[Topolino] Annata 2014

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...


  • Prende delle cantonate notevoli, ma vabbè, passabile.
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  • Oh dai mi è piaciuto! Però sempre detto FantÒmius e DÀrkenblot XD
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    Su Topolino 3082 Mickey e Goofy incontrano Pippo Bau in "Topolino e il collezionista di stelle", la nuova storia di Artibani e Perina.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Pippo Bau

    .......
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Preso il "Topo" #3082, perché un "Topo" con Artibani non si può proprio perdere, lo sceneggiatore romano ha già dimostrato di essere imperdibile, anche nelle cosiddette storie standard, valorizzando con i suoi tocchi di stile soggetti che, in mano ad altri, avrebbero preso pieghe più convenzionali.
    Questa osservazione si può fare anche per Topolino e il collezionista di stelle, che di base sarebbe una storia omaggio/marchetta ai 60 anni della TV italiana e a Pippo Baudo, ma che al contrario di altre storie del genere (cioè dedicate a ricorrenze e soprattutto a "vip") non fa pesare affatto la sua natura "commissionata".
    Pippo Bau non è solo la versione disneyana di Pippo Baudo, anzi... potremmo dire che quasi non lo è! Fisicamente ci somiglia, grazie all'ottimo lavoro di Alessandro Perina alle matite, e il nome chiaramente è un gioco di parole che richiama immediatamente il noto conduttore. Il personaggio inventato da Artibani ha una grande passione per la televisione, ma non è un presentatore, bensì un archivista/inventore che ha creato una macchina molto particolare, che cadendo nelle mani sbagliate metterà a rischio l'essenza stessa della televisione e Topolinia tutta.
    La storia poggia le proprie basi sul mystery e sul thriller, poi vira verso il fantastico ma lo fa con rara grazia, scrivendo una nuova avventura di Topolino e Pippo e non una storia celebrativa. Mickey fiuta un mistero, indaga, sfrutta in modo intelligente la macchina del tempo rendendo il concetto stesso meno stereotipato e più comune e, quando verso la fine le citazioni diventano numerose e smaccate, la cosa non stona perché fa parte anche quello dell'intreccio complessivo.
    Non è una storia capolavoro, ma è una storia scritta come si deve, con un ottimo comprimario che è sì debitore dell'uomo reale da cui trae spunto, ma che lo rielabora in modo interessante piegandolo alle esigenze della storia. Merito anche di Pippo Baudo che, avendo avuto una bella chiacchierata di confronto con Artibani e figurando come supervisore del soggetto ha avallato questa soluzione.

    Zio Paperone e il debito non scalabile di Giulio D'Antona, che chiude l'albo, non è nemmeno lontanamente all'altezza della classe della storia d'apertura. Uno spunto non male, per quanto deboluccio, viene portato avanti con scarsa verve e dandogli troppa importanza, tanto da farne il perno di tutta la storia. Qualche trovata simpatica c'è, ma per la maggior parte sono tutte viste e riviste e la conclusione è largamente prevedibile. Volendo farsi del male, hanno affidato i disegni a Marco Mazzarello, che purtroppo regala tavole poco ispirate.
    Paperino e la frode abitativa, invece, rientra nel limbo delle brevi-non brevi, quelle storie corte ma più lunghe di 4 tavole, che non sanno bene come gestire il ritmo. La scrive Roberto Moscato, il RoM del Papersera qui alla sua prima prova su una storia più lunga delle 4-pages: il risultato non è perfettamente riuscito, ma è da lodare l'acume della trama, che riesce ad essere molto attuale dando anche utili insegnamenti ai lettori più giovani senza essere pedante. Alcune gag sono divertenti :)

