[Allegati RCS] I Classici della Letteratura Disney

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Riporto in auge il topic dopo quasi 6 mesi, perchè mi sono messo a leggere i volumi che avevo accantonato nella pila di cose da leggere.

    I Classici della Letteratura Disney #10
    Mah, riprendere in mano la collana dopo un bel po' di tempo mi ha fatto rendere conto di quanto fosse effettivamente mal realizzata. Degli editoriali e dei riassunti davvero troooooppo lunghi, difficilmente sono arrivato alla fine, saltando a piè pari quelle pagine per arrivare alle storie.

    Paperino di Munchhausen
    Boh, mi sono accorto che le storie Disney d'annata invecchiano male nella mia testa, non riesco ad apprezzarle pienamente, un po' per il tratto antico, un po' per il ritmo differente; ma questo è da imputarsi unicamente al gusto personale, boh, se rileggo storie MARVEL di quel periodo non accuso il passaggio del tempo in maniera così pesante... Ovviamente ci sono le eccezioni nelle storie Disney, come Barks o Gottfredson, ma queste storie proprio non rientrano in questa categoria.
    Apprezzando il romanzo originale, speravo di ritrovare lo stesso umorismo surreale anche qui; certo, Paperino vive avventure impossibili nella realtà, ma con una carica comica nettamente inferiore... A parte Paperino trasportato dalla cicogna, e il levriero che si è consumato le gambe, non è che mi sia fatto poi queste gran risate, ma ho trovato invece la storia una sequenza di eventi asurdi slegati l'uno dall'altro, e stop.


    Il Dottor Paperus
    Uhm.
    Ho apprezzato graficamente le tavole in cui Mefistofele accompagna Paperus da Nocciola, ma a parte questo c'è ben poco che mi faccia gridare al capolavoro.
    Certo, ci sono le citazioni ai diavoli pescati direttamente da L'Inferno di Topolino, ci sono i primi accenni di mattaglia (ma sono delle comunque delle prove, qui sono "solo" tavole di battaglia con un po' più personaggi del solito...
    Non ho ritrovato quel capolavoro che tutti osannavano, ma l'ho trovato caruccio, nulla di più.
    Ho apprezzato però il fatto che non venga inserito forzatamente un lieto fine (come invece avverrà, sob, per la parodia di Romeo e Giulietta), ma il protagonista non ottiene la sua bella. E finalmente, cavoli!


    Paperino e il flauto magico
    Ecco, questa invece l'ho apprezata di più. Saranno i disegni, sarà che vuol essere solo una storiella leggera, e non un racconto di più ampio respiro (come i precedenti, che a mio parere come ho già detto non sono riusciti pienamente), sarà che ha uno stile di narrazione più moderno...
    I disegni di Massimo DeVita sono stati una boccata d'aria fresca dopo le due storie precedenti, e così anche diverse battute. Ma sinceramente, vedendo nuovamente una storia basata su Amelia che vuole rubare la Numero 1 mi ha un po' stufato. Certo è il suo ruolo, e nelle storie standard ci sono spesso spunti interessanti come variazione sul tema, ma qui più che un'interessante esperimento in costume, l'ho percepita come una cosa ripetitiva... Nonostante tutto, è la storia che ho apprezzato di più del volume, e questo probabilmente mi causerà la flagellazione da parte dei Disneyomani.
  • DeborohWalker ha scritto:Il Dottor PaperusUhm.
    Ho apprezzato graficamente le tavole in cui Mefistofele accompagna Paperus da Nocciola, ma a parte questo c'è ben poco che mi faccia gridare al capolavoro.
    Immagine
    Se non è un capolavoro questo, non so cosa possa esserlo.
    Abbiamo una rilettura originale del classico di Goethe, cupa e disincantata nei temi trattati (la guerra, la vecchiaia) e profondamente amara nella conclusione, ma raccontata in modo gradevolmente umoristico, con numerose trovate divertenti e un'eccellente "recitazione" dei personaggi. Abbiamo disegni di altissimo livello, con la loro complessa costruzione visiva, l'impeccabile eleganza del tratto, le innumerevoli invenzioni grottesche e visionarie, e una perfetta fusione di elementi iconografici ripresi da svariati modelli (Albertarelli, Barks, Taliaferro, Bioletto) in un insieme stilisticamente coerente.
    E abbiamo una storia che puoi leggere decine e decine di volte, e ogni volta trovarla bella per motivi sempre diversi.
  • I Classici della letteratura Disney #11
    Continuo a saltare gli editoriali a piè pari, che raccontano in modo a dir poco noioso la storia originale, anticipano elementi della parodia e cercano arrampicandosi sugli specchi di giustificare la parodia stessa.
    Sono convinto che siano i peggiori editoriali mai visti per una collana di volumi a fumetti.

