anche il miglior Topolino di sempre, e che costituisce per me un nuovo punto di partenza per incamminarmi nuovamente lungo la strada del fumetto disneyano.
  • Arrivo tardi per dire la mia su questa storica uscita e voi avete praticamente già detto tutto, già il vedere che patrimonio di ricordi ed emozioni ha saputo creare il Topo in questi post che costituiscono solo una parte infinitesimale di quel patrimonio di tutti i lettori che si sono divertiti, commossi sfogliando il giornale prima e il tascabile poi che è nelle edicole italiane dal 1932. La cosa che più mi colpisce è l’atmosfera di Grande Famiglia che si respira tra autori e redazione del Topo. Un rapporto che va oltre la stima e il rispetto reciproci. Finora tutti gli autori che ho incontrato dal vivo hanno mostrato l’entusiasmo di appartenere a questo staff che concentra le proprie forze affinché non ci sia mai un posto vuoto nelle edicole, il mercoledì (si vabbé stanno gli abbonati ed in alcune zone esce prima… non mi state addosso!) Ed è emozionante vedere come due sollazzieri siano entrati a far parte di questa Grande Famiglia.

    C’è Valerio, che con i suoi redazionali (o articoli? Come si dice?) porta la sua competenza, la sua passione, il suo modo di pensare su un canale ufficiale… io mi ricordo ancora eoni fa quando lessi un suo post in cui proponeva che dopo PK2 Paperinik tornasse alla vita da vigilante mascherato tradizionale, e proprio ieri su http://www.topolino.it ha reso questa cosa ufficiale sulla Topopedia.
    E il buon Vito? Io ora ho a casa un “Topolino” in cui c’è il suo Manifesto Programmatico di sceneggiatore! Conoscendo la sua passione mi aspetto grandi cose dalle sue storie. E c’è anche un suo messaggio sul “Topolino” 3000!
    Visto che si parla di Vito c’è una cosa su questo Topo che ha contribuito ad aumentare il mio brodo di giuggiole, chissà se anche il nostro neosceneggiatore ci ha fatto caso:
    sul numero 1 di “Topolino” libretto c’era la prima parte di “Paperino e il segreto del vecchio castello”, la prima caccia al tesoro di Zio Paperone e nel numero 3000 c’è “Zio Paperone e il tiranno dei mari”, quella che (per ora) è l’ultima caccia al tesoro!

    Ed io personalmente cosa devo a “Topolino”?
    Tante cose, di cui la più importante, anche se sembra ovvio dirlo, è la passione per il fumetto, che è nata proprio sul settimanale dalla costina gialla per poi spingersi numerosissimi altri lidi con una voracità inusitata (aggettivo molto caro ad uno dei più grandi Autori di sempre). Dopo sono seguiti fumetti supereroistici (e il primo è stato PKNA), fumetti italiani, manga, graphic novel, fumetti franco-belga… un parco di letture molto eterogeneo, ma il Primo Amore resterà sempre il Fumetto Disney.

    Che altro dire?

    Grazie “Topolino”.

    Grazie a tutti gli autori, direttori, redattori, letteristi, coloristi, inchiostratori, grafici, distributori (mi dispiace, rubo un po’ ad Artibani per essere sicuro di ringraziare tutti).

    Grazie ai personaggi a cui, per la profondità e personalità che hanno donato loro gli autori, è difficile non pensare come a dei vecchi amici.

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  • Accidenti, è davvero incredibile. Il numero 3000 di Topolino, cosi, tutto d'un tratto. Un numero doppio, approfondito, curato con amore, qualitativamente altissimo, emozioanante, malinconico, eterno sicuramente. Ecco, quello che questo numero mostra è che Topolino mostra una longevità assurda, incredibile e meravigliosa. Non so quali siano le ragioni di questa durata, e tutti noi abbiamo le nostre valide ragioni. Ma sicuramente mi fanno riflettere.

