[Topolino] Annata 2014

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Per la storia di Casty e Faccini: io penso che purtroppo la colorazione abbia sminuito l'intera storia, densa di momenti dark e strizzatine horror. Troppo colorata, caramellosa, cartoonesca, puccipucciosa.
    Sicuramente in bianco e nero poteva essere ancora più suggestiva. In stile Tim Burton, diciamo.
    Mannaggia a chi vuole che i fumetti per ragazzi e/o bambini debbano essere per forza a colori... :(
    Come è giusto che alcune storie godano di colorazioni particolari (penso alle storie 'dipinte' dalla Andolfo), secondo me sarebbe giusto anche lasciare alcune storie in b/n.

    Anche il resto del Topo non mi è dispiaciuto, sicuramente l'ho preferito agli ultimi due numeri. E la preview sulla serie di Gagnor/Sciarrone mi intriga assai!
  • Non credo che la storia di Casty/Faccini sia penalizzata da un finale affrettato, visto che il finale è la diretta e lineare conseguenza di quanto mostrato poche pagine prima con la storia della pozione. Semmai il problema sta proprio a monte, in un espediente un po' dozzinale che, unitamente ad un villain che boh, villaineggia perché sì, diluisce assai le atmosfere horror. Qualche bella trovata c'è, su tutte il capitombolo finale di Bambolier, ma la sensazione è quella di una storia che ha mancato il segno, non riuscendo l'intreccio a stare al passo con la vicenda inquietante che si voleva tratteggiare. Molto, molto belli i disegni di Faccini però.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:Non credo che la storia di Casty/Faccini sia penalizzata da un finale affrettato, visto che il finale è la diretta e lineare conseguenza di quanto mostrato poche pagine prima con la storia della pozione. Semmai il problema sta proprio a monte, in un espediente un po' dozzinale che, unitamente ad un villain che boh, villaineggia perché sì, diluisce assai le atmosfere horror. Qualche bella trovata c'è, su tutte il capitombolo finale di Bambolier, ma la sensazione è quella di una storia che ha mancato il segno, non riuscendo l'intreccio a stare al passo con la vicenda inquietante che si voleva tratteggiare. Molto, molto belli i disegni di Faccini però.
    Sul villain senza scopo sono d’accordo, per quanto secondo me è una cosa precisamente voluta dai due autori per aumentare la tensione. Per il resto boh, a me il finale continua a sembrare affrettato: sì, lineare con il resto della storia, ma la soluzione viene svelata in uno schiocco di dita, e anche la sottotrame del detective amico mi risulta un po’ buttata lì.
    Comunque l’atmosfera dark, specie grazie ai disegni di Faccini, è perfettamente riuscita e mi trovi d’accordo. La trama rimane un po’ sospesa rispetto all’atmosfera, in effetti, ma il momento che mi ha effettivamente un po’ disturbato resta il repentino finale.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto:sì, lineare con il resto della storia, ma la soluzione viene svelata in uno schiocco di dita, e anche la sottotrame del detective amico mi risulta un po’ buttata lì.
    Preciso, non è che io voglia difendere il finale. Al contrario lo ritengo coerente con lo sviluppo precedente con la storia, che è uno sviluppo che lascia molto a desiderare. La soluzione filastroccosa E' effettivamente repentina... tanto quanto lo era la relativa premessa (toh, E' UN MAGO) e lo stesso può dirsi dell'amico detective che è una scelta facile, ma una scelta facile preparata dall'inizio. Insomma, non è che il finale pianta baracca e burattini (ehm) all'improvviso, cassando spunti e intrecci rimasti in sospeso, è proprio la conseguenza naturale di una storia pensata in quel modo. Quindi tu bocci il finale, io boccio direttamente tutta la trama :P considerando la conclusione il sintomo e non una causa.

