[Spillati Disney] X-Mickey

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Tej ha scritto:Mancano pochi giorni all’uscita del primo numero della ristampa di XMickey ed è per questo che ho scelto di fare un quadro generale di questa testata dividendo in più punti ciò che volevo dire. A questo, credo e spero, seguiranno topic di recensioni sui singoli numeri e sulle singole storie da essi contenuti.
    Ottimo, questo thread fa parte della serie dei thread-retrospettiva generale sulle varie serie uscite. Molto probabilmente verrà poi aperto un thread a numero, anche se per il momento non posso mettermi a scrivere la mia retrospettiva generale. Mi mancano dei numeri e quindi non me la sento ancora.

    Per quanto riguarda la mancanza di Topolino non me la spiego molto, mi sembra che X-Mickey abbia totalmente cambiato formula dopo la seconda metà del fumetto. E mi dispiacerebbe molto se anche su Topolino questo accadesse.
    Non penso cmq che rivedremo X-Mickey come testata autonoma in edicola. La chiusero perchè non vendeva e da allora soppressero ogni possibile progetto con Topolino protagonista (inclusa la cronologica di Gottfredson). Però siccome i personaggi e il mondo dell'Impossibile erano stati fortemente voluti da Claretta Muci, e il target del giornale non si differenziava poi troppo da quello del settimanale, si è pensato bene di traslocare il tutto nel settimanale. La ristampa la fanno uscire per aiutare i lettori a capire meglio le storie che pubblicheranno adesso su Topolino, e poi perchè, essendo materiale già esistente, lo si può riproporre a costo zero.
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    Quando nell'Aprile 2002 uscì il primo numero di X-Mickey molti lettori credettero di ritrovarsi davanti un degno successore del Faraciano MM. Purtroppo così non fu, e già dal primo numero cominciò a intrasentirsi che qualcosa non andava, che non ci si trovava davanti allo stesso tipo di prodotto a cui appartenevano PKNA, Pk2, MM e Witch. Purtroppo l'era Frittole era alle porte e avrebbe in seguito trovato la sua consacrazione con Un Supereroe per Caso, primo numero della terza serie di PK. Sebbene il formato fosse lo stesso del Disney di Nuova Generazione, con una storia principale a dare il titolo al numero e una numerazione "originale" che partiva dal numero 1000 per poi decrescere, bastava una scorsa per rendersi conto che l'interno non era ciò che ci si aspettava. La prima storia occupava solo 45 tavole, ed era seguita da altre due (non così) brevi, una delle quali era una sorta di rubrica della posta a fumetti. Il mondo presentato all'interno era come al solito un estensione del mondo Disney tradizionale, con personaggi del tutto nuovi che seguivano una continuity che sarebbe rimasta isolata (almeno così si credeva) dal normale ambito settimanale. Ma il tono era bambinesco, e lo si capiva dall'editoriale, dalle rubriche e da una serie di piccoli particolari che al lettore disattento potevano non saltare all'occhio ma che zitti zitti preparavano il terreno per la grande mutazione dell'era frittoliana. Questo primo numero è da oggi nuovamente in edicola, seguendo l'ultimissima linea editoriale della Disney, che consiste nel ristampare a costo zero ogni testata ormai chiusa (e non). Escludere da questo revival proprio il bellissimo MM non è certo la cosa migliore da fare, ma tuttavia si capisce più che bene il motivo della ristampa di una rivista che a suo tempo floppò: i contenuti sono stati di recente trasferiti nella testata madre Topolino e c'è bisogno di far conoscere ai bambini tutto il cast del mondo dell'Impossibile. Col senno di poi (sono passati quattro anni) non si può non ridimensionare la delusione che accompagnò l'uscita di MM, collocando questo primo albo nella cornice che più gli si confà: il Disney Tradizionale. E in quest'ottica la prospettiva cambia non poco: senza l'ombra di MM e PKNA a pesare su di lei, ciò che rimane è un normale fumetto Disneyano di ottima fattura.
    Nello Specchio (Enna/Perina): Sceneggiato da un Bruno Enna in stato di grazia, questa prima storia presenta Pipwolf, Marzabar, gli avventori del Topo Bianco e l'intero Mondo dell'Impossibile in maniera assai egregia, con una sceneggiatura curatissima e una scelta dei dialoghi assai raffinata. Quel che ci vuole per confondere del tutto le idee a un lettore desideroso di capire il senso di questa operazione editoriale. E infatti Nello Specchio è proprio così: il tono oscilla tra il maturo (ottime in questo senso le battute e la caratterizzazione di Topolino) e il caricaturale (avventori del Topo Bianco, battaglia finale assai veloce), e impedisce di inquadrare il prodotto per ciò che è, o sarebbe diventato già dal secondo numero. I disegni di Perina fanno il resto, risultando morbidosi e nel contempo espressivi e instaurando una labile linea continuativa con MM di cui Perina era uno dei migliori disegnatori.