    Nel 1994 non ero ancora abbonato, ma mia madre comprava Topolino ogni settimana. Cosi fu per il 2000, tornando da scuola, già in macchina a sfogliarlo. Ed è stato sicuramente un numero molto vissuto. Poi col topo sono stato a lungo abbonato, mi sono appassionato di Grandi Parodie e di Zio paperone, di Pkna a fasi alterne, e poi di tanto altro ancora extra-disney. Topolino mi ha insegnato a leggere, mi ha dato tanto, e io l'ho abbandonato nel 2005, poco dopo il discutibile 2500. Che traditore. Un'esperienza come tante, come si vede più sopra. Ed è tutto un crogiuolo di emozioni che mi rendono difficili buttare giù un penisero sensato, passioni cosi forti da confonderti.

    Adesso mi piacerebbe ricominciare, ma lontano dall'Italia è un po' difficile (anche a livello di spazi). Ma Topolino resta unico, ed è in queste occasioni che ci accorgiamo quanto sia importante e quanto ci dona ogni settimana quella banda di personaggi inimitabili, veri umani arricchiti dalla tradizione italiana. Non sono solo storielle, bensi veri affreschi della psicologia umana.

    Un patrimonio da esaltare e da proteggere, in tanti modi diversi.

    Bravo amico mio, hai compiuto un traguardo importante. Spero di poterne vedere altri nel futuro. Per intanto, il mio umile ringraziamento è davvero poco rispetto al tanto che Voi tutti mi avete donato. Grazie.
  • Valerio ha scritto:La De Poli ha fatto il colpaccio: con la scusa dei festeggiamenti per il 3000, ha pensato bene di sfruttare il momento di massima visibilità del Topo per realizzare l'albo perfetto, quello che racchiudesse tutto il meglio, per mostrare al mondo di cosa può essere capace il fumetto Disney. Di numeri e storie celebrative in passato ne avevamo avute, e spesso erano celebrazioni di qualità. Ma questa è stata una celebrazione della qualità. Il 2000 per quanto adorabile, aveva molte storie un po' randomiche all'interno, il 2500 era molto più ragionato ma anche molto poco brillante, ma una composizione ragionata E qualitativa a questo livello non si era mai vista nella storia del settimanale.

    Posso quindi affermare con certezza matematica che il numero 3000 oltre che un evento editoriale, è anche il miglior Topolino di sempre

    Migliore? Difficile dirlo, di sicuro se non lo è poco ci manca. Non posso che ribadire questi tuoi elogi, tanto sull'operazione complessiva quanto sulla qualità delle singole storie che hanno tutte, in diversa misura, qualcosa da offrire, un quid caratteristico oltre il pretesto celebrativo. A tal proposito sono stato colpito particolarmente da Radice ed Artibani, ma va detto che in generale tutti gli autori hanno fatto un buon lavoro, sono rimasto favorevolmente colpito anche da quelli che solitamente non apprezzo o di cui non amo certi ingredienti tipici. Si sono saputi ben equilibrare i pochi difetti agli svariati pregi e direi che, oltre il lato meramente artistico o anche solo tecnico, è questo ad aver fatto la differenza in questo numero 3000: dimostrare come il fumetto Disney non solo abbia ancora qualcosa da dire, ma anche che questo "qualcosa" possa essere un campo indefinitivamente ricco di territori inesplorati.
  • Insomma, ne si può dedurre che forse Franz si sbagliava. :P
  • Non che ci fosse bisogno del 3000 per capirlo :P
  • Con un po' di vergogna, devo ammettere che io sono quella che legge Topolino da meno tempo, qui dentro. C'è stato ovviamente un periodo, quando ero piccola, in cui con mio fratello non ci perdevamo un numero (per la cronaca, io lo leggevo e lui collezionava i gadget. -_- ), e la nostra collezione cresceva giorno dopo giorno. Poi però è arrivato quel periodo dell'adolescenza in cui decidi che sono tutte stupidaggini (ahimé), e il povero Topo è stato messo da parte. L'ho ripescato solo ora che ho 18 anni, e forse per questo sto cercando di recuperare a grandi passi il tempo perso.