    (Tutto ciò sperando che non ci sia stato un taglio di tavole redazionale, nel qual caso... fail :P)
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    È uscito il n. 3042 di Topolino, atteso perché portatore del primo episodio di una nuova saga disneyana.
    L'attesa era, almeno personalmente, un misto di grandi aspettative e qualche timore. Timore perché in passato altre grandi iniziative del genere si sono risolte in risultati qualitativamente poco soddisfacenti, attesa perché la saga prometteva molto bene e perché gli autori in gioco sono persone, oltre che autori, che apprezzo molto, artisticamente e umanamente.
    Raceworld ep. 1: Acqua non mi ha deluso affatto, e sono arrivato all'ultima tavola con un gran sorriso soddisfatto sulle labbra. Sono tante le influenze, grafiche e narrative, che si respirano in questo plot, e tutte prese da materiale interessante in quanto visionario o immaginifico. L'intervista di Barbara Garufi posta dopo la storia riesce a mettere nero su bianco alcune delle influenze presenti.
    L'idea di base mi ha convinto: due entità superiori che si contendono il dominio dei mondi è un'idea molto forte, forse non originalissima ma comunque sempre di grande fascino e qui ben gestita da Roberto Gagnor, che impreziosisce la storia con una narrazione non lineare che tiene desta l'attenzione del lettore, dal momento che prima si viene sballottati in medias res nel nuovo scenario, e poi tramite flashback ripetuti si viene a conoscenza di come i nostri eroi sono arrivati in questa situazione. La premessa ha il suo giusto spazio, circa metà episodio, che permette di non dilungarsi troppo con la premessa senza sbrigarla affrettatamente, e consente di mostrare fin da subito l'ossatura del racconto: la gara. I veicoli che devono farsi strada nel mondo di turno (in questo caso dominato dall'acqua, sia in forma liquida che ghiacciata) cercando di arrivare primi. Pare semplice come idea, ma la struttura a livelli, che richiama un po' i videogiochi, fa progredire in modo interessante la trama.
    Altra finezza di Gagnor sono gli abbinamenti delle squadre: tanto improbabili quanto stuzzicanti, proprio per l'imprevedibilità dei risultati di certe unioni. Qui l'autore se la gioca tutta, perché quando si fanno certi accostamenti il rischio di "farla fuori dal vaso" è sempre alto, ma per ora è stato in grado di muovere tutto con grande e divertita naturalezza, senza far suonare stonato nulla, nemmeno Topolino alleato di Gamba.
    Insomma, per ora storia promossa. Ma è anche vero che quello che colpisce ancora di più è la componente grafica. E qui Claudio Sciarrone si è superato. Pur avendo apprezzato le sue prove degli ultimi anni sul "Topo", e pur avendo accolto di buon grado il suo nuovo stile, leggermente diverso da quelli anni '90, mi è bastato sfogliare l'albo stamattina per realizzare istantaneamente che Raceworld si pone come la cosa migliore fatta da Sciarrone da 7 anni a questa parte, almeno questa è la mia opinione. Il character design dell'Architetto e del Distruttore è efficacissimo, tavole come le prime 5, o pag, 25 e ancor più pag. 41 sono da mascella spalancata, dove l'abilità della mano di Claudio si sposa con la tavolette grafica e con i colori di Elisa Braglia, che offre un tocco assolutamente non secondario all'atmosfera dell'avventura. Le ombre, i riflessi, tutte quelle belle increspature acquatiche che popolano le tavole sono un valore aggiunto importante e rendono subito chiaro che importante è anche la storia in questione.

    Il resto del numero, ahimè, è poca cosa. Giusto giusto la storia di Indiana Pipps non è male (anche se Palazzi alle matite mi è parso un po' sbiadito), per il resto la storia medieval-poetesca non mi ha detto nulla, quella di Paperetta e Anacleto è piuttosto inconcludente e fuori fase mentre Macchetto a chiusura dell'albo scrive l'ennesima storia a sfondo ecologista/ambientalista/riasparmioenergeticosa con personaggi sempre un po' stereotipati e macchiette di se stessi.
    Grande attesa ora per il proseguimento di Raceworld!
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Continua Raceworld di Gagnor e Sciarrone con il secondo episodio! Inoltre è presente pure una storia breve di 4 tavole del nostro Vitone "Zio Paperone in Un Brutto Quarto D'Ora" disegnata dalla Molinari, che esplora le infinite facce dell'imbarazzo...
  • Gag simpatiche come sempre col Vito, ma stavolta non ho capito perché usare Paperone. Perché una vecchia, anche se amica di Nonna Papera, dovrebbe imbarazzarlo così tanto?

