[Topolino] Annata 2013

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Mason ha scritto:ma dare la colpa al romanzo non ha senso
    Lol? Infatti sto dando la "colpa" ad Artibani.

    devi riportare lo spirito del libro, mica metterti a corregerlo, e quello è un romanzo episodico.
    Appunto, lo spirito, non la struttura. Soprattutto se questa struttura sballa quella della parodia.
  • FaGian ha scritto:Inoltre, il fatto che sia possibile leggere un testo come questo
    secnodo un pfrosseore dlel' Unviesrità di cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l'uinca csoa imnorptate è che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato può serbmare mloto cnofuso e noonstatne ttuto si può legerge sezna mloti prleobmi. Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi letetra una ad una, ma la paolra nel suo isineme. cuorsio, no?
    slauti.
    non significa che il testo sia scritto giusto
    A parte che l'esempio è assurdone, è anche sbagliato.

    Il fatto che quel testo sia leggibile, significa, beh..., che è leggibile. Tu stai dicendo che i disegni di Mottura non lo siano.

    Se una cosa è leggibile pur non rispettando i canoni che piacciono a te, non vedo perché attaccarla.
    Lorenzo Breda
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  • Noto una discussione agguerrita su questa storia di Moby Dick :D . Devo dire la verità a me non è dispiaciuta anche se ho preferito la prima parte xd.La seconda parte, come avete accennato voi, è un po' troppo rapida forse era il caso suddividere la storia in tre pezzi??
    Trallalah era scontata avevo capito dall'inizio che era Amelia.
    Per quanto riguarda i disegni invece a me Mottura piace molto ma è comprensibile che possa non essere apprezzato, ha un tratto molto particolare.
    Per esempio io da bambina lessi delle sue storie su Pk mi pare fosse una storia di Ulk ma ora non ricordo il titolo e li trovavo veramente orrendi!Ora invece lo ho molto rivalutatoxd.
    Cmq posso ben dire che i disegni di questa storia sono maggiormente adatti a un albo spillato più grandi avrebbero reso decisamente di piùi e i colori si sarebbero potuti apprezzare in tutte le loro sfumature.
    Concludo dicendo che non sono una assidua lettrice di topolino e ho comprato questi due numeri solo per questa storia e ben direi che se la Disney riproponesse storie e disegni di questo calibro ogni numero ritornerei la lettrice affezionata di un tempo :P
  • Alita ha scritto:Noto una discussione agguerrita su questa storia di Moby Dick :D . Devo dire la verità a me non è dispiaciuta anche se ho preferito la prima parte xd.La seconda parte, come avete accennato voi, è un po' troppo rapida forse era il caso suddividere la storia in tre pezzi??
    Trallalah era scontata avevo capito dall'inizio che era Amelia.
    Per quanto riguarda i disegni invece a me Mottura piace molto ma è comprensibile che possa non essere apprezzato, ha un tratto molto particolare.
    Per esempio io da bambina lessi delle sue storie su Pk mi pare fosse una storia di Ulk ma ora non ricordo il titolo e li trovavo veramente orrendi!Ora invece lo ho molto rivalutatoxd.
    Cmq posso ben dire che i disegni di questa storia sono maggiormente adatti a un albo spillato più grandi avrebbero reso decisamente di piùi e i colori si sarebbero potuti apprezzare in tutte le loro sfumature.
    Concludo dicendo che non sono una assidua lettrice di topolino e ho comprato questi due numeri solo per questa storia e ben direi che se la Disney riproponesse storie e disegni di questo calibro ogni numero ritornerei la lettrice affezionata di un tempo :P
    Felice di leggere qualcuna con un po' di buonsenso :)

    Ora però, sarebbe meglio che ti presentassi, c'è una sezione fatta apposta.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • FaGian ha scritto: Conosco gente che osanna "Episode G" e ha la faccia tosta di dire che è disegnato bene, vedi un po' te quanto mi fido del giudizio altrui
    E allora? Io so dell'esistenza di gente a cui piacciono i cinepanettoni, e so che c'è in giro un fottìo di persone che reputa Akira un capolavorone. E' ovvio che dire che "è bello ciò che piace" è alquanto riduttivo, perché c'è un sacco di roba bellissima che non piace e viceversa, ma di sicuro possiamo affermare che "è ben riuscito ciò che è efficace". E presso molti di noi questo fumetto lo è stato.