    Mi sono trovata davanti a una storia d'amore.
    Tra il lettore e i personaggi, tra gli autori e i personaggi, tra i personaggi stessi. E' impossibile non amare il Topo. Quando ho ripreso a comprarlo, a leggerlo, a collezionarlo...mi sono sentita a casa. Sono personaggi capaci di entrarti nel cuore all'istante, e sono personaggi capaci di unire. Questo significa avere una passione, e, beh, questa è la mia.
    La mia community Facebook, Impero Disney, questa settimana ha celebrato l'uscita di Topolino 3000 con una grandissima festa che durerà fino a domenica. E ne ho avuto la prova, l'ho visto nei commenti, nei like, nella gioia con cui tutti hanno partecipato, ho visto l'affetto e l'amore che tutti provano per questi personaggi e queste storie, e lo spirito con cui si è pronti a condividerlo con chi ha le stesse passioni. Ho visto l'impegno con cui i miei "colleghi" di Impero hanno lavorato per celebrare degnamente l'evento. Gli sms mercoledì mattina tra di noi, con la gara a chi lo compra prima degli altri. :P I commenti alle storie tutti insieme (- che dobbiamo ancora finire, btw). I sorrisi sui volti di tutti i fan che ci hanno mandato, orgogliosi, la foto della loro copia. E, last but not least, nonostante la mole di lavoro, mi sono divertita da morire.

    E tutto questo è un grande merito che non bisogna dare per scontato.

    Buon 3000 :3
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • PORTAMANTELLO ha scritto: Migliore? Difficile dirlo, di sicuro se non lo è poco ci manca. Non posso che ribadire questi tuoi elogi, tanto sull'operazione complessiva quanto sulla qualità delle singole storie che hanno tutte, in diversa misura, qualcosa da offrire, un quid caratteristico oltre il pretesto celebrativo. A tal proposito sono stato colpito particolarmente da Radice ed Artibani, ma va detto che in generale tutti gli autori hanno fatto un buon lavoro, sono rimasto favorevolmente colpito anche da quelli che solitamente non apprezzo o di cui non amo certi ingredienti tipici. Si sono saputi ben equilibrare i pochi difetti agli svariati pregi e direi che, oltre il lato meramente artistico o anche solo tecnico, è questo ad aver fatto la differenza in questo numero 3000: dimostrare come il fumetto Disney non solo abbia ancora qualcosa da dire, ma anche che questo "qualcosa" possa essere un campo indefinitivamente ricco di territori inesplorati.
    Quoto, difficile dirlo. Il mio numero preferito di sempre rimane tuttora il #2243, seguito dal #2264. Il #3000 è comunque lì a ridosso, assieme al #2000 e ai tanti cui sono affezionato. Sicuramente il #3000 è il migliore da un certo di vista, è il migliore oggi, un concentrato di qualità e di materiale BELLO, per un motivo o per l'altro, per forma o per contenuti o per entrambe le cose. Personalmente Faraci e Cavazzano mi hanno... sconquassato, o qualcosa del genere, le ultime storie di Tito mi stanno mandando in visibilio come ai vecchi tempi. Se Il colpo da 3000 fosse stata collocata alla fine del numero probabilmente sarei morto. E poi Gagnor/Sciarrone, quanto mi piace questo duo, che mi fa sorridere, pensare e commuovere allo stesso tempo. E il buon, vecchio Michelini, di cui non si parla mai, ma del quale ricordo con affetto e piacere parecchie storie, compresa quest'ultima, la vera celebrazione dell'evento. Casty, che spavento, Radice e Turconi, che aria di casa, Faccini, che lollate mi avete fatto provare. Tutto il numero è comunque bellissimo, compresi Ciccio e Gastone, dai. E' il numero migliore di sempre? Non so, a Macchetto, Pastrovicchio e De Vita avrei dato ben più spazio. E quello che provai con il #2243 e con il #2264 rimane per ora unico (per me). Ma se non è il migliore è comunque lì a ridosso, assieme al #2000 e ai tanti cui sono affezionato. Il ché significa che al #3000 appena uscito sono già affezionato. E' una gran cosa.
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    Ottimo lavoro.
  • Arrivo qui partendo da una mail dell'amico Valerio. Leggo i vostri messaggi e mi commuovo. Sì, mi commuovo.
    Mi fate capire che ne vale la pena.
    Se mi avessero detto, tanti anni fa, che avrei sceneggiato una storia per il numero 3000 di Topolino, non ci avrei creduto.
    Se poi mi avessero detto che sarebbe stata disegnata da Giorgio Cavazzano...
    C'è sempre il rischio che questo strano lavoro si trasformi, appunto, solo in un lavoro. Ma non quando scrivo per Topolino. Perché è, e sempre sarà, anche una questione di amore.
    Un abbraccio a tutti.
    Scusatemi se questo messaggio non è un granché, ma, che ci crediate o no, be', sono un po' emozionato.