    Il numero è interessante. C'è il remake dei Misteri della Cattedrale con Pk, c'è la follia di Cirillo con tanto di sceneggiatura nonsense simile a quella di Topolino uno di noi e c'è Raceworld che ha iniziato a piacermi, più per meriti di Sciarrone (bellissimo il mondo Aria) che di Gagnor (il quale è un altro che salta di palo in frasca da una tavola all'altra e talvolta da una vignetta all'altra). Beh, in realtà mi piacciono anche i mysteri intessuti dal Gagnor, non foss'altro per la presenza di Jacob e MIB da giovani :P
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    Ottimo lavoro.
  • In realtà Paperone è stata una scelta ponderata. Paperino è un chiacchierone sbruffone, Paperina una pettegola. Il solitario Archimede avrebbe potuto funzionare, ma non mi piaceva granché l'idea che andasse a trovare Nonna Papera, abitudine che non gli appartiene molto. Paperone al contrario ci va spesso, e secondo me è totalmente inadatto a esprimersi in chiacchiere vacue con vecchiette sconosciute (ok Nonna Papera, ma c'è confidenza e magari con lei passa tutto il tempo a lamentarsi del nipote fannullone e di come è stato allevato male :P). Mi sembrava buffo metterlo in questa situazione.
  • Topolino #3043

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    Prosegue Raceworld, con il secondo capitolo della saga firmata Gagnor/Sciarrone che pare aver attirato molta attenzione in quel di Cartoomics, almeno a vedere i movimenti attorno allo stand Disney. Se tutti i non abituali acquirenti del “Topo” che hanno comprato lo scorso numero in fiera hanno poi comprato anche questo per vedere come continua la storia, abbiamo fatto filotto. E la campagna-marketing di Gagnor si sarebbe dimostrata ancora più utile, sulla lunga distanza :P
    Stavolta si gareggia su un pianeta il cui elemento caratteristico è l'aria. Ma la parte della gara è stata quella che mi ha meno convinto, specialmente raffrontandola con la prima puntata, dove invece la sceneggiatura mostrava bene la corsa e le particolarità che l'acqua dava al percorso. Qui invece, anche per esigenze narrative, la competizione tra i bolidi viene mostrata quasi fosse un interstitial in mezzo al complotto che si inizia ad intravedere. La cosa non è necessariamente un male, visto che comunque io stesso sono maggiormente curioso di capire cosa sta dietro a tutto questo che di seguire gli esiti della corsa. Ma non posso fare a meno di notare che l'apprezzabile equilibrio tra trama e gara presente nello scorso numero qui cede un pochetto.
    Spiace anche un po' notare che è già “caduta la maschera” di Topolino e della sua presunta cattiveria, visto che ci viene svelato che non era indotta dal Distruttore ma una posa che serve a Mickey per capire qualcosa di più della faccenda. Ad ogni modo, sono sicuro che lui e gli altri personaggi avranno sicuramente modo di essere protagonisti di altri colpi di scena e stravolgimenti, quindi poco male.
    L'indagine di Paperone e Rockerduck e gli uccelli che condizionano la partita sono però delle ottime trovate, in grado di rendere più “torbida” la competizione e di iniziare pian piano a svelare che c'è un mistero dietro il casino in cui sono finiti i nostri eroi. Insomma, sono propenso a pensare che questa saga mi darà belle soddisfazioni. Anche esteticamente, dato che Claudio continua a creare piccoli capolavori ad ogni tavola, aiutato dall'ottima colorazione di Elisa! Già la copertina vince tutto, figuriamoci gli interni dove la gabbia è praticamente inesistente, permettendo di creare veri e propri lenzuoli grafici che fanno da sfondo alle pagine. I grandi spazi aperti di cielo, per il livello dell'aria, aiutano poi ad “aprire” le tavole creando degli scenari mozzafiato. Comparto grafico davvero moderno e riuscito.