    L'Isola del Tesoro
    Questa è un'altra storia che va giudicata in due modi: come storia, e come parodia.
    Come storia è gradevole, divertente, con spunti originali, primo fra tutti Paperone che è un vero e proprio cattivo all'inizio della storia.
    I disegni pur se vecchiotti si riescono ancora ad apprezzare, e la storia procede con un ritmo più che buono.
    Come parodia, qui però è un completo disastro: non se l'idea di questa storia come parodia de L'Isola del Tesoro di Louis Stevenson fosse uno degli obiettivi originali, o se sia un'idea di questo volume... Ma con il romanzo originale non ha assolutamente nulla a che fare!
    E il modo in cui cercano di farci credere il contrario è ridicolo, vendendoci il personaggio di Paperone come un Long John Silver (col quale non c'entra nulla) e soprattutto con L'Isola del Tesoro non c'è assolutamente nulla in comune, se si esclude l'atmosfera piratesca e un paio di elmenti che sono ormai entrati nell'immaginario delle storie di pirati, come l'isola a forma di teschio.
    Mah.

    Zio Paperone in... Capitani Coraggiosi
    Qui una parvenza di parodia c'è. Anzi, con intelligenza il protagonista nullafacente perchè ricco, qui viene capovolto e rimane nullafacente, ma essendo Paperino, per via della sua proverbiale pigrizia. La storia prosegue bene, ci sono un paio di momenti lenti, ma tutto sommato la storia è promossa.
    Continuo a non capire il perchè vengano omessi elementi come il ripescamento del cadavere... Cioè, capisco il perchè, ma che senso ha sostituirli con il pescare una balena, che nell'ottica della vicenda ha un senso assolutamente diverso?


    Il Fantasma di Canterville
    Anche questa l'ho decisamente apprezzata, sia per la storia simpatica che finalmente parodizza giocando per bene con gli elementi della sotia, e pure con buoni disegni, che a fine storia scopro essere di Sisti. Curiosa l'idea di utilizzare Paperetta Yè-Yè invece che l'onnipresente Paperina, evidentemente qualcuno ha capito che usando sempre e solo gli stessi elementi si finisce per sfinire il lettore.
    Anche qui, come nell'episodio precedente, trovo ridicolo usare vernice al posto del sangue, non ha senso!
    Ma davvero all'età in cui leggevo Topolino mi sarei sconvolto tanto per del sangue? Mah.
  • Deboroh, per scambiare la storia di Bottaro per una parodia ci vuole tutta la dabbenaggine che chi ha curato questa collana richiede ai lettori...
  • Ah, ecco.
    Infatti sospettavo che "l'isola del tesoro" del titolo non fosse L'isola del tesoro ma $isola del tesoro.

    Però gli arrampicamenti sugli specchi per far credere il contrario sono qualcosa di ridicolo.


    Ridicolo, ridicolo... cos'altro mi viene in mente adatto a questa parola?

    Ah, sì, questa collana.
  • I Classici della Letteratura Disney #19
    Oh, il volume migliore finora, con la parodia più bella che ricordi.

    Il Mistero dei Candelabri
    Paperjean, furfante redento, trova rifugio in una locanda dove fa’ la conoscenza di Cosette, una bambina trattata ai suoi padroni come una novella Cenerentola. Cosette aiuterà l’uomo a sventare un furto a sue spese, e in cambio Paperjean fuggirà dalla locanda portando con sé la pargoletta. Giunti a Parigi, Paperjean diventerà un ricco commerciante di tessuti e farà studiare Cosette nei migliori collegi della città. Il giovane poeta Paperino di Pontmercy si innamora della ragazza, e per ottenere da Paperjean il consenso per sposarla, Paperino si metterà alla ricerca del tesoro di Napoleone, grazie anche all'aiuto di tre monelli senza famiglia.