    Ci sono poi due storie a tema natalizio, anticipazioni di quelle che abbonderanno nel numero di prossima settimana.
    Ecco, io spero che più che anticipazioni siano state messe ora e non nel numero della vigilia di Natale perché riconosciute come poco brillanti, lasciando quindi spazio a roba migliore. La breve di Gianatti/Gatto ha ben poco da offrire, da qualunque punto di vista la si voglia guardare, mentre quella di Matteo Venerus che mette Qui, Quo, Qua al servizio della PIA per sventare il rapimento di Babbo Natale da parte da un magnate dei giocattoli è... è... vabbè, ho scritto cosa vi succede, è abbastanza. Venerus ha sfornato appena poche settimane fa quella bella storia di Paperina blogger e ora se ne esce con questa storiellina? Strano... e anche Antonello Dalena mi sorprende in negativo, dato che sfoggia un tratto ben poco riconoscibile, dove i nipotini hanno un testone assurdo e dove salvo rare vignette non ritrovo più quel tratto sottile ed elegante che caratterizzava il disegnatore. Boh.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Faccio una breve appendice al mio commento qui sopra, appendice dedicata al lato editoriale/articolistico dell'albo.
    I due grandi articoli del numero sono la foto-cronaca del viaggio di Valentina De Poli a Disneyland Paris e il pezzo su Big Hero 6.
    Poco da dire sul primo: il servizio è simpatico di per sé, ma non comunica molto al lettore. Sì, bello vedere il parco addobbato per Natale, ma a parte quello il pezzo è un reportage fine a se stesso, o meglio ad invogliare i lettori ad andarci :P
    Per quanto riguarda l'articolo sul nuovo film dei WDAS... che dire? Rispetto al pezzo su Planes 2 della scorsa estate, stavolta Santo Scarcella fa un lavoro leggermente migliore. Intanto specifica nell'occhiello che si tratta del 54° film dei Walt Disney Animation Studios, e già questo è un passo in avanti: il problema è che il concetto non viene ripreso nel testo, dove sarebbe servito ricordare ai lettori più giovani o disattenti il significato di tale concetto, mentre così rimane un po' appeso.
    È comunque bello notare lo specchietto dedicato a Winston e alle parole del regista, che danno un approfondimento sul dietro le quinte di Big Hero 6... peccato che oltre a quelle righe nel boxino, il cuore del pezzo sia il riassunto della trama e la scheda dei personaggi.
    Inutile dire che la cosa non è una sbadataggine, ma è probabilmente la volontà che la redazione e/o l'autore vogliono dare a questo tipo di servizi: l'utilità del testo diventa praticamente solo quella di propaganda, un pubbliredazionale interno in pratica, e allora per invogliare la gente a vedere il film al cinema parli della trama, dei protagonisti, e bon. È una cosa che racchiude poco interesse per il lettore un pelino più scafato, a cui basta vedere il trailer per sapere più o meno le stesse cose che emergono dal pezzo di Scarcella, salvo quel paio di eccezioni che ho segnalato.
    Ridurre (non eliminare) lo spazio dedicato alle informazioni di base, per poter parlare un po' della tecnica d'animazione, della genesi del prodotto, del fumetto Marvel, degli studi sulla storia etc. avrebbe certamente reso più sostanzioso il tutto. Negli scorsi mesi si è dimostrato che è possibile farlo a misura di pubblico eterogeneo, quindi non è utopistico volerlo: ma come dicevo, credo che semplicemente non ce ne sia l'interesse.

    A margine di tutto ciò, mi fa piacere che il prossimo numero sia interamente dedicato, per quanto riguarda le storie a fumetti, al Natale! Anni fa era una consuetudine da cui non si scappava, quella di avere nel numero di Natale tutte le storie a tema, ma negli ultimi anni la cosa non era così scontata e, anche solo guardando all'anno scorso, si può vedere come l'albo uscito nella settimana del 25 dicembre avesse poco di relativo alla Feste, a parte la storia di DoubleDuck che vabbè.
    Certo, le due storie presenti in questo numero non sono propriamente quella che definirei un'anteprima rassicurante :P come credo si evinca dal mio commento nel post precedente, ma voglio essere fiducioso e intanto premiare la volontà di tornare al concetto di numero completamente natalizio :)
    A proposito di storie natalizie, mi piace segnalarvi che qualche giorno fa ho pubblicato, per la rubrica "Essential 11" dello Spazio Bianco, la classifica firmata da Carlo Panaro sulle sue 11 storie Disney di Natale preferite. :)
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  • Voglio anche io dire la mia sugli ultimi eventi del settimanale.