    Tito Faraci
  • Grazie a te Tito e del tuo lavoro, che riesci sempre a stupirci con le tue storie e che nel fumetto italiano ci sono capaci e umili come te!
  • Sembra un Topolino fatto apposta per quelli come me, la cui strada, a un certo punto, si è separata da quella del settimanale. Per me è avvenuto circa dieci anni fa, con il numero 2500.

    Ogni tanto sono tornato all'appuntamento del mercoledì, ma senza regolarità, solo in occasione di qualche "evento". Ma nessuno di quei numeri riuscì a farmi tornare la voglia di riprendere la "tradizione" interrotta.

    Poi arriva questo 3000, e mi mette al tappeto. Il tempo sembra essersi fermato. Quanti colpi "bassi": Codino in copertina, le "mani" dei grandi disegnatori che riconosco sin dai tempi delle elementari, all'opera tra omaggi spettacolari e storie zuppe di nostalgia, la Cometa Beta (!!!!!!!!!!)...

    Colpito e affondato. Vi sono grato.
  • .
    Ultima modifica di Mason il martedì 06 maggio 2014, 19:16, modificato 1 volta in totale.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Contagiato anche dai commenti che mi hanno preceduto, non posso esimermi non farmi trascinare dal "Fiume del Tempo" dei ricordi che riguarda il mio rapporto con Topolino.

    Il rapporto con il Topo iniziò presto: avevo compiuto i 6 anni da qualche mese, avevo da poco superato la “primina” dopo aver frequentato per circa un mese e mezzo la classe con la quel mi sarei poi ritrovato in seconda elementare, l’estate era iniziata da poche settimane. Ricordo perfettamente quel giorno in cui mi padre mi portò con se in edicola appositamente per comprare quello che sarebbe stato poi il mio "Numero Uno": il # 1702, cioè il "Topolino più che mai!", il primo pubblicato direttamente dalla Walt Disney e non più dalla Mondadori.
    All'epoca ero ancora piccino, ma capivo benissimo che nonostante quello non fosse il primo numero di Topolino pubblicato, rappresentasse una sorta di un "Nuovo Inizio", e che si trattasse di un vero e proprio Evento (debitamente enfatizzato all'interno dello stesso settimanale, e sponsorizzato anche in tv). Quel numero lo divorai, e negli anni mi ritrovai a leggerlo più volte, al punto che le prime pagine contenenti il sommario si staccarono e andarono perdute. Adoravo in particolare la storia d'apertura (che poi fu la prima storia a disneyana e a fumetti da me mai letta) illustrata da quel disegnatore che per diverso tempo non avrei saputo chi fosse ma che fin da subito fu tra i miei preferiti: Massimo De Vita.
    Prima di allora conoscevo già i personaggi Disney da i corti visti in tv, ma fu con quel primo numero che iniziò la mia avventura con la Banda Disney, fu con quel primo numero che scoprii il fumetto. E in entrambi i casi fu amore a prima vista.