    E' con Chiedilo a Pipwolf che il dubbio inizia a crescere. Già il fatto che Pipwolf si rivolga direttamente al lettore, nuoce alla credibilità del tutto, e trovate come Igor il Postino Invisibile non fanno altro che suggerire il tono allegro e scanzonato che assumerà il giornale.
    Cartoline da Mostropoli (Enna/Coppola) infine è la breve, di 11 pagine che presenta in modo del tutto originale dei nuovi aspetti del mondo dell'Impossibile senza farlo capire al lettore, e inducendolo invece a pensare che si tratti di una storiellina slegata dal contesto, e pubblicata solo perchè horror. Come breve è un piccolo capolavoro come non se ne sarebbero visti tanto spesso, con dialoghi all'altezza e un finale originale.
    Con la chiusura e il successivo "trasloco" del mondo dell'Impossibile sul Topolino settimanale, la Disney ha praticamente riparato all'errore commesso, con un atto pieno di buon senso. In quest'ottica si può rivalutare l'intera serie come appartenente a un filone diverso da ciò che il formato suggerirebbe. Il numero in edicola adesso ripropone le stesse identiche storie e rubriche, con una variazione: le pubblicità farlocche di Coppola e soci sono state sostituite da altre nuove di zecca.
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    Prosegue la ristampa di X-Mickey, e prosegue con degli inediti. Da una rapida sfogliata in edicola si può infatti vedere come ogni finto spot presente nella versione originale sia stato sostituito con nuovi spot creati ad hoc. Perchè tanto dispiego di mezzi per X-Mickey quando la ristampa del ben più valido PKNA, venga lasciata a marcire nel già visto non è dato saperlo (o forse sì sonoscendo la passione di Claretta per l'X-Sorcio). Ad ogni modo X-Mickey #2 (aka #999) presenta al suo interno tre storie di cui la principale La Contesa (Ambrosio/Turconi), quando uscì nel Maggio 2002, contribuì a fugare ogni dubbio sulla diversità di target che X-Mickey aveva rispetto al gemello Pk2. Pkfrittole avrebbe esordito solo un mese dopo e da una rapida sfogliata alle pagine di questo secondo albo, si vedevano elementi perfettamente topolineschi come la vignettona col classico finale "a rincorsa" e l'impostazione classica delle vignette. Se nell'ottica del Disney di Nuova Generazione La Contesa si rivela un prodotto decisamente inadeguato al suo formato, come storia tradizionale è senza dubbio di buon livello. Un Turconi in formissima illustra infatti la disputa tra scrittori del brivido che avviene in casa di Manny. Viene quindi ripescata l'idea secondo la quale nel nostro immaginario esistono i mostri proprio perchè sono stati introdotti da scrittori che hanno viaggiato nel mondo dell'impossibile, un idea che pone in relazione i due mondi e che in seguito sarà progressivamente dimenticata. Lo scenario è quello tipico di inizio X-Mickey con Manny. Toppersby e il Topo Bianco a farla da padrone, che ben presto si sarebbe progressivamente incentrato su Pipwolf e il suo mondo privato. Dalla breve del numero precedente vengono inoltre esportati i Libri Predatori, che diventeranno una presenza costante nel mondo di X-Mickey. I Libri sono il tema dell'episodio di Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Ferraris), che grazie anche agli approssimativi disegni di Ferraris contribuisce a rendere ancor più chiaro il tono del fumetto. In chiusura la breve In Una Gelida Notte (Ambrosio/Coppola) è una perfetta (e bella) storia Topoliniana che fa luce sul personaggio di Ice, affidata ai disegni di un Coppola profondamente cavazzaniano.
    In conclusione, è stato con questo numero che crollò ogni più piccola aspettativa di avere tra le mani se non un potenziale sequel di MM, quantomeno un degno esponente del Disney di Nuova Generazione, ma col senno di poi non si può non ammettere di ritrovarsi di fronte a un genere di storie che sarebbe meraviglioso poter leggere sul settimanale, dove a Pipwolf si sta continuamente e scioccamente continuando a dare il ruolo di solista...