    Il numero offre almeno altre due storie degne di nota.
    Parto con quella di Vito, mi tolgo subito il dente. Non mi ha entusiasmato. Il soggetto era potenzialmente molto buono, e in linea con quel processo di umanizzazione dei personaggi che l'autore ha intrapreso da quando ha iniziato a scrivere per Disney, permettendogli di distinguersi da altri perché dimostrando di amare e credere in questi personaggi. Eppure stavolta qualcosa non funziona come dovrebbe: sospetto sia l'eccessiva brevità, che forse è un fattore a sfavore più mio che un dato oggettivo. Evidentemente le storie di 4 tavole non riuscirò mai ad apprezzarle davvero, anche quando comunque si punta tutto sulla comicità, come giusto in questi casi. Ma l'ironia che sfoggia Vito (umana, condivisibile, realistica) mal si adatta IMHO ad una storia tanto breve. E allora ecco che mi ritrovo con uno spunto divertentissimo, quello di Paperone imbarazzato che deve ricorrere ai classici luoghi comuni del linguaggio per passare del tempo con una perfetta sconosciuta, ma che scricchiola già alla terza frase fatta e che implode su se stesso nelle ultime due vignette, dove vi è una risoluzione un po' sottotono. Aspetto Paperetta settimana prossima.
    Poi c'è un altro giovinotto, quel Cirillo che devo ancora capire come classificarlo visto che a volte se ne esce con storie deludenti e altre volte invece sforna cose piuttosto apprezzabili. Questa Miseriaccia rientra nel secondo caso, fortunatamente. Non era facile parodiare disneyanamente un romanzo di Stephen King, ma l'autore riesce ad utilizzare in modo sensato e credibile il cast a disposizione (Topolino-Gambadilegno-Trudy) richiamando nel modo corretto il romanzo/film di ispirazione. Era una storia impegnativa, se vogliamo, vista l'ispirazione, ma Cirillo riesce a renderla leggera, a liberarla dal peso del raffronto con l'opera originale e a renderla un'avventura un po' inusuale, interessante e riuscita. Bello De Vita ai disegni.

    La storia del Paperinik di Pesce è un po' strana, difficile da giudicare: non brilla di originalità ed è dimenticabile, ma ha alcuni sprazzi non male e i disegni di Asaro si fanno apprezzare. Boh.
    Mi riservo invece di non commentare la danese che dai, su.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Non ho ancora letto il resto (a parte Raceworld che, sì, mi sta mettendo curiosità!) ma io la storia di Vito questa volta la difendo a spada tratta. Non mi faccio problemi a dirgli quello che penso, e non sono stato tenero con lo Spettacolo al Buio, né con i Bassotti. Ma questa storiella di quattro tavole ha un certo significato, che è ingiusto non riconoscere. "Paperone Imbarazzone" (questo il titolo di lavorazione :P) è una sorta di secondo step di quel discorso che Vito ha iniziato con lo Sclero del'Acqua, e cioé ripensare le brevi come...brevi, appunto. Quattro pagine invece di una ventina, umorismo a palate invece di narrazioni poco soddisfacenti, e soprattutto incentrare il tutto su cose reali, che nella nostra quotidianità possono davvero avere un corrispettivo. Ed ecco che nel mostrarci Paperone in imbarazzo, incapace di tirare fuori un argomento con una vecchia insipida, questo giornaletto torna finalmente a parlare di noi. E per una breve di quattro tavole non è proprio poco. Proprio no.
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    Altro numero imperdibile per il Topo! Oltre alla terza parte di Raceworld abbiamo il debutto di Mottura come autore completo e..."Amicizie Amare" il primo episodio della miniserie "Dai Retta a Paperetta" scritta dal nostro buon Vito e disegnata da Faccini! E' una mini scritta con lo scopo di rilanciare il personaggio collocandolo in un contesto adolescenziale più autentico. Non bisogna perdersela.
  • Vito. Dolce Vito. Io piango.

    Mentre scrivo questo post, sopra il form volteggia l'header dedicato a Super Mario. E io piango.

    Esiste un limite a certe cose. Tu, con l'ultima vignetta della prima pagina, l'hai trasceso.

    E io piango.























    :P
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Mi unisco alle lodi per colui che ha saputo portare Girls su Topolino. Ha capito tutto del personaggio! Più dei brasiliani, forse.