    Iniziò così il mio rapporto con il Topo, del quale all'inizio leggevo praticamente solo le storie a fumetti, saltando a piè pari le rubriche (che avrei poi letto con piacere da un certo momento in poi). Poi arrivò la scoperta dei mensili, i Classici e i Grandi Classici prima di tutto, che non acquistai mai con regolarità, ma grazie ai quali iniziai a conoscere tante belle storie degli anni precedenti.
    Arrivò poi la scoperta di fumetti extra-Disney, i Tex appartenuti un tempo ai miei zii (con i quali feci il mio esordio nel mondo dei Bonelli) e soprattutto il Giornalino, che acquistai per diversi anni, e grazie ebbi modo di leggere tante belle storie a fumetti italiani come Pinky, Larry Yuma, le riduzioni a fumetti di classici della letteratura, ma anche "bande dessinée" come Asterix e Lucky Luke. In particolare quello Topolino-Il Giornalino fu per me un binomio inscindibile per tanti anni, al punto che nei fumetti che iniziai a crearmi, introducevo personaggi di entrambi i settimanali. E quale stupore ed esalto quando realizzai che quel Giorgio Cavazzano disegnatore di Timoty Titan era lo stesso Giorgio Cavazzano che tanto apprezzavo sulle pagine del Topo! (mentre a sceneggiarlo era un altro disneyano, François Corteggiani, ma di quello mi accorsi in un secondo tempo)

    Arrivò poi il momento del primo abbonamento. Ricordo ancora lo stupore quando mi arrivò una lettera direttamente dalla Walt Disney Italia; al suo interno in particolare c'era un foglio in comparivano alcuni personaggi Disney che da dietro una staccionata m'invitavano ad entrare a far parte della Banda. Non potei resistere, e da quel momento iniziò un abbonamento rinnovato per tanti anni. Quella lettera però la conservai, e ogni tanto la riportavo fuori per rimirarmi quell'invito della Banda Disney ad abbonarmi, ad entrare ad esser parte di loro. Erano stati loro a cercarmi, e mi sembrava una cosa straordianria.
    Il primo numero dell'abbonamento fu il # 1859, il primo del Topobinocolo; appena lo aprii mi resi subito conto che c'era qualcosa di diverso, di nuovo. La carta. La carta non era la solita carta patinata (che anni prima sostituì la "carta ruvida"), era diversa, più piacevole al tatto. Guardai il sommario, tra le rubriche c'era un servizio sul "Nuovo Topolino"; si parlava del fatto che da quel numero in poi la carta sarebbe stata rispettosa dell'ambiente, in quanto prodotta con procedimenti meno inquinanti, e la cosa la apprezzai tantissimo visto che l'argomento ecologico era fin da allora per me importante (e lo era proprio grazie al Topo). Ancora una volta, un "Nuovo Inzio", che avvenne proprio con il mio primo numero da abbonato.

    Esser diventato abbonato del Topo non mi tenne però lontano dall'edicola, anzi iniziai a bazzicarla più spesso per tutte le altre pubblicazioni disenyane extra-topo. Ci fu la scoperta di Topomistery (dal # 5), grazie al quale potei conoscere tante belle storie poliziesche con protagonista il nostro amato Mickey, e contemporaneamente l'acquisto de "L'Economia di Zio Paperone", allegato de Il Sole 24 Ore che, grazie a storie inedite e articoli, introduceva i ragazzi, e non solo, ai temi dell'economia, e del quale mi persi solamente pochi numeri delle cinque serie che poi uscirono in varie annate.
    In quegli anni, mi balenò l'idea di arrivare a collezionare così tanti fumetti dal potermi costruire un deposito come quello di Paperone, da erigere sopra una collina, per poi poter sguazzare tra gli albi come un pesce baleno. Ovviamente non arrivai, e non arrivo tuttora, a collezionare così tanti fumetti da giustificare, ammesso di averne la possibilità, la costruzione di un deposito; mio padre però mi costruì un forziere, nel quale riposi tutti i fumetti vari acquistati fino a quando non si riempì completamente e dovetti passare ad altre soluzioni.