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    Ed ecco un numero che consiglio senza indugio anche a coloro che non seguono X-Mickey. Tredicesimo Piano (Artibani/Camboni) è un piccolo gioiellino, che quando uscì nell'estate 2002 seppe rassicurare momentaneamente i lettori che dopo La Contesa si stavano cominciando a rendere conto della vera natura della testata. Il tocco Artibanico si vede subito: la storia è interessante, inquietante e d'atmosfera. E riesce pure ad essere divertente senza scadere nell'umorismo bambinesco che avrebbe poi caratterizzato la serie. E soprattutto riesce ad essere credibile nel suo presentare situazioni assolutamente impossibili. In essa fa il suo debutto un nuovo cattivo, Saladin Slade, che avrà modo di tornare solo nel penultimo numero. Oltre a richiamare col suo abbigliamento e i suoi colori le atmosfere anni 30, che avranno una loro parte nel finale della storia, Saladin è caratterizzato impeccabilmente anche dal punto di vista grafico, da un Camboni in stato di grazia. Ed è forse proprio grazie a Camboni che si deve il 50% del feeling adulto di questa storia. La coppia Camboni/Artibani si era già vista nel panorama del Disney di Nuova Generazione in Small World, ultimo numero di X-Mickey. E con Small World questo numero condivide moltissimo, dall'impostazione caotica delle tavole agli sfondi dettagliatissimi e alla colorazione "spenta". Insomma una storia che dimostra l'ultimo affannoso tentativo di nobilitare X-Mickey da parte di un autore che era stato un baluardo di questo nuovo modo di fare fumetto Disney, e che vorrebbe liberarsi dai limiti imposti dalla generazione frittole. Non è un caso quindi che Tredicesimo Piano ci appaia fin troppo compresso nelle sue 45 tavole e che verso il finale non tutto sia chiaro.
    Il numero è ghiotto anche per le altre due storie contenute: Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Turconi) è abbastanza divertente, mentre la breve Sorridi! che ai tempi della campagna pubblicitaria di X-Mickey era stata messa online sul sito di Repubblica, è deliziosamente leggera e inquietante.
    Insomma con Nello Specchio uno dei pochi numeri di X-Mickey davvero irrinunciabili.

    Next: Il giorno dei Dimentiratti, dove anche l'ultima illusione si schianterà miseramente al suolo e il disgusto prenderà definitivamente il sopravvento.
  • inquietante e misterioso, disegni di ottima qualità, a mio parere uno dei migliori numeri di X-M...!
    blah blah blah
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    E se Tredicesimo Piano aveva alimentato le illusioni che X-Mickey potesse appartenere alla linea delle testate Disney a target alto, ecco che con Il Giorno dei Dimentiratti (Cordara/Ferraris) si piomba nell'abisso più nero. Tutt'oggi uno dei peggiori numeri di X-Mickey di sempre, questa quarta uscita "gode", dalla prima all'ultima pagina dei disegni di un Ferraris tuttofare. Mai si sarebbe vista una così bassa qualità sia grafica che sceneggiatoria all'interno della testata. Testata che da questo numero in avanti andrà sempre e solo considerata affine a Topolino. Non che ci sia qualcosa di male (anzi avercene di storie così su Topolino!), se non fosse per un formato assolutamente inadatto che enfatizza dove non dovrebbe, finendo per non soddisfare nessuno.
    Ma questo numero non è valido neanche secondo i canoni del Disney Tradizionale, visto che la storia è quanto di più banale e buttato lì si sia mai visto. Oltre ad avere un'idea di fondo presa pari pari dai Dissennatori di Harry Potter, non si può neanche dire che ci sia una benchè minima parvenza d'intreccio. E a volerla proprio dire tutta, i ripetuti flashback che mostrano un Topolino liceale modernista andare al primo appuntamento con Minni sono quanto di più antifilologico si sia mai visto, mostrando un aggiornamento del passato del personaggio assolutamente fuori luogo.
    Forse con un trattamento adeguato, Il Giorno dei Dimentiratti avrebbe potuto essere una bella storia "alla Casty", ma ora come ora potrebbe raggiungere la sufficienza solo come numero della gloriosa collana Imparo a Leggere con Topolino. Oltretutto il feeling da libro illustrato c'è tutto: la sceneggiatura è così povera di avvenimenti che le tavole sono composte quasi sempre da macrovignettone, spesso e volentieri d'azione, e quindi mute. Una bella doccia fredda dopo che Il Tredicesimo Piano aveva mostrato uno stile così ricco da sembrare compresso e soffocato nelle poche pagine disponibili.