    Tanto per cominciare Star Top. A me questa storia a puntate del buon Bruno Enna è piaciuta. Come già dissi in occasione dell'uscita della prima parte, è ammirevole il modo in cui Enna gioca col concetto di parodia, inventando giochi di parole e poi dando loro un ruolo e un senso nell'economia della storia. E personalmente ho apprezzato sia l'utilizzo dei personaggi, che la presenza di un finale aperto, che quindi dona al progetto un respiro diverso, candidandolo a entrare nella Definitive Collection (per la quale sembra pensato apposta). Un'altra cosa che ho gradito è che Enna è uno sceneggiatore che gioca pulito. La scena in cui arrivano nel pianeta capace di materializzare le fantasie dei personaggi potrebbe sembrare un cliché, ma poi si scopre che ha un ruolo preciso nella trama. E la stessa arzigogolata spiegazione del fenomeno, in cui le onde sonore "cercano" il corrispettivo reale delle varie fantasie, per poi tornare indietro, non è solo una tecnobubbola ma la prova che quanto immaginato dai personaggi esiste, e quindi vero e proprio "carburante" per i futuri sviluppi della storia. E così adesso Topolino ha potenzialmente un nuovo "brand" per le avventure spaziali, il che è ben di più di una parodia. Mica male!

    Molto carina anche la storia di Artibani su Pippo Baudo, Topolino e il Collezionista di Stelle. Sebbene in passato l'Artibani avesse preso le distanze da storie di questo genere, dimostra qui di essere capace di andare ben oltre i pregiudizi, confezionando quello che difatto è un omaggio affettuoso e divertente alla storia della TV. Lo stesso personaggio di Pippo Baudo viene storpiato in modo comico (e tenero!) in Pippo Bau, e viene praticamente reinventato da zero, come cugino di Pippo, archivista e memoria storica della televisione. Il finale in cui la carriera di Bau prende il via, chiude perfettamente il cerchio, ricollegando il personaggio al suo corrispettivo reale, senza forzature. Bravo anche Perina, la cui morbidezza disneyana dà alle storie dell'Artibani un valore aggiunto.

    Questa volta tenevo a spendere due parole anche sul resto di questo albo prenatalizio. La storia di Moscato è gradevole, sembra uno short, e mette in mezzo un'idea nuova facendo una deliziosa denuncia di questo tipo di truffe informatiche. Ma a parte questo c'è purtroppo ben poco di che essere allegri, purtroppo, perché storie come quella dei Bassotti o quella di Zio Paperone affossano irrimediabilmente il livello dell'albo.

    Quella dei Bassotti è una quattro tavole. Questo potrebbe erroneamente spingere a credere che sia una storia di poco conto, una riempitiva sulla quale non è il caso di spendere parole o energie. Ma la verità è che non esistono storie di poco conto, ma storie con ruoli diversi. Brevi come queste dovrebbero avere finalità principalmente umoristiche, ma questa fallisce totalmente nell'intento. La gag dei Bassotti che vogliono derubare Babbo Natale dei doni già a loro destinati, e dopo il bonario rimbrotto dicono che è tutto un gioco e guardano in camera augurando buon Natale, non fa ridere ed è svilente. Per i personaggi, per il lettore, per il settimanale di cui questa storia fa parte. Oltre tutto, ci sono degli errori nella sceneggiatura e nel disegno. Il passaggio da un Bassotto all'altro, tutti identici ma disposti in diverse location, crea difficoltà di lettura. La seconda tavola si potrebbe comprimere in una vignetta unica. Tra la terza e la quarta tavola non è chiaro cosa succeda. Veder concentrati in sole quattro tavole un tale numero di errori strutturali e concettuali è un bruttissimo sintomo.