    Tra un Mega 2000 di quà, e un Classici di là, continuando sempre l'acquisto di Topomistery, irruppe ad un certo punto nelle edicole Paperinik e Altri Supereroi. Essendo il papero mascherato uno dei miei personaggi preferiti da sempre, non potei che acquistare i primi albi, grazie ai quali potei quindi conoscere gli esordi del personaggio, e come passò dall'essere il Diabolico Vendicatore dei torti subiti da Paperino a supereroe di Paperopoli. A quel punto la proposta di Bi-Abbonamento a Paperinik e Topomistery presente in quei primi numeri non potei non prenderla in considerazione. Ne parlai con mia sorella, più piccola di me di qualche anno, e ci accordammo: avremo stipulato un abbonamento a suo nome, lei avrebbe letto per prima i Topomistery, io i Paperinik (anche se poi mi sa che finiva sempre che li leggessi sempre io per primo). Con quell'abbonamento ci arrivò in regalo anche un kit da supereroe, compreso di marsupio, torcia, e tessera di "Agente PK", acronimo che non avevo mai letto prima associato a Paperinik, e che sarebbe stato ripreso qualche anno dopo per una famosa e mitica serie...

    Arrivò il tempo del # 2000, preceduto dalla storia della coppia Panaro-Scarpa "Chi ha rubato Topolino 2000?", della quale ricopia la splash page per un concorso a fumetti organizzato dalla biblioteca comunale quando frequentavo alle medie (e anche se protagonisti della storia non erano i personaggi disneyani, io quel Paperone lì che lo misi ugualmente in apertura). Allora si era nel 1994 internet era nato da poco ma era ben lungi dall'essere "di massa". Niente social network, né blog, né forum, né siti che proponessero speciali o interviste agli autori. Quando il # 2000 arrivò a casa, quindi, la sorpresa fu assoluta: un numero doppio, con una copertina fantastica di Cavazzano, pieno zeppo di storie e omaggi a tema 2000. Una pietra miliare, un numero che mi rimase nel cuore, con quel gadget della copertina tridimensionale sulla quale scrivere il proprio nome che, benché con la plastica usurata dal tempo, conservo gelosamente ancora oggi.

    Negli anni a seguire poi arrivarono tante belle novità: PKNA prima, e il gemello MMMM poi, che proposero un nuovo modo d'intendere il fumetto disney, più dinamiche, attuale, con grandi storie appassionanti e moderne, ma con i protagonisti di sempre: Paperino/nik e Topolino. Con PKNA fu subito amore (e MMMM lo abbandonai, per poi recuperarlo, e apprezzarlo tantissimo, in seguito), al punto che lo seguii anche per tutta la cosdietta terza serie, pur non apprezzandola particolarmente. E fu l'appassionarmi a PKNA e al fumetto disney di nuova generazione che mi portò, con l'avvento in casa di una connessione internet permanente, alla scoperta dei siti delle community a lui dedicate, fino all'avvento de La Tana del Sollazzo.

    In quegli anni, lo ammetto, il rapporto con il Topo ad un certo punto si raffreddò. Preso più da PKNA, iniziai a non leggerlo con particolare interesse, sino al punto in cui, non essendo tanti i soldi all'epoca a disposizione, smisi di rinnovare l'abbonamento. Iniziò quindi un periodo in cui seguii tutto il Disney di nuova generazione, ma in cui snobbai il Topo, che acquistavo solo saltuariamente. Poi ad un certo punto iniziai a riacquistarlo con più frequenza; vuoi perché ad un certo punto di Disney di nuova generazione ne rimase davvero poco, vuoi perché incominciai a ritrovare di nuovo storie che mi appassionavano e coinvolgevano, ad un certo ripresi ad acquistarlo puntualmente. Nel contempo, seguii opere importanti come La Grande Dinastia dei Paperi e gli Anni d'Oro di Topolino.
    Ad un certo punto ridivenni nuovamente abbonato, grazie ad una bellissima e inaspettata sorpresa che mi fece la mia fidanzata; abbonamento che rinnovai per due volte, ma che poi interruppi nuovamente. Non per le storie, anzi, ma perché tra lavoro e il poco tempo a disposizione mi ritrovavo con cataste di albi da leggere, e allora decisi di preferire un acquisto saltuario, quando magari ci sarebbero state storie particolarmente belle e importanti. Solo che negli ultimi tempi i numeri imperdibili sono diventati tanti, al punto che l'acquisto non è stato quasi più saltuario. Fino ad oggi, in cui mi ritrovo nuovamente abbonato con un mini-abbonamento proposto dalla Disney in occasione del # 3000.

