[Fantagraphics/Rizzoli] Le Omnie di Gottfredson & Barks

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • How much?
  • Costa 26 il Gottfredson e 25 il Barks.
  • Belle recensioni. Sono d'accordo sia per i colori del Barks (li trovo davvero da pugno in un occhio), sia per quel chinaggio pesantissimo nell'edizione del Corsera, problema che comunque nasce su ZP.
    Invece a me qualche nota sulle edizioni italiane non dispiaceva, anche se a volte erano eccessive, sì.

    E a traduzioni come siamo messi? Si riscrive daccapo il tutto per l'ennesima volta - cosa buona soprattutto se penso a Barks - o si utilizza qualche vecchia versione?
    Timido postatore e finto nerd.

    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • Barks è uguale al Corsera. L'altro non mi pare.
  • Gottfredson è ri-tradotto :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Ri-tradotto in meglio o in peggio? :P
  • Quale migliore occasione per una lettrice alle prime armi dell'uscita di queste due bellissime collane? :P
    Ebbene, ho preso anch'io i due volumi in questione, ed è cosa buona e giusta perché sono veramente ben fatti. A maggior ragione considerando che io ho letteralmente cominciato dall'inizio, e ho trovato utilissime nonché davvero interessanti le schede di approfondimento, le curiosità, tutti i vari contenuti extra che riescono a trasportare il lettore all'interno dell'opera, dell'autore e dell'epoca storica. Poi, beh, le storie non hanno bisogno di commenti :)
    Consigliatissimo anche da parte mia, quindi.
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Bramo ha scritto:Gottfredson è ri-tradotto :)
    Tyrrel ha scritto:Ri-tradotto in meglio o in peggio? :P
    In base alle prime pagine del primo volume (a giorni ordinerò il secondo su Amazon), posso dirvi che la traduzione in realtà dovrebbe essere la stessa de Gli anni d'oro di Topolino, a cui hanno apportato solamente lievissime modifiche dove opportuno, tipo un "bella" al posto di un "buona", passaggio che con i testi del Corsera risultava ripetitivo.
  • E direi che è passato abbastanza tempo dall'uscita dei secondi tomi di queste due collane, che - ricordiamolo - rappresentano il fondamento stesso del concetto di "fumetto Disney" e in quanto tali dovrebbero essere considerate priorità assoluta per chiunque anche solo sostenga di essere interessato a questo campo. Nel frattempo ho avuto modo di sfogliarli, di carezzarli feticisticamente, di consigliarli in giro a chiunque voglia muovere i suoi primi passi in questo fin troppo dispersivo campo.

    The Floyd Gottfredson Library #2: Topolino e i Pirati

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    Uno dei vantaggi dell'avere volumoni così grossi è che ci si mette poco ad arrivare alle fasi avanzate e più mature della produzione dell'autore. Già col secondo volume entriamo in contatto con quelle che possiamo considerare tranquillamente storie lunghe e assai articolate, anche se i veri capolavori irrinunciabili li vedremo solo dal prossimo numero. Eppure possiamo già assaporare l'arrivo di personalità che verranno riutilizzate anche in seguito, come il capitano Radimare, Setter e Musone, oltre all'evolversi delle dinamiche topolinesi e il ricorrere di villain come Pietro e Lupo. L'edizione è di riferimento, c'è poco da fare, e adesso è persino arricchita dai nomi dei traduttori, che nel volume scorso non erano stati accreditati. Per quanto riguarda la cura editoriale, gli articoli a corredo e via dicendo, la qualità è rimasta invariata. Ce ne sono meno, questo sì, perché, a differenza che nel primo volume, non bisogna presentare l'opera daccapo, ma si è potuto dare più spazio alle storie. Rimane però moltissimo materiale degno di nota, con una trattazione veramente interessante.
    L'articolo introduttivo di Thomas Andrae si focalizza questa volta sulle relazioni tra i corti animati dell'epoca e le relative storie, che iniziavano come adattamenti e si sviluppavano in qualcosa di molto diverso. L'articolo è veramente preciso, e molto approfondito, e analizza sia i due media che il contesto sociopolitico dell'epoca, dando quindi una prospettiva completa che permette di apprezzare ancor più l'opera. Le storie iniziano subito dopo, tutte precedute dalle consuete schede un po' bacchettone, che però molto competentemente valorizzano la storia e che curiosamente hanno addirittura note che rimandano ai documentari presenti come contenuti speciali della serie in dvd dei Treasures. Insomma, un interessantissimo apparato critico che interconnette prodotti che apparentemente sembrerebbero venire da ambiti assai diversi. Dopo le storie si entra negli archivi Gottfredson. Come nello scorso volume sono presenti le schede sui personaggi, quelle biografiche sugli autori, alcune chicche d'epoca tipo illustrazioni per il merchandising e interviste fittizie fatte nel '31 ai personaggi Disney. C'è poi un articolo sugli acquerelli gottfredsoniani che promette di riproporli per intero a corredo delle storie alle quali si riferiranno di volta in volta. Quelli riferiti alle storie di questo volume sono già stati pubblicati a pagina intera, e sono un vero spettacolone visivo. E poi c'è una modifica. Nell'originale volume americano era presente una recente storiella straniera che doveva rappresentare l'influenza di Gottfredson nei fumettisti della nostra epoca, questo perchè nella storia apparivano Orazio e Clarabella, personaggi che gli USA archiviarono anni fa. Da noi Orazio è vivo e vegeto, per cui aveva poco senso riproporla, si è invece preferito rimpiazzare quelle pagine con una sezione sul Guastaveglia, una sorta di antenato dei fumettisti Disney Italiani che si ritrovò ad illustrare alcune tavole con strofette in rima per il quotidiano "Il Popolo di Roma" utilizzando il personaggio di Topolino nel 1931. Cheddire. Che in effetti come operazione editoriale questo rimpiazzo di pagine ha senso, e che in effetti si tratta di un reperto, una curiosità storica che ha senso conoscere. Tuttavia, pur volendo contestualizzarle nel loro tempo e nella loro cornice storica e sociale, queste tavole del Guasta non fanno altro che mostrarci quanto all'epoca qui in Italia eravamo arretrati nella concezione del fumetto umoristico come di un qualcosa di artistico.
    Il confronto tra queste tavole disegnate maluccio, spesso incoerenti nella caratterizzazione dei personaggi, e unicamente per un pubblico infantile, con le coeve strisce di Floyd è infatti assolutamente impietoso e rende benissimo l'idea dell'incolmabile divario che c'è tra un intramontabile classico e un polveroso reperto che non ha retto la prova del tempo.