    La storia parte entrando da subito nel vivo della vicenda: molto buona l’idea di cominciare la narrazione a partire dall’incontro tra Paperjean e Cosette, raccontando i fatti antecedenti a questo evento in seguito, attraverso un flashback. La storia si dipana rapidamente, con continui cambi di atmosfera e obiettivi differenti, per concludersi con la ricerca del tesoro di Napoleone. La caratterizzazione dei personaggi è piacevole, non rimanendo a tutti i costi vincolata pedissequamente all'originale personaggio disneyano. Buoni anche i personaggi ideati appositamente per questa parodia, come l'uomo che regala i candelabri a Paperjean, ma soprattutto il carismatico ispettore Javert, affascinante nell'aspetto quanto nel carattere.
    D'effetto anche i due microcosmi che vengono mostrati tra le strade di Parigi, come il mondo sotteraneo dei Freres Bassett che vivono nelle fogne, così come la vita sui tetti di Gavroche e i suoi fratelli..

    Paperin di Tarascona
    Boh. Sarà, ma io buona parte delle vecchie storie Disney non riesco a farmele piacere. I disegni qui non sono tanto male, considerando che è Bottaro e che stiamo parlando di più di 50 anni fa...
    Ma la storia si fonda per lo più su due, tre idee, e a parte quelle in uesta parodia c'è ben poco: le pillole per far diventare coraggiosi, Paperino che di notte torna pauroso, le pecore che diventano aggressive... mio parere un po' poco per reggere una storia, soprattutto dopo aver letto Il Mistero dei Candelabri.
    Piccola nota per una battuta pronunciata da Paperone in una storia di 50 anni fa: "Idiota! Se le automobili andassero ad acqua, io non venderei più una goccia di petrolio!"... Alla luce della situazione attuale, delle multinazionali del petrolio che impediscono lo sviluppo delle macchine a idrogeno, è abbastanza inquietante ù_ù
  • I Classici della Letteratura #20
    Volume mediocre. Buono per una lettura e poco più.

    Canto di Natale
    Una rivisitazione del Canto di Natale di Dickens con protagonista Paperone.
    Uhm.
    Mi ricorda qualcosa.
    Ah, già, c'è già un fantastico mediometraggio Disney nato dallo stesso spunto.
    Questo fumetto però non è l'adattamento di quella piccola perla d'animazione, bensì una rivisitazione completamente differente. Piatta, e priva di qualsivoglia guizzo creativo. Nel cartone gli spiriti venivano interpretati da diversi personaggi Disney, ma qui l'unico caso è l'ex-socio di Scrooge, con l'aspetto di Rockerduck. Ma a parte qello, il vuoto assoluto. Nessuna sorpresa, nulla di originale. E degli spiriti natalizi assolutamente impersonali, privi di una qualunque caratterizzaziione.
    Perchè bisogna fare storie simili?
    Ah. Il fumetto però è fatto un anno prima.
    Vabbè, sono cattivo e non me ne frega nulla.
    Magari è stato anche fonte d'ispirazione per il cartone, ma a me, lettore del 2007, il fumetto ha annoiato.

    Paperino e il cane di Natale
    Paperino e la fiaba natalizia
    Due storie di Barks. A tema natalizio, per farle rientrare nel contesto del volume.
    Però fiacche. Decisamente fiacche.
    Ho letto molto meglio di Barks. Anzi, credo di non aver letto storie di Barks che mi avessero lasciato così indifferente.

    Il ritratto di Zio Paperone
    E a sorpresa, a fine albo ci troviamo la storia migliore tra quelle proposte.
    Una parodia de "Il ritratto di Dorian Gray" ma neanche tanto. Anzi, la storia ha una sua autonomia, con un Paperone impegnato ad effettuare le sue attività con l'unico fine del lucro, seguito da un pittore (nella prima parte) e successivamente impegnato a rimediare a tutte le angherie che ha fatto sopportare ai suoi collaboratori. Carina l'idea di fondo, e gradevole il modo in cui ci si riferisce all'opera di Dickens, senza farlo pesare ai lettori più giovane che difficilmente hanno una vaga idea del romanzo originale.
    Ho apprezzato anche la colorazione al computer, che evidentemente all'epoca era ancora agli inizi, ma risulta già gradevole all'occhio.
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  • DeborohWalker ha scritto:Carina l'idea di fondo, e gradevole il modo in cui ci si riferisce all'opera di Dickens,
    Wilde?
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

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  • Ops, sì.