    E poi c'è pubblico e pubblico. Sia qui che sul Papersera hai trovato persone entusiaste dei disegni di Mottura, tra cui anche addetti ai lavori, lettori di lungo corso, gente competente, e gente generalmente di buon gusto, o con "formazione fumettistica" neanche troppo dissimile dalla tua. Non me la bevo mica che tu sei l'unico ad averci visto giusto, in un mare di ciechi. Quindi fatti due conti.
  • No, sono uno che non si ferma alla sensazione superficiale comunicata da un prodotto, che è la vera maledizione di questi tempi.

    Il fatto che ci sia gente che non si chiede come mai riesca a leggere un testo scompaginato, così come riesca a decodificare delle vignette confuse, non significa che il testo sia scritto correttamente, nè che le vignette siano fatte bene, solo che l'autore di entrambe ha avuto culo a trovare lettori che non distinguono "un belìn da una brancaa de tappi" [antico proverbio genovese]
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Considerati i numeri, non parlerei di aver avuto culo.
    Lorenzo Breda
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  • LBreda ha scritto:Considerati i numeri, non parlerei di aver avuto culo.
    Come lo chiami quello dei Vanzina?
    Quello di Berlusconi?
    Quello di Michael Bay?

    No, non è "professionalità".
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  • Con un’altra strepitosa copertina, sul n. 3004 si chiude Moby Dick.
    Leggendo qua e altrove, ho notato come questa seconda parte della storia firmata da Artibani, Mottura e Andolfo ha convinto meno la maggioranza dei lettori, scottati da una velocità degli eventi, da un colpo di scena banale e da altre soluzioni considerate non idonee.
    Non è questo il mio caso: sarà che prima ancora di leggere la prima parte mi ero imbattuto in un articolo che diceva chiaramente chi si celava sotto le vesti di Trallallà, e quindi me l’ero già messa via come cosa assodata fin dal principio. Ma non solo: leggendo l’episodio della settimana scorsa, era chiaro dalla scarsità di avvenimenti e dalla tranquillità narrativa che si respirava – tutto atto a introdurre i personaggi, le motivazioni, la missione del protagonista e l’ambientazione – che questa seconda parte avrebbe dovuto essere, di contro, un turbinio di avvenimenti, ma sempre con quella trentina di tavole a disposizione. Qualcuno invocava la necessità di avere una terza parte per rendere più armonica la scansione degli eventi, ed effettivamente non sarebbe stato male, anche secondo me la storia ne avrebbe giovato. Resta il fatto, però, che anche così stiamo parlando di un’opera magistrale sotto tutti i punti di vista della fase produttiva. La sceneggiatura infatti funziona: nei dialoghi, forti e potentissimi, ma anche nella stesura della storia, visto che a mio parere la suddivisione quasi netta di prologo nel primo tempo e corpo del racconto nel secondo ci sta, funziona, e al netto di qualche passaggio effettivamente un po’ accelerato [spoiler](nel giro di poco Quachab subisce la minaccia sia di Trallallà che dei Bassotti)[/spoiler]quello che offrono le ultime tavole è un’iniezione di adrenalina potente, una girandola di avvenimenti che portano a quella bella riflessione finale, accennata già nella prima parte, che restituisce quel tocco filosofico che fa parte del romanzo originale.
    I disegni di Mottura sono meravigliosi. Voglio subito sganciarmi da qualunque polemica al riguardo :P Mi limito a dire che personalmente li ho apprezzati molto, che lo stile tanto di disegno quando di organizzazione delle tavole mi trova entusiasta e che tutto ciò, unito ai sempre splendidi colori della Andolfo rendono ogni singola tavola uno spettacolo per gli occhi. Le enfatizzazioni, la cartoonizzazione, gli arabeschi che si incontrano nelle vignette sono un omaggio all’artisticità del disegno e alle atmosfere barocche che una storia come questa inevitabilmente chiede e vuole trasmettere.
    Il punto importante di Moby Dick, a mio modo di vedere, è da identificare nel progetto che sta portando avanti Artibani da quando è tornato in Disney, quella scrittura consapevole e rispettosa dei personaggi, che va a trovarne le caratteristiche vincenti e le immerge in trame coinvolgenti e ambiziose, innalzando lo standard qualitativo del settimanale. Più in generale, in questo periodo di indubbio rilancio dell’immagine di Topolino verso i lettori di fumetti in generale, avere cose del genere sulla testata ammiraglia e pubblicizzarle in modo interessanti tramite sito, video, interviste e Facebook è sicuramente un’ottima cosa.