    The Carl Barks Library #12: Zio Paperone e la Disfida dei Dollari

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    Esistono i "best of" ed esistono le edizioni cronologiche e integrali. I completisti e i filologi propendono per le seconde, chi invece vuole farsi un'idea, vuole solo assaggiare, preferisce andarci cauto e sceglie le prime. E se per una volta queste due cose coincidessero?
    Fantagraphics ha voluto con questa seconda uscita del suo Barks cronologico saltare a quello che ad opera finita risulterà come dodicesimo volume, e nel contempo ha mantenuto il suo progetto di suddividere ordinatamente gli ambiti della produzione Barksiana. Se il primo numero raccoglieva le lunghe paperiniane da Four Colors insieme alle fantastiche tenpage da Walt Disney Comics and Stories scegliendo Paperino come titolare del volume, qui si entra invece nel campo per cui Barks è diventato il fumettista più amato del 900: la sua epopea paperoniana.
    Nel periodo artisticamente più florido della sua carriera e nel contempo più nero per la sua vita personale, Barks diede il via ad Uncle Scrooge, un albo spin-off dedicato a quel personaggio che aveva inventato pochi anni prima. E' lì il suo meglio, concentrato tutto nelle prime uscite, tralaltro. Motivo per cui questo volume, che racchiude per intero i primi sei numeri di Uncle Scrooge completi di storielle brevi e tavole autoconclusive presenti negli albi originali, si ritrova ad essere tanto un volume filologico, quanto un best of, e uno dei best fra tutti i best of (se la batte solo con il celebre Vita e Dollari, col quale comunque aveva in comune non poche storie). E non solo il meglio del meglio, ma anche il volume che costruisce nel dettaglio la figura di Paperone, visto che vediamo nascere in diretta tutti i tormentoni che caratterizzano il più sfaccettato fra i personaggi Disney: Doretta, il Klondike, il fare il bagno nei soldi "come un pesce baleno", l'essere "solo un povero vecchio", la prima schermaglia di respiro coi Bassotti, il suo essere il più duro dei duri e il più furbo dei furbi, e la sua intrinseca onestà. In queste pagine vediamo formarsi tutto sotto i nostri occhi, ed è proprio andando alla fonte che finalmente si capisce il vero spirito con cui molti di questi topos sono stati creati e che magari al giorno d'oggi diamo per scontati. La Disfida e la Stella del Polo sono probabilmente l'apice creativo di Barks e sono entrambe presenti, una dietro l'altra in una combo micidiale. Incredibilmente filosofica anche la Dollarallergia e gustosissimi lo Skirillione e la Cassa di Rafano, la più debole è quella dei Menehunes, ma lo è solo rispetto ai capolavori in cui è immersa. E non parliamo delle divertentissime autoconclusive e di brevi di livello quali il Pesce d'Aprile. Insomma, una qualità tale da far passare in secondo piano la cura editoriale...che è grandissima!
    Basterebbe da solo lo strillo in copertina che pubblicizza la prefazione di George Lucas per far capire il grandissimo amore che c'è stato nel confezionare il volume. Poi ok, non sono ancora un fan di questa scelta dei colori, anche solo per le mille variopinte palandrane dello zione, ma perlomeno il tratto di Barks è valorizzato da un'inchiostratura finalmente leggera. Come nel precedente volume, le schede delle storie sono tutte in fondo e sono assai approfondite. Sono ad opera di Gardner, Fiore, Kreiner e Fische assieme a nomi noti del nostro paese come Priarone, Stajano, Gori e Becattini, e tutte riescono ad analizzare le storie da prospettive nuove, a volte da un punto di vista storico, altre da quello dell'analisi del disegno, della sceneggiatura. Una cosa è certa, si esce dalla lettura ancora più innamorati del genio di Barks, ma innamorati di un amore vero, non di un amore "per sentito dire". Questo è il volume che può far comprendere il fumetto Disney a chi ne è digiuno, ma paradossalmente lo potrà far comprendere ancor meglio a quelli che a digiuno non lo sono mai stati. Ed è proprio qui che sta la sua grandiosità.
  • Le avevo snobbate anche io, forse un po' meno Barks perché io quella del Corsera non ce l'ho per intero. Mo tocca pure a me piegare la capoccia e scappare in una qualche libreria/fumetteria a dilaniare i miei averi tra le lacrime.
  • Copincollo una mia recensione sul primo volume di Gottfredson, già postata sul Forum del Papersera. Perdonatemi la lunghezza esagerata.