    La successiva, quella con Paperone che scappa da un debito contratto con Paperino è anche più preoccupante. Strutturalmente si tratta di una cosiddetta "schidionata". Uno spiedino di improbabili gag in cui Paperone va fuori personaggio una vignetta sì e l'altra pure. Lo vediamo costruire un aeroplano nel laboratorio di Archimede, poi lo vediamo come se niente fosse andare ad abitare con Rockerduck. Sorvolando sul fatto che questo tipo di storie in cui i personaggi invertono i propri ruoli per un giorno, stringono improbabili tregue e giocano con gli stereotipi che li riguardano è perniciosa, perché a lungo andare ne mina la credibilità, il fatto che tale tiritera duri per venticinque pagine è eccessivo. La struttura a schidione personalmente la trovo il rifugio di chi non ha realmente intenzione di costruire una trama, ma il problema della storia è un altro ancora, e cioè che lo stecchino che regge lo spiedino è totalmente spezzato. Il presupposto di base non è credibile. Il fatto che ci sia una regola arbitraria per cui per un giorno i debiti non siano scalabili dai crediti, il fatto che Paperone fugga ovunque con un dispiego di energie e di tempo assolutamente sproporzionato al fattore scatenante, la persecuzione da parte di Paperino che intendeva solo dirgli che non c'era bisogno di restituirgli niente. Niente di tutto questo segue una logica, che non sia la ragion di sceneggiatura. La storia presenta evidenti problemi pure sotto il profilo grafico, come dimostra il Paperone di pagina 140, la cui forma del cranio non è a modello.

    Ora, si tratta chiaramente di storielline minori, non certo prodotti di punta o qualcosa che è pensato per essere ricordato. Ed è anche vero che un settimanale come Topolino è costretto a proporre materiale a raffica per mantenere il suo forsennato ritmo di pubblicazione, per cui le storie brutte sono un qualcosa di fisiologico sin dal primo numero. Tuttavia, alle soglie del 2015, penso che qualcosa dovrebbe cambiare. E' vero che il settimanale ha prodotto capolavori su capolavori quest'anno, ma è impossibile non notare che c'è stata una forte polarizzazione qualitativa. E' come se il settimanale avesse due anime in conflitto, un gruppo di nomi che sfornano praticamente solo materiale di ottimo livello, e un sottobosco di autori che non riesce a decollare. Ma per quanto ci siamo abituati a prendere in considerazione solo ed esclusivamente i kolossal di punta, non bisogna dimenticare che Topolino è un giornale antologico, in cui è presente anche altro. E quando si va in tandem è bene che a pedalare non siano solo quelli seduti davanti. Speriamo che questa disomogenità si risolva nel 2015. Certo, l'inarrestabile calo di vendite dimostra che c'è poco da stare allegri. E che probabilmente non esiste nemmeno una correlazione così diretta tra qualità e venduto. D'altra parte i tempi cambiano ed è possibile che Topolino possa esser passato di moda. Ma d'altra parte cosa rimane a questo punto se non investire sulla qualità e sul lungo termine?
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    Su Topolino 3083 troviamo quattro nuove storie di Natale, fra cui "Topolino e l'albero di Holly" di Zemelo e Zironi e "Paperino Paperotto e il Natale sbarbato" di Enna e Intini.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Che bello, un Topolino interamente dedicato al Natale. Credo che fossero anni che non capitava, limitandosi ad inserire una/due storie a tema e una copertina festosa, mentre invece in questo 2014 si decide di celebrare la Festa più bella dell'anno con un numero speciale, completamente a tema, dalla cover (splendida, sia per il disegno di Giorgio Cavazzano che fa un lavoro eccellente e sia per gli effetti speciali sbrilluccicosi) alle storie per toccare le rubriche e le one-pages.
    La qualità dei racconti non è purtroppo sempre al top, ma perlomeno personalmente premio questo intento natalizio :)