    Parlavo dei disegni di Mottura, poco fa: giusto per chiudere la parentesi e continuare ad analizzare l’albo, preferisco queste tavole così ricercate a quelle senza infamia e senza lode di Luciano Gatto nell’ultima storia: Gambadilegno e un compito illegale è una storia che non si vorrebbe leggere, e i disegni di Gatto la completano perfettamente. Non perché siano brutti, il disegnatore ha quel suo stile pulito e lineare che per certi versi è anche piacevole, ma che in una storia con questa trama si prestano ad accentuare quell’aria semplicistica dei personaggi. Tanto Artibani rende gli standard character vivi e reali, quanto Pesce in questa avventura li rende macchiette assurde, a cui non si può credere, con cui non ci si può immedesimare tanto agiscano in modo irrazionale. Inutile tirare in ballo il Gamba di Faraci, che io apprezzo tantissimo ma che è tutta un’altra cosa e con tutta un’altra filosofia dietro, che nulla ha da spartire con Pietro che fa da baby sitter a Tip e Tap. Altro che il Gamba del 3000 con la partita di calcetto! :P Se quindi i presupposti sbagliati minano la storia fin dalla seconda tavola, l’autore costruisce una storia in cui rende i nipotini di Topolino assolutamente antipatici e ligi al dovere in maniera poco credibile per come viene sbattuta sul muso a Pietro, per poi sfociare nel nonsense di Gambadilegno camuffato da scolaro. Che sia voluto o non voluto, è un nonsense non riuscito in una storia da dimenticare.
    Manco Macchetto si salva, visto che Nonna Papera e l'invasione degli Ultracraker passa via senza lasciare molto: ancora Nonna Papera, qualche gag con Ciccio, ancora alieni bla bla bla. La cosa del grano invasore che si trasforma in cracker poteva anche essere simpatica nell’ottica di presa in giro di certi b-movie horror, ma non c’entra l’obiettivo.
    Dopo Moby Dick, comunque, la storia migliore dell'albo è quella di Paperinik: Bosco è bravo, non sempre ma in questa avventura è efficace, è un buon Paperinik quello che vediamo agire, molto detective ma ci sta. Ho apprezzato molto il finale inaspettato, che si risolve in modo un po' troppo a tarallucci e vino, ma che comunque vale. E in generale tutta la trama viene portata avanti bene e con bei dialoghi.
    Mazzon non è certo tra i miei disegnatori preferiti, ma qui è piacevole, dai ;)
    La storia di Filo e Brigitta, infine, è una breve simpatica, perché sfrutta un tormentone nel giusto spazio per farlo, anche se scade un po’ nel finale. Ma strappa un paio di risate nel modo giusto, e quindi il suo compito lo svolge.

    Infine, segnalo che già si parla di Monsters University con largo anticipo, ed è bene perché le campagne pubblicitarie si costruiscono per tempo e con iniziative simpatiche, come in questo caso. E’ da notare poi il breve pezzo di Valerio, che parla di The Blue Umbrella (il nuovo corto Pixar) riuscendo in poche righe a parlare di influenze, tecnica e obiettivi di regista e sceneggiatori. Un altro tassello importante della cultura dell’animazione viene portato avanti da Valerio sulle pagine del “Topo”, il che è tutt’altro che banale e facile. Continua così ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Alita ha scritto:
    Per esempio io da bambina lessi delle sue storie su Pk mi pare fosse una storia di Ulk ma ora non ricordo il titolo e li trovavo veramente orrendi!Ora invece lo ho molto rivalutatoxd.
    No quello era Marco Ghiglione, uno molto bravo in verità (si occupa della maggior parte delle immagini promozionali, causa stile molto classico americano), ma che però si occupò della storia nei ritagli di tempo e decisamente non combinò niente di buono (ma qualche vignetta la salverei).