    Ero scettico sull'acquistare o meno queste collane edite da Rizzoli/Lizard, avendo già La Grande Dinastia dei Paperi e Gli Anni d'Oro di Topolino complete, e quindi avendo già praticamente tutto.
    Ma leggendo i vari commenti positivi mi sono finalmente deciso ad acquistare i primi due volumoni: Topolino nella valle infernale per Gottfredson e Paperino e il mistero degli Incas per Barks.
    Ne sono rimasto estasiato. I volumi sono meravigliosi, trasudano amore per il fumetto, competenza e professionalità da tutti i pori. Se con il CorSera avevamo avuto delle edizioni, pur eccellenti, di stampo più "commerciale", questa volta siamo IMHO di fronte all'edizione definitiva che i collezionisti sognano da sempre: volumoni pregiati e ben fatti, storie presentate in versione al 100% filologica, apparato critico competente, approfondito e completo. E, aspetto da non tralasciare, un'adattamento italiano veramente ben fatto dei volumi americani.
    Pur avendo già le opere del CorSera, ho deciso che seguirò interamente anche queste collane, son parecchi euri ma IMHO ne vale la pena. Ed è quello che consiglio di fare a chiunque ne abbia la possibilità.

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    Ho appena finito di leggere il primo su Gottfredson ed è meraviglioso.
    Il fascino delle strisce in B/N, incredibilmente vintage e moderno al tempo stesso, è insuperabile, e imparagonabile alle versioni colorate che ci hanno presentato sugli Anni d'Oro (e lo dice uno che non è mai stato un fanatico del B/N): il tratto di Gottfredson è valorizzato al massimo e la lettura è una vera goduria, per chi come me le conosceva solo a colori si ha davvero la sensazione di star leggendo un prodotto originale D.O.C. fresco fresco degli anni '30 e non una sua versione tristemente "rimodernata" come quelle colorate al computer.

    Già leggendo la prefazione, ci si rende conto di trovarsi davanti ad un'opera per intenditori: la vita di Gottfredson, i retroscena della sua carriera e l'analisi del contesto storico delle sue storie a fumetti sono quanto di più approfondito e competente abbia mai letto in un volume a fumetti, e consente di inquadrare le storie presentate in un'ottica, per me, completamente nuova e affascinante.
    Il lettore viene completamente calato nell'ideologia di Gottfredson e dei suoi collaboratori, con frequenti raffronti tra le storie e i cartoni animati coevi, il periodo storico in cui sono state concepite, i retroscena sulla loro produzione.
    Anche gli articoletti di introduzione alle singole storie sono di tutt'altro tenore rispetto a quelli puramente nozionistici di Becattini sugli Anni d'Oro: se lì si parlava delle pubblicazioni della singola storia negli anni, dell'origine dei nomi dei personaggi, dello stile dei disegni e altre "piccolezze" varie, qui invece per ogni avventura viene analizzato il contesto storico e sociale che l'ha generata, permettendo al lettore di calarsi nell'ottica della storia, per capirla e apprezzarla dal giusto punto di vista: per Topolino e gli zingari, ad esempio, si parla di come era visto il popolo rom nell'epoca degli anni '30, per Topolino contro il gatto Nip viene spiegato cosa significavano il controllo del territorio e la distillazione illecita di alcolici durante la Grande Depressione, per Topolino domatore e saltimbanco si fanno interessanti parallelismi con la produzione di Charlie Chaplin e così via. Tutto molto interessante e affascinante.

