Re: [Topolino] Annata 2014
Inviato: mercoledì 20 agosto 2014, 17:30
A queste due storie di Vito tengo molto, perché nascono da ragionamenti intelligenti.
La prima, quella di Gastone, al di là dell'essere una storia commissionata nell'ambito del progetto Topotravel, ha un suo fortissimo perché. Il personaggio del papero fortunato viene utilizzato molto bene, cosa rara, se escludiamo casi particolarmente felici (vedi la recente facciniana). Una storia con Gastone protagonista è difficile, insomma. Ricordiamo che il personaggio nasce dalla mente di Barks per essere sostanzialmente una gag, e rappresentare una fonte di frustrazione per Paperino. Quello che viene considerato ormai un "papero magico" altro non era che il simbolo del "solito fortunello che campa sul lavoro altrui senza muovere un dito". Una gag gustosa, e crudamente realistica, finché il punto di vista rimaneva appunto esterno. Ma nel momento in cui prendi questa gag ricorrente e la trasformi in un protagonista vero e proprio sono problemi, perché l'unico modo per creargli un conflitto è privarlo temporaneamente della sua buona stella. Ed ecco quindi da cosa nascono le miriadi di storie con Gastone sfortunato per un giorno, senza dubbio uno dei mali del fumetto Disney. Vito qui invece va a fondo del problema e esplora il personaggio di Gastone mettendo da parte per una volta questa benedetta e limitantissima fortuna, e andando al cuore del problema, recuperando quella che è veramente la personalità di Gastone: uno sbruffoncello lavativo, un galletto pieno di ego, capace di rendersi antipatico a tutti con il suo modo di fare. La storia è simpaticissima per via degli scambi con Paperone e ha del filosofico con questo suo contrapporre la meritocrazia paperoniana allo stile di vita di Gastone, che ne esce per il personaggio che è e dovrebbe essere: una figura desolante.
La breve su Qui Quo Qua invece qui dentro dovrebbe essere un tema caro a tutti quanti
E si rivela una bella breve, con una sua struttura: uno spunto "autentico", il colpo di scena finale. E nel mezzo tanta "ciccia" e storpiature simpatiche. Sciocchìra e Sbuffy sono ventimila volte meglio di tante paperizzazioni sterili tipo Duckira e Quackfy, ed è il tipo di humor che preferisco in quest'ambito. E un applausone a Marini che l'ha realizzata davvero bene (e il Jhonny Bravo mi ha fatto ghignare)!
In tutto questo apro una parentesi per il progetto Topotravel. Ciò che Pisapia con l'aiuto della Garufi ha messo su è qualcosa di veramente meraviglioso. La sua Paperopoli è visivamente bella, coerente, rispettosa del passato e si presta a moltiplicare il potenziale narrativo futuro. Questa guida è capace di conferire appeal e solidità ad un mondo che troppo spesso si è visto rappresentare in modo generico e poco fantasioso. Si è fatto un gran parlare in termini negativi di recente della cosiddetta continuity, dei punti fissi e delle donrosianate che possono limitare la fantasia degli autori. Io penso che un progetto simile invece sia il perfetto esempio di come con la morbidezza disneyana sia possibile dare consistenza ad un mondo di fantasia, dando al lettore qualche elemento in più a cui agganciarsi, a cui affezionarsi, colpendo la sua immaginazione. La presenza di punti fissi nel mondo Disney sparsi nel modo giusto da artisti che hanno davvero a cuore la buona narrativa e lo spirito Disney potrebbe quindi far bene e aumentare ciò che troppo spesso è mancato negli ultimi anni nel fumetto Disney italiano: la fidelizzazione. Si tratta del concetto di "bibbia" che chi scrive narrativa seriale, che sulla fidelizzazione si basa interamente, conosce bene.
Mi auguro quindi che il lavoro di Pisapia non vada sprecato e una volta esaurito il progetto questi bellissimi disegni non finiscano nuovamente sotto chiave, ma forniscano spunti e ispirazione per tornare a raccontare avventure in una Paperopoli più bella che mai.
La prima, quella di Gastone, al di là dell'essere una storia commissionata nell'ambito del progetto Topotravel, ha un suo fortissimo perché. Il personaggio del papero fortunato viene utilizzato molto bene, cosa rara, se escludiamo casi particolarmente felici (vedi la recente facciniana). Una storia con Gastone protagonista è difficile, insomma. Ricordiamo che il personaggio nasce dalla mente di Barks per essere sostanzialmente una gag, e rappresentare una fonte di frustrazione per Paperino. Quello che viene considerato ormai un "papero magico" altro non era che il simbolo del "solito fortunello che campa sul lavoro altrui senza muovere un dito". Una gag gustosa, e crudamente realistica, finché il punto di vista rimaneva appunto esterno. Ma nel momento in cui prendi questa gag ricorrente e la trasformi in un protagonista vero e proprio sono problemi, perché l'unico modo per creargli un conflitto è privarlo temporaneamente della sua buona stella. Ed ecco quindi da cosa nascono le miriadi di storie con Gastone sfortunato per un giorno, senza dubbio uno dei mali del fumetto Disney. Vito qui invece va a fondo del problema e esplora il personaggio di Gastone mettendo da parte per una volta questa benedetta e limitantissima fortuna, e andando al cuore del problema, recuperando quella che è veramente la personalità di Gastone: uno sbruffoncello lavativo, un galletto pieno di ego, capace di rendersi antipatico a tutti con il suo modo di fare. La storia è simpaticissima per via degli scambi con Paperone e ha del filosofico con questo suo contrapporre la meritocrazia paperoniana allo stile di vita di Gastone, che ne esce per il personaggio che è e dovrebbe essere: una figura desolante.
La breve su Qui Quo Qua invece qui dentro dovrebbe essere un tema caro a tutti quanti
E si rivela una bella breve, con una sua struttura: uno spunto "autentico", il colpo di scena finale. E nel mezzo tanta "ciccia" e storpiature simpatiche. Sciocchìra e Sbuffy sono ventimila volte meglio di tante paperizzazioni sterili tipo Duckira e Quackfy, ed è il tipo di humor che preferisco in quest'ambito. E un applausone a Marini che l'ha realizzata davvero bene (e il Jhonny Bravo mi ha fatto ghignare)!
In tutto questo apro una parentesi per il progetto Topotravel. Ciò che Pisapia con l'aiuto della Garufi ha messo su è qualcosa di veramente meraviglioso. La sua Paperopoli è visivamente bella, coerente, rispettosa del passato e si presta a moltiplicare il potenziale narrativo futuro. Questa guida è capace di conferire appeal e solidità ad un mondo che troppo spesso si è visto rappresentare in modo generico e poco fantasioso. Si è fatto un gran parlare in termini negativi di recente della cosiddetta continuity, dei punti fissi e delle donrosianate che possono limitare la fantasia degli autori. Io penso che un progetto simile invece sia il perfetto esempio di come con la morbidezza disneyana sia possibile dare consistenza ad un mondo di fantasia, dando al lettore qualche elemento in più a cui agganciarsi, a cui affezionarsi, colpendo la sua immaginazione. La presenza di punti fissi nel mondo Disney sparsi nel modo giusto da artisti che hanno davvero a cuore la buona narrativa e lo spirito Disney potrebbe quindi far bene e aumentare ciò che troppo spesso è mancato negli ultimi anni nel fumetto Disney italiano: la fidelizzazione. Si tratta del concetto di "bibbia" che chi scrive narrativa seriale, che sulla fidelizzazione si basa interamente, conosce bene.
Mi auguro quindi che il lavoro di Pisapia non vada sprecato e una volta esaurito il progetto questi bellissimi disegni non finiscano nuovamente sotto chiave, ma forniscano spunti e ispirazione per tornare a raccontare avventure in una Paperopoli più bella che mai.