Il Clavicembalo Scrivano l'ho letta pochi anni fa ma mi ha colpito più che positivamente, diventando una delle mie storie Disney italiane favorite. E' proprio il tipo di commedia degli equivoci che uno si aspetta dalle storie degli anni '60. Riguardo Topolino, ormai ho rinunciato da tempo a capire cos'è che ha nociuto alla percezione del personaggio, dato che moltissime persone che non hanno mai letto nessun fumetto, dicono che è noioso e antipatico anche solo basandosi sui vecchi cortometraggi, preferendogli Paperino.Valerio ha scritto:Ho avuto modo di leggermi a tempo record questo primo volume "misto" e abbozzare un po' di valutazioni col senno di poi di quella che è la scuola italiana, posta a confronto con lo scarpa "puro".
Dunque. Cominciamo col dire, che per quanta curiosità possa suscitare immergere il naso in quello che poteva essere il Topo anni 60, con tutti gli autori storici al lavoro allora, a conti fatti se la collana è dedicata a Scarpa un motivo c'è, e cioè che come tecnica e narrazione c'è un abisso. Un vero abisso con tutti loro, spiace dirlo.
Cominciamo dalle due storie dei Barosso presenti nel numero. Il Clavicembalo Scrivano e gli Abeti Hymalaiani. Sono quelle che ne escono con le ossa rotte, a mio avviso. Ci sono guizzi umoristici, e i Paperi vengono caratterizzati bene (il montaggio incrociato con Paperino e Paperone nello stesso hotel con il primo che dà la mancia al fattorino e il secondo con la stretta di mano è geniale, va detto). Ma la narrazione è prolissa, piena di cose inutili, tagliabili, di giri a vuoto. L'oggetto buffo della storia è presente spesso solo nel titolo e potrebbe benissimo essere rimpiazzato con qualsiasi altra cosa, e l'esito di entrambe le storie è scontato e al giorno d'oggi inaccettabile (al finale del clavicembalo Barks aveva già pensato dai tempi dello Skirillione, prevenendolo). Coi paperi la cosa è anche sopportabile, visto che sono divertenti, ma il giallone di Topolino è davvero brutto, noioso e pesante. E non mi stupisco che storie di questo genere abbiano fatto male alla percezione del personaggio.
Lo Struzzicano Trovarobe di incerta attribuzione ha disorientato anche me. A occhio pareva di Scarpa, però le intro mettono in guardia. Il motivo per cui la sua attribuzione è incerta, dicono le note è perché i Bassotti chiamano Archimede "papero". Ma a me questo pare veniale. Sono altri i motivi per cui non è molto scarpiana. Ci sono leggerezze e stramberie (Archimede che vuole andare a casa di Clarabella?), una parte centrale al luna park sconclusionata e allungatissima, un finale troppo veloce e l'inutilità dello struzzicano del titolo, che mi pare una stramberia gratuita. Che sia dei Barosso? Sembra più nel loro stile.
L'attribuzione a Scarpa dello Struzzicano è avvenuta in passato per il solo motivo che non si sapeva lo sceneggiatore. Il che è strano, perché di solito tutte le storie "orfane" venivano per tradizione attribuite a Martina. LOL, quante sciocchezze si facevano in passato! Ci sono discrete probabilità che lo Struzzicano sia una delle prime sceneggiature di Michele Gazzarri (dovrebbe essere ancora vivo per poterlo confermare, dati alla mano).
Del volume 9 la più bella è ovviamente L'Uomo di Altacraz, seguita dal Canguro di Corallo che, al contrario della prima, è un'avventura di grandi spostamenti stile Shan Grillà e Kalhoa, all'ultimo posto Paperino intelligentone a ondate che - leggere per credere - sembra una delle tante storie dell'epoca sceneggiate dai Barosso. Cioè, non è il tipo di storia scarpiana che uno si aspetta.
Per chi è curioso, nel resto del volume a spiccare sono, in ordine decrescente: Paperino e gli anelli dei dogi (un divertente viaggio a Venezia - quando mai! - di Chendi e Scarpa), Paperino fortunatissimo bis (una caccia al biglietto della lotteria in stile barksiano), e all'ultimo Topolino e il finale giallo, un giallo di Gazzarri costruito in modo soddisfacente e con un'accentuazione dell'aspetto comico rispetto ad altri gialli con Topolino.