    Ma veniamo alle storie.
    Comprensibilmente hanno deciso di cominciare non dalla primissima storia a strisce, Topolino nell'isola misteriosa cui Gottfredson non collabora affatto (ma che è comunque inserita nel ricco apparato dei contenuti extra a fine volume): si parte dunque da Topolino nella valle infernale, che poi è anche la prima vera e propria storia a continuazione visto che la precedente altro non era che un insieme di gag legate da un labile filo conduttore.
    E si inizia col botto. Certo, la storia presenta un bel po' di ingenuità narrative dovute all'inesperienza di Walt e soci con il formato "strisce a continuazione", ma nel complesso è un'avventura veramente molto avvincente e articolata. Floyd Gottfredson vi prende parte solo da un certo punto in poi, e lo "stacco" si nota bene, sia per i testi che per i disegni. Per quanto riguarda i disegni i suoi, pur ancora acerbi, risultano da subito molto più morbidi, tondeggianti e armoniosi di quelli di Smith e King, tanto più che, quando si inseriscono delle sequenze in cui alle matite troviamo un altro artista (ad esempio quella sul treno alle prese con il frenatore) la differenza è ben visibile. Anche ai testi si nota un certo stacco: quelli di Walt Disney sono abbastanza particolari, a differenza dell'isola misteriosa qui si rinuncia totalmente all'umorismo fisico, e la parte comica è affidata ad una curiosa serie di battute ironiche e sarcastiche pronunciate dai personaggi (ad es. su Lupo vien detto più d'una volta che "quel tipo ti pianterebbe un coltello nella schiena... e poi ti farebbe arrestare per aver nascosto un'arma!), battute che però hanno il difetto di rendere i dialoghi eccessivamente prolissi e appesantire la lettura. Dall'arrivo di Gottfredson i dialoghi diventano visibilmente più snelli e la narrazione più avvincente e incalzante. I personaggi sono già ben caratterizzati, sia Topolino e Minni che il loro infido antagonista, l'avvocato Lupo (Gambadilegno è ancora piuttosto "anonimo" come caratterizzazione). Memorabile la figura del sinistro "La Volpe" (che quasi anticipa per certi versi Macchia Nera) e debutto dello zio Mortimer (qui, Volabasso).
    La sequenza successiva è un altro pezzo da novanta, Topolino e il bel gagà, seguita senza soluzione di continuità da un pugno di storie brevi (Topolino e la musica, Una merenda malriuscita e Topolino autista): è la prima storia interamente di Gottfredson ed è un Capolavoro. A differenza della storia precedente, qui comicità, gag fini a sé stesse, tensione, mistero e dramma sono miscelati in modo veramente perfetto, e compaiono due antagonisti veramente memorabili e carismatici: l'astuto Felice, il "bel gagà" del titolo (precursore del più noto Topesio) e il rude Sgozza, che diverrà poi la prima spalla comica del Topo. Il clima della Grande Depressione è ben tangibile nell'atmosfera della vicenda, ben rappresentato dall'inquietante spettro della miseria che incombe sulla famiglia di Minni. Memorabile la sequenza in cui Topolino cerca di suicidarsi: fortemente voluta dallo stesso Walt Disney, incredibilmente risulta drammatica ed esilarante al tempo stesso. I disegni del Gott da qui in poi raggiungono subito livelli di eccellenza, tratteggiando armoniosamente un Topolino più sbarazzino che mai, ma per la primissima volta (e in "tempi non sospetti") nel ruolo di detective.
    La storia successiva è più breve e leggera, ma non per questo meno memorabile: Topolino contro il gatto Nip è una vicenda divertentissima che vede il nostro piccolo eroe in una comica baruffa contro un gatto bulletto di quartiere. Il ritmo è da cortometraggio animato, le gag spassose, e quella che a prima vista sembrerebbe la classica lotta "gatto contro topo" si carica di significati inaspettati, come ottimamente spiegato nell'articoletto introduttivo. Un piccolo grande cult.
    Altrettanto leggera e scanzonata quanto divertente è anche la sequenza successiva, che presenta senza soluzione di continuità due storie diverse ma strettamente legate fra loro in termini di continuity: Topolino boxeur e Alta società, che vedono il ritorno in grande spolvero di Sgozza, l'antagonista di Topolino e il bel gagà, che diventa un personaggio positivo. La prima storia della "doppietta" è spassosa e presenta due comprimari divertentissimi: il pugile fannullone e sbruffone Ruffo Ratto e il suo avversario, il ferocissimo Spaccafuoco, contro il quale Mickey si troverà a dover combattere. La seconda è invece completamente incentrata sulla figura di Sgozza, criminale redento che, trasformato in personaggio positivo, viene completamente ridisegnato da Gottfredson per addolcirne la figura: il rozzo delinquente diviene simpatico e bonario e la sua rude ignoranza si trasforma quasi in candida innocenza; per certi versi il ruolo di questo personaggio, e il suo accostamento con il più "sensato" Topolino, anticipa quello che sarà di Pippo negli anni successivi. Alla storia è legata un'iniziativa pubblicitaria di grande successo in cui la redazione si offriva di distribuire una foto autografata di Mickey a chiunque l'avesse richiesta.
    Anche la sequenza successiva è una doppietta di storie brevi: Topolino domatore e saltimbanco e Topolino incontra Pluto. Entrambe simpatiche e divertenti ma nulla di veramente memorabile: nella prima Topolino trova lavoro presso un circo e dovrà proteggere la bella cavallerizza Madamigella Maltese dai sabotaggi del losco Ambrogio Ossa, da notare come Sgozza scompaia improvvisamente dalla strisce senza preavviso né spiegazione; la seconda è poco più che un insieme di gag plutesche atte a introdurre questo nuovo personaggio.
    E' invece una lunga avventura di ampio respiro Topolino e gli zingari, storia molto bella e memorabile che però soffre qualche problema strutturale: all'inizio una lunga serie di gag con Topolino, Minni, Orazio e Clarabella che vanno al lago e combinano guai e disavventure varie; poi incontrano degli inquietanti zingari e la storia si tinge di tensione drammatica di alto livello (mozzafiato la scena in cui Minni sta per essere uccisa dallo zingaro mentre Topolino lotta contro il tempo - e i lupi - per raggiungerla)...per poi risolversi in quattro e quattr'otto e tornando nuovamente alle gag fini a se stesse. La storia è molto bella e memorabile, ma soffre un po' di questi repentini e sconclusionati cambi di registro, dal comico al drammatico e viceversa, che forse andavano gestiti meglio. Interessanti comunque le figure di Orazio e Clarabella, le cui personalità ben delineate iniziano a imporsi. Non un capolavoro per i motivi sopra citati, ma quasi.
    Chiude la sezione dedicata alle storie un'altra formidabile doppietta: Topolino pompiere e Topolino e la pensione di Clarabella. Più che legittima la scelta di metterle insieme visto che entrambe le storie, che si susseguono senza soluzione di continuità, sono basate sul controverso rapporto fra Orazio e Clarabella e sul delicato problema del matrimonio (che poi si conclude comunque con un nulla di fatto), con Topolino a fare da Cupido (letteralmente) fra i due. Fra le molte gag divertenti che costellano le storie, appaiono due nuovi comprimari: il simpatico Nonnino Pop e Patrizio Porcelli, che diverrà una comparsa ricorrente. Come ben spiegato nell'introduzione, le due storie sono notevoli per il fatto che il Gott si dedica a indagare i rapporti fra i personaggi e la loro quotidianità.

