[Topolino] Annata 2015

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Un buon numero questo 3131, anche se deve molto al Raggio nero (che commenterò nel topic apposito).
    Zio Paperone e la breccia antidiluviana (Sisti-Lucci):
    Sequel di una storia di qualche tempo fa, funziona molto bene. La storia scorre bene e riesce a non essere un riciclone del suo predecessore. Buono anche il lavoro svolto da Lucci, che riscostruisce una bella atmosfera preistorica.
    Cento milioni di anni fa (Faccini):
    Faccini in questa breve mostra tutta la sua maestria nel gestire il registro comico e i bei disegni fanno il resto.
    Paperino Paperotto e il sentiero del tasso (Valentini-Vetro):
    Valentini ricostruisce alla perfezione il microcosmo di PP8, che viene ulteriormente impreziosito dai disegni di Vetro. Ne esce fuori una storia piacevole e simpatica, le fantasticherie di Paperino sono spassose.
    L'album di Indiana Pipps: i pattini ultraveloci (Sarda-Figus-Asaro):
    Carina nella trama e nei disegni, ma questa serie non mi sta convincendo molto.
    Da Socrate a Paperone:
    "Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
  • Topolino #3131: di gioie e dolori.
    La gioia più grande viene ovviamente da PK, con l'ultimo episodio del Raggio Nero :)
    Poi c'è qualcos'altro di buono: un bel Paperino Paperotto di Massimiliano Valentini, che mi è sembrato riuscire a riproporre quelle atmosfere bucoliche e nostalgiche delle prime storie del ciclo, il che non è cosa da poco. Una storiellina molto semplice ma che c'entra, secondo me, lo spirito del piccolo protagonista e delle sue avventure. con i disegni della sempre brava Daniela Vetro, una delle artiste migliori alle prese con questo universo narrativo.
    C'è anche Enrico Faccini come autore completo, sempre una garanzia anche quando non mi colpisce molto: la breve muta Cento Milioni di Anni Fa è simpatica e fa sorridere, ma la "sorpresa" relativa alla casa del Paperoga preistorico non è stata tale per me e ha tolto molto alla fruizione della storia, nonostante la vignetta finale di sicuro effetto :)
    Alessandro Sisti in apertura se la cava abbastanza bene: la storia è leggibile e funziona, ma confesso che non mi ha convinto del tutto. Sarà l'aver ripreso una storia che già alla base non mi aveva catturato, o il fatto che l'isola con i dinosauri rappresenta un plot che mi ha sempre detto poco, ma nel complesso la storia mi è "scivolata via".
    Quella di Indiana Pipps l'ho invece trovata difficile da digerire, grazie al mix di trama banale e prevedibile con dei disegni abbastanza deludenti e in alcune vignette senza nemmeno le giuste proporzioni del protagonista.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • È un numero leggero leggero quello di questa settimana, comprensibile come decompressione dopo le ultime settimane di pompismo pikappico, ma che proprio per questo avrei normalmente saltato a piè pari. Non fosse per il fatto che... c'è una storia di Vito! Breve e piccolina, ma comunque non posso interrompere la mia pista completista per così poco!
    Per leggerla ho dovuto superare l'ennesima storia della PIA che, per fingere di essere diversa dal solito, è ambientata nell'antica Roma e prevede come cattivi personaggi in grado di diventare come il Flash della DC grazie ad una pozione, una nuova avventura tratta da fantomatici diari fotografici di Indiana Pipps nella quale non succede nulla di interessante e una storia di Paperino e Paperoga che devono fare lo scoop per il Papersera con tante buffate, che comunque piazza almeno due trovate simpatiche.
    Ciliegina sulla torta la storia straniera, che una volta tanto piega la vena surreale tipica di questo tipo di produzioni verso uno sviluppo sempre strambo ma meno improponibile, che gode anche dei disegni ormai standard di Giorgio Cavazzano che sono comunque molto migliori delle sue copertine di Topolino degli ultimi anni.
    In mezzo a tutto ciò non ho trovato male la storia di Jacopo Cirillo, che senza essere niente di che strappa un sorriso e piazza in mezzo alla storia anche una serie di gag/battute sulle scuse che uno inventa in assenza di forza di volontà che mi hanno divertito.
    Mi ha divertito anche la storia di Fausto Vitaliano, che elargisce una sequela di capovolgimenti di trama volutamente iperbolici che sortiscono l'effetto desiderato.
    Arrivando a Vito, mi trovo anche qui di fronte ad una storia molto divertente, 6 paginette efficaci nel raccontare in modo leggero ma riuscito una situazione tipica e realistica. I disegni purtroppo non riescono a rendere al meglio l'ironia messa in campo dalla sceneggiatura, soprattutto nelle espressioni e posture di Paperino.
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  • Bramo ha scritto:Quella di Indiana Pipps l'ho invece trovata difficile da digerire, grazie al mix di trama banale e prevedibile con dei disegni abbastanza deludenti e in alcune vignette senza nemmeno le giuste proporzioni del protagonista.
    Comunque vi volevo dire che quella della settimana scorsa era una Grande Parodia. :fire:
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    Ottimo lavoro.
  • Per favore, qualcuno sul Papersera potrebbe far notare all'avvocato che la sua incazzatura verso "la questione non spiegata delle 12 ore" di Tutto Questo Accadrà Ieri, oltre che ridicola, ė anche ipocrita, dato che lui stesso pochi mesi fa ha accettato col sorriso sulle labbra il comportamento non spiegato del Razziatore negli Argini Del Tempo giustificandolo con una teoria inventata di sana pianta?

    Grazie..
  • Credo che anche i suoi genitori stiano seriamente pensando di disconoscerlo dopo questo fatto, per cui nemmeno infierirei.
  • E' pur vero che siamo un forum aperto al pubblico (pure nei festivi!) e che quindi, qualora lo volesse, l'Avvocato è liberissimo di iscriversi e ribattere, tuttavia andare a SPARLARE di terzi per cose accadute in altri luoghi mi pare un pochino inelegante.

    Anche perché, FearTear, non è la prima volta che porti polemiche esterne su questi lidi. Sei libero di intervenire quando vuoi e su quello che vuoi, ma non siamo l'entrata sul retro da cui far passare controversie altrui.
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    Si respira già aria di Natale, su Topolino #3134, fin dall'allegra copertina graziata dalla sapiente mano di Giuseppe Zironi che fa da richiamo alla storia di apertura, realizzata dall'artista nelle apprezzate vesti di autore completo.
    Al contrario di altre prove del passato come sceneggiatore, Topolino e il Natale lontano da casa non può dirsi pienamente riuscita: anche volendo soprassedere sull'idea, ormai abusata, di un Babbo Natale impossibilitato nel suo lavoro e/o affetto da perdita di memoria, è la piega che prende il racconto nella sua parte risolutiva a stonare nella gestione dei tempi narrativi e della scansione dell'azione. Il professore che vorrebbe imprigionare Santa Claus per ottenere un "distillato" del Natale è buona, ma la velocità con cui i suoi scagnozzi gli voltano le spalle risulta eccessiva. Ancor meno accettabile è il cambio di atteggiamento del professore di fronte a questo capovolgimento di situazione, rassegnato subito al fallimento e pronto con solo un po' di vaga malinconia a festeggiare il Natale con la famiglia, invitando peraltro Topolino che aveva contribuito a fermarne il piano, il quale accetta di buon grado!
    Sono passaggi poco giustificati come consecutio narrativa, e che rendono la storia nel complesso un po' zoppicante. Peccato, perché di buoni spunti ce n'erano, e perché l'avventura gode degli ottimi disegni dello stesso Zironi, che abbellisce ogni singola tavola con belle trovate grafiche e con dei personaggi più vivi e dinamici che mai, in special modo il suo bel Mickey che conosce delle linee forse anche più raffinate delle già ottime prove dell'autore negli scorsi decenni.

    L'altra storia natalizia del numero rappresenta la terza incursione di Alessandro Sisti nel Cretaccio e nelle avventure dei Paperosauri, dino-capostipiti dei Paperi già presenti in un paio di storie recenti dell'autore. Continuo a non apprezzare particolarmente questo filone, che potevo trovare simpatico nella sua prima storia che non trovo abbia le potenzialità per avere tutti questi sequel. Unire poi la tematica dei dinosauri con il Natale appare ancora più strano.

    Se il nuovo capitolo delle avventure dall'Album di fotografie di Indiana Pipps appare migliore dei precedenti, non si può invece gioire della breve di Gabriele Panini (che però mi ha fatto sorridere nell'ultima vignetta) né soprattutto di quella con Ciccio protagonista, dove il personaggio vuole ottenere una torta, si addormenta nel tentativo e poi riesce comunque a sbafarsela. Nel 2015. Oh, Ciccio!

    Il numero si chiude infine con Paperino e il Tele-Rilancio, una storia che riflette in modo intelligente su una moda attuale, quella di riprendere vecchie serie televisive o vecchi film per farne dei remake/reboot lucrando su vecchie proprietà intellettuali e sull'affetto dei vecchi fan, cercando di accalappiarne di nuovi.
    Non è facile un'operazione del genere, volendo farla funzionare per neofiti e appassionati, e Zio Paperone si scontra proprio con alcuni tentativi falliti di rilanciare Il Cavaliere Coraggioso, vecchio telefilm di stampo eroico-medievale di cui Paperino è grande fan.
    Ancora una volta Vito Stabile si guarda intorno, osservando le situazioni che lo circondano e traendone ispirazione per scrivere una sceneggiatura, che risulta in questo modo credibile e sentita. Al contrario di altre occasioni, in cui l'autore si concentrava su situazioni e abitudini concrete, stavolta si dedica ad un elemento narrativo/commerciale che ogni appassionato di narrativa, negli ultimi anni, ha conosciuto da vicino. Vito analizza bene sia le tipologie di appassionati (azzeccate e satiriche le figure del nerdaccio perennemente scontento e delle ragazze frivole da social network, pronte a condividere sdegno o esalto per motivi slegati dal prodotto) e mostra lucidamente le strade possibili - e le possibili conseguenze - di un'operazione di ripescaggio.
    Non manca l'umorismo verbale che contraddistingue lo sceneggiatore, la sempre valida caratterizzazione del rapporto Paperone-Paperino e anche dei disegni all'altezza, grazie ad un Emilio Urbano più in forma che mai, qui ancora più sciolto rispetto ad altre storie recenti a cui ha lavorato. Salvo alcune vignette dove compare un Zione inspiegabilmente "rincagnato", generalmente le pose e la recitazione dei personaggi (Paperino in primis) ricordano da vicino certi virtuosismi di Stefano Turconi, mentre in altri punti si riconosce più marcatamente il segno caratteristico di Urbano, ma più slanciato e dinamico di quanto già non fosse solitamente. Una gioia per gli occhi.
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  • numero CLAMOROSO: [spoiler]il Gulp mi ha fatto ridere[/spoiler] :oh: .
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    Ottimo lavoro.
  • Un numerio medio-ottimo questo Topolino 3134, con tre storie buone e delle riempitive non molto originali. Molto buona è Paperino e il tele-rilancio di Stabile e Urbano, in cui l'autore deride la tendenza di remakare qualsiasi opera del passato, non sempre in modo eccelso. Bello il messaggio trasmesso da Paperino sul come proseguire un'opera, per niente scontato.
    Bella anche Topolino e il Natale lontano da casa di Zironi, ma con una conclusione un po' affrettata. Perfetti i disegni di Zironi e la tavola finale. Un po' sotto, ma comunque buona, Qui, Quo, Qua e l'antivigilia dei Natalesauri di Sisti e Lucci. Della trilogia dei paperosauri di certo questo terzo capitolo è il più debole, a causa della dubbiosa associazione tra Babbo Natale e i dinosauri.
    Le restanti storie invece non eguagliano il trio. Ciccio e il pupazzo vittorioso di Camerini e Gatto è la storia più debole del lotto, ma viene salvata dai disegni di Gatto. L'album di Indiana Pipps-La marea favolosa di Figus e Di Vita, si rivela una delle migliori storie di questo debole ciclo e lo spunto di base non è banale, ma si poteva fare di più. Infine Paperino, Paperoga e l'impresa a tutta neve di Panini e Gula ha qualche gag carina, ma nulla di più.
    Da Socrate a Paperone:
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    Il Topolino di Natale non contiene nessuna storia che spicca più di altre, ma si configura come una piacevole lettura sotto l’albero, con dei racconti in genere simpatici.
    La migliore è sicuramente quella in apertura: Fausto Vitaliano scrive una sceneggiatura che, pur ricollegandosi alla sua storia dello scorso anno, non si caratterizza come un semplice sequel, ampliando il senso e il messaggio di cui è portatrice e rendendo l’intera cittadinanza di Paperopoli protagonista dell’azione. Il risultato è una storia inaspettatamente riflessiva e con tanto cuore, che risalta proprio per il contrasto con il cinismo mostrato nelle prime tavole. Una buona prova la fornisce anche Carlo Limido ai disegni, con tavole dinamiche e personaggi ben rappresentati.
    Anche Roberto Gagnor offre una buona prova, una storiella divertente che punta tutto sull’umorismo, non sempre efficace ma che nella maggior parte dei casi fa il suo dovere. Il team-up tra Paperino e Topolino viene reso in maniera spontanea e naturale, come giusto che sia, e la modalità con cui l’autore muove i due “pezzi da novanta” è forse il pregio maggiore della storia. La presenza della controparte disneyana di Lillo e Greg (i cui nomi “storpiati” rifuggono fortunatamente il solito prefisso Paper-) non stona perché gestita in modo sereno, senza incentrare la storia sul loro corrispettivo vip e senza essere uno spottone al film attualmente al cinema in cui sono presenti. Bravo come sempre anche Luca Usai alle matite, che serve bene la sceneggiatura di Gagnor con il suo tratto moderno e vivace.
    Zemelo e Fontana scrivono due storie piuttosto basiche, che non annoiano ma che nemmeno lasciano il segno. Il primo ha il merito di caratterizzare bene Paperino e di offrire una sorta di “afflato avventuroso”, pur castrato dal numero di tavole, mentre il secondo basa tutto sulla risoluzione dell’ultima vignetta, nemmeno particolarmente brillante.
    In chiusura una storia natalizia della Zia Nena di Blasco Pisapia, la migliore del numero a pari merito con la storia d’apertura. L’autore tocca con grazia argomenti spinosi come le ristrettezze economiche e la volontà di festeggiare il Natale in modo decente nonostante i problemi di denaro, soprattutto avendo una ragazzina a carico. Zia Nena si conferma un personaggio a tutto tondo, determinato e irriducibile, capace di fare buon viso a cattivo gioco, una donna forte che sa come far fronte alle difficoltà. E Pisapia riesce ad affrontare quei temi spesso usati nei racconti natalizi più commoventi senza eccedere sulla parte melensa ma sapendo dosare bene divertimento e serietà, il tutto unito al suo stile di disegno piacevolmente classico e al contempo attuale.
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  • Pisapia sto giro mi ha stupito ancora di più. Si respira un'aria disneyana come poche, lontane dai soliti stilemi. Siamo più dalle parti di radice/turconi, direi.
  • Ma quanto è roftl discutere sulla continuity e non accorgersi di Faccini che recupera personaggi vecchi? :P
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    Ottimo lavoro.
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