[Topolino] Annata 2015

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • max brody ha scritto:Siete stati cattivi a farmi leggere questa storia proprio adesso. Cattivi.
    Il Pippo dei BigTurks, eh?
    Lo so, può scatenare sensazioni contrastanti, malinconiche e quindi non del tutto positive. Ma sono pur sempre sensazioni potenti e rare, di cui essere grati. Almeno così la vedo io, non a caso è da ieri che sto consigliando a tutti quelli che credo possano essere recettivi verso un'opera del genere di prendere il Topo. Il prezzo di 1 euro è poi un puntello che mi aiuta in quest'opera di propaganda.
    È un titolo che raccoglie la parte malinconica dell'estate, non fatico a credere che se poi una stia vivendo una situazione particolare la cosa possa colpire maggiormente.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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    Su Topolino #3113 troviamo La grande corsa nel presente, quarto e ultimo episodio della nuova saga scritta da Bruno Enna. Alessandro Perina si occupa dei disegni, come già fatto nella prima parte.
    Ricordiamo che questo numero è disponibile in doppia cover e al prezzo speciale di 1 euro!
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  • Fra poche ore sarà in edicola il nuovo numero di Topolino, ma io mi soffermo su quello di mercoledì scorso. Niente di memorabile, infatti non l'avevo ancora nemmeno commentato -_-
    Sulle ultime due storie non mi soffermo più di tanto: quella di Paperoga è una 4 tavole banale e senza verve, mentre la danese è il solito concentrato di cliché visti e rivisti, peraltro incastrati a forza in una storia che non ha la foliazione adatta per ospitarli degnamente. Val la pena darci un occhio giusto per i disegni di Cavazzano, comunque non molto ispirato in questo caso.
    Topolino e l’ombra del Nerombra è già meglio: Zemelo confeziona una sceneggiatura inquietante al punto giusto, che a tratti ricorda una trama-tipo di Doctor Who, e che presenta un discreto colpo di scena verso la fine. I disegni di Mangiatordi si rivelano adeguati all'atmosfera della storia.
    Il meglio del #3113 si trova comunque tutto all'inizio, con le prime due storie. Alessandro Sisti scrive una storia semplice semplice, ma efficace per quello che vuol raccontare e nel tratteggiare in modo riuscito la personalità di Nonna Papera, non mancando di consegnarci uno scorcio di Paperone che, pur nel suo essere mera comparsa riesce ad essere caratterizzato perfettamente. C'è un briciolo di poesia e c'è voglia di raccontare una buona trama. Stefano Intini non si risparmia e presta il suo tratto morbido e fluido alla narrazione in modo riuscito e piacevole.
    Bruno Enna chiude invece la sua Grande Corsa. Torna Alessandro Perina alle matite, e torna quindi quel suo stile pulito e apprezzabile che lo rende a mio avviso uno dei migliori disegnatori in forza al Topo, capace di mettere in scena un tratto squisitamente cavazzaniano ma dotato di una propria personalità ben distinta e in grado di colpire l'occhio del lettore senza particolari fronzoli. Per quanto riguarda la trama, Enna fa un onesto lavoro. Quest'ultimo capitolo riconferma la saga estiva per quello che voleva essere - presumo - nella mente dell'autore: un divertissement senza grandi pretese, in grado di divertire il giusto e di lanciare anche qualche strizzatina d'occhio ai lettori più smaliziati, una storia senza grandi pretese ma che fila molto bene come coerenza interna e come pulizia della sceneggiatura. È anche in queste situazioni che si vede l'autore dotato di stoffa, ed Enna ce l'ha.
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    Su Topolino #3114 troviamo DoubleDuck - Come un Gioco, la prima incursione del nostro Vito Stabile nell'universo narrativo di Paperino in versione 007, per i disegni di Emilio Urbano.
    Non solo: Vito realizza una doppietta e ci offre anche Zio Paperone e il Tesoro Arcobaleno, una classica caccia al tesoro dello Zione disegnata da Alessia Martusciello :)
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  • Oh, ecco un buon Topo! Non tutto è perfetto, ma per la maggior parte del numero c'è da rimanere soddisfatti :)
    Il #3114 si apre con un doppio Vito, la qual cosa non può che far immediatamente piacere. Il nostro non delude le aspettative, e ci consegna due storie veramente piacevoli da leggere.
    La prima rappresenta il suo primo contatto con il mondo di DoubleDuck. Come un gioco è un buon esempio di come si possa scrivere, oggi, un'avventura coinvolgente e intelligente con Paperino nei panni della sua controparte spionistica. Dato che ormai la continuity in questa serie è decisamente labile, per evitare che le singole trame si assomiglino troppo le une alle altre in un contesto in cui comunque gli ingredienti per confezionare questo tipo di storie sono sempre, bene o male, gli stessi, Vito lavora come sempre sui personaggi: l'approccio di Paperino alle sue imprese, l'animo legato all'infanzia sono accorgimenti che spiegano bene quell'attitudine a fare battutine e autoironia che Paperino adotta in versione DD come in versione PK. Anche Kay K viene raccontata bene, come una ragazza giovane e spigliata.
    Ho apprezzato molto le didascalie introspettive, poi; la trama di per sé invece non è nulla di che, ma dimostra la capacità dell'autore di impossessarsi con consapevolezza degli stilemi narrativi della serie. Peccato per qualche coincidenza di troppo e per un congegno forse troppo inverosimile, che avrebbe magari necessitato di qualche approfondimento in più... ma il numero di pagine era tiranno, d'altronde. Emilio Urbano tira fuori il tratto delle grandi occasioni, quello che ha avuto modo di sfoggiare anni fa su PK, e consegna delle tavole molto dinamiche e dalla costruzione movimentata e interessante. Molto buono anche il modo in cui vengono disegnati tanto i protagonisti quanto i personaggi secondari, con un tipo alto e occhialuto che personalmente mi ricorda molto il Professor Cardaxis da PK2 #9.