    Le traduzione con cui sono presentate le storie è quella fatta nel 2010 per Gli Anni d'Oro di Topolino da Alberto Becattini e Luca Boschi, riportata quasi identica, con adattamenti veramente minimi.
    MA, qui c'è un ma. Se le traduzioni del volume 31 degli Anni d'oro (fino a "Topolino boxeur", per intenderci) sono ben fatte, quelle del volume 32 erano abbastanza lacunose, e come tali ci sono state ripresentate.
    Da "Alta società" in poi, frequentissimi sono i baloons lasciati mezzi vuoti da dialoghi eccessivamente semplificati e "accorciati" nella traduzione: quando questo accade, il letterista non è sempre attento a centrare bene questi miseri dialoghi nelle nuvolette, e capita, come nelle strisce di pg.169, di trovare fastidiosissimi balloon con enormi spazi lasciati vuoti, veramente sgradevoli da vedere. Alcuni errori fatti nel 2010 sono stati riportati pari pari, ad esempio a pag. 185, prima striscia, la zingara chiede a Clarabella se Minni è sua sorella, quando nel testo originale si parlava di "figlia": negli Anni d'Oro l'errore fu corretto nell'Errata Corrige, qui invece è tranquillamente ripresentato. Lo stesso zio Mortimer che nella Vall infernale era stato chiamato Volabasso, negli Zingari ridiventa Mortimer; in una pagina (non ricordo quale) compare un balloon vuoto.
    L'unico errore che hanno corretto è quello della seconda striscia di pg.163, laddove nel 2010 erano state scambiate le battute di madamigella Maltese e del clown.
    Piccole pecche che non inficiano affatto la godibilità dell'opera, ma tutto sommato correggibili.