    Buoni anche il Mottura banalotto ma dal sapore di Topomistery (il ché per me è un pregio) e il Cirillo che fa il Vito.
    Benino la solita storia con il Klondike e Raceworld che cambia status quo ad ogni episodio e non mi permette di prenderlo sul serio.
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    Ottimo lavoro.
  • Un "Topo" tutto bello!
    Pochi, risibili bassi in un insieme fatto prevalentemente di alti, dalle diverse sfaccettature ma sempre al top!
    Raceworld prosegue bene, infatti, e appaga: si ritorna ad un buon equilibrio tra cronaca della corsa e svelamento dei misteri che stanno dietro a questo strano torneo, e questi ultimi sono sviluppi assai interessanti. Il colpo di scena su Omegalpha e sulla natura di Distruttore e Architetto è ben pensato e viene gestito bene a livello di rivelazione, le scene d’azione con Paperinik eroico o Amelia che scombina le carte all’improvviso movimentano adeguatamente la situazione e la svolta narrativa della corsa a cui assistiamo a fine episodio, a tre quinti dell’avventura completa, promette sviluppi interessanti.
    La componente grafica, sempre curata dal mitico duo Sciarrone/Braglia rispettivamente alla matita (digitale) e ai colori, continua ad essere da urlo. Non solo per la splendida resa estetica dei personaggi, ma anche per i fantasiosi sfondi e per le intuizioni nella gestione della tavola e dell’azione: la doppia splash con il titolo, per esempio, è un capolavoro di sintesi narrativa e di eccellenza stilistica, e come questa si possono fare moltissimi altri esempi.

    Altro pezzo forte è la storia vitesca: Amicizie Amare è la prima di una miniserie di storie brevi con protagonista Paperetta Yè Yè. Ora, il personaggio è alquanto delicato, visto che tra la visione originaria di Romano Scarpa, quella giovanilistica brasiliana e il ripescaggio degli ultimi anni tra rubriche, rimodernamento forzoso e il recente ritorno di gran carriera nelle storie a fumetti, la giovane nipote di Paperone è stata tutto e il contrario di tutto, perdendo un po’ identità e peculiarità da sfoggiare nel cast paperopolese. Vito, amante del personaggio, riflette proprio sopra alla natura del personaggio in sé e la usa nella maniera più genuina possibile: come una teenager. La didascalia che apre questa prima storia è più di una semplice frase a effetto, ma una dichiarazione d’intenti che produce (stando a questa prima storia) un risultato coi fiocchi. Paperetta è un’adolescente e come tale vivrà le situazioni tipiche dei ragazzi di quell’età, in questo caso le uscite con le amiche e il rapporto con loro. Ne esce una storia in cui l’ironia a cui ci ha abituato l’autore viene un po’ a mancare (anche se Super Gennaro è il solito tocco di classe), ma dove l’onestà e la genuinità la fanno da padrone, insieme alla semplicità di una storia realistica e ben scritta. Oltre che ben disegnata, visto che il poliedrico Enrico Faccini regala ottime tavole, una bella Paperetta posata, classica e contemporanea al tempo stesso e in generale tavole dall’atmosfera tranquillizzante.

    Anche gli altri giovani rullano, questa settimana: Cirillo sforna una (molto) breve che paga lo scotto di avere poche tavole per l’idea di base, molto interessante perché segue anch’essa il filone delle storie basate su fatti e problemi realistici. Buona, comunque; e Mazzoleni prende Zio Paperone, lo fa viaggiare da solo fino al Klondike, scrive una trama alla Scooby-Doo però ci mette dentro un’ironia fulminante che non gli avevo mai riconosciuto, una risoluzione interessante e due tavole finali con molto cuore, e fa il botto. Bravo, stavolta mi complimento.

    Ho lasciato per ultimo Paolo Mottura, ma in realtà anche la sua storia (prima prova da autore completo, peraltro) è sicuramente notevole. Un giallo in due tempi che sicuramente assume uno svolgimento più che abusato senza particolari guizzi, ma che si fa apprezzare per la tematica cinematografica, per un buon uso di Topolino e Pippo e ovviamente per i disegni, dove l’autore è una garanzia: qui rinuncia a certi fronzoli utilizzati in Moby Dick o a certe estremizzazioni del tratto viste in Epic Mickey, in onore del diverso tenore della storia, ma non per questo la fluidità del suo tratto e la ricercatezza dei dettagli colpiscono meno il lettore.

    Un "Topo" tutto bello, appunto, come dicevo all’inizio ;)
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    E oggi esce il nuovo Topo con il penultimo episodio di Raceworld in cui scopriamo chi è il pilota misterioso e...la seconda Dai Retta a Paperetta di Vito, che però è più breve. Ma ci sono le nipotine.
  • [spoiler]Orango[/spoiler]. :fire: La follia di questa saga non ha fine.

    Bene Vito, il resto l'ho saltato.
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    Ottimo lavoro.
  • Mumble mumble…
    L’ultimo numero del “Topo” non è di facile giudizio.
    Se da una parte la miniserie vitesca Dai Retta a Paperetta prosegue molto bene, visto che il secondo episodio qui ospitato si fa apprezzare molto pur essendo di sole 4 tavole – ed io recentemente ho un problema con le storie di 4 tavole, ma questa invece ritrova in questa brevità la sua misura migliore, onore al merito a Vito per la gestione del ritmo narrativo -, dall’altra il Raceworld di Gagnor si incasina un po’. L’atmosfera da corsa automobilistica è ancora una volta ben portata sulla pagina, ma sembra che più si prosegue nel racconto e più la faccenda si complichi: vengono svelati alcuni misteri, ma l’esposizione genera più dubbi di quelli che dovrebbero sorgerne, rendendo la storia interessante e figa, ma non abbastanza chiara per essere apprezzata appieno.
    Anche lo svelamento del Pilota Misterioso, oltre ad essere un colpo di scena di per sé… per ora non offre molto. Chiaramente il suo ruolo sarà più determinante nell’episodio finale, per ora mi ha sorpreso vedere un cattivo “old-style” in una storia del genere, ma immagino che sia un po’ quello che si aspettava Gagnor :P
    Niente da dire invece sul lato grafico, dove Sciarrone e la Braglia producono esattamente quello che serve all’estetica della storia: disegni ultra-cinetici, gabbia topolinesca inesistente, tavole fantascientifiche e colori che rendono perfettamente l’idea del fuoco, tema di questo episodio. In ogni caso, la resa dei conti è nell’ultimo episodio, e solo allora si potrà capire la bontà dell’intreccio narrativo.
    La storia di Panaro è una magnifica sorpresa, una storia che mi è piaciuta davvero molto, una bella avventura classica con un Paperino veramente e pienamente se stesso nella sua accezione più positiva e con un Paperone a sorpresa che riprende l’umanità barksiana/scarpiana senza risultare stucchevole o forzata. Molto molto bella.
    Niente di che la storia della Camerini, mentre abbastanza detestabile la storia di Secchi. Detestabile l’idea di base delle elezioni di un sindaco della male, detestabile il “colpo di scena” sui reali intenti di Gambadilegno (fuffissimi!), detestabile il coinvolgimento a buffo di Topolino e detestabile il finale. Per quanto riguarda i disegni, le tavole di Asteriti purtroppo non fanno nulla per migliorare una storia tanto scombiccherata, ma ci offrono invece dei personaggi sproporzionati, dall’aspetto a tratti grottesco e che in alcune situazioni sembrano sciogliersi al sole. In altre, invece, il tratto appare manierista, come se fosse eccessivamente ricercato negli sfondi fino a diventare caotico.
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  • Asteriti è un genio incompreso, adoro il suo tratto sporco e matitoso... solo che continuano a mal collocarlo o con storielle brevi oppure altre urbane, io lo adoro sopratutto nelle storie in costume o quando c'è di mezzo la Macchina del Tempo!

    Comunque ora che Raceworld è finito posso dire la mia... alla faccia di tutti i suoi detrattori, mi è piaciuta uno sbotto sia per i disegni magnifici che per la trama! Certo, magari non è un capolavoro, ma finalmente una storia che mi gestisce i colpi di scena con garbo, senza ammassarmi millemila misteri, per poi travolgermi di rivelazioni nella parte finale... qui mi uccideranno, ma riscontro tal difetto in ben più di una storia o saga di Casty!
  • Mister Mxyzptlk ha scritto:Asteriti è un genio incompreso
    Direi incomprensibile. :P
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