    Evidentemente mi girava ancora per la testa la prima riprovevole parodia.
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  • DeborohWalker ha scritto:Paperino e il cane di Natale
    Paperino e la fiaba natalizia
    Due storie di Barks. A tema natalizio, per farle rientrare nel contesto del volume.
    Però fiacche. Decisamente fiacche.
    Ho letto molto meglio di Barks. Anzi, credo di non aver letto storie di Barks che mi avessero lasciato così indifferente.
    Addirittura? Canto di Natale è un piccolo gioiello dissacratorio.
  • Si vede che il cane lo è meno.
  • Sandopaper e la Perla di Labuan
    Una storia narrata che evidentemente non doveva essere tale: perchè inserire un narratore interno, se tutto ciò viene realizzato in modo affrettato, e sul finale non viene neanche ripreso, per chiudere con una morale o con una gag? Probabilmente gli autori si sono resi conto alla fine di aver fatto tre pagine in meno... Il cast dei personaggi è stato costruito bene, con buone caratterizzazioni e situazioni simpatiche, anche se ogni tanto ho trovato qualche elemento che mi è parso fuori luogo (ad esempio la gag del sigaro ripetuta più volte) e di sicuro la vicenda non brilla per originalità.

    Topolino e i misteri della giungla nera
    Una parodia come questa è "giusta": i personaggi Disney vengono sfruttati a dovere, e la trama è quella del libro da cui prende spunto (non troppo pedissequamente, come accadeva per Il Canto di Natale di Paperone). I disegni di Ubezio sono particolari, e a mio parere riescono abbastanza a infondere un'atmosfera esotica alla storia. Non un capolavoro, certo, ma sicuramente una storia gradevole. Può una "storia gradevole" essere il punto più alto di volumi simili? No.

    Paperino e la nipote del Corsaro Nero
    Io mi chiedo: perchè spacciare come parodia qualcosa che non ha alcuna attinenza con l'opera originale? E' non è il primo caso in questa collana... Ho visto molte più affinità con L'Isola del tesoro pubblicata sull'undicesimo volume di questa iniziativa; il personaggio di Paperone ci assomiglia, e sarebbe stato più intelligente questa storia come sequel di quella... Mah. Per di più i disegni non aiutano a rendere gradevole piacevole la storia: le vignette sono piuttosto scarne e spesso i fondali sono formati solo da una colorazione monocromatica un po' sfumata.
    Boh, non mi pare proprio che sia un Bottaro in gran spolvero.

    Facendo un paio di conti, gli unici volumi della collana che ho deciso di tenere sono 1,3,9 e 19. Un po' pochini. Dai titoli di quelli che ho comprato e le storie contenute, nei prossimi volumi che attendo di leggere non dovrei trovare molte altre brutte sorprese, speriamo che la collana si salvi sul finale.
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  • ma ancora continuano a uscire? o__O
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • No, è Deb che è in perenne ritardo nei confronti del Mondo... :omg:
  • Oibò, avevo lasciato un volume in arretrato tra i volumi lasciati in arretrato. XD
    Che bello, riesco a superarmi ogni volta :P

    Il Milione
    Oh, evviva, una bella storia.
    Una bella parodia, che ripercorre in modo intelligente le vicende di Marco Polo.
    Belli i disegni, gag piacevoli, e la trama prosegue più che bene, a parte una fase un po' più lenta e noioso all'inizio della seconda puntata.
    Quindi non avrei nulla su cui soffermarmi particolarmente, se non per notare una cosa.
    La storia presenta un complicato meccanismo gestito decisamente bene, ovvero una doppia narrazione concentrica: c'è Topolino che racconta la storia, e c'è Marco Polo che racconta le sue avventure. E questi passaggi non risultano affatti forzati, ma anzi rendono il tutto scorrevole e molto più gradevole. Lo stratagemma del telefilm girato da Paperone è piacevole, anche se a lungo andare la scusa del budget e del copione strappato, ripetuta più volte un po' stanca il lettore.
    Però l'idea della trasmissione è buona, con le interruzioni a inizio e fine di ogni puntata per mostrare nuovamente l'ambientazione "televisiva": che sia stata un'ispirazione per la Papernovela della Ziche?