    In coda al volume, la GODURIA: una bellissima, ricchissima e gustosissima sezione di contenuti speciali, approfondimenti, apparato critico e materiale d'epoca da far leccare i baffi a qualsiasi amante del fumetto!
    E' presente innanzitutto la storia completa Topolino nell'isola misteriosa, primissima e unica sequenza a strisce di Mickey Mouse prima dell'arrivo di Gottfredson, realizzata da Disney (testi), Iwerks e Smith (disegni). La vicenda altro non è che una compilation di divertenti gag prese di peso dai cortometraggi coevi, unite da un labile filo conduttore e in molti punti prive anche di coerenza interna: si pensi al fatto che Topolino, dall'isola misteriosa, da una striscia all'altra si ritrova di un punto in bianco a casa, come se gli autori a un certo punto si fossero "scordati" che Mickey si trovava su un'isola. Per questo motivo, in Italia il disegnatore Scudellari realizzò delle nuove strisce che raccontassero il ritorno a casa del protagonista, pubblicate in coda alla storia esclusivamente nella versione nostrana del volume.
    Poi, abbiamo un sacco di materiale ricchissimo e, per me, inedito, a cominciare dalle interessantissime e complete panoramiche sulla vita e l'opera di Ub Iwerks e di altri autori solitamente ignorati come Win Smith, Roy Nelsen, Jack King e Hardie Gramatky.
    Un articolo interessantissimo getta luce sulla creazione di Topolino, cercando di distinguere la verità dalla "leggenda storica" e chiarendo che in realtà, nella creazione di Mickey, il merito di Walt fu molto minore di quello che gli viene solitamente attribuito...anzi, pare che l'allontanamento di Ub dagli studios fu dovuto proprio al fatto che il suo socio si era preso tutto il merito di una creazione che era al 100% di Iwerks! Un articolo molto illuminante e approfondito, ricco di informazioni per me inedite. Per il resto, gli articoli hanno cura di scavare nella storia e negli archivi degli studios per rintracciare testimonianze dirette sui rapporti controversi fra Walt e il suo staff, per far comprendere esattamente il clima che si respirava negli studi Disney dell'epoca, cosa comportò l'avviamento di una striscia a fumetti e perché, quali erano le differenze di registro fra i cartoni e i fumetti ecc... Tutto veramente molto interessante e approfondito.
    A corredo, un ricchissimo apparato grafico comprendente bozzetti delle strisce di Gottfredson, copertine europee degli albi con le sue storie (tra cui molte italiane di Antonio e Michele Rubino), strisce apocrife di Scudellari e del tedesco Behmak, libri illustrati ecc.
    Curiosissimi sono, infine, due articoli d'epoca apparsi nel 1931/32 sui giornali Screenland e Los Angeles Illustrated Daily News, che raccontano interviste immaginarie a Topolino e Pluto, alla stregua di veri e propri divi di Hollywood. Agli occhi del lettore odierno possono sembrare bizzarri e carichi di ingenuità tali articoli, ma sono una bella testimonianza della considerazione che il pubblico americano dell'epoca aveva per questi personaggi.
    Chiude il volume un articolo esclusivo per l'edizione nostrana, che parla dell'arrivo di Topolino in Italia.

    Insomma, un volume CONSIGLIATISSIMO, imprescindibile per ogni appassionato disneyano che voglia approfondire l'Arte delle strisce di Gottfredson.
    Mi perdonerete il post CHILOMETRICO ed esagerato ma sono rimasto estasiato dalla lettura di questo volumone e ho voluto recensirlo per bene.

    Prossimamente pubblicherò la mia recensione sul primo volume di Barks, che non ho ancora letto ma che promette di non essere da meno.
  • Testaquadramento ha scritto:pare che l'allontanamento di Ub dagli studios fu dovuto proprio al fatto che il suo socio si era preso tutto il merito di una creazione che era al 100% di Iwerks!
    Non proprio. Sto leggendo in questi giorni il libro di Barrier sulla vita di Walt, che pare il più accurato, ed emerge che semplicemente i due non andavano d'accordo sui metodi di lavoro in primis. Iwerks voleva animare straight ahead (disegnando il movimento tutto di fila) mentre Walt imponeva il pose to pose (fare solo le pose chiave e poi successivamente riempire con le intercalazioni le transizioni). Poi accadde che in quel primo periodo Walt stava questionando con un furfantello di nome Pat Powers, che usava fare da tramite per le distribuzioni, e questo Powers tentò di truffarlo e indebolirne la posizione dapprima facendo dei crestoni, e successivamente convincendo Ub a mettersi in proprio e a tradire Walt. Ub che non aveva ceduto alle lusinghe di Mintz quando ci fu il "furto" di Oswald e del suo staff dell'epoca, questa volta invece cedette.
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    Da tempo ho messo anch'io le mie zampacce sui 2 volumi dedicati a Gottfredson, e sarebbe una colpa da parte mia non spendere due parole su quanto siano effettivamente due tomi ottimi sotto tutti i punti di vista.
    C'è il formato orizzontale; c'è l'edizione cronologica; c'è il bianco e nero; c'è la cartonatura; ci sono cover ben fatte; ci sono le traduzioni di Boschi, Becattini e Gaspa; ci sono schede introduttive per ciascuna storia, che dicono cose approfondite e interessanti anche in una sola paginetta; c'è un apparato editoriale, critico e storiografico che non sfigura rispetto a saggi e libri che si occupano solo di fare divulgazione.
    La forza delle edizioni Phantagraphics sta proprio nella valorizzazione, che non è un concetto così immediato: spesso un editore ha in mano oro, ma non riesce a proporlo al pubblico in una veste degna; l'editore americano ha invece affiancato l'altissima qualità delle strisce quotidiane di Mickey Mouse con un contenitore che facesse risaltare quel ben di Dio che veniva ristampato.