    Ma la galleria degli orrori non finisce qua: dopo un Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Ferraris) nella media, arriva la ciliegina sulla torta: la pessima Fuori Orario (Ambrosio/Ferraris), risibile facezia su un Topolino che per un equivoco si convince che i suoi amici del Topo Bianco abbiano cattive intenzioni, quando invece stanno semplicemente giocando a un gioco di ruolo. E la cosa più triste è che Ambrosio poco tempo dopo ci ripropinerà la stessa identica ciofeca su Pk-Frittole, cambiando solo i personaggi e mettendo Angus Fangus al posto di Topolino.
    Un numero pessimo e assolutamente sconsigliato, dunque, che rappresenta uno dei punti più bassi toccati dalla testata. Peccato per l'ottima copertina, che d'ora in poi non c'entrerà assolutamente nulla col contenuto.

    Next: Prima che Sia Giorno. E fortunatamente sarà tutta un'altra musica.
  • Numero pessimo ( vorrei usare qualcosa di peggio ma non c'è ).
    Mi ricordo all'epoca che Xmickey fu la seconda testata Disney che acquistai con regolarità e il giorno d'uscita di questo numero non me lo posso dimenticare: andai a comprarlo in edicola e quando vidi nei credits che tutte e tre le storie erano firmate da Ferraris un treno mi trapassò. Niente di personale contro Ferraris ma la sua "linea" allora non è che mi piaceva granchè, soprattutto perchè erano 3 storie su 3. Comunque speravo che la prima storia era almeno interessante, dopo 13° Piano mi aspettavo qualcosa di ben fatto, ma invece...
    Un numero da dimenticare.
    Mentre invece l'albo che seguirà sarà interessante, soprattutto la storia breve che è la prima ed ha il privilegio di aver posto in copertina (solo per il titolo).
    Diciamo che in generale da un punto di vista sceneggiativo Enna e Bosco sono i migliori mentre da un punto di vista grafico il migliore è in assoluto Vian.
  • mh, e io che pensavo di comprarlo! é____è
    blah blah blah
  • Ecco, evita.
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    Con un titolo che rievoca una quintalata di altre storie del Disney di Nuova Generazione (PKNA, Witch), questo quinto numero infrange un'altra delle regole non scritte, ma seguite dai tempi di PKNA #8: Silicio. L'albo infatti contiene ben due storie "principali", e la cosa più strana è che la storia che dà il titolo al numero è anche la più breve. Da qui in poi si capirà sempre di più come X-Mickey vada inteso come una testata Topolinesca, affine al settimanale non solo per il target ma anche per l'organizzazione interna delle pagine a fumetti. Non più LA storia, ma LE storie, e forse è anche meglio così. Entrambe le storie poi sono ottime storie, o perlomeno ottime per la media Topolinesca. Sicuramente una maggior lunghezza avrebbe giovato a Prima Che Sia Giorno (Bosco/Coppola), che si chiude un po' troppo velocemente, ma la cosa è perdonabile visto anche il poetico finale a sorpresa. Insomma, una storia sugli spaventapasseri viventi sa di già visto e anche Mow l'antagonista non è niente di che, ma tutto sommato Bosco mischia ottimamente gli ingredienti e il risultato è molto buono. Peccato per il personaggio di Mary, caratterizzato abbastanza per poter sembrare fisso o quantomeno utile per l'economia della singola storia e invece condannato a esaurirsi nel giro di sei tavole.
    Dopo il consueto Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Turconi) si passa all'altra storia lunga del numero, una delle ultime a focalizzare sul personaggio di Topolino, qui visto giustamente come uno scavezzacollo, per il quale preoccuparsi. E forse la splendida cover per l'orribile precedente numero era stata in origine pensata proprio per Il Segreto di Manny (Cordara/Gervasio) in cui Topolino e Manny si avventurano all'interno del bosco dei cento scomparsi per ritrovare Lanny, il fratello di Manny, sparito molti anni prima. Anche questa storia avrebbe beneficiato di qualche tavola in più, a causa di alcuni passaggi un po' troppo faciloni, ma tutto sommato è buona anche solo per la grande atmosfera. Insomma una storia che su Topolino avrebbe fatto un figurone. Numero quindi che mi sento di consigliare, sia pur con cautela e tenendo sempre presente i limiti della testata.