    Ed eccoci qua, al # 3000. Guardo l'albo, che più che un albo o un giornaletto, è un vero e proprio volume. Con quella cover disegnata da Andrea Freccero multi-personaggio che ogni volta che la guardo mi trasmette un'allegria incredibile. Il # 3000, con queste storie fantastiche, scritte con il cuore, veramente con il cuore, questa volta più che mai, con tanto amore e rispetto verso i personaggi Disney e il nostro settimanale preferito. Il # 3000 con gli omaggi degli autori, i "tweet", e, fuori dal settimanale, il tributo che siti e blog specializzati, ma anche la stampa generalista gli hanno tributato.

    E allora a me sale spontaneo dal cuore un GRAZIE. Grazie a questi personaggi straordinari, che da 3000 albi accompagnano tanti italiani (ma non solo), in tante fasi della loro vita, divertendoli, emozionandoli, commuovendoli, facendo loro compagnia e calore anche in momenti tristi e bui. E grazie a chi ha rende possibile tutto questo da 3000 albi, a chi lavora di cuore, fantasia e ingegno per realizzare questa magia: gli autori, i redattori, i disegnatori, i grafici, i direttori, passati e presenti; è grazie alla vostra passione, dedizione, anche ai vostri errori se tutto questo è stato possibile, e se ci troviamo ora a festeggiare il #3000 proiettati verso il futuro.

    Non so se avrò mai figli, ma so che così sarò non avranno bisogno di scoprire il fumetto Disney perché lo troveranno in casa da sempre, magari leggendolo attraverso un tablet. Verrà allora un momento in cui gli accompagnerò in edicola per avere il loro primo albo, il loro "Numero Uno".
    Ma questo è un possibile futuro remoto, mentre ce n'è uno prossimo ormai certo. Poche ore, e arriverà il # 3001. E dopo questo # 3000 speciale, specialissimo, non potrà che essere un "Nuovo Inizio".