    Le altre due storie nemmeno le commento, questo volume esiste solo per la storia di Scarpa, e fingerò di ignorare le altre.
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  • Oh, forse l'albo più omogeneo della collana, dato che ripropone le quattro storie di una serie, sul modello dei volumi a fumetti che raccolgono intere saghe; qui vediamo pubblicate le quattro autoconclusive di Edgar Allan Top, tra l'altro riordinate non in ordine di come sono state realizzate, ma secondo l'ordine cronologico di uscita dei racconti di Poe a cui sono ispirate.
    Inutile commentare storia per storia, ma meglio giudicare il complesso, dato che le quattro storie sono piuttosto uniformi, per testo e disegni. Le sceneggiature sono interessanti, nulla di fondamentale per la storia del fumetto, ma comunque piacevoli; lo testimonia il fatto che mi ricordassi queste storie da quando le lessi da infante su Topolino, e sapendole pubblicate non vedevo l'ora di avere l'albo. I disegni di Ubezio a me piacciono, sono caratteristici e particolari, e a mio parere si adattano all'atmosfera misteriosa delle trame; unica eccezione è Lo Scarabeo d'Oro, ultima storia della saga disegnata, che è stata realizzata da Camboni, con un tratto più canonico e meno d'effetto.
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  • Ecco, un albo confezionato così non è niente male, con una storia molto bella e due carucce.

    Topolino e la Guerra dei Mondi
    Storia carina, in cui viene adattato il celebre romanzo di Wells in una forma un po' lenta in certi passaggi , ma di sicuro in modo adeguato ai canoni Disneyani; in particolare ho trovato azzeccata l'idea del virus passato agli alieni (in originale derivante dai cadaveri umani in putrefazione) qui trasformato in un semplice raffreddore trasmesso da O'Pippy.
    I disegni non mi fanno impazzire, lo sguardo di Topolino mi sembra particolarmente inespressivo, e ho trovato le inquadrature decisamente statiche, anche nelle fasi in cui si sarebbe dovuta prediligere l'azione.
    Proprio a riguardo mi è sorta una riflessione in generale sul fumetto Disney che vediamo su Topolino: la Guerra dei Mondi è un racconto che si basa sulla paura, sulla tensione di certe scene, eppure nella parodia Disney, tutto è raccontata con la colorazione standard e usando quasi vignette che mostrano i personaggi a figura intera, o a piano americano, lateralmente.
    Perchè non osare, e mostrare qualche inquadratura più azzardata, una colorazione differente e che rendesse al meglio l'atmosfera?
    Non è un discorso limitato a questa storia, ma a tutti i fumetti che si vedono su Topolino, perchè quando di tanto in tanto lo sfoglio, vedo che in tutti questi anni questa tendenza stilistica non è cambiata. Eppure, anche all'interno dela Disney stessa si sono fatti passi avanti con fumetti come PK, Witch, MMMM, X-Mickey, Witch, ecc. e gli autori Disney (sceneggiatori e disegnatori) spesso lavorano su altre serie con una composizione della tavola e inquadrature nelle quali "osano" di più.
    Perchè non portare tutto ciò anche sulle storie "settimanali" di Topolino? E' una schematizzazione più semplice da leggere che viene in un certo senso imposta dall'alto? Perchè la dinamicità delle tavole di PK non può essere riportata anche in una storia di Paperinik "light", dove la trama è magari meno elaborata?
    Mi pare un grande limite, perchè le storie di topi e paperi e Disney sono molto eterogenee ma, che si tratti di un indagine di Topolino, la storia di San Valentino con Paperino e Paperina, la parodia della Guerra dei Mondi, o una storia buffa di Ciccio e Paperoga, non vi è differenza.