    Next: La Giostra. In cui tra ricordi e citazioni scarpiane una certa zia Topolinda saprà dare a Topolino uno dei suoi ultimi ruoli di spicco prima del monopolio di Pipwolf.
  • Una gradevole sorpresa, La Giostra (Bosco/Pastrovicchio). La copertina è asslutamente fuori luogo, non pertinente alla storia interna, e non è una novità. E' una novità però che l'immagine raffiguri una scenetta talmente specifica da sembrar tratta da una qualche storia a tema circense. E forse un legame molto labile tra circo, parchi divertimento e giostre c'è, almeno intenzionalmente. Non si può certo dire che la storia in questione sia un giallo particolarmente strutturato, ma si fa leggere bene. Certo, i macrovignettoni fanno capire quanto inadeguato sia questo formato per una tipologia di storie che farebbe un figurone sul settimanale, ma tutto sommato non ci si può proprio lamentare perchè questo numero offre, in apertura e in chiusura, alcune vere chicche per gli appassionati. In esse Topolino ha una visione della sua infanzia e rivede la Zia Topolinda di Scarpiana memoria. La scena è inquietante all'inizio e assai tenera verso la fine per arrivare a una punta di commozione nell'ultima tavola, in cui a un Topolino sognante scende una lacrimuccia mentre guarda la luna. La scena in sè interessante anche dal punto di vista strettamente filologico, dal momento che la sequenza flashback è realizzata con lo stesso stile di Topolino e la Collana Chirikawa, con tanto di prima persona, manine in primo piano e contorni indefiniti. Come se non bastasse non manca il successivo svenimento e molti personaggi, pose ed elementi ricalcati dalle vignette di quella storia. E' presente poi Chiedilo a Pipwolf (Macchetto/Turconi) sempre in tema di Luna Park e Se Fosse Vero (Ambrosio/Palazzi), una breve con Marzabar, di poca importanza. Insomma, un numero che tutto sommato consiglio, anche solo per l'affettuoso omaggio a Scarpa contenuto.

    Next: Dietro la Maschera, dove le cose inzieranno a farsi sciape.
  • nay, questo era l'ultimo numero della ristampa, ed era anche pessimo, sia per disegni che trama. Peccato però, ci tenevo a recuperare "il cuore di Krimold" ç__ç
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  • Ultimo numero?? Lo sospendono?
  • sul retro c'è scritto che è l'ultimo numero della ristampa. O forse intedono quello del mese prossimo?
    blah blah blah
  • Uhmm puoi fare uno scan o riportare il testo?
  • c'è scritto "arrivederci da qualchre parte nel mondo dell'impossibile!" sul retro del giornalino, con un bollino azzurro con scritto chiaramente "ultimo numero della ristampa". Fate voi.
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  • Una cosa molto stronza questa. Iniziare una serie e poi interromperla è un conto, in fondo a venirne danneggiata sarà la qualità del fumetto ma si darà comunque modo al lettore di possedere tutta l'opera. Decidere di ristamparla e poi interrompersi è un segno di maleducazione verso il pubblico che questi sei numeri erano riusciti a racimolare. Sapevano benissimo cosa stavano andando a ristampare, hanno deciso di farlo comunque per poi tirarsi indietro dopo poco con tanti saluti a chi adesso dovrà andarsi a cercare gli originali uno per uno. Che inciviltà, e pensare che questa stessa identica cosa potrebbe accadere anche con Pk, e anzi ha già iniziato ad accadere visto che pare che non ci sarà alcuno Speciale '98. E pensare che i costi di questi albi sono irrisori.
    Vergogna.
  • Bè, evidentemente i ricavi sono ancor più irrisori dei costi.

    E' semplice, la Disney rimane sempre e comunque una casa editrici, non Babbo Natale.
    Se una testata non vende a sufficenza, allora si chiude.

    Non sarà bello da un punto di vista sentimentale, ma è il mercato.
  • C'entra niente il sentimentalismo. Sapevano cosa andavano a ristampare, e cioè una testata colata a picco perchè non vendeva nulla. E se hanno voluto farlo lo stesso allora che si prendano le proprie danatissime e fallimentari responsabilità e arrivino fino alla fine. Non gliel'ha ordinato il medico di intraprendere un cammino fallimentare. Ma il fatto è un altro e cioè che se una politica editoriale è marcia e fallimentare inside questo si rifletterà anche sulle cose minime.
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