    Per quanto concerne i disegni di Mottura sinceramente sono stupito di quanta gente sembra essersi svegliata solo ora. Insomma è chiaro da una vita che Paolo è uno che adatta la prospettiva, uno di quelli che se la costruiscono pezzo per pezzo: non è il primo non sarà l'ultimo. E' una scelta artistica e, come tale, può essere condivisibile o meno: se chiedete a uno come Sicomoro cosa ne pensa vi risponderà che è una follia, ma se ne parlate con Tanzillo questi vi risponderebbe che lo fa anche lui. Cero Mottura talvolta mette alla prova molti addetti ai lavori e posso ben capire come qualcuno possa infervorarsi oltre il dovuto. Prendiamo ad esempio pagina 32 del secondo episodio, Moby Dick è effettivamente sbagliata, quasi come se la bocca che inghiottisce i personaggi appartenesse ad un altro capodoglio, eppure se fosse stata corretta non avremmo potuto vederne gli occhi e l'atto del divorare i personaggi sarebbe stato avvertito come incidentale non voluto, e credo ben poco di ciò che la vignetta esprime a livello emotivo si sarebbe salvato. Ho un po' più di remore con la scena di pagina 34 del primo episodio con Paperino-Ismaele e i paperotti di vedetta, dove la postazione è decisamente piccola e il primo sembra non avere gambe.
    Un difetto sul quale sono disposto a convenire è che talvolta Mottura ha difficoltà ad inserire ogni particolare nei suoi disegni. Effettivamente la vignetta tende ad andargli un po' stretta, ma non posso dire d'aver mai ho provato una difficoltà alla leggibilità che rendesse le tavole da lui disegnate incomprensibili. E' successo raramente che ci mettessi troppo ad intendere ogni particolare d'una vignetta, ma raramente davvero. Nel caso di Moby Dick questa sensazione di compressione l'ho avvertita principalmente all'interno della balena, ma è pur vero che in quel caso la sensazione che bisogna provare è ovviamente soffocante, opprimente, la pancia di una balena deve sembrare un posto dal quale un lettore non vede l'ora d'uscire. Non c'è spazio, non c'è una sensazione di "aperto". Fa più Comencini che Disney, ecco.
    Non ho notato nessuna pecca invece circa le espressioni, forse qualcuna inadatta qui e là c'è, ma nessuna che possa dirsi errata.
    Ammetto che sono un po' di parte, ché i disegni di Mottura m'hanno sempre mandato in visibilio anche quando errati, ma sinceramente non vedo come non si possa semplicemente accettare una volta per tutte lo stile particolare di Paolo, decisamente personale e caratterizzato da un susseguirsi di adattamenti della realtà fatti anche di errori voluti. Certo i suoi personaggi non hanno ossa, le sue prospettive spesso sono particolarissime se non impossibili, eppure, benché io trovi giustissimo aver da ridire quando uno dei suoi "errori" è palesemente non voluto, se dovessimo davvero cannarlo per tali aspetti dovremmo malgiudicare non solo molti altri autori che applicano lo stesso metodo, ma anche un buon 60% della produzione giapponese dall'alba dei tempi viste le carenze anatomiche e prospettiche che talvolta mostrano.

    Veniamo ora a Artibani, perché qui sta la nota dolente. Sono deluso, non completamente questo è poco ma sicuro, ma temo d'essere stato convinto dalla storia solo a metà. Prese singolarmente le varie sequenze sono molto suggestive e ben narrate, eccezion fatta per il finale, ma messo tutto assieme si può notare come la storia sembri cucita con poco filo e che una fetta della stoffa siano le mutande dei Bassotti. Ho letteralmente adorato tutta l'introduzione e scene come quella della tempesta o l'incontro col capitano della nave assalita da Moby Dick, eppure il veloce finale, le davvero poche scene concesse ad alcune interazioni, la battuta finale molto bella (la combinazione di disegno e dida m'ha certamente preso emotivamente alla prima lettura) ma campata un po' per aria di Paperino la quasi inutile presenza di [spoiler]Amelia[/spoiler] sotto le spoglie di Trallalah (che io credevo essere [spoiler]Brigitta[/spoiler] bell'e pronta per un finale un po' più sentimentale)... insomma speravo in meglio.
    Intendiamoci, lo dico senza remore, non è affatto una brutta storia, anzi, e i dialoghi per al maggior parte sono validissimi, però, boh?! E' un po' come quando tua madre, che cucina da favola, un giorno ti schiaffa davanti un piatto che ha cucinato con meno voglia o con vari piccoli errori che di solito è bene attenta a non commettere, e tu ti accorgi di ogni piccola cosa perché sei talmente bene abituato che non riesci proprio a passarci sopra, nonostante sia alla fine un piatto comunque buono. Ecco cosa provo per questa storia: Artibani è troppo bravo e mi ha abituato troppo bene, quindi ora se difetta io me ne rendo conto troppo bene.