    Il Visconte Dimezzato
    Oh, da quanto aspettavo di rileggermela! Una Silvia Ziche in formissima, non ancora iper-espressiva come diverrà in futuro, ma già in grado di darci personaggi che esprimono in modo chiaro e simpatico le proprie emozioni. I disegni sono davvero adorabili e i due mini-Pippo, come direbbero i giapponesi, sono così kawaai!
    Il racconto di Calvino è messo in scena in modo frizzante e chiara, e può venire apprezzata in egual misura sia da chi ha letto il romanzo orginale, sia da chi non l'abbia fatto. E "messo in scena" non è un termine casuale, dato che il presupposto dal quale si parte a narrare questa parodia, è una rappresentazione teatrale: spunto non immediato, dato che non siamo alle prese con un testo teatrale, ma di certo si rivela una scelta buona. Forse l'idea è partita dallo sceneggiatore lello Arena, a suo agio dietro un sipario, ma la cornice teatrale non invade più di tanto la narrazione, rimanendo confinata alle piacevoli scene all'inizio e alla fine dello spettacolo.

    Topolino e il Fantasma Canoro
    Storia piacevole, raccontata forse i modo un po' scarno, e il soggetto sa di "già visto" (ok, è una parodia, ma lo spunto è già stato usato decine e decine di volte); ad aumentarne la qualità vi è la figura di Babbit, personaggio ben caratterizzato con un solido background. Ed è pure una nuova faccia, ben venga, laddove magari avrebbero potuto usare Gambadilegno (con la zia interpretata da Trudi) o Orazio (e annessa Clarabella); fa piacere vedere che il disegnatore si impegna a creare un nuovo personaggio, specialmente se è ben fatto come in questo caso.
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  • Zio Paperone e… Il Vecchio e il Mare
    Un'altra storiella mediocre, che cerca (ma senza sforzarsi neanche troppo) di riprendere il capolavoro di Hemingway; ci sono però troppe differenze, dall'introduzione con i turisti all'episodio del fantasma, per non parlare del finale col pesce bonaccione.
    E a tutto ciò si aggiunge il discorso sull'atmosfera che ho fatto per Topolino e la Guerra dei Mondi; la storia viene narrata come una qualsiasi storia di $Paperone a pesca, senza cercare minimamente di ricalcare Il Vecchio e il mare. Per assurdo, è più parodia de Il Vecchio e il Mare la storia di Rat-Man La Storia Finita, che parodia non vuole essere; basta il tentativo di cambiare atmosfera per dare nuova vita a una serie, e queste variazioni servirebbero decisamente sul Topo, che ha l'inevitabile rischio di ripetersi, dopo tutti questi decenni di attività. Perchè non osare, rendendosi le cose più semplici?
    Oh, simpatico il personaggio di Acciuga, anche come resa grafica, confesso di non ricordarlo minimamente.

    Per chi Suona il Campanello
    Sisti. La storia per cui ho comprato questo volume.
    Belli i disegni, e bella la storia. Oh, proprio quello di cui parlavo sopra sull'atmosfera, qui abbiamo un'intera storia incentrata su un dialogo; un dialogo in cui attraverso brevi flashback vediamo Topolino in azione, ma in fondo il vero perno della vicenda è una riflessione di Topolino. Una scelta che prenderà meditando sul suo passato, e parlandone con lo spirito di Hemingway, non vivendo una storia d'azione o un giallo... quindi, originalità. Evviva.
    Tanto per gettare un po' di letame sugli editoriali, nelle pagine dedicate a Per chi suona la Campana, vi è scritto:
    Al romanzo di Hemingway la parodia disneyana (che parodia non è -_-) si ispira soltanto nel titolo: [...].
    Oh, bene, quindi non c'entra con il romanzo. E allora perchè per sei pagine mi riassumi la trama, che in questo albo non ha la minima utilità?

    Zio Paperone e il Grande Papero
    Storia gradevole, finalmente un'effettiva parodia dell'opera originale, rinnovata in modo intelligente adattandola agli stilemi Disneyani; qui l'atmosfera opprimente del romanzo di Orwell non è presente, ma a suo modo viene presentata come sottotesto, pur se in maniera molto più leggera.
    Piccola riflessione: ma quante centinaia di storie esiistono in cui Paperone, dopo aver lucrato su poveri innocenti, alla fine si ravvede e fa loro più o meno piccole concessioni? Ormai dovrebbe essere un generoso filantropo!