    Non mi dilungherò, visto che Valerio e altri qui sopra hanno già sviscerato tutto quel che c'era da dire, quindi è inutile dire che in questi due volumi appaiono storie veramente ottime, pur tra alcuni alti e bassi che non rovinano il percorso: vero, come è stato detto, che il meglio deve ancora venire, ma è pur vero che già dalla prima metà degli anni '30 Gottfredson e soci erano riusciti a inquadrare splendidamente l'essenza di Topolino e l'hanno fatta esplodere all'interno di trame che tra avventura, horror e misteri riuscivano ad avvincere il lettore di qualsiasi età.
    Gli articoli, firmati dalle grandi penne mondiali della critica fumettistica, sono tutti estremamente interessanti, e quel che ho apprezzato molto è l'ordine con cui vengono presentati (si sviscerano temi in modo sensato e non randomico, inoltre le schede monografiche dedicate e personaggi e autori aiutano molto nell'equilibrio della composizione di questi contenuti) e soprattutto la grande competenza, che non ha paura di fare paralleli tra fumetto e animazione, due ambiti sicuramente molto diversi quando si parla di narrativa e poetica disneyana, ma tra i quali è inevitabile fare paralleli quando si parla del primo decennio di vita di Topolino, quando la compenetrazione di idee e di approccio al personaggio tra chi si occupava dei corti e chi delle strisce a fumetti c'era.
    Ed ecco che l'edizione integrale del Topolino di Gottfredson diventa la scusa per proporre una serie di saggi su Topolino e su Walt Disney, il che è molto bello e molto sensato. E fatto molto bene.
    Lodi quindi alla Rizzoli-Lizard per la scelta di portare in Italia, a cadenza semestrale, le collane Phantagraphics, dimostrando passione per queste edizioni e per il fumetto che divulgano: ne è una dimostrazione la riproposizione non pedissequa dei contenuti editoriali originali, quando non sensati, apportando magari aggiunte appositamente per l'Italia che abbiano un loro perché (mi sto riferendo ovviamente alle tavole di Guastaveglia che, per quando discutibili, hanno un loro valore culturale e filologico).

    Immagino che anche la collana parallela dedicata a Barks sia altrettanto imperdibile per un appassionato: ma a fronte di una minor quantità di articoli e approfondimenti, limitati poi solo alle storie e componendo quindi un quadro meno impressionate rispetto al lavoro fatto per Mickey, ho deciso almeno per ora che per Barks mi accontento della buona edizione integrale uscita nel 2008 col Corriere. :)

    PS: chi fosse interessato a leggere qualche osservazione in più, vergata dal sottoscritto, relativamente a Topolino nella Valle Infernale, può seguire questo link ;)
    Per Topolino e i pirati invece si può dare un'occhiata qui :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • Da Bad Comics, una notizia un po' allarmante (ma non troppo):
    Ci hanno permesso di conoscere Daniel Clowes, hanno portato al grande pubblico il lavoro dei fratelli Hernandez e di Peter Bagge, e da alcuni anni pubblicano la collana Ignatz, curata da Igort e co-prodotta assieme a Coconino, Avant Verlag, Vertige, Sinsentido e Oog & Blik.
    Fantagraphics Books è l’etichetta indipendente americana che ha fatto della qualità il suo biglietto da visita.
    Per questo è triste trovarla oggi costretta a rivolgersi ai suoi lettori, pur di continuare il suo lavoro di diffusione della cultura a fumetti.

    L’editore di Seattle nato nel 1976 dall’amore per il fumetto di Gary Groth e Mike Catron, a cui subentrò Kim Thompson l’anno seguente, ha infatti recentemente lanciato una campagna di crowdfunding per il valore di 150.000 dollari, sul noto portale Kickstarter. L’obiettivo è finanziare la line-up di libri prevista per la primavera del 2014. Una serie di 39 volumi di autori come Drew Friedman, Michael Kupperman, Jim Woodring, Don Rosa, Tony Millionaire, Charles Schulz, Steve Ditko, Simon & Kirby, Hal Foster, Carl Barks, Floyd Gottfredson, L.B. Cole, Jacques Tardi, Joihn Severin, S. Clay Wilson, Wally Wood, oltre ai già citati Peter Bagge, Daniel Clowes, Joe Sacco e i fratelli Hernandez.