    Topolino e l'Albero di Holly è stupenda, la migliore del numero. Pietro Zemelo è quasi un esordiente del "Topo", finora di suo abbiamo visto solo due brevi nella norma, ma qui ci regala una storia davvero ispirata. Certo, non c'è una vera e propria trama o un obiettivo particolare da raggiungere che dia alla storia la sua direzione... ma non se ne sente affatto il bisogno! Topolino e Pippo vengono fortuitamente trasportati indietro nel tempo da un congegno trovato nella soffitta dello spilungone, e finisco nel Natale del 1914 dove fanno amicizia con Holly, una bimba dolce e simpatica. Procedono avanti nel tempo a salti, ritrovando la ragazzina ormai cresciuta e diventando così un elemento costante del Natale della donna, accompagnandola per tutta la sua vita. Oltre a ricordare vagamente il plot del Christmas Carol del Doctor Who (special natalizio del 2010), è anche una bella metafora sul fatto che questi personaggi accompagnino il lettore e appassionato per tutta un'esistenza, se lo vuole, diventando amici fedeli e preziosi.
    Trovo che la retorica buonista sia qui assente, e ci sia invece tanta bella poesia natalizia, a tratti commovente.
    Ottimi Giuseppe Zironi alle matite, che sfoggia un tratto leggermente diverso da quello usato in passato coi Topi ma che posso dire riuscito, soprattutto negli sfondi dettagliati e nel character design di Holly nelle varie età: molto bello anche il suo Topolino e particolare il muso di Pippo.

    Bruno Enna prende in mano il suo Paperotto e crea una storia molto simpatica: Paperino Paperotto e il Natale Sbarbato parla di crisi economica come può venire percepita dai bambini (una "scusa" per giustificare il rapimento di Babbo Natale! :P ) e come sempre racconta dell'astruso piano che Paperino mette in piedi con i suoi amici credendo di aver individuato il vecchio barba bianca e cercando di liberarlo. Il finale, che inizialmente segue il canovaccio tipico di queste avventure, si rivela poi leggermente sorprendente, con un tocco alla Enna :) Stefano Intini alle matite offre un bel contraltare al tutto, trasmettendo l'atmosfera giocosa della trama.

    Le altre due storie non eguagliano la qualità finora espressa. Dinamite Bla Vicebabbo Ufficiale è sostanzialmente una storia classica col buzzurro protagonista, come Fausto Vitaliano ne ha già scritte. È poi viziata da quell'andamento disilluso e cinico che già individuavo nelle recenti storie dell'autore, che con il barbuto inquilino del Cucuzzolo del Misantropo esce ancora più facilmente allo scoperto. Il continuo riferimento pseudo-metafumettistico con la gag ripetuta degli alieni priva di credibilità l'impianto della storia, e l'atteggiamento di Paperino e Paperoga non migliora la situazione, trasmettendo la sensazione che i due recitino stancamente una parte. L'inserimento forzoso e gratuito di Bum Bum Ghigno, quasi solo per omaggiare Corrado Mastantuono che disegna la storia, rende la storia ancora più debole, così come il Babbo Natale acido ritratto dallo sceneggiatore.
    Non è una storia illeggibile, ma può risultare indigesta nel suo andamento; sono invece molto buoni i disegni del Masta, plastici e armoniosi.

    Chiude l'albo Victorian Ladies - Minni e le Ricchezze che Contano, scritta da Matteo Venerus e disegnata da Donald Soffritti. Anche qui trovo che la scrittura risulti poco ispirata, andando a pescare molto dal personaggio di Ebenezer Scrooge per crearne una versione poco distante dall'originale e che poco aggiunge a quel tipo di trama. Lo sviluppo del soggetto, col sabotaggio dell'attività dell'antenata di Minni e la figura dell'alter ego di Topolino, povero boscaiolo che rimane incastrato nelle accuse, non può non risultare indigesta a chi ha visto queste soluzioni narrative più e più volte, portando stancamente a termine la storia con una morale non troppo incisiva.

    Il numero si completa con i Cinepanettoncini di Massimo Marconi e Massimo De Vita, simpatiche one-pages a tema natalizio che non spiccano molto come qualità delle gag, a parte un paio di casi riusciti, ma che in generale si fanno leggere con piacere. De Vita è sempre ottimo con i Topi, ma il suo nuovo ritorno coi Paperi denota tutta la mancanza di abitudine nel disegnarli, offrendo delle vignette in cui Paperino e Paperone non brillano proprio di grande smalto grafico.