    Per Mirka provo solo invidia, e non vedo l'ora di leggerla quando l'editore francese che l'ha presa sotto la sua ala pubblicherà i suoi albi, che se lo merita davvero di non essere ricordata solo come la "(bravissima) coloratrice di Topolino".
  • Ma vedi, io non condanno lo stile grafico di un autore (citi giustamente i manga, io ADORO Nagai, che disegna ufficialmente da schifo), e nemmeno gli errori della gamba di legno sbagliata, o cose così, io condanno l'autoreferenzialità a scapito della narrazione.

    Le tavole di Moby Dick, sono così autocelebrative del disegnatore, che la storia non scorre come il testo permetterebbe.

    La tanto osannata scena della sfida alla tempesta, è rigida, scolpita statica, perfino il vento e i fuochi fatui sembrano mettersi rigidamente in posa (e la vignetta dello sputo è fuori da qualsiasi ritmo, devi andarla a cercare prima di leggere l'ultimo baloon, un errore da asilo, altro che professionista)

    Ma c'è un altra vignetta che mi ha colpito negativamente, è nella prima parte, quando Ismaele avvista l'iceberg.
    Poche vignette prima, il capitano aveva passato la cucina ai bassotti, e ora (inspiegabilmente) Mottura mette in primo piano, una panoramica inutile dei Bassotti che spuntano dalla stessa, addirittura uno che sta spadellando, e per farlo infila una prospettiva assurda del ponte della nave, ricami e dettagli non solamente inutili, ma peggio ancora che distraggono dalla narrazione.
    Per vedere tutti quei dettagli, col dubbio che siano di qualche utilità (invano) interrompi la lettura della storia e non "corri" alla caccia della balena, come la storia imporrebbe.

    Ecco, questo è un altro esempio di come Mottura se ne freghi di raccontare la storia, e cerchi invece di fare i suoi disegni stracolmi, sembrerebbe per mettersi in mostra.

    Penso sia questo il motivo della mia esecrata acrimonia.
    A me una STORIA a fumetti piace se sa raccontare la propria storia, se lo fa bene passo anche sopra a disegni non perfetti, ma se oltre ai disegni brutti c'è una scansione narrativa zoppicante, per me rimane una brutta storia.
    Ultima modifica di FaGian il venerdì 21 giugno 2013, 12:58, modificato 1 volta in totale.
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  • Eddy ha scritto: Prendiamo ad esempio pagina 32 del secondo episodio, Moby Dick è effettivamente sbagliata, quasi come se la bocca che inghiottisce i personaggi appartenesse ad un altro capodoglio

    Neanche a me è piaciuta quella scena, ma considera che anche nel romanzo originale Moby ha il mascellone storto.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:
    Eddy ha scritto: Prendiamo ad esempio pagina 32 del secondo episodio, Moby Dick è effettivamente sbagliata, quasi come se la bocca che inghiottisce i personaggi appartenesse ad un altro capodoglio

    Neanche a me è piaciuta quella scena, ma considera che anche nel romanzo originale Moby ha il mascellone storto.
    Il problema è che negli altri disegni, la mascella è dritta
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  • Non proprio, nella vignetta in cui sbuca fuori dall'acqua un po' si nota (non si vede la seconda fila di denti della mascella inferiore) e anche quando [spoiler]sputa fuori[/spoiler] il gruppetto si vede che è storta. La cosa però è raffigurata in maniera poco omogenea e troppo accentuata nel vignettone citato da Eddy... quindi sì, è un DIFETTO.

    Ma da qui a dare dell'irrispettoso o dell' incapace a Mottura, beh, ce ne passa.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:Ma da qui a dare dell'irrispettoso o dell' incapace a Mottura, beh, ce ne passa.
    Quoto, e soprattutto, FaGian, non mi garba tanto che tu dica roba come
    Le tavole di Moby Dick, sono così autocelebrative del disegnatore, che la storia non scorre come il testo permetterebbe.
    Perché il fatto che i disegni appesantiscano la lettura è una tua impressione, e non devi sbandierarla come una verità assoluta, montandoci sopra insulti dementi.