    I guai finanziari sono cominciati lo scorso giugno, con la morte del co-proprietario Kim Thompson. Il ritardo accumulato dai libri sui quali era al lavoro Thompson, sia come editor che come traduttore, hanno prodotto un grosso deficit di bilancio che ha messo a rischio il futuro di Fantagraphics, e costretto Gary Groth ad avviare la raccolta fondi.

    Siamo sempre riusciti a resistere alle tempi di magra. A volte ricchi mecenati ci hanno prestato i soldi e in una o due occasioni ci siamo rivolti direttamente a voi, i nostri lettori, prima ancora dell’esistenza di Kickstarter, chiedendovi di comprare libri quando eravamo in difficoltà. Abbiamo flirtato spesso con la possibilità di trovare un investitore, respingendo ogni volta l’idea per una questione di principio: a meno di non trovare qualcuno disposto a finanziarci mosso da un improbabile spirito da mecenate, questa strada ci avrebbe portato non solo alla follia, ma a erodere i principi fondanti della nostra società (vi ricordate cosa è successo a Kitchen Sink Press, quando gli investitori sono riusciti ad affondare gli artigli su di loro?).

    Non ci siamo mai sentiti a nostro agio con il tradizionale modello capitalista, spietatamente competitivo e ossessionato dalla crescita e dall’accumulo senza fine di denaro in eccedenza. I nostro valori artistici hanno sempre smorzato la nostra redditività. Fantagraphics è sempre riuscita a tirare avanti, ma ci siamo accorti che con l’avvento del crowdsourcing potevamo essere in grado di aggirare una volta per tutte i limiti brutali del mercato per rivolgerci direttamente ai nostri lettori. Oggi viviamo in un mondo in cui artisti molto diversi, come Spike Lee e Amanda Palmer, possono chiedere ai loro fan di contribuire a finanziare la loro arte e, con quello stesso spirito, vi chiediamo di aiutarci a continuare questa nostra impresa visionaria.


    La buona notizia è che a poche ore dalla pubblicazione del bando, l’obiettivo è già stato raggiunto per metà.
    I sostenitori saranno ricompensati con copie firmate dei libri, quindi se volete partecipare anche voi alla nuova avventura di Fantagraphics, seguite questo link.
    Qualche osservazione: il fatto che l'emergenza sia già rientrata per metà è confortante, ma del resto il mercato degli "amatori" è pieno di ricconi. Ed è molto interessante la presenza di Don Rosa in mezzo ai nomi citati. Certo, le collezioni di Barks e Gottfredson sono un qualcosa così a lungo termine che fa veramente paurissima una notizia del genere.
  • Di Don Rosa è stata annunciata la Don Rosa Library (http://www.bookdepository.co.uk/Walt-Di ... 1606997420), e direi che dalla foto il modello grafico sia molto simile a quello della Omnia di Barks dello stesso editore.
    Assurancetourix
  • Da Bad Comics, pare che l'emergenza sia rientrata completamente:

    Dopo appena 7 giorni, la campagna su Kickstarter avviata da Fantagraphics di cui vi avevamo dato notizia una settimana fa, ha raggiunto il ragguardevole traguardo dei 150.000 $. Una vittoria su tutta la linea, per l’editore di Seattle afflitto da problemi finanziari dopo la morte del co-proprietario Kim Thompson.

    “Siamo letteralmente storditi per la solidarietà che avete dimostrato in così pochi giorni,” ha dichiarato l’editor, nonché promotore della campagna, Gary Groth “è incredibile, e noi vi siamo umilmente grati.”

    Il buco di bilancio generato dalla sospensione dei 13 libri supervisionati da Thompson, che ammontava grossomodo a un terzo del budget previsto da Fantagraphics per la primavera/estate, è quindi appianato e i 39 libri previsti (di autori come Drew Friedman, Michael Kupperman, Jim Woodring, Don Rosa, Tony Millionaire, Charles Schulz, Steve Ditko, Simon & Kirby, Hal Foster, Carl Barks, Floyd Gottfredson, L.B. Cole, Jacques Tardi, Joihn Severin, S. Clay Wilson, Wally Wood, Peter Bagge, Daniel Clowes, Joe Sacco e i fratelli Hernandez) possono riprendere la loro strada verso le librerie, rinvigoriti dalla serenità donata dai molti lettori.

    La raccolta fondi era partita, a detta di Groth, non solo per sanare il bilancio della società ma soprattutto per superare i limiti del brutale modello economico che oggi guida il mercato del fumetto. La campagna rimarrà aperta fino a 5 dicembre, forte di un rinvigorito monte premi destinato ai finanziatori.
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