    La Metamorfosi di un Papero
    Abbiamo un romanzo completamente ambientato in un appartamento.
    Poi c'è la parodia, nella quale il protagonista gironzola per il mondo unendosi a un circo
    Abbiamo un romanzo in cui il protagonista diventa un uomo-scarafaggio raccapricciante.
    Poi c'è la parodia, nella quale Paperino si ritrova villoso.
    Perchè?
    Perchè gli autori devono scrivere nella prima pagina "vagamente ispirata al romanzo di Kafka", quando potrebbe assomigliare allo stesso modo al Brutto Anatroccolo?
    Mah.
    Comunque storia caruccia, disegni carucci, ma continuo a non capire tutte queste non-parodie.
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  • Ohibò, un altro bel volume tematico su opere teatrali, di diversa natura.

    L’Importanza di chiamarsi Papernesto
    Ricordavo con piacere questa storia, letta sul Topo da infante quando ancora non conoscevo l'opera di Wilde, e rileggerla oggi non ha cambiato la mia opinione in merito. La storia viene rappresentata, a parte un paio di sequenze-eccezione, negli stessi posti, come veri e propri atti di una rappresentazione teatrale. Personaggi espressivi, situazioni divertenti, e azzeccati adattamenti di alcuni aspetti della trama complessi, semplificati per il pubblico infantile.

    Miseria e Nobiltà
    Sicuramente la storia migliore del volume, che riesce a cogliere in maniera perfetta lo spiritò della commedia, sicuramente anche grazie alla napoletanità di Lello Arena, a suo agio con i ritmi e le caratteristiche basilari del teatro partenopeo. Cavazzano fantastico nel tratteggiare personaggi adoperati in ruoli ben precisi, senza rimanere forzatamente intrappolati nei carattere originario. E la differenza tra personaggi e attori viene chiaramente rappresentata nella sequenza introduttiva e in quella finale, scene di vita quotidiana in teatro e dietro le quinte: l'ambientazione teatrale, a differenza della storia precedente, non si esplica solo a inizio e fine storia, dato che anche nel mezzo della rappresentazione si intravede la silhouette del proscenio, o si sentono gli applausi del pubblico.

    Paperino Mercante di Venezia
    La domanda è: perchè?
    Perchè fare una storia simile, che con l'opera di Shakespeare ha ben poco a che fare?
    La partenza è interessante, col vaso di piume al posto della celebre libbra di carne, ma poi tutto degenera in una sorta di summa degli stereotipi veneziani: il negozio di costumi di carnevale, i nomi dei personaggi immotivatamente ispirati alle maschere della commedia dell'arte...
    E tutta la vicenda viene traslata proprio sui costumi di Carnevale, che diventano il pomo della discordia al centro del processo finale, il cui svolgimento si trasforma radicalmente.


    L’Amorosa Istoria di Papero Meo e Gioietta Paperina
    Storia stramba. Innanzitutto perchè, come la precedente, è una storpiatura dell'opera originale, anche se qui i danni sono decisamente minori. Questo non avviene immotivatamente, ma è "colpa" della censura Disney: ecco quindi che la scena dell'allodola (trasformata in usignolo, ma perchèèè?) è dovuta non a una notte di sesso, ma a un sonnifero ingerito da Papero Meo, e la scena finale con la morte dei due protagonisti è stata sacrificata in favore di un più classico happy ending. Ma allora perchè diamine fare una rivisitazione di Romeo e Giulietta, se poi non si inserisce il tragico finale? Tanto vale scrivere una storia simile, tanto ci si può costruire sopra una qualunque storia d'amore...
    Bizzarro il narratore Topolino, forse derivante da un fattore di celebrità. Ma cosa ci fa una storia simile pubblicata per la prima volta su Sorrisi e Canzoni? All'epoca venivano pubblicati fumetti? E' stato un evento straordinario o accadeva regolarmente? E in che contesto?[/quote]
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