    Abbi rispetto del lavoro altrui.
    Ultima modifica di Mason il venerdì 21 giugno 2013, 17:23, modificato 1 volta in totale.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • E cmq va anche considerata una cosa. Qui nessuno nega che Mottura appartenga alla scuola barocca in cui si rimpinza di particolari la scena, nessuno nega che lo stile sia improntato all'esagerazione. Anche perché si vede a occhio nudo che è una cosa voluta. Ma voluta mica solo da Mottura, voluta dalla natura del progetto. E benedetta dallo stesso Artibani.

    Il punto è che esistono più modi per esagerare, e c'è arzigogolo e arzigogolo. Quelli di questa storia non mi hanno creato alcun problema, ogni vignetta mi offriva un tot da esplorare con l'occhio e di volta in volta decidevo io quanto addentrarmi, quanto perdermici. Era una cosa che dipendeva unicamente dalla mia volontà, perché a colpo d'occhio la vignetta quello che mi voleva dire me lo diceva puntualmente. E' che mi offriva anche un di più, stava a me decidere di coglierlo. Per questo io, e molti altri, abbiamo letto la storia con serenità.
  • Ho fatto un bel viaggione per mare, ho conosciuto un fantastico capitano, ho visto mostri, pirati, tesori e tempeste. E ho capito che queste sono e saranno sempre le mie letture preferite, pane per i miei denti e per la mia anima.

    Il giorno in cui giudicherò questi lavori con zero pancia e troppo cervello tecnico, appendetemi in Piazzale Loreto.
  • FaGian ha scritto:Ecco, questo è un altro esempio di come Mottura se ne freghi di raccontare la storia, e cerchi invece di fare i suoi disegni stracolmi, sembrerebbe per mettersi in mostra.
    Credo alla fin fine lo facciano (non oso dire facciaMo) tutti, chi più chi meno. Nel senso che pur di mettere qualcosa di proprio in un lavoro si può inevitabilmente arrivare a tradire la sceneggiatura, in senso narrativo. Se lo si fa completamente è un errore, questo è certo, ma se ogni tanto scappa qualcosa di un po' più "libero", in senso artistico, non vedo cosa ci sia di male. E per quanto riguarda il riempire le tavole di particolari che possano distrarre il lettore faccio due cose: uno, mi aggancio a Valerio
    Valerio ha scritto:Il punto è che esistono più modi per esagerare, e c'è arzigogolo e arzigogolo. Quelli di questa storia non mi hanno creato alcun problema, ogni vignetta mi offriva un tot da esplorare con l'occhio e di volta in volta decidevo io quanto addentrarmi, quanto perdermici. Era una cosa che dipendeva unicamente dalla mia volontà, perché a colpo d'occhio la vignetta quello che mi voleva dire me lo diceva puntualmente. E' che mi offriva anche un di più, stava a me decidere di coglierlo.
    perché condivido pienamente l'intervento; due, riporto alla mente Jacovitti, maestro nel riempire fino all'inverosimile vignette e tavole, in maniera veramente autocelebrativa, fregandosene della storia e della sua capacità di scorrere per il lettore. Mi si potrà dire che dico un'eresia, o che si tratta di due diversi modi di "riempire" una vignetta, eppure torvo che la base sia la stessa: divertirsi con lo spazio che la vignetta offre. Una piccola gag, una sperimentazione, una semplice idea alla quale riusciamo a regalare un angolino in una storia dove magari essa non avrà alcuna importanza, questo è il bello dell'aggiungere. E non importa se tali aggiunte non saranno funzionali, vorrà dire che saranno semplicemente artistiche... d'altra parte, nel fumetto, da sempre artistico e funzionale sono gli opposti costretti alla convivenza.
  • Moebius confessò di avere stracciato e rifatto da zero una tavola dal suo "Parabola" di Silver Surfer, perchè troppo scolpita e rigida, non direi che fare immagini di "monumenti autocelebrativi", sia la norma di qualunque disegnatore.

    Solo di quelli che hanno la priorità del disegno sulla sequenza narrativa. -_-
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