[Topolino] Annata 2014

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Non a caso, quelle che hai menzionato sono storie particolari, progetti speciali o particolarmente innovative.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Abbiamo appena avuto "Potere e potenza".
  • DeborohWalker ha scritto:Ma non per tutte-tutte, dai.
    No, non per tutte-tutte, hai ragione.
    Solo per il 95% delle storie.
    Come giustamente ti fa notare Mason, hai nominato storie del tutto particolari, progetti atipici o che in qualche modo giustificavano l'omissione del nome del protagonista dal titolo. Non a caso sono storie di Faraci, Artibani, Ziche quelle che citi, autori cioè che sanno quando e come portare ventate di innovazione.
    Dici "le prime storie che mi sono venute in mente": appunto! Ti rimangono in mente quelle perché sono particolari, diverse, spiccano dalla media e non solo per il titolo. La tua memoria ricorda bene quel 5% della produzione e dimentica che il restante 95% è fatto di storie che nel titolo hanno sempre il nome del protagonista. Perché quelle storie, buone o meno buone che fossero, non era così memorabili da poterle mantenere nel cassetto della memoria più in vista.
    Infine, hai citato tutti esempi dal 1996 in avanti: escludendo le Grandi Parodie (e nemmeno tutte), e altri sparuti casi speciali, nei decenni precedenti la percentuale di storie senza protagonista nel titolo si assottiglia ulteriormente.

    Cosa differente, invece, era la consuetudine piuttosto discutibile di mettere un loghino accanto al titolo che etichettava quella storia come "storia del personaggio X", che è durata qualche anno sotto l'era Muci. Ma quella era una deriva esagerata e poco sensata, che infatti è scomparsa.
    brigo ha scritto:Abbiamo appena avuto "Potere e potenza".
    Questo chiaramente ha ancora un'altra spiegazione.
    Nell'enorme carrettata di cambiamenti e innovazioni che portò PKNA e a ruota MMMM e tutti gli altri spillati di "Nuova Generazione", c'erano anche i titoli senza il nome del protagonista, che canonizzavano per quelle testate quella che, come detto sopra, era un'eccezione alla regola su Topolino.
    Più che normale e doveroso, quindi, che la nuova storia di PK, la prima di uno sperato nuovo ciclo di avventure, riprenda quel mood.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Questa settimana su Topolino 3062 troviamo "Zio Paperone e i prodigi della 3D-PI", seconda storia di Casty con protagonisti i paperi.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Topolino #3062 mi ha un pochino deluso. Sarà che dopo i fasti di PK nelle scorse quattro settimane arrivare ad un numero completamente “normale” mi ha un po’ destabilizzato, sarà il tempo incerto, ma fatto sta che una volta chiuso l’albo sono rimasto un po’ meh.
    La miglior storia del numero risulta la prima, firmata da Jacopo Cirillo e Silvia Ziche. Paperino e il mistero del cartello è il primo tassello di una nuova serie dedicata agli edifici di Paperopoli. L’idea in sé è innocua e caruccia, inoltre da quanto visto questa settimana l’idea di “serie” è più concettuale che fattuale, e le varie storie dovrebbero essere indipendenti le une dalle altre, unite solo dal comun denominatore degli immobili paperopolesi.
    Cirillo, dovendo parlare della casa di Paperino, decide di dotarla di un’anima, silenziosa quanto presente, rendendo l’abitazione del protagonista un organismo affezionato al suo inquilino, dopo anni di vicissitudini. Il concetto è il medesimo del rapporto di Paperino con la sua 313 mostrato in almeno un paio di occasioni (Paperino e il segreto della 313 di Michelini/De Vita, e Addio! di Marconi/Cavazzano uscita sullo Speciale '98 di PKNA), in cui la macchina si rivelava come senziente. E devo dire che, come funzionava in quei casi, funziona anche stavolta con la casa. Gradevoli le gag slapstick, funzionali alla trama, e piacevole la nota poetica finale.
    La Ziche dal canto suo va a nozze con le espressioni esasperate o dotate di sorrisoni che abbondano in questa storia, e come sempre regala una buonissima prova.
    Plaudo poi al redazionale che correda la storia: le informazioni geografiche e urbanistiche su Paperopoli si rivelano coerenti con gli elementi barksiani e con le consuetudini maggiormente affermate nel corso degli anni, che in qualche modo si pongono alla base di questo agglomerato urbano, in uno studio di ingegneria civile che rispetta comunque il “canone”. Mi domando se ci sarà posto anche per citare la Ducklair Tower, quando gli articoli andranno a trattare la zone più centrale della città.

    Poi c’è Casty, alla sua seconda prova con i Paperi dopo l’esordio in tal senso di quattro estati fa. Ma se in quell’occasione lo stampo prettamente ciminiano aveva reso la storia decisamente godibile, anche grazie ai disegni molto barksiani del Ferraris egmontiano, stavolta il risultato è più deludente. Intendiamoci, Zio Paperone e i prodigi della3D-PI è una storia che si fa leggere, e alcuni dialoghi nelle prime tavole sono scritti in modo brillante. Ma l’ossatura della trama risulta banale, già vista: è la solita nuova invenzione di Archimede su cui Paperone costruisce un business che gli si ritorce contro. Il punto è che anche un plot del genere può generare un’avventura interessante ancor oggi, e Francesco Artibani l’ha dimostrato qualche mese fa con Zio Paperone e l'apparecchio postelefonico. Ma Casty invece ripercorre invece le solite situazioni e il solito sviluppo, mancando di brio e verve. Stefano Zanchi continua il suo percorso grafico molto positivo, anche se forse l’aspetto dei Bassotti risulta poco ricercato.

    Il nuovo episodio di Paperogate di Creta, invece, riesce solo a strappare qualche sorriso. Carina l’idea di inserire nella storia alcune prove di enigmistica ideate dal Savini, ma l’avventura in sé non risulta molto accattivante. Roberto Gagnor punta molto sulle battute che rendono il suo stile riconoscibile, e come dicevo alcune sono genuinamente divertenti (altre meno: l’idea degli stacchi pubblicitari è piuttosto artificiosa, e non tutti mi hanno divertito); simpatiche anche le citazioni, in special modo la caduta nel pozzo che richiama quella di 300 di Frank Miller. Spiace comunque vedere Ciccio stereotipo dello stereotipo di sé stesso.
    Antonello Dalena ai disegni sembra Graziano Barbaro invecchiato. Non comprendo questa svolta stilistica, già intrapresa da tempo ma che mi ha colpito più che mai in questa occasione, svolta che comunque ha modificato un tratto che mi piaceva molto.

    Il resto è trascurabile: la breve sulla cuccia di Pluto è una gag sempreverde, mentre la storia che chiude il giornale (Clarabella, Orazio e la vacanza indigesta) racconta di una vacanza di Orazio e Clarabella. Una vacanza di stile “avventura&pericoli” dove i nostri - guarda caso! - finiscono in avventure e pericoli veri credendo siano quest organizzate dal tour operator. Mi spiace per Francesca Agrati, la cui storia ha comunque il merito di far agire insieme una coppia poco utilizzata come Orazio e Clarabella, ma non si può certo dire che un plot del genere sia davvero accattivante quando nel solo ambito Disney rappresenta una situazione vista e rivista numerose volte.
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  • preso per avere il 5o pezzo del pk blaster.

    Per ora ho letto di sfuggita solo la storia di Cirillo/Ziche e quella di Casty.

    Non leggendo da anni Topolino (vecchi numeri mancanti pre-2000 rimediati qua e là a parte), non conoscendo Cirillo, il tratto della Ziche più la gag iniziale del cartellone "inviolabile", mi avevano fatto illudere fosse una storia surreal-demenziale. Storia comunque gradevole e leggibile, ma forse un pò forzata come concetto.

    La storia di Casty mi è piaciuta. Non vedo la necessità di innovare ad ogni storia. Si può essere freschi ed originali anche non discostandosi da canovacci "classici". Ma sono gusti.


    Per quanto riguarda il Topo in sè, l'ho trovato sicuramente migliorato rispetto a quando l'ho lasciato nel baratro, ma non so se basta.
    Sono in dubbio se aspettare, e fare l'abbonamento tra qualche anno, quando mia figlia comincerà a leggere, o portarmi avanti e approffittarne per avere anche il secondo pkblaster. Credo che prenderò ancora un paio di Topolino per capire se ne vale la pena.
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    Su Topolino 3063 Casty firma "Topolino e l'uomo del carbonifero", sua prima storia del collaudato ciclo della Macchina del Tempo.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Soddisfatto a metà.

    La 1° storia, Topolino e l'uomo del carbonifero, per me scorre troppo velocemente, non lascia granché.

    La 2°, Zio Paperone e il processo numismatico, è un plot già visto con i cattivi che diventano buoni.
    Apprezzabile graficamente (adoro Panaro quando disegna Paperone piangente), ma... già visto appunto.
    Dimenticabile la storia ad "enigmi", Indiana Pipps e il turbante di Alì Bebé. Non commento nemmeno. (ci tengono proprio a ripropinarci Kranz, eh??)

    La 3° storia, Amelia e la grande magia sgraffignografa, mi lascia un po' interdetto: è una trama abbastanza cretina, eppure come è imbastita mi piace un sacco.
    In più un Barbaro che finalmente inizia a perdere quel sentore di "stracci vecchi" quando disegna.

    La 4°, Zio Paperone e la vancanza part-time, mi è piaciuta molto, decisamente divertente.
    Solo io però noto qualche influenza di Luciano Gatto nello stile di Mazzon?

    Sorvoliamo sugli sketch brevi, che hanno smesso di farmi ridere circa 800 numeri fa.

    PS: visto che comunque il popolo del Topo si è mostrato recettivo con storie più "pese" (infatti i numeri di PK avevano quasi tutte buone storie), non sarebbe il caso di svecchiare un po' i plot ed alzare l'asticella, almeno per 2 storie su 4?
    PPS: Ma una bella serie a puntate da ridere, sulla falsariga del Robelink? Come la vedreste?
    Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato.
    - Odate Buta -
  • Dovrebbe essere in arrivo questa gigantesca figata qui:

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    Topolino che diventa Paperino.

    Ideissima! :)
  • Uhm. Non capisco se esca direttamente in volume, o se annunciano già il volume prima che esca su Topolino divisa in puntate come Dracula.
    E non capisco nemmeno quale di queste due ipotesi mi sembra più strana.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Io invece non capisco come mai nessuno parli della storia di Casty in edicola sul topo di questa settimana, che è veramente un gioiello di gioco a incastro.
  • Il Carbonifero dici? Indubbiamente è una storia in cui si vede dell'Intelligenza e del Pensiero Laterale e non il solito paradossino temporaletto. Però non mi è sembrata niente di straordinario.

    Quanto alla parodia, io sono MOLTO affezionato al Mister Mike di Francesco. Motivo per cui quando si seppe quale sarebbe stata l'opera parodiata alzai lo sguardo al cielo. Ora che so qual è l'idea alla base non posso che aspettare fiducioso. Anche perché dopo la versione con i paperi (quella di Motta) e quella con i topi (quella di Artibani) avremo la versione team-up e mi sembra che si venga a delineare un trittico perfetto. :fire:
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    Ottimo lavoro.
  • A me sta idea di Enna piace proprio perché potremmo essere di fronte alla prima storia team-up con un senso "filosofico" che vada oltre a quello di semplice festosa reunion.

    Anche se io resto dell'idea che la banda Disney funzioni da dio riunita, pure meglio che divisa in due. E ci sono fior fior di capolavori animati a dimostrarlo.
  • Comincio col dire che la nuova parodia di Enna/Celoni è una delle cose che mi fa sbavare copiosamente e che non vedo l'ora di poter ammirare.
    DeborohWalker ha scritto:Uhm. Non capisco se esca direttamente in volume, o se annunciano già il volume prima che esca su Topolino divisa in puntate come Dracula.
    E non capisco nemmeno quale di queste due ipotesi mi sembra più strana.
    Per ragioni tempistiche ritenevo più probabile che la storia andasse direttamente in volume senza passare dal "Topo": pubblicare a settembre (esempio a caso) una storia che viene ristampata in volume appena un mese e mezzo dopo mi pare non coincida molto con quanto visto in passato per simili operazioni, mentre mandare la storia direttamente in un volume dedicato sarebbe stata anch'essa una soluzione strana ma che ci può stare e che, pur in condizioni diverse, ha avuto dei precedenti (la graphic novel di Epic Mickey).
    Invece, leggendo sulla pagina Facebook di Fabio Celoni abbiamo la conferma che la storia passerà anche su Topolino: a questo punto il motivo per una ripubblicazione deluxe a breve distanza è data dalla colorazione, IMHO: la storia coi colori di Mirka Andolfo vedrà la luce sul settimanale, mentre la versione in bianco e nero con retino digitale di Celoni sarà appannaggio del volume. Ed ecco la trappola per prendere la storia in entrambe le edizioni, nonostante il breve gap temporale :P

    Topolino #3063
    Valerio ha scritto:Io invece non capisco come mai nessuno parli della storia di Casty in edicola sul topo di questa settimana, che è veramente un gioiello di gioco a incastro.
    max brody ha scritto:Il Carbonifero dici? Indubbiamente è una storia in cui si vede dell'Intelligenza e del Pensiero Laterale e non il solito paradossino temporaletto. Però non mi è sembrata niente di straordinario.
    Faccio mia la risposta di max a Valerio. È indubbiamente un buon Casty quello che firma Topolino e l'Uomo del Carbonifero, che si cimenta con il ciclo della macchina del tempo senza sfruttare i vari cliché che si sono ormai sedimentati da anni in questo genere di avventure (al contrario di quanto accaduto l'altra settimana con la storia di Paperone e della stampante 3D). Molto buono il Pippo che agisce in questa storia, e buono il Mickey protagonista. E lodevole aver voluto andare a raccontare un'epoca così remota che mai i protagonisti hanno visitato. La storia risulta scritta bene, con qualche battuta azzeccata e con un intreccio interessante, ma è mancato quel qualcosa che mi catturasse davvero. Mancava quel quid, quel qualcosa in più che mi sarei aspettato. Sì, il gioco e incastro lo vedo anch'io, ma alla fine è solamente un uso ben fatto del viaggi del tempo, senza dover ricadere sempre nel paradosso formatosi ad hoc. Boh, non so, analizzandola dal punto di vista tecnico non ci vedo quasi nulla da obiettare, ma non mi ha coinvolto come mi sarei aspettato dalla storia [spoiler]di un uomo del futuro e del suo robot che vanno in cerca di una cura per una malattia.[/spoiler]
    [spoiler](però lol, dare dei pelati a Topolino e Pippo è epic! XD )[/spoiler]
    Zio Paperone e il processo numismatico mi è molto piaciuta. Il problema è opposto a quello della storia di Casty: se andiamo a vedere la sceneggiatura ci sono un po' di cose che non tornano, senza contare che si va abbastanza OT con l'idea di celebrare l'edificio di turno della città, ma nel complesso è una storia in cui Silvia Martinoli ha voluto condividere a modo suo il sentimento di Paperone verso la Numero Uno, riuscendo secondo me a mettere ben in mostra questo aspetto e anche il carattere di Amelia.
    Amelia e la grande magia sgraffignagrafia è una macchettata fin dal titolo :P Ma una macchettata dolce, di quelle che mi piacciono, e quindi al diavolo se il presupposto è un po' tirato via, la storia mi ha fatto nascere un sorrisone nell'ultima vignetta e tanto mi basta.
    Zio Paperone e la vacanza part time è forse la storia più equilibrata dell'albo: Francesco Monteforte Bianchi continua la sua parabola di assoluto rispetto, per ora priva di picchi ma assestata su una piacevolissima media. Si tratta di un'avventura prettamente estiva, come mi piace trovarne in questo periodo sul "Topo", onesta negli intenti e piacevole nello svolgimento. Mi piace poco la china grafica intrapresa da Mazzon, che si sta classicheggiando troppo, ma tiene botta e accompagna bene un'avventura ben immersa nell'attualità sociale trattando in modo intelligente di vacanze :)
    Mi è piaciuta infine la seconda parte del Topotravel, dove Blasco Pisapia sta dimostrando grande cura e attenzione, anche filologiche, nel trattare questa rubrica. Meno interessante è l'oroscopone, ma belli i disegni di Intini, grazie ai quali non mi spiace vedere anche la cover dedicata a questa rubrica "stellare".
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Su Topolino 3064 la fidanzata di Topolino è protagonista della nuova fantascientifica storia di Silvia Ziche: "Minni e il guaio coi fiocchi".
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Il #3064 è un numero che si assesta in questa media estiva post-PK che lascia una vaga piacevolezza dopo la lettura, ma senza incidere particolarmente.
    L'albo in oggetto, per esempio, non è un brutto numero, ed il merito è soprattutto di Silvia Ziche che firma testo e disegni di Minni e il guaio coi fiocchi, irresistibile fin dal gioco di parole nel titolo stesso! La storia è un'avventura fantascientifica sui generis, dove gli alieni che tentano di conquistare la Terra stavolta sono... cravatte, farfallini, cappelli e fiocchi che avvolgono, oltre che testa e collo delle persone, anche la loro mente. Minni e Clarabella saranno le "eroine per caso" che, uniche libere dal condizionamento mentale, dovranno sventare l'invasione.
    La Ziche delizia anche dal punto di vista grafico, come sempre: il suo stile è adattissimo alla vicenda da lei stessa imbastita, e vedere Minni con le scarpe da tennis, alcune espressioni di Topolino e i fiocchi animati è davvero uno spettacolo! :)
    Senso dell'assurdo, umorismo tipicamente zichiano e una certa critica alla corsa tecnologica nella vita quotidiana si intrecciano in una storia in due tempi dove la Ziche ha modo di dare importanza alla fidanzata di Topolino, che difficilmente viene usata bene nelle avventure standard ma che l'autrice ha voluto "promuovere", in virtù di quella sua spiccata capacità nel muovere personaggi femminili.
    Rockerduck e l'arte di saper perdere è una storia particolare. Collegandosi all'iniziativa del Topotravel, Giulio D'Antona imbastisce una vicenda atipica che solletica la curiosità del lettore, risolvendola però in modo poco credibile: in sostanza, la spiegazione del comportamento di Rockerduck non soddisfa rispetto a quanto vista per tutto lo svolgimento. Ad ogni modo la storia non è certo scadente, il tentativo di umanizzare il sentimento paperoniano verso il rivale in affari è lodevole anche se non esposto perfettamente, e va dato atto che rispetto alla storia della Martinoli di settimana scorsa, stavolta l'edificio in esame è maggiormente protagonista della vicenda.
    Il terzo appuntamento col Topotravel di Blasco Pisapia su Paperopoli, invece, continua in modo molto simpatico, occupandosi stavolta del distretto finanziario della città, con Club dei Miliardari, casa di Brigitta e Deposito. Molto significativi i riferimenti nerd inseriti, che tra la scarpiana Fondazione de' Paperoni, la storia del Forte che sorgeva sulla collina Ammazzamuli e la faglia sotto il Deposito continua a coniugare in modo brillante filologia disneyana e costruzione urbanistica della città comprensibile anche dal neofita.
    Paperino e l'atollo sconosciuto è una solida avventura di stampo classico. Solida perché spesso e volentieri "stampo classico" fa rima con "visto e stravisto", e anche con storie di Carlo Panaro non si è sfuggiti all'equazione. Stavolta invece lo storico sceneggiatore imbastisce una storia che parte sì da uno spunto non inedito (ma neanche troppo abusato, a dire il vero), ma lo sviluppa in modo avvincente e soprattutto con un finale inaspettato e significativo. Lucio Leoni alle matite regala poi dei Paperi espressivissimi, da Paperino e Gastone arrivando allo Zione, e in generale delle tavole piuttosto piacevoli.



    PS: comunque ho riletto l'Uomo del Carbonifero e l'ho un po' rivalutata anche sotto l'aspetto dell'atmosfera della storia. È una storia solida e buona, e con una certa ricercatezza di fondo nel costruire una trama non banale o immediata nel suo percorso. Credo che alla fine il problema sia davvero il nome dell'autore: leggi Casty nei credits e di ti aspetti sempre un di più, ma la realtà è che se la media generale delle storie sulla macchina del tempo (ma anche di storie topolinesche in generale) fosse questa, si potrebbe gioirne. Fermo restando che mi aspetto in futuro il ritorno di alcuni picchi nell'autore: non solo kolossal, ma anche semplicemente quelle finezze nella caratterizzazione di protagonisti e gregari e nelle atmosfere narrative che in quest'ultima prova si intravedono solo in poche occasioni.
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  • http://www.paninicomics.it/PortletCMS/s ... d_file=819

    Ecco qua le prossime novità Disney previste per ottobre. C'è tanta, troppa roba. Panini sì che ha capito come vendere al pubblico il fumetto Disney!
  • http://www.badcomics.it/2014/08/autunno ... ney/19875/

    Ecco un articolo di Deboroh che elenca in fila tutti gli annunci fumettistici di fine anno della Panini Disney.

    E ci sono anche un paio di begli strafalcioni deboriani:

    Darkenblot non si svolge nel futuro.

    Il volume di Celoni non c'entra niente con Panini.
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    Su Topolino 3065 troviamo ben due storie firmate dal nostro Vito e un divertente Dinamite Bla by Vitaliano e Intini.
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