    Nota: questo post iniziai a scriverlo una settimana fa, ma per erroneamente non lo salvai nelle bozze prima della chiusura del browser. Iniziai a scriverlo una seconda volta qualche giorno dopo, e in quell'occasione si bloccò totalmente il computer. Per impegni vari non son riuscito a scriverlo nuovamente che oggi. La terza è andata a buon fine. Il che forse ha pure senso, trattandosi del #3000.
  • Ho atteso a lungo per celebrare questo numero.
    Nel frattempo è una settimana che l’ho letto, riletto, sfogliato, coccolato… ne ho dato una breve visione d’insieme nella mia recensione per Lo Spazio Bianco e ho portato a termine lo specialone tentacolare dedicato a Topolino, ho fatto i complimenti agli autori e l’ho fatto leggere a mia mamma.
    Ora sono qui, dopo che in questi lidi e altrove si è già detto tutto tra commenti, post, notifiche e quant’altro. Non credo di aver molto da aggiungere, e condivido l’idea che non sia molto utile commentare storia per storia tutte le 14 perle che compongo la parte a fumetti di questo storico numero.
    Sulla parte fumettata tutto quel che c'è da dire è che la giusta operazione è stata quella di raggruppare tutti i migliori autori attualmente in forza sul settimanale, e alcuni di quelli "storici", facendo loro produrre una storia che potesse o celebrare il traguardo o essere rappresentativa del loro stile o essere iconica per un certo trend di avventure topolinesche. E così ecco l'inossidabile coppia Faraci/Cavazzano che ci regala una storia emozionate su come la passione per il fumetto possa essere importante nella vita di qualcuno, Artibani presta il fianco ad un'ottima storia avventurosa con Paperone alla ricerca di un "tesoro", in cui l'ironia dell'autore romano resta ben presente, e i coniugi Radice/Turconi sfornano un'eccezionale storia, decisamente lodevole tanto per i testi quanto per i disegni, in cui lo stile dolce e delicato a cui i due autori ci hanno abituato negli ultimi anni esplode in tutto il suo fascino.
    Ma poi abbiamo altre "bombe", tra cui è obbligatorio ricordare la storia di Gagnor, magnificamente disegnata dal Claudione nazionale e colorata ottimamente da Elisa, dove bastano poche tavole per emozionare e riflettere sul potere dei ricordi in un mondo che divora giorni e passato.
    Casty riesce nell'impresa di raccontare benissimo un thriller psicologico alla Chrisopher Nolan in un numero di tavole non certo ampio per questo tipo di narrazione, Bruno Enna prende ancora una volta per mano il "suo" Paperino Paperotto e scrive nuove pagine poetiche e da brividi, alla luce delle ultime tavole, Carlo Panaro ritrova la verve degli anni ruggenti e riesce ad imprimere ad un soggetto che più classico non si può un quid che intrattiene, anche grazie ai disegni di un Gervasio in formissima.
    Spiace per le brevissime di Macchetto/Pastrovicchio e Sarda/De Vita (quest'ultima, comunque, importante per quello che rappresenta), e spiace per la storia di Michelini, non del tutto riuscita, o per quella evitabile di Ciccio. Ma sono piccolissimi nei in un menù assolutamente irresistibile e che rendono questo numero una sorta di "super-Topolino", il meglio del meglio di chi scrive e disegna per la testata.

    Ma poi la fanno da padrone anche gli omaggi dei disegnatori (che, a parte pochi casi specifici, non ho visto così sacrificati) e i tweet di sceneggiatori, vip e lettori comuni, che al netto di una certa ripetitività di fondo nei concetti espressi fanno toccare con mano quanto amore c'è verso il "Topo" anche da parte di insospettabili, il che contribuisce comunque a dare un'aura di rispetto verso questo prodotto, ad annoverarlo come prodotto sì rivolto a ragazzini, ma curato e realizzato in modo da essere apprezzato anche dagli adulti come una lettura intelligente e arricchente. Le storie di questo 3000, del resto, lo testimoniano perfettamente.

    Ma quello che raccolgo maggiormente, alla fine, sono le emozioni. Troppo piccolo ai tempi del 2000, e già con un principio di disinteresse col 2500, non mi entusiasmai a dovere con l'uscita di quei numeri. Il 3000 sapevo che sarebbe stato un evento, e mi ci ero preparato, ma ritrovarmi a commuovermi di fronte a certe cose mi ha fatto capire ancora una volta quanto questo fumetto e questa realtà siano dentro di me.
    Perché vedere Gagnor, Vitaliano e la famiglia Sciarrone ritratti nella storia di Archimede, riconoscere Turconi e la figlia caricaturati nella storia dei BigTurks, vedere Elisa come colorista nei credits della storia di Gagnor, vedere Cavazzano disegnare solo a matita, vedere tra i messaggi degli autori quello di un "certo" Vito Stabile, correre al colophon del numero e vedere il nome di Valerio Paccagnella, potendo solo immaginare la grande soddisfazione che i due provano a vedere il loro nome stampato su un numero di questo tipo. Ogni sfogliata, ogni strizzatina d'occhio, ogni gomitata d'intesa che questi autori, amici, persone degne di stima facevano tra una vignetta e l'altra, tra una pagina e l'altra, era per me un coinvolgimento emozionale incredibile e inaspettato, e penso che sia la cosa che ricorderò più a lungo di questo Topolino 3000 :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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