    Plaudo all'iniziativa del numero natalizio, quindi: le storie contenute attraversano alti e bassi, ma è comunque una lettura che sotto l'albero può allietare le giornate di Feste :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Un autore non sa chi disegnerà la sua storia e non ha possibilità di saperlo se non molto tempo dopo la consegna della sceneggiatura. L'assegnazione delle storie al disegnatore da parte della redazione è un processo complicato che deve tenere in conto una quantità di variabili, compresa la disponibilità del disegnatore stesso. Trattandosi di un disegnatore di altissimo livello quale è Corrado le cose si complicano, dato che la sua agenda è piena da qui ai prossimi tre anni. Quindi, io non ho affatto inserito Bum Bum per omaggiare o per titillare o per vellicare o per leccare il perineo, ma perché in quel dato passaggio mi serviva proprio Bum Bum e non un altro personaggio. Sarebbe bello se chi scrive cosiddette “recensioni” avesse almeno la premura di conoscere o farsi spiegare il processo di produzione di una storia. Ma mi rendo conto che è molto più semplice e veloce scrivere un po' di stupidaggini per dare a vedere di saperla lunga. Peccato che non è così.

    Preciso, per i meno dotati di capacità di lettura e analisi, che a farmi girare gli zebedei non è il giudizio sulla mia storia (a ciascuno piace quello che piace) ma lo specifico passaggio che ho sottolineato. Saluti.
    Fausto
  • Preciso che recensioni è un termine errato, infatti. Non "cosiddette", perché perlomeno io non le ritengo tali. Sono commenti: leggo le storie e vengo qui a commentarle.
    Preciso poi che il passaggio sul disegnatore non ha tenuto conto della cosa correttissima che specifichi tu, e quindi è inesatta e fuorviante. Voglio comunque puntualizzare che dietro quell'affermazione non si celavano giudizi "morali" di nessun tipo, non era un'accusa. Era una considerazione, sbagliata alla luce dei fatti, nata dal fatto che a me personalmente l'inserimento di Bum Bum suonava "stonato", fuori posto. Impressione mia, ma che non voleva essere offensiva né avere sottintesi di nessun tipo. Se lo è stata, me ne scuso molto.
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  • Oltre a scusarti qui, sarebbe bello se volessi precisare anche sull'altro forum dove è comparso il tuo parere, che il passaggio in cui definisci l'inserimento di un personaggio “gratuito e forzoso” e fatto per omaggiare il disegnatore è sbagliato. Giacché non è né un parere né un'opinione, ma una insinuazione.
    Fausto
  • Oh, da moderatore chiedo un deciso abbassamento dei toni da queste parti, che 'sta roba mi pare quantomeno fuori luogo. Questo forum non è e non è mai stato luogo di attacchi personali a chicchessia, tantomeno da parte di Bramo, LOL. E di correzioni da fare altrove magari si parli in privato, auspicabilmente col medesimo abbassamento di toni.
    Lorenzo Breda
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  • Fausto ha scritto:Oltre a scusarti qui, sarebbe bello se volessi precisare anche sull'altro forum dove è comparso il tuo parere, che il passaggio in cui definisci l'inserimento di un personaggio “gratuito e forzoso” e fatto per omaggiare il disegnatore è sbagliato. Giacché non è né un parere né un'opinione, ma una insinuazione.
    Non capisco perché incavolarsi tanto.

    Che "insinuazione" sarebbe, poi? Che offesa ci sarebbe? Da quando in qua poi "omaggiare qualcuno" sarebbe una brutta cosa?

    Da come ti sei arrabbiato sembra che "insinuare" che tu abbia voluto omaggiare Mastantuono sia un'offesa gravissima, e che tu voglia prendere le distanze dal disegnatore.

    L'unica offesa involontaria, mi pare, l'hai fatta tu a Mastantuono incavolandoti in questo modo.
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