    Zio Paperone e il Tesoro Arcobaleno è già un terreno più classico, parlando delle sceneggiature di Vito: una bella caccia al tesoro! :)
    Come già dimostrato in precedenti occasioni, anche stavolta lo sceneggiatore imbastisce una trama ben descritta, dove il tesoro e la leggenda ad esso correlata si rivelano convincenti ed articolati. Belle le atmosfere irlandesi - anche grazie ai bei disegni di Alessia Martusciello - e interessante la rielaborazione della fiaba sulla pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno. Lo Zio Paperone di Stabile, poi, si riconferma uno dei migliori attualmente in scena su Topolino, dotato di quel carattere tanto sfaccettato quanto credibile, che emerge ottimamente - senza melensaggini ma anche senza cattiveria estrema e gratuita - nel rapporto con Paperino.

    Un'altra storia molto valida è quella di Giorgio Salati: Paperino e il Disastro Social è divertente, ironica, matura nel tema senza rinunciare a lanciare una frecciata satirica non ai social network nel loro complesso, ma all'uso che si può fare di Internet in generale quando il suo utilizzo è legato al lavoro e nel contempo ci si concede anche allo svago che la Rete può offrire nella sua vastità. L'ho trovata convincente, contemporanea e ben scritta.
    Simpatico il dialogo con Paperoga, che sfrutta una gag non certo nuova ma sempre valida e resa qui molto bene.
    Sempre carucci e classici i disegni del bravo Alessandro Gottardo :)

    La storia di Archimede scivola via veloce e senza pretese, quella di Topolino e Pippo è il classico gialletto all'acqua di rose in clima estivo/marittimo. Belli i disegni di Petrossi.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Bramo ha scritto: Ma sono pur sempre sensazioni potenti e rare, di cui essere grati.
    Beh, infatti io debbo fare di nuovo complimenti alla coppia: mi sono ritrovata a piangere alla fine e per giunta ero in una piscina a godermi il sole con due miei cuginetti (a cui è piaciuta anche questa storia) che non facevano altro che ricordarmi la sequenza più lol di "Gambadilegno in: questioni di classe". Bello davvero il finale, fra i pochi di una storia di "Topolino" che siano riusciti a farmi piangere. Poi ho adorato anche la vignetta che mostra le caricature dei poeti preferiti da Candy: fantastiche, in particolar modo quella di T.S.Eliot (aka Elephant). :clap:

    P.S.: L'unico che non ho collegato è stato Robert Frog: chi era ?
  • Robert Frost.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Grazie, Lorenzo. :)
  • Sul tipo 3020 ritornano i milioni di zio Paperone.
    Che dire resto perplesso sull'operazione e sulla scelta di fare questo recupero, ma attenderó sperando in tante vitalianate.
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    Il numero 3127 in uscita la settimana di Lucca Comics si prospetta molto interessante. Saranno presenti infatti Casty, Faccini, Mastantuono, Ziche, Intini, Sio e il prologo della nuova storia di PK "Il Raggio Nero". Come al solito ci sarà una variant.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
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    Visto che sul #3123 torna dalle vacanze Vito con Pippo e l'Asso dei Cieli, ne approfitto e spendo due paroline anche sulle sue due storie estive.

    Come Un Gioco è la storia che ha ROTTO Doubleduck. Non intenzionalmente, tra l'altro, perché non c'è alcuna sovversione degli stereotipi del genere (anzi!) o destrutturazione della serie: no, la cosa deriva semplicemente dalla concezione che l'autore ha di Paperino e di come vivrebbe secondo lui questa sua (ennesima) identità segreta. Paperino che se la ride e se la gode è un po' l'antitesi dei cicli più seri della serie e dei suoi controcontrodoppiogiochi e dei vari espedienti di analogo tenore che si sono incartati su sé stessi fino a produrre un universo orami poco credibile.
    Ed è bello che l'accento venga posto sul personaggio, un Paperino più umano, vero protagonista della storia per quanto poco super spia (ruolo che, giustamente, è vestito meglio da Kay K). Aggiungiamo scene action e cattivi minacciosi ma con lato scemo ed avremo un bell'episodio di Chuck.

    Il Tesoro Arcobaleno è decisamente meno dirompente, avventura classica alla ricerca del tesorone fantastico. Forse è più solida della precedente (in cui effettivamente la premessa dell'orologio era funzionale ma un po' sciocchina), ma ispira decisamente meno. Nota di merito per l'approfondimento nelle dinamiche zio-nipote, aspetto sempre molto curato... ma per il resto è una storia piacevola ma sicuramente trascurabile.

    Veniamo infine al Pippo di questa settimana ed è un gran bel Pippo. Anzi, a dirla tutta è un gran bel cast, con gli amici di Topolinia che raramente sono davvero AMICI e qui invece sì, un rapporto Topolino-Pippo pure migliore della prima storia di Vito con i Topi, che si incentrava tutta su quello, e le immancabili follie pippesche, tra la figura del Nonno che vanta arrivo ed uscita di scena spettacolari e l'idea dell'[spoiler]aereo in scatola[/spoiler] che è assurda quanto basta. Una storia che poteva accontentarsi di far ridere e basta senza troppi problemi e che riesce anche a dare altro.
    E c'è pure un ottimo Intini alle matite.
  • Tigrotta ha scritto:Immagine

    Il numero 3127 in uscita la settimana di Lucca Comics si prospetta molto interessante. Saranno presenti infatti Casty, Faccini, Mastantuono, Ziche, Intini, Sio e il prologo della nuova storia di PK "Il Raggio Nero". Come al solito ci sarà una variant.
    Lol, dopo due mesi praticamente fuori dal mondo, leggo Sio e penso a Enric Siò. E giú dieci minuti a pensare "ma non era morto?" oppure "PERCHÉ?".
    Torno a cacciare i ragni,va'.
    Cmq c'é anche WoM.
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    Ottimo lavoro.
  • Wom c_è dal prossimo topo
  • L'acquisto di Topolino #3123, dopo due mesi interi di astinenza dal "Topo" a causa di mancanza di attrattiva nell'offerta degli ultimi 8 numeri del settimanale, è dettata dalla presenza di una nuova storia di Vito Stabile.
    Pippo e l'Asso dei Cieli si configura come una storia dall'impianto classico: lo sceneggiatore recupera quei meccanismi narrativi e soprattutto quello spirito dei personaggi più vero genuino e semplice. Topolino è ben caratterizzato, ma è soprattutto Pippo a spiccare, dimostrando una seconda volta come Vito abbia compreso bene la personalità di un personaggio abbastanza difficile da gestire nella sua natura più vera. Il nonno Walter, a sua volta, è un personaggio originale e delineato in modo intelligente, così da fornire una contrapposizione al protagonista e una molla potente per dare vita alla storia.
    Storia che però su di me non ha avuto gran mordente: per quanto l'idea in sé sia buona e Walter sia un personaggio che rivedrei anche volentieri in future nuove apparizioni, la trama non mi ha preso molto, con un presupposto poco convincente alla base dell'atteggiamento del nonno verso il nipote e con una serie di gag simpatiche e nulla più.
    L'avventura si risolleva quando viene messo in campo l'aereo in scatola e nella sequenza d'azione in cui Pippo prende la situazione in mano (momento sottolineato dalla splendida tavola di Stefano intini, che gioca con le vignette, il loro numero e la loro disposizione in maniera deliziosa e funzionale al momento). Anche lì, però, la presenza di Gambadilegno mi è sembrata quasi forzata e mero pretesto, un po' casuale, per aprire al gran finale.
    L'ho trovata insomma una storia riuscita per metà: Vito ha dimostrato di sapersela cavare molto bene anche le psicologie dell'universo dei Topi, in particolar modo con Pippo, ma ha comunque fatto di meglio in molte storie della sua produzione (che ho provveduto ad aggiornare qui).
    Intini, da par suo, mette in scena il suo solito tratto con fortune alterne: a ottime tavole per costruzione della gabbia, come quella citata più sopra, alterna vignette in cui il suo Mickey risulta convenzionale e privo di guizzi. Nel complesso, comunque, la prova del disegnatore è più che buona grazie alla rappresentazione delle scene più movimentate, al suo Pippo e agli sfondi, sempre curati e deliziosamente cartooneschi.

    Un'altra storia interessante è quella di Gaja Arrighini: Nonna Papera e Nonno Bassotto, la strana coppia prende il via da un presupposto che può far venire i capelli bianchi a certi cultori, cioè il forzato gemellaggio tra due comprimari che nulla hanno da spartire, giusto per creare un evento destabilizzante come motore di tutto.
    Anni di mala gestione di queste dinamiche ce le hanno fatte malsopportare, ma in realtà in generale i personaggi Disney si prestano a mille interpretazioni e mixaggi che, se fatti bene, possono contribuire ad approfondire anche i comprimari più piatti. Chi più, chi meno, sono maschere dotate di caratteristiche proprie e che se non banalizzati possono ispirare storie interessanti. La Arrighini unisce i due celebri nonni dell'universo paperopolese con l'intento di riflettere sulla vecchiaia, sul confronto generazionale, sule insoddisfazioni che la terza età prova verso una realtà completamente diversa da quella che conosce e sa interpretare. Anche due personaggi distanti come Nonno Bassotto e Nonna Papera possono trovare un punto in comune: la visione del mondo dettata dall'età.
    Il tema è forte, importante, poetico: è un peccato che la sceneggiatrice non riesca a portarlo avanti in modo riuscito, perdendosi in diverse ingenuità quando deve descrivere le attività che i due nonni compiono assieme. Vederli scendere in bicicletta dalla collina, giocare a calcio e suonare ai citofoni per poi scappare via fa andare out of character i personaggi in maniera eccessiva e denota uno scontro tra gli intenti di partenza e una realizzazione che potesse stare all'interno di Topolino.
    Il tutto è aggravato da un finale frettoloso e ben poco chiaro, in cui tra sole che acceca, provocazioni di Nonna Papera e balloon di pensiero di Nonno Bassotto contorti non si riesce a capire perché e percome i due si allontanano, se non per esigenze di ripristino di status quo.
    Peccato, perché potenzialmente poteva essere una storia davvero ricca di spunti, e perché a corredo di tutto ciò ci sono gli ottimi disegni di un Alessandro Perina sempre più in forma.

    Il resto del numero si attesta sulla media: una breve su Rockerduck dimenticabile, un'avventura paperoniana di Giulio D'Antona che fa il verso alle classiche storie di Rodolfo Cimino, riuscendo secondo me nell'intento con un piacevole esercizio di stile e con gli adeguati disegni di Alessandro Gottardo e il Quattordicesimo Milione ad opera di Fausto Vitaliano, simpatico nel suo sviluppo.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Topolino 3124

    Sentendo in giro che i disegni di Roberto Marini in Wizards of Mickey: Mondimontagne rasentano il capolavoro, ho fatto un sacrificio e comprato il numero, e non mi sono pentito affatto: le tavole di Marini (che addirittura osano rompere la gabbia come i migliori numeri di PK) sono un'autentica gioia per gli occhi. Altro che gli stili plasticosi e commerciali di Perina e Palazzi, WoM lo doveva disegnare tutto lui (poi beh, le frittolature di Ambrosio non sarebbero passate meno inosservate, ma almeno l'atmosfera da "tempo delle leggende, dei maghi e degli eroi" sarebbe stata resa meglio).

    Purtroppo, un'altra storia mi ha fatto invece mettere le mani in faccia da quanto era triste, scontata, già vista e deprimente.

    Già una volta dissi che le ultime storie di Carlo Panaro sembrano tutte fatte con lo stampino... ed è vero, inutile nascondersi dietro un dito.

    "Il protagonista va alla ricerca di un oggetto/luogo/mistero magico, che si rivela essere un piano escogitato dal cattivo di turno per metterlo nel sacco".

    Con questa sinopsi vi ho appena descritto la trama di Zio Paperone e la voce dell'ignoto (3041), Zio Paperone e l'ultima dei Gramov (3051), Paperino e la perla della luna (3055), Zio Paperone e l'anello dei grandi (3076), e adesso Topolino e il regno delle nuvole.

    E per aggiungere altro sale sulla ferita, stavolta ci becchiamo di nuovo l'ennesimo aggeggio tecnologico capace di fare miracoli inventato dal cattivo di turno, che non so più se definire marchio di fabbrica di Panaro o facile licenza narrativa perché tanto sto leggendo una storia in cui topi e paperi parlano e camminano quindi tutto è possibile.

    Propenderei per la seconda, almeno per questa Topolino e il regno delle nuvole in cui Panaro ha dato il peggio di sè costruendo una trama e un piano del cattivo talmente astrusi e contradditori da farmi dubitare che questo sia lo stesso autore che ha scritto Zio Paperone e la formula della ricchezza e Topolino e l'artista vagabondo.

    Panaro, so che a te le stroncature dispiacciono, ma per carità, dacci un taglio con queste trame tutte uguali, torna coi piedi per terra e cambia registro una volta per tutte.
  • Ad onor del vero WoM ha sempre potuto vantare bei disegni, ricordo grandi prove di Vian e dei fratelli Pastrovicchio, ad esempio.
  • Qui, se v'interessa, qualche bozza dei personaggi dell'ultima avventura di Pippo Reporter che potrete trovare da domani in edicola:

    http://stefanoturconi.blogspot.it/2015/ ... inale.html

    Ciao a tutti e buona lettura! :ciao:
  • E il finale si avvicina...


    Complimenti per il coraggio, Tere.

    Credo sia la prima volta che succede sul Topo che un autore dica "fine".
  • Nello l'ultimo capitolo di Pippo Reporter con molte simpatiche citazioni e situazioni.

    Un finale davvero finale molto toccante e sentito e sono d'accordo sull' aver chiuso una serie quando è ancora così sentita.

    Grazie Teresa e Stefano per questo viaggio. Ci vediamo